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IL PRESIDENTE DEL CONIGLIO: ORA SCAPPA DAGLI ELETTORI, NON SOLO DAI GIUDICI

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

UNA VOLTA SI BATTEVA PER LE SUE IDEE, ORA E’ OSSESSIONATO DAI SUOI SPETTRI, PIU’ TIMOROSO DEI PREMIER BALNEARI DI DEMOCRISTIANA MEMORIA… A DESTRA SI DEVE AVERE UN CUORE, NON PENSARE A UN QUORUM, SI DEVE RICERCARE IL BENE DELLA COMUNITA’, NON TUTELARE SOLO I PROPRI INTERESSI…. A DESTRA I PROCESSI SI AFFRONTANO: NON SI SCAPPA DAI TRIBUNALI COME I VIGLIACCHI

Povero Silvio: perdere se stesso per disinnescare un referendum di cui ha il terrore.
Povero premier: costretto ad amputare le sue riforme di cartapesta perchè ora ha una fifa blu di quegli elettori che il suo populismo, un tempo spavaldo e sorridente, gli faceva invocare ogni due per tre.
Una volta, perlomeno, si poteva ancora accusare Silvio Berlusconi di conflitto di interessi.
Adesso, invece, di interesse ne è rimasto uno solo: salvare la ghirba.
Una volta, almeno, ci si poteva confrontare con il berlusconismo provando a misurarsi con le idee che esprimeva.
Adesso il principale nemico delle idee del berlusconismo è Berlusconi stesso. Ovvero il leader che ha abrogato con un tratto di penna la trovata più importante della sua campagna elettorale: il ritorno al nucleare.
E che è stato costretto a disinnescare il più importante (nonchè impopolare) dei suoi provvedimenti legislativi, quello che puntava a trasformare anche l’acqua in un mercato speculativo.
Un tempo si poteva dire qualsiasi cosa, del Caimano, ma non che non si battesse fino all’ultimo sangue per le sue idee.
Adesso ci troviamo di fronte un leader ossessionato dai suoi spettri, dai suoi avvocati, tutto preso a compulsare sondaggi che lo danno a picco.
Per provare a scampare ai processi, il grande Berlusconi che fu è diventato più timoroso dei premier balneari di democristiana memoria.
Il suo vero problema è che la paura di oggi, come il coraggio di ieri, è contagiosa.
Il berlusconismo aveva un cuore, adesso è senza quorum.

dal blog di Luca Telese

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SARA GIUDICE: “QUELLI DEL PDL HANNO CERCATO DI COMPRARMI”: OFFERTO UN POSTO SICURO ALLA MONDADORI SE RIENTRAVA NEI RANGHI

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

L’INTERVENTO DELLA GELMINI, LA PROPOSTA DI UNA FOTO PER SANCIRE LA RIAPPACIFICAZIONE CON LA MINETTI…”NEL PDL SONO IN MOLTI A SPERARE CHE BERLUSCONI SI LEVI PRESTO DALLE PALLE, STANNO ZITTI MA NON NE POSSONO PIU”… “LE PERSONE PER BENE NON RIESCONO A COMPRARLE”

“Mi hanno offerto un posto in Mondadori per rientrare nei ranghi”.
Se proprio in quel momento non fosse arrivata in studio la notizia della solidarietà  espressa da Berlusconi a Roberto Lassini, (l’uomo dei manifesti “Fuori le Br dalle procure”), forse Sara Giudice, la giovane ex pidiellina che ha raccolto 12 mila firme per chiedere le dimissioni di Nicole Minetti dal Consiglio regionale della Lombardia, lo avrebbe detto in diretta ad Annozero.
Invece ha avuto solo il tempo di raccontare che qualcuno aveva cercato di “comprarla”.
Ecco la storia completa.
Sara, chi ha cercato di comprarla?
Poco più di un mese fa ho ricevuto una telefonata di Maria Stella Gelmini. Ero appena stata da Gad Lerner, la famosa puntata della chiamata di Berlusconi in cui parlava di “cosiddette signore” e stavo per essere ospitata ad Annozero. La Gelmini mi chiese di non partecipare alla trasmissione di Santoro, perchè la mia presenza, in un momento di estrema difficoltà  per il presidente del Consiglio, non era opportuna.
A che titolo le ha telefonato?
La Gelmini è stata coordinatore regionale del Pdl e abbiamo lavorato insieme.
E lei cosa ha risposto?
Ho rivendicato il diritto di discutere nel merito la questione che ponevo, cioè il metodo di selezione della classe dirigente all’interno del Popolo della Libertà , cosa che ho tentato, invano, di fare anche con Berlusconi.
E il ministro come ha reagito al suo rifiuto?
Ne ha preso atto. Il giorno dopo ha rilasciato un’intervista a Repubblica accusandomi di aver raccolto le firme perchè, a differenza della Minetti, ero stata esclusa dal listino bloccato. Una questione personale insomma.
E poi cos’è successo?
Qualche giorno dopo sono stata avvicinata da alcuni dirigenti del Pdl, che so per certo essere persone di fiducia di Maria Stella Gelmini. Mi hanno proposto un caffè con Nicole Minetti in favore di telecamera, una specie di “carrambata” per chiudere l’incidente. E per essere convincenti , conoscendo la mia condizione di lavoratrice precaria, mi hanno fatto capire che se avessi accettato ci sarebbe stato un posto sicuro in Mondadori per me.
E lei?
Ovviamente ho rifiutato. à‰ stato in quel momento che ho capito che non c’era più niente da fare e ho lasciato il Pdl per Fli.
Come l’hanno presa i suoi ex compagni di partito?
Dipende. Molti hanno fatto a gara per screditarmi, ma purtroppo per loro non ho nulla da nascondere. Mi hanno accusato di essere la responsabile delle dimissioni del coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà  e la prima cosa che ha detto il suo successore Mantovani è stata “Sara Giudice non ha mai fatto parte del Pdl”, cosa semplicemente ridicola dal momento che ero perfino consigliere di zona 6 a Milano. Poi ci sono quelli – e sono tanti – che mi stringono la mano e confessano di non poterne più, che non vedono l’ora che Berlusconi si levi dalle palle. Ma poi si turano il naso e votano. E lo stesso faranno alle amministrative con la Moratti, anche se è un sindaco che non piace, troppo legata a interessi forti per governare una città  come Milano.
Tutta questo subbuglio per una ragazza di 25 anni. Non le sembra eccessivo?
Non saprei. Mi viene in mente quello che disse Veronica Lario, il drago sarà  sconfitto dalla bambina. Ecco, non penso certo di avere nè questa capacità  nè questa forza, però è evidente che le loro debolezze stanno qui, con le persone per bene che non riescono a neutralizzare o a comprare. à‰ il loro punto debole.
Lei ha partecipato alla fondazione del Pdl, quindi ha deciso di impegnarsi in politica perchè credeva in Berlusconi…
Certo, ma penso che esista un Berlusconi uno e un Berlusconi due. Non che il primo fosse privo di difetti, ma non era certo così delirante.

Stefano Caselli
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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BERLUSCONI È UNO SCANDALO PERSINO PER PLAY BOY: “ VA A PUTTANE INVECE CHE GOVERNARE”

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

NELL’EDIZIONE TEDESCA DELLA RIVISTA, BERLUSCONI VIENE DEFINITO “IL PIU’ PENOSO PREMIER DI TUTTI I TEMPI”… L’INCREDIBILE STORIA DI SESSO E BUGIE CHE AVVILISCE L’ITALIA E FA RIDERE LA GERMANIA

Nei media tedeschi Berlusconi è un protagonista assiduo: scandali, processi, disastri economici, gaffe internazionali, storiacce varie.
Una tv pubblica l’ha perfino utilizzato come spauracchio, per mostrare dove può andare a finire il sistema delle comunicazioni se gli utenti non pagano il canone.
Mancava soltanto l’edizione di Playboy made in Germany.
Che rimedia nel fascicolo in edicola questa settimana (molto atteso, perchè la playmate è un’attrice turca che rompe il tabù del nudo islamico), con ben quattro pagine di servizi dedicati al “Sultan der Poebene” e alla sua “infinita storia di corruzione”.
Sommario: “Come sua santità  l’ipocrita Silvio Berlusconi divenne il più penoso premier di tutti i tempi, e come, nonostante tutto, vuole restarlo”.
Il lungo servizio, accompagnato da due sapide schedine sul bunga-bunga e sull’attitudine del Nostro di “andare a puttane invece di governare”, comincia dall’episodio delle foto strappate all’intimità  di Villa Certosa da Antonello Zappadu e ripercorre tutte le tappe dell’incredibile storia di sesso e bugìe che ha avvilito l’Italia ma non ha mancato (purtroppo) di divertire molti in Germania. E non solo in Germania, of course.
Ricorda le accorate parole sul “marito malato” di Veronica Lario all’indomani del compleanno di Noemi, si sofferma sulle caratteristiche delle girls dell’Olgettina, spiega come e perchè Nicole Minetti è finita a rappresentare i contribuenti nel parlamento regionale della Lombardia e azzarda una stima delle sue misure toraciche (“a occhio e croce una D”), ricostruisce i gusti sessuali del settantaquattrenne anfitrione di Arcore.
Il contenuto, in qualche modo, era stato già  anticipato dal titolo: “Poebene” è il modo con cui i tedeschi chiamano la Val Padana (letteralmente: pianura del Po); ma Po, nella lingua di Goethe, vuol dire anche, scherzosamente, sedere, chiappe, deretano, lato B. Culo.
Lo usano i bambini e gli adulti più disinibiti, ma ha una sua discreta valenza semantica nell’ambito della pornografia.
E quindi si adatta bene al personaggio.
E’ probabile che, più o meno consapevolmente, i redattori di Playboy abbiano giocato anche sul secondo significato.
Magari ispirati da un’icastico confronto che Ruby Rubacuori (le cui avventure sono molto seguite dalla stampa popolare in Germania) istituì tra se medesima e Noemi Letizia: “Lei è la Pupilla, io sono il Culo”.
Il Po, appunto.

Paolo Soldini
(da “Il Fatto Quotidiano)

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ALTRI TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA, 13 MILIARDI IN TRE ANNI: TANTO I LORO FIGLI VANNO ALLE SCUOLE PRIVATE

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

ALTRI 8 MILIARDI SARANNO TAGLIATI QUEST’ANNO CON IL RISULTATO DI 135.000 POSTO IN MENO TRA GLI OPERATORI SCOLASTICI…DAL GOVERNO LA SOLITA AMBIGUITA’: I FONDI ARRIVERANNO DA “MINORI SPESE”

Il documento di economia e finanza appena approvato dal Consiglio dei ministri prevede in tre anni tagli per 13 miliardi al settore dell’istruzione.
Il governo dice che i fondi verranno fuori da “minori spese”, ma secondo opposizione e sindacati, la decisione si risolverà  in un’altra riduzione dell’organico impiegato negli istituti.
Ancora una volta sarà  la scuola a fare sacrifici per sanare il deficit .
Lo prevede il Documento di economia e finanza approvato qualche giorno fa dal consiglio dei ministri su proposta di Giulio Tremonti.
In programma per il prossimo triennio tagli di spesa per 35 miliardi di euro (ma c”è anche chi arriva a quantificare i costi fino a 39 miliardi), e di questi 13 peseranno sul sistema dell’istruzione.
Ma c’è di più.
E’ in dirittura d’arrivo un’altra operazione chirurgica da 8 miliardi di euro che entro quest’anno porterà  a un taglio di 135 mila posti degli organici degli operatori scolastici.
Tremonti vuole risparmiare oltre 4 miliardi di euro all’anno (per i prossimi tre anni).
Secondo Enrico Letta ciò equivale a veri e propri tagli di organici. Interpretazione che il ministro Maria Stella Gelmini ha già  respinto.
Ma allora come si ricaverebbero questi fondi?
“Non è ancora chiaro — dicono i sindacati –   ma se non sono tagli di organico, da qualche altra parte questi risparmi dovranno arrivare. E allora forse non resterà  che intervenire sugli stipendi degli insegnanti, ribadendo il blocco degli aumenti di carriera”.
Ipotesi peraltro che si starebbe già  profilando.
Osvaldo Roman, in un intervento pubblicato su www.scuolaoggi.org, osserva: “Con riferimento alla spesa pubblica valutata rispetto all’andamento del PIL, la previsione relativa all’istruzione scende dal 4,2 del 2010 al 3,7 del 2015 e al 3,2 del 2030.
In sostanza continuano ad incidere gli effetti di una ulteriore riduzione degli organici che proseguono oltre il periodo previsto dalla riforma Gelmini. (2009-12)”.
Altra conclusione di Roman: “Ma un contributo a questo ridimensionamento strutturale della spesa per l’istruzione viene assegnato anche all’eliminazione dell’adeguamento automatico delle retribuzioni del personale della scuola negli anni 2011-2013 e seguenti”.
Per gli insegnanti italiani, insomma, sarà  comunque un avvenire di lacrime e sangue.

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PORCATA IN ARRIVO: VOGLIONO CAMBIARE ANCHE LA LEGGE ELETTORALE PER IMPEDIRE AL TERZO POLO DI ESSERE DETERMINANTE

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

IL GOVERNO VUOLE INTRODURRE AL SENATO UN PREMIO DI MAGGIORANZA SU BASE NAZIONALE ANZICHE’ REGIONALE…ALLA CAMERA PUNTA INVECE A RIDISEGNARE I COLLEGI…IL PARTITO DEGLI ACCATTONI NON SA PIU’ DOVE SBATTERE LA TESTA E SI INVENTA LEGGI INCOSTITUZIONALI

La “porcata due” sta per essere servita, giusto dopo Pasqua.
Ed è qualcosa che supera davvero le peggiori previsioni. La maggioranza fa le cose sul serio. E vuole cambiare la legge elettorale non solo blindando il Senato per evitare che il Terzo Polo diventi dirimente in caso di una vittoria non clamorosa della banda Berlusconi, ma anche ridisegnando i collegi elettorali della Camera per fare in modo di favorire l’elezione di deputati di area con meno voti e avere maggiore controllo delle liste.
Accadrà , si diceva, dopo Pasqua, in parallelo con la riforma costituzionale della Giustizia.
Martedì prossimo il nuovo disegno di legge, che segnerà  un superamento dell’attuale legge Calderoli, sarà  depositato a Palazzo Madama, dove in commissione Affari costituzionali si riprenderà  a lavorare sulla riforma del sistema di voto.
In commissione ci sono già  29 proposte dei vari gruppi, tra cui una del vicepresidente vicario del Pdl, Gaetano Quagliariello, di cui in questi giorni si parlava come possibile testo base.
E invece, hanno spiegato alcune fonti interne al Pdl, quella proposta verrà  ritirata per sostituirla con una di tutto il gruppo Pdl al Senato.
Sui tempi di approvazione, nel partito si mostra cautela, ma è emerso con chiarezza che si punta a un’approvazione al Senato entro l’estate per poi arrivare al via libera definitivo alla Camera già  entro settembre.
Ma sono i contenuti della legge a destare sgomento.
Partiamo dal Senato.
Il Pdl punta a un sistema che era già  presente nel ddl Quagliariello, ovvero la previsione di un premio di maggioranza a Palazzo Madama ma su base nazionale, non più regionale.
In questo modo si otterrebbe di arginare l’influenza del Terzo Polo. Che, in caso di vittoria non schiacciante del Pdl, potrebbe diventare dirimente per la governabilità  del sistema.
In pratica, si vuole evitare che si ripresenti l’eventualità  del governo Prodi, che si ritrovò ad avere al Senato solo una manciata di deputati in più, per giunta con una coalizione troppo ampia e litigiosissima.
Solo che un premio di maggioranza su base nazionale al Senato sarebbe incostituzionale (la Costituzione stabilisce che i senatori siano eletti su base regionale), come ha già  avuto modo di ribadire più volte anche Napolitano, ma la maggioranza tira dritto.
Nel testo della nuova “porcata” sarà  infatti inserito un meccanismo (che i tecnici del Pdl studieranno fino all’ultimo minuto utile) proprio per superare gli steccati della Carta, a partire da una ripartizione del premio di maggioranza Regione per Regione.
E fin qui le novità  sostanziali al Senato per cancellare il Terzo Polo.
Il bello, però, arriva per la Camera dei deputati.
Perchè alle prossime elezioni, che potrebbero anche arrivare prima del 2013, il Pdl non è affatto certo di fare il pieno.
E, allora, oltre ad avere un Parlamento di nominati, meglio ci sia anche una Camera di prescelti.
Perchè si comincia con il rimettere mano alla grandezza dei collegi.
Come hanno sempre sostenuto i democristiani, non è la legge elettorale che fa la differenza, è come si disegnano i collegi che determina i punti di forza.
Il Pdl punta su circoscrizioni più piccole, dove siano necessari meno voti per essere eletti.
Le sorprese, ne siamo certi, non finiscono qui, ma il tenore dei temi portanti di questa riforma fanno capire quanto l’attuale classe politica di maggioranza sia lontana da un’idea di ritorno alle preferenze e quindi ad un sistema che restituisca il potere nelle mani del cittadino elettore.
Al momento, contro questa ennesima “porcata”, di gran lunga superiore al porcellum firmato da Calderoli in tempi meno sospetti di quelli attuali, si è scagliato solo Casini e nella parte che lo riguarda direttamente, ossia il premio di maggioranza su base nazionale al Senato fatto apposta per escludere lui, Fini e Rutelli.
Non una parola sulla questione della ridefinizione dei collegi alla Camera che rappresenta la vera, nuova porcata che Berlusconi vuole regalare all’Italia.
Eppure, se i numeri restano questi, il rischio che tutto venga approvato prima di elezioni anticipate è più che concreto.
L’accordo nella maggioranza è quello di far partire al Senato la riforma della legge elettorale (a cui verrà  associata la riforma dell’assetto Stato), mentre Montecitorio sarà  impegnata con la riforma della Giustizia di Alfano.
Subito dopo le elezioni amministrative, il Pdl partirà  a testa bassa per portare a casa il prima possibile tutte le leggi che interessano il premier e la sua maggioranza.
L’ennesima legge ad partitum che cercheranno di far approvare per non mollare il potere. Sarebbe divertente, in caso di sconfitta del centrodestra, vederli puoi ridotti ai minimi termini, grazie alle loro stessi leggi.
Ma nella loro delirante presunzione non si rendono neanche conto che i loro sporchi giochi sono finiti.

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NAPOLI TRA TURISTI E MONNEZZA: FALLISCE IL PIANO PASQUA PULITA

Aprile 23rd, 2011 Riccardo Fucile

E’ SEMPRE EMERGENZA SPAZZATURA NELLA CITTA’ PARTENOPEA, ANCORA ROGHI DI IMMONDIZIA…IL CENTRO CITTA’ E’ SPORCO: PESSIMO BIGLIETTO DA VISITA PER I NUMEROSI TURISTI

Arrivano i turisti e rimane l’immondizia.
Coincidenza nefasta per la peggiore cartolina della città .
Fallisce il piano straordinario per la “Pasqua pulita”. Napoli accoglie stranieri e italiani con le strade soffocate dai rifiuti (a terra 900 tonnellate), che cominciano a putrefarsi (visto il caldo e la raccolta che porta un ritardo di almeno tre giorni), sparpagliarsi, spappolarsi.
E aumentano anche i roghi della disperazione, tra cassonetti carbonizzati, emissioni di diossina e una città  sempre più sporca, complici anche i manifesti elettorali che hanno cominciato a invadere muri, fioriere, cancelli.
«Ai candidati sindaci e ai partiti che li sostengono – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – chiediamo un patto di senso civico per il rispetto della legalità  nell’affissione di manifesti elettorali e dare istruzioni chiare a coloro che sono incaricati delle affissioni. Ai napoletani chiediamo di monitorare le mura della città  e di ricordarsi di non votare i candidati e i partiti che deturpano la città  con manifesti abusivi. Non possiamo e non dobbiamo essere loro complici».
La fotografia della città  è e rimane drammatica.
La city è invasa dalla spazzatura (cumuli record in via Ferdinando del Carretto), così come le strade a ridosso di via Chiaia e via Toledo, “ziggurat” di spazzatura in periferia, con interventi straordinari di rimozione in via Cinthia, a Fuorigrotta e in via Montagna Spaccata, a Pianura.
Cresce anche il numero dei roghi dolosi, non solo di notte, su cui intervengono i vigili del fuoco: una trentina quelli registrati, alcuni persino nelle vicinanze delle Curia arcivescovile.
Sono state conferite poco più di 1.300 tonnellate, pari alla produzione quotidiana della città  durante periodi festivi.
Il piano è fallito perchè gli stir non ce la fanno ad assorbire una raccolta extra. Caivano e Santa Maria Capua Vetere sono quasi saturi per la giacenza di frazione organica e accolgono solo 200 tonnellate a notte mentre la discarica cittadina di Chiaiano non può accogliere più di 100-150 tonnellate al giorno. Ad aggravare la situazione, Acerra, con una linea del termovalorizzatore ferma da giorni.
In questo scenario (in via Crispi la strada è invasa di documenti e carte gettate al lato di un cassonetto e i marciapiedi sono impraticabili; cassonetti incendiati vicino alle poste di piazza Matteotti; ai Quartieri Spagnoli i rifiuti sono alti quasi un piano; Fuorigrotta è in ginocchio) si avventurano i turisti.
Passeggiando per la città , in centro storico e davanti ai musei, se ne vedono tanti: tedeschi, francesi e giapponesi, oltre a italiani.
Anche le previsioni della Gesac sono buone: i passeggeri previsti in arrivo e partenza dall’aeroporto di Napoli sono 45 mila sulle rotte nazionali, 35 mila sui voli di linea internazionali e 10 mila sui voli charter.
Ma ai turisti la città  che si presenta è una città  sporca e invasa dai miasmi dell’immondizia non raccolta.

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