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FLOP DELLA TESSERA DEL TIFOSO, UN ALTRO SPOT MARONIANO: DIMINUISCONO GLI ABBONATI DEL 18%, LA VIOLENZA RIMANE

Agosto 23rd, 2010 Riccardo Fucile

GLI ABBONATI SCESI DI 70.000 UNITA’, SOLO 200.000 LE TESSERE DEL TIFOSO, CURVE SEMIVUOTE…UNA INUTILE SCHEDATURA DEI TIFOSI, QUANDO SAREBBE BASTATO UN ABBONAMENTO CON FOTO: COSI’ AUMENTERA’ SOLO LA VIOLENZA FUORI DAGLI STADI E NEI SETTORI MENO POPOLARI… CHISSA’ CHE CI VORRA’ PER NEUTRALIZZARE 5.000 FACINOROSI IN TUTTA ITALIA

La tessera del tifoso, per chi non lo sapesse, è stata voluta dal Viminale e serve per abbonarsi e per andare in trasferta: improvvisamente tutti i tifosi sono stati così soggetti a schedatura, non solo i pochi facinorosi, ma anche quegli ultras che non creano mai danni, dimostrando solo attaccamento ai propri colori per seguire la squadra in trasferta.
I risultati del solito spot maroniano già  si possono vedere: solo 200.000 le tessere del tifoso staccate, abbonamenti in calo pauroso del 18%, curve semivuote e spaccate al proprio interno, tra chi ha ceduto e chi rifiuta la tessera.
Basti pensare che dai 340.000 abbonati dell’anno scorso, il calo è di circa 70.000 sportivi.
Non bastava la concorrenza Tv e la guerra tra Sky e Mediaset Premium ad allontanare i tifosi dagli stadi, ci voleva l’uscita di Maroni.
Le agevolazioni previste non ci sono (tipo rateizzazione della somma), i varchi dedicati neppure e la polemica cresce anche tra i tifosi tranquilli che giustamente fanno osservare che la card è del tutto inutile, quando sarebbe bastato l’abbonamento con la foto.
Anche il Viminale parla di “freddissima partecipazione”, ma Maroni deve continuare a fare la parte del duro e pazienza se alla fine avrà  sulla coscienza la responsabilità  degli ulteriori incidenti che la tessera genererà  .
Lo scopo è sapere chi potrà  mettere piede allo stadio e di evitare che i circa 5.000 facinorosi schedati possano entrarvi?
Costoro non faranno altro, soprattutto in trasferta, che occupare altri settori dello stadio, non riservati agli ospiti, e una volta dentro scoppieranno più casini di prima, visto che saranno mischiati ai tifosi locali, magari in settori di solito tranquilli. Continua »

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FINI NON CADRA' NELLA TRAPPOLA: A MIRABELLO IL DISCORSO ALLA NAZIONE, SOLO A NOVEMBRE LA SVOLTA A PERUGIA

Agosto 23rd, 2010 Riccardo Fucile

“PRIMA MI HA CACCIATO DAL PARTITO DICENDO CHE HO TRADITO GLI ELETTORI,   ORA CHE LI TRADEREI SE FACESSI UN PARTITO: QUALCUNO GLI SPIEGHI CHE GLI ELETTORI SONO CITTADINI, NON SUDDITI”….LA STRATEGIA DI FINI PER RILANCIARE UNA DESTRA MODERNA IN ITALIA

“Prendere o lasciare? Non siamo mica al mercato. Prima mi ha cacciato dal partito per aver posto dei problemi politici dicendo che avrei tradito gli elettori. Ora che li tradirei facendo un partito. Qualcuno gli spieghi che gli elettori sono cittadini e non sudditi”.
Dopo aver commentato coi suoi collaboratori l’ultimo diktat proveniente da Palazzo Grazioli, Fini ha dettato la linea: nessun problema a votare gli indirizzi di principio dei cinque punti, ma verifica dei singoli provvedimenti che verranno portati in parlamento.
Su fisco e Sud era stato Fini a sollecitare delle iniziative, ma vuole vedere se anche stavolta sono solo parole o seguiranno finalmente fatti concreti.
Sul federalismo vuole conoscere costi e distribuzione reale degli stessi tra nord e sud, sulla giustizia ribadisce che il processo breve non era nel programma e non si possono cancellare 5 milioni di processi per salvare i due del premier.
Il presidente della Camera non molla e invita i suoi a tenere i nervi saldi,di fronte a una offensiva senza precedenti a livello mediatico.
Ma i nodi stanno venendo al pettine: la campagna diffamatoria di cui è vittima sta cominciando a ritorcersi contri chi l’ha lanciata.
Testimoni fasulli scoperti, smentite delle autorità  monegasche, accuse dell’ex legale di Guacci contro chi ha messo in atto un “piano per screditare la terza carica istituzionale” del Paese.
E la controffensiva giudiziaria a suon di querele e denunce all’ordine dei giornalisti, con l’abile regia di Giulia Bongiorno che detta tempi e modi, comincia a dare i suoi frutti.
Potete immaginare se nel giro di qualche mese tutto si rivelasse non solo un bluff, ma con una cabina di regia ben precisa e una precisa decisione di archiviazione da parte della magistratura, che effetto boomerang si verificherebbe per chi ha istigato al linciaggio.
Sarebbe evidente a tutti che Fini è stato vittima di una congiura e il consenso verso di lui salirebbe in maniera imprevedibile.
Di pari passo, per il mandante sarebbe una tragedia.
Tutti attendono poi il discorso che Fini terrà  a Mirabello, in occasione del tradizionale appuntamento con la base, ma non vi sarà  nessun strappo. Continua »

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BERLUSCONI HA PAURA DEL VOTO: RISCHIO CROLLO SOTTO IL 28% PER IL PDL

Agosto 23rd, 2010 Riccardo Fucile

DOPO AVER TRADITO IL PROPRIO ELETTORATO, APPLICANDO IL PROGRAMMA DELLA LEGA, ORA IL PDL NAVIGA SUL 26-28%… LA LEGA FERMA AL 12%, INSIEME NON VANNO DA NESSUN PARTE… LA DIFFAMAZIONE DEGLI AVVERSARI E L’ARROGANZA NON PAGA

“Li avete visti in aula? Sono a libro paga, non ragionano più, non riescono neppure a pensare che uno faccia una scelta con un pensiero. Non sei con il capo? Fine!”: così riassume il clima politico parlamentare l’attore Luca Barbareschi, vittima dell’ultimo killeraggio.
Da quando ha scelto di schierarsi con Fini, qualcuno gli ha mandato pure i carabinieri nella sua casa al mare a Filicudi, nelle Eolie, per accertare l’esistenza di una piscina abusiva che si sarebbe fatto costruire in violazione del piano regolare.
Ancor prima degli accertamenti, la notizia è uscita sui giornali vicini al premier.
“E’ vero, dal 1964 esiste una cisterna d’acqua, un manufatto di 40 mq, di due metri x 60 x 3,20 cm d’altezza. Quando sono qua, compro 2 camion di acqua per essere autonomo a questo punto posso o innaffiarci il mio giardino di ulivi o berli tutti. Recentemente per tre metri ho fatto anche un muretto a secco con le pietre”: risponde all’ANSA con rassegnata ironia l’onorevole Luca Barbareschi.
“Non ho mai ricevuto alcuna denuncia, dunque mai fatto ricorso al Tar. Ora dopo queste indiscrezioni che smentisco verranno a controllare. Se riceverò denuncia ricorrerò al Tar”.
“Sono sereno – conclude – vicende così sono nel conto della politica attuale. L’assurdo è che esiste un hotel a Filicudi con piscina olimpionica e che si parli invece di questa cisterna che c’è da sempre, in un paese dove la cementificazione selvaggia e gli ecomostri non importano a nessuno”.
Nello stesso giorno tocca anche al presidente della Commissione Antimafia, Giuseppe Pisanu, critico anche lui verso Berlsuconi, vedersi sbattuto su “Libero” come colui che “fu costretto a dimettersi per lo scandalo P2 e il crac del Banco Ambrosiano”.
“Mai stato indagato, ero stato ascoltato una sola volta come persona informata sui fatti”: semplice testimone, insomma.
“Niente formalismo costituzionali” è un concetto che forse implica ormai anche lo sputtanamento diffamatorio degli avversari politici.
Forse ha ragione Barbareschi a questo punto quando dichiara: “Stracquadanio (Pdl) ha scritto su di me cose talmente assurde che l’unica è dargli un ceffone quando lo incontrerò per strada”.
In un clima di questo genere la corte dei miracolati berlusconiani si è riunita venerdi per “fissare” i 5 punti del programma: aria fritta, come avevamo annunciato.
L’unico punto che interessa al premier è il processo breve per salvarsi da una condanna nel processo Mills, nessun accenno a misure sociali di fronte alla crisi.
“Tanto rumore per nulla” hanno commentato i finiani che voteranno a favore dei “principi generali”, salvo verificare i singolo provvedimenti nel dettaglio.
“Prendere o lasciare” ribattono i bari che, dopo aver tradito il programma elettorale del Pdl dove mai e poi mai si parlava di leggi ad personam, pretendono pure con arroganza di dettare imposizioni.
Urlano che “piuttosto si andrà  a votare”, salvo poi leggere Bonaiuti che parla “di punti da verificare coi finiani”.
Come mai qualcuno ha già  cambiato idea?
In verità  quello del premier è solo un bluff: i sondaggi in suo possesso, secondo diverse indiscrezioni di stampa, danno il Pdl in crollo al 26-28% e la Lega ferma al 12%.
In concreto il Pdl perderebbe almeno 60 deputati e non avrebbe più la maggioranza al Senato. Continua »

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CHI ANTEPONE I PROPRI INTERESSI PARTICOLARI AL BENE DEL PAESE?

Agosto 23rd, 2010 Riccardo Fucile

IL PREMIER INVITA GLI ITALIANI ALLA MOBILITAZIONE PERMANENTE CONTRO “CHI PENSA SOLO AI PROPRI INTERESSI”…. ECCO LE 37 NORME FATTE APPROVARE DA BERLUSCONI IN QUESTI ANNI PER CAPIRE CONTRO CHI DOVREBBERO MOBILITARSI GLI ITALIANI

1. Decreto Biondi (1994). Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vieta la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione, proprio mentre alcuni ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da quattro società  del gruppo Fininvest (Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+) e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le tangenti.
Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà , il medico di Totò Riina).
Il pool di Milano si autoscioglie. Le proteste di piazza contro il “Salvaladri” inducono la Lega e An a ritirare il consenso al decreto e a costringere Berlusconi a lasciarlo decadere in Parlamento per manifesta incostituzionalità .
Subito dopo vengono arrestati Paolo Berlusconi, il capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e il consulente del gruppo Massimo Maria Berruti, accusato di aver depistato le indagini subito dopo un colloquio con Berlusconi.

2. Legge Tremonti (1994). Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10 giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”.
La neonata società  Mediaset (che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della quotazione in Borsa) utilizza la legge per risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. A sanare l’illegalità  interviene il 27 ottobre 1994 una circolare “interpretativa” Tremonti che fa dire alla legge Tremonti il contrario di ciò che diceva, estendendo il concetto di beni strumentali a quelli immateriali e il concetto di beni nuovi a quelli vecchi già  usati all’estero.

3. Legge Maccanico (1997). In base alla sentenza della Consulta del 7 dicembre 1994, la legge Mammì che consente alla Fininvest di possedere tre reti tv sull’analogico terrestre è incostituzionale: la terza, presumibilmente Rete4, dev’essere spenta ed eventualmente passare sul satellite, entro il 28 agosto 1996.
Ma il ministro delle Poste e telecomunicazioni del governo Prodi I, Antonio Maccanico, concede una proroga fino al 31 dicembre 1996 in attesa della legge “di sistema”.
A fine anno, nulla di fatto per la riforma e nuova proroga di altri sei mesi. Il 24 luglio 1997, ecco finalmente la legge Maccanico: gli editori di tv, come stabilito dalla Consulta, non potranno detenere più del 20% delle frequenze nazionali disponibili, dunque una rete Mediaset è di troppo.
Ma a far rispettare il tetto dovrà  provvedere la nuova Authority per le comunicazioni (Agcom), che potrà  entrare in azione solo quando esisterà  in Italia “un congruo sviluppo dell’utenza dei programmi televisivi via satellite o via cavo”. Che significhi “congruo sviluppo” nessuno lo sa, così Rete4 potrà  seguitare a trasmettere sine die in barba alla Consulta.

4. D’Alema salva-Rete4 (1999). La neonata Agcom si mette all’opera solo nel 1998, presenta il nuovo piano per le frequenze tv e bandisce la gara per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali. Rete4, essendo “eccedente” rispetto alla Maccanico, perde la concessione; al suo posto la vince Europa7 di Francesco Di Stefano. Ma il governo D’Alema, nel 1999, concede a Rete4 una “abilitazione provvisoria” a seguitare a trasmettere senza concessione, così per dieci anni Europa7 si vedrà  negare le frequenze a cui ha diritto per legge.

5. Gip-Gup (1999). Berlusconi e Previti, imputati per corruzione di giudici romani (processi Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir), vogliono liberarsi del gip milanese Alessandro Rossa-to, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli avvocati Fininvest Pacifico e Acampora, ma ha pure disposto l’arresto di Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo).
Ora spetta a Rossato, in veste di Gup, condurre le udienze preliminari dei tre processi e decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Milano. Udienze che iniziano nel 1999.
Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini preliminari non potrà  più seguire l’udienza preliminare e dovrà  passarla a un collega, che ovviamente non conosce la carte e perderà  un sacco di tempo.
Così le udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già  iniziate dinanzi a Rossato, proseguono sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per insufficienza di prove (poi, su ricorso della Procura, la Corte d’appello li rinvierà  a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche).

6. Rogatorie (2001). Nel 2001 Berlusconi torna a Palazzo Chigi e fa subito approvare una legge che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C.
Da mesi i legali suoi e di Previti chiedono al tribunale di Milano di cestinare quei bonifici bancari svizzeri perchè mancano i numeri di pagina, o perchè si tratta di fotocopie senza timbro di conformità ,o perchè sono stati inoltrati direttamente dai giudici elvetici a quelli italiani senza passare per il ministero della Giustizia. Il Tribunale ha sempre respinto quelle istanze. Che ora diventano legge dello Stato. Con la scusa di ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni), il 3 ottobre 2001 la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità  di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o “autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha mai eccepito sulla loro autenticità , vanno cestinati. Poi, per fortuna, i tribunali scoprono che la legge contraddice tutte le convenzioni internazionali ratificate dall’Italia e tutte le prassi seguite da decenni in tutta Europa. E, siccome quelle prevalgono sulle leggi nazionali, disapplicano la legge sulle rogatorie, che resterà  lettera morta.

7. Falso in bilancio (2002). Siccome Berlusconi ha cinque processi in corso per falso in bilancio, il 28 settembre 2001 la sua maggioranza approva la legge-delega numero 61 che incarica il governo di riformare i reati societari. Il che avverrà  all’inizio del 2002 con i decreti delegati che: abbassano le pene da 5 a 4 anni per le società  quotate e addirittura a 3 per le non quotate (prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate; e niente più custodia cautelare nè intercettazioni); rendono il falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore; depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità  (per essere reato, il falso in bilancio dovrà  superare il 5% del risultato d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati: o perchè manca la querela dell’azionista (B. non ha denunciato B.), o perchè i falsi non superano le soglie (“il fatto non è più previsto dalla legge come reato), o perchè il reato è ormai estinto grazie alla nuova prescrizione-lampo.

8. Mandato di cattura europeo (2001). Unico fra quelli dell’Unione europea, il governo Berlusconi II rifiuta di ratificare il “mandato di cattura europeo”, ma solo relativamente ai reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione . Secondo “Newsweek”, Berlusconi “teme di essere arrestato dai giudici spagnoli” per l’inchiesta su Telecinco. L’Italia otterrà  di poter recepire la norma comunitaria soltanto dal 2004. Continua »

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