Agosto 24th, 2010 Riccardo Fucile
L’EDITORIALE DELLA FONDAZIONE VICINA A FINI INVITA I BERLUSCONIANI MODERATI DELUSI A CAMBIARE STRADA
Cari berlusconiani “moderati” (e per “moderati” qui si intende, molto semplicemente, non custodi del culto berlusconiano, non pasdaran, non addetti al “massacro del dissidente”), ve la ricordate la Rivoluzione liberale? Bei tempi.
C’era il sogno di cambiare l’Italia.
C’era il sogno di svecchiare un paese, di iniettare energie fresche in un tessuto morente.
C’era il progetto — ambizioso se non folle — di trasformare tutto e tutti in qualcosa di nuovo, di diverso, di “moderno”.
C’era una “casta” da sostituire, c’era una politica da rigenerare.
E le armi erano efficaci: meno tasse, più libertà , la promessa di un’etica pubblica migliore e di un pragmatismo dai toni anglosassoni.
Liberalismo e laicità .
Si guardava alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti, ci si rifaceva a De Gasperi e magari pure a Cavour.
E adesso? Siete così convinti, cari pidiellini “moderati”, che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi?
Davvero credete che la Rivoluzione liberale possa essere cantata da Vittorio Feltri e dal suo Giornale?
Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa affidarsi alle mani di Cosentino e di Verdini?
E possa rispecchiarsi nel senatore Quagliariello che grida “assassino” a Beppino Englaro e a chi ha mostrato solidarietà a un padre travolto da diciassette anni di dolore?
Siete sicuri che la Rivoluzione liberale abbia poi tutto questo bisogno di chiamate alle armi, di incitamenti alla “fedeltà al capo”, di squadre della libertà e di autodafè contro i “traditori”?
La Rivoluzione liberale è quella racchiusa nel documento del 29 luglio, con cui il Pdl espelle uno dei fondatori?
E poi, davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli? Continua »
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Agosto 24th, 2010 Riccardo Fucile
LUNEDI VISITA IN ITALIA DEL PREMIER LIBICO CHE E’ APPENA ENTRATO IN UNICREDIT, BANCA CHE BOSSI VORREBBE CONTROLLARE ATTRAVERSO LE FONDAZIONI… STRANI INTRECCI: IL PRESIDENTE DELLA POPOLARE DI MILANO IN QUOTA LEGA E’ UN EX PRODIANO, ATTUALE PRESIDENTE DI IMPREGILO E COSTRUIRA’ L’AUTOSTRADA IN LIBIA
Casini ha fatto arrabbiare Bossi, definendolo “noto trafficante in banche e quote latte”,ma colpendo nel segno: il barcollante senatur non ha potuto replicare nel merito e si è limitato a una raffinata annotazione : “furfante, farabutto, stronzo”.
Ma, come abbiamo dettagliato da tempo, se per Fassino “avere una banca” era importante, per Bossi è una fissa da tempo immemorabile.
Il primo tentativo finì malamente: la banca padana Credieuronord fu salvata dal fallimento nel 2005 da Gianpiero Fiorani, in cambio del sostegno leghista alla scalata dei “furbetti” all’Antonveneta.
Così si evito’ di dover rispondere di certi fidi concessi con magnanimità ed elargiti agli amici degli amici.
Da marzo, ovvero da quando Berlusconi ha regalato il Veneto e il Piemonte alla Lega in cambio della protezione giudiziaria, i due nuovi governatori si stanno dando da fare per piazzare i loro uomini nelle varie fondazioni bancarie e per poter scalare i vertici dei consigli di amministrazione di Unicredit e Intesa San Paolo.
“Vogliamo entrare nelle banche” è la parola d’ordine di Bossi che ha rivendicato come “sua” la Popolare di Milano.
“Lo abbiamo messo lì noi quel Ponzini, Ponzoni, come si chiama? Ah Ponzellini ecco” – ha detto Bossi in un comizio.
Ma il presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, si dà il caso che sia stato anche uno degli scudieri di Romano Prodi, nonchè attuale presidente di Impregilo, azienda interessata all’appalto milionario delle autostrada costiera della Libia, uno dei regali di Silvio a Gheddafi e che verrà pagata dal contribuente italiano.
E mentre il ministro per 17giorni (prima della condanna a due anni) Aldo Brancher venerdì avrà un incontro con Giancarlo Giorgetti, ministro bossiano alla lottizzazione bancaria, per far entrare truppe fresche leghiste nel consiglio di amministrazione di Cariverona, ecco che lunedì arriva Gheddafi che pianterà la tenda a Villa Pamphili, dopo aver piantato le radici in Unicredit, acquistando il 7% delle azioni dell’istituto di credito. Continua »
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Agosto 24th, 2010 Riccardo Fucile
CONTINI: “NEL PARTITO NON AMANO LE DONNE FORTI, CON LE IDEE, NE HANNO PAURA: TROPPE CARRIERE IN MINIGONNA”…”BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI DIRE NO AL PROPRIO CAPO E DI PORTARE AVANTI UNA PROPRIA LINEA”…. MA IL PROBLEMA E’ UNISEX: TROPPI TACCHI ALTI TRA I CORTIGIANI
Il Re Sole possedeva notoriamente tacchi ornati di pelle rossa e i suoi cortigiani si affrettarono ad imitarlo.
I tacchi rossi rimasero il segno dei privilegi aristocratici fino alla Rivoluzione francese ed erano portati solo dai nobili ammessi alla corte.
L’altezza stessa dei tacchi era spiegata come simbolo della vanità della società . In una lettera scritta al cardinale Montalto dallo sprezzante cortigiano Maringy si legge: “Indosso scarpe appuntite con una imbottitura sotto il tacco che mi rende abbastanza alto da aspirare al titolo di Altezza Reale”.
Questa citazione storica-calzaturiera ben si addice al dibattito scatenato ieri nel Pdl dalla senatrice finiana Barbara Contini, ex governatrice nella regione irachena di Nassiriya, una delle poche donne che vantano un curriculum di livello, tra quelle che siedono in Parlamento.
Abituata ai campi di battaglia è andata giù dura con le sue colleghe: “Nel Pdl non amano le donne forti, in gamba, quelle che hanno idee. Ne hanno paura.E questo è colpa di uomini piccoli.Per donne autonome spazi non ne vedo. In politica bisogna avere il coraggio di dire no al proprio capo e di portare avanti una propria linea, assumendosene i rischi”.
E poi un affondo contro le colleghe che “fanno carriera su tacchi a spillo e armate di minigonna: mi dispiace per gli elettori che avrebbero voluto rappresentanti all’altezza”.
La Contini ci sarà abituata, ma contro di lei si è scatenato il bombardamento da “fuoco amico”: improvvisamente qualche deputata del Pdl ha dato segni di vita parlamentare, accusandola di “attacchi misogini”, di “luoghi comuni” e compagnia tacchettando.
Fino all’esperta di posizioni orizzontali, verticali e prone, la ex rivoluzionaria Daniela Santanchè che, dopo aver dato un’occhiata alla propria scarpiera, ha sentenziato: “I tacchi a spillo logorano chi non ce li ha”. Continua »
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