PER IL CSM IL PROCESSO BREVE SI TRADURRA’ IN UNA AMNISTIA
Aprile 8th, 2011 Riccardo FucileAPPROVATA A LARGA MAGGIORANZA LA RISOLUZIONE CHE CONTESTA L’EMENDAMENTO…RISCHIO PARALISI DELLA GIUSTIZIA E UN FAVORE A MOLTI IMPUTATI…CONTRASTA CON LA CONVENZIONE DELL’ONU CONTRO LA CORRUZIONE E LA CORTE DI STRASBURGO
Un’amnistia.
E neppure troppo mascherata, ma mirata a colpire soprattutto i reati contro la Pubblica amministrazione e la corruzione.
Insomma, quello che serve al Cavaliere.
In un documento molto duro, approvato con 21 voti a favore (hanno votato no i membri laici del Pd), il Csm ha voluto chiarire di che cosa si parla quando si fa riferimento al processo breve indicando, in qualche modo, che anche il parere del capo dello Stato potrebbe non essere dissimile.
Perchè, se si tratta davvero di un’amnistia mascherata, allora dovrebbe essere votata dal Parlamento con i tre quinti dei voti, non certo per via ordinaria.
Forse un suggerimento al capo dello Stato, un’indicazione per basare un eventuale prossimo rifiuto a firmare la legge?
La sensazione che ha dato il voto del documento è stata questa.
D’altra parte Giorgio Napolitano non si è nascosto dietro a un dito davanti alla secca domanda di un cittadino che gli ha chiesto di “fare di tutto, glielo chiedo in ginocchio” per fermare la fabbrica delle leggi ad personam: “Faccio quel che posso”, ha risposto il capo dello Stato.
Una frase sibillina che, tuttavia, ha fatto trasparire quanto l’irritazione di Napolitano sia ancora molto forte.
E il Csm ha riflettuto questo clima attraverso un testo messo a punto dal togato del Movimento per la giustizia, Nello Nappi, dopo un confronto con altri consiglieri di Palazzo dei Marescialli.
Fatto salvo un primo, parziale apprezzamento dell’eliminazione della norma transitoria dall’articolato, quella che avrebbe determinato la “cancellazione automatica di un numero elevatissimo di processi in corso”, il documento punta poi dritto all’obiettivo: l’emendamento Paniz e la prescrizione breve.
Ecco il punto.
L’impatto della “riforma” avrà effetti negativi a regime su tutti i processi futuri; già oggi sono 150 mila i procedimenti che si chiudono con la prescrizione, figurarsi dopo l’approvazione della prescrizione breve.
Un effetto domino capace di paralizzare il funzionamento della macchina giudiziaria fino a minare la base costituzionale della certezza del diritto.
Ma non è neppure tutto.
L’emendamento Paniz è “in netto contrasto” con la Convenzione dell’Onu contro la corruzione, ratificata dall’Italia, che invita gli Stati a “perseguire e giudicare effettivamente i responsabili di fatti corruttivi”.
Oltretutto, la riduzione dei termini di prescrizione “va in direzione opposta” alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo.
Insomma, un documento che ricorda, sia nei toni che nei contenuti, la delibera adottata nel 2005 dallo stesso Csm in occasione dell’approvazione della legge Cirielli che già interveniva sui tempi di prescrizione: “L’applicazione del nuovo regime ai processi in corso – scrisse allora il Consiglio – comporterà la vanificazione di gran parte del lavoro svolto dall’intero sistema giudiziario nel corso di alcuni anni”.
“Allo stesso modo — ha scritto ieri Nappi – è agevole pronosticare che l’impatto della modifica normativa da ultimo proposta sui processi in corso sarà notevole, atteggiandosi come una sostanziale amnistia”.