Ottobre 31st, 2010 Riccardo Fucile
RAPPORTO CARITAS: GLI IMMIGRATI RAPPRESENTANO IL 10% DEGLI OCCUPATI, INCIDONO PER L’11,1% SUL PIL NAZIONALE E SONO TITOLARI DEL 3,5% DELLE IMPRESE….DICHIARANO AL FISCO UN IMPONIBILE DI 33 MILIARDI DI EURO
Cambia il pianeta immigrazione e diventa sempre più popoloso.
Quanti sono oggi i “nuovi italiani”? Sfiorano soglia 5 milioni, 570mila sono nati in Italia, quasi un milione sono minorenni.
Cresce il loro contributo alla ricchezza del Paese: i cittadini d’origine straniera sono il 10% degli occupati, incidono per l’11,1% sul prodotto interno lordo, sono titolari del 3,5% delle imprese, pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali e dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro.
A fotografare la galassia migrante è il Dossier Caritas/Migrantes 2010, giunto quest’anno alla XX edizione: una sorta di “Bibbia” per chiunque si occupi d’immigrazione in Italia.
All’inizio del 2010 l’Istat ha registrato 4 milioni e 235mila residenti stranieri. Diversa la stima del Dossier che, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti seppure non ancora iscritte all’anagrafe, arriva a una popolazione di 4 milioni e 919mila abitanti.
L’aumento dei residenti è stato di circa 3 milioni di persone nel corso dell’ultimo decennio.
L’incidenza media sulla popolazione italiana è oggi del 7%, ma in Emilia Romagna, Lombardia e Umbria si va oltre il 10% e in alcune province anche oltre il 12% (Brescia, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia).
Le donne incidono mediamente per il 51,3%. La collettività romena è la più numerosa, con poco meno di 1 milione di presenze; seguono albanesi e marocchini, (quasi mezzo milione); cinesi e ucraini sono quasi 200mila.
Gli immigrati si stabiliscono sempre di più nei piccoli centri.
Un esempio? Gli stranieri sono il 20% dei residenti a Porto Recanati e a Castiglione delle Stiviere.
Ad Airole (Imperia) superano addirittura il 35%.
Sono circa 240mila i matrimoni misti celebrati tra il 1996 e il 2008 (quasi 25mila nell’ultimo anno); più di mezzo milione le persone che hanno acquisito la cittadinanza, di cui 59mila nel 2009; oltre 570mila gli “stranieri” nati direttamente in Italia; quasi 100mila quelli che ogni anno nascono da madre straniera.
Il rapporto tra spesa pubblica sostenuta per gli immigrati e tasse da loro pagate va senz’altro a vantaggio dello Stato italiano.
Secondo le stime riportate nel Dossier, infatti, le uscite a loro favore (sanità , scuola, servizi sociali) sono pari a 10 miliardi di euro l’anno.
Le entrate assicurate dagli immigrati, invece, si avvicinano agli 11 miliardi di euro (tra contributi previdenziali e fiscali). Non solo.
Attualmente è pensionato tra gli immigrati 1 residente ogni 30; tra gli italiani 1 ogni 4.
Nel 2025, i pensionati stranieri saranno circa 625mila.
A tale data, tra i cittadini stranieri vi sarà circa 1 pensionato ogni 12 persone, mentre tra gli italiani il rapporto sarà di circa 1 a 3.
Quanto alle rimesse, nel 2009 i soldi spediti a casa dagli immigrati hanno superato i 6,7 miliardi di euro.
La retribuzione netta mensile degli immigrati nel 2009 è stata di 971 euro, rispetto ai 1.258 euro per gli italiani, con una differenza a sfavore degli immigrati del 23% (di ulteriori 5 punti più alta per le donne straniere).
Stando al Dossier, “il ritmo d’aumento delle denunce contro cittadini stranieri è molto ridotto rispetto all’aumento della loro presenza, per cui è infondato stabilire una rigorosa corrispondenza tra i due fenomeni”.
E ancora: secondo i dati forniti, “gli italiani e gli stranieri in posizione regolare hanno un tasso di criminalità simile”.
Il rapporto tra persone intercettate dalla polizia e persone rimpatriate è andato diminuendo nel corso degli anni (dal 57% nel 2004 al 35% nel 2009). Le persone trattenute nei centri di identificazione ed espulsione sono state 10.913, tra le quali anche diverse persone già ristrette in carcere, dove non era stata accertata la loro identità .
Il risultato? Nell’insieme il 58,4% non è stato rimpatriato.
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Ottobre 31st, 2010 Riccardo Fucile
IL TELEGIORNALE DI MINZOLINI E’ IL SOLO A PERDERE SECONDI DI SPOT… ANNUNCIATO UN PIANO TAGLI. MENO APPALTI E BLOCCO DEL TURN OVER…VANNO MEGLIO TG2 (+9%) E TG3 (+1%)
Meno 19,5 per cento nel trimestre luglio-settembre, 23 mila secondi invece dei 28 mila dell’anno precedente, quasi 3 milioni di ricavi persi.
È la fotografia negativa della raccolta pubblicitaria che ruota intorno alla principale edizione del Tg1, quello delle 20.
Sono dati non ufficiali. La Sipra, concessionaria degli spot per la tv pubblica, non fornisce il dettaglio del suo lavoro. Giustamente. Perchè non si possono dare elementi di valutazione alla concorrenza. Ma le voci filtrano. Le ha raccolte il responsabile informazione del Pd Matteo Orfini.
I mancati ricavi del Tg di Augusto Minzolini sono una goccia nell’oceano del deficit Rai.
Bisogna arginare un rosso che quest’anno si avvicinerà ai 120 milioni di euro, ma che senza un intervento lacrime e sangue può arrivare a 600 milioni nel 2012. Per Viale Mazzini sarebbe il collasso.
Ieri il direttore generale ha annunciato una parte della ricetta anti-crisi.
Parte subito il taglio del 20 per cento degli appalti esterni, delle consulenze, delle trasferte, delle auto blu.
Ancora più doloroso sembra il blocco del turn over e delle retribuzioni.
La goccia del Tg1però marcia insieme con il calo degli ascolti, le polemiche sugli editoriali del suo direttore, la sanzione dell’Agcom per lo squilibrio a favore del centrodestra e di Berlusconi.
Dalla Sipra giungono indiscrezioni anche sui prossimi listini legati al telegiornale di Raiuno.
Dal 1 gennaio la concessionaria sarebbe orientata ad abbassare i prezzi gli spot inseriti nel notiziario delle 20.
Sarebbe un altro colpo alle casse dell’azienda. . Oggi viaggia intorno al 27-28 per cento di share. La vendita degli spot da qui a gennaio potrebbe dunque subire un’inversione di tendenza.
Oggi il confronto con gli altri tg Rai è negativo.
Secondo Sipra il Tg2 nella sua edizione principale (20,30) guadagna il 9 per cento di secondi pubblicitari venduti.
Una crescita in linea con gli ascolti che hanno portato la testata diretta da Mario Orfeo a scavalcare spesso il muro dei 3 milioni di spettatori nel mese di ottobre. Il Tg3 di Bianca Berlinguer guadagna un punto percentuale.
I telegiornali dell’emittenti privati hanno gli spot all’interno del notiziario, per quelli Rai invece si vendono gli spazi all’inizio del tg e alla fine.
Nel caso della testata di Minzolini si calcola anche la pubblicità che segue l’anticipazione dei titoli in onda alle 19,50.
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Ottobre 30th, 2010 Riccardo Fucile
LE MINIPENSIONI DEI PARASUBORDINATI RAGGIUNGERANNO SOLO IL 36% DEL REDDITO…IL RISCHIO DI NON ARRIVARE NEPPURE ALLA QUOTA DELL’ASSEGNO SOCIALE… VEDIAMO GLI ESEMPI ELABORATI DAI SINDACATI
Lo spettro è quello dell’assegno sociale, oggi pari a poco più di 400 euro, che l’Inps eroga ai bisognosi.
Molti giovani lavoratori atipici, se non escono dalla trappola della precarietà , rischiano di avere questo sussidio invece della pensione.
La questione della previdenza dei parasubordinati è arrivata la scorsa settimana in Parlamento a seguito di una frase attribuita al presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che con una battuta aveva reso l’idea del problema: «Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale».
È evidente che, soprattutto per i collaboratori (prima co.co.co. e poi co.co.pro.) che hanno cominciato nel 1996, quando fu istituita la speciale gestione presso l’Inps, e che non riescono a trovare un posto fisso il futuro riserva una pensione da fame.
Nei primi anni della gestione, infatti, ai parasubordinati senza altra copertura previdenziale pubblica si applicava un’aliquota contributiva del 10-12%, poi salita gradualmente fino al 26,72% in vigore dal primo gennaio 2010. Essendo i redditi di questa categoria di lavoratori generalmente bassi e discontinui (tra un contratto e l’altro passano mesi) è chiaro che col metodo contributivo, integralmente applicato a tutti coloro che hanno cominciato a lavorare dopo la riforma Dini, sarà difficile maturare una pensione superiore all’assegno sociale (oggi 411 euro al mese).
Nel frattempo, però, il paradosso è che con i contributi che i parasubordinati versano al loro fondo Inps, in attivo di oltre 8 miliardi (perchè finora incassa solo ed eroga pochissime presta) si pagano le pensioni alle categorie che non ce la farebbero con i soli versamenti dei loro iscritti, dai dirigenti d’azienda ai lavoratori degli ex fondi speciali: telefonici, elettrici, trasporti.
Per fortuna le prospettive previdenziali migliorano per i parasubordinati che hanno cominciato a lavorare in questi ultimi anni (l’aliquota era per esempio salita già al 23,5% nel 2007), ma la possibilità di raggiungere una pensione dignitosa dipende fondamentalmente dal reddito percepito durante gli anni di lavoro e dalla sua continuità (e per questo le donne sono svantaggiate).
In ogni caso, l’assegno sarà in proporzione sempre inferiore a quello di un lavoratore dipendente, che paga il 33% di contributi.
Insomma le variabili sono troppe, spiega l’Inps, senza contare che di regola la condizione di parasubordinato non è a vita e quindi non avrebbe senso, continua l’istituto, stimare la pensione su pochi anni di contribuzione da parasubordinati.
Il problema è davvero serio per chi non riesce ad uscire dalla precarietà .
La crisi aggrava il fenomeno. Il vicedirettore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un recente intervento al convegno di Genova della Confindustria ha osservato che «solo un quarto circa dei giovani tra 25 e 34 anni occupati nel 2008 con un contratto a tempo determinato o di collaborazione aveva trovato dopo 12 mesi un lavoro a tempo indeterminato o era occupato come lavoratore autonomo, mentre oltre un quinto era transitato verso la disoccupazione o era uscito dalle forze di lavoro».
Se l’Inps non fornisce previsioni sulle pensioni dei parasubordinati, altri lo fanno.
Filomena Trizio, segretaria generale del Nidil-Cgil, spiega che i suoi uffici hanno elaborato due esempi.
Il primo riguarda un parasubordinato che ha cominciato nel ’96 e il secondo uno che comincia nel 2010.
Per entrambi si ipotizza che tra un contratto e l’altro ci sia circa un mese di non lavoro all’anno, che restino in attività per 40 anni, che abbiano una retribuzione iniziale di 1.240 euro al mese e che vadano in pensione a 65 anni.
Il primo, quello svantaggiato da contribuzioni iniziali più basse, avrebbe una pensione pari al 41% dell’ultimo reddito, cioè 508 euro al mese, il secondo al 48,5%, ovvero 601 euro.
Stime più favorevoli provengono invece da Progetica e dal Cerp.
La prima, società di consulenza specializzata nella finanza personale, ha fatto alcune elaborazioni per il supplemento Pensioni del CorrierEconomia del 29 marzo scorso.
Si ipotizzano tre parasubordinati che abbiano cominciato a lavorare a 25 anni: il primo 10 anni fa, il secondo 5 e il terzo nel 2010.
Tutti e tre si prevede che arrivino a fine carriera con un retribuzione lorda di 36 mila euro.
La loro pensione, secondo Progetica, oscillerà da un minimo del 36% dell’ultimo stipendio, in caso di ritiro a 63 anni, a un massimo del 62% per il giovane che comincia adesso e va in pensione a 65 anni (il 55% invece per chi ha cominciato 10 anni fa).
Per le donne, che in media guadagnano un po’ meno e hanno periodi di non lavoro maggiori (soprattutto in caso di maternità ) le stime sono un po’ più basse: tra il 36 e il 57% dell’ultima retribuzione.
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Ottobre 30th, 2010 Riccardo Fucile
LA TV E’ TERRENO DI CONQUISTA PER I POLITICI: BERLUSCONI HA IL 10% IN RAI… NEI PROGRAMMI DI APPROFONDIMENTO, DOPO COTA, IN POLE POSITION LA RUSSA E DI PIETRO…A MEDIASET AI PRIMI 5 POSTI TUTTI ESPONENTI DEL CENTRODESTRA, PIU’ EQUILIBRATI BALLARO’ E ANNO ZERO
La televisione si conferma sconfinato terreno di conquista per i politici. Del centrodestra.Che si guardi un tg o un programma di approfondimento, ecco che spuntano loro, parlamentari e ministri della maggioranza. O meglio, di Pdl e Lega.Per i finiani, pur sempre terza forza della maggioranza, ma da mesi in rotta con Berlusconi, le cose non vanno così bene.Un esempio lo offre Porta a Porta: nel 2010 ha invitato prevalentemente ospiti del Pdl e del Carroccio (Cota e La Russa i più gettonati).E se in generale Berlusconi resta il politico più rappresentato della tv italiana, per trovare esponenti dell’opposizione bisogna invece andare in fondo al ranking delle “ospitate”.Scoprendo poi che il partito di centrosinistra mediaticamente più rappresentato, in molti casi, è l’Italia dei valori: formazione con posizioni più estreme e meno voti rispetto al Pd.Come se alcuni anchorman volessero scegliere il genere di opposizione da portare in video.Per capire il quadro generale dell’informazione politica offerta dalla tv pubblica basta leggere i dati forniti alla Commissione di vigilanza Rai dall’Osservatorio di Pavia.A farla da padrone come spazio dedicato da tutti i programmi Rai (tg, talk show e quant’altro) è Berlusconi.Nella settimana dal 2 all’8 ottobre, ad esempio, ha ottenuto l’11% degli spazi. Seguono Fini (5,6% nella prima settimana di ottobre, ma 23esimo sette giorni prima), Daniela Santanchè, Tremonti, Bertolaso e La Russa.Al settimo posto Di Pietro.Nelle prime dieci posizioni nessun esponente Pd a parte Umberto Veronesi, al centro dell’attenzione per la nuova carica a capo dell’Agenzia sul nucleare.La situazione non cambia se si studiano le “ospitate” dei talk show.Secondo i dati di Isimm Ricerche – istituto che monitora la tv per conto dell’Autorità delle comunicazioni – il politico più gettonato dai programmi di peso è il leghista Cota.Dal primo gennaio al 30 settembre ha collezionato 8 presenze da Vespa (è il primo per inviti a Porta a Porta) e 4 a Ballarò (quinto classificato).Nel salotto di Vespa dopo Cota i più gettonati sono La Russa (7) e Di Pietro (6).All’undicesimo posto arrivano i pd Enrico Letta e Nicola Latorre (4).L’ospite preferito di Unomattina è il portavoce del premier Paolo Bonaiuti (10 presente).Più equilibrio nella scelta degli ospiti per Ballarò: conducono quelli dell’asse Pdl-Lega (21 ospitate nella top ten), ma nei primi dieci da registrare 3 a testa per Bersani, Vendola e Casini.Par condicio rispettata da Michele Santoro, che ad Annozero ha invitato 3 volte Bersani (Pd), Castelli (Lega), Di Pietro (Idv), La Russa (Pdl) e Vendola (Sel). Due volte Bocchino (Fli).”Ospitate” a parte, il politico numero uno di passaggi televisivi nei programmi Rai extra-tg resta Berlusconi (58). Seguono Gasparri (57), Di Pietro (53), Cota (51), Casini (43), Bersani, Bocchino e La Russa (38), Lupi (36).Destra su tutti anche in casa Mediaset, dove nella top 5 non si trova un invitato del centrosinistra.Eppure non fa preferenze Matrix, con Renzi (Pd) e Sgarbi primi a quota 3 inviti.Anche su La 7 ad Omnibus la scelta degli invitati è più variegata: conduce Latorre con 17 presenze. Seguono Bocchino (15), Stracquadanio (14) e Gasparri (12).
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Ottobre 30th, 2010 Riccardo Fucile
VARATA LA LEGGE DELEGA CHE ELIMINA LA DISTINZIONE TRA FIGLI NATI DENTRO O FUORI IL MATRIMONIO, TUTTI AVRANNO UGUALI PREROGATIVE…MODIFICHE AL CODICE CIVILE E ANCHE SUL CONCETTO DI STATO DI ABBANDONO
Addio a figli e figliastri, almeno a livello giuridico.
Il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri elimina la distinzione tra figli naturali e legittimi, e prevede anche l’obbligo per i genitori di ascoltare i minori prima di adottare decisioni che li riguardano.
Per i figli, oltre ai diritti, arrivano anche i doveri, come quello di mantenere i genitori in difficoltà economica, contribuendo al reddito familiare.
“Si tratta di una svolta epocale” ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche familiari, Carlo Giovanardi, illustrando i contenuti del provvedimento.
Grazie a questo testo “equilibrato”, ha aggiunto il ministro per le Pari opportunità , Mara Carfagna, “abbiamo cancellato un’odiosa e anacronistica discriminazione che andava a colpire i più piccoli, l’anello più debole di ogni famiglia”.
Il testo modifica la disciplina in materia di filiazione, con il fine di assicurare una sostanziale equiparazione dei diritti dei figli legittimi con quelli dei figli naturali.
Con una fondamentale innovazione nel Codice civile, la delega rende prossima la disciplina dello status unico di “figlio”, eliminando (anche sotto un profilo lessicale) la distinzione tra legittimo e naturale e prevedendo, laddove si renda comunque necessario indicarne l’origine, l’impiego delle definizioni di “figli nati nel matrimonio” e di “figli nati fuori dal matrimonio”, in ciò adeguandosi alla formula adottata dall’articolo 30 della Costituzione.
Giovanardi ha poi spiegato che “dovrà essere modificato il diritto successorio, perchè l’eredità a parità di trattamento viene come diritto del figlio nato nel matrimonio e di quello fuori, ma tutti i figli hanno ora lo stesso status giuridico”.
Non solo: “All’interno del progetto di legge ci sono principi innovativi sulla potestà dei genitori e sul diritto del figlio a essere ascoltato sulle scelte che riguarderanno il suo futuro.”
Nel testo originario si prevedeva il diritto di un figlio a “essere mantenuto, educato, istruito, amato e assistito moralmente dai genitori nel rispetto delle sue capacità , delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni”. Giovanardi ha ribadito che “l’affetto verso un figlio è un’idea condivisibile, ma non è un diritto esigibile”.
Il disegno di legge inserisce anche la novità che per lo stato abbandono non basterà più la sola indigenza: il fatto che una famiglia sia in serie difficoltà economiche non sarà più sufficiente per dichiarare un figlio in stato di abbandono e, quindi, adottabile da altre coppie.
“Il parlamento dovrà ora approvare questo ddl per poi stilare i regolamenti attuativi che daranno sostanza a quanto scritto nella norma”, ha concluso Giovanardi, sottolineando che il disegno di legge è stato predisposto da una commissione per lo studio e l’approfondimento di questioni giuridiche che riguardano la famiglia, istituita presso il dipartimento per le politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri e presieduta dal professore Cesare Massimo Bianca, con la partecipazione di rappresentanti della Giustizia, dell’Interno e delle Pari opportunità .
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Ottobre 30th, 2010 Riccardo Fucile
IL SETTIMANALE DEI PAOLINI: “INCORAGGIATO DA SOLDI E POTERE, ORA NESSUNO PARLI PIU’ DI COMPLOTTO”… RIFLESSI SULLA VITA NAZIONALE E SUI RAPPORTI CON L’ESTERO
È «incredibile» che il premier Silvio Berlusconi «non disponga del necessario autocontrollo», secondo “Famiglia cristiana” che, in un editoriale sul proprio sito internet, evoca, rievocando l’ex moglie Veronica Lario, «uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro».
Le rivelazioni del caso Ruby, scrive Giorgio Vecchiato sul settimanale dei paolini, creano un problema «politico», innanzitutto: «La credibilità , meglio ancora la dignità , dell`uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l`estero; l`esempio che dall`alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano nè trasgressioni nè festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul “bunga bunga”».
«L`altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato», prosegue il settimanale dei paolini. «Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro».
«E` vero – scrive “Famiglia cristiana” – che in passato abbiamo avuto personaggi di primo piano che, oggi, non l`avrebbero passata liscia.
Altri tempi, però. Altro comportamento di giornali e tv. Altre cautele.
O forse allora si taceva o si sminuiva un po` per prudenza, un po` per tristezza e un po`, nessuno sghignazzi, per pietà ».
Per “Famiglia cristiana” «non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale. Nè stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi».
Il settimanale cattolico riferisce così delle «ondate di reazioni» alla vicenda della minorenne marocchina:
«C`è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l`aspetto etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sulle conseguenze. Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all`inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni – scrive “Famiglia cristiana” – aspettiamoci il peggio».
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Ottobre 29th, 2010 Riccardo Fucile
OGNUNO E’ LIBERO DI AVERE LO STILE DI VITA CHE GLI PARE, MA ALLORA NON FA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, RUOLO IN CUI NON DEVI ESSERE RICATTABILE, DEVI EVITARE DI FREQUENTARE, A 72 ANNI, MINORENNI FUGGITE DA CASA E FAR FARE TELEFONATE PER SOTTRARLE ALLA POLIZIA… IN QUEL RUOLO SI RAPPRESENTANO LE ISTITUZIONI NON I MANIACI DEI GIARDINETTI
«Sono orgoglioso del mio stile di vita. Faccio una vita terribile, ho orari disumani. Io sono una persona giocosa, se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva come terapia mentale per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, nessuno alla mia età mi farà cambiare stile di vita del quale vado orgoglioso».
Berlusconi non nega nulla, anzi rilancia.
Ma a questo punto è opportuno precisare:
1) Nessuno l’ha obbligato a questa “vita terribile” e a “orari disumani”, poteva continuare a gestire le proprie aziende. Non glielo ha certo ordinato il medico di entrare in politica.
2) A 72 anni, per una serata distensiva, molti preferiscono un buon libro o la compagnia di persone di spessore con cui fare due chiacchiere, non è necessario frequentare ragazzine scosciate (a dieci alla volta) con selezione per accedere al lettone di Putin e ai riti iniziatici.
3) Libero lui di “non cambiare” ed “essere orgoglioso” del suo stile di vita, liberi gli italiani di non ritenere questo suo presunto “stile” adeguato allla carica che ricopre. Anche perchè se si trattasse del vicino di casa a tenere quello “stile di vita”, la stragrande maggioranza degli italiani avrebbe già chiesto l’intervento della “buoncostume” e lo avrebbe qualificato con un termine poco elegante.
4) Il premier non si rende conto, nella sua presunzione, che in quel ruolo non rappresenta sè stesso, ma milioni di elettori di centrodestra che lo hanno votato e che ne hanno le scatole piene di sentirsi sputtanati all’estero da comportanti da maniaci dei giardinetti.
Ma andiamo avanti nelle dichiarazioni odierne del premier che prima nega una sua telefonata per “liberare” la minorenne in Questura, poi si contraddice confermando un suo intervento, ma “solo per trovare una persona che prendesse in affidamento la ragazza minorenne”:
«Se mi si domanda di indicare una persona necessaria per l’affidamento, io parlo con la persona e dico che sta arrivando in Questura”.
Berlusconi conferma quindi di aver inviato Nicole Minetti, l’ex igienista dentale, ora consigliere regionale in Lombardia, alla Questura di Milano: «è stata mandata da me per dare aiuto ad una persona che poteva non essere consegnata alle carceri o a una comunità che non è una bella cosa, ma data in affidamento. Avendo un quadro di vita tragico, l’ho aiutata».
Ma, precisa il premier in riferimento a quanto scritto oggi da alcuni quotidiani, «non ho regalato auto o altro».
Anche qui meglio precisare:
1) La ragazza in questione non era maggiorenne, era fuggita da una casa famiglia in Sicilia, si era allontanata da quella di Genova cui era stata assegnata, aveva rubato 3.000 euro e aveva precedenti per furto, non aveva un documento, è marocchina. La Questura avrebbe potuto e dovuto trattenerla per la notte e riaccompagnarla alla casa famiglia di Genova Sant’Ilario, poche balle. In attesa di un provvedimenti di espulsione che avrebbe colpito chiunque al suo posto.
2) Nicole Minetti che titolo aveva per avere in affidamento quella notte la minorenne? Forse è sua parente? No, è solo colei che l’ha prelevata dopo la telefonata arrivata da palazzo Chigi.
3) E’ stata la ragazzina a sostenere che Silvio le aveva promesso in regalo un’Audi, circostanza confermata dalle amiche della minorenne a Genova. Non solo: le altre ragazze della Casa famiglia genovese hanno confermato che spesso Ruby tornava con migliaia di euro in tasca e che regalava qualche banconota anche a loro ( si parla di quasi 200.000 euro in totale)
4) Non è Berlsconi che deve decidere il destino della ragazzina, ma il Tribunale dei minori. Se una persona commette un reato ne risponde, non vale la regola del Bunga bunga
Un alro elemento di fondo: un presidente del Consiglio non può coltivare amicizie pericolose perchè diventa ricattabile ed espone il proprio Paese a uno sputtanamento planetario.
E la recidività , dopo il caso D’Addario, costituisce un’aggravante.
Come non ricordare le frasi di Veronica Lario sulle “vergini che si offrono al sultano”, “il ciarpame senza pudore” e l’appello agli amici “stategli vicino, è malato”?
Se poi qualcuno di “psuedo destra” si ritiene rappresentato da un personaggio del genere, avrà i suoi interessi a sostenerlo o, più probabilmente, di destra non ha nulla.
Visto che questa tipologia, in politica, è abituata a prendersela in quel posto, dando credito ai sedicenti leader destrorsi, consigliamo loro di sottoporsi con soddisfazione al rito del bunga bunga.
Con un invito ai finti destri: cambiate il simbolo del partito, così vi riconoscerete meglio.
Nell’immagine sopra vi diamo anche un aiuto grafico, così finalmente avrete un partito fatto a vostra immagine e somiglianza.
Buon proseguimento.
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Ottobre 29th, 2010 Riccardo Fucile
“LE RIVELAZIONI DELLA MINORENNE MINACCIANO DI TRAVOLGERE BERLUSCONI”, “UOMO MALATO CHE FREQUENTA MINORI”, “SOLDI IN CAMBIO DI SESSO CON UNA TEEN AGER”….IL NUOVO SCANDALO SULLE PAGINE DEI GIORNALI E DEI SITI STRANIERI DIVENTA L’ENNESIMA OCCASIONE PER METTERE IN CATTIVA LUCE IL NOSTRO PAESE
“Come al cinema”, scrive Libèration. Del caso Ruby, delle rivelazioni della minorenne ai magistrati sui festini a casa di Silvio Berlusconi, bunga-bunga incluso, si occupa anche la stampa estera fra quotidiani e siti di informazione. “Silvio Berlusconi e le donne, capitolo secondo”: in Francia, Rue 89 descrive il nuovo scandalo sessuale raccontato dalla ragazza, le serate a casa del premier e il rito sessuale “copiato” da Gheddafi.
Sul sito francese si ripercorrono le frequentazioni del premier a partire da Noemi Letizia, il divorzio da Veronica Lario e le accuse della moglie a Berlusconi, “uomo malato che frequenta minori”.
E poi Patrizia d’Addario, per arrivare alla novità del bunga bunga: “Fino a ieri era sconosciuto alla maggioranza degli italiani, oggi si scopre che nel giro ristretto del premier vuol dire sesso anale di gruppo”.
Il quotidiano Libèration si chiede se “Berlusconi e la piccola ladra” si trasformerà in un nuovo scandalo sessuale. Di certo, il resoconto è tra il farsesco e il grottesco. “In Italia la politica è come il cinema”, si conclude. Mentre il Courrier International titola: “La vita privata di Berlusconi di nuovo in prima pagina”.
Del nuovo “scandalo legato alla prostituzione che investe Berlusconi” scrive anche l’influente blog americano Huffington Post, ricostruendo la vicenda dai giornali italiani.
In Gran Bretagna, il Guardian dà conto dei “legami del presidente del Consiglio con la minorenne marocchina” e delle reazioni furiose di Silvio Berlusconi alla “spazzatura mediatica”.
“Soldi in cambio di sesso con una teenager”, riporta il Telegraph.
La ragazza racconta di essere stata alcune volte ospite nella residenza di Berlusconi quando cercava di entrare nel mondo della moda, scrive il corrispondente da Roma Nick Squires, legando Ruby al caso D’Addario e agli altri festini del premier.
Sul sito del giornale britannico c’è anche una foto-gallery dedicata alle donne di Berlusconi.
Di Ruby e bunga-bunga si occupa anche l’Hindustan Times: per il quotidiano asiatico il presidente del Consiglio è minacciato da un altro scandalo sessuale. Si precisa che Berlusconi minimizza il caso, ma si ricorda il divorzio da Veronica Lario e le accuse della moglie sulle frequentazioni di minorenni. E si legge: “Berlusconi dice di non essere un santo, ma nega di aver mai pagato per prestazioni sessuali”.
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Ottobre 29th, 2010 Riccardo Fucile
LETAMAIO DI STATO: DOPO LE RIVELAZIONI DI SPATUZZA SULLA PRESENZA DI UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI MENTRE SI PREPARAVA L’ATTENTATO, ORA IL FINTO COLLABORATORE SCARANTINO AMMETTE: “HO AVUTO PRESSIONI IN CARCERE PER DICHIARARE IL FALSO”… LA LETTERA ALLA SORELLA DI PAOLO
Chiede perdono e svela una sconvolgente verità : “Io non sapevo nulla sulla strage del giudice Borsellino e non avevo motivo di depistare le indagini. Ma hanno vinto “loro”, le indagini sono state depistate, oggi sono un uomo solo abbandonato da tutti e dalla famiglia”.
Dalla cella del carcere di Velletri dove sta scontando una pena ormai definitiva a 18 anni di reclusione, Vincenzo Scarantino, il “falso pentito” di tutti i processi per la strage di via D’Amelio, ormai definiti in Cassazione con condanne all’ergastolo, anche di persone innocenti, scrive ai familiari di Paolo Borsellino e ammette che quella da lui raccontata è una falsa verità , costruita a tavolino da uomini delle istituzioni, magistrati e poliziotti che lo avrebbero coartato e minacciato sin dal giorno del suo arresto.
Ecco cosa scrive Scarantino alla moglie di Paolo Borsellino, Agnese, ed ai suoi figli.
Una lettera inviata proprio in via D’Amelio, dove il 18 luglio del 1992 fu ucciso il magistrato insieme agli uomini della sua scorta, dilaniati da un’autobomba. Una lettera (contenuta nel libro “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino” di Lorenzo Baldo e Giorgio Bongiovanni, Aliberti editore, di prossima uscita) alla quale la signora Borsellino ha risposto, accettando la richiesta di perdono di Scarantino.
“Cortese signora Agnese e figli, signora Rita e figli, signor Salvatore e figli, sono Scarantino Vincenzo che Le scrive e mi creda non è una cosa facile per me essendo con uno stato d’animo difficilissimo”.
Comincia così la lettera di Scarantino che racconta l'”assalto psicologico” subito da “Enti” (così definisce magistrati e poliziotti che lo interrogavano) che gli fecero credere di aver contratto l’Aids dal dentista del carcere.
L’azione di depistaggio, secondo il racconto del pentito, partì nell’immediatezza del suo arresto. “Sono stato oggetto e vittima di piani e strategie che non mi appartenevano. Questo già perchè quando sono stato portato all’aeroporto militare di Boccadifalco (a Palermo per essere trasferito a Pianosa, ndr) ho subito evidenziato che io nulla sapevo sia della 126 imbottita di tritolo sia della strage”.
Ma “loro” non era questo che volevano sentire.
E ogni volta che il presunto mafioso provava a dirlo lo minacciavano “dicendomi che se non la smettevo mi toglievano i miei figli e mi allontanavano definitivamente da mia moglie e dalla mia famiglia. Questo mi uccideva mentalmente e ogni qualvolta che riprendevo il coraggio di dire che le indagini erano sbagliate e le verità erano altre, venivo zittito e minacciato a dover pensare ai miei figli ed a mia moglie che.. “era una bella donna”…” . Parole che potrebbero aggravare la posizione dei tre funzionari di polizia iscritti nel registro degli indagati della Procura di Caltanissetta con pesantissime ipotesi di reato.
Sono gli investigatori del gruppo Falcone-Borsellino guidato dallo scomparso Arnaldo La Barbera, poi risultato al libro-paga dei servizi segreti.
I funzionari di polizia, che gestirono Scarantino insieme ai magistrati che si sono avvicendati alla Procura di Caltanissetta e che oggi svolgono tutti importanti incarichi altrove, sono stati interrogati a Caltanissetta e hanno dato la loro versione dei fatti, ovviamente del tutto diversa.
Ma Scarantino insiste: “Io non avevo nessun motivo di depistare le indagini nè tantomeno ne avevo voglia, ma per la mia fragilità nelle decisioni è diventata un’arma infallibile per chi invece ne aveva di motivi e di voglie per depistare tutto. Fatto sta che hanno vinto Loro. Le indagini sono state depistate”.
Parole sconvolgenti quelle di Scarantino, che confermano la più recente ipotesi investigativa che entro la fine dell’anno porterà la Procura di Caltanissetta a chiudere l’inchiesta sugli esecutori materiali che vede indagati Spatuzza e Vittorio Tutino e a chiedere la revisione dei processi.
Alle parole di Scarantino, Agnese Borsellino ha voluto rispondere assicurando il suo perdono, ma chiedendogli di fare ulteriormente chiarezza.
“Caro Vincenzo – gli scrive – ti fa onore che tu abbia avvertito il bisogno di chiedermi perdono, è un sentimento che io accetto. Mi chiedo tuttavia quali siano i motivi per i quali mi chiedi perdono, quale ribellione ha la tua coscienza, come sei stato coinvolto in questa immane tragedia? Dopo la strage di via D’Amelio quali sono le persone che ti hanno “zittito” e “minacciato”? Quali istituzioni avevano interesse a depistare le indagini? E secondo te perchè?”.
argomento: Attentato, criminalità, denuncia, emergenza, Giustizia, governo, Politica, polizia, radici e valori | Commenta »