Luglio 31st, 2011 Riccardo Fucile
FINI, CASINI E RUTELLI ALL’ATTACCO: “ALFANO COMPIA UN ATTO DI CORAGGIO PER APRIRE UNA FASE NUOVA E SI ARRIVI ALLA NOMINA DI UN NUOVO PREMIER DI ALTO PROFILO E CON UN PROGRAMMA FORTE”… D’ALEMA SCHIERA IL PD: “NOI CI STIAMO”…IL PDL SI CHIUDE IN BAGNO
Costringere Berlusconi alle dimissioni per realizzare un nuovo governo di unità nazionale sostenuto da una maggioranza bipartisan.
Il Terzo Polo schiera i suoi tre leader per far arrivare il suo messaggio a chi nel Pdl voglia aprire una nuova stagione senza il Cavaliere.
In tre interviste pubblicate stamattina su tre quotidiani, Casini, Fini e Rutelli chiedono all’unisono un “armistizio fra l’attuale maggioranza e le forze più responsabili delle opposizioni”.
Una proposta che trova, nel Pd, l’adesione di Massimo D’Alema, mentre viene respinta in maniera compatta dal Pdl.
Parlando con il Corriere della Sera, Pier Ferdinando Casini vede nella pace tra maggioranza e l’opposizione più responsabile la possibilità per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare al più presto un nuovo premier .
Un nuovo leader che sia “politico e non tecnico”, ha spiegato Casini.
Gli ha fatto eco dalle colonne del Quotidiano nazionale Francesco Rutelli, aggiungendo che il nuovo leader sarà anche “di alto profilo e con un programma forte”, oltre che sostenuto da una “maggioranza bipartisan di unità nazionale”, con il compito di mettere in campo nuove misure contro la crisi e tentare la riforma della legge elettorale.
Quindi Fini, sul Messaggero, bolla come “da irresponsabili a fronte della più che legittima richiesta al premier dei gruppi di opposizione di riferire subito in Parlamento sulla crisi, tanto più dopo un allarme comune delle parti sociali di cui non ho memoria di precedenti, che Berlusconi e il governo facciano finta di niente e per ora preferiscano andare in vacanza come se niente fosse”.
I tre leader terzopolisti si rivolgono esplicitamente e in particolare a un interlocutore: Angelino Alfano, il nuovo segretario del Pdl e il solo in grado di fare “un atto di coraggio per aprire la fase nuova, indispensabile per la drammatica situazione del Paese in crisi”.
In cambio, e senza essere “una sua penalizzazione”, ha incalzato in particolare Casini, è necessaria “l’uscita di Berlusconi da Palazzo Chigi”.
Uno scenario al quale aderisce, sul fronte del Pd, Massimo D’Alema: “Tutti – ha detto il presidente del Copasir – dovrebbero capire che Berlusconi porta alla rovina. Non soltanto l’economia ma anche il sistema democratico”. Secondo D’Alema ora “anche nella destra c’è chi comincia a capirlo.
Si facciano coraggio prima che sia troppo tardi”. In ogni caso “noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità “.
Qulla del Terzo Polo è una “buona idea” anche secondo il democratico Giorgio Merlo, vicepresidente Commissione Vigilanza Rai.
“Dall’onorevole Casini arriva oggi una proposta seria per uscire dall’impasse in cui versa il nostro Paese e, soprattutto, il governo. Visto che, nell’opposizione, non rientriamo tra coloro che lavorano tenacemente per il ‘tanto peggio tanto meglio’, la soluzione di Casini può rappresentare un’utile opportunità , e realmente percorribile, per fare uscire il Paese dal pantano in cui si è cacciato dopo tre anni di governo del centro destra”, afferma in una nota.
Apparentemente compatto il rifiuto del Pdl: “Non ci sarà nessun suicidio assistito, nè defezioni nei numeri della maggioranza: governo e premier non cambieranno fino al termine della legislatura”, hanno replicato il capogruppo Fabrizio Cicchitto e i ministri Altero Matteoli, Anna Maria Bernini, Saverio Romano, Gianfranco Rotondi.
Secondo Cicchitto, i tre leader sono uniti solo da una pregiudiziale anti Berlusconi.
Secondo il vicepresidente dei deputati del Pdl, Napoli, “drammatizzano la situazione”.
Per il ministro Romano è ancora in piedi un complotto contro il governo mentre per il neo ministro Bernini e per il ministro Matteoli si tratta solo di “demagogia pura”.
Alle opposizioni i berlusconiani rispondono con una sfida: portare al voto a settembre una nuova mozione di sfiducia al governo e contarsi in aula alla Camera.
Mossa prevista dall’Idv che un paio di giorni fa aveva infatti presentato un suo testo. “E’ ovvio che la voteremo anche noi – ha detto Casini anticipando la posizione dell’Udc – ma non sbloccherà la situazione. Sono Pdl e Alfano a doversi muovere”.
Le vancanze dunque partono, ma sul fermo immagine di un braccio di ferro ancora del tutto immobile.
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Luglio 31st, 2011 Riccardo Fucile
GEO SRL: INSOLVENZA MILIONARIA NEI CONFRONTI DEL FISCO
La Geo srl e’ stata dichiarata fallita.
Questo il verdetto emesso dal collegio del tribunale di Savona che si era riunito per decidere in merito all’istanza fallimentare presentata dalla procura di Savona per la Geo Srl, una delle tante società della galassia di Andrea Nucera.
A carico dell’azienda pendeva già un procedimento penale per reati fiscali di poco conto, ma gli accertamenti via via hanno svelato che l’insolvenza ha in realtà un carattere vertigionoso: la società avrebbe accumulato nei confronti del fisco un debito di 10 milioni di euro.
l tribunale savonese avrebbe ritenuto insanabile la situazione debitoria della società albenganese; il crack ammonterebbe ad oltre 10 milioni di euro, le cartelle fiscali non sarebbero mai state pagate e l’azienda avrebbe anche una notevole esposizione bancaria.
Non si esclude che il conto finale possa essere piu’ salato e una cifra più precisa si avrà solo una volta che il curatore nominato dal tribunale avrà analizzato i libri contabili.
La Geo Ssrl in passato era la società capofila dell’impero Nucera che spazia dalle costruzioni agli alberghi in Liguria, Sardegna e Madagascar. Ora dopo una serie di cambi societari la holding del gruppo sarebbe la Inpar Srl.
30 luglio 2011 (da Il Vostro Giornale)
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Fallimento Inpar ex Geo: attesa decisione giudici
Il mondo economico provinciale attende col fiato sospeso la decisione del tribunale civile di Savona sull’istanza di fallimento per la Inpar Srl (ex Geo Srl), la seconda società della galassia Nucera per la quale la Procura della Repubblica ha chiesto di dichiarare fallimento.
Secondo gli inquirenti, la situazione contabile di questa azienda sarebbe peggiore rispetto a quella della Geo Costruzioni, il sodalizio le cui sorti saranno decise mercoledì prossimo dal collegio giudicante.
30 Luglio 2011 (da Radio Savona Sound)
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Geo Srl: insolvenza milionaria nei confronti del fisco
Si è svolta questa mattina in tribunale l’udienza per la valutazione dell’istanza di fallimento, promossa dalla Procura di Savona, verso l’ormai ex Geo Srl, una delle società gravitanti intorno all’impero immobiliare Nucera.
A carico dell’azienda pendeva già un procedimento penale per reati fiscali di poco conto, ma gli accertamenti via via hanno svelato che l’insolvenza ha in realtà un carattere vertigionoso: la società avrebbe accumulato nei confronti del fisco un debito di 10 milioni di euro.
In sostanza, le cartelle fiscali non sarebbe mai state pagate e l’azienda avrebbe anche una notevole esposizione bancaria.
Secondo la Procura della Repubblica, dunque, si ravvisavano gli estremi per l’istanza fallimentare.
Quella che era la Geo Srl, con una serie di cambi di sede e di denominazione sociale, è diventata Inpar Srl.
In precedenza si occupava di costruzioni e interventi edilizi (si veda l’ex oleificio di Vadino) all’interno della holding capitanata dall’imprenditore albenganese.
Il giudice civile Marcello Bruno si è riservato sulle decisioni questa mattina e da ora scattano cinque giorni di tempo per una pronuncia sull’istanza di fallimento. Salvo rinvio, che è stato domandato dal collegio difensivo.
Sempre nella galassia di Nucera, rimane aperta la controversia sull’altra consociata, la Geo Costruzioni Srl, destinataria di una richiesta di procedura fallimentare avanzata sempre dalla Procura (mentre il creditore originario da cui era partita l’istanza, la società Pelganta di Trontano, ha desistito in quanto nel frattempo pagata).
29 luglio 2011 (da “Il Vostro Giornale”)
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La Geo Costruzioni verso il fallimento: spunta un nuovo creditore
Nuova istanza di fallimento per società del gruppo Nucera: domani si discute la situazione della Geo Srl
Fallimento in vista per la Geo Costruzioni Spa, la nota società con interessi ramificati nel ponente savonese che si è occupata, fra l’altro, del cantiere cerialese dell’area T1.
L’istanza fallimentare sarà discussa il prossimo 3 agosto, dopo essere stata rinviata proprio questa mattina su insistenza del collegio difensivo che tutela la consociata del gruppo Nucera.
In prima battuta, a chiedere la dichiarazione giudiziaria di insolvenza è stata un’azienda di Domodossola, la Pelganta Snc, che vantava un credito di circa 10 mila euro nei confronti della Geo.
In sede di causa civile è partita una segnalazione al tribunale sulla stato di affidabilità economica della società di costruzioni, rientrante nella holding capitanata dall’albenganese Andrea Nucera, tanto che la stessa Procura savonese ha avanzato un’istanza di fallimento.
Le due pratiche sono state unificate.
Mentre la Pelganta stamane si è ritirata, dichiarando desistenza in quanto già pagata nel frattempo, è però comparso un nuovo creditore.
Si tratta di un soggetto che avrebbe un credito di diverse decine di migliaia di euro nei confronti della Geo Costruzioni, secondo quanto trapelato superiore ai 100 mila.
I difensori della controllata di Nucera hanno chiesto tempo per poter approfondire la perizia di parte svolta per conto della Procura sullo stato di salute finanziaria della società , che intanto è già stata posta in liquidazione.
Le richieste di verifica sulla perizia sono state accolte dal giudice e l’esame dell’istanza fallimentare è stata aggiornata a mercoledì 3 agosto.
La Geo Costruzioni era impegnata nei lavori edilizi della T1 di Ceriale, operazione immobiliare bloccata dall’inchiesta della Procura savonese per presunta lotizzazione abusiva e irregolarità edilizie.
29 luglio 2011 (da “Il Vostro Giornale”)
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Fallimento della Cesam, 5 persone rinviate a giudizio per bancarotta fraudolenta: c’è anche Andrea Nucera
Il giudice per l’udienza preliminare Emilio Fois ha rinviato a giudizio cinque persone, accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta, nell’ambito dell’indagine che aveva fatto seguito al fallimento della Cesam Srl, una ditta che forniva materiali edili, dichiarata fallita nel 2009. In aula, il prossimo 8 febbraio, alla sbarra ci sarà anche l’imprenditore Andrea Nucera, 43 anni.
Oltre a lui a giudizio finiranno Fulvio Da Rold, 49 anni, Fabrizio Meirano, 45 anni, Marcello Torterolo, 48 anni, e Massimo Fantoni, 48 anni.
Secondo l’accusa Nucera sarebbe coinvolto nel fallimento della Cesam, che aveva debiti per circa un milione e mezzo di euro, perchè avrebbe costituito una sua srl, la Geosam, per acquistare alcuni crediti dell’azienda di forniture che ormai si trovava in una situazione difficile.
16 marzo 2011 (da “Il Vostro Giornale”)
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
IL MAGGIORE QUOTIDIANO DELLA LIGURIA SVELA CHE LA SEDE DELLA FIUMARA E’ STATA DATA IN COMODATO D’USO GRATUITO A NAN DA UN ATTENZIONATO DALLA DIA, PLURI-INDAGATO E CON ISTANZE DI BANCAROTTA IN ATTO….NAN E’ IL LEGALE DI NUCERA ED E’ STATO ANCHE SUO SOCIO
Perchè la sede ligure di “Futuro e Libertà ” è ospitata, di fatto gratuitamente, nelle proprietà di un imprenditore pluri-indagato, sulle cui società incombe pure lo spettro della bancarotta?
E perchè il segretario regionale del partito di Fini è stato socio dello stesso impresario, oltre a esserne il legale storico, prima di sfilarsi, un annetto fa circa, cedendo le sue quote?
Sono parecchio agitate le acque all’interno di Fli in Liguria.
Un mese fa un gruppo di frondisti ha lasciato il movimento in disaccordo con la conduzione di Enrico Nan, nominato di fresco plenipotenziario.
E non è un mistero che all’origine degli ultimi polveroni, oltre a svariati dati giudiziari, ci sia un’ormai insanabile frattura tra due anime politiche lontane anni luce.
Però se all’inizio di luglio la bufera s’era sollevata dopo la rivelazione di un incontro tra Nan e Gino Mamone, il re delle bonifiche processato a Genova per corruzione e sotto inchiesta per vari reati, e per il ruolo di presidente di sezione affidato a un ex tassista, coinvolto in passato in oscuri affari petroliferi con lo stesso Mamone in Libia, oggi il casus belli è un po’ diverso.
E, lo confermano qualificate fonti al Secolo XIX, è da qualche settimana sul tavolo del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Per ripercorrere la vicenda bisogna ricollegarsi alla figura di Andrea Nucera.
Costruttore tra i più noti del savonese, fama da duro, Nucera è formalmente indagato dalla Procura di Savona per abuso edilizio e lottizzazione abusiva (il pm Filippo Ceccarelli aveva posto sotto sequestro il cantiere T1 di Ceriale, teatro di una operazione edilizia in grande stile, inviando avvisi di garanzia pure ad amministratori, tecnici comunali e a un commissario della Municipale), mentre in passato era finito nei guai per la realizzione di una villa in un terreno agricolo.
Non solo.
E’ notizia degli ultimi giorni l’istanza di fallimento, presentata sempre dalla magistratura savonese, nei confronti di due delle sue tante aziende.
Nucera è oggi al vertice della Geo Holding srl dal capitale di 10 milioni di euro e amministratore unico della Ager.
Ma in passato, e le visure camerali parlano chiaro, insieme all’attuale segretario regionale di Fli, Enrico Nan, era stato socio della Thea srl: Nan tramite la società “Famiglia srl” di cui possedeva quote, Nucera attraverso la Geo, un’altra delle sue creature, molte delle quali risultano in cessata attività .
Fatto sta che, secondo gli accertamenti condotti in modo più o meno riservato dai vertici di Futuro e Libertà , la Geo Servizi immobiliari, al tempo riconducibile a Nucera, ha ceduto in comodato d’uso la sede di via Antica Fiumara, ponente cittadino non lontano dal centro divertimenti, dove effettivamente Fli ha la sua base regionale.
E la domanda che rimbalza tra molti iscritti – compresi i 25 ex dirigenti che hanno presentato dimissioni a raffica nelle scorse settimane – è secca: quanto è opportuno che la guida del partito sia così tanto legata a un uomo d’affari da tempo sotto la lente dei pm, e con un paio di avvisi di garanzia sul groppone per fatti non proprio irrilevanti?
E soprattutto: non c’era altra strada per ottenere un locale a prezzi ragionevoli, se non quella di farsela regalare da quel costruttore?
Il Secolo XIX lo ha chiesto direttamente a Enrico Nan: “Io nella mia vita mi sono sempre mosso nel solco della legalità , tutto ciò che ho fatto è lecito e ogni azione è stata compiuta nell’interesse delle persone che rappresento e che ho rappresentato”.
Nan definisce poi “un fatto privato” l’accordo con Nucera per l’affidamento degli spazi alla Fiumara, non smentendo che si tratti di comodato d’uso a costo zero.
“Credo che solllevare questioni del genere sia strumentale, insufflare polemiche non credo faccia bene a nessuno” conclude Nan.
Difficile, molto difficile che gli animi si rasserenino.
E lo dicono prima di tutto i numeri: 420 gli iscritti a Genova, dei quali 300 pronti a lasciare Nan per la questione etica.
In attesa che Roma prenda una posizione più netta.
Matteo Indice
(da “il Secolo XIX“)
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
GLI AFFARI DI NUCERA NEL SAVONESE CON ENTI PUBBLICI NEL “PROGETTO PONENTE”… LA SOCIETA’ THEA CREATA CON LA FAMIGLIA SRL DI ENRICO NAN….LE MILLE PARTECIPAZIONI DI GEO IN ALTRE SOCIETA’ COLLEGATE
Pochi giorni fa a Savona è tornata alla ribalta la cosiddetta “emergenza case”, alquanto bizzarra per una città tra le più sfitte d’Italia.
Lo scorso anno le case popolari vuote erano 23.
L’ “emergenza case” corre e ricorre. Un anno fa un autorevole quotidiano titolava, per cambiare: “EMERGENZA CASE: TRE PROGETTI PRONTI A PARTIRE” .
In Liguria le case popolari sono un’ A.R.T.E. (Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia)
A Savona l’ex IACP è un’ “azienda”, inventata nel 1999 con delibera regionale, ha sede proprio in Via Aglietto a due passi dall’area paludosa,
A proposito della palude / discarica di Corso Ricci dichiara a La Stampa di Savona “…c’è già il permesso a costruire, è un progetto portato avanti da “Progetto Ponente Srl” di cui l’A.R.T.E. detiene il 51% …”
La sede della Progetto Ponente in via Aglietto 90 a Savona coincide con quella della A.R.T.E.
Coincide anche il presidente del consiglio di amministrazione, lo stesso Cesare Rè.
Il “restante” 49% appartiene ad una società manco a dirlo di Milano, la GEO Srl, che vedremo tra poco.
Nel consiglio di amministrazione della Progetto Ponente Srl, che ha ambizioni cementizie sulla palude di Corso Ricci, troviamo molti sindaci / consiglieri della stessa A.R.T.E.(ex case popolari)
Il restante 49% è della GEO Srl di Viale Piave, 41 a Milano, a sua volta controllata a maggioranza dalla lussemburghese GEO LUXEMBOURG S.A. (Boulevard Royal, 8, Città del Lussemburgo) : Andrea NUCERA ne è l’amministratore unico, ed è noto anche per il progetto delle contestate torri di Albenga, mai realizzate grazie alla poderosa saccagnata di Striscia la Notizia dove vennero definite Le Torri del Mangia Mangia” 🙂
Striscia fu trascinata in giudizio. Difesa dall’avv. Salvatore Pino vinse su tutti i fronti con una sentenza del giudice Princiotta di Albenga, che è già nella storia della Libertà di Pensiero, di Stampa e di Satira.
Questa GEO Srl, che ci riprova a Savona con l’aiuto dell’ A.R.T.E., partecipa in un’autentica miriade di società italiane tra le quali, tenetevi:
Ragoli Srl (SV), Cuboquadro Spa (MI), Clio Srl (MI), Regilco Srl (MI), Progetto Ponente Srl (SV), Finalediciassette Srl (MI), Pietradue Srl (MI), Hotels & Residence Resort Srl (SV), GEO Hotels & Residence Srl (MI), la GEO Casa Srl (SV), GEO Imperia Srl (SV), FIN.PAR. Srl (SV), Immobiliare Luceto Srl (MI), GEOBloc Srl (SV), Cairo Immobiliare (SV), Porta Torlaro Srl (SV), GEOForte Srl (SV), Progetto Melfi Srl, THEA Srl (SV), GEO Sviluppo Immobiliare Italia Srl (SV), GEO Sviluppo immobiliare Estero Srl (SV), GEO Gestioni Immobiliari Srl (SV, con 52 milioni di capitale sociale dichiarato), ACTA Diurna Srl (SV), GEO Logistica Srl (RE), PAGEO Srl (RE), Marea Neagra Srl (BS), Holiday Real Estate Srl (COMO), Soil Washing Srl (BS), LAZIM Srl (BG), Romana12 Srl (MI), Cogoleto Coast Srl (MI), Società Italiana per Investimenti nei Balcani Srl (MI), SAN Invest Srl (BG), GEO Costruzioni Spa (SV), GEO Environment & Energy Srl (MI), GEO Welfare Infrastructures & Services Srl (MI), Costruzioni San Mauro Srl (BS), Castelli Immobiliare Srl, ed altre…
La cosa curiosa è che da alcune rapide carotazioni emerge che molte di queste società sono a loro volta partecipate dalla stessa GEO Srl, che ridendo e scherzando sfoggia un attivo pari al passivo di ben € 222.154.239, salvo errori ed omissioni.
Ragioni Sociali con inclinazioni autofaghe o cannibali.
Nella dantesca girandola societaria tra Savona, Milano, Brescia e Como, THEA Srl almeno è un nome originale.
Meno i proprietari, tra i quali di nuovo Andrea DAMELE candidatosi a Savona nel 2006 e indagato nel 2008 insieme ad Andrea Nucera, e consigliere della Progetto Ponente Srl (quelli che vogliono costruire in palude sul Letimbro, là dove doveva sorgere la nuova caserma dei CC sulle aree della ex fonderia Balbontin in Corso Ricci)
Poi ci sono la “PIETRADUE Srl” e la “FINALEDICIASSETTE Srl” Entrambe con sede a Milano Viale Piave 41 ed entrambe controllate dalla GEO dell’arch. Andrea Nucera. Pietra, Finale, Albenga, Savona…
Colpisce poi il nome di un’altra società , che nell’ambito di THEA partecipa ad una compravendita ed è il top del concetto di privatizzazione:-) “FAMIGLIA SRL”. Sede a Pietra Ligure, proprietà di Carlo ed (On.) Enrico NAN.
Quando vediamo finalmente il progetto di quel che si vorrebbe costruire al posto della palude di Corso Ricci, verrebbe da intitolare il viale al papà di Striscia la Notizia, dare una ripulita e farci un bel parco giochi in stile Monopoli.Tiriamo dritto, che qui ce n’è, e più avanti c’è un’altra Meraviglia.
Mario Molinari
(da “Savonanews”)
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
PER IL DIFENSORE NAN SI TRATTA DI “INUTILI ALLARMISMI, IL GRUPPO E’ SOLIDO”
Si profila un’estate difficile per il gruppo immobiliare Nucera, tra i principali colossi del mattone in provincia di Savona.
Questa mattina, il giudice civile Marcello Bruno affronterà una nuova istanza di fallimento per la Geo Srl, nome di spicco nella galassia dell’imprenditore cerialese.
La causa è stata intentata da un creditore dell’impresa ed è la seconda nel giro di pochi giorni, dopo quella aperta mercoledì mattina nei confronti della società controllata Geo Costruzioni dall’azienda piemontese Pelganta, da un cittadino milanese e dalla Procura della Repubblica, preoccupata per il rischio di insolvenza nei confronti dei fornitori.
Due giorni fa, l’impresario Andrea Nucera, rappresentato in aula dagli avvocati Enrico Nan, Roberto Romani e Roberto Allegri, ha risposto alle sollecitazioni del procuratore Francantonio Granero e del sostituto Ubaldo Pelosi vantando un attivo di bilancio superiore ai duecento milioni di euro.
Per tentare di sanare la controversia, il costruttore ha saldato il conto da novemila euro con gli artigiani di Trontano (Verbania-Cusio-Ossola) e presentato una fideiussione per garantire la possibilità di onorare gli altri impegni economici.
Il giudice Bruno, alle prese con entrambe le vertenze, ha deciso di rinviare l’udienza fallimentare a mercoledì.
A poche ore dalla prima disputa giudiziaria sui conti dell’impero Nucera, arriverà oggi in tribunale a Savona un’altra richiesta di fallimento per il mancato rispetto di un accordo da parte della Geo Srl.
«Tutta questa vicenda è opinabile e va interpretata nella giusta ottica, perchè bisogna valutare la situazione complessiva del gruppo, che vanta un vastissimo credito, che permetterà di colmare tutte le richieste. Credo che sia ingiusto indurre all’allarmismo su queste istanze di fallimento», commenta l’avvocato Enrico Nan.
Andrea Nucera ha ereditato l’azienda edile di famiglia dal padre Giovanni, morto nel 2003, espandendone l’attività ben oltre i confini nazionali, con operazioni in Madagascar, Emirati Arabi, Romania, Repubblica Ceca e Slovenia.
Il «re del mattone» vanta partecipazioni azionarie in oltre trenta società , impegnate prevalentemente nel settore immobiliare.
Toccherà adesso alla giustizia civile stabilire se gli scossoni degli ultimi giorni sono le prime avvisaglie di un cataclisma oppure una semplice bufera in un bicchier d’acqua.
Angelo Fresia
(da “La Stampa” del 29-07-2011)
ALTRI GROSSI PROBLEMI PER LA GEO DEI NUCERA
Andrea Nucera ritorna sui suoi passi, almeno in parte, e lo fa in sordina lasciando dopo poco più di un anno la moderna palazzina di Cairo Montenotte dove aveva concentrato sedi e uffici delle società del suo gruppo, sino ad allora sparse tra Albenga, Savona e Milano.
Una razionalizzazione societaria che lo costrinse a un costoso completamento di una palazzina ad uffici di nuova realizzazione in gran parte vuota e che non riusciva a locare.
Per un anno i suoi dipendenti, per la maggior parte residenti nel comprensorio ingauno, sono stati costretti a una lunga trasferta quotidiana in Valbormida, peraltro graziati da un inverno mite.
Poi, a maggio, l’arrivo delle lettere di licenziamento e le voci di ritorno all’antico, parte ad Albenga ai margini del centro storico e parte a Milano tra San Babila e il Duomo, dove alcuni dipendenti superstiti sono stati ricollocati con contratti meno remunerativi dei precedenti.
Nella palazzina di Cairo rimane per ora il ramo costruzioni, anch’esso colpito da pesanti riduzioni di personale.
Un momento difficile per il re del mattone ingauno, da tempo all’attenzione delle cronache per essere nel mirino degli organi giudiziari e fiscali.
Dopo il sequestro della mega villa di Ceriale per supposte irregolarità edilizie, il gruppo ha subito un’ispezione fiscale durata più di un anno e poi il recente sequestro del cantiere “T1” di Ceriale, un vero e proprio quartiere tra l’Aurelia e il mare che stava sorgendo al confine con Albenga.
Sembra che sia stato proprio quest’ultimo intoppo a causare le difficoltà che hanno originato la ristrutturazione societaria.
Prima la rinuncia all’aereo privato, poi i ritardi nel pagamento degli stipendi e dei fornitori e infine l’abbandono della nuovissima sede di Cairo, forse ritenuta portatrice di sventura.
(da “Albenga Corsara” del 4 luglio 2001)
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
L’ENNESIMA LEGGE AD PERSONAM PER TOGLIERSI DAI GUAI GIUDIZIARI…CAMBIA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA MA LA MUSICA RESTA LA STESSA
Per il processo Mills si potrebbe già suonare la marcia funebre.
Per quello Mediaset, significherebbe probabilmente dilatare talmente i tempi da non essere certi di raggiungere nemmeno il verdetto di primo grado.
Per i presunti fondi neri Mediatrade, le possibilità di evitare la prescrizione del 2014 potrebbe invece essere meno evidente.
Nessuna conseguenza apparente, infine, per il Rubygate.
Ecco come il ciclone «processo lungo», approdato ieri al Senato, potrebbe abbattersi sui quattro processi milanesi in cui è imputato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi
Per il caso Mills, in cui il premier è accusato di corruzione giudiziaria, la speranza di arrivare alla sentenza di primo grado, è bene dirlo, già adesso appare davvero ardua.
A gennaio scadono i tempi della prescrizione.
Allo stato mancano otto testimoni della difesa, prima di dare la parola al pm Fabio De Pasquale per la sua requisitoria e la richiesta di pena.
Alla ripresa del processo dopo la pausa estiva, il 19 settembre, se il processo lungo fosse legge, gli avvocati-onorevoli del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, potranno chiedere alla Corte di riaprire la loro lista dei testimoni.
Prima della riforma, ne avevano chiesti 82 (15 quelli ammessi dai giudici).
In un processo normale, in meno di dieci udienze, con la riforma, potrebbero essere ascoltati tutti.
Ma gli impegni istituzionali consentono all’imputato di presenziare solo il lunedì a tutti e quattro i dibattimenti.
La prescrizione sarebbe, in pratica, cosa certa
Simile il percorso che sarebbe costretto a subire il caso Mediaset, in cui il premier è accusato insieme a un gruppo di suoi manager di frode fiscale.
L’asticella della prescrizione, in questo caso, si alza al 2014, ma se il pool difensivo si avvarrà della nuova riforma un’altra quarantina di testimoni sarebbe costretta a fare capolino in tribunale.
Il problema è che molti dovrebbero arrivare da paesi come il Giappone, gli Stati Uniti, o da quelle nazioni storicamente sede di società offshore del Centro America.
E l’ingolfamento sarebbe inevitabile
Per Mediatrade, ancora in fase di udienza preliminare, il discorso è a parte.
La prescrizione, come per Mediaset, arriverà nel 2014.
In caso di rinvio a giudizio, bisognerà vedere quale lista testi presenterà in un ipotetico dibattimento, la difesa Berlusconi
Con la riforma del processo lungo, infine, non ci dovrebbero essere effetti immediati sul cosiddetto Rubygate, in cui il presidente del Consiglio è imputato di prostituzione minorile e concussione.
La prescrizione arriverà solo nel 2025.
Ghedini e Longo, in questo caso, hanno già chiesto al collegio di convocare come testimoni 78 persone, tra cui molti ministri in carica.
Un numero elevato, ma che oltre a dilatare di alcune settimane il processo di primo grado, di sicuro non impedirà al collegio presieduto da Giulia Turri di arrivare comunque alla sentenza di primo grado.
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
STRAORDINARI NON PAGATI AGLI AUTISTI E CHI E’ ESPOSTO RISCHIA DI RIMANERE SENZA PROTEZIONE
Un “unicum” nel panorama delle Procure antimafia italiane.
Mentre a Napoli si accelera nelle inchieste su corruzione (in politica) e crimine organizzato (dentro e fuori le istituzioni) i pubblici ministeri del pool anticamorra di Napoli denunciano di essere rimasti “senza tutela”. In due parole: a piedi.
Dalle 18 in poi, ormai di fatto è “vietato” restare a lavorare.
Il motivo?
Non vi sono autisti disponibili ad accompagnarli nelle auto blindate, cosiddette di tutela.
Il caso, confermato dal procuratore Giandomenico Lepore con una punta di amarezza, finisce ora nero su bianco all’attenzione del prefetto Andrea De Martino.
E a scrivere, sono proprio i pm.
Al centro della vicenda, il braccio di ferro in corso tra gli autisti addetti alla guida delle blindate assegnate alla Distrettuale antimafia ed il Ministero della giustizia.
Il quale deve a questi lavoratori un anno intero di arretrati (il 2010) più alcuni mesi del 2011.
“Non ci pagano lo straordinario, e dalle 18 basta servizio”, è stato il legittimo annuncio.
Lasciando pm e procuratori “a piedi”: paradossale visto che per almeno 15 di loro è alta la soglia di rischio.
Lepore aveva già detto: “Speriamo che il ministro Tremonti firmi presto questo provvedimento”.
Dopo l’sos di alcuni magistrati, come Antonello Ardituro, ieri è il pm Cesare Sirignano a mettere nero su bianco l’allarme.
Non è un caso.
Sirignano è autore di catture di capiclan e vari blitz, dai killer del clan Setola ai rapporti economico-mafiosi con le articolazioni mafiose di Totò Riina: ma soprattutto, insieme con il pm Alessandro Milita, è uno dei magistrati già minacciati dai clan, vedi le parole di morte del detenuto Giovanni Venosa, estorsore e nipote del boss (omonimo) dei casalesi (nonchè attore – non per caso – nel film Gomorra).
Scrive Sirignano: “Gli autisti di questo ufficio si astengono dalle prestazioni straordinarie, adducendo ragioni connesse al mancato pagamento degli emolumenti. I magistrati dell’ufficio (…) hanno fino ad oggi mostrato ampia comprensione”.
Ma la situazione comincia a diventare pesante.
Spiega il pm: “Incide sulla funzionalità , e determina di fatto una pericolosa interruzione del dispositivo di protezione previsto per i magistrati esposti a pericolo. In mancanza di risposte immediate del Ministero e in previsione del protrarsi dello stato di agitazione per la carenza di fondi – sottolinea ancora il sostituto – appare urgente procedere all’adozione dei necessari provvedimenti”.
Appare peraltro “incomprensibile” che quando i magistrati sono in ufficio al lavoro e dunque non è necessaria l’auto, “venga assicurata la funzionalità del servizio di accompagnamento; e che, viceversa, “quando il magistrato lascia l’edificio in cui presta la propria attività per l’intera giornata, sia privato sia dell’accompagnamento sia, soprattutto, della tutela”.
Conchita Sannino
(da “La Repubblica“)
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Luglio 30th, 2011 Riccardo Fucile
IL LEADER DEL PD NON DOVREBBE CONFONDERSI CON I POLITICI CHE RISPONDONO SDEGNATI AI SOSPETTI
I politici inglesi di un certo peso tengono con accuratezza un’agenda dei loro incontri e contatti, corredata di date e motivi del colloquio.
Spesso la citano per scagionarsi da accuse.
Non deve essere questo lo stile di lavoro di Pier Luigi Bersani, il quale, per giustificarsi di aver introdotto nel 2004 l’imprenditore Gavio al compagno di partito Penati, allora presidente della Provincia di Milano, ha detto: «Il ministro delle attività produttive conosce tutti i principali imprenditori italiani. Li conosce, non li sceglie».
La risposta sarebbe corretta se l’avesse data Antonio Marzano.
Perchè – come è noto – era lui il ministro delle attività produttive nel 2004, quando il centrodestra stava al governo e Bersani all’europarlamento.
Non per essere pignoli.
Ma siccome da quel contatto scaturì poi una lunga storia finita con Penati che pagò 238 milioni di euro le azioni di Gavio dell’autostrada Serravalle, e con Gavio che contribuì alla cordata Unipol, Bersani capirà che ogni imprecisione danneggia gravemente la sua linea di difesa.
La verità è che con Gavio ci parlò da esponente dei Ds che si faceva intermediario presso un altro esponente dei Ds.
Un affare di partito, insomma. E Bersani non deve, per la sua storia e per la sua responsabilità , confondersi con tutti quei politici che rispondono sdegnati ai sospetti lasciando cadere qua e là qualche data o qualche cifra inesatta, sperando che nessuno se ne accorga.
D’altronde c’è un’aggravante.
Perchè se Bersani avesse ammesso, come sul Corriere gli abbiamo chiesto, che l’affare Serravalle fu politicamente improprio e sbagliato, allora gli si potrebbe perdonare il lapsus.
Ma siccome non l’ha fatto, viene il dubbio che non sia un lapsus.
C’è una seconda questione di date che mi turba.
Fonti vicine al segretario del Pd hanno detto ieri ai giornali che Tedesco fu candidato al Senato quando il leader era Veltroni: dunque altra gestione. Vero.
Ma Tedesco non fu eletto.
Fu poi nel 2009 che gli si regalò il laticlavio con un’operazione politica di cui sapeva benissimo Bersani, non foss’altro perchè i giornali la raccontarono nei dettagli.
A sorpresa il Pd decise di non candidare più al Parlamento europeo Umberto Ranieri, che vi era talmente predestinato da essere stato nominato da tempo responsabile del partito per il programma elettorale, e candidò invece De Castro, all’epoca felicemente senatore.
Fece così posto a Palazzo Madama per Tedesco, dimessosi da assessore della Sanità pugliese proprio perchè indagato, che era il primo dei non eletti.
Anche qui un’aggravante.
Il Pd lo fece non solo per proteggere Tedesco, ma anche per sfruttarne il consistente pacchetto di voti: perchè l’uomo aveva minacciato di ritirare il suo appoggio ad Emiliano, candidato sindaco a Bari nelle contemporanee elezioni comunali, se non fosse stato promosso al Senato.
Ma i pm, che sanno essere più furbi del Pd e che finchè era assessore e dunque senza scudi non lo arrestarono, ne chiesero l’arresto una volta eletto.
A riprova che l’ipocrisia in politica prima o poi si paga.
Sarebbe preferibile un Bersani che a testa alta avesse difeso il diritto di qualche suo senatore di negare un arresto ormai inutile, a un Bersani che finge di dimenticare come e perchè Tedesco fu mandato in parlamento.
In altre parole: è nel 2004 e nel 2009 che Bersani fece o avallò scelte politiche sbagliate.
Se vuole essere credibile nel 2011 sulla questione morale deve cominciare con il riconoscerlo.
Antonio Polito
(da “Il Corriere della Sera“)
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Luglio 29th, 2011 Riccardo Fucile
CLAMOROSO SONDAGGIO DI PADANIA.ORG.: SOLO IL 4,4% DEGLI ELETTORI DELLA LEGA LO VEDONO ANCORA COME IL CAPO…LA CERTIFICAZIONE NON ARRIVA DA UN SITO UFFICIALE, MA IL MESSAGGIO E’ CHIARO: IL SENATUR HA STANCATO IL POPOLO LEGHISTA….IN TESTA MARONI, TOSI E MISTER X
Il campione è piccolo, il sito non è quello ufficiale e il metodo non è scientifico ma il messaggio è comunque chiaro: Umberto Bossi leader ha stancato il popolo della Lega.
La “certificazione” arriva da un sondaggio realizzato pubblicato sul sito internet Padania.org. Non si tratta, per quanto sia un giornale essenzialmente monotematico sulla Lega, di un sito ufficiale. Il vero sito del quotidiano leghista è un altro (lapadania.com) e prevede l’accesso solo tramite registrazione.
Sta di fatto che ai leghisti si rivolge Padania.org e a loro chiede lumi sulla leadership del partito.
Ne esce fuori un sondaggio da cui risulta che più di 95 leghisti su 100 vogliono aria nuova ai vertici: che sia un mister X o che sia Roberto Maroni la sostanza non cambia.
Per Bossi il sondaggio suona come un sinistro “fora dai ball”.
Il sito non proprio doc della Padania ha rivolto ai leghisti una semplice domanda: “Chi vorreste come nuovo leader della Lega?”.
A voler essere puntigliosi, in verità , già la presenza della parola “nuovo” nella domanda tradisce un certo malessere.
Rimane il fatto che, al momento del voto, l’opzione “Umberto Bossi” campeggia come prima di otto, in una lista che comprende, tra gli altri, personaggi come i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, il sindaco di Verona Flavio Tosi e un fantomatico “mister x”, chiamato semplicemente “uomo nuovo”.
I risultati del sondaggio, almeno fino al pomeriggio di sabato 16 luglio, non possono far piacere al Senatur.
Il leader più votato è infatti proprio quel Maroni (35% delle preferenze) con cui, dagli striscioni esposti a Pontida, non sembra correre esattamente buon sangue.
Dietro Maroni, con il 23% dei voti, segue il leader che non c’è, l’uomo nuovo non meglio identificato.
Al terzo posto il sindaco di Verona Flavio Tosi (19%) che stacca Luca Zaia fermo all’11%. Bossi arriva solo al sesto posto: a confermarlo leader è appena il 4,3% del campione, mentre il 2,7% dei votanti si limita a un laconico “non so”.
Chiudono la classifica dei possibili nuovi leader Roberto Castelli (2,2%) e Roberto Calderoli
(da “Blitz quotidiano”)
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