Novembre 6th, 2010 Riccardo Fucile INIZIATA IN UN CLIMA DI ENTUSIASMO A PERUGIA LA CONVENTION DI FUTURO E LIBERTA’… PRESENTATO IL MANIFESTO DEI VALORI PER LA RINASCITA DELL’ITALIA… BOCCHINO: “APPOGGIO ESTERNO AL GOVERNO? DOMANI FINI ANDRA’ MOLTO OLTRE”
Tutti in piedi per cantare l’Inno d’Italia.
Si è aperta così a Bastia Umbra la prima conferenza nazionale di Futuro e Libertà dove seimila persone sono accorse per il primo atto della nascita del partito finiano che sarà battezzato ufficialmente a gennaio a Milano.
Prima della presentazione del “manifesto politico” della nuova formazione, Gianfranco Fini è salito sul palco per un breve saluto, prima del suo intervento previsto per domani: “Nessun traguardo può esserci precluso, ogni obiettivo può essere raggiunto e abbiamo, lo dirò meglio domani, obiettivi ambiziosi” ha detto Fini.
Poi è toccato a Luca Barbareschi illustrare il “Manifesto per l’Italia”, il testo con le dieci parole d’ordine di Fli: etica pubblica, legalità , senso civico, sussidiarietà , volontariato, famiglia, impresa, meritocrazia, ambiente e patrimonio culturale.
Ecco il testo.
Noi amiamo l’Italia, la nostra Patria e la vogliamo orgogliosa e consapevole, unita nelle sue differenze, civile e generosa, tollerante e accogliente; una Nazione di cittadini liberi, che credono nell’etica della responsabilità .
Noi vogliamo un’Italia in cui i cittadini che fanno il loro dovere godano di diritti certi, garantiti da uno Stato più efficiente e meno invadente, senza burocrazia e clientele.
Un’Italia protagonista e competitiva nel mondo, aperta al mercato e alla concorrenza.
Un’Italia intransigente contro la corruzione e contro tutte le mafie, che promuova la legalità , l’etica pubblica e il senso civico.
Un’Italia del merito, senza privilegi, caste e rendite di posizione, dove tutti abbiano uguali opportunità e vengano premiati i più capaci.
Un’Italia solidale, attenta ai più deboli e agli anziani, fondata sulla sussidiarietà , che valorizzi l’associazionismo e il volontariato.
Un’Italia rispettosa della dignità di ogni persona, cosciente della funzione educativa e sociale della famiglia, garante dei diritti civili di ognuno.
Un’Italia che difenda e valorizzi l’ambiente, il paesaggio, le bellezze naturali, il suo straordinario patrimonio culturale e storico.
Un’Italia che rimetta in moto lo sviluppo economico puntando sulle imprese, sui giovani e sulle donne, sull’economia verde, sullo sviluppo della rete, un’Italia che produca più ricchezza e garantisca una maggiore qualità della vita.
Vogliamo un’Italia che investa nella cultura, nella formazione e nella ricerca, nella scuola e nell’università .
Un’Italia che promuova l’innovazione, le infrastrutture immateriali e dove arte, cinema, musica e teatro siano motore della crescita.
Un’Italia severa con chi vìola le leggi, attenta alla sicurezza dei cittadini. Un’Italia con un fisco equo, che sanzioni l’abusivismo e l’evasione fiscale, che combatta parassiti e furbi e premi la dignità del lavoro.
Un’Italia in cui la politica non sia solo scontro e propaganda, ma si ispiri a valori e programmi per garantire l’interesse nazionale e il bene comune. Un’Italia che abbia un futuro di libertà “.
“Appoggio esterno? Abbiamo progetti più ambiziosi. Fini domani andrà molto oltre” ha risposto Italo Bocchino alle domande dei giornalisti.
Ricordiamo che i lavori di Perugia si possono seguire in diretta dal sito di Generazione Italia.
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Novembre 6th, 2010 Riccardo Fucile SARA’ FONDATO SU DIECI PUNTI: ETICA PUBBLICA, LEGALITA’, SENSO CIVICO, SUSSIDIARIETA’, VOLONTARIATO, FAMIGLIA, IMPRESA, MERITROCRAZIA, AMBIENTE E PATRIMONIO CULTURALE….ATTESI 8.000 DELEGATI, 400 GIORNALISTI, 1.000 AMMINISTRATORI LOCALI… STASERA FINI PARLERA’ A 1.000 GIOVANI: IN DIRETTA ALLE 21 SUL SITO UFFICIALE FUTUROELIBERTA.COM
Tutto è pronto a Bastia Umbra per la prima conferenza nazionale di Futuro e libertà
dove oggi sarà presentato il “manifesto politico” della nuova formazione, ma l’attenzione è tutta puntata su Gianfranco Fini, il cui intervento è previsto per domani.
Già ottomila persone sono arrivate a Bastia Umbra, alle porte di Perugia per la convention di Fli, evento disegnato sul modello dei grandi raduni politici americani per illuminare di “modernità e futurismo” il primo atto della nascita del partito finiano, che sarà battezzato ufficialmente a gennaio a Milano.
La scenografia è imponente: un podio sospeso nel vuoto con dietro il simbolo di Futuro e libertà e a ogni lato tre maxi schermi per un totale di 50 metri di videowall.
Alle spalle, un immenso pannello elettronico che cambierà colore dando vita alle scenografie. Da questo palco Luca Barbareschi illustrerà il “Manifesto per l’Italia”, il testo con le dieci parole d’ordine di Fli: etica pubblica, legalità , senso civico, sussidiarietà , volontariato, famiglia, impresa, meritocrazia, ambiente e patrimonio culturale.
Un manifesto, che anticipano gli esponenti di Fli, sarà “veloce, efficace e futurista”.
Mentre Barbareschi reciterà il manifesto, sui maxi schermi scorrerà un video sulle eccellenze italiane al quale hanno collaborato tra gli altri la Montalcini e Michele Placido.
In sottofondo le musiche di Ennio Morricone, colonna sonora che domani probabilmente accompagnerà l’arrivo sul podio di Fini insieme all’immancabile inno di Mameli e a Bruce Springsteen.
Per stasera è previsto un incontro di Fini con i mille ragazzi che daranno vita a Generazione Giovani, un evento che vuole trasmettere un senso di novità con registrazioni rigorosamente online e gli iscritti che arriveranno a spese proprie.
Tutto l’evento sarà trasmesso in diretta sul sito del partito Futuroeliberta.com che vedrà la luce proprio a Perugia.
Sono attesi 1.000 amministratori locali e 400 giornalisti italiani e stranieri.
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Novembre 6th, 2010 Riccardo Fucile RIDOTTI I FONDI DEGLI ATENEI, A DISPOSIZIONE APPENA 26 MILIONI: LA RICEVERANNO SOLO DUE STUDENTI DI DIECI CHE AVREBBERO DIRITTO ALL’ASSEGNO…IN DUE ANNI SI E’ PASSATI DA 246 MILIONI DI EURO A 25,7 MILIONI DI EURO A DISPOSIZIONE… CHE FUTURO PUO’ AVERE UN PAESE CHE TAGLIA SCUOLA, CULTURA E RICERCA?
Con un passaggio della manovra finanziaria fin qui rimasto nascosto il ministro Maria Stella Gelmini, ha decretato la fine dell’istituto della borsa di studio.
Un taglio ai finanziamenti del 90% per mancanza fondi, dopo la riduzione del tempo pieno, la cancellazione delle graduatorie dei ricercatori, la soppressione di alcuni atenei.
Era nata con il Regio decreto 574 del 1946, la borsa di studio universitaria e ha accompagnato l’evoluzione della democrazia scolastica offrendo fino al 2001 una possibilità di mantenimento a studenti in corso, fuori sede, sotto le soglie dell’Isee, meritevoli.
In due anni, con il colpo d’accetta tirato lo scorso 14 ottobre sul tavolo del penultimo Consiglio dei ministri, l’ammontare in euro delle borse da erogare è passato da 246 milioni a 25,7.
Un meno 89,55% che peggio di così c’è solo la loro soppressione.
E nel 2012 si arriverà a 13 milioni scarsi trasformando la borsa universitaria in un premio per èlite scelte.
Questa – 25,7 milioni – è la quota di finanziamento governativo per il 2011 all’interno di un sistema, quello delle università , fortemente regionalizzato.
Lo stato di crisi generale delle Regioni italiane, in particolare al Sud, abbatte le residue speranze.
Così oggi su una platea di 184.034 aventi diritto, l’80 per cento non prenderà quei mille, a volte duemila euro (si decide per bandi regionali) che spesso rappresentano una necessità per gli studenti che li ricevono.
Con una borsa di studio, oggi ci si mantiene, si paga un pezzo dell’affitto se si vive fuori dalla propria sede naturale, si paga l’abbonamento mensile alla municipalizzata trasporti.
Libri, dispense, aggiornamenti, viaggi di preparazione restano già oggi fuori da una borsa di studio.
Gli iper tagli dell’assegno universitario dicono come il fragile welfare studentesco italiano stia franando e contribuisca ad acuire le distanze tra università del Sud e del Nord.
Chi ha un reddito familiare (della famiglia di provenienza) sotto i 17mila euro, oggi può accedere alla possibilità di un finanziamento pubblico.
E se ottiene medie scolastiche sopra la media, può entrare nella graduatoria degli aventi diritto.
Nella maggior parte dei casi inutilmente: per otto studenti su dieci non ci sono soldi.
Tra l’altro, le graduatorie regionali del 2010 sono per definizione amministrativa “definitive non confermate”. Cioè, non valgono nulla fin qui: l’autunno è inoltrato e gli studenti d’ateneo ancora non sanno a chi toccherà lo scalpo della borsa di studio.
Dall’assegno universitario istituito nel 1963 e immaginato come un pre-salario – 200mila lire per gli studenti che vivevano nella loro città , 360mila lire per i fuori sede – alle norme legislative dell’aprile 2001, la borsa di studio ha seguito, e a volte anticipato, le conquiste lavorative e civili del paese.
Nelle ultime due stagioni il governo Berlusconi ha smantellato tutto.
In Italia l’80% dei meritevoli e bisognosi studenti italiani non percepisce l’assegno meritato, mentre in Francia si scende al 70%, in Germania al 60%, in Olanda addirittura al 4%.
D’altronde l’Italia, appare sempre meno un caso, resta il paese con il tasso d’abbandono universitario più alto.
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Novembre 6th, 2010 Riccardo Fucile 15 MILIONI DI EURO PER LA MANUTENZIONE CHE DOVEVANO SERVIRE A CONSOLIDARE GLI ARGINI, PULIRE I FOSSI E RIPARARE IDROVORE SONO STATI TAGLIATI DA GALAN E ZAIA… CALCOLATI IN 750 MILIONI DI EURO IL COSTO PER METTERE IN SICUREZZA IL VENETO, MA AL MINISTERO I TECNICI NON SONO NEANCHE RICEVUTI… LE LEGGI CI SAREBBERO, MA I SINDACI FANNO FINTA DI NULLA
Nel Veneto delle migliaia di sfollati nelle province di Verona e Padova, della città di
Vicenza allagata, dei 121 comuni gravemente colpiti dagli straripamenti, di un disperso a Caldogno per la piena del Bacchiglione, delle frane nel trevigiano e delle strade interrotte, si sono permessi lo stravagante lusso di tagliare perfino i fondi per la manutenzione ordinaria di fiumi e canali. E lo hanno fatto concentrando le sforbiciate proprio nelle zone ora più in sofferenza, Padova e Vicenza.
Da un momento all’altro, di colpo, hanno cancellato circa 15 milioni di euro sui 100 impegnati di solito per ripulire i fossi, tenere in efficienza le casse di espansione, consolidare gli argini e riparare paratie e idrovore.
E’ stata una decisione ponderata, presa addirittura con una legge, la numero 12 articolo 37, approvata dalla giunta uscente di Giancarlo Galan e sostenuta dalla stessa maggioranza di centrodestra che ora appoggia il leghista Luca Zaia.
L’intenzione dichiarata era quella di sgravare i cittadini da una tassa, i contributi che i proprietari di immobili fino a quel momento erano tenuti a versare ai Consorzi di bonifica per pagare lo smaltimento delle acque “meteoriche”, cioè le piogge.
Al posto dei cittadini, a tirar fuori i soldi, sarebbero stati i gestori dei servizi idrici integrati, per esempio le società degli acquedotti.
Ma fino a questo momento non hanno versato nemmeno un euro e alla voce manutenzione idrogeologica nei mesi passati sono mancati, appunto, 15 milioni.
Con questi quattrini si sarebbero evitati i disastri di questi giorni? Probabilmente no, ma forse i danni sarebbero stati più contenuti.
Di fronte all’esito disastroso dI quella scelta della giunta veneta, ora pare che tutti, maggioranza e opposizione, vogliano innestare una rapida marcia indietro, approvando un secondo provvedimento a correzione del precedente. Ma intanto il danno è fatto.
E mentre il Veneto vive uno dei momenti più dolorosi della sua storia recente, nessuno è ancora in grado di assicurare se alla fine la manutenzione ordinaria sarà rifinanziata davvero e per intero e soprattutto se saranno attuati gli interventi strutturali di prevenzione su cui a parole nei momenti di emergenza tutti concordano, ma che di solito vengono speditamente riposti nei cassetti appena rispunta il primo raggio di sole.
L’Unione dei Consorzi veneti di bonifica, che con i suoi circa 1.300 dipendenti, in prevalenza operai, è uno dei pochi organismi che fa qualcosa per impedire il peggio, curando come può i 6 mila chilometri di canali della regione, ha calcolato che ci vorrebbero circa 750 milioni di euro per ridare sicurezza agli abitanti.
Ma il presidente nazionale dell’associazione, Massimo Gargano, da mesi non riesce neppure ad accennare questi programmi al ministro, Stefania Prestigiacomo, da cui non è stato mai ricevuto.
E neppure riesce a discutere con un delegato tecnico, magari un direttore generale.
Al ministero non esiste più neanche una direzione specifica per la Difesa del suolo, è stata soppressa ed accorpata a quella per l’Inquinamento.
Fonti ufficiali dicono che la decisione è stata presa nell’ambito di una riorganizzazione complessiva degli uffici che prevedeva la riduzione delle direzioni da 6 a 5, con l’obiettivo di risparmiare.
Di fatto, però, in seguito a queste modifiche, i soggetti che dovrebbero avere scambi ripetuti e continui con gli uffici ministeriali sui temi dell’ambiente non trovano più nessuna porta aperta.
La faccenda è tanto più anomala perchè capita proprio nel momento in cui almeno sulla carta sarebbero disponibili i primi finanziamenti per gli interventi più urgenti, circa 1 miliardo e 200 milioni di euro dei Fas, i fondi per le aree sottoutilizzate, soldi in parte nazionali, ma soprattutto di provenienza comunitaria, da utilizzare con programmi concordati con le Regioni, i comuni e i Consorzi di bonifica.
Il presidente del Consiglio dei geologi, Antonio De Paola, in un voluminoso rapporto sullo stato del territorio redatto alcune settimane fa in collaborazione con il Cresme, il centro di ricerche economiche per l’edilizia, elaborando i dati Istat ha previsto che da ora al 2020 crescerà in maniera massiccia la popolazione nelle zone ad alto rischio sismico ed idrogeologico, circa 700 mila persone in più, in prevalenza immigrati, e metà si insedieranno proprio nel Nordest.
Alla domanda se l’evento è ineluttabile o se al contrario sarebbe possibile impedire che queste previsioni nefaste si avverino, risponde sconsolato che le leggi ci sarebbero e anche severe, ma nessuno, a cominciare dalla maggioranza dei sindaci, ha la minima intenzione di farle rispettare.
Grazie alla disinvolta disattenzione delle autorità locali negli ultimi 15 anni è stato costruito ed asfaltato un pezzo d’Italia grande quanto il Lazio e l’Abruzzo messi insieme.
Senza contare la marmellata delle case abusive spalmata su tutto il territorio nazionale.
E meno male che qualcuno ama ricordare l’efficienza leghista delle giunte del nord est
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Novembre 6th, 2010 Riccardo Fucile “SIAMO UN MOVIMENTO POST IDEOLOGICO: QUELLO ATTUALE SEMBRA UN GOVERNO ANDREOTTIANO SENZA SOBRIETA'”… SI E’ DOVUTA CAMBIARE LOCATION PER IL NUMERO ENORME DI ADESIONI PERVENUTE… L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI TRASCINERA’ ALLA VITTORIA I FALCHI?….IL MANIFESTO PER L’ITALIA
Occhi puntati su Perugia.
Su cosa Gianfranco Fini dirà dal palco.
Su cosa conterrà quel “manifesto per l’Italia”, ultimo passo prima del congresso di gennaio che consacrerà la nascita del partito di Futuro e Libertà . Due giorni che erano nati come un’assise di Generazione Italia e che invece si sono trasformati, in corsa, in un appuntamento sul quale si sono accesi i riflettori della politica nazionale.
Circa 6000 persone che hanno costretto gli organizzatori a trovare una sala più capiente.
Crece l’attesa su quello che Fini dirà dal palco domenica.
Si capirà se il presidente della Camera “staccherà la spina” al governo o continuerà in quello che il premier definisce un tattica di logoramento.
“Quello che mi aspetto di sentire è una visione per il futuro, che immagini una fase politica nuova, un’Italia normale” dice Gianmario Mariniello.
Ventott’anni, prima in An, poi vicecoordinatore campano del Pdl, Mariniello è alla guida di Generazione Italia, la fondazione che fa riferimento a Italo Bocchino.
Con i suoi ottocento circoli in tutta italia (gli iscritti si aggirano sui 20mila), Generazione Italia, che a Perugia confluirà in Fli, si appresta a diventare la spina dorsale del nuovo partito.
Per questo è utile capire da lui, reduce da un tour in tutta Italia, quali aspettative si concentrano su Perugia. “Ho girato l’Italia da Nord a sud e la gente si è stancata di veline e gossip: a Fini chiedono tutti di superare il berlusconismo. Ed è questa la nostra missione”.
Mariniello legge le statistiche e rivela come Generazione Italia porti in dote a Fli un 40% di persone che si affaccia alla politica per la prima volta.
Accanto a loro ex aennini e gente che viene da Forza Italia.
Mille di loro Fini se li troverà davanti sabato sera quando incontrerà la platea degli under 30.
Ma chi sono i giovani futuristi?
“Siamo un movimento post ideologico, tra di noi c’è gente che viene dall’Msi e persino dalla sinistra moderata. Alcuni di noi hanno creduto al sogno berlusconiano che però si è trasformato nel velinismo, ovvera la sua versione degradata. Con una battuta quello di oggi mi sembra un governo andreottiano senza sobrietà ”
“Siamo ragazzi che siamo stanchi di pensare che l’unica soluzione di crescita professionale è un volo di sola andata all’estero o che bisogna trovare un marito ricco – continua il direttore di Generazione Italia – Stanchi di veder l’Italia rappresentata da battute, spagnetti e mandolino. Vogliamo un paese normale. Lo chiedeva anche Massimo D’Alema anni fa. “La normalità è rivoluzionaria” ribatte Mariniello parafrasando un comunista come Antonio Gramsci.
Stando ai sondaggi di Generazione Italia, Fli sarebbe all’8%.
Ma, prevede Mariniello, il discorso di Fini potrebbe farà lievitare la percentuale.
E si torna così a quello che dirà il presidente della Camera a Perugia. Scoccherà l’ora della rottura?
“La gente non vuole andare a votare – frena Mariniello – e non si supera l’attuale fase politica solo facendo cadere il governo”.
Sarà , ma a leggere il web e le dichiarazioni di molti dirigenti di Fli, traspare come la misura sia colma.
A frenare, secondo alcune ricostruzioni, sarebbero le cosidette colombe di Fli, preoccupate per una rottura con il premier.
“La divisione non è tra falchi e colombe, ma tra chi lavora e chi si lamenta e non fa nulla – attacca il giovane dirigente – E comunque sto notando che ultimamente le colombe stanno diventando più falchi”.
Il motivo?
“Devono affrontare la platea di Perugia che nella stragrande maggioranza sarà composta da falchi”.
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