Giugno 21st, 2011 Riccardo Fucile
CON UNA LEGGINA AD PERSONAM, RADIO PADANIA E RADIO MARIA HANNO AVUTO A SUO TEMPO IL RICONOSCIMENTO DI RADIO COMUNITARIE CON POSSIBILITA’ DI ACCENDERE NUOVI SEGNALI SUL TERRITORIO… RADIO PADANIA HA INVASO L’ITALIA, OCCUPA GRATIS LE FREQUENZE, GRAZIE ALLA LEGGE VOLUTA DA UN LEGHISTA, E POI LE RIVENDE A PREZZI DI MERCATO GUADAGNANDO GROSSE CIFRE
Ma cosa se ne fa Radio Padania di un impianto di ripetizione nel comune di Morcone, provincia di Benevento?
O di un altro sulla cima del Colle Tora, nel Lazio?
Li vende e ci fa cassa.
Il mercato delle frequenze e delle antenne assume a volte accelerazioni improvvise e sfocia in patti tra emittenti.
L’ultimo agreement in ordine di tempo è stato sottoscritto tra l’antenna del Carroccio e Monradio, società della galassia Mondadori proprietaria di Radio 101 e dunque parte integrante dell’impero mediatico di Silvio Berlusconi.
La compravendita tra le due protagoniste dell’etere è stata raccontata dal sito Linkiesta, che ieri annunciava addirittura «Mondadori vuole comprarsi Radio Padania».
In realtà le cose stanno in maniera differente.
L’autorità antitrust ha dato il via libera a un passaggio di mano di una serie di impianti di trasmissione sparsi in giro per l’Italia.
L’emittente di via Bellerio cede a Monradio le frequenze (e relativi impianti) in sei località : Bassano del Grappa (Vicenza), Gargnano (Brescia), Morcone (Benevento), Premolo (Bergamo), Colle Tora (Roma) e Torcegno (Trento); in cambio riceve l’impianto di Monte Pascolet nel Bellunese.
Un accordo che vincola ancor di più gli interessi di Bossi e quelli del Cavaliere?
Non proprio, in realtà questo tipo di scambio è assai meno infrequente.
La legge italiana impedisce alle emittenti private di accendere nuovi segnali sul territorio nazionale; possono però acquistare frequenze da altre stazioni.
Unica deroga era stata concessa alle cosiddette «radio comunitarie», portavoce di partiti o movimenti.
Che in Italia si riducono a due soggetti, Radio Maria e appunto Radio Padania.
Queste ultime hanno occupato l’etere un po’ in tutta Italia ma come nel caso della Lega finiscono per cedere quelle non ritenute strategiche.
L’operazione con la berlusconiana Monradio, così come altre nel recente passato, si è dunque tradotta con un buon afflusso di euro per le casse di via Bellerio.
argomento: Bossi, Costume, denuncia, economia, governo, LegaNord, Politica | Commenta »
Giugno 21st, 2011 Riccardo Fucile
I MIGRANTI SBARCATI QUEST’ANNO IN ITALIA SONO STATI 42.534, DI CUI 18.312 DALLA LIBIA E 24.222 DALLA TUNISIA…DALLO SCOPPIO DELLA GUERRA IN LIBIA SONO ARRIVATI MENO DI 19.000 PERSONE: NELLO STESSO PERIODO LA TUNISIA HA ACCOLTO 288.082 LIBICI E 190.705 MIGRANTI
L’Italia non è terra per profughi: il governo italiano, con un decreto legge lampo, allunga a 18 mesi i tempi di detenzione nei Cie e stringe un accordo con l’opposizione libica al fine di rimpatriare i profughi di guerra.
Al 14 giugno scorso i migranti sbarcati in Italia sono 42.534, di cui 18.312 dalla Libia e 24.222 dalla Tunisia (fonte UNHCR).
“Molto si è parlato di emergenza e numeri ingestibili – dichiara il direttore del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati ), Christopher Hein – voglio solo ricordare due cifre per dare un’idea più equilibrata delle vere emergenze: dalla Libia sono arrivati in Italia dallo scoppio della guerra meno di 19mila persone. Nello stesso periodo la Tunisia ha accolto 288.082 libici e 190.705 migranti provenienti da altre nazioni, mentre l’Egitto 288.082 libici e 190.705 migranti”.
“Vogliamo denunciare che non si può calpestare il principio di non refoulement – denuncia l’Arci nazionale – e dislocare la nostra frontiera in una zona di guerra in nessun caso, tanto meno in nome di interessi di partito o di coalizione. Solo nel 2011, è certo che circa 2500 persone sono morte nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere le nostre coste. Morti non per fatalità , ma per responsabilità di chi impedisce loro di partire in sicurezza per sfuggire alle bombe e alle persecuzioni”.
“In questi ultimi giorni abbiamo assistito a diverse misure prese dal governo che ci preoccupano sia per il messaggio che lanciano, sia per le conseguenze che hanno sulle persone – sostiene Savino Pezzotta, presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati – Il decreto del consiglio dei ministri che prolunga a 18 mesi la detenzione nei Cie non solo è inefficace, ma esplicitamente punitivo. Voglio ricordare che 18 mesi di detenzione è una pena normalmente inflitta per reati di media gravità . Non solo. L’accordo raggiunto dal governo con il Comitato nazionale di Transizione libico (Cnt) è del tutto inaccettabile perchè si basa sull’idea che possano essere rinviate persone verso un’area di guerra”.
“Debbo esprimere un apprezzamento per il lavoro fatto dalla Guardia costiera italiana e dalle altre forze che operano nel mare – ha detto ancora Pezzotta – hanno salvato molte vite intervenendo, giustamente, anche quando sarebbe stato di competenza e responsabilità di Malta. Nelle regole di ingaggio delle forze operanti nel canale di Sicilia deve essere assolutamente incluso il salvataggio in mare. In questo momento inoltre è necessario fare un passo ulteriore, cercando di mettere in atto tutto gli sforzi possibili per evitare tali tragedie. Dobbiamo dare alternative alle persone rispetto agli arrivi coi barconi. Come? Attraverso programmi non solo italiani, ma europei di reinsediamento dei rifugiati e arrivi protetti”.
Pezzotta denuncia anche “molte le lacune nell’accoglienza dei profughi” arrivati dal Nord Africa: “E con tutto il rispetto per la protezione civile, dobbiamo constatare che in molte Regioni gli impegni presi non sono stati rispettati. Il CIR insiste che l’accoglienza non può e non deve esaurirsi nella pura fornitura di vitto e alloggio, ma deve prevedere dei servizi alla persona. Soprattutto per quelli che hanno chiesto asilo allo Stato italiano. Accogliere un rifugiato non significa dare una camera in un albergo, ma anche fornire assistenza legale, sociale e psicologica”.
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