Settembre 9th, 2010 Riccardo Fucile
“C’E’ CHI NON CONCEPISCE ALTRA DESTRA CHE QUELLA CHE BERLUSCONI HA PRIVATIZZATO”…”FINI RICONQUISTA LA VECCHIA DESTRA LIBERALE E LAICA E LA FONDE CON LA DESTRA SOCIALE”…”AL NORD CI SONO MILIONI DI PERSONE ESASPERATE DAL LEGHISMO: E’ UN BACINO ELETTORALE DOVE FINI PUO’ PESCARE”
Pubblichiamo l’intervista rilasciata da Michele Serra al “Secolo d’Italia”, certi di fare cosa gradita ai nostri lettori
Michele Serra, scrittore e autore tv, editorialista della Repubblica e curatore della rubrica “L’amaca”
sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, ha sempre avuto un piccolo zoccolo duro costituito da lettori di destra.
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, infatti, dirigeva il settimanale di satira Cuore, una lettura immancabile per tanti militanti del Fronte della Gioventù, che ritrovavano sfumature longanesiane nei suoi indimenticabili titoli “fustiga-potenti”.
L’estate rovente di polemiche sui quotidiani vicini alla maggioranza ha messo in evidenza che in Italia ci sono, ben distinte, due destre: il duello Berlusconi-Fini può essere inteso come un confronto tra destra populista e destra repubblicana?
Così, almeno, il duello viene percepito dall’opinione pubblica più informata: Fini cerca di sottrarre il destino della destra italiana alla sua attuale forma populista e personalistica.
Il guaio è che la gran parte dei media rappresentano lo scontro in una forma molto “pop” e molto vuota di contenuti, con grande spreco di termini come “tradimento”, “divorzio”, “riconciliazione”.
La politica come soap opera avvantaggia Berlusconi, non so se Fini e i suoi riusciranno a fare intendere anche al grosso dell’elettorato che stanno parlando di politica, non di altro.
Media e politica, tra chi ha invocato “un metodo Boffo” e chi ha condotto campagne volte alla delegittimazione dell’avversario politico interno. È sorpreso da questo trend?
Impossibile sorprendersi. Questo il menù che, lungo gli anni, il potere mediatico di Berlusconi ha servito agli italiani.
Un’accelerazione del banale che è al tempo stesso una retrocessione della politica a scontro personale e a odio fisico.
La bastonatura mediatica delle singole persone è il frutto, ripugnante, di una prassi politica che avendo abolito le idee non sa più metterle a fuoco.
E attacca direttamente le persone fisiche, perchè non è capace di riconoscere altro bersaglio.
Una parte della stampa filo-governativa incasella Fini come un “compagno”. Le posizioni culturali espresse dal presidente della Camera le sembrano di “sinistra”?
“Fini di sinistra” è la spiegazione pigra e stupida che la stampa governativa dà in pasto all’opinione pubblica di destra, e a se stessa, perchè non concepisce altra destra al di fuori di quella che Berlusconi ha privatizzato.
Quali sono i confini di una destra che si presenta come laica, sociale e sensibile al tema dell’Unità nazionale?
Sono confini interni. Di riconquista progressiva di quanto resta della vecchia destra liberale, laica e repubblicana, e della nuova destra sociale che evolve dal post-fascismo. Nessuno sa quanto valga in termini elettorali, penso nemmeno Fini.
Maggioranza e rapporto con la Lega. Nuove elezioni porterebbero a un ulteriore avanzamento delle truppe leghiste…
Dimentichiamo tutti, a sinistra come a destra, che la Lega su scala nazionale ha il dieci per cento dei voti. Arrivasse anche al 12 o al 13, siamo di fronte a un partito importante ma non soverchiante.
Da sola la Lega conta zero.
Bisognerebbe averne meno paura.
Al Nord ci sono milioni di persone esasperate dal leghismo: quello è un bacino elettorale almeno tanto importante quanto quello di Bossi.
Deriva carismatica e comitati elettorali che hanno soppiantato i partiti. Finiremo per gridare “Aridatece le sezioni”?
Io lo grido già adesso.
Unità d’Italia e celebrazioni. La vedremo con una spilletta delle frecce tricolore appuntata sulla giacca?
Penso proprio di sì. Un piccolo segno di identità italiana. Per un italiano che abita al Nord, oggi, dire “sono italiano” non è più così lapalissiano. Proprio per questo sta diventando un bisogno di molti.
Michele De Feudis
(da il Secolo d’Italia)
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Settembre 9th, 2010 Riccardo Fucile
SOTTO TRACCIA, IL PREMIER TRATTA COI FINIANI E PENSA ALLA CAMPAGNA ACQUISTI PER RACCATTARE DIECI VOTI, TRA CUI QUELLI DI CUFFARO E GRASSANO… BOSSI VUOLE FARE IL “MARCIO SU ROMA” CON BALLAMAN… RICHIAMATO SCAJOLA, SOTTO CONTROLLO TREMONTI, NEL MIRINO L’ODIATA BONGIORNO
“Molla tutto e vieni subito al vertice”: il buon Scajola era appena tornato da Roma e stava per presenziare alla inaugurazione delle “Vele d’Epoca” nella sua Imperia, quando la telefonata del premier lo ha fatto ritornare nella capitale.
Non per vedere il Colosseo da casa sua, ma per partecipare all’ufficio di presidenza del Pdl.
Berlusconi non sa più come uscire dal pasticcio che si è creato con le sue mani e la presenza dell’esperto Scajola può essergli di aiuto.
Intanto a sciogliere l’enigma su a chi affidare il ministero dello Sviluppo economico che sta mettendo in serio imbarazzo il premier, in secondo luogo a districarsi nel labirinto delle correnti pidielline e a resistere alle pressioni dei falchi che lo stressano.
Dopo che Letta ha chiamato Fini per chiedergli se davvero voterebbe a favore di una sospensione dei processi per Silvio, nel periodo in cui ricopre un incarico isitituzionale, e aver avuto conferma della sua risposta positiva, se limitata solo a quello, ora Berlusconi si accorge di essersi fidato troppo di Bossi e Tremonti che fanno a gara per metterlo in difficoltà .
In un pomeriggio è costretto a tante retromarce, con relative figuracce: prima dice che non è più il caso di andare da Napolitano a chiedere che “sposti Fini”, poi che non si deve andare più a votare perchè compito del premier è “governare il Paese”, poi fa affossare definitivamente la legge sulle intercettazioni.
Così mentre Fini parte beffardo per la visita istituzionale in Canada, Silvio dà appuntamento per il suo intervento alla Camera solo per fine settembre, termine che esclude così matematicamente ogni possibilità di votare entro dicembre, qualunque cosa succeda.
Non sarà più una mozione in 5 punti e relativo voto di fiducia, ma solo una risoluzione che, se anche non fosse votata, non comportebbe alcun problema per il governo.
E’ l’ennesima vittoria di Fini (e di Letta, con il gruppo Frattini-Gelmini), una sonora sconfitta dei falchi ex An e berluscones d’assalto.
E’ soprattutto una sconfitta di Bossi che, per 30 deputati in più, avrebbe costretto gli italiani al voto, anche minacciando di votare contro il governo. Per poi sperare in una mezza vittoria del centrodestra (senza maggioranza al Senato) e quindi sulla necessità di un governo tecnico a guida Tremonti, caso strano.
Il premier è preoccupato di una crisi al buio, di un eventuale governo tecnico con modifica della legge elettorale, dei sondaggi non favorevoli, della contrarietà degli italiani a un voto anticipato che gli imputerebbero certamente, della possibilità di rimanere senza scudo di fronte ai processi.
Il vecchi e saggio amico Confalonieri ieri lo ha riportato alla realtà : “Finchè al governo ci siamo noi stiamo tranquilli, le elezioni sono un rischio troppo grande. Se poi arriva un governo ostile? Già parlano di conflitto di interessi…pensa alle aziende”. Continua »
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Settembre 9th, 2010 Riccardo Fucile
I SERVI DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA, INVECE DI PROMUOVERE NUOVI METODI DI RICERCA, VOTANO AL PARLAMENTO EUROPEO UNA NUOVA DIRETTIVA CHE ALLARGA LE MAGLIE DELLA SOFFERENZA ANIMALE… ESPERIMENTI INUTILI E RIPETITIVI INVECE CHE QUELLI IN VITRO E CON SIMULATORI DEL METABOLISMO UMANO.. HANNO VOTATO CONTRO SOLO MUSCARDINI (FINI), RIVELLINI (PDL), MOTTA (UDC) MASTELLA (UDEUR)….ECCO I NOMI DI CHI HA VOTATO A FAVORE
La lobbie farmaceutica ha colpito ancora: dopo due anni di dibattito, della nuova normativa europea
che avrebbe dovuto rafforzare i metodi di ricerca alternativi alla sperimentazione sugli animali resta ben poco: solo dichiarazioni ipocrite di principio, un apparente e virtuale rafforzamento dei controlli e mille scappatoie.
Da un lato si afferma la volontà di applicare solo procedure che provochino “il minimo del dolore” e sofferenza, dall’altra si lascia la porta aperta all’uso di animali in via estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di deroghe per “prolungati livelli di dolore”, all’uso di cani e gatti randagi, all’utilizzo dello stesso animale per più esprimenti.
Se avete un cane o un gatto e perde il collarino identificativo, se si smarrisce rischia di finire in qualche laboratorio, in base all’art. 11 della nuova legge. Con la nuova direttiva si potrà fare ricorso alla soppressione delle cavie per inalazione di anidride carbonica, una procedura che provoca altissimi livelli di sofferenza.
Si potranno altresì effettuare esperimenti dolorosi senza anestesia ed è stato eliminato il divieto si arrivare al livello più alto di sofferenza.
Siamo arrivati all’assurdo che con la vecchia direttiva nessun Stato poteva fare di meno, ma tutti potevano fare qualcosa di più a tutela degli animali, oggi è il contrario.
Dopo il trattato di Lisbona che indicava tra gli obiettivi di un’Europa moderna il rispetto degli animali, la direzione avrebbe dovuto essere quella della promozione di nuovi metodi di ricerca.
Si è invece andati nella direzione opposta: non bastano 12 milioni di animali sacrificati ogni anno alla presunta ricerca scientifica, ora aumenteranno le esecuzioni per foraggiare la lobbie delle aziende farmaceutiche e gli studi ben finanziati di qualche ricercatore.
A questa direttiva si sono opposti solo una quarantina di parlamentari europei, tra gli italiani la finiana Cristiana Muscardini, Rivellini del Pdl, Motta dell’Udc e Mastella dell’Udeur.
La Muscardini ha lottato a lungo e ancora adesso chiede che venga rivista la norma per “smettere di esercitare esperimenti inutili e ripetitivi, quando è risaputo che con esprimenti in vitro o con simulatori del metabolismo umano si possono raggiungere obiettivi più certi”.
Contrari anche i Verdi europei e l’Idv che hanno parlato di legge insensata e Rita Borsellino del Pd.
Voci contrarie in Italia anche da parte di Michela Brambilla e Umberto Veronesi.
Ecco l’elenco di chi ha votato a favore, così ve li ricordate Continua »
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Settembre 9th, 2010 Riccardo Fucile
L’APPELLO E’ DI UNA PRESIDE DI UN ISTITUTO PROFESSIONALE DI MILANO, NON DI UN PAESE DEL TERZO MONDO… LA GELMINI PENSA A TAGLIARE GLI INSEGNANTI, LE ISTITUZIONI LOCALI ANCHE LE SEDIE: E’ LA NUOVA RIFORMA DELLA SCUOLA
Basta con il limitarsi a portare solo libri ed astucci, la scuola italiana è innovativa e proiettata a livelli europei, come ripete il disco rotto di casa Gelmini.
Infatti ora gli studenti dovranno portarsi a scuola anche la sedia: succede non in una città del terzo mondo o in qualche sperduto istituto del meridione, ma nella civile e padana Milano, istituto professionale Bertarelli.
Da qui la preside ha lanciato l’appello agli studenti: “In questa scuola mancano almeno 100 sedie, chi ne avesse una in più a casa è pregato di portarla con sè alla riapertura delle lezioni”.
L’appello forse stupirà gli iscritti al primo anno e le loro famiglie, non certo gli studenti veterani che già conoscono la situazione della loro scuola in pieno centro milanese.
Per tutto l’anno la preside ha scritto alla Provincia per denunciare la “cronica mancanza si arredi scolastici”, senza alcun esito.
L’istituto conta 750 studenti che fino ad oggi hanno sopperito al problema con operazioni degne delle “grandi manovre” militari, tipiche delle commedia all’italiana degli anni ’70.
Si è assistito a spostamenti di “sedie volanti” da un’aula ad un’altra, a seconda di quelle disponibili e delle ore di lezione, a “furti” delle sedie di studenti assenti finite nell’aula vicina, spesso insieme al relativo banco, visto che anche quelli scarseggiano.
Basti pensare che la prima e unica fornitura di arredi risale al 1965, anno di inaugurazione della scuola: in 45 anni molte sedie sono andate rotte e il numero degli studenti è pure aumentato, ma il problema pare non interessi a nessuno.
La preside ha dato fondo alle casse della scuola e ha acquistato tre mesi fa,, in un grande magazzino, 100 sedie pieghevoli per 5 euro l’una, ma ne mancano ancora altrettante.
Una studentessa ha detto che “è meglio portarsi la propria sedia da casa una volta per tutte, piuttosto che dovermi sedere sul banco, come succede spesso” e ha concluso che “è scandaloso che le istituzioni non facciano il proprio dovere”. Continua »
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