Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
ANCHE AN AVEVA ESPRESSO UNA CLASSE POLITICA PIGRA E INSULSA: GENTE CHE AL MASSIMO AVREBBE POTUTO ASPIRARE A FARE L’ASSESSORE DI UNA MEDIA CITTA’ ITALIANA….IL NODO POLITICO DELLE ALLEANZE VA SCIOLTO: RITORNARE CON IL PDL O COSTRUIRE UNA DESTRA DIVERSA
La strana coppia Bocchino-Began mi fa venire in mente due cose: che la guerra non certo titanica per il controllo di Fli da parte di Urso e dello stesso Bocchino era guerricciola di mezze tacche e avrebbe in ogni caso riservato delusioni.
Colpa di Fini? Non lo so.
Aveva a disposizione quel pezzo di classe dirigente di An e quello ha usato.
Personalmente non credo che Bocchino abbia seguito Fini per convinzione politica, credo che abbia intravisto una possibilità di crescita e maggiore visibilità politica e l’ha sfruttata.
Dal suo punto di vista ha fatto bene, ma tutte queste lamentele su di lui mi fanno pensare che sono state riposte troppe aspettative su un “cavallo” sbagliato.
La seconda cosa che mi viene in mente riguarda la cronica incapacità di Fini di circondarsi di persone non deludenti.
Va detto a sua giustificazione che An aveva espresso una classe dirigente pigra e insulsa, compresi quelli che provenivano dal Fronte anni Ottanta (da me stessa aureolati in un libro). Gente che avrebbe al massimo potuto aspirare a un assessorato di una media città italiana ha voluto pensare in grande, con effetti disastrosi.
An è stata una specie di Dc molto più incline al compromesso e molto meno utile al paese. Detto questo mi interessa il dopo: guardiamo in faccia la realtà .
Fli si ricongiungerà con i fratelli separati del Pdl e ricomincerà l’eterna guerra lobbistica tra le correnti che già ammazzarono An.
Penso che allo stesso Fini non interessi il 3 per cento dei consensi di irriducibili antiberlusconiani della prima ora (tra cui me stessa, ovvio).
Perciò a Mirabello sarebbe utile una parola chiara su questo punto, su quello delle alleanze, poichè tutti sappiamo che la prossima volta a vincere sarà la sinistra.
Dunque Fli deve scegliere se arginare i “danni” assieme ai vari servitori di B. o se continuare nel cammino vagheggiato che era quello di cambiare i connotati a una destra impresentabile fino al superamento di quella stessa, logora, categoria.
Temo che questa seconda strada sia ritenuta troppo difficile.
Magari Fini è convinto della sua validità ma non ha la forza politica per andare fino in fondo.
Il nodo, purtroppo, mi sembra questo e mi sembra ben più imbarazzante delle frequentazioni di Italo.
Annalisa Terranova
argomento: AN, Costume, destra, Fini, Futuro e Libertà, Politica, radici e valori | 1 Commento »
Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
L’ OPINIONE DI GAD LERNER
Il giornalista Gad Lerner è solidale con Umberto Bossi che sta male e non solo per essersi fratturato il
gomito.
“Ora che non conviene più a Berlusconi lo trattano come lo scemo del villaggio, l’idiota della politica. Vigliaccamente si dissociano dalle sue affermazioni (quelle di sempre sulla secessione). Libero e Il Giornale scrivono delle preoccupazioni tra i padani per le sorti del partito. Detto questo la Lega ha fallito e rischia una fine ingloriosa”.
Il Senatùr non può o non vuole lasciare la guida del partito?
Non può. Venendo meno la mitologia di Bossi si materializzerebbe una devastante frantumazione. Il trionfo dei localismi e dei potentati municipali. Umberto Bossi sente di dover combattere l’ultima battaglia per la sopravvivenza della Lega, a cui mancano i fondamentali della democrazia e dunque nessuno può succedere al capo.
È in crisi il progetto Lega?
Il movimento non può essere governato se non con la parodia, l’aggressività e la volgarità di Bossi e di quelli che lo scimmiottano. Ma il punto centrale è che se quando si parla di Veneto “bianco” (riferito al sistema cattolico ndr.) o di Emilia “rossa” (quella delle Coop ) le persone sanno a cosa ci si riferisce. Non mi risulta che a Varese o a Treviso esista un sistema o un imprinting tale da identificare il “sistema Lega”. A eccezione della presunta invasione islamica. I leghisti hanno cavalcato l’11 settembre 2001 con quali risultati?
Finirà , come ha scritto lo studioso Gilberto Oneto, che “il capo cadrà con il suo drappello di figuranti e tutto si risolverà come una grande flatulenza”?
A Oneto riconosco la grande coerenza e libertà intellettuale di uomo della Lega che non ha accettato poltrone. Diciamo che Umberto Bossi è un uomo abbandonato a se stesso.
…E QUELLA DI BOBO CRAXI : “QUELLI DEL PD CHE LISCIANO IL PELO ALLA LEGA”
Roberto Maroni che ai giornalisti si affretta a dire come Umberto Bossi si sia fratturato il gomito cascando dal letto nel tentativo di prendere la scatola dei sigari. Il figlio Renzo (detto Trota) afferma di aver obbligato al riposo il padre intenzionato, al contrario, a non perdersi i comizi previsti a Genova.
Ieri la Lega altro non ha fatto che dare un’immagine salda del Senatùr mentre la Padania accusava Bobo Craxi di aver intinto la penna nel veleno scrivendo che “c’è qualcosa di crudele e cinico nel voler perseverare a mantenere in una funzione pubblica una persona in evidente difficoltà ”.
Si riferisce alla guida del partito oppure all’incarico ministeriale di Umberto Bossi?
All’incarico ministeriale nelle mani di un uomo che manifesta un’irresponsabilità patologica. Un Paese che resta attaccato ai suoi starnuti e grugniti. C’è compiacenza nel clan del potere nell’occultare e sottovalutare il veleno che uno come Bossi ha iniettato nella democrazia italiana.
Clan di potere, chi?
Non solo Pdl. Penso anche a quelli del Partito democratico che hanno e continuano a lisciare il pelo alla Lega tenendo in vita una forza politica tanto irresponsabile che tiene in ostaggio l’Italia.
Ha anche scritto che “con la salute non si scherza e che il declino personale coincide con il destino della sua forza politica decadente”. La storia insegna…
Non è una visione nostalgica del figlio di un politico. Io non ricordo sia mai accaduta una cosa simile. La vicenda di Bossi per me è satrapia medioevale paragonabile solo a certi clan dei rais mediorientali che vengono mantenuti in vita a dispetto di tutto.
Nel suo post ha anche definito Bossi “ostaggio di un clan familiare”.
Nessun partito è mai stato familistico come la Lega e Berlusconi.
Nessuno?
No, neppure il nostro. Oggi il socialismo è un grande gregge politico in cerca di un pastore.
Elisabetta Reguitti
(da “Il Fatto Quotidiano”)
argomento: Bossi, Costume, governo, la casta, LegaNord, Politica, radici e valori | Commenta »
Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
“LA DEMOCRAZIA NON COSTRUISCE VALORI CONDIVISI, LI DISTRUGGE”…”LA LIBERAL-DEMOCRAZIA CREA SOLO PARTITI IN LOTTA TRA LORO E DIRIGENTI POLITICI CORROTTI PER MANTENERSI AL POTERE”
In un articolo pubblicato sul Corriere il 17 agosto (“Il vero disavanzo delle democrazie”) il settantenne Ernesto Galli della Loggia, docente di Storia contemporanea all’Università Vita-Salute del San Raffaele (curiosa parabola per uno che era partito comunista e si è scoperto, al momento opportuno, liberale e forse anche pio), storico che non ha mai scritto un libro di storia, risvegliandosi da un letargo durato quasi mezzo secolo, da quando era un giovane e promettente collaboratore dell’Einaudi, scopre che il deficit dei sistemi democratici sta nella loro mancanza di valori o, per usare il suo linguaggio contorto, nella loro “unidimensionalità economicista”.
Geniale.
Nel mio spettacolo teatrale del 2004 Cirano, se vi pare… dicevo: “La democrazia è un metodo, un sistema di forme e di procedure, non è un valore in sè e non produce valori. È un contenitore, un sacco vuoto che andrebbe riempito. Ma il pensiero e la pratica liberale e laica, che sono il substrato sul quale la democrazia è nata, mentre facevano ‘tabula rasa’ dei valori precedenti, non sono stati in grado, in due secoli, di riempire questo vuoto se non con contenuti quantitativi e mercantili”.
In realtà nella pièce riprendevo concetti espressi quasi un quarto di secolo prima ne La Ragione aveva Torto? e ribadite poi in Denaro. Sterco del demonio (1998), nel Vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’Antimodernità (2002) e in Sudditi. Manifesto contro la Democrazia(2004).
In realtà la democrazia, almeno così come si è storicamente determinata, non è che l’involucro legittimante del modello di sviluppo basato sul mercato.
E il mercato, che è uno scambio di oggetti inerti, non può produrre valori, nè laici nè di qualsiasi altro tipo.
L’unica divinità veramente condivisa è il Dio Quattrino.
E la vera debolezza dell’Occidente democratico (in questo Della Loggia ha ragione, anche se arriva fuori tempo massimo), lo vediamo in rapporto con altre culture, Islam in testa, proprio in questo vuoto di valori.
Bisogna aggiungere che la democrazia, perlomeno quella rappresentativa, non solo non aiuta a costruire valori condivisi, ma sembra il sistema perfetto per demolirli.
La liberal-democrazia si è infatti venuta strutturando, contro le intenzioni dei suoi padri fondatori (Stuart Mill, John Locke, Alexis de Tocqueville), come un sistema di partiti in competizione fra di loro.
I partiti per conquistare consensi hanno bisogno di apparati (il voto di opinione, secondo lo stesso Norberto Bobbio, gran studioso e strenuo difensore della democrazia, “è solo quello di coloro che non votano”).
Per mantenere gli apparati hanno bisogno di soldi, per procurarseli li drenano illegalmente dal settore pubblico, di cui si sono impossessati, o da quello privato tenendo l’imprenditoria sotto ricatto (o mi dai la tangente o non vincerai mai un appalto).
Essendo abituati a corrompere o a farsi corrompere per superiori esigenze di partito, i dirigenti politici diventano, quasi sempre, dei corrotti in nome proprio.
Questa corruzione pubblica trascina fatalmente con sè i cittadini (se rubano loro perchè non dovrei farlo anch’io?) spazzando così via tutta una serie di valori, onestà , lealtà , dignità , che tengono insieme una comunità .
A ciò si aggiunge che i partiti, pur di non scontentare i rispettivi elettorati, perdono completamente di vista l’interesse nazionale.
E questo non è un vizio solo italiano se in America, Paese che deve le sue passate fortune a un fortissimo senso di appartenenza nazionale, repubblicani e democratici si stanno scannando da mesi mentre il loro Impero rischia di crollargli sotto i piedi.
Per cui sento di poter dire che l’attuale crisi economica non è solo il segno del fallimento di un modello di sviluppo ma anche del suo involucro legittimante: la democrazia.
Massimo Fini
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Costume, denuncia, economia, elezioni, emergenza, Parlamento, Politica, radici e valori | Commenta »
Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
REVERSIBILITA’ E ACCOMPAGNAMENTO: 40 MILIARDI DI SPESA, EQUITA’ E SPRECHI…IN GERMANIA ESISTE UN FONDO PUBBLICO DI SOSTEGNO, DA NOI SI VUOLE TAGLIARE ANCHE IL POCO CHE GARANTISCE UN MINIMO DI SOPRAVVIVENZA
Indennità di accompagnamento e pensioni di reversibilità . 
Vediamo più da vicino come stanno le cose.
Per gli assegni di accompagnamento e di reversibilità si spendono più di 40 miliardi di euro l’anno e dunque si tratta di una cifra importante, ma che va a coprire prestazioni delicate, che riguardano circa 5 milioni di persone (ipotizzando che una parte riceva entrambe le prestazioni), spesso in condizione di grave bisogno.
Indennità di accompagnamento
È un sussidio di assistenza: oggi l’indennità di accompagnamento, al contrario delle pensioni di invalidità civile, viene concessa in presenza di una inabilità del 100% e della impossibilità di deambulare o di compiere gli atti quotidiani della vita, dice la legge. Non sono richiesti requisiti di reddito e quindi anche un milionario può prendere l’assegno.
Ma allora quello che si risparmia dal milionario lo si aumenti a chi ha mezzi economici limitati.
Gli assegni di accompagnamento sono 1,7 milioni, e la spesa è stata di ben 13 miliardi (l’indennità media è di 487 euro al mese, 805 per i ciechi).
L’esplosione dei non autosufficienti
Questi assegni sono costantemente cresciuti negli anni perchè con l’invecchiamento della popolazione aumenta la quota di persone non autosufficienti e del resto in Italia, a differenza che in Germania, non c’è uno specifico fondo pubblico di sostegno per questi cittadini.
L’indennità è diventata insomma un aiuto per pagare in parte la badante.
È chiaro che riducendo o togliendo l’assegno alle famiglie che hanno un alto reddito, si potrebbe aumentarlo alle famiglie a basso reddito, che spesso non ce la fanno a far fronte alle tante spese richieste dalla cura di una persona non autosufficiente.
Quindi, eventualmente, più che di tagliare le risorse (l’Italia spende in questo settore meno della media europea) si tratta di distribuirle meglio in base al reddito, se si vuole fare un’operazione di equità e non di cassa.
Che poi nell’esplosione delle indennità di accompagnamento ci siano stati degli abusi, con la concessione del beneficio anche a falsi non autosufficienti, è sicuramente vero, soprattutto fino al 2009, quando il procedimento era di competenza delle Asl.
Dal 2010, invece, se ne occupa, con maggiore severità , l’Inps. Non solo.
Negli ultimi anni sono state fatte massicce campagne di controlli e altre ne sono in programma per ridurre gli sprechi.
Tanto che nel 2010 l’Inps ha revocato il 23% delle prestazioni di invalidità controllate col richiamo a visita medica.
Le cancellazioni sono state particolarmente numerose in certe aree del Mezzogiorno. Al Sud, in proporzione, ci sono infatti più indennità di accompagnamento: 3,7 ogni cento abitanti, contro le 3,5 del Centro e le 2,6 del Nord.
Pensioni di reversibilit�
Se per le indennità di accompagnamento nel 2010 si sono spesi 13 miliardi, alle pensioni ai superstiti sono andati ben 27,6 miliardi di euro.
Se poi si considera che questa cifra è quella che fa capo all’Inps e che quindi non ci sono le reversibilità pagate ai dipendenti pubblici e ai lavoratori delle casse professionali, si può tranquillamente supporre che la spesa annua sia superiore ai 30 miliardi.
Beneficiari di queste pensioni nell’universo Inps sono 3,8 milioni di superstiti, cioè coniugi, figli o altri eredi che ricevono parte dell’assegno del pensionato o del lavoratore (possono bastare 5 anni di contributi) defunto.
A differenza delle indennità di accompagnamento, le pensioni di reversibilità sono più frequenti al Nord: 6,7 ogni 100 abitanti, contro le 5,1 del Mezzogiorno e le 5,8 del Centro.
L’importo medio della reversibilità è di 533 euro al mese.
La pensione ai superstiti è pari al 60% di quella del titolare defunto nel caso del coniuge mentre può arrivare al 100% sommando al coniuge due figli.
Questi importi però, dalla riforma Dini del 1995, vengono ridotti nel caso il reddito del beneficiario superi di tre volte il minimo, cioè 1.382 euro al mese.
Il taglio parte dal 25% e può arrivare al 50% per redditi superiori a 2.304 euro al mese (5 volte il minimo).
Si vuole anche fare cassa sulle vedove che devono magari anche pagare un affitto?
In ogni caso è desolante che il dibattito sulle misure da prendere per completare la riforma delle pensioni si sia infilato in questioni delicate come queste: una maggioranza che nel 2008 voleva cambiare il Paese non può finire per prendersela con le casalinghe vedove e con gli invalidi civili, trascurando le vere priorità .
argomento: Costume, denuncia, economia, emergenza, governo, Politica, sanità | Commenta »
Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
QUEST’ANNO LE FAMIGLIE SPENDERANNO IN MEDIA L’ 8% IN PIU’ RISPETTO AL 2010…. COLPA DEI RITOCCHI DEI PREZZI E DELLA MOLTIPLICAZIONE DELLE MATERIE…BANCARELLE DELL’USATO IN TUTTA ITALIA
Al ritorno dalle vacanze estive le famiglie italiane dovranno fare i conti con il caro-libri.
E le organizzazioni degli studenti lanciano i “mercatini dell’usato”.
Secondo il Codacons per l’acquisto dei libri di testo scolastici le famiglie italiane spenderanno in media l’8 per cento in più rispetto al 2010.
“Ad incidere sulla maggiore spesa – spiega in un comunicato l’associazione dei consumatori – non è solo l’aumento dei loro prezzi, ma anche quello del loro numero dovuto all’incremento delle materie insegnate, oltre che l’aumento dei tetti massimi di spesa fissati dal ministero dell’Istruzione”.
Quest’anno, “per venire incontro alle esigenze delle famiglie in questo periodo di crisi, il ministero ha pensato bene di alzare i tetti ministeriali in percentuali variabili tra l’1,4 ed il 3,8 per cento a seconda della scuola”, continua ironicamente il comunicato.
“E pensare – spiega il Codacons – che nel 2009 il ministero aveva pronosticato, entro i successivi tre anni, una diminuzione di spesa del 30 per cento per l’acquisto dei libri scolastici. Un dato fantasioso, salvo che il prossimo non avvenga un miracolo”.
E, come se non bastasse, secondo le prime rilevazioni condotte dall’associazione dei consumatori “nonostante il loro innalzamento, il 30 per cento delle scuole sforerà ugualmente i tetti di spesa fissati dal ministero”.
Dovrebbe essere, invece, più contenuto l’aumento dei prezzi per matite, penne, quaderni, zaini e per l’intero corredo scolastico: attorno al due per cento.
Per fronteggiare il rincaro della dotazione libraria gli studenti dell’Uds organizzano mercatini dell’usato in 25 città , dalla Friuli Venezia Giulia alla Sicilia.
“Secondo Federconsumatori – si legge in una nota degli studenti – un ragazzo di primo liceo spenderà ad inizio anno 728,6 euro per libri e dizionari più 461 euro di corredo scolastico. Per un totale di ben 1.189.6 euro. E in base ai conteggi del Codacons la spesa familiare per i libri di testo aumenterà dell’8 per cento”.
“Queste le tristi cifre che anticipano l’inizio dell’anno scolastico, rincari alla spesa e nessuno parla di diritto allo studio”, commentano i ragazzi.
Secondo gli studenti, “le passerelle mediatiche in cui si annunciava la soluzione del problema sono risultate vane”.
“Ad oggi – continuano – il mercato dei libri scolastici è dominato senza regole dalle lobby editoriali che annualmente modificano i testi senza sostanziali cambiamenti di contenuti. Abbiamo dichiarato da tempo guerra a chi specula sui libri scolastici – avvertono gli studenti – e sul caro libri.
“Per questo – comunicano quelli dell’Uds – abbiamo organizzato in tutt’Italia oltre 25 mercatini del libro usato per aiutare gli studenti abbattendo del 50 per cento i costi con il riuso, per sensibilizzare sul problema e rivendicare soluzioni concrete”.
Un’idea sposata anche dal Codacons che lancia per sabato 3 settembre la “giornata dell’usato”. “Per consentire alle famiglie di risparmiare sul costo dei libri”, il Codacons “invita le scuole ad organizzare la Giornata dell’usato”.
Le scuole dovrebbero allestire al loro interno un mercatino dei libri usati per favorire lo scambio diretto tra studenti.
“Inoltre, come già avviene in alcune realtà , le scuole potrebbero acquistare i libri di testo, per conto di tutti gli studenti, in modo da risparmiare sull’acquisto grazie al grande quantitativo e all’ordinativo all’ingrosso”.
Proposte concrete alle quali si aggiunge la richiesta dell’Uds di “una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che imponga alle regioni di far applicare il comodato d’uso per i libri di testo in ogni scuola”.
“Già esistono buoni esempi – concludo gli studenti – non stiamo parlando della luna, ma di soluzioni concrete ed efficaci”.
Salvo Intravaia
(da “La Repubblica“)
argomento: carovita, denuncia, economia, Libri, scuola | Commenta »
Agosto 27th, 2011 Riccardo Fucile
1,3 MILIARDI DI EURO DI PATRIMONI NON DICHIARATI ALL’ESTERO PER LA MASTROTTO GROUP… SI TRATTA DI UNO DEI PRINCIPALI GRUPPI CONCIARI DELLA VALLE DEL CHIAMPO, NEL VICENTINO
Tonnellate di pellame vendute senza fattura, per oltre 10 milioni di euro, soldi che venivano
fatti sparire dalla contabilità fiscale grazie a degli artifizi fiscali.
Circa ottocento lavoratori pagati parzialmente in nero: operai e dirigenti a cui venivano corrisposti dei consistenti fuori busta, per un importo complessivo che è stato calcolati in 9 milioni di euro.
Ed ancora oltre 106 milioni di euro di reddito «nascosto» al fisco italiano presso società di capitali oltre confine e patrimoni non dichiarati all’estero per oltre 1,3 miliardi di euro.
Sono questi i principali numeri dell’indagine condotta dalla Guardia d Finanza di Vicenza che ha scoperto un’evasione di dimensioni colossali.
Coinvolto uno dei principali gruppi imprenditoriali della concia della Valle del Chiampo, la Mastrotto Group, con sede ad Arzignano.
Responsabili i fratelli Bruno e Santo Mastotto, che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per evasione fiscale.
Fondatori dell’importante gruppo conciario, amministratori e proprietari di fatto di quella che i finanzieri definiscono una galassia societaria retrostante alla struttura imprenditoriale vicentina: un castello di società di capitali, quattro con sede in Lussemburgo, due delle quali holding gemelle, e due trust con sede nell’isola di Mann. Imprese sotto il controllo italiano e di fatto amministrate in Italia, quindi ricondotte a tassazione nazionale e di fatto considerate evasori totali.
L’avvio delle verifiche finanziarie da parte del Nucleo di Polizia tributaria, coordinatore dal sostituto procuratore Marco Peraro, ha preso il via da un’indagine per corruzione che ha ipotizzato il pagamento da parte dell’azienda Mastrotto Group di una tangente da 300 mila euro nei confronti di professionisti e funzionari dell’Agenzia delle Entrate.
Pagamento che sarebbe avvenuto nel 2008.
Da quell’episodio la Finanza ha voluto approfondire meglio la situazione del gruppo con verifiche fiscali che hanno interessato gli anni dal 2005 ad oggi.
Ed ecco come è emersa l’evasione di respiro internazionale.
«Si è trattato di un’operazione molto complessa, che ci ha tenuti impegnati per oltre un anno – ha fatto sapere il col. Antonio Morelli, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza — un ingente danno all’Erario ma non solo, anche alla libera concorrenza e al libero mercato. Cercheremo di contrastare in modo sempre più drastico tali fenomeni perchè non è più tempo di giocare coi soldi italiani, soprattutto in questo particolare momento storico. Abbiamo le potenzialità per arrivare a ricostruire le situazioni patrimoniali a distanza di anni, come nel caso della Mastrotto. Abbiamo dimostrato di essere bravi quanto i migliori consulenti aziendali. Scoveremo e puniremo tutti coloro che costruiscono artifizi fiscali. Che ci provino pure, li staneremo».
argomento: Costume, denuncia, economia, emergenza, Giustizia, Lavoro, Politica, radici e valori | Commenta »