Destra di Popolo.net

LE RIVELAZIONI DI WIKILEAKS: “BERLUSCONI INETTO, INCAPACE E VANITOSO, FA FESTINI SELVAGGI ED E’ IL PORTAVOCE DI PUTIN”

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

IL PREMIER VISTO DAGLI USA: “STANCO PER LE LUNGHE NOTTATE…” NEI FILE SEGRETI E TRA I 250.000 DOCUMENTI EMERGONO I DUBBI DELLA DIPLOMAZIA USA SUL NOSTRO GOVERNO

Feste selvagge, rapporti troppo stretti con la Russia, intermediari non abbastanza limpidi.
Wikileaks mette in rete i file segreti sulla diplomazia e tra i duecentocinquantamila documenti ci sono anche pagine su come gli americani vedono Berlusconi.
Sotto la lente degli Stati Uniti soprattutto i rapporti traVladimir Putin e il primo ministro italiano, che includono «regali generosi» e contratti energetici redditizi: Berlusconi «sembra essere il portavoce di Putin» in Europa, si legge nei documenti messi in Rete dal New York Times.
Nei documenti si parla anche delle «feste selvagge del premier».
Il quotidiano spagnolo El Pais scrive della «sfiducia profonda che suscita a Washington» il Cavaliere.
E dalle carte spunta anche una mail dell’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble: «Silvio? Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno».
E ancora: il presidente del Consiglio è «fisicamente e politicamente debole» perchè le «frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza».
A proposito del premier di Mosca il giornale spagnolo afferma che i documenti «pongono in evidenza il sospetto americano che la politica russa sia nelle mani di Valdimir Putin, giudicato un politico di stampo autoritario, il cui stile macista gli consente di collegarsi perfettamente con Silvio Berlusconi».
Nella valanga di documenti c’è spazio anche per Frattini che- rivela un telegramma pubblicato da Wikileaks e classificato come segreto- «ha espresso particolare frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l’Europa e l’Iran da parte della Turchia».
Lo sfogo svelato sarebbe parte di un dialogo tra il ministro degli Esteri e il segretario della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates.
Nella copertina di Spiegel, uno dei quotidiani che ha pubblicato alcuni testi del sito, Silvio Berlusconi è segnalato per i suoi “wilde Partys”, quindi i party-orgia selvaggi.
Secondo i resoconti dei giornali citati, Berlusconi non esce per niente bene quanto a immagine di alleato attendibile nei rapporti inviati dalla sede diplomatica Usa in Italia al Dipartimento di Stato. E non è tutto.
Sempre secondo i documenti messi in rete da Wikileaks, la Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, avrebbe chiesto alla diplomazia americana di chiarirle con informazioni approfondite se e fino a che punto dietro la “amicizia virile” tra il presidente del Consiglio italiano e il premier (e uomo forte russo) ci siano anche interessi concreti, affari privati.
Tra gli oltre 250mila documenti svelati da Wikileaks, quelli che riguardano l’Italia sono circa 3000.
Di questi ultimi, 91 sono segreti e vietati a ogni straniero, 164 segreti, 152 confidenziali e non per l’accesso a stranieri, 1212 confidenziali e basta, 44 di servizio, 828 non classificati.

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LETTERA APERTA DEI FINIANI AL PREMIER: “CHIUSA L’ESPERIENZA DEL SUO GOVERNO”

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

NELLA DURISSIMA MISSIVA L’ACCUSA DI NON AVER RISPETTATO I PATTI E DI AVER DISATTESO LE PROMESSE…”LO STATO NON E’ LEI E DOPO DI LEI NON C’E’ IL DILUVIO”… DAL SITO DI GENERAZIONE ITALIA, I FINIANI DANNO IL BENSERVITO AL GOVERNO DELLE PROMESSE E NON DEI FATTI

“Consideriamo conclusa negativamente l’esperienza di questo governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto”.
L’incipit è durissimo, il titolo altrettanto: “Lettera di sfiducia a Berlusconi”.
E così, dal sito di Generazione Italia, i finiani danno il benservito all’esecutivo.
Nel testo, pubblicato sul sito dell’associazione, si dice che “i patti non sono stati rispettati”.
Patti che prevedevano intanto “l’immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà  e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica”; quindi “la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale”.
Poi arriva l’elenco delle promesse non rispettate.
“Lei – si legge nella lettera –   in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica”.
Ma “il suo Governo ha inteso la governabilità  come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità  per la governabilità , un Governo non intenzionato ai cambiamenti, un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!”
Accuse durissime, cui segue un preciso messaggio per il dopo 14 dicembre: “Nella nostra alleanza c’è chi ci accusa addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perchè chiediamo una verifica, falsificando la verità  e dichiarando che questo Governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale, bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori! E quindi solo a Berlusconi, se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere”.
Per i finiani, questa tesi lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali! “Onorevole Presidente, lo Stato non è lei! E dopo di lei non c’è il diluvio!
Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità ? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in atto? Onorevole Presidente, Lei non è l’uomo della provvidenza, tutt’altro!”.
Dunque, respinto al mittente il diktat ‘elezioni o voto: “l’Italia è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i Governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del Governo: il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza!”

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RAGAZZA DI “FUTURO E LIBERTA'” AGGREDITA A ROMA SUL METRO’ DA TRE CORAGGIOSI COGLIONAZZI BERLUSCONIANI

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

ECCO A COSA PORTANO IL PARTITO DELL’AMORE E I DELIRI DEGLI AFFARISTI TRADITORI DELLA DESTRA… LA GIOVANE SALVATA DALL’INTERVENTO DI ALCUNI MANIFESTANTI DELLA CGIL… QUALCUNO VUOLE PORTARE IL PAESE AL MEDIOEVO DELLA POLITICA E STA FOMENTANDO ODIO, CREANDO CATEGORIE DI “NEMICI” PER GIUSTIFICARE LA PROPRIA INETTITUDINE

Altro che traditori marchiati a vita.
Per ora l’unico marchio è quello che alcuni scalmanati avrebbero voluto timbrare, con calci e pugni, sul viso di una giovane attivista di Futuro e Libertà , impegnata ieri nel gazebo romano di Piazzale Flaminio.
E che solo grazie all’intervento di alcuni manifestanti della Cgil (quindi pericolosi comunisti) è riuscita ad evitare il peggio.
I fatti: nella metropolitana di Roma tre ragazzi notano sul bavero del cappotto della giovane, la spilletta di Fli e iniziano ad insultarla e a spintonarla.
Lei cerca di ignorarli, ma dopo un paio di provocazioni anche fisiche risponde: «l’aggressività  è l’unica forma di ignoranza contro la quale la parola non può nulla».
Al che uno dei tre le si fa incontro minacciosamente con intenti niente affatto pacifici, ma fortunatamente alcune persone provenienti dalla manifestazione della Cgil, si frappongono tra gli aggressori e la ragazza, consentendole di scendere alla fermata successiva e di fuggire indenne.
Ecco dove porta la propaganda, l’esasperazione dei toni e delle frasi sbraitate in linguaggio cagnesco.
Ecco il partito dell’amore, della solidarietà , dell’accoglienza.
Ecco cosa accade se anzichè ponti si costruiscono muri.
Senza voler scivolare in facile retorica o in plastiche ricostruzioni di ciò che è accaduto e che sarebbe potuto accadere, viene da pensare che fine abbiano fatto i traguardi sociali e culturali raggiunti sino ad ora; o gli insegnamenti di rispetto e condivisione tra diversi, tra opposti.
Ma davvero questa gente non ha capito nulla?
Davvero stiamo tornando al medioevo della politica, agli anni del tutti contro tutto?
E con quale obiettivo, per quale ragione, con quali finalità , con quanti e quali guadagni?
Qui si sta riproponendo un problema vero e tangibile di fanatizzazione degli animi, e la politica, quella con la P maiuscola, quella che ragiona e che non pensa solo alle prossime urne o alla demonizzazione dell’avversario, ha l’obbligo morale di alzare un dito e dire a gran voce: “no, noi non ci stiamo”. Deve distinguersi, perchè ha un ruolo educativo, pedagogico, sociale.
Non è solo un affare di voti, di promesse e di nomine, anche se negli ultimi quattro lustri non sono mancate criticità  e momenti di cui non andare granchè fieri.
Certo, è più semplice prendersela col più debole, con una giovane indifesa.
O scagliarsi contro qualcun’altro che non siano i propri compagni di squadra, quando le cose non girano per il verso giusto.
O scaricare responsabilità  a chi sta dall’altro versante della barricata, magari accusandolo di tramare, di tradire, di complottare.
In quella logica perversa e sterile che alla fine annebbia le menti e non consente di guardare in faccia alla realtà .
Perchè distratti da mille ombre che si allungano (o che qualcuno pensa che si allunghino) sul Paese, da infinite ipotesi, da ridicole contro tesi, da tediosi ragionamenti spaccando in quattro un battito di ciglia.
No, non vale proprio la pena tornare indietro nel tempo, ad un tempo di lotta e di visi contro, di agguati e di minacce.
Perchè le cose sono cambiate, gli steccati non sono più così alti, gli individui (quasi tutti) si parlano, si confrontano, ragionano.
Verrebbe proprio da chiedersi, se non fosse il caso che le categorie di traditori prevedessero al loro interno almeno i fondamenti della democrazia.
E non sarebbe chiedere troppo.
A quei poveri mentecatti pidiellini che in tre aggrediscono una ragazza ricordiamo solo una cosa: la prossima volta questi atti coraggiosi fateli fare ai vostri mandanti.
Così per una volta nella vita, in circostanze rischiose, li vedremo in faccia, non sempre di spalle, in fuga, come loro abitudine di istigatori vigliacchi, quando non di infami delatori.

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WIKILEAKS, TENSIONE SUGLI AFFARI DI BERLUSCONI: SUI DOSSIER I RAPPORTI PRIVATI STABILITI DAL PREMIER CON PUTIN E GHEDDAFI

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

SECONDO UNA FONTE DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA “IN QUEI DOCUMENTI CI SONO NOMI DI POLITICI CORROTTI E ACCUSE IMBARAZZANTI”….GLI AMERICANI STUPITI DEL NERVOSISMO DEL GOVERNO ITALIANO… POTREBBERO EMERGERE INTERESSI PRIVATI NEI RAPPORTI CON LA RUSSIA E LA LIBIA

“Da Wikileaks usciranno accuse imbarazzanti sulla leadership russa”, ha confidato un alto esponente dell’amministrazione Obama.
“In quei documenti ci sono nomi e cognomi di politici corrotti”, anticipa un’altra fonte dal Dipartimento di Stato.
“Anche i segreti più piccoli potranno essere distruttivi”, avverte uno degli ambasciatori Usa impegnati nell’operazione contenimento-danni.
Per l’accento messo sul dossier Russia, di riflesso nelle rivelazioni sull’Italia sale al primo posto tra i sospetti il rapporto speciale tra il presidente del Consiglio e l’uomo forte di Mosca.
I contenuti dei dispacci dall’ambasciata Usa a Mosca sono “così gravi che possono mettere a repentaglio la ratifica del nuovo trattato Start sulla riduzione delle armi nucleari”.
Le attese si concentrano su Vladimir Putin.
E quindi sulle sue frequentazioni.
L’ambasciata Usa in Italia non ha mai abbassato la guardia, nel sorvegliare l’amicizia ultradecennale tra Silvio Berlusconi e l’attuale premier (nonchè ex presidente) della Russia.
Diplomazia, business, frequentazioni personali: tutto rientra in uno dei dossier più voluminosi che interessano i rapporti Italia-Stati Uniti.
Ogni gesto di apprezzamento, ogni visita privata in Sardegna o sul Mar Nero, ogni favore è stato registrato, di quella relazione che nelle parole dello stesso Berlusconi (27 aprile) è segnata da “rispetto, amicizia, affetto”.
In politica estera, Washington ha registrato l’atteggiamento soft dell’Italia sui due conflitti “firmati” Putin: Cecenia e Georgia.
In questi casi la preoccupazione risale all’amministrazione Bush, che ebbe una reazione molto dura sul conflitto georgiano, all’estremo opposto rispetto alla cautela di Roma.
Gli americani hanno spesso segnalato una “dipendenza pericolosa” dell’Italia da pochi fornitori esterni: Russia e Libia in testa.
E’ il dossier Eni-Gazprom il più importante, perchè non coinvolge solo l’Italia. Il Dipartimento di Stato ricorda che il 15 maggio 2009, pochi giorni prima di un vertice tra Russia e Unione europea, l’Eni firmò l’accordo per il gasdotto South Stream che dal Caucaso attraverso il Mar Nero raggiungerà  Serbia, Ungheria, Austria, Italia.
Per benedire l’accordo Putin invitò Berlusconi nella località  balneare di Sotchi sul Mar Nero. Il progetto strategico lega alla Russia i Balcani, e un pezzo di Europa centrale e mediterranea. E’ un’arteria vitale che grazie all’Eni raddoppierà  la sua capacità  fino a 63 miliardi di metri cubi all’anno.
Commentando l’accordo, Putin si felicitò delle sue “eccellenti relazioni personali con Berlusconi” e si augurò di “poter avere rapporti con il resto dell’Unione europea altrettanto buoni di quelli che intrattengo col mio ospite italiano”.
Da Washington le critiche alla “diplomazia del gas” italiana non sono nuove: è dai tempi di Enrico Mattei che le strategie dell’Eni sono state spesso una spina nel fianco degli interessi americani.
Mai però nella storia del dopoguerra c’era stato un asse così stretto come quello Berlusconi-Putin, con una dimensione di familiarità  personale, circondato dagli inevitabili interrogativi che gli americani si pongono sugli interessi d’affari che possono intercorrere tra i due leader.
Non appena insediato alla Casa Bianca, Obama cancellò una commessa di elicotteri che avrebbero dovuto essere forniti dalla Finmeccanica. L’amministrazione Usa ha sempre cercato di “spoliticizzare” quel gesto, presentandolo come una scelta economica.
E’ stato il governo italiano negli ultimi giorni ad amalgamare la questione Finmeccanica con le attese dei dossier WikiLeaks.
Berlusconi ha ricordato che Finmeccanica “ha firmato un contratto di un miliardo con la Russia”.
Un compito delle ambasciate è anche di indagare sulle aziende coinvolte in importanti commesse pubbliche negli Stati Uniti, dove la normativa sulla trasparenza degli appalti è una delle più rigorose del mondo.
L’ambasciatore Usa in Gran Bretagna, Louis Susman, indica la Libia tra i paesi che ricorrono nelle comunicazioni segrete che diffonderà  WikiLeaks. Data la natura confidenziale dei dispacci dalle ambasciate, e quindi l’assenza di auto-censura, dalla sede di Via Veneto possono essere partite descrizioni dettagliate sui rapporti Berlusconi-Gheddafi, ivi comprese le scenografie sconcertanti delle visite di Gheddafi a Roma e l’accoglienza molto calorosa del premier italiano.
I nervosismi italiani stupiscono il Dipartimento di Stato. “In altri casi siamo noi a dover temere le conseguenze, perchè le nostre comunicazioni interne vengono diffuse e questo mette a repentaglio il rapporto con altri governi. Per l’Italia sembra vero il contrario, cioè che si senta in gioco la sua credibilità “.
In realtà , le maggiori preoccupazioni del governo italiano riguardano la politica energetica italiana che Berlusconi gestisce in prima persona, grazie a corsie preferenziali con premier non sempre amici degli Usa, da Putin a Gheddafi.
Le indiscrezioni raccontano che nei documenti riservati si metterebbero nel mirino gli affari riservati del premier e quelli economici di uomini a lui vicini, ma anche le trattative al “tavolo sporco” da parte di aziende pubbliche o partecipate.
Per non parlare delle attività  delle aziende di famiglia del premier.
E degli affari di aziende italiane in Montenegro.
Quali giudizi   hanno espresso gli osservatori americani su questi affari, nei loro rapporti riservati?
In quali toni?
E quali le conseguenze potrebbero avere a pochi giorni dal voto di fiducia in Paramento?
Petrolio, gas, costruzioni, televisioni, armamenti: sono questi gli interessi che legano la triade Putin, Gheddafi, Berlusconi e che stanno destando preoccupazioni nel governo italiano.
Da stasera forse ne sapremo qualcosa di più…

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ROMA, PARENTOPOLI DEI BUS: ASSUNTE MOGLI ED EX CUBISTE

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

BUFERA SU ALEMANNO CHE APRE UN’INCHIESTA INTERNA…NEGLI ULTIMI DUE ANNI, TRA ATAC E TRAMBUS, SONO STATE MESSE SOTTO CONTRATTO BEN 854 PERSONE, TUTTE CON CHIAMATA DIRETTA… IL CASO DELL’EX CUBISTA GIULIA PELLEGRINO

Generi, nuore, mogli di politici, dirigenti, sindacalisti.
Persino una splendida cubista mora.
C’è un po’ di tutto fra le 854 assunzioni disposte negli ultimi due anni dalle aziende del trasporto pubblico romano, dal 2009 accorpate in un unico colosso da 13mila dipendenti e debiti a breve verso le banche per 360 milioni.
Una pletora di gente dal curriculum spesso incerto, ma piazzata quasi sempre in posti di comando.
Nel mirino è finito il sindaco Gianni Alemanno che, accusato dalle opposizioni di «alimentare una indegna parentopoli», ieri ha disposto l’apertura di un’inchiesta interna con l’obiettivo di controllare i criteri di reclutamento in Atac.
Compresi però quelli «utilizzati dalle precedenti amministrazioni nell’ultimo decennio».
Chiara la finalità : investito dalle polemiche dimostrare che l’occupazione clientelare delle ex municipalizzate non l’ha certo inventata lui, trattandosi a suo avviso di pratica già  diffusa sotto le giunte Veltroni e Rutelli.
I fatti denunciati però riguardano l’attuale amministrazione.
E spulciando l’elenco dei dipendenti più recenti è possibile ricostruire alberi genealogici e stati di famiglia, legami di sangue, matrimonio o più banalmente politici.
C’è Patrizio Cristofari, genero dell’ex ad Adalberto Bertucci, che con un diploma da perito tecnico è assurto alla guida dell’area Mantenimento opere civili e impianti, e l’avvocato Claudia Cavazzuti, capo del settore Normativa e disciplina, moglie del senatore berlusconiano Stefano De Lillo nonchè cognata di Fabio, assessore capitolino all’Ambiente.
E ancora Stefania Fois alla Direzione Comunicazione, compagna del deputato pdl Marco Marsilio, già  capogruppo capitolino di An: un trascorso da pittrice documentato sull’omonimo sito internet, ma soprattutto – tiene a precisare – 13 anni di lavoro alle Ferrovie Nord di Milano.
Chi però ha decisamente fatto bingo è il segretario regionale della FaisaCisal autoferrotranvieri, Gioacchino Camponeschi, gran sostenitore del sindaco Alemanno, che oltre alla moglie Flavia Rotondi è riuscito a sistemare nella società  del trasporto locale pure la figlia Sarah.
E siccome la politica, lavoro precario per definizione, è parente stretta del familismo, ecco spuntare un bel posto fisso per l’ex vicesindaco di Guidonia, Mauro Lombardi, e per quello in carica di Montelibretti, Marco Bernardini. Sebbene poi il caso più clamoroso è un altro: Giulia Pellegrino, passato da cubista e calendari sexy, una delle “sister” del tg local-sportivo 50 º minuto, pare assai cliccato su You Tube.
Lei nega la qualifica ma rivendica quella di «hostess nei locali notturni della capitale, accompagno i clienti ai tavoli», dice.
Ammette di lavorare in Atac, «sono una delle tante segretarie del direttore industriale Marco Coletti», e di non volere un impegno più gravoso perchè «dopo le otto c’ho da fare».
Quanto basta per far gridare allo «scandalo» le opposizioni.

Giovanna Vitale
(da “la Repubblica“)

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MUGHINI: “QUESTO DELLA BONEV E’ UN ALTRO CASO RUBY”

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

IN UNA INTERVISTA, GIAMPIERO MUGHINI RACCONTA QUANDO ROSSELLA VOLLE CHE SCRIVESSE UNA RECENSIONE AL LIBRO DELLA BONEV: UNA “PORCATA INENARRABILE”… “MI RITROVAI MODIFICATO L’ARTICOLO IN UNA AGIOGRAFIA DELLA DEBUTTANTE”… “E’ UNA DONNA CAPACE DI DISTRUGGERE UN CARRO ARMATO”

E’ un’intervista un po’ arrabbiata quella che Giampiero Mughini rilascia al “Fatto Quotidano” a proposito del caso di Michelle Dragomira Bonev, l’attrice e regista bulgara premiata a Venezia con una targa inventata per volere del ministro della Cultura Sandro Bondi allo scopo di compiacere Silvio Berlusconi.
Mughini racconta un retroscena divertente a proposito di un articolo commissionato da Carlo Rossella, all’epoca direttore di Panorama.
“Fu la prima volta in vita mia che un mio testo venisse sconciato da un Kapò che aveva l’autorità  da direttore. L’episodio mi lasciò un profondo grumo di amarezza”.
Come andò?
Mi telefona Rossella, un signore che ha alternativamente rapporti con Dio e con il demonio e soavemente dice ‘ti ricordi la Bonev?’. Dico ‘certo, la ragazza che imposero a Baudo al Festival di Sanremo facendogli rizzare i capelli in testa’. E lui: ‘Ha scritto un libro, vorrei che lo leggessi’
Lei come si comportò?
Leggo fino all’ultima riga, come faccio sempre. Una porcata inenarrabile. Glielo riferisco e Carlo, tranquillo: ‘va bene, fai un articolo spiritoso, valla a trovare ”.
Vado e mi trovo di fronte a una ragazza gentile, determinata, una che dava l’impressione che sbattendo contro un carrarmato hitleriano lo avrebbe ridotto a brandelli.
Poi cosa accade?
Scrivo un pezzo elegante, passano un paio di giorni e Rossella si manifesta: ‘sai, ho modificato un po’ l’articolo’.
Rimasi senza parole.
Ho sempre avuto scontri con i miei capi da Montanelli a Rinaldi.
E’ il lavoro,ma trasformare un foglio spiritoso in una semiagiografia della debuttante era troppo, quando avete rimontato il caso le cui proporzioni sono inaudite, sono tornato ad allora .
Inaudite?
Se fosse vero che l’Italia ha pagato 400.000 euro per dare una latta alla Bonev, letterariamente avrebbe la stessa valenza dell’affaire di Ruby Rubacuori.

(da “il Fatto Quotidiano“)

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CHI HA PAURA DI DRAGOMIRA BONEV? BONDI BALBETTA, LEI ORA DICE DI AVER PAGATO I CONTI, BERLUSCONI TACE

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

IL PREMIO FARLOCCO AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA ALL’AMICA DI SILVIO… LE SPESE PAGATE DAL GOVERNO ITALIANO, LA CONFERMA DEI BULGARI CHE TUTTE LE SPESE ERANO A CARICO DEL MINISTERO ITALIANO, LA NUOVA TESI DELLA BONEV IN EVIDENTE IMBARAZZO

E al quarto giorno, parlò anche Michelle Bonev.
Mentre Bondi ribadisce la propria estraneità  alle spese e Berlusconi tace, l’attrice detta una dichiarazione alle agenzie, dopo la pubblicazione della lettera ufficiale del primo ministro Borisov, in cui senza possibilità  di equivoco, il premier di Sofia autorizzava il viaggio veneziano dal 3 al 6 settembre scorso per “Goodbye Mama”, purchè le spese di viaggio e alloggio fossero “coperte dalla parte ricevente”.
La Bonev (che interrogata più volte dal settimanale locale “168 ore” aveva sempre detto di non aver sborsato un centesimo) ribalta completamente la versione dei fatti: “Intendo rendere onore alla verita’ in questo fiume di menzogne mediatiche. Il viaggio e il soggiorno della delegazione bulgara a Venezia sono stati pagati dalla mia societa’ Romantica Entertainment srl allo scopo di consentire alla cultura bulgara di mostrarsi al Festival dopo 20 anni di assenza”.
Un equilibrismo dialettico, che inaugura una nuova era: ricevere un premio fasullo e pagare per farsi incoronare.
Nel capolavoro, Michelle, non dimentica gli amici.
A partire dal ministro della cultura Rashidov che la accompagnò a Venezia con un charter privato affittato in Germania, soggiornando all’Hotel Cipriani. Così la Bonev, dopo aver assistito al show televisivo del politico: “Hanno pagato gli italiani- ha detto ieri Rashidov- probabilmente non lo ammettono per la crisi economica e gli scandali che investono il loro governo”, cambia idea.
“Le dichiarazioni di Rashidov — dice la Bonev — sono quindi conformi al vero. Sono naturalmente in grado di documentare quanto dichiaro. La mia societa’ non ha mai ricevuto alcun finanziamento dal Ministero italiano per i beni e le attivita’ culturali, ne’ comunque dal governo italiano”.
Tutti salvi dunque, onore della patria e senso del ridicolo, se non fosse che la storia presenta alcuni buchi logici, a iniziare dal prolungato silenzio della Bonev che, evitando imbarazzi al governo del suo Paese e a quello italiano, avrebbe potuto parlare prima.
Così il premio farsa di Venezia e un film non ancora distribuito che la giornalista del settimanale Cultura Alexandrova ha definito, voce isolata (gli altri cronisti erano spesati tra hotel e charter di lusso): “Una presa in giro e una offesa per il cinema bulgaro”, tornano al punto di partenza.
Non ha pagato la Bulgaria, non ha pagato (nonostante i documenti ufficiali del governo di Sofia attestino il contrario) in nessuna forma il governo italiano, avrebbe pagato la Romantica srl di Bonev.
Produttrice del film, con l’avvocato calabrese Corasaniti, già  in affari con lei per una società  di modelle dell’Est e Licia Nunez, al secolo Licia Del Curatolo da Barletta, presente e fotografata a Venezia e finita nel caos delle frequentazioni proibite di Berlusconi nel 2009.
Lei smentì. “Ero andata a Palazzo Grazioli per un colloquio privato, dovevo chiedergli dei consigli. Per me è una sorta di paterno consulente artistico. Tra noi è nato un bellissimo rapporto nel 2007. Lo conobbi a Roma a una festa, fu molto gentile. Mi permisi di dargli il mio numero di cellulare, lui mi fece chiamare dopo le elezioni e mi invitò a Palazzo Grazioli ai festeggiamenti. Quel giorno fu lui a darmi il suo numero telefonico. Ci siamo visti sei o sette volte” dichiarò la Nunez.
Sul tema, Andrea Purgatori a nome dei 100 autori ha un punto di vista chiaro. “Lo abbiamo chiesto già  tre volte lo ribadiamo: Bondi si deve dimettere. E’ la prima volta che sento di un premiato che si sobbarca le spese per ricevere una coccarda. Spero che dopo tutte le promesse non rispettate e una gestione del dicastero nepotista e inetta che lo qualifica come il ministro meno produttivo di sempre, su Bondi spenda una parola anche il Presidente Giorgio Napolitano”.

Malcom Pagani
( da “Il Fatto Quotidiano“)

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CONTINUANO A TAGLIARE SULLA SICUREZZA: IL PRECARIATO SELVAGGIO DEI VIGILI DEL FUOCO

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

I POMPIERI “DISCONTINUI” DOVREBBERO ESSERE CHIAMATI SOLO PER LE EMERGENZE, INVECE SI UTILIZZANO PER SOPPERIRE ALLE CARENZE DI ORGANICO… SENZA MAI ESSERE ASSUNTI, PERCHE’ LA GRADUATORIA E’ BLOCCATA…E NEL 2011 I FONDI DIMEZZERANNO

Venti giorni di contratto. Pausa.
Richiamo per altri venti giorni. Pausa. E così via.
Fino a un massimo di 160 giorni l’anno.
Una forma di precariato selvaggio che può durare anche un decennio.
E che riguarda un corpo dello Stato fondamentale per la sicurezza: i vigili del fuoco.
Sì, perchè le caserme italiane sono popolate da pompieri contrattualizzati, definiti “permanenti”, ma si avvalgono anche dei cosiddetti “discontinui”, cioè vigili del fuoco a tutti gli effetti che dovrebbero essere chiamati per fronteggiare situazioni di emergenza.
Invece vengono utilizzati, sempre con contratti che durano meno di tre settimane, per sopperire a carenze strutturali di organico (secondo le organizzazioni sindacali, infatti, servirebbero almeno 4mila i vigili del fuoco in più).
Con il taglio dei fondi alla stabilizzazione dei precari, iniziato con il decreto legge 112/2008, per i discontinui la strada verso l’assunzione è sempre più in salita.
Anzi, la beffa è dietro l’angolo perchè dal 2011, sempre per via dei tagli, potrebbero venire drasticamente ridotti anche i mini-contratti che per loro sono attualmente l’unica possibilità .
Una graduatoria per la stabilizzazione dei discontinui, in realtà , esiste.
Nel 2007, un decreto dell’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato stabiliva le modalità  di attuazione.
E nel 2008 un altro decreto ministeriale pubblicava 6080 nomi di discontinui con alle spalle almeno 120 giorni di servizio prestati in un periodo di tre anni. Doveva essere la svolta.
Ma dopo una buona partenza, con oltre mille assunti (sempre dopo corsi attitudinali di idoneità ), la situazione si è arenata.
Il prossimo corso, in partenza il 29 novembre, servirà  per stabilizzare solo 95 discontinui.
Di fatto siamo ben al di sotto del semplice rimpiazzo del turn-over (cioè la sostituzione di vigili che vanno in pensione).
Perchè così pochi? Il problema è che c’è una graduatoria parallela, di altri 7000 aspiranti pompieri, creata con il concorso pubblico del 2008 per l’assunzione di 814 vigili.
Questa seconda graduatoria è di fatto il principale bacino da cui si attinge, per due motivi: da un lato le assunzioni nel pubblico impiego devono passare per concorso pubblico (quella dei discontinui, che pure sono già  professionisti, è invece percepita come una “sanatoria”), dall’altro c’è il vincolo, stabilito per legge, di riservare il 45% dei posti ai volontari in ferma prefissata, cioè i militari che hanno prestato servizio per almeno quattro anni nell’esercito.
“Si accavallano due graduatorie — spiega Matteo Zoppi, presidente del coordinamento nazionale dei discontinui — ma i fondi stanziati sono sempre quelli. Così si arriva al paradosso di vedere escluso personale già  abilitato e in servizio da anni. Mentre si assumono gli ‘esterni’. Da una parte i vigili del fuoco non possono lavorare, dall’altra i militari vengono integrati nella nostra organizzazione”.
Facendo qualche conto si scopre che in tre anni, dalla graduatoria dei 6080 discontinui, gli assunti sono stati meno di 2mila.
Altri 3mila, invece, non sono stati neppure chiamati per sostenere l’idoneità . Si tratta di giovani (ma non solo) che da anni organizzano la propria vita in funzione di una chiamata “a gettone” di 20 giorni, spesso rifiutando altre opportunità  di lavoro.
Alla posizione 4.475 della graduatoria di stabilizzazione c’è Matteo Acco, classe 1983, sette anni di servizio per un totale di 940 giorni lavorati (nella graduatoria, aggiornata al 2007, i giorni sono solo 480): “Ho preso parte alla vita della caserma, mi sono innamorato del lavoro, ho detto no ad altre occasioni professionali per perseguire questo sogno. E adesso sono da quasi quattro anni in una graduatoria che non si sblocca. Disoccupato. E siccome ho raggiunto i 160 giorni di servizio nell’anno, sono certo che fino a gennaio non potrò essere chiamato. Il mio problema è che io so fare solo il pompiere. E voglio fare il pompiere”.
Il Parlamento discuterà  nei prossimi giorni un emendamento alla finanziaria presentato da Futuro e libertà  per sbloccare la graduatoria.
Intanto il dipartimento Vigili del fuoco del ministero dell’Interno, il 15 novembre, dice ai sindacati che “ulteriori assunzioni dalla graduatoria della stabilizzazione saranno possibili solo se espressamente previste dalla legge”.
Ma è soprattutto la logica a imporre un intervento per evitare di sprecare denaro pubblico senza risolvere il problema.
“Lo Stato — spiega Matteo Zoppi — spende 100 milioni di euro ogni anno per il richiamo dei discontinui , soldi che potrebbero essere investiti in assunzioni stabili, ma che si continua ad utilizzare per richiami temporanei”.
Che sono oltre 40mila ogni anno.
E se nulla cambierà , il 2011 sarà  l’anno più duro per i vigili del fuoco: con l’applicazione del decreto legge 78/2010, infatti, il governo ha tagliato drasticamente i fondi per i contratti a tempo determinato: in tutte le amministrazioni e gli enti, la spesa complessiva per forme contrattuali a tempo dovrà  ridursi del 50% rispetto al 2009.
“Se tali norme non verranno modificate — spiega Michele D’Ambrogio, Fp-Cgil Vigili del Fuoco — dalla finanziaria in corso o dal milleproroghe, è facile prevedere nel corso del prossimo anno una grande difficoltà  a sostenere un servizio ai cittadini che rispetti standard minimi qualità  e sicurezza. Si tenga presente che ogni unità  di soccorso dei pompieri è composta da cinque uomini. Tra loro, statisticamente, almeno uno è discontinuo”.
A questo punto, le alternative sono solo due: o si interviene subito per sbloccare la graduatoria, oppure, il prossimo anno, le chiamate per i discontinui saranno la metà  rispetto agli ultimi anni.
Una beffa (e un drammatico incremento della disoccupazione) per loro.
Una difficoltà  per il corpo dei vigili del fuoco che dovrà  ridurre le squadre in servizio.
Di conseguenza, un danno per i cittadini, che dovranno mettere in conto un servizio sempre meno capillare, puntuale, efficiente.

(da “Il Fatto Quotidiano“)

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NELL’AGENDA DI BERLUSCONI APPUNTAMENTO ALLE 14 CON UNA ATTRICE: LUI PENSA AI FATTI, ALTRI ALLE PAROLE

Novembre 28th, 2010 Riccardo Fucile

DURANTE LA CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI, I FOTOGRAFI APPOSTATI INQUADRANO L’AGENDA DEL PREMIER… TRA GLI APPUNTAMENTI SPUNTA UN INCONTRO CON L’ATTRICE ELENA RUSSO… IL PRECEDENTE DEL 2008: ALLORA   FURONO L’ATTRICE ANTONELLA TROISE E LA MODELLA EVELINA MANNA… D’ALTRONDE QUESTO E’ IL GOVERNO DEI FATTI, MICA DELLE CHIACCHIERE

La prima volta accade il 30 luglio del 2008.
Durante la conferenza stampa dopo un Consiglio dei Ministri, il Cavaliere si volta esausto verso il ministro Giorgia Meloni e le mostra un foglio, «guarda come mi fanno lavorare!».
I fotografi appostati colgono l’attimo e inquadrano il foglio con gli impegni del Primo Ministro.
Tra gli appuntamenti in agenda ci sono incontri di natura tutt’altro che ufficiale come quella con l’attrice Antonella Troise o con Evelina Manna, modella e attrice (guarda la foto e il grafico).
Due anni dopo il caso si ripete, sempre nella stessa sala, sempre dopo un Consiglio dei Ministri.
Non per il «colpo di teatro di Berlusconi», però, poichè questa volta il cavaliere non fa esibizione degli appunti sulla propria agenda di giornata, con gli impegni e gli orari stampati dalla segreteria e diverse aggiunte a mano dal premier.
Però i fotografi puntano lo stesso gli obbiettivi sui fogli nelle sue mani e uno scatto, anche questa volta, rivela di nuovo l’agenda del premier, quella di venerdì scorso, 26 novembre 2010.
Inevitabile che a quel punto la curiosità  di sbirciare non manchi, magari per vedere se anche questa volta, nella giornata del premier, almeno un’attrice ci sia. C’è.
Tra «Crimi (+1)» a Palazzo Grazioli alle ore 13 e la «registrazione audio messaggio» per i Promotori della libertà  alle 14.45, ecco l’appuntamento alle 14 con Elena Russo.
La Russo non è fortunata nella coincidenza.
Perchè il suo nome su quella lista non significa nulla più di ciò che è scritto: un veloce appuntamento con Berlusconi all’ora di colazione prima della sua partenza per Napoli.
Ma inevitabilmente fa ricordare che il suo nome era tra quelli citati nelle intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Napoli.
Nel 2007 erano state registrate alcune conversazioni del premier con l’allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà , che aveva promesso d’interessarsi a impegni da realizzare in Rai.
Un precedente che aveva fatto nascere più d’un dubbio quando, nel 2009, Elena Russo era stata scelta come testimonial in uno spot a favore di Napoli, pagato dal governo per ridare immagine al capoluogo campano ripulito (allora) dopo la prima emergenza rifiuti.
A volte tante citazioni dall’alto possono essere perfino controproducenti.
Lo sa la Russo che aveva risposto alle insinuazioni difendendo la propria professionalità  in un’intervista: «Non sono una raccomandata. Lo spot – aveva spiegato Elena Russo – è stato realizzato da una prestigiosa agenzia, con uno staff creativo d’eccellenza e da un regista del valore di Fabrizio Ferri. Oltre a me c’erano altre due candidate. Sono stata scelta secondo un iter classico – aveva raccontato l’attrice napoletana- in base a delle valutazioni professionali, a dei provini, al curriculum. Lavoro ormai da tanti anni e certe parole, il riproporre ancora questa storia, mi sembra pesante».
Altro che la crisi di governo, le indagini su Finmeccanica, la protesta degli universitari sulla riforma Gelmini, le possibili rivelazioni da Wikileaks sui rapporti con Putin, la brutta figura sui rifiuti di Napoli o il crollo di Pompei: l’agenda politica del cavaliere pare ispirata al motto “un’attrice al giorno leva il medico di torno”.
Probabilmente con “Elena Russo, ore 14” il premier avrà  parlato di come risolvere la crisi politica italiana.
E’ infatti ben noto che , a differenza di Fini che “fa chiacchiere”, Silvio bada solo ai fatti.

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