Agosto 25th, 2010 Riccardo Fucile
CONCLUSO IL VERTICE DELL’APERITIVO TRA BERLUSCONI E I DUE LEGHISTI BOSSI E TREMONTI: NON HANNO CONCLUSO NULLA, COME AL SOLITO…”PER ORA NIENTE ELEZIONI, AVANTI SENZA L’UDC”, BONFONCHIA BOSSI…MA L’UDC NON AVEVA MAI CHIESTO DI ENTRARE
La maggioranza va avanti così, senza l’Udc. Niente elezioni anticipate. E’ l’esito del vertice di Villa Campari, tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e lo stato maggiore leghista.
Esclusa la possibiltà di allargare la maggioranza ai centristi e almeno per il momento anche il ritorno alle urne.
”Si va avanti così – ha detto Bossi lasciando la villa – senza Casini e senza l’Udc per realizzare il programma”.
Ad una domanda dei cronisti su possibili elezioni anticipate Bossi ha risposto: ”no, al momento non si fa niente”.
In precedenza sui problemi del governo era intervenuto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ospite del meeting di Cl a Rimini. ”Io non sono certo che si riesca a ricomporre la situazione politica”, ha detto Maroni, “credo anzi che ci sia un’operazione in corso per far fuori Berlusconi e dobbiamo capire come muoverci”.
“Non è un complotto – ha detto Maroni – ma un progetto che a me non piace, ma che è sostenuto da molti”. Il ministro dell’Interno ha ribadito la posizione sul Carroccio su un esecutivo diverso da quello attuale.
‘La Lega – ha aggiunto Maroni – la sua indicazione l’ha già data, se non c’è una maggioranza certificata, bisogna andare subito a nuove elezioni”.
La notizia di agenzia sull’esito del vertice, conferma quanto avevamo scritto sull’evolversi della crisi politica in atto nel centrodestra.
1) Berlusconi non vuole le elezioni, sia perchè se si dimette non è certo che si vada a votare, in quanto spetta al presidente Napolitano la gestione della crisi, sia perchè il Pdl è in caduta libera e non avrebbe la maggioranza al Senato, sia perchè se perde la corona rischia di doversi presentare ai processi.
2) Il suo tentativo di cercare il voto dell’Udc su particolari provvedimenti che gli stanno a cuore, ovvero solo il processo breve, in cambio del quoziente familiare, è stato stoppato dal duo leghista Bossi e Tremonti.
In realtà era solo un’ipotesi del premier, in quanto Casini non si era mai dichiarato disponibile. Continua »
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Agosto 25th, 2010 Riccardo Fucile
LA EX MOGLIE DEL PREMIER NON ACCETTA PIU’ LE CONDIZIONI DELL’ACCORDO RAGGIUNTO A MAGGIO, A CAUSA DEI COSTI DELLA VILLA DI MACHERIO E DEL MANCATO INSERIMENTO DEI FIGLI IN FININVEST…. NIENTE PIU’ CONSENSUALE, MA SEPARAZIONE CON ADDEBITO: IL TIMORE CHE DIVENTINO PUBBLICI DOCUMENTI PERICOLOSI
La fonte in questo caso si presume bene informata: si tratta del quotidiano “Libero”, notoriamente vicino al premier.
La notizia è data con una certa preoccupazione: “Veronica fa saltare l’accordo: vuole più soldi e punta sulle elezioni”.
Non perchè intenda presentarsi candidata alternativa, più semplicemente, sostiene “Libero”, “in campagna elettorale, davanti al giudice, potrebbe magari tirare fuori dossier scottanti sul coniuge”.
Come ricorderete, l’accordo raggiunto a maggio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi prevedeva per la signora un mantenimento annuale di 7 milioni di euro lordi, circa 300.000 euro al mese.
Una cifra molto più bassa dei 40 milioni chiesti in origine.
L’intesa prevedeva l’assegnazione a Veronica di villa Belvedere a Macherio (dove vive dal 1990) con usufrutto a vita, mentre proprietario dell’immobile restava Berlusconi.
Ed è proprio sulle spese della villa e sulla ripartizione dei pesi tra usufruttuaria e proprietario che si sarebbe consumata la rottura.
Altro nodo da scogliere sarebbe la questione eredità : Veronica teme che i figli Barbara, Eleonora e Luigi non abbiano, nell’azienda di famiglia, lo stesso peso dei figli di primo letto del premier, Marina e Piersilvio.
La diatriba sulle spese della villa non riguarda certo noccioline, visto che il solo mantenimento ha comportato negli ultimi dieci anni un esborso di oltre 20 milioni di euro (700.000 solo di arredi). Continua »
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Agosto 25th, 2010 Riccardo Fucile
LA LEGA E TREMONTI BLOCCANO IL QUOZIENTE CHE SGRAVEREBBE LE TASSE DELLE FAMIGLIE CON FIGLI: COSTA 3 MILIARDI CHE E’ MEGLIO SPUTTANARE NEL FEDERALISMO… EPPURE IL QUOZIENTE FAMILIARE ERA NEL PROGRAMMA DEL PDL, VERO SILVIO? … BOSSI CHIEDE LA TESTA DELLA MORATTI E DI GALAN, MA NEI SONDAGGI NON VA OLTRE L’11% CONTRO IL 12,3% DI QUESTA PRIMAVERA
E’ in programma stamane all’ora dell’aperitivo, non a caso a Villa Campari, residenza non monegasca del premier sul Lago Maggiore, sita a Lesa, in provincia di Novara, il solito vertice tra Berlusconi e Bossi.
E come sempre, invece che un “vis a vis” tra i due, Bossi avrà il solito seguito di badanti (Cota e Calderoli in primis) e potrà contare anche sulla presenza da lui richiesta del suo infiltrato nel Pdl, il ministro Tremonti.
Il premier a questo punto ha esteso il vertice anche a qualche suo uomo di fiducia, per non sentirsi accerchiato.
L’incontro verte sul futuro delle sorti del governo ed è stato preceduto da una settimana tesa, con Silvio molto irritato nei confronti del Carroccio (chi è causa del suo mal, pianga se stesso).
Si stanno scontrando due interessi contrapposti, con il Pdl che non vuole elezioni anticipate e cerca semmai di allargare la propria maggioranza e la Lega che invece le invoca al più presto.
E’ risultato evidente che come Berlusconi ha cercato una sponda in Casini, per lo meno su qualche singolo provvedimento che gli sta a cuore ( uno a caso? il processo breve, ovvio), Bossi abbia iniziato un fuoco di sbarramento a base di insulti nei confronti dell’Udc, onde far fallire questa ipotesi.
Qualcuno sostiene che lo scopo della Lega sia quello di ottenere un forte successo elettorale: una favola metropolitana, perchè se si vanno a vedere i sondaggi, il Carroccio è dato tra il 10% e l’11%, ben lontano dal 12,3% delle regionali di promavera 2010 e dall’11,5% delle europee.
Un risultato certamente superiore all’8,3% delle politiche 2008, ma che invertirebbe il trend degli ultimi due anni.
In realtà il fine di Bossi è quello di far fuori Berlusconi e di spianare la strada all’infiltrato Tremonti.
Se al Senato non dovesse certificarsi, come dicono i sondaggi elettorali, una maggioranza di centrodestra, Silvio dovrebbe fare un passo indietro e favorire un governo tecnico con Tremonti premier.
E a Silvio non rimarrebbe che la promessa, tra due anni, di una candidatura a Capo dello Stato.
Con tutti i rischi che comportano promesse di questo genere.
Ma Bossi così facendo sta anche mostrando il vero volto della classe dirigente leghista nei confronti degli interessi degli italiani tutti.
Perchè nel programma del Pdl era ben segnata l’introduzione del quoziente familiare, ovvero la detassazione dei nuclei familiari numerosi, un cavallo di battaglia anche dell’Udc di Casini. Continua »
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Agosto 25th, 2010 Riccardo Fucile
SARKOZY BLEFFA ESPELLENDO QUALCHE MANCIATA DI ROM PER RECUPERARE DUE PUNTI SULLA PROPRIA POPOLARITA’… NOI ABBIAMO LO CHANSONNIER ROBERT MARONI’ CHE SOGNA I RIMPATRI PER I COMUNITARI E LE ESPULSIONI ETNICHE… MA LA LEGGE CHE DICE?
La Cei è stata chiara: “le espulsioni dei rom e dei sinti dalla Francia sono un provvedimento etnico che nulla ha a che vedere con la politica migratoria e l’Italia si deve ben guardare dal seguire la stessa strada anche se, in fatto di respingimenti, ha già dato pessimi esempi”.
In pratica quando “i responsabili politici hanno bisogno di raccogliere consensi, fanno leva sulla paura del diverso e sugli instinti più bassi: l’azione del governo francese si basa su una sorta di incriminazione collettiva verso un intero gruppo etnico, in base alla quale si cancella di colpo il principio della responsabilità individuale nell’eventuale atto di violazione della legalità “.
La Cei ha ricordato al governo che “le espulsioni hanno sempre favorito il sorgere di campi abusivi, mentre in questi anni è stato abbaandonata ogni politica di scolarizzazione dei bambini rom e ogni intervento sociale”.
La Cei ha così voluto ammonire il Viminale dove lo chansonnier Robert Maronì stava scalpitando per conquistarsi uno spot tv in cui annunciare che “anche lui avrebbe voluto espellere qualcuno”.
D’altronde già qualche giorno fa la Chiesa aveva detto una verità indigesta, accusando Maroni, dati alla mano, di aver costruito una realtà immaginaria sull’immigrazione, nascondendo che i clandestini sono aumentati e non certo diminuiti e che l’80% arriva via terra e non dal mare.
Per non parlare della violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali di cui si è macchiato il nostro Paese in questi due anni.
La Cei ha anche contestato le difficoltà burocratiche frapposte agli immigrati nel rinnovo del permesso di soggiorno, nei ricongiungimenti familiari e nell’ottenimento della cittadinanza.
Che in Italia vi sia insomma una colpevole assenza di ogni politica di integrazione, come da noi più volte sostenuto.
Per quanto riguarda i rom presenti nel nostro Paese, va detto intanto che l’80% ha la cittadinanza italiana, quindi non può essere espulsa in alcun modo.
Per i comunitari poi l’Europa promuove la mobilità all’interno dei confini europei.
Vediamo cosa dice la legge: la direttiva Ue sancisce la libera circolazione dei comunitari.
Hanno diritto a una lunga permanenza sulla base di requisiti come la disponibilità di un lavoro e adeguate risorse economiche. Continua »
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