Settembre 21st, 2010 Riccardo Fucile “SONO IL PIU’ FORTE, IL PIU’ FORTE RESTO IO” DICE A BRUXELLES DI FRONTE AI CAPI EUROPEI SBIGOTTITI…. “BISOGNA VIETARE LA PAROLA AI COMMISSARI E AI LORO PORTAVOCE” INSISTE, MA LA MERKEL LO ZITTISCE: “CI SONO DEI TERMINI CHE QUI NON SI POSSONO USARE”… POI TORNA IN ITALIA A GIOCARE COL PALLOTTOLIERE
E’ il 16 settembre, siamo a Bruxelles per la famosa colazione in cui il presidente francese Sarkozy si è scontrato con il numero uno della Commissione Ue Barroso sulla vicenda dei rom.
Il quotidiano francese “Le Monde” di quell’incontro ha fornito un resoconto dettagliato: “Al momento di attaccare le coquilles Saint-Jacques, Silvio Berlusconi non attende neppure che Barroso gli dia la parola e si mette ad esporre una serie di numeri sulla nuova ripartizione delle forze politiche in Italia. C’è chi non capisce. La funzionaria finlandese, al suo primo consiglio, prende nota freneticamente. “Sono il più forte, il più forte resto io” ripete Berlusconi tra lo sbigottimento degli altri primi ministri che non gli avevano certo chiesto di illustrargli i problemi interni del nostro governo.
Ma Silvio, non pago, chiede anche di “ridurre al silenzio” i commissari che lo attaccano: “bisogna vietare la parola ai commissari e ai loro portavoce” proclama.
La Merkel è irritata e lo zittisce: “Bisogna evitare di usare certi aggettivi, ci sono dei termini che qui non si possono usare”.
Diciamo la verità : le uscite internazionali del premier creano sempre più imbarazzo.
E solo qualche giorno prima a Mosca aveva evitato di leggere il testo preparato dai tecnici dello staff e a braccio era arrivato ad attaccare i “finiani disgregatori” nel consesso meno adatto, quello internazionale, con esponenti di primo piano russi piegati in due dalla risate e un visibile imbarazzo deu presenti.
Non lamentiamoci poi se veniamo esclusi da certi organismi internazionali, la credibilità del nostro governo è bassa, molto bassa.
A parte Gheddafi e Putin, nei cui confronti intercorrono anche interessi e affari personali, siamo isolati.
Fare il piacione puo servire al convegno delle casalighe di Voghera, forse, non certo a quei livelli.
Come fare battute e raccontare barzellette di dubbio gusto.
Il teatrino della politica italiana all’estero non è molto apprezzato e neanche i suoi capocomici.
Il consiglio di non mandare il premier in Europa da solo è nell’interesse di tutti: suo e del nostro Paese.
Non ci chiedono di farci rappresentare da un caratterista, altrimenti sarebbe meglio inviare un film di Alberto Sordi, dove il prototipo dell’italiano seduttore e presuntuoso verrebbe delineato anche meglio.
Vorremmo solo un politico che rappresentasse una destra che avesse anche altri argomenti che i rom o la percentuale di consensi del giorno prima.
Per fortuna (o sfortuna) poi il premier è tornato in Italia e ha ripreso a giocare col pallottoliere dei voti alla Camera: 296 + 3 diniani + 5 transfughi siciliani dell’ Udc + Nucera e Pionati + 5 di Noi Sud = 311.
Ne mancano sempre 5 per arrivare a 316 e poter sostenere che i finiani non servono.
La campagna acquisti non ha dato ancora l’esito sperato, eppure il premier ha messo a disposizione 1 posto da ministro (Fitto lascerebbe liberi gli Affari Regionali a uno dei siciliani ex Udc e si sposterebbe allo Sviluppo economico), 2 posti da viceministro, 2 posti da sottosegretario (Musumeci de La Destra ha cosi realizzato il suo volo da rivoluzionario), più altre nomine sparse.
Da un voto, un seggio siamo passati a un voto, una poltrona.
Che bella rivoluzione liberale.
Però Silvio lo vedremmo bene come consulente del nuovo governo svedese: il centrodestra, prendendo il 49,6% dei voti non ha avuto la maggioranza per due soli seggi.
Il candidato premier ha chiesto tempo per riflettere sul problema poitico che si pone.
Poveretto, da noi non sarebbe stato certo a perdere tempo a pensare: due deputati si possono comprare in mezza giornata e lui si sta ad arrovellarsi.
Altra politica, altro Paese, altra destra.
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Settembre 21st, 2010 Riccardo Fucile LASCIA IL PDL PER FINI ANCHE LA GIOCOLI, VICECAPOGRUPPO AL COMUNE DI FIRENZE, UNA DELLE FONDATRICI DI FORZA ITALIA, 17 ANNI DI MILITANZA… MOLTI SONO DISGUSTATI DAI METODI DI VERDINI…ANCHE NELLE MARCHE DUE CONSIGLIERI REGIONALI PASSANO CON FINI
“La porti un bacione a Firenze, vivo solo per rivederla un dì…”, cantavano i vecchi fiorentini,
in preda alla nostalgia.
Ora neanche più i vecchi ricordi paiono riuscire a trattenere coloro che hanno fondato Forza Italia ben 17anni fa e poi il Pdl: è il caso di una bandiera della militanza berlusconiana a Firenze, la vicecapogruppo in Comune, Bianca Maria Giocoli, che ha preso carta e penna e ha aderito a “Futuro e Libertà “, disgustata dalla gestione di Verdini e aprendo di fatto l’emorragia di tanti altri consiglieri toscani verso Fini.
Oggi infatti nascono simultaneamente i gruppi consiliari di Fli a Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Arezzo e i gruppi nei consigli provinciali di Grosseto, Lucca e Pistoia.
E siamo solo all’inizio.
Venerdì scorso, cinque parlamentari toscani si sono fatti ricevere a Palazzo Grazioli per esporre al premier “la grande preoccupazione per lo stato in cui versa il partito: per noi berlusconiani della prima ora, vedere questo scempio non è più tollerabile”.
Deborah Bergamini ha consegnato un dossier in cui tratteggia un partito in costante calo di voti: in un solo anno, dalle Europee 2009 alle Regionali 2010, sono stati persi 245.000 voti.
Non solo: tutti hanno chiesto il defenetramento di Denis Verdini, reo di una gestione dittatoriale che ha fatto allontare dirigenti e militanti.
E la mano pesante che Verdini ha usato contro i dissidenti sta ora diventando un autogol, con una emorragia di consiglieri che ne hanno le scatole piene della sua gestione.
Gli stessi cinque parlamentari hanno rilasciato una dichiarazione emblematica sul loro futuro: “Quando uno si trova danti a un muro e non gli viene consentito di fare e dire nulla, può anche cadere preda delle sirene”.
A buon intenditor…
E’ il prezzo che il premier paga per difendere personaggi indifendibili e da lui imposti.
Nel frattempo le adesioni a Fini aumentano un po’ ovunque, dal Veneto alla Puglia, fino alle Marche, dove sono passati con Futuro e Libertà due consiglieri regionali.
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Settembre 21st, 2010 Riccardo Fucile ARRIVATI I PRIMI DOCUMENTI SULLA CASA DI MONTECARLO EX AN: IL DOCUMENTO PUBBLICATO DA “IL GIORNALE” CON LE DUE SIGLE IDENTICHE NON ERA IL CONTRATTO… NEL CONTRATTO VERO RISULTANO INVECE DUE FIRME BEN DISTINTE: CADE UN ALTRO TAROCCO PER DIFFAMARE FINI… SI VA VERSO L’ARCHIVIAZIONE
Con l’arrivo della rogatoria proveniente da Montecarlo, Fini ha ottenuto un primo successo.
Sabato scorso “il Giornale” aveva pubblicato il presunto contratto di affitto della ex casa di An che riportava un’identica firma, tanto del locatore che del proprietario, ipotizzando che il Tulliani rivestisse pertanto entrambi i ruoli.
In verità non si trattava neppure della firma del Tulliani, ma di una semplice sigla anonima: questo è stato sufficiente per sputtanare per una settimana il presidente della Camera sui media, suonando la grancassa dei Tg di regime in mano al premier.
Peccato per loro che ora i documenti veri e non taroccati siano arrivati e la verità che emerge sia un’altra, dimostrando che i killer hanno sbagliato pateticamente ancora la mira.
Lasciamo la parola alla Procura di Roma che ieri ha voluto precisare :
“Quanto apparso su alcuni quotidiani e spacciato come il contratto di affitto incriminato (con la stessa firma del locatore e del locatario) è in realtà una nota di trascrizione sul pubblico registro di Montecarlo del contratto di affitto”.
Un errore di Feltri casuale o voluto?
Possibile che al Giornale non si fossero accorti che non di contratto di affitto si trattava, ma dell’atto di registrazione presso il corrispettivo dell’Agenzia delle Entrate nel principato monegasco?
Eseguito da un impiegato dello studio notarile che si è occupato di approntare tutta la documentazione fiscale della casa?
Seconda rivelazione della Procura: il contratto di affitto vero presenta invece regolarmente due firme differenti e ben distinte, tali da escludere che l’autore possa essere lo stesso.
Eppure certi infami per sette giorni hanno speculato su questa vicenda: a quando un’inchiesta per appurare se è stato un errore spacciare quanto pubblicato per contratto di affitto o se qualcuno era a conoscenza dell’origine del documento tarocco?
La documentazione inviata dalle autorità monegasche era comunque incompleta e giustamente i magistrati romani hanno richiesto la “dichiarazione ai fini successori” del passaggio di proprietà dalla Colleoni ad An.
Per due ragioni: in quell’atto c’è la dichiarazione del valore dell’immobile e perchè da esse si potrà valutare la possibilità di verifiche specifiche di polizia fiscale monegasca.
Ricordiamo che esiste una legge in Italia che esenta i partiti politici dal pagamento delle tasse di successione in Italia, quindi tutto è stato fatto regolamente con l’iscrizione a bilancio.
Gli unici atti che potrebbero attestare il valore dell’appartamento sono quindi a Montecarlo, compresa la perizia di uan società monegasca che aveva fissato il valore della casa in 230.000 euro (450 milioni dilire).
La casa è stata rivenduta da An a 300.000 euro.
Nel giro di due settimane si dovrebbe arrivare a uan conclusione: l’opinione che prevale è che si arriverà ad una archiviazione, in quanto il fatto non sussiste (ovvero l’ipotesi di truffa aggravata).
In teoria il tribunale penale potrebbe decidere o meno se inviare i documenti al tribunale civile per valutare se esista un eventuale danno patrimoniale ad An.
Non a caso, per mettere le mani avanti, i giornali vicini al premier già parlano di possibile archiviazione.
Verrebbe da chiedere: ma come, avete parlato di offerte scritte per 1 miloni di euro da parte di altri compratori e ora non siete in grado di produrre nè lettere di offerta nè testimoni?
Dove sono finiti?
Sono mai esistiti ?
Il tutto mentre Fini sta risalendo nei sondaggi al 7,5%.
E se uscirà come vittima di una manovra infame, sarà chiaro a tutti il mandante del killeraggio.
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Settembre 21st, 2010 Riccardo Fucile PENALIZZATE LIGURIA, CAMPANIA E SICILIA, STRANAMENTE NESSUN TAGLIO IN VENETO: L’ASSE BOSSI-TREMONTI PER PREMIARE SOLO MARGHERA…. IL RUOLO DEL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA BELSITO NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI FINCANTIERI… SCAJOLA TEME UN COMPLOTTO
Non è la prima volta che affrontiamo il problema della crisi della cantieristica e possiamo dire
che ci avevamo visto bene.
Cerchiamo di essere chiari, in modo che anche i non addetti ai lavori possano farsi un’idea.
Fincantieri è un’azienda controllata dallo Stato attraverso Fintecna che a sua volta fa capo al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Di fronte alla crisi mondiale del settore, Fincantieri ha retto discretamente, grazie ad ottimi manager, acquisendo soprattutto commesse nel campo delle navi da crociera Carnival.
Due giorni fa, come fulmine a ciel sereno, si scopre un piano industriale “segretato” che prevede lacrime e sangue ed elaborato da uomini Fincantieri provenienti dalla McKinsey, una delle più note società di consulenza manageriale, piano presentato all’azionista Fintecna.
Il progetto prevede una riduzione del personale di 2.500 unità (oltre 7.500 considerando l’indotto), un dimezzamento del cantiere di Sestri Ponente, la chiusura di quello di Riva Trigoso, la riconversione di quello di Castellamare. Sullo sfondo si stagliano le scelte strategiche sul posizionamento territoriale del gruppo navalmeccanico: tutelato dall’asse Tremonti-Bossi, il Nord Est non viene sfiorato (per Marghera e Monfalcone non si prevedono tagli).
Ieri l’ex ministro Scajola, dichiarandosi all’oscuro del piano industriale, accennava sia al fatto che il Pdl in Liguria non può permettersi elettoralmente un colpo negativo del genere, sia a misteriosi complotti anti-premier che riveste ancora ad interim la carica di di Ministro dello Sviluppo Economico.
Ma come avevamo rivelato in precedenti articoli è noto anche il legame tra Bossi e l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.
Non a caso in consiglio di amministrazione di Fincantieri siede il sottosegretario leghista genovese Francesco Belsito.
Ma badate bene, non messo a quel posto su indicazione della Lega ligure per rappresentare le famose “istanze del territorio” e del popolo ligure, ma dal vertice di via Bellerio per favorire i cantieri di Monfalcone e Marghera.
Sembra paradossale ma la Liguria viene penalizzata dal piano industriale proprio quando ha due sottosegretari leghisti locali (l’altro è Sonia Viale, sottosegretaria allo sviluppo Economico) al governo.
Entrambi rispondono solo agli imput che arrivano dal Senatur, senza che nessuno altro esponente del Centrodestra sia mai insorto.
In pratica si è deciso a tavolino che il “core business” delle crociere continuerà a poggiare sui cantieri di Monfalcone e Marghera, mentre Sestri Ponente , in quanto cantiere di medie dimensioni (perchè nessuno ha mai pensato stranamente a trasferirlo sul mare) appare insufficiente a rispondere alle regole del mercato.
Nel 2014, alla fine del piano, gli addetti italiani si ridurranno da 6.047 unità a 3.910, mentre, guarda un po’, aumenteranno di 900 quelli della controlata americana Fincantieri Marine Group, impegnata nella commessa per la Marina militare statunuitense.
Mentre il Veneto rimarrà immune dalla tempesta.
Da rimarcare che il progetto di ampliamento del cantiere di Sestri paga il mancato ribaltamento a mare: dopo l’accordo firmato un anno fa con le istituzioni e l’azienda, infatti il governo non ha mai risposto alle richieste di convocazione.
Perfida strategia per favorire Marghera?
C’è chi parla ora di una crisi occupazionale che il Pdl non può permettersi, nè in Liguria è in Canpania, ma soprattutto di un dramma sociale senza precedenti che colpirà almeno 7.500 lavoratori.
Vittime di scelte geopolitche interessate, oltre che del mercato.
Colpita in modo particolare la Liguria che pur annovera un ex ministro di peso come Scajola e due sottosegretari leghisti che però fanno l’interesse dei veneti e non dei liguri.
Un bel quadretto di famiglia.
argomento: Bossi, Centrodestra in Liguria, Costume, denuncia, economia, emergenza, governo, LegaNord, PdL, Politica, Porto, Regione | 1 Commento »