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“ALFANO RIPULISCA IL PDL DAI MAFIOSI”: FRATTINI ROMPE L’OMERTA’ NEL PDL

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

L’APPELLO DELL’EX MINISTRO DEGLI ESTERI AL SUO SEGRETARIO: “NON VOGLIO AVERE ACCANTO A ME AFFILIATI ALLA CAMORRA”… ALFANO REPLICA SUL VAGO: “SE RISULTERANNO IRREGOLARITA’ BLOCCHEREMO I CONGRESSI”

Se non è un’ammissione, poco ci manca: nel Pdl ci sono i criminali.
Che siano mafiosi o camorristi cambia poco.
A denunciarlo è Franco Frattini, una delle personalità  più influenti nel partito di Silvio Berlusconi, che ha chiesto al segretario Angelino Alfano di “espellere i mafiosi” dal Pdl, per fare pulizia nel partito.
“Non siamo di fronte a un tumore con metastasi — ha dichiarato a il Riformista l’ex ministro degli esteri — e quindi non vanno fatte generalizzazioni, ma gli episodi legati al tesseramento sono gravissimi, e occorre intervenire presto. Alfano deve fare un appello a ripulire il partito. Noi saremo con lui”.
Il fenomeno delle tessere false ai congressi del Pdl, del resto, continua a tener banco.
Gli ultimi due casi sono venuti alla luce ieri: a Monza, i carabinieri hanno scoperto che delle quasi 10mila tessere del partito di Berlusconi molte appartengono a cittadini non consapevoli di essere iscritti.
E in Sardegna la stesso ‘scandalo’ ha portato alle dimissioni del coordinatore provinciale del partito, Ettore Melis, nel Medio Campidano.
Frattini prosegue l’intervista appellandosi al segretario del partito, ricordando che nei comizi   ”il passaggio sul partito degli onesti è sempre la parte più applaudita dei discorsi”.
E sulla presenza di malavitosi all’interno del Pdl, ricorda che spetta “alla procura individuare i mafiosi”, ma ” è compito di un partito eliminarli dalle proprie liste, espellerli, appena sono identificati. Io, francamente, non voglio avere accanto a me, nel mio stesso partito, un affiliato alla camorra. Credo che Alfano abbia piena consapevolezza dell’urgenza del problema — aggiunge l’ex ministro degli Esteri nell’intervista — e può contare su persone oneste che vogliono sostenerlo, e risolvere il problema con lui. Non possiamo consentire che una sinistra piena di difficoltà  abbia un’arma contro di noi per la campagna elettorale”.
Immediata la replica del segretario del Pdl: “Stiamo verificando sui casi di tessere false emersi in alcune province dove si stanno svolgendo o si sono svolti i congressi locali e se dovessero risultare delle irregolarità  bloccheremo tutto e non faremo svolgere i congressi”.
“Comunque — aggiunge Alfano — a tutela della regolarità  del tesseramento abbiamo inserito una norma ‘anti-furbetti’ che fa sì che ai congressi si debba votare personalmente. Dunque, ‘i furbetti’ non potranno fare nulla contro di noi”.

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ARRIVA LA RIFORMA DEL FISCO: MENO IRPEF COI SOLDI RECUPERATI DALLA LOTTA ALL’EVASIONE

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

NUOVO CATASTO, 720 AGEVOLAZIONI NEL MIRINO, TAGLI A SGRAVI E SPRECHI, SFOLTIMENTO DEI 10 MILIARDI DI SCONTI CONCESSI DAL FISCO ALLE IMPRESE, NIENTE AUMENTO IVA

Il cantiere del fisco è di nuovo aperto. Con l’obiettivo di abbassare i carichi per i contribuenti più deboli e di bloccare l’aumento dell’Iva già  pronto per il prossimo anno.
Il contenitore dei nuovi strumenti che il governo si propone di mettere in campo è la nuova delega fiscale: aumento Iva evitabile, meno Irpef con i proventi della lotta all’evasione, tagli delle agevolazioni fiscali.
Accantonata la delega scritta da Tremonti lo scorso anno, che prevedeva pesanti e indiscriminati tagli lineari che avrebbero colpito anche famiglia, lavoro dipendente e pensionati, si apre la strada ad uno sfoltimento delle oltre 720 agevolazioni fiscali del nostro sistema che costano circa 161 miliardi.
Sconti che spesso si sovrappongono all’assistenza o che riguardano settori residuali, poco efficaci o frutto del sedimentato lavoro delle lobby.
L’operazione libererebbe molte risorse alle quali potrebbero aggiungersi la lotta all’evasione fiscale (di cui già  a maggio in sede di autotassazione si potranno valutare i primi frutti) e la spending review affidata a Piero Giarda pronta nel giro di tre mesi. Una carta che Monti sembra intenzionato a giocare.
L’operazione Irpef: giù la prima aliquota coi soldi tolti agli evasori
“Usare i proventi della lotta all’evasione per dare qualche sollievo ai contribuenti onesti”, ha detto Monti. Per ora il governo, per prudenza, non ha voluto cifrare il gettito della lotta all’evasione per quest’anno. Di certo tuttavia si sa che nel 2011 il gettito di cassa del contrasto agli evasori è stato di 11 miliardi.
Quest’anno la battaglia contro chi non paga le tasse è diventata una vera e propria emergenza dell’esecutivo e con tutta probabilità  riserverà  qualche sorpresa positiva.
Le nuove norme, dalla tracciabilità  al monitoraggio dei movimenti bancari, hanno provocato un effetto deterrenza al quale vanno aggiunti i ripetuti blitz della GdF e dell’Agenzia.
Un primo bilancio dell’andamento del gettito, che terrà  conto anche di questi fattori, si potrà  vedere tra maggio e giugno in sede di autotassazione.
I tecnici del governo stanno studiando dove intervenire: sostanzialmente sull’Irpef con un taglio dell’aliquota più bassa oggi al 23 per cento.
Di quanto dipenderà  dalle risorse tenendo conto che un punto di Irpef costa circa 5 miliardi e si riflette su tutti gli scaglioni. In alternativa: un intervento sui carichi familiari.
Il dilemma dell’Iva: aumento 2012 evitabile se si trovano 4 miliardi
L’obiettivo è quello di disinnescare la mina Iva. Sotto l’emergenza della manovra alla fine dello scorso anno si decise un secondo aumento dell’Iva: 2 punti che scatteranno, se non ci saranno modifiche, dal primo ottobre di quest’anno portando l’aliquota intermedia del 10 per cento al 12 per cento e quella più alta dall’attuale 21 al 23 per cento.
Un aumento che dovrebbe rimanere immutato per tutto il 2013 e registrare un ulteriore incremento di mezzo punto nel 2014.
L’operazione fu fatta per evitare che scattassero i pericolosissimi tagli lineari del 5 per cento su tutte le agevolazioni fiscali, dai carichi familiari a quelli sul lavoro dipendente, per 4 miliardi quest’anno e 16 per il prossimo.
Tuttavia l’Iva, in fase recessiva, desterebbe qualche perplessità  e lo stesso presidente del Consiglio Monti valuta una revisione della norma.
L’obiettivo numero uno sarebbe quello di eliminare del tutto il rincaro, in seconda battuta si tenterebbe di dimezzarlo.
L’Iva avrebbe infatti un immediato impatto sui prezzi e inoltre colpirebbe i lavoratori dipendenti con reddito medio basso e favorirebbe gli autonomi con reddito medio alto.
Gli sconti: la sforbiciata risparmia le famiglie e i pensionati
Una massa enorme, sedimentata nel tempo, che riguarda tutti gli aspetti e le pieghe della società . In tutto 161 miliardi e 720 agevolazioni che possono trovare spazio nella denuncia dei redditi di contribuenti e imprese.
Il lavoro era stato avviato da Tremonti, ma la cura era violenta: taglio lineare di tutte le agevolazioni del 5 per cento e del 20 per cento.
Stesso peso per i carichi familiari e per gli sconti sui palazzi storici. Nessuna differenza tra le medicine per gli animali e le palestre per i ragazzi. Un calderone.
Così è arrivato lo stop del governo Monti (coprendo i mancati risparmi con l’aumento dell’Iva) e rivisitando, ad opera della Commissione guidata dall’attuale sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, le agevolazioni tagliabili.
Il frutto dell’impresa è che ad ogni agevolazione è stato dato un codice di importanza e molte, relative a famiglia, lavoro e pensioni, sono state dichiarata intoccabili. Tuttavia il bacino d’intervento resta ampio. Si guarda anche al riordino dei 10 miliardi di agevolazioni che vanno alle imprese.
Gli estimi catastali: rivalutazione a tappe, grandi Comuni apripista
L’intervento è stato pesante, circa 10 miliardi sono giunti dall’aumento dell’Imi (la vecchia Ici) introdotta sulla prima casa e soggetta ad un rincaro delle rendite catastali del 60 per cento rispetto al vecchio schema.
Tuttavia la rivalutazione delle rendite catastali esistenti ha elevato la base imponibile dell’imposta a circa 4.000 miliardi, mentre il valore di mercato stimato è valutato in 8.200 miliardi, circa la metà  del patrimonio esistente rimane escluso dall’imposta.
Tuttavia i valori di mercato differiscono da quelli catastali in modo non uniforme: lo scostamento è maggiore nelle grandi città  rispetto ai grandi centri e nelle periferie rispetto ai centri storici. Così si studia, in attesa di una riforma totale del catasto che potrebbe richiedere fino a cinque anni di tempo, una revisione degli estimi urbani medi agendo Comune per Comune, o su zone omogenee e quartieri all’interno dello stesso centro abitato. In questo modo si potrebbero avere una distribuzione meno sperequata dei carichi e spazi per evitare ulteriori aumenti delle rendite.
La spending review: avviata in tre ministeri la radiografia delle spese
“Riformare la spesa pubblica non è una missione impossibile”. Parola di Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento, uno dei massimi esperti di spesa pubblica cui è stata affidata la regia della spending review, per rendere più efficiente la spesa pubblica eliminando gli sprechi.
L’operazione è scattata da meno di un mese e dovrebbe essere portata a termine entro fine maggio.
Le revisione della contabilità  e delle spese, fin nei minimi dettagli e in tutte le pieghe del bilancio, è già  stata avviata in tre ministeri: Interni, Pubblica Istruzione e Affari Regionali. Sembra che al ministero degli Interni sia in fase più avanzata di realizzazione.
Un meccanismo importante che potrebbe evitare, come ha accennato lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, il “pericoloso” rincaro dell’Iva previsto per l’autunno.
Come si sta agendo? L’obiettivo è quello di standardizzare i costi di produzione delle singole unità  produttive, dalle scuole alla magistratura ai vari servizi, e poi verificare se tutti i centri di spesa sono al di sopra o al di sotto della media fissata dalla spending review. In tutto si potrebbero incassare 5-10 miliardi fin da quest’anno.
L’abuso di diritto: trucchi, fusioni, scorpori: ora è caccia alle elusioni
Abuso di diritto, ovvero elusione fiscale. Nel mirino ci sono i miliardi che sfuggono al fisco in apparenza legittimamente, in realtà  grazie ad un ingegnoso e sofisticato slalom tra le norme, formalmente rispettate ma piegate ai propri interessi da holding e grandi gruppi finanziari. Il tema è già  sotto gli occhi del governo.
Obiettivo: verificare ogni volta, come del resto ha fatto spesso la Corte di Cassazione, se l’operazione che viene messa in atto da una società  ha un fine puramente economico o serve solo per risparmiare sulle imposte. Del resto la proposta al vaglio parla chiaro: sono vietati tutti gli atti privi di valide ragioni economiche diretti, pur senza violare alcuna specifica disposizione di legge, ad ottenere riduzioni d’imposta, rimborsi o risparmi.
Chi sarà  colpito?
Soprattutto le grandi operazioni dei grandi gruppi in grado di muoversi a livello internazionale. Nel mirino alcuni dei più sofisticati meccanismi che attengono soprattutto alla prassi internazionale.
In prima linea ci sono fusioni, scorpori e utilizzo delle norme sulla doppia imposizione internazionale.

Roberto Petrini
(da “La Repubblica”)

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LA SVOLTA DELL’ICI SULLA CHIESA: ESENTASSE SOLO I LUOGHI DI CULTO

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

L’ANNUNCIO DEL GOVERNO ALLA UE, ATTENZIONE SOLO ALL’AREA NO PROFIT… UNA DECISIONE CHE POTREBBE VALERE 2 MILIARDI DI EURO DI ENTRATE PER LO STATO…COLPITI ANCHE PARTITI, SINDACATI E CIRCOLI

Niente più esenzioni Ici (Imu) per le attività  «non esclusivamente commerciali» della Chiesa (cliniche, pensioni, scuole).
Per l’esenzione non basterà  più avere all’interno dell’immobile una struttura religiosa (che rimarrà  esente), il fisco guarderà  alla destinazione prevalente, individuando un rapporto percentuale tra le due attività , e su tutto il resto si pagherà  il dovuto.
La nuova disciplina riguarderà  anche tutti gli altri soggetti (partiti, sindacati, associazioni, circoli) che oggi non pagano l’imposta comunale sugli immobili.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha comunicato ieri ufficialmente al vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, la sua intenzione di presentare al Parlamento «un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione», che ha generato molte polemiche e sulla quale la Commissione europea ha aperto, dopo un esposto del Partito radicale, nell’ottobre 2010, una procedura di infrazione per violazione della concorrenza ed illegittimo aiuto di Stato.
E’ stata resa nota alla vigilia del tradizionale ricevimento all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per l’anniversario dei Patti Lateranensi, cui parteciperanno il vertici vaticani, il vertice della Cei, e praticamente tutto il governo Monti.
A conferma che, non essendo la questione dell’Ici di natura pattizia (cioè bilaterale), essa è stata presa di iniziativa del governo italiano.
Essa del resto era già  stata comunicata, esattamente un mese fa, da Monti a Bertone nel corso del colloquio che è seguito alla visita ufficiale del premier in Vaticano del 14 gennaio. In quell’occasione la Santa Sede aveva concordato con l’esigenza che, per l’Imu, non ci possano essere deroghe alle normative europee.
Sul reale valore dell’Ici della Chiesa da anni va avanti un vero e proprio balletto di cifre. L’esenzione dell’Ici alla Chiesa non vale «miliardi» di euro, ma forse anche meno di 100 milioni: è questa la posizione espressa a inizio 2012 dal giornale della Cei Avvenire , visto che il rapporto finale del Gruppo di lavoro Ceriani sull’erosione fiscale ha individuato quella cifra per quanto riguarda gli immobili di tutti gli enti non profit, non solo quelli ecclesiali.
La complessità  della definizione del valore di un eventuale gettito aggiuntivo dipende inoltre dal fatto che le proprietà  fanno capo a una galassia di soggetti giuridici diversi tra loro, che vanno dalle diocesi alle congregazioni, dagli ordini religiosi alle proprietà  italiane del Vaticano vero e proprio.
In tempi recenti si è parlato di cifre che vanno dai 500-700 milioni stimati dall’Anci ai 2,2 miliardi stimati dall’Ares, l’Associazione ricerca e sviluppo sociale.
Mentre il presidente dell’Anci, Graziano Del Rio, ha proposto innanzitutto un censimento degli immobili, visto che molti non sarebbero neppure denunciati al catasto, in particolare per individuare quelli adibiti a uso commerciale.
Secondo stime realizzate sul web si parla di un totale di 100 mila immobili, di cui 9 mila sono scuole, 26 mila strutture ecclesiastiche e quasi 5 mila strutture sanitarie.
Secondo stime non ufficiali dell’Agenzia delle entrate, si tratterebbe di un potenziale introito di due miliardi di euro all’anno.
La disponibilità  del Vaticano ha agevolato il lavoro del governo in vista di un’interpretazione autentica della norma.
Nel dossier che è stato preparato dai tecnici del Tesoro per il «ministro» dell’Economia Monti, si parlava di una posizione «dura» della Commissione europea (la sentenza è attesa entro maggio), che lascia prevedere una bocciatura del regime agevolativo.
Con una conseguenza di non poco conto: l’obbligo di recuperare l’imposta non pagata dalla Chiesa a partire dal 2005, da parte dei Comuni (che ieri hanno protestato per non essere stati consultati dal governo).
Se invece la norma verrà  riscritta prima, come ha annunciato ieri Palazzo Chigi, la procedura di infrazione dovrebbe fermarsi (ed è questo che il Presidente Monti auspica nella comunicazione ad Almunia) e gli arretrati non saranno più dovuti. Se si fa un’ipotesi prudenziale di circa 200 milioni l’anno, ciò vuol dire un risparmio (in sei anni) di circa un miliardo e duecento milioni.
Il comunicato di palazzo Chigi esplicita i criteri che verranno seguiti nell’emendamento alla legge attuale.
Innanzitutto l’esenzione farà  riferimento solo ed esclusivamente agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività  non commerciale (come ad esempio gli edifici di culto, gli oratori, eccetera…).
Verranno invece abrogate le norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività  non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente.
Inoltre l’esenzione sarà  limitata alla sola frazione di unità  immobiliare nella quale si svolga l’attività  di natura non commerciale.
Sarà  infine introdotto un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività  commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.
Appresa la decisione di Monti, non si è fatta attendere la reazione della Conferenza episcopale italiana che attraverso il suo portavoce, monsignor Domenico Pompili, ha commentato: «Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato».
Aggiungendo che come dichiarato più volte, anche di recente, dal cardinale Bagnasco, «ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà  accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità ».
Ma la Cei mette anche in guardia dalla necessità  di tutelare il no profit e si augura «che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto» il suo valore sociale.

M.Antonietta Calabrò
(da “Il Corriere della Sera”)

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ANNO GIUDIZIARIO, ALLARME CORTE DEI CONTI: “CORRUZIONE, FENOMENO ANCORA NOTEVOLMENTE PRESENTE”

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

“LE DIMENSIONI DEL MALAFFARE SONO DI GRAN LUNGA SUPERIORI A QUELLE CHE VENGONO ALLA LUCE”… “SOLO IN SPAGNA LEVASIONE FISCALE E’ MAGGIORE CHE DA NOI”

“Illegalità , corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni   sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”. E’ questo uno dei punti più forti della relazione con cui il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha inaugurato l’anno giudiziario della magistratura contabile.
Essere a conoscenza della “mappatura” dei fenomeni di corruzione, aggiunge, “interessa per effettuare una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perchè inefficace, inefficiente, diseconomica”.
Giampaolino si riferisce a tutti i comportamenti che arrecano “un danno alle finanze pubbliche”: dalla corruzione nell’ambito dell’attività  sanitaria, allo smaltimento dei rifiuti, dal “gravemente colposo” utilizzo di strumenti derivati o prodotti finanziari simili, per arrivare alla costituzione e gestione di società  a partecipazione pubblica e alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Vengono inclusi anche gli errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi”.
Altra piaga del paese è poi l’evasione fiscale. “Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto – spiega il presidente della Corte – evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%”.
Sempre in tema di conti pubblici, nella sua relazione Giampaolino punta l’incide contro il fatto che in Italia “mentre grande attenzione è riservata alle proiezioni e alla stima degli effetti attesi dei principali provvedimenti, sono invece carenti le misure e le valutazioni ex post circa l’impatto che le politiche pubbliche esercitano sulla dinamica delle entrate e delle spese”.
“Cosicchè – sottolinea – vi è una quasi totale mancanza di documenti e studi dedicati a verificare a posteriori se, quanto e come abbiano in realtà  funzionato gli strumenti impiegati per migliorare il coordinamento della finanza pubblica e la qualità  della spesa”.
Tracciando un bilancio dell’anno passato, Giampolino osserva come Il 2011 “sarà  ricordato nella storia della finanza pubblica italiana, per la severità  della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla e ad arginarne gli effetti più devastanti”.

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LA “VELINA VERDE” FILO-BOSSI ALL’ATTACCO DI MARONI: “QUALE SAREBBE LA LEGA DEI DISONESTI? A MARONI INTERESSA SOLO IL POTERE NON LA PADANIA”

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

IL BLOG VICINO AL “CERCHIO MAGICO” TIRA IN BALLO INCARICHI ALLA SUA PORTAVOCE, ISABELLA VOTINO, NOMINE ASL E I RAPPORTI CON AERMACCHI DOVE LAVORA LA MOGLIE… NEL CARROCCIO SEMBRA ORMAI UN REGOLAMENTO DI CONTI

Pubblichiamo l’articolo apparso sul blog “Velina verde” che sta girando negli ambienti della Lega e che è stato citato dalla stampa nazionale, allo scopo di documentarsi su quanto dallo stesso denunciato. Ciò al fine di semplice elemento di informazione, non parteggiando noi per alcuna corrente interna al Carroccio, essendo notoria la nostra siderale distanza dalle tesi politiche leghiste in sè, indipendentemente da chi le rappresenta e dalla veridicità  delle reciproche accuse.

CHE COSA VUOLE VERAMENTE MARONI
Che cosa vuole realmente Maroni? Ci aveva già  provato nel 1995, e allora il Capo lo fermò. La storia ha dimostrato che aveva ragione Bossi.
Maroni dice di rappresentare la Lega degli onesti.
Perchè, ci sarebbe una Lega dei disonesti? Se sì, quale? La Lega degli onesti di Maroni qual’è?
Quella del Suo Distretto 51, due dei quali sono stati nominati direttori generali ASL di Varese e altrove e un paio di altri assunti in ospedali, senza particolari competenze tranne quelle di saper suonare uno strumento.
Quella di Maroni che fa assumere la sua bella Isabella Votino alla Camera a tremila (3000) euro al mese? Pagata dai contribuenti padani … con aggiunta di altro stipendio (3000? 4000?) al Milan?
Maroni sì che ha un ottimo rapporto col Berluska, infatti basta che batte un colpo, e via … altrochè dire che Bossi è l’amico di Berlusconi!
In ogni caso, Lui sì che sa fare le telefonate giuste al Berluska, quando (gli) servono! Ricordatevi anche la questione Ruby Rubacuori.
Maroni capo degli onesti? Ma va … balle!!!
A Maroni piace Roma, e piacciono i laghi romani, le ville sul lago di Bolsena e le belle barche (ma i soldi per tutte queste barche a vela dove li trova?).
È uno che fa fatica a pronunciare la parola “Padania” visto che dei Padani gli interessano solo i voti.
Infatti stranamente ha partecipato pochissimo nel corso dei lunghi anni di storia della Lega agli incontri con le sezioni e ai comizi e alle feste.
Adesso invece si fa aiutare dagli amici degli amici a organizzare incontri a destra e a manca per tutta la Padania, promettendo posti e posticini. Tanto non potrà  mantenere e qualcuno resterà  a bocca asciutta.
Gira voce che uno dei suoi amici è presente su FB con almeno un centinaio di false identità  a buttare saliva e a scrivere Maroni presidente, Maroni segretario bla bla bla e salivazioni varie.
Almeno una cosa la Votino, passata dalla segreteria del fascista e romanissimo Alemanno al servizio di Maroni, per lui l’ha fatta.
Maroni e Votino sono stati abilissimi a strumentalizzare i media, utilizzando la storia di Cosentino. Bossi non ha mai detto di essere favorevole, ma non essendoci documenti che attestano la colpevolezza ha lasciato i suoi liberi per votare ognuno secondo coscienza.
Ma, da ministro degli interni, davvero non sapevi nulla del tuo sottosegretario Cosentino? Con a diposizione polizia e servizi segreti? Che fai? Ci consideri tutti dei coglioni?
E poi Cosentino è stato per tre anni sottosegretario di Maroni e Maroni non ha mai avuto nulla da dire.
C’è persino qualche maligno che dice che se Cosentino è un camorrista e lavora per qualche cosca, magari è stato proprio lui a dare una mano a Maroni per qualche arresto eccellente di cosche avversarie.
Se Cosentino è un camorrista, questo può essere vero. Se non lo è, allora bisognava votare contro il suo arresto.
Magari anche per evitare chiacchere sulla sua Isa-bella , l’onesto Maroni ha sistemato ambedue, moglie e bella.
Volete ridere?
Alla Aermacchi, gruppo Finmeccanica, lavora come dirigente del personale Emilia Macchi.
E allora? Niente, è solo la moglie dell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Essì, colui che ha sponsorizzato Giuseppe Orsi, l’amministratore delegato della capogruppo Finmeccanica…
Vi ricordate? Si tratta della stessa azienda delle tante e lunghe tangenti!
Dai, un piccolo sforzo e un’occhiatina ai nomi della “Lega degli onesti” riportati dai giornali, che ora tacciono, ma che al momento giusto tireranno fuori tutto …
Maroni, senza Bossi non vai da nessuna parte, ti tengono per le palle, e dovrai pagare quelli che adesso fanno la campagna stampa a tuo favore … non pagare con i soldi, ma con il tuo servilismo.
Hai fatto un bel regalo a Roma. Hanno cercato per anni di spaccare la Lega e ora ci sono riusciti. Hanno usato te come cavallo di Troia.
Bravo, bravo davvero.
A Maroni interessa il potere, non la libertà  della Padania.
Vuole il posto di capogruppo per mettere le mani sui soldi della Lega, che sono i soldi dei militanti.
A proposito, una domanda: la Votino è militante?
Perchè non si è scelto il portavoce tra di noi?
Che bisogno c’era di prendersi una di Caserta o giù, molto giù, di lì?
E per chi lavora realmente la Votino?
Chi vuol far fuori la Lega da dentro, spaccandola in due?
Maroni ha voluto incontrare il Capo con un unico obiettivo: dopo tutti i vari scontri e i ricatti personali, lo scopo era, ottenere come ha ottenuto, di scegliersi il capogruppo alla Camera, da manovrare come vuole lui e così gestire i soldi del gruppo.
Il cerchio magico non esiste! È una tua invenzione, e la dimostrazione è che tutti i dirigenti della Lega che hanno avuto e dato balzelli, privilegi, posti etc etc oggi sono con te.
Il cerchio magico siete voi!
Volevate mettere da parte Bossi e prendere la Lega.
Cerchio magico? Se lo pensi davvero, Bobo, fai i nomi! E spiega perchè ce l’hai con loro.
La colpa di quelli che tu chiami cerchio magico è di avere detto al Capo che c’era qualcuno che usava la Lega per posti, potere e magari qualche tangente.
Non è che vi volete disfare dei pochi onesti?
Giuda in confronto non era nulla.

(dal Blog “Velina Verde“)

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I BARBARI SOGNANTI DI MARONI ALL’ASSALTO DELLA LEGA CON IL BRACCIALETTO MAGICO

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

E’ DI GOMMA BIANCA, DISTRIBUITO IN SEMICLANDESTINITA’ E IDENTIFICA GLI ADERENTI ALLA NUOVA CORRENTE INTERNA… SU FACEBOOK VA DI MODA OBELIX

Dal braccialetto di gomma bianca, distribuito in semiclandestinità , al giornale on line il passo è breve. I “barbari sognanti” escono allo scoperto dopo che Roberto Maroni, a cui i barbari fanno riferimento, ha ammesso l’esistenza della nuova corrente interna alla Lega di Bossi martoriata dagli strattoni di quelli del Cerchio magico preoccupati per come accasarsi al meglio.
La comunicazione al momento però viaggia sulla pagina facebook logata con l’attuale simbolo del gruppo: Obelix intendo a scolpire un grande “sole delle Alpi” osservato da Asterix, l’altro popolare gallico dei fumetti francesi di Goscinny e Uderzo.
L’idea sarebbe venuta ad un militante leghista di Fusignano in provincia di Ravenna.
Il Big Bang della secessione (successione) nel Carroccio era avvenuto all’indomani della fatwa lanciata dal Senatùr contro il fido Bobo a cui era stato fatto divieto di fare comizi.
I militanti si erano scatenati contro le parole del capo invitando Maroni ovunque. E lui, cogliendo la palla al balzo si è fatto avanti ammettendo l’esistenza della nuova compagine barbarica il cui nome sarebbe stato ispirato dal romanzo Il mio Carso dello scrittore irredentista triestino Scipio Slapater.
Fin qui i sogni dei “barbari” maroniani che per ora continuano a stare sotto l’ombrello di via Bellerio guardando con attenzione ai prossimi congressi provinciali in Lombardia e Veneto snodi cruciali dal punto di vista politico.
Nel frattempo Paolo Grimoldi (padre costituente dei Giovani padani e dell’interrogazione parlamentare contro la lettura del Diario di Anna Frank nelle scuole) regala quel famoso braccialetto bianco con la scritta “barbari sognanti” con a fianco il “sole delle Alpi”.
Il gadget viene chiamato il simbolo della Lega “degli onesti” anche se tra di loro compare il nome di Gianluca Pini (autore dell’emendamento sulla responsabilità  civile dei giudici).
Barbaro è anche l’eurodeputato Matteo Salvini (che a Milano aveva proposto carrozze tram separate tra italiani e stranieri oltre al testo della canzone sulla “puzza dei napoletani da cui scappano pure i cani”) il sindaco di Varese Attilio Fontana, il presidente del consiglio regionale della Lombardia Davide Boni e il deputato mantovano Giovanni Fava che presiede la Commissione d’inchiesta sul fenomeno della pirateria in campo commerciale.
Una carica che deporrebbe a suo favore se non fosse che lo stesso Fava è stato relatore di un emendamento (bocciato) della versione italiana della legge Sopa (Stop Online Piracy Act) il cui testo in pratica prevedeva la rimozione di qualsiasi contenuto pubblicato online sulla base del “semplice sospetto” non accertato da alcuna autorità , un passaggio certamente poco coerente con la sua carica parlamentare.
Barbaro è pure il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi, degno rappresentante di parentopoli per aver sistemato la moglie, per un periodo, contemporaneamente in un’Asl milanese e nella segreteria regionale del collega Belotti.
I Caparini hanno pensato bene di tenere il piede in due scarpe tra il padre Bruno Bossiano (membro del consiglio federale) e il deputato — “barbaro” — Davide.
Anche Emanuela Munerato, la leghista operaia che durante il voto di fiducia sulla manovra si è presentata in Aula in tenuta da lavoro, indossa il braccialetto, così come i parlamentari Nicola Molteni, Davide Cavalletto, il bergamasco Giacomo Stucchi, oltre a Massimiliano Fedriga che punta alla conquista leghista di Gorizia alle prossime amministrative.
In tutto sarebbero circa duecento (tra deputati e amministratori) i “barbari” pronti a sostenere Maroni, che in questi giorni deve risolvere anche la grana della Velina Verde (blog anonimo il cui dominio sembra registrato alle Bahamas pare da un braccio operativo padano sull’asse Brescia-Bergamo) che di lui scrive: “Dopo aver sistemato al Milan la sua ex portavoce Isabella Votino ha la moglie (dirigente del personale) alla Aermacchi, gruppo Finmeccanica”.
Nella pagina web vengono sollevati dubbi anche sulla vicenda Nicola Cosentino che di Maroni è stato sottosegretario.
Nonostante questo, i “barbari sognanti” sono pronti alla guerra.
Come nel Veneto di Flavio Tosi, sindaco di Verona che gioca su due tavoli puntando anche alla segreteria della Liga Veneta, feudo del bossiano Gianpaolo Gobbo, che dopo quasi quindici anni di guida non ha nessuna intenzione di mollare.
Ma Maroni non lascerà  che l’amico Tosi si candidi da solo a maggio a Verona (lanciando la sfida a Bossi) se questo non porterà  acqua al progetto dei suoi “barbari”, sognanti o no che siano.

Elisabetta Reguitti
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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PENSIONI DI INVALIDITA’, SCATTA LA REVOCA PER UNA SU TRE

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

SU 122.000 VISITE L’INPS RIVEDE IL TRATTAMENTO PER OLTRE 34.000 AVENTI DIRITTO

Aumenta il numero delle prestazioni d’invalidità  civile (pensioni e assegni di accompagnamento) revocate in seguito a visita medica di controllo.
Aumenta sia in termini assoluti sia in percentuale.
Nel 2011 il campione di invalidi sottoposto a verifiche è stato di 250 mila.
Quelli effettivamente visitati dai medici dell’Inps sono stati, al 31 dicembre 2011, 122.284.
A 34.752 di questi è stata revocata la prestazione perchè il loro grado di invalidità  è stato ritenuto inferiore al 74% necessario per la pensione e/o al 100% che serve per avere l’assegno di accompagnamento.
La percentuale delle revoche è stata quindi del 28,42%.
A questi dati vanno aggiunte le circa 37 mila prestazioni sospese alle persone che, convocate per la visita, non si sono presentate.
Sospensioni che si trasformeranno in cancellazioni se gli interessati non si presenteranno al controllo sanitario entro 60 giorni.
Il risparmio previsto sulle 34.752 revoche già  decise può essere stimato in 180 milioni di euro, dice l’Inps.
Una goccia rispetto ai circa 16 miliardi di euro di spesa complessiva annua per quasi 3 milioni di invalidi civili, ma l’importante, dice il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, è che si migliori di anno in anno il funzionamento di un sistema che fino a pochi anni fa era abbandonato a se stesso, senza alcun freno agli sprechi. «Voglio subito dire che qui non stiamo parlando di falsi invalidi, cioè di persone che hanno truffato lo Stato. Ma di controlli sanitari sull’evoluzione di patologie che possono migliorare in seguito, riducendo così il grado di invalidità  e le prestazioni connesse», dice Mastrapasqua.
Nel 2010 le visite di controllo erano state 55.200 e gli assegni revocati 10.596, pari al 19,2%.
Nel 2009 le revoche erano state l’11%. Dati, dice il presidente dell’Inps, che dimostrano come il campione per il programma straordinario di verifiche sia ogni anno selezionato con maggior cura.
Altri 250 mila controlli sono previsti per quest’anno.
Alle associazioni e ai singoli cittadini che lamentano criteri troppo rigidi da parte dei medici Inps, il presidente replica che «è giusto fare questi controlli in modo da poter concentrare le poche risorse a disposizione su chi ne ha davvero bisogno.
Non dimentichiamo che si parla di appena 267 euro al mese per i pensionati d’invalidità , oltretutto subordinati a bassi requisiti di reddito, e di 492 euro al mese per l’indennità  di accompagnamento».
Il fatto poi che in certe Regioni, sempre le stesse, i tassi di cancellazione delle pensioni d’invalidità  e degli assegni di accompagnamento siano molto superiori alla media conferma, secondo l’Inps, che soprattutto in alcune aree del Paese queste prestazioni siano state in passato concesse «con troppa generosità ».
Difficile infatti pensare che in queste stesse Regioni le persone siano curate meglio che altrove o abbiano una maggiore propensione a migliorare la salute.
Nel 2011 il tasso di revoche ha raggiunto il 37-38% in Campania e Basilicata, il 35-36% in Molise, Umbria e Lazio.
In fondo alla classifica ci sono invece le Marche, il Piemonte e la Lombardia, con percentuali tra il 14 e il 17.
È evidente, comunque, che se alla visita si scopre che l’invalidità  è del tutto inesistente, il titolare viene denunciato, «ma si tratta di eccezioni», dice Mastrapasqua. Dall’inizio del 2010 a oggi le persone indagate sono state 1.439 e quelle arrestate 301.
Per evitare di chiamare a visita di controllo persone con invalidità  permanenti, per esempio il cieco o l’infermo in carrozzella, come purtroppo è avvenuto, l’Inps ha chiesto alle Asl i fascicoli sanitari degli invalidi selezionati nel campione, «ma solo nel 13% dei casi ci sono stati dati».
È andata meglio con gli stessi invalidi, che hanno inviato la documentazione nel 58% dei casi. Ma i casi di visite inutili, oltre che inopportune, non sono stati ancora eliminati. Di qui le proteste, spesso giustificate.
Fin qui per quanto riguarda i controlli. Ma forse dove più c’è da migliorare è nelle procedure di concessione delle prestazioni di invalidità .
In media tra la domanda (se ne presentano 2 milioni l’anno e circa 500mila danno luogo a prestazioni economiche) e la riscossione passano 408 giorni, mentre la legge dice che non si dovrebbe superare il limite di 120 giorni.
«Noi per velocizzare le pratiche – dice Mastrapasqua – abbiamo proposto a tutte le Regioni di fare delle convenzioni in modo che sia l’Inps a occuparsi delle visite anzichè le Asl, ma nessuna ha accettato, nessuna vuole privarsi del potere di gestire la concessione di queste pensioni».
Infine, secondo il presidente dell’Inps, sarebbe ora di affrontare con «una riforma complessiva tutto il tema delle invalidità , tenendo conto che andiamo verso un forte invecchiamento della popolazione».
C’è tutto un campo, aggiunge, quello delle invalidità  tra il 34% e il 73%, che è poco conosciuto: non dà  diritto a prestazioni economiche ma a tutta una serie di benefici, dal collocamento obbligatorio all’esenzione dai ticket, dal bollo auto gratis ai permessi di parcheggio all’Iva al 4%.
Nessuno sa quanti siano, ma ogni anno più della metà  delle domande di invalidità  finisce in questa fascia, e quanto tutto ciò costi alla collettività .
«Per carità , non mi sognerei di togliere alcun beneficio a chi ne ha diritto – dice Mastrapasqua – ma osservo che tra il 34% e il 73% il più delle volte l’invalidità  viene concessa senza neppure una visita dell’Asl, ma dietro semplice presentazione di documentazione sanitaria. Ecco credo che tutte le prestazioni vadano razionalizzate e le risorse concentrate secondo i bisogni. In alcuni Paesi, per esempio, le prestazioni non sono in cifra fissa ma variano in base alle patologie e accanto alle prestazioni economiche sono garantiti anche i servizi alla persona».

Enrico Marro
((da “Il Corriere della Sera“)

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ANCHE IN BRIANZA SCOPPIA IL CASO DELLE TESSERE FALSE DEL PDL: CENTINAIA DI PERSONE ISCRITTE A LORO INSAPUTA

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

LA COODINATRICE DEL PDL BRIANZOLO SENTITA DAI CARABINIERI: “SI SONO VERIFICATE ANOMALIE E FAREMO LE VERIFICHE DEL CASO”

Iscritti al Pdl senza saperlo. Anche in Brianza, nella terra del Cavaliere, è esploso il caso delle tessere fasulle.
Sono centinaia le persone che si sono trovate iscritte al Popolo della Libertà  senza aver mai compilato personalmente la richiesta.
Tra questi ci sono minorenni, chi ha dichiarato di aver perso la carta d’identità , allettati o malati, chi ha prestato il documento a un assessore “per aiutare un amico” e perfino dipendenti di politici iscritti in blocco. Prevalentemente monzesi, ma non solo.
Il giallo ha mandato letteralmente nel caos il partito azzurro locale, lontano da un possibile congresso e vicino alla sfida amministrativa che porterà  al voto tra gli altri comuni anche la strategica città  di Monza.
Tanto che domenica la coordinatrice del Pdl brianzolo, l’onorevole Elena Centemero, è stata sentita dai carabinieri.
Che cosa fosse andata a denunciare non ha voluto renderlo noto, ma alla domanda se sapesse di tessere false, ha ammesso di aver già  effettuato dei controlli. “Sappiamo anche noi che si sono verificate delle anomalie e abbiamo chiesto una deroga a Roma per la presentazione dell’elenco dei tesserati in modo da poter effettuare tutte le verifiche del caso”, ha spiegato Centemero.
Non solo a Bari e nel Vicentino, insomma, ma anche nella terra più fertile di consensi per il partito di Silvio Berlusconi, delle quasi 10mila tessere presentate, non tutte sono di cittadini consapevoli.
A insospettire fin da subito, il boom di iscrizioni (rispetto agli anni precedenti) in alcuni comuni come Lissone e Seveso, nei quali risultavano 760 e 782 tessere registrate.
Il partito stesso ha iniziato ad effettuare dei controlli, ma è stato il settimanale locale Il Giornale di Monza oggi a far esplodere il caso quando ha effettuato delle telefonate a coloro che risultavano nell’elenco dei tesserati.
Le scoperte sono state molte.
C’è chi aveva una vecchia tessera del Pdl e non aveva scelto di rinnovarla, ma si è ritrovato comunque iscritto. Ragazzi minorenni disinteressati di politica, tra i quali anche chi ha perso addirittura la carta d’identità .
Perfino una donna di origine straniera che a domanda specifica ha risposto: “Cos’è il Pdl?” e poi ha spiegato che lavora per un politico “forse mi ha iscritto lui”, ha aggiunto.
E poi ci sono mariti che hanno iscritto le mogli a loro insaputa, un uomo allettato che non può rispondere al telefono, a detta della moglie, “perchè non sta bene di testa”.
Ma il caso più singolare è quello di chi racconta che la tessera gli sia stata omaggiata e che non ha pagato le dieci euro dell’affiliazione.
Chi si sarebbe quindi preso la briga di pagare quelle tessere? Questo resta un mistero.
Certo è che i furbetti delle iscrizioni farlocche forse non immaginavano neanche lontanamente del diktat che avrebbe poi messo il segretario Angelino Alfano: “Una testa un voto, senza deleghe o deroghe”.
Tanto che a Milano, dove erano state staccate 17mila tessere, domenica hanno votato al congresso in 7mila.

Olga Fassina

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“AVANTI” UN ALTRO: INDAGATO IL SEN. DE GREGORIO (PDL) PER 23 MILIONI DI FINANZIAMENTO AL GIORNALE SOCIALISTA

Febbraio 16th, 2012 Riccardo Fucile

PER IL REATO DI TRUFFA E FALSE FATTURAZIONI IN CONCORSO CON WALTER LAVITOLA… DECINE DI MILIONI EROGATI COME   CONTRIBUTI PER L’EDITORIA

Il senatore del Pdl Sergio De Gregorio è indagato per truffa e false fatturazioni nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti al quotidiano l’Avanti.
L’indagine condotta dai pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock ha portato ad alcune perquisizioni e sequestri: tra l’altro sono stati sequestrati dei container con documenti del senatore de Gregorio che restano tuttavia sigillati in attesa dell’autorizzazione del Senato sulla richiesta di perquisizioni.
De Gregorio è indagato in concorso con il direttore dell’Avanti, Walter Lavitola. L’inchiesta riguarda l’erogazione di oltre 23 milioni e 200 mila euro in un arco di tempo che va dal 1997 al 2009 a titolo di contributi per l’editoria.
L’erogazione, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta facendo ricorso a fatture per operazioni inesistenti e documenti che attestavano, contrariamente al vero, che la società  editrice, la International Press, possedeva i requisiti sulla tiratura delle copie vendute.
Pertanto, il Dipartimento per l’Editoria sarebbe stato indotto in errore in quanto erano state comunicate vendite in blocco o mediante strillonaggio del quotidiano, in realtà  mai effettuate.

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