Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
I PROMOTORI FESTEGGIANO: “SUCCESSO STRAORDINARIO”…IL VOTO NELLA PROSSIMA PRIMAVERA
E’ “un miracolo popolare”: il comitato referendario ha consegnato in Cassazione 200 scatoloni contenenti 1.210.466 firme, raccolte in soli due mesi, per chiedere l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, il cosiddetto porcellum.
Quota ben oltre le 500mila richieste e ben oltre le 700mila considerate la soglia di sicurezza, al netto delle possibili contestazioni in Cassazione.
Il presidente del comitato, Andrea Morrone, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, festeggia per il risultato, ma ricorda che è “solo l’inizio”.
Il via libera della Cassazione arriverà entro il 10 dicembre, poi ci sarà il passaggio alla Corte costituzionale, che valuterà l’ammissibilità senza poter far riferimento a precedenti referendum sulla legge elettorale, quindi sarà il momento della campagna referendaria e il voto si terrebbe la prossima primavera, tra il 15 aprile e il 15 giugno, sempre che le camere non vengano sciolte anticipatamente.
Marrone spiega che questo, quanto a firme raccolte, è “il secondo risultato in assoluto nella storia del referendum”.
Ringrazia il “gruppo unito” delle forze del comitato e ricorda che “il 10 per cento delle firme è dovuto al contributo dei comuni”.
Anche Arturo Parisi non nasconde il proprio entusiasmo ed esalta “il lavoro corale” – di Pd, Idv, Sel, Partito liberale, Popolari (ex asinello) e Rete referendaria di Segni sono stati i promotori dell’iniziativa – parlando di firme sottoscritte dai cittadini “con rabbia e indignazione”, ma anche di “speranza” per il futuro.
Nessuno ormai “difende più il porcellum”, continua l’ex ministro, quindi il prossimo Parlamento non deve essere rieletto con l’attuale legge elettorale.
Il messaggio che viene dai cittadini è “netto e incontrovertibile” ed ha un “valore civile prima ancora che politico: i cittadini vogliono contare, non intendono lasciare una delega in bianco ad una classe politica chiusa in Palazzo sempre più screditato” commenta Nichi Vendola presidente di Sel.
“La democrazia nel nostro Paese” aggiunge, “non può più essere umiliata come è successo finora”.
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
“BISOGNA COMBATTERE LA CORRUZIONE”….”RIMANGO IN PARLAMENTO NEL GRUPPO MISTO, MA GUARDO AL TERZO POLO E AL PD”
Onorevole Versace, ma cosa ci combina?
Perchè, scusi?
Nel giorno del compleanno di Berlusconi lei se ne va dal Pdl e dice pure che è un regalo!
(Ride) No, guardi. Che me ne vado è vero. Che sia un regalo, invece, è solo la sublime malizia di Lauro e Sabelli di cui ero ospite in radio…
Però il regalo avvelenato c’è davvero…
Non direi che è un regalo, a dire la verità . Mi riprendo la mia libertà . D’ora in poi non voterò la fiducia al governo.
Dunque, che Santo Versace, il più famoso stilista italiano sia un osso duro lo sanno tutti. Che in questi anni, pur eletto nel Pdl, non abbia mai fatto mancare la sua voce critica, è altrettanto noto. Fino a ieri, però, la sua eresia era rimasta dentro le mura della grande casa del centrodestra. Da oggi, come racconta lui stesso, non abiterà più nella maggioranza berlusconiana. E altri, una quindicina, sarebbero pronti a seguire il suo esempio. Oggi Versace non esclude di approdare al Terzo polo di Casini e Fini, e nemmeno al Pd. Sentite in virtù di quale ragionamento.
Onorevole Versace, lei l’estate scorsa, dopo una intervista a Il Fatto, mi pregò di precisare che se era in Parlamento era grazie a Berlusconi.
È vero, la chiamai io stesso: mi piace dire la verità . Fu lui a chiedermi di entrare in Parlamento per il Pdl…
Non pensa di dover rimettere il mandato?
Nemmeno per sogno. Io sono Santo Versace, mica un nominato nella lotteria della fortuna.
Che cosa vuol dire?
Che uno dei motivi per cui mi sono impegnato in politica è perchè combatto una concezione proprietaria della politica.
Ha avuto un posto bloccato in lista, però.
Perchè purtroppo la legge elettorale è questa, e perchè purtroppo le liste le decidono i partiti. Ovviamente avrei preferito candidarmi con le preferenze, perchè non ho certo paura di misurarmi. Dopodichè le dico due cose. Primo: io sono uno di quelli che a essere eletto ci ha rimesso, anche economicamente. Secondo: Berlusconi mi ha pregato perchè mi candidassi, e non ero affatto in una posizione sicura.
Quindi non si sente in debito?
Se ti chiedono di candidarti, e se non ci guadagni nulla, vuol dire che al tuo partito qualcosa glielo porti, no? Non reclamo crediti, ma non ho nessun debito.
Ma a qualcuno sentirà di dover rispondere.
Oh sì… sono un dipendente dei cittadini che mi pagano lo stipendio. Non mi ritengo un miracolato, non lo sono, tutta la mia vita è lì a provare il contrario.
Le piace stupire, vero?
Perchè dice questo?
Non se n’è andato il 14 dicembre, quando avrebbe potuto far cadere Berlusconi, se ne va adesso che il Cavaliere pensava di aver tirato il fiato.
Non sono una persona sleale: ho pensato che il governo meritasse una possibilità . Ma adesso mi riprendo la libertà .
Ma è un gesto a sorpresa, perchè?
Penso che il primo problema da combattere, oggi, sia la corruzione politica. Ho sperato che questa maggioranza cambiasse rotta.
Si riferisce al caso del ministro Romano?
Sì, ma non solo. Ho parlato tante volte a Berlusconi, gli ho detto quali erano le mie preoccupazioni.
E lui?
Non c’è stata una volta in cui mi abbia detto: Santo, stai sbagliando. Ti dice sempre che è d’accordo su tutto. Poi non cambia nulla.
Lo abbandona a metà del guado…
Veramente ho votato tante volte la fiducia senza esserne convinto. Ho votato tante cose in cui non credevo.
Ha pesato di più quella che lei chiama la questione morale, oppure la crisi?
Hanno pesato entrambe le cose. La questione morale, come ripeto sempre, è trasversale a tutti i partiti. Ma questa Finanziaria è stata una follia.
Adesso cosa farà ?
Adesso sono nel Gruppo misto. Guardo con molto interesse a Casini e Fini. Ma anche al Pd.
Non ci credo.
È la verità . Anzi, se dovessi dirle, vorrei che si creasse un governo con il Pdl, il Pd e il Terzo polo.
Perchè?
Perchè credo che in tutti gli schieramenti che conosciamo ci siano persone di grande valore.
Dica la verità , onorevole Versace, nessun rimorso?
Senta, io sono calabrese. Quando decido una cosa non ho rimpianti.
Luca Telese blog
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
CONDANNE FINO A 5 ANNI DI RECLUSIONE PER I COMPAGNI DI MERENDE DI BOSSI: COLPEVOLI DI PECULATO E TRUFFA AI DANNI DELLO STATO
Pene fino a 5 anni e mezzo di reclusione per una presunta truffa da circa 100 milioni di euro sugli importi non versati allo Stato a partire dall’aprile 2003 dai produttori legati alle cooperative.
Il tribunale ha imposto ad alcuni imputati un risarcimento provvisionale di circa 30 milioni di euro all’Agea
La sentenza dei giudici milanesi nei confronti dei cosiddetti splafonatori, gli allevatori cioè che producono latte in eccesso superando le quote imposte a livello europeo dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), è esemplare con quindici agricoltori ritenuti colpevoli di peculato e truffa ai danni dello Stato per cento milioni di euro.
Sì, perchè il sistema adoperato fino al 2009 dai “Robin Hood” del latte era quello di non versare i soldi dei contribuenti europei all’Agea, più di cento milioni di euro, ma ridistribuirli tra i produttori, posizione da sempre sostenuta e promossa dalla Lega nord.
Duro il processo, pesante la sentenza.
Innanzi tutto le cooperative ‘La Lombarda’ e ‘La Latteria di Milano’ sono state giudicate colpevoli di truffa ai danni dell’erario con una sanzione pecuniaria di 100mila euro a testa, poi quindici i giudicati colpevoli e quattro gli imputati assolti.
La pena più alta è toccata ad Alessio Crippa, il re degli splafonatori, con 5 anni e mezzo di carcere per peculato e truffa.
Poco più della metà è toccata al suo braccio destra, Gianluca Paganelli, che sconterà una pena di 2 anni e mezzo di reclusione per truffa.
I restanti quattordici imputati dovranno scontare una pena che va da un anno a un anno e mezzo di reclusione e, per alcuni di loro, è scattato il risarcimento provvisionale all’Agea per una cifra di 30 milioni di euro e beni confiscati per 18 milioni.
Cifre esorbitanti che si sommano al risarcimento per le parti civili che verrà stabilito in giudizio separato, comunque con provvisionali fissati a 40.000 per Coldiretti e Confragricoltura Lombardia e tra i 50 ed i 70.000 euro per due cooperative danneggiate da ‘La Lombarda’ e ‘La Latteria di Milano’.
Al termine di un lungo quanto contestato processo, e di un casus belli tra il ministro Galan e la Lega nord, Confagricoltura esulta definendo la sentenza “epocale e tutta da leggere”.
E’ infatti da tempo che l’organizzazione agricola italiana si batte contro gli splafonatori ed è evidente che questa sentenza rappresenti un punto di svolta nella battaglia contro chi elude la normativa europea in materia di produzione di latte.
“Una sentenza- evidenzia una nota di Confagricoltura- dalla quale nessun tribunale e nessun soggetto politico potrà d’ora in poi certamente prescindere nell’affrontare argomenti di gestione politica ed amministrativa del comparto lattiero-caseario italiano. Finalmente viene fatta giustizia delle ragioni, da sempre manifestate dalla stragrande maggioranza dei produttori italiani e da tempo sostenute da Confagricoltura”.
Nonostante una condanna senza precedenti per la categoria, i Cobas si fanno beffe della sentenza e annunciano nuove proteste contro il sistema delle quote latte: “Continuo a ‘sforare’ le quote anche adesso- sostiene Crippa- in Italia viene processato chi va a letto con le donne a casa sua e chi fattura il latte che munge”. L’inchiesta, condotta dal pm Frank Di Maio e poi portata a processo dal collega Maurizio Ascione, aveva portato ai domiciliari Crippa e Paganelli nel febbraio 2009 e al sequestro delle aziende.
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
L’EUROPARLAMENTARE DELLA LEGA HA PASSATO L’ESAME DI ABILITAZIONE FORENSE A BRUXELLES: “IN BELGIO E’ MOLTO PIU’ FACILE CHE IN ITALIA”
Francesco Speroni principe del foro di Bruxelles.
È l’ultima roboante voce del curriculum dell’eurodeputato leghista, nonchè suocero del capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni.
Speroni ha avuto un problema nel processo di Verona sulle camicie verdi, ma poi si è salvato grazie all’immunità parlamentare.
Anche lui era con Borghezio a sventolare bandiere verdi e a insultare l’Italia durante il discorso di Ciampi qualche anno fa, quando gli italiani hanno bocciato, col referendum confermativo, la controriforma costituzionale della devolution.
E così commentò: “Gli italiani fanno schifo, l’Italia fa schifo perchè non vuole essere moderna!”.
Ecco, l’onorevole padano a maggio ha ottenuto l’abilitazione alla professione forense in Belgio (non come il ministro Gelmini che ha scelto Reggio Calabria) dopo ben 12 anni dalla laurea conseguita a Milano.
Speroni dunque potrà difendere “occasionalmente in tutta Europa” spiega lo stesso neoavvocato raggiunto telefonicamente.
Perchè Bruxelles?
Perchè in Italia è molto più difficile mentre in Belgio l’esame, non dico sia all’acqua di rose, ma insomma è certamente più facile. Non conosco le statistiche, ma qui le bocciature sono molte meno rispetto a quelle dell’esame di abilitazione in Italia”.
Esistono due Consigli degli Ordini, uno francese e l’altro fiammingo.
Io sono iscritto a quello francese.
A Bruxelles l’avvocato esercita in ogni area legale ma quelli abilitati a difendere avanti la Corte di Cassazione vengono nominati dal Re. Onorevole è arrivato anche al Re?
Assolutamente no e considerato che ho 56 anni penso mi fermerò qua. Faccio consulenze per gli italiani in Belgio. E poi difendo gli amici che prendono contravvenzioni.
Lei che ha raggiunto i 316 chilometri all’ora in Germania
Appunto. Io non sono mai stato fuorilegge. In Germania si può.
Ma che macchina aveva?
Una Nissan Gtr da 80 mila euro.
È vero che da consigliere regionale lombardo (1987) aveva spostato la sua residenza da Busto Arsizio a Roma-ladrona per avere il rimborso?
Ora le spiego come sono andate le cose. Non l’ho fatto per arricchirmi anche se al tempo si parlava di un milione di lire. L’ho fatto per far cambiare la norma in vigore di cui beneficiava anche il collega Marco Taradash.
Da ex dipendente (steward) Alitalia viaggiava gratis, ma incassava i rimborsi. Lei è un baby pensionato oltre che europarlamentare.
Mai stato steward, ma tecnico di volo. Una figura che non c’è più. Me ne sono andato prima che mi licenziassero. Sono andato in pensione a 50 anni. Percepisco una pensione Inps come molti altri miei colleghi. Sono un privilegiato, ma non mi vergogno. Come europarlamentare guadagno tra i 7 e gli 8 mila euro netti al mese. I soldi dei rimborsi allora li versavo al partito.
La si vede poco in tv. Nel suo partito dicono che sia stato censurato perchè avrebbe confermato che Berlusconi e Bossi hanno sottoscritto un patto dal notaio.
Non mi sono mai sentito censurato. Il patto è evidente che l’abbiano sottoscritto. Che sia davanti a un notaio oppure no poco cambia. Noi sosteniamo il governo. Il voto a Saverio Romano lo dimostra.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
SCRIVE AL “CORRIERE DELLA SERA”: “E’ DIFFICILE MANDARE GIU’ BOCCONI AMARI, GLI ULTIMI SU MILANESE E ROMANO”…”LA LEGA MI CACCIA? MI RIMETTO AI NOSTRI LEADER”
Caro Direttore,
sono un sindaco leghista che si è stancato di mandar giù bocconi amari e si è accorto di come sia terrificante oggi il potere della Lega.
Vengo da una militanza ventennale e da due anni e mezzo faccio il sindaco a Macherio.
Stipendio mensile 920 euro netti al mese, di cui 100 vanno nelle casse del partito. Sono avvilito, incazzato, mi sento tremendamente preso in giro: sono impegnato tutto il giorno (e la sera) a cercare di tenere sotto controllo tutti i problemi di un paese di 7.200 abitanti, dal patto di stabilità agli edifici comunali disastrati, alla crisi che attanaglia famiglie normali e mettiamoci pure le varie lamentele che raccolgo dai cittadini ogni momento che cammino per strada o vado al bar.
Ho anch’io i miei sospetti sui mille interessi della Lega, ma ormai la tenaglia probabilmente ricattatrice del premier ci sta portando alla deriva, sia come Italia che come Lega.
Mi prende una profonda tristezza nel vedere traditi i miei ideali di onestà , rettitudine e coerenza di idee, tristezza che sconfina in grande delusione.
Ho preso la mia prima tessera da simpatizzante nel 1989, per poi diventare militante e segretario di sezione di Triuggio e Besana nel 1991.
Giustizia fiscale, equità fra Nord e Sud, la famosa gallina dalle uova d’oro etc etc… Non ho mai cavalcato slogan razzisti o partecipato a quel seminare paura del «diverso» nei miei anni da militante.
A Macherio abbiamo una moschea, che per ora riesco a tenere chiusa per motivi di sicurezza legati ai Vigili del fuoco: queste scelte rientrano nelle linee della Lega ed anche nelle mie, ma non eccedo nei termini o nello spaventare i cittadini su chissà quali paure.
La Lega mi ha anche dato soddisfazioni, ma ad oggi mi diventa molto difficile continuare a «mandare giù» tutti i bocconi amari: gli ultimi, quelli su Milanese e sul confermare la fiducia ad un ministro indagato per concorso in associazione mafiosa. Oltretutto un ministro che ha tradito il proprio partito che lo ha eletto a Roma per far da salvagente al governo.
Traditore è chi guadagna poltrone, non chi le perde.
Dall’interno poi vedo troppi «furbi» che si azzuffano per le poltrone, ovviamente imbottite di stipendi, magari due, magari tre, e così via.
Forse ad oggi il Potere che ha la Lega è cosi forte da imporre certe scelte, ma quando questa logica sconfina nel salvare chi fa il furbo e si arricchisce alle spalle degli altri, allora mi sento ferito nella mia dignità di uomo e di padre.
Ad esempio, non posso accettare che dal palco di Venezia il ministro Calderoli abbia detto ai sindaci che «senza la Lega non siete niente e ritornerete polvere».
Non può denigrare in questo modo chi lavora per il bene del popolo e soprattutto per dare della Lega una bella immagine, quella che si meriterebbe.
Forse anche lui prima di fare il ministro avrebbe fatto meglio a ricoprire l’incarico di sindaco, in modo da capire che non siamo qui a «pettinare le bambole».
Giancarlo Porta
Sindaco di Macherio (Lega Nord)
(da “Il Corriere della Sera“)
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
DOPO IL VOTO CONTRO LA MOZIONE PER SFIDUCIARE SAVERIO ROMANO, LA RABBIA DEI MILITANTI DELLA LEGA NON SALVA PIU’ NESSUNO DEI VERTICI DI VIA BELLERIO: “NON CI RAPPRESENTATE PIU’, PENSATE SOLO AI VOSTRI INTERESSI E A SALVARVI IL CULO”
“La famosa base ha detto basta. Non ci rappresentate più, e prima o poi dovrete scendere dal cadreghino e girare per le città . Le monetine sono pronte anche per voi”.
Sono durissimi i commenti dei leghisti all’indomani del voto contro la mozione per sfiduciare Saverio Romano, il ministro dell’Agricoltura accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Che la Lega ha deciso di salvare, dimenticando la sua base e il cappio che sventolava in aula nel 1993.
E insieme agli elettori è insorto anche il sindaco leghista di Macherio, Giancarlo Porta che ha fatto coming out contro il partito in una lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera.
“Ho anch’io i miei sospetti sui mille interessi della Lega — scrive — ma ormai la tenaglia probabilmente ricattatrice del premier ci sta portando alla deriva, sia come Italia che come Lega”.
E sentire traditi gli “ideali di onestà , rettitudine e coerenza di idee” provoca un sentimento di “tristezza che sconfina in grande delusione”.
I dissensi dalla base elettorale sono emersi con forza dalle scorse amministrative milanesi dove, in seguito agli insulti indirizzati alla coalizione di governo e al premier, è stata decisa anche la chiusura del forum di Radio Padania.
Poi sono arrivati il salvagente per Marco Milanese e ieri per Saverio Romano, considerati dal sindaco “bocconi amari” difficili da mandar giù.
Nella lettera poi denuncia un partito dove “troppi ‘furbi’ si azzuffano per le poltrone, ovviamente imbottite di stipendi, magari due, magari tre, e così via”. E il divario tra amministratori locali e dirigenza risulta insanabile al punto che Calderoli dal palco di Venezia, ha “detto ai sindaci che ‘senza la Lega non siete niente e ritornerete polvere’”.
Gli stessi umori che trapelano anche sul web.
Su Padania.org prevale l’indignazione per “avere salvato il Romano”.
“Dopo il grande camorrista e quello della P4 ora abbiamo salvato anche lui. Con buona pace di Maroni, ora ce lo rinfaccerano a vita”, scrive Fausto Padano.
E Maria Sandra aggiunge: “Vergogna a tutti leghisti che hanno permesso alle camere di diventare rifugio per i delinquenti (basta anche il sospetto)”.
Raffica di commenti al vetriolo anche contro Berlusconi (“Se si comportasse da persona corretta i magistrati non lo cercherebbero. Anche Totò Riina allora si dovrebbe lamentare dei magistrati che lo perseguitano”, aggiunge Marcodei) intervallati da altri utenti che copiano e incollano la lettera di Giancarlo Porta al Corriere.
Ma oltre alla delusione emerge la consapevolezza del disinteresse dei papaveri: “Credo sia inutile chiedere agli elettori del Cavalier Patonza cosa fare e cosa ne pensano del loro partito e del loro leader — nota Caio49-. Come sta facendo la Lega che nonostante i consigli, le proteste, le prese di posizione, continua imperterrita a fare ciò che vuole. L’importante e salvarsi il c.. tra di loro, tutto il resto non conta”.
Sul Forum dei giovani padani invece, in tanti si chiedono quali siano le ragioni profonde che hanno indotto il Carroccio ad abdicare alla legalità .
La risposta per alcuni sta nelle quote latte. Anche se Fireflash ammette: “In più di un decennio di militanza, ancora devo capire perchè Bossi si ostina a difendere alcune centinaia di allevatori che han fatto i furbi con le quote latte”.
La disillusione di oggi, però, affonda le radici nel passato, quando al posto del federalismo Umberto Bossi incitava ancora alla secessione.
“Concordo parola per parola con la lettera di Giancarlo Porta e con le critiche degli elettori — osserva Corinto Marchini, ex senatore già a capo delle Camicie Verdi, il corpo paramilitare nato per la difesa del Senatùr — lo avevo già detto nel 1996: il vertice della Lega allora come oggi cercava di nascondere le contraddizioni fra partito di lotta e di governo, come facevano i comunisti”.
Marchini parla di una dirigenza offuscata, lontana dagli elettori e “talebana”.
E il nodo centrale rimane l’alleanza col Cavaliere.
“Se avesse raccolto più consensi alle regionali — conclude Marchini — forse si sarebbe riuscita a smarcare da Berlusconi. Ma a Milano ha perso e il giocattolo si è rotto. Gli amministratori e gli elettori vivono la realtà . Da cui ormai i vertici a Roma si sono distaccati”.
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
IL CASO DI UN DIPENDENTE DELLA PROVINCIA CHE AD AGOSTO HA RICHIESTO IL PAGAMENTO DI 200 ORE DI STRAORDINARIO PER SPALARE LA NEVE…ALTRE 215 GLI ERANO GIA’ STATE PAGATE A LUGLIO: ORA QUALCUNO PARE SE NE SIA ACCORTO
C’è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c’è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c’è tanto, tanto lavoro da fare.
Per esempio, a luglio tocca spalare la neve.
Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell’isola del sole c’è la neve.
Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale?
Questo, al momento, è un segreto.
Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per “spalamento neve”.
Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell’inverno scorso. Macchè.
Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo.
Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall’inizio dell’anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell’instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.
Poi, a marzo – purtroppo – persino sulle cime delle Madonie l’ultima neve si è sciolta.
E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari).
Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull’isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui.
E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all’ufficio del personale.
Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi).
Cinquantatre sotto il sole di maggio.
Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno.
Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai.
Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava.
Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all’ombra).
Per toccare, in pieno agosto, l’apice dello sforzo: duecento ore.
Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l’instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario.
Il poveretto dev’essere rimasto di sasso – lo immaginiamo con la vanga a mezz’aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria – perchè l’anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s’era fatto pagare centodiciassette ore di “spalamento neve” straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).
Ma non finirà qui, si capisce.
Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l’ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa.
E lo troverà di sicuro.
Perchè in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
GARIMBERTI PREOCCUPATO: “ASCOLTI IN CALO, NON E’ POSSIBILE CHE UN PROGRAMMA IN PRIMA SERATA FACCIA GLI STESSI ASCOLTI DI “CHI L’HA VISTO”
Alcuni militari delle Fiamme gialle si aono recati in Rai, nell’ufficio del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, per accertamenti e verifiche.
Già il 15 settembre scorso, secondo quanto riportato dal sito Globalist.it, i finanzieri sono andati negli studi del primo telegiornale nazionale.
In quell’occasione, il direttore smentì nettamente l’indiscrezione e rispose a muso duro: “Qualche imbecille si diverte a diffondere notizie totalmente infondate — disse Minzolini — . Da me questa mattina non è venuto nessuno, eppure sono inondato di telefonate. Spererei che di questi millantatori se ne occupasse chi di dovere”.
L’ex cronista parlamentare de La Stampa, per la cronaca, è indagato per peculato a causa dell’uso disinvolto della carta di credito aziendale.
La Guardia di Finanza — secondo l’Ansa — sarebbe andata nell’ufficio del direttore del Tg1, per acquisire documentazione sulla causa avanzata dalla giornalista Tiziana Ferrario.
I legali della cronista infatti, dopo la denuncia in sede civile al Tribunale del lavoro, hanno anche presentato una causa penale.
Il diretto interessato, tuttavia, si dice assolutamente tranquillo: “L’inchiesta riguarda l’azienda e non il direttore. Rispetto al clamore suscitato, questa vicenda è una boiata pazzesca” ha detto Augusto Minzolini.
“No comment”, invece, da parte del presidente Rai Paolo Garimberti.
Diversa la presa di posizione del consigliere d’amministrazione della Rai, Giorgio van Straten. “Ho pieno rispetto della magistratura, ma non spetta a me commentare la visita della Guardia di Finanza negli uffici del direttore del Tg1″ ha detto van Straten, che poi rilascia un commento “aziendale”.
“Non ci si comporta così nei confronti dei professionisti — ha precisato il consigliere Rai — e Ferrario è un’ottima professionista. Resto dell’idea che la sua rimozione non era originata da ragioni editoriali, ma da motivazioni ‘altre’. Lei fu reintegrata da una sentenza che non è stata mai onorata. Io non ho mai rivisto Tiziana Ferrario in video”.
Tiziana Ferrario giudica “assolutamente plausibile” che la visita della Guardia di finanza nell’ufficio del direttore del Tg1 sia avvenuta per effettuare accertamenti sulla causa da lei intentata all’azienda.
“Il magistrato a cui è stata affidata la mia denuncia ha a disposizione vari strumenti di indagine e tra questi figura certamente anche il ricorso alle Fiamme gialle — ha detto la giornalista del Tg1 -. Non mi sembra nulla di strano. Detto ciò, non so nulla di più anche perchè non sono in redazione”.
Sulla denuncia penale presentata dai suoli legali dopo quella in sede civile al Tribunale del lavoro, Tiziana Ferrario usa parole nette: “Non è una decisione che ho preso a cuor leggero — ha detto la cronista -, ma poichè non sono state applicate ben due ordinanze del tribunale civile a mio favore, nelle quali si chiedeva il mio reintegro, sono stata costretta a fare una denuncia penale per far valere i miei diritti. attendo fiduciosa che la magistratura svolga il suo ruolo”.
“Mi preoccupano gli ascolti”.
Ieri sera ancora Rai1 ha fatto un ascolto che non è da Rai1″.
E’ quanto ha affermato il presidente della Rai, Paolo Garimberti, a Torino, a margine del congresso della Federazione internazionale degli archivi televisivi.
Riferendosi al programma in prima serata ‘Me lo dicono tutti’, Garimberti ha osservato: “Ha fatto gli stessi ascolti di ‘Chi l’ha visto” ed a chi gli faceva osservare della contemporaneità del programma su La7 con Lavitola, ha detto: “Rai1 è sempre stata l’ammiraglia, ha sempre avuto la leadership totale, è raro che perda una serata. Non basta Lavitola a spiegare una cosa del genere”.
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Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
SUL SUO BLOG IL CAPO DELLA COSCA CHE SAREBBE LEGATO AL MINISTRO ROMANO, LIBERO PER SCADENZA DEI TERMINI, PARLA DELL’AUTORIZZAZIONI ALL’ARRESTO IN PARLAMENTO
È il capo della cosca che “avrebbe in mano” il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, per usare le parole di Stefano Lo Verso, l’ultimo collaboratore di giustizia che sta aprendo ai magistrati della Dda nuovi scenari sui rapporti tra mafia e politica. Nino Mandalà , “l’avvocato” come è soprannominato per la sua laurea in legge, si è visto confermare ieri dalla Corte d’appello di Palermo la condanna a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Mandalà è libero per scadenza dei termini di custodia cautelare e potrebbe restarvi fino al pronunciamento della Cassazione a meno che la Procura generale non ravvisi la necessità , dopo la condanna, di un nuovo ordine di custodia.
Padre di Nicola Mandalà , il boss già condannato all’ergastolo che accompagnò Provenzano a Marsiglia per l’operazione alla prostata, Nino Mandalà ha affidato al suo blog alcune riflessioni sulle ultime vicende politiche nazionali che hanno incuriosito non poco gli inquirenti che non escludano che, tra un apprezzamento e l’altro sull’operato di uomini del governo, possano celarsi messaggi.
Mandalà ha sempre avuto il pallino della politica.
Socio di uno dei primissimi club di Forza Italia a Palermo, è stato sempre lui a tenere i rapporti con gli uomini politici, come raccontano diversi pentiti.
Nel suo blog, Mandalà non cita mai la vicenda del ministro Romano ma si concentra sulla scelta della Lega di votare contro l’arresto di Milanese.
E scrive: “Ci riesce difficile pensare che essi facciano così poco onore al loro titolo di Onorevoli da lasciarsi guidare, in una decisione che riguarda la sorte di un uomo, da motivi di bottega invece che da motivi dettati dalla loro coscienza. Ma, ahimè, pare che dobbiamo arrenderci all’evidenza: la Lega ha mercanteggiato la propria coscienza al banco pegni della Camera e ha riscattato l’on. Milanese reputando che le sue quotazioni valessero più di quelle dell’on. Papa ai fini dei risultati da portare a casa”.
E ancora: “E’ credibile una Lega in preda a convulsioni moralistiche a singhiozzo che obbediscono a calcoli di ragioneria spicciola piuttosto che a obiettive considerazioni di carattere morale, in una vicenda in cui la morale dovrebbe essere l’unica categoria alla quale ispirarsi?”.
Ne ha per tutti Mandalà : per Berlusconi “che ha determinato il declino dell’Italia”, per il Pd “che non è capace di proporre una strategia in alternativa a quella del governo”, per Di Pietro “che ipotizza strumentalmente la prospettiva di un selciato sporco di sangue”.
E conclude: “Qualcuno ha detto che uno Stato senza regole è uno Stato di briganti”.
Alessandra Ziniti
(da “La Repubblica“)
argomento: Bossi, Costume, criminalità, Giustizia, governo, LegaNord, Politica, radici e valori | Commenta »