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CAOS RIFIUTI E FARSA A NAPOLI: PER LA UE “TUTTO UGUALE A DUE ANNI FA” E NAPOLITANO: “MAI RICEVUTO IL DECRETO LEGGE SUI RIFIUTI”

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

NELLE STRADE DI NAPOLI VI SONO 3.000 TONN. DI RIFIUTI CHE ASPETTANO DI ESSERE RACCOLTI…L’ITALIA CONDANNATA DALLA UE PER NON AVER REALIZZATO LO SMALTIMENTO DEL PREGRESSO…. NAPOLITANO COSTRETTO A PRECISARE DI NON AVER MAI RICEVUTO IL DECRETO SULLA REALIZZAZIONE DEI TERMOVALORIZZATORI IN CAMPANIA… “ENTRO TRE GIORNI TUTTO RISOLTO” AVEVA DETTO 20 GIORNI FA IL PREMIER: L’ENNESIMA FIGURA DA CIOCCOLATAI

Napoli invasa da tremila tonnellate, i comuni del Vesuviano in preda agli scontri, gli allarmi delle organizzazioni della Sanità  che parlano di rischi per la salute.
I commissari dell’Unione Europea volano a Napoli e bocciano la gestione del nodo rifiuti. «Dopo due anni la situazione non è molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c’è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata- dice Pia Bucella, capo degli ispettori- Abbiamo parlato per tre ore della problematica relativa alla sentenza della Commissione europea del 4 marzo che ha condannato l’Italia per non aver realizzato una rete integrata di trattamento dei rifiuti in Campania e per non aver avviato lo smaltimento del pregresso, le cosiddette ecoballe aggiunge la Bucella – gli ispettori hanno però ribadito che questa volta non si accontenteranno solo della presentazione del piano ma vogliono che sia implementato».
Come se non bastasse, nelle stesso giorno, dal Quirinale arriva un comunicato secco: «La Presidenza della Repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, nè prima nè dopo la riunione del Consiglio dei Ministri di giovedì 18 novembre, il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal Governo» e dunque «il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà  trasmesso».
Il Pdl prende tempo, l’opposizione parla di decreto fantasma, mentre dai medici arriva l’allarme salute. «Serve un intervento immediato – affermano Maria Triassi e Andrea Simonetti della Società  italiana di Igiene – perchè Napoli versa in una condizione grave a causa dei rifiuti per strada che rappresentano un grande disagio per i cittadini».
I rischi connessi all’emergenza, spiegano, sono legati «alla presenza di randagi, ratti, blatte e insetti».
Intanto sono sempre allarmanti le cifre dell’emergenza rifiuti a Napoli e in provincia.
Nelle strade di Napoli 2550 tonnellate di rifiuti aspettano di essere raccolte. Ieri ne sono state rimosse 1100 tonnellate, sversate a Chiaiano e nei due impianti Stir di Tufino e Giugliano, ormai prossimi alla saturazione.
«Abbiamo già  circa 40 compattatori pieni, che non hanno potuto sversare e che questa notte non potranno raccogliere», ha spiegato l’assessore comunale di Napoli Paolo Giacomelli.
Questa notte la raccolta sarà  limitata alle 750 tonnellate che possono essere assorbite dalla discarica di Chiaiano, per cui domani saranno 3000 le tonnellate di rifiuti giacenti in città ».
«Da domani la situazione sarà  difficilissima – afferma Giacomelli – ed è chiaro che la città  non può reggere ad un accumulo di 600 tonnellate al giorno di rifiuti non raccolti».
Secondo l’assessore all’igiene «anche il personale è demotivato dopo aver recuperato da martedì scorso a venerdì 1000 tonnellate. Adesso torniamo indietro».
E’ un altro miracolo italiano.

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COME BOCCHINO HA BEFFATO BERLUSCONI: HA REGISTRATO IL MARCHIO “IL VERO CENTRODESTRA” A MAGGIO

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

LA SFIDA DEI FINIANI A BERLUSCONI: “NON PUO’ USARE IL SIMBOLO DEL PDL, E’ IN COMPROPRIETA’ CON FINI”… E ANCHE IL NOME “IL VERO CENTRODESTRA” CHE E’ CIRCOLATO COME IL POSSIBILE MARCHIO DEL NUOVO PARTITO DEL PREMIER NON LO POTRA’ USARE: E’ STATO REGISTRATO UFFICIALMENTE DA BOCCHINO IL 15 MAGGIO

“Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perchè il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà  con Fini e non potrà  utilizzarli”.
Lo afferma in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà  Italo Bocchino che lancia un monito anche riguardo all’altro nome circolato in questi giorni: “Dicono anche che nella conferenza stampa tenuta due giorni fa a Lisbona Berlusconi si sia fatto sfuggire che vuole scendere in campo definendosi ‘il vero centrodestra’”, scrive il dirigente di Fli.
“Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano – sottolinea -, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso ‘il vero centrodestra’ è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà  il vero centrodestra italiano”.
Poi Bocchino sposta l’attenzione sul futuro del governo.
Se Berlusconi ama l’Italia deve prendere atto della situazione e aprire una nuova stagione, così come gli ha chiesto Fini, ma sappiamo purtroppo che questo amore per la Nazione in lui è soffocato dall’odio verso chi si permette di contraddirlo” dice il capogruppo di Fli a Montecitorio, in vista del passaggio parlamentare del 14 dicembre.
La polemica di Bocchino con Berlusconi prosegue sul sito di Generazione Italia.
«Noi che davvero amiamo l’Italia consigliamo a Berlusconi di non arrivare in aula a mostrare i suoi muscoli e di invitare tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sedersi attorno a un tavolo per fare assieme tre cose per l’Italia prima di andare al voto», e cioè una nuova legge elettorale, «una seria riforma fiscale» e «grande provvedimento economico sociale» per tagliare la spesa pubblica e liberare risorse utili a finanziare le imprese e introdurre «il quoziente familiare».
«Il 14 dicembre è una data fortunata per Gianfranco Fini – ha poi rivelato Bocchino riferendosi al voto che il governo chiederà  quel giorno al Parlamento – lo stesso giorno del 1987 fu eletto segretario nazionale del Msi e da lì cominciò il suo percorso di leader politico che dopo 23 anni lo vede ancora centrale nella politica italiana».
Poi c’è da chiedersi che cosa farebbe Berlusconi «se con lo shopping parlamentare conquistasse la fiducia per uno, due o tre voti. Un destino infame, come quello di Romano Prodi la scorsa legislatura. Una vittoria di Pirro per diventare un Re Travicello sbertucciato da tutte le rane dello stagno».

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STASERA MARONI TERMINA IL TOUR VIDEO-ELETTORALE RECITANDO IL SOLITO ROSARIO DEI LATITANTI CHE NON HA ARRESTATO LUI

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

CON L’OSPITATA A “VIENI VIA CON ME” A CUI SI E’ AUTOINVITATO, A FRONTE DEI 32 MINUTI DI SAVIANO, MARONI RAGGIUNGE UNA PRESENZA IN TV   IN UNA SETTIMANA DI BEN 2 ORE E 45 MINUTI…LUI NON ARRESTA NESSUNO, SI IMPOSSESSA SOLO DEI MERITI DI ANNI D’INCHIESTE DI QUEI MAGISTRATI OSTEGGIATI DAL GOVERNO E DI QUELLE FORZE DELL’ORDINE CUI HA TAGLIATO I FONDI

“Mi hanno invitato e ho accettato”.
Diciamo piuttosto che dopo una settimana da piagnone si è autoinvitato e in Rai hanno obbedito.
Dopo le esternazioni di Saviano a “Vieni via con me” in cui lo scrittore aveva sfondato una porta spalancata, rivelando che “la ‘ngrangheta non sta solo al Sud, ma anche al Nord   dove cerca il potere della politica e interloquisce con la Lega”, ricordando   il caso del consigliere regionale Angelo Ciocca, fotografato dalla Dia mentre incontra il boss Pino Nieri, il ministro Maroni è sembrato per giorni in preda a furore mediatico.
Recitando la parte, a uso padagni, dell’ offeso e indignato per le parole infamanti di Saviano, ha fatto fuoco e fiamme per avere”il diritto di replica” in uno show televisivo.
Alla fine in Rai si sono calati le brache, come avviene solitamente di fronte ai potenti, e stasera Bobo avrà  i suoi due minuti e trenta di gloria per recitare il solito rosario di amenità .
In fondo in Italia è rimasto l’unico a pensare che sia merito suo l’arresto dei latitanti e non invece di quelle forze dell’ordine a cui il suo governo ha tagliato i fondi o di quei magistrati che il suo governo accusa di nefandezze quando vogliono arrestare Cosentino o processare Dell’Utri.
Piccolo   dettaglio: se l’accusa di Saviano riguarda i rapporti tra la Lega e la ‘ndrangheta”, che c’entra poi la replica del ministro degli Interni, la cui competenza sono polizia e carabinieri?
Perchè non ci va Bossi che è il segretario del partito a spiegare che provvedimenti ha preso la Lega contro Ciocca?
Ma passiamo ad un’altra considerazione.
Maroni parla ogni giorno da tutti i Tg con una miriade di spottoni elettorali, recitando il rosario “nessuno ha mai arrestato tanti esponenti della mafia come me”.
In realtà  lui non arresta nessuno, al massimo potrebbe unirsi al plauso degli italiani verso magistratura e forze dell’ordine che dirigono realmente le operazioni.
Anche perchè questo governo potrebbe vantare qualche merito se avvesse almeno promulgato norme legislative innovative contro la criminalità  (il che non è), se avesse evitato polemiche contro la magistratura, aiutandola (è invece l’opposto), se avesse aumentato stipendi e mezzi in dotazione alle forze dell’ordine (mentre invece ha tagliato per 3 miliardi i fondi per la sicurezza).
In compenso, a fronte dell’intervento di Saviano durato lunedi scorso 32 minuti e 9 secondi, nella scorsa settimana, Maroni ha fatto le seguenti comparsate TV: a Matrix ospite unico per 1 ora e 15 minuti,   a Porta a Porta per 21 minuti di diretta, a L’ultima parola per 36 minuti, a In   mezz’ora per 30 minuti.
Totale spot di Maroni: 2 ore, 45 minuti, 44 secondi.
Altro che i 32 minuti di Saviano.
Stasera, invece che leggerci il solito elenco dei latitanti da lui non catturati, potrebbe almeno a questo punto fare qualcosa che gli è più congeniale.
Potrebbe suonare un pezzo al sax, ad esempio.
O magari spiegare agli italiani la vicenda che lo vede inquisito per le parcelle legali di alcune decine di migliaia di euro emesse per presunte “consulenze orali” a favore di un imprenditore soto inchiesta, il quale aveva anche destinato una cifra minore, per organizzare feste, alla segretaria del ministro, come riportato dagli atti giudiziari pubblicati dall’Espresso.

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CON UNA MANO IL GOVERNO FIRMA UN DECRETO CONTRO LA MALATTIA DEL GIOCO, CON L’ALTRA NE INTRODUCE DI NUOVI

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

LO STATO AUMENTA GLI INTROITI: NEL 2006 ERANO DI 15,4 MILIARDI, NEL 2009 SONO SALITI A 54 MILIARDI (+400%) MA IL GIRO RADDOPPIA CON IL SOMMERSO… OGNI ITALIANO SPENDE IN MEDIA 2.000 EURO L’ANNO

Governo schizofrenico, combatte la ludopatia aumentando i giochi.
Con la mano destra il governo firma un decreto per combattere le patologie legate al “gioco compulsivo”.
Con la sinistra si impegna ad introdurre “nuove tipologie di giochi, impegnandosi ad avviare le procedure occorrenti al loro affidamento in concessione”.
Per scoprire una netta contrapposizione tra idea e azione, tra intenzioni dichiarate e fatti, non occorre incrociare dati e fare lunghe verifiche.
Basta leggere per intero il comma 78 dell’articolo uno del maxi emendamento alla legge di Stabilità , attualmente in discussione alla Camera.
La schizofrenia del governo è messa a nudo dalla commissione Antimafia, che oggi ha votato all’unanimità  un testo durissimo sui profili del riciclaggio connessi al gioco lecito e illecito, in cui si manifesta “profondo allarme per le ipotesi di incremento degli strumenti del gioco”.
L’articolo del maxi emendamento, al punto f promette: “Con decreto interdirigenziale del ministero dell’Economia e del Ministero della Salute sono adottate, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, linee di azione per la prevenzione, il contrasto ed il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente al gioco compulsivo”.
Poi, al punto m precisa: “Anche per aggiornare l’attuale palinsesto dei giochi, con decreto direttoriale dell’Aams sono introdotte e disciplinate nuove tipologie di giochi e, ove necessario, conseguentemente avviate le procedure amministrative al loro affidamento in concessione”.
Una tendenza che è oggetto di critiche da parte del Comitato sul riciclaggio (che ha curato la relazione oggi approvata in commissione): “E’ necessario fermare questa deriva — si legge nel documento — e segnalare con forza quanto possano risultare effimere tali siffatte “entrate” da “tassazione indiretta” e quanto, invece, siano progressivamente devastanti i danni e i costi per i singoli e per la collettività ”.
Nel 2006, secondo i Monopoli di Stato, gli introiti del gioco erano di 15,4 miliardi.
Nel 2009 hanno invece sfiorato i 54 miliardi, con un aumento quasi del 400 per cento.
Ma guardando le stime della Guardia di Finanza, che comprendono anche l’abusivismo, le cifre raddoppiano.
Analizzando questi dati si può dire che ogni italiano, neonati compresi, gioca ogni anno 2mila euro.
Considerando la stima per difetto di un milione di giocatori abituali, la cifra pro capite è enorme e spiega fenomeni come l’usura e la distruzione di migliaia di famiglie..
Il documento approvato dalla commissione Antimafia spiega chiaramente come il settore del gioco, anche lecito, sia infiltrato dalle organizzazioni criminali (nel 2010 sono state più di trenta le inchieste giudiziarie sul gioco, direttamente riferibili alle mafie).
Chiede maggiori controlli su licenze e concessioni.
E illustra il danno sociale provocato da questo settore: “Il settore gioco costituisce il punto di incontro di gravi distorsioni dell’assetto socio-economico quali, in particolare, l’esposizione dei redditi degli italiani a rischio di erosione; l’interesse del crimine organizzato, la vocazione “truffaldina” di concessionari che operano in regime di quasi monopolio; il germe di altri fenomeni criminali come usura, estorsione, riciclaggio. E sottrazione di ingenti risorse destinate all’erario”.
Da qui la conclusione, che chiama in causa esplicitamente forme di gioco come gratta e vinci, lotto e gioco via internet oltre, naturalmente, a slot machine e videopoker: “La diffusione estesa sul territorio delle più fantasiose forme di “tassazione indiretta”, in verità  alimentano la “malattia del gioco”, invece di curarla.
Va detto che il maxi emendamento prevede anche una stretta sulla trasparenza dei concessionari del gioco.
Ad approvazione avvenuta, infatti, le società  avranno sei mesi per comunicare tutte le quote di proprietà  superiori al 2%.
In questo modo, teoricamente, situazioni di scarsa trasparenza societaria come quella di BetPlus, principale concessionario delle slot machine con sede nei paradisi fiscali caraibici (e mai chiarito assetto proprietario), dovrebbero essere spiegate.
Ma la soluzione appunto è teorica.
Perchè non è difficile per chi ha già  elaborato una serie di scatole societarie estere, elaborare una nuova struttura con quote al 2%.

Fabio Amato e Simone Ceriotti
(da “il Fatto Quotidiano“)

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A NAPOLI ARRIVANO GLI ISPETTORI UE: ALTRO CHE “TRE GIORNI E TUTTO RISOLTO”, E’ ALLARME RISCHIO SANITARIO

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

NIENTE DISCARICHE E GLI IMPIANTI NON RIESCONO PIU’ AD ACCOGLIERE LA FRAZIONE UMIDA… IN PROVINCIA DI NAPOLI SONO PRMAI 8.000 TONN. I RIFIUTI IN STRADA…ORA INIZIANO I CONTROLLI UE: SI RISCHIA AMMENDA E BLOCCO CONTRIBUTI EUROPEI

Allo stremo, dopo un mese di crisi.
Senza via d’uscita, con gli impianti al collasso.
Spaventata, perchè si temono epidemie. Ecco Napoli.
Oggi la città  si sveglia con tremila tonnellate di rifiuti non raccolti. In provincia si superano le ottomila.
Cumuli di sacchetti appesantiti e sfaldati delle piogge, che occupano marciapiedi, strade, isolati e si innalzano fino a ricoprire le vetrine dei negozi con i primi addobbi di Natale o le facciate dei palazzi.
E se nel centro città  l’immondizia abbandonata diventa l’amaro banchetto per gabbiani e piccioni, che si avventurano voraci per le strade cittadine, dalla periferia (Poggioreale e San Pietro a Patierno) arrivano le prime segnalazioni per le invasioni di topi.
L’attenzione è massima.
Oggi è in città  la delegazione della Unione Europea.
Ispezione ufficiale.
La missione dei tecnici, guidata dalla responsabile della direzione generale Ambiente Pia Bucella, intende fare il punto della situazione nella regione, dopo la condanna dell’Italia da parte della Corte europea di giustizia per il mancato rispetto delle regole comunitarie sulla gestione dei rifiuti.
Ma soprattutto l’Unione europea non ha ancora ricevuto dal governo italiano la pianificazione degli interventi necessari a mettere in sicurezza la salute e la sicurezza dei cittadini europei presenti in Campania.
I commissari vengono a verificare personalmente il livello di rischio sanitario.
“Il Comune è in stretto contatto con la Asl, a cui abbiamo chiesto di fornirci immediatamente qualunque informazione utile sugli aspetti sanitari del problema” rassicura l’assessore all’Igiene, Paolo Giacomelli.
La crisi cominciata un mese fa è diventata ormai emergenza cronica.
Napoli è paralizzata.
Come raccogliere i rifiuti?
Dove portare le tonnellate che invadono le strade?
Non ci sono più discariche e gli Stir (l’impianto di tritovagliatura dei rifiuti) non riescono più ad accogliere la frazione umida, perchè non hanno il tempo e lo spazio per trasformarla.
Ieri la situazione è peggiorata, perchè ha lavorato solo l’impianto di Caivano (che ha ricevuto 750 mila tonnellate).
Chiusi per riposo domenicale gli impianti di Tufino, Giugliano, Chiaiano e Acerra.
E Tufino, come Chiaiano, al di là  del riposo di un giorno. sono strutture ormai al limite, vicine alla chiusura.
Trentasette autocompattatori hanno scaricato la spazzatura a Cava Sari, a Terzigno.
Ci sono stati dei blocchi, ma niente scontri.
Il sindaco, Rosa Russo Iervolino, chiede per oggi a Regione e Provincia un incontro urgente. Da due giorni, infatti, è scaduto l’accordo di solidarietà  con altre Province campane per i conferimenti straordinari e non ci sono possibilità  di sversare fuori Campania.
“Abbiamo assoluto bisogno della solidarietà  altre Province, il guaio è enorme”, lancia il suo sos Daniele Fortini, amministratore delegato dell’Asìa, l’azienda che fornisce servizi di igiene ambientale ai napoletani.
“Altro incontro importante sarà  mercoledì nella Conferenza Stato-Regioni. L’apporto che potrebbero dare alla Campania Toscana, Emilia, Veneto e Lombardia è importantissimo”, sottolinea Fortini che dà  anche un’altra soluzione: “L’unica soluzione immediata e con un investimento inferiore al milione di euro è riarmare immediatamente a Giugliano e Tufino gli impianti di stabilizzazione della frazione umida, distrutti durante l’emergenza del 2008. Questi impianti servono a trasformare la frazione umida in frazione organica stabilizzata, trasformazione che ridurrebbe il peso dei rifiuti del 40 per cento con un beneficio ambientale ed economico”
La delegazione della commissione europea starà  in città    per due giorni, come confermato anche da Joe Hennon, portavoce del commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik, titolare del dossier.
Lo stesso governo italiano, ha aggiunto venerdì scorso il portavoce, ha chiesto «aiuto e assistenza» da parte dell’Ue.
Sulle riunioni che si terranno a Napoli vige il massimo riserbo. «Si tratta di riunioni tecniche e quindi non possiamo dire quando e dove si terranno», ha anticipato Hennon.
Se le autorità  regionali non riusciranno a fornire spiegazioni convincenti, si profila il rischio di un secondo deferimento dell’Italia davanti alla Corte Ue di giustizia e questa volta la condanna sarebbe, inevitabilmente, accompagnata da multe.
A questo si deve aggiungere il rischio del congelamento definitivo di 145,5 milioni di fondi europei.

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ALLE COSCHE PIACE IL FEDERALISMO

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

SECONDO IL PM ALBERTO CISTERNA, MAGISTRATO DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA, “CON IL FEDERALISMO E I CENTRI DI SPESA A LIVELLO LOCALE, LE COSCHE HANNO A PORTATA DI MANO L’AMMINISTRAZIONE”….IL DISEGNO FEDERALISTA RISALE PER COSA NOSTRA A CIRCA 20 ANNI FA: SE A DECIDERE NON E’ PIU’ IL MINISTERO ALLA SANITA’ MA L’ASSESSORE, LA MAFIA SARA’ AVVANTAGGIATA: NON SERVIRANNO REFERENTI A ROMA, BASTERANNO QUELLI SUL TERRITORIO

”Con il federalismo e i centri di spesa a livello locale le cosche hanno a portata di mano non solo la politica ma anche l’amministrazione”.
Lo sostiene in un servizio che sarà  pubblicato dall’Espresso Alberto Cisterna, il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia che sta seguendo gli sviluppi delle inchieste di Milano e Reggio Calabria sulla penetrazione della ‘ndrangheta in Lombardia, ma nel suo ragionamento allarga lo sguardo alla strategia che sembra unire la criminalità  organizzata.
”Il disegno federalista risale per Cosa nostra al periodo anteriore alle stragi del 1992.
Anche in Calabria alcuni clan vennero accoppiati a movimenti autonomisti locali.
Il loro obiettivo è elementare: se a decidere non è più il ministro della Sanità  ma l’assessore è chiaro che questo li avvantaggia.
Riduce il braccio: li possono raggiungere e minacciare sul loro territorio e non hanno più bisogno del referente nel governo di Roma.
E questo, stando alle indagini, è colpa anche del sistema elettorale”Paradossalmente la peggiore legge elettorale che il Paese abbia mai avuto è la migliore per quanto riguarda il contrasto alle infiltrazioni nelle politiche nazionali: candidare alle Camere soggetti vicini alla criminalità  organizzata è diventato più difficile.
Una situazione che ha spinto Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta a concentrarsi sulle elezioni locali: ”Tutta la tensione applicativa delle cosche si è scaricata sul sistema federale, che sta diventando un sistema finanziario federale in cui le risorse verranno sempre più gestire a livello locale: ad esempio per il federalismo demaniale c’è il rischio che molti beni messi in vendita vengano acquistati sul territorio con il concorso degli enti locali collusi dai mafiosi.
Federalismo e business rischiano di intrecciarsi, in un meccanismo perverso che — senza forti controlli — potrebbe autoalimentarsi: «I mafiosi hanno talmente tanto denaro che il loro problema è investirlo direttamente, evitando i costi alti del riciclaggio: vogliono fare gli imprenditori, con le carte in regola. Comprendo che dopo aver regolarizzato all’estero 100 miliardi di euro grazie allo scudo fiscale, questo è un Paese che potrebbe diventare mafioso senza accorgersene: rischia di finire in mano a una fortissima partecipazione economica mafiosa, che non mostrerebbe la sua origine. Sarebbe il peggio del peggio: combatteremmo contro un nemico invisibile perchè assolutamente integrato nel sistema”.
Argomentazioni che dovrebbero indurre a serie riflessioni il nostro sistema politico che ama spacciare il federalismo come la panacea di tutti i mali.

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NOI CHE “TIFIAMO” PERCHE’ NASCA LA TERZA REPUBBLICA: APPELLO A FINI DAL MONDO DELLA CULTURA

Novembre 22nd, 2010 Riccardo Fucile

ARTISTI, SCRITTORI, GIORNALISTI, REGISTI: LA SOCIETA’ CIVILE   SI ASPETTA MOLTO DALLA NUOVA PROPOSTA POLITICA DI FINI…. I PARERI, TRA GLI ALTRI, DI LUCIA ANNUNZIATA, EDOARDO BENNATO, FRANCO CARDINI, DARIA COLOMBO, ILARIA CUCCHI, CARLO FRECCERO, FUKSAS, GIORGIO GALLI, FIORELLA MANNOIA, GIACOMO MARRAMAO, GABRIELE MUCCINO, ANTONIO PENNACCHI, LUCA SOFRI, ENRICO VAIME, ROBERTO VECCHIONI

Lucia Annunziata
Spero che aspiri ad essere De Gaulle e non Sarkozy.
(Giornalista)
Pierluigi Battista
I miei due consigli a Gianfranco Fini. Primo: che non si faccia irretire dalle sirene ribaltoniste, lasciandosi ingannare dalle apparenze, perchè per ottenere un guadagno immediato non si smarrisca il senso di una missione. Che, per lui, è quella di diventare il leader di un nuovo centrodestra. Ma se nei prossimi mesi fosse tentato da una scorciatoia, avrebbe le prime pagine dei giornali per un po’ di tempo e poi sparirebbe dalla scena politica non appena si vada alle elezioni. Questo è il primo consiglio. Il secondo: fare attenzione a che il valore della legalità  stia sullo stesso piano di quello liberale, altrettanto importante, delle garanzie dello Stato di diritto.
(Giornalista)
Fulvio Benelli
Presidente Fini, è tempo di aprire una fase veramente nuova. E credo che non si possa uscire dal berlusconismo con gli stessi metodi di Berlusconi. Ora è tempo di coltivare di nuovo la democrazia. Che – per definizione – non può basarsi sul culto della personalità , ma soltanto sulle idee e sui programmi.
(Regista)
Edoardo Bennato
Avrei una domanda in napoletano da fargli, così, per sdrammatizzare un po’: “Mà  kè munt vergine staie cumbinanno?”
(Cantautore)
Marco Brando
Gianfranco, sono un “antico” elettore di sinistra, coinvolto dal dibattito suscitato dal tuo movimento. Il berlusconismo, basato sul culto della personalità  di un uomo, è un'”ideologia” sbagliata in generale e destinata ad autodistruggersi, con conseguenze imprevedibili. Una vera alternativa di governo dev’essere l’obiettivo di tutti. La politica, intesa come sfera delle decisioni collettive sovrane, ne sia l’interprete, senza rispolverare le vecchie casacche del secolo scorso. Non arretrare.
(Giornalista)
Gaetano Cappelli
Mi è piaciuto molto quello che Gianfranco Fini ha detto qualche sera fa alla trasmissione di Fabio Fazio Vieni via con me. Mi sembra che abbia fatto un discorso molto coerente e lucido. E poi ha dato l’idea di una destra finalmente moderna, pronta ad aprirsi alle istanze di modernità . E poi un discorso molto condivisibile e lungimirante sulla meritocrazia. Mi è piaciuto. Molto. A dover dare un consiglio… uno piccolo: cambiare sarto. Ovviamente, si fa per scherzare un po’…
(Scrittore)
Franco Cardini
Esorto caldamente Gianfranco Fini, e gli auguro nell’interesse suo, del nostro Paese e dell’Europa, a rivedere profondamente le scelte sulla politica orientale. Quella del vicino e del Medioriente. È un consiglio-auspicio e, nel mio piccolo, anche una minaccia. Se lui continua con questa linea, per quanto mi riguarda, avrà  in me sempre un amico personale, ma un avversario politico.
(Storico)
Aldo Cazzullo
Il tema dei prossimi anni è l’unità  nazionale. Costruire un “Polo Sud” sarebbe funzionale alla logica leghista. Se nascerà , un partito della nazione dovrebbe mettere radici al Nord. Che è pieno di “padani” che non votano Lega, non rinnegano il tricolore, non sono di sinistra e non sanno a chi rivolgersi.
(Giornalista e scrittore)
Filippo Ceccarelli
Cari amici del Secolo d’Italia, per favore: continuate a rimanere in cerca d’autore perchè va bene così – anche se è una dura fatica. C’è sempre più bisogno di uomini e donne che la mattina si sveglino senza sapere bene cosa pensare, che sentano la certezza del dubbio prima di andare a dormire, e temano la gravità  dei loro giudizi anche nei sogni. Continuate ad avere il coraggio che non vi è mai mancato; e rimettete i vostri debiti: forse c’è davvero bisogno di modestia per riscoprire la dignità  della politica.
(Giornalista)
Enrico Cisnetto
A Gianfranco Fini e al Fli consiglio di “deberlusconizzarsi”. Il che significa due cose. Primo: evitare la seppur involontaria ripetizione degli schemi comportamentali di Berlusconi. A cominciare dal leaderismo – malattia senile di un sistema politico che non esprime statisti – e più in generale dalla personalizzazione della politica. Dunque, via il cognome dal simbolo e no alle manifestazioni basate sul culto della personalità . Tra l’altro, su questo terreno è più forte lui. Secondo: evitare di cadere nella trappola dell’anti-berlusconismo. Intanto perchè ci sono già  altri che lo praticano – è un caso che gli attacchi più duri a Fini siano venuti da Di Pietro? – e poi perchè da 16 anni il Cavaliere fa della sua demonizzazione, vittimizzandosi, lo strumento migliore per la raccolta del consenso.
(Giornalista)
Daria Colombo
Il messaggio che vorrei far giungere a Gianfranco Fini è questo: se Futuro e libertà  riuscirà  a costruire anche in Italia una destra democratica e costituzionale, questo non potrà  che essere salutato come un fatto salutato con soddisfazione e accompagnato da mille auguri da qualsiasi democratico, in qualsiasi parte del panorama politico si collochi.
(Scrittrice)
Giuseppe Conte
Caro presidente Fini, le chiedo l’impossibile. Ridare all’Italia il senso perduto della propria dignità . Riportare nella politica rigore etico. Energia democratica. Giustizia & bellezza. Le chiedo spirito europeo. Rispetto per la Madre Terra. Apertura ai migranti. Attenzione ai più deboli. Gusto della sfida. Slancio verso il futuro. L’impossibile, l’unica possibilità  di chi ha un sogno.
(Poeta e scrittore)
Fiorello Cortiana
Una rete aperta una politica pubblica per le sfide dell’innovazione e della globalizzazione oltre il ‘900. Fase costituente con al centro Costituzione/Parlamento/Cittadini non spettatori. Una politica per l’economia e la società  della conoscenza: welfare e previdenza per le Partite Iva: flessibilità  non precarietà . Qualità  nei servizi/infrastrutture/ambiente,una partecipazione informata. Territorio/Cultura/Paesaggio come beni nazionali.   Favorire le competenze e non le conoscenze. Laicità .
(Giornalista)
Ilaria Cucchi
Egregio presidente, quello che mi aspetto in futuro è che ci sia una maggiore trasparenza nelle istituzioni e che siano attuate delle regole più rigide che permettano meno impunità  per coloro che tra le forze dell’ordine commettono soprusi. In particolare, la realtà  carceraria dovrebbe assumere il ruolo di “recupero” e non di negazione dei diritti dei più deboli, al fine di reinserire nella società  persone che possano così avere prospettive di vita alternative alla criminalità .
Luigi Di Gregorio
Caro Presidente, in una fase concitata e convulsa come questa, lascio la tattica a chi di dovere e provo a dire qualcosa sulla strategia, sulle scelte di lungo termine, sull’Italia che verrà . Il bipolarismo per cui tutti noi ci siamo battuti ha portato una grande novità  nello scenario politico italiano, quella dell’alternanza. Una novità  non da poco per un regime democratico. Il problema però è la qualità  del bipolarismo in termini di efficacia, ma anche di stile e di comunicazione. Sull’efficacia dobbiamo constatare che la “rivoluzione liberale” e le grandi riforme annunciate non si sono viste, purtroppo. In termini di comunicazione e di rapporto tra classe politica e cittadini, il bipolarismo “muscolare” ha fatto emergere tutti i limiti di un paese in cui prevalgono il tifo da stadio e la cieca militanza sull’interesse nazionale. Su questo si è innestata la logica del “tutto e subito” e del presentismo, che ha trasformato la dialettica politica in una campagna elettorale permanente fatta di slogan, effetti-annuncio e norme manifesto con evidenti ripercussioni sulla scarsa efficacia delle politiche pubbliche. Le due grandi missioni, per forza di cose in un’ottica di lungo periodo, sono pertanto quelle di riportare al centro l’interesse nazionale e di rigenerare la politica. Una politica fatta di contenuti e non di contenitori, di avversari e non di nemici, di realtà  e non di reality, di futuro e non di presentismo.
(Politologo)
Carlo Freccero
A Gianfranco Fini chiederei di proseguire il suo atto di nomination. Quello, cioè, che ha inaugurato il giorno in cui ha puntato il dito contro il premier e pronunciato la famosa frase «Che fai, mi cacci?», segnando la frattura fra il sogno berlusconiano e il postberlusconismo. E lo esorterei ora a declinare, fino in fondo e nei fatti, quei valori che ha elencato poche sere fa nella trasmissione “Vieni via con me” e che assomigliano stranamente al sovvertimento dell’azione di governo di Berlusconi, che ha affondato l’orgoglio nazionale con gli scandali, ha sovvertito il principio della legge uguale per tutti con le leggi “ad personam”, ha attaccato continuamente la magistratura, ha distribuito qualsiasi carica pubblica in base alla collocazione politica anzichè alla competenza e al merito.
(Autore televisivo)
Massimiliano Fuksas
La prima cosa da fare è eliminare la legge Bossi-Fini e prevedere un nuovo strumento legislativo che faciliti i contatti e il lavoro nell’ambito della ricerca, dell’università , e della collaborazione con le migliori teste del pianeta, senza limitazioni di paese, nazione, religione. La qualità  e la meritocrazia alla fine vinceranno. Almeno spero.
(Architetto)
Giorgio Galli
C’è tutta una tradizione “di destra” di critica al capitalismo. Ecco, credo che sarebbe forse utile per Futuro e libertà  recuperarne alcuni aspetti. Soprattutto in un’era come questa, in cui il capitalismo euro-americano è in crisi, sfidato dal modello cinese, da quello indiano e da quello brasiliano. Il presidente Fini ha citato talvolta Ezra Pound, che (senza considerare poi l’ultima fase del suo pensiero) ha espresso queste tendenze culturali. Sarebbe un recupero (ovviamente “critico” e “aggiornato”) importante, anche per non far avverare le critiche di chi, da destra, ha paragonato Fli a un “partito repubblicano senza La Malfa”. Insomma, c’è, credo, spazio per un elemento che potrebbe avere una sua importanza non solo come “fatto culturale”, ma anche e soprattutto cone fatto legato alla contingenza di questa fase storica.
(Politologo) Continua »

argomento: Fini, Futuro e Libertà, Politica, radici e valori | Commenta »

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