Luglio 1st, 2011 Riccardo Fucile QUANDO IL VERTICE SBAGLIA E’ UN DOVERE DELLA PERIFERIA DELL’IMPERO SOLLEVARE CRITICHE… E COMPITO DEI VERTICI E’ AZZERARE TUTTO E AVERE L’UMILTA’ DI AMMETTERE GLI ERRORI FATTI
Per tutta la giornata siamo stati bombardati di telefonate, mail, e decine di manifestazioni di solidarietà per la posizione assunta in merito alla cacciata del coordinamento provinciale di Genova di Fli ad opera del vertice romano su mandato di qualcuno a cui esso evidentemente dava “fastidio” perchè lavorava con successo.
Invidie e meschinità di piccoli uomini, cose già viste, nessun problema.
La vicenda ha avuto ampia eco su tutta la stampa locale e abbiamo letto “di tutto e di più”: dichiarazioni a ruota libera, delitti di cui nessuno ora si assume la paternità , moltiplicazione dei pani e delle tessere, soggetti spariti da tempo e ritrovati dalla Sciarelli.
Chi ha registrato a Roma 12 tessere ora ne dichiara 400, chi compiva pellegrinaggi nella capitale in cerca del padre spirituale cui affidare le proprie sorti elettorali terrene si scopre “super partes”, chi ha lavorato nell’ombra solo per se stesso ora si mette a fare i conti in tasca agli altri e ne giustifica il commissariamento, dimenticando che in un partito serio, solo per certe dichiarazioni rilasciate alla stampa contro altri dirigenti del suo stesso partito, avrebbe già dovuto chiedere asilo politico ad Acerra.
Chi si era messo a disposizione di un coordinamento provinciale di “belle persone” e di giovani in gamba per “fare politica” senza alcun interesse personale, non può che sorridere di fronte a certe giustificazioni secondo le quali far dirigere circoli o ricevere in sede soggetti intercettati o “attenzionati” dalla Dia o sottoposti a quattro processi è in fondo una cosa “normale”.
Mi rendo sempre più conto che per qualche transfugo dal Pdl la “questione morale” abbia una diversa valenza rispetto a chi, come me, ha un’altra storia politica di militanza a destra.
Ma mi chiedo come possa un partito come Futuro e Libertà che fa della legalità e della meritocrazia una bandiera, accettare comportamenti di questo genere senza preoccuparsi, senza intervenire, senza decidere mai nulla.
Perchè di fronte a certi fatti non esiste margine di mediazione o di discussione: si deve decidere, come nella Napoli raccontata da Edoardo, se stare con gli onesti o coi mariuoli, coi giocatori puliti o coi bari, con le persone sincere e limpide o coi maneggioni.
Un dirigente di partito dovrebbe saper scegliere chi ha la capacità di portare avanti i contenuti della proposta politica di Fli, non chi bussa più volte alla sua porta o risolve i problemi immobiliari del partito.
E questo vale dal vertice romano fino alla periferia.
E’ evidente a tutti ormai che Futuro e Libertà in Liguria necessita di essere completamente rivisitata attraverso un azzeramento totale e una ridistribuzione dei compiti a tempo, finalizzati alle prossime scadenze elettorali.
Altro che sgomitare per assicurarsi la pole position per future elezioni: si torni a essere una comunità umana e politica che vuole cambiare l’Italia.
Ma per farlo si faccia prima pulizia a casa propria.
Meno prime donne e più militanza, meno medaglie e più spazio al merito. Altrimenti si contenderanno solo un cadavere per accompagnarlo nell’ultimo cammino.
Quello che potevano fare per accopparlo lo hanno già fatto.
E chi sostiene che chi si è dimesso abbia fatto un danno a Fli o è in malafede o non ha capito una mazza.
Uno dei massimi esponenti di Fli che oggi ci ha chiesto un incontro urgente dovrebbe spiegarci perchè per commissariare la coordinatrice provinciale sia stato sufficiente decidere a Roma (su pressione di una componente interna), mentre per “trovare una soluzione” ora prendere una posizione a Roma non è più possibile.
Qua, vi garantisco, ci sono persone che hanno sopportato fin troppo.
Invece che essere orgogliosi che vi sia una base che denuncia certi fatti gravi per l’immagine del partito, ora li accusano di aver messo in piazza fatti interni. Magari accadesse in tutti i partiti, avremmo una classe dirigente pulita. Sentirsi accusare di essere in malafede, di volere rovinare Fli è solo rovesciare la verità : sono altri che vogliono nascondere la polvere sotto il tappeto e fanno il danno del partito.
L’immagine di Fli lo si difende sostituendo gli incapaci anche se hanno santi in paradiso.
Se qualcuno vuole “recuperare” la situazione genovese si faccia un bagno di umiltà e avanzi proposte serie.
Noi l’abbiamo fatto: fuori dai coglioni chi lavora solo per se stesso e chi, come si muove, fa solo danni.
A qualche capetto di Fli non piace la nostra proposta?
Problemi suoi, non nostri.
Noi andiamo avanti per la nostra strada.
In fondo abbiamo appena iniziato.
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Luglio 1st, 2011 Riccardo Fucile DAL SECOLO XIX: “SI DIMETTONO IN 25, L’INTERA DIREZIONE PROVINCIALE.. UN SOCIO DI MAMONE PRESIEDE UN CIRCOLO”
Il commissariamento del partito a livello provinciale e cittadino, insieme alle dimissioni a raffica di 25 fra dirigenti e iscritti vari.
Per Enrico Nan, guida regionale di Futuro e libertà , si tratta della «normale soluzione a conflitti interni, preludio a un democratico congresso. E chiunque desse una chiave di lettura diversa o maliziosa, meriterebbe querele».
Ma ci sono due retroscena importanti, che potrebbero aver pesato (sebbene non in modo esclusivo) nel terremoto ufficializzato ieri fra gli esponenti del partito di Gianfranco Fini all’ombra della Lanterna.
Non è infatti un caso se il termine «codice etico» è segnato in neretto nel comunicato con cui i 25 hanno annunciato il proprio addio.
Perchè quel passo è stato preceduto da uno scambio di telefonate e mail al vetriolo, in cui si commentavano due episodi rimasti finora (parecchio) sottotraccia: un incontro riservato nella sede regionale del partito, fra lo stesso Enrico Nan e gli imprenditori Mamone (al centro di varie inchieste e sospettati di contatti con la criminalità calabrese).
E il ruolo di presidente di circolo, con annessa possibilità di rapido ampliamento, che s’era ritagliato Pietro Malatesti, un particolarissimo personaggio che la Finanza qualche anno fa intercettò per mesi.
Di entrambi questi fatti sarebbe stato informato Fabio Granata, esponente di spicco di Fli e vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, a Genova la settimana scorsa.
Ma per il momento il vincitore è Nan.
Flashback, allora.
Bisogna tornare al febbraio scorso, sede della Fiumara, per rievocare il blitz dei fratelli Mamone, Gino e Antonino detto Ninetto.
Il primo, patròn della Eco.Ge, colosso delle bonifiche e demolizioni, è sotto processo a Genova per corruzione e indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta (avrebbe guidato un cartello d’imprese per spartirsi degli appalti) ed emissione di false fatture.
Il suo nome è stato più volte accostato a quello di alcune cosche calabresi, e lo stesso Gino – come certifica un video acquisito dalla Direzione distrettuale antimafia – fu protagonista agli inizi della sua carriera di un imbarazzante brindisi con alcuni personaggi che risulteranno poi conclamati capiclan.
Di cos’hanno parlato con Nan? «Si sono proposti a sostegno del movimento – conferma il coordinatore – ma il colloquio durò pochissimo».
Alcuni militanti non gradiscono; anche perchè da almeno quattro anni la stampa cittadina – Il Secolo XIX in particolare – ha dedicato fior di pubblicazioni alle vicende dei Mamone.
Nan non si scompone: «La mia segretaria mi fissa centinaia di incontri. È normale, per un rappresentante politico. Le questioni giudiziarie dei Mamone sui giornali? Lì per lì non ci ho pensato».
Poi succede dell’altro, e non sembra proprio scollegato.
Più o meno nello stesso periodo, una delle rappresentanti di “Generazione Futuro” (organizzazione giovanile di Fli) viene contattata da uno dei trenta iscritti di “Generazione Centro”, il circolo di cui è presidente tale Piero Malatesti.
L’interlocutore, che non è Malatesti, e lo confermano fonti qualificate interne a Futuro e Libertà , si qualificherebbe come rappresentante di un’associazione dove si potrebbe fare incetta di tessere.
L’ipotesi sfuma, ma vale la pena approfondire a questo punto la figura dello stesso Malatesti, la guida della sezione da cui parrebbe essere partita l’iniziativa del tesseramento industriale.
Malatesti (una mail di convocazione alla cena con due parlamentari lo include nell’indirizzario dei dirigenti genovesi) è stato al centro di indagini della Finanza nel 2007.
I militari ne rimarcavano in primis i continui contatti con Gino Mamone: insieme avevano provato ad avvicinare l’allora leader dell’Udeur, Clemente Mastella, a Palazzo Ducale, e allo strano blitz partecipò pure Onofrio Garcea, uno dei boss della ‘ndrangheta genovese arrestati nei mesi scorsi.
Malatesti era così descritto nell’informativa dei pm: “Ha innumerevoli contatti con il mondo imprenditoriale e politico, non giustificati dalla professione svolta, il tassista. Sovente è capitato d’intercettare conversazioni nelle quali parrebbe che lo stesso fosse impegnato in un ruolo di intermediario per un appalto nel settore petrolifero in territorio libico, congiuntamente a Gino Mamone. Sono state intercettate anche conversazioni in cui si parla della loro percentuale di guadagno”:
E’ perlomeno singolare che, soci in questo stranissimo business nel 2007 (quando le aderenze sospette degli stessi Mamone con le famiglie calabresi erano già note) ritornino quasi contemporaneamente nella vita di Futuro e Libertà .-
Così strano che potrebbe aver contribuito alle dimissioni in massa.
Enrico Nan ribadisce di non sapere “assolutamente nulla”di quella proposta di tesseramento partita dal circolo di Malatesti: “Il fatto che il suo nome ricorresse nelle intercettazioni di un’inchiesta penale, non può essere una dirimente all’iscrizione”.
Il Secolo XIX ha provato più volte a contattare Piero Malatesti sul cellulare, senza ottenere risposta
Matteo Indice e Giovanni Mari
(da “Il Secolo XIX“)
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Luglio 1st, 2011 Riccardo Fucile L’ARTICOLO DI STAMANE SUL SECOLO XIX
“Credevo che Futuro e Libertà fosse una realtà politica nuova, ma mi sbagliavo. Sono profondamente amareggiata e delusa. Dentro Fli prevalgono le stesse logiche di potere dei vecchi partiti. Me ne sono andata (e con me l’intero coordinamento provinciale) perchè sono estranea a questo mondo, fatto di battaglie a colpi di tessere e dove i giovani talenti sono emarginati”.
Rosella Oddone Olivari spiega così il motivo delle sue dimissioni (ufficializzate ieri) da coordinatrice provinciale.
Contemporaneamente hanno dato forfait anche gli altri 24 componenti della direzione provinciale.
Un paio di settimane fa, Gianfranco Gadolla aveva già rimesso l’incarico di coordinatore cittadino nelle mani del suo omologo nazionale Roberto Menia.
Un vero terremoto che potrebbe stroncare sul nascere il movimento dei finiani a Genova.
Dove , per la verità , Fli non ha mai attecchito.
In questi mesi sono emerse a più riprese clamorose divisioni al vertice sulla linea da seguire.
E i contatti tra alcuni esponenti di Fli e discussi personaggi nel mirino dell’Antimafia potrebbero essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Anche se tutti parlano di problemi politici.
“Ho lasciato per questioni di principio – puntualizza Olivari- pur avendo raggiunto gli obiettivi in termini di iscritti: 293”
(da “Il Secolo XIX“”).
argomento: Costume, denuncia, Fini, Futuro e Libertà, mafia | 1 Commento »