Marzo 11th, 2012 Riccardo Fucile POVERO MARONI: AVEVA APPENA FINITO DI DIRE CHE LA POLITICA ESTERA DEL GOVERNO MONTI ERA DA FANTOZZI E ALLA FINE HA FATTO LUI LA FIGURA DI FRACCHIA… EPPURE IL CONDANNATO PER RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE DOVREBBE INTENDERSENE DI BLITZ DELLA POLIZIA
E’ atterrato all’aeroporto romano di Ciampino il velivolo dell’Areonautica militare che ha riportato in Italia la salma di Franco Lamolinara, ucciso assieme a Chris McManus nel fallito blitz britannico in un sobborgo di Sokoto, nord ovest della Nigeria.
I dettagli ancora poco chiari dell’operazione costata la vita ai due ostaggi saranno con ogni probabilità affrontati lunedì.
All’inizio della prossima settimana infatti, a Londra, il governo britannico riferirà alla Camera dei Comuni, mentre in a Roma il direttore dell’Aise Adriano Santini sarà ascoltato dal Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.
Secondo i primi risultati dell’autopsia l’ingegnere piemontese sarebbe stato raggiunto da 4 colpi.
Ad ucciderlo “non un colpo alla tempia ravvicinato” ma un proiettile, sparato “da armi a canna lunga”, che lo ha raggiunto alla testa.
A dirlo Paolo Arbarello, responsabile dell’Istituto di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma.
Secondo il medico legale questi rilievi non permettono di “escludere alcuna ipotesi”. Ovviamente “non c’è stata un’esecuzione con un colpo ravvicinato, ma ciò non ci dà il quadro preciso della dinamica. I fatti sono che la raffica non è stata ravvicinata e che le armi erano a canna lunga”.
Il fatto che i colpi siano stati sparati a distanza ravvicinata sembra rafforzare la circostanza secondo la quale ad uccidere l’ingegnere originario della provincia di Vercelli, siano stati i suoi sequestratori.
I risultati dell’autopsia saranno comunicati al pubblico ministero Francesco Scavo, della Procura di Roma, titolare del fascicolo processuale aperto all’indomani del sequestro di Lamolinara.
l magistrato procede per sequestro di persona con finalità di terrorismo.
Non c’è ancora una data per la relazione che il ministro degli esteri Giulio Terzi dovrà presentare al parlamento, ma verosimilmente sarà a brevissimo giro.
“Non vogliamo accettare che illazioni o diatribe” interne “si sviluppino sulla pelle di nostri connazionali a rischio”, ha affermato Terzi ai giornalisti presenti al vertice europei di Copenhagen.
Dopo le polemiche e le accuse di ieri, comunque, arrivano altri dettagli sulla dinamica del “blitz”, che poi tale non è stato, contro il compound dove erano tenuti i due ostaggi.
Venerdì sera un portavoce di Boko Haram ha smentito che il suo gruppo fosse responsabile del sequestro, ma secondo le analisi correnti, proprio una delle ramificazioni dei Boko Haram sarebbe stata la destinataria della presunta “vendita” dei due ostaggi che ha spinto britannici e nigeriani a intervenire.
Sulla dinamica dell’intervento, il quotidiano britannico Guardian scrive che “contrariamente al solito” l’operazione è iniziata nella tarda mattinata, attorno alle 11 ora locale, ed è stata “l’esatto contrario del rapido intervento con armi sofisticate e velocissima uscita di scena di solito associato a questo tipo di operazioni”. I
n pratica, un centinaio di soldati, tra britannici e nigeriani, hanno circondato il compound alla periferia di Sokoto e ingaggiato una sparatoria con i rapitori, dopo aver cercato di convincerli alla resa.
Il tutto sarebbe durato diverse ore — almeno due — con i soldati nigeriani che a un certo momento avrebbero anche tentato di far uscire i rapitori lanciando nel compound copertoni incendiati. In questo arco di tempo, non si sa ancora esattamente quando, i due ostaggi sarebbero stati uccisi.
Anche su questo punto ci sono versioni divergenti. Il quotidiano nigeriano The Nation riferisce oggi, citando fonti della polizia che hanno in carico i sequestratori arrestati, che i due ostaggi sono stati uccisi con un colpo alla testa nel bagno del compound.
Secondo questa versione, tra gli arrestati c’è anche Abu Mohammed, considerato il leader del gruppo che aveva in ostaggio McManus e Lamolinara, nonchè figura di riferimento a Sokoto proprio per i Boko Haram.
Abu Mohammed avrebbe detto alla polizia che c’era l’ordine di uccidere gli ostaggi se qualcosa non fosse andato secondo i piani.
Sarebbero state proprio le telefonate di Abu Mohammed con altri esponenti di Boko Haram a Zaria, nello stato di Kaduna, a essere intercettate dall’intelligence nigeriana nei giorni scorsi e ad aver dato il via alla catena di eventi che si è conclusa con la morte dei due ostaggi.
E se a livello diplomatico la tensione è decisamente calata dopo l’incontro tra il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi e il suo collega britannico William Hague al summit europeo di Copenhagen, e soprattutto con l’offerta londinese di “piena condivisione” dei dati rilevanti sull’operazione, in Italia la polemica continua con gli attacchi al governo provenienti tanto da settori del Pdl (che però evita di chiedere le dimissioni di Terzi) quanto dalla Lega (l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni soprattutto) e da alcune voci del Pd.
Tra loro, Marco Minniti, già viceministro dell’interno durante il governo Prodi.
Per il deputato Pd, “il vulnus con Londra sarà difficile da rimarginare” e deriva da un approccio sostanzialmente diverso tra Italia e Regno unito quando si tratta di ostaggi: Roma preferisce la trattativa, anche lunga, e spesso è pronta a pagare riscatti, cosa intollerabile per Londra che invece (come del resto altri paesi occidentali) preferisce tentare la via del blitz militare.
In questo particolare caso, poi, aggiunge la stampa britannica riferendo le parole del governo guidato da David Cameron, l’Italia era d’accordo con la linea britannica, se non altro perchè sul campo, ovvero nel nord della Nigeria, l’Italia non ha capacità di intervento paragonabili a quelle del Regno Unito.
L’accordo di massima sul tipo di azione da intraprendere nel caso se ne fosse presentata l’occasione ha messo Londra nella posizione di dare il via libera ai militari anche senza avvertire Roma se non a operazione in corso.
Ed è un accordo che risale ai mesi scorsi — McManus e Lamolinara sono stati sequestrati nel maggio del 2011 — quando sia alla Farnesina, sia a Palazzo Chigi c’erano altri inquilini, ovvero Frattini e Berlusconi.
Forse Terzi non è il solo a dover riferire.
Joseph Zarlingo
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 11th, 2012 Riccardo Fucile TUTTE LE SPESE DELL’EX TESORIERE: SPAGHETTINI DA 1.800 EURO, 80.000 EURO PER UNA SETTIMANA DI VACANZE ALLE BAHAMAS
Per una settimana alle Bahamas con la moglie e altre cinque persone ha speso circa 80 mila euro.
Per un piatto di spaghetti al caviale, 180 euro.
E poi weekend a Londra, a Parigi, a Venezia, cene nei ristoranti più esclusivi della capitale con fiumi di champagne ad accompagnare le ostriche.
Non ha mai badato a spese Luigi Lusi. Anche perchè per quelle spese attingeva dai conti della Margherita, dove ricopriva la carica di tesoriere.
La magistratura romana lo accusa di aver sottratto almeno 20 milioni di euro, la maggior parte utilizzati per acquistare immobili e per ristrutturarne altri.
Dimore di lusso comprate negli ultimi tre anni.
È proprio in questo periodo che il tenore di vita di Lusi fa un balzo, come dimostra una relazione contabile consegnata ieri ai pm dai legali della Margherita Titta Madia e Alessandro Diddi.
È il primo risultato dell’analisi affidata dal partito alla società di consulenza KPGM che ha analizzato fatture e ricevute emesse dal tesoriere dal 2006 al 2010.
Si scopre così che nel 2011 il parlamentare ha pagato oltre 218 mila euro per le vacanze.
E che in questi quattro anni ha effettuato prelevamenti allo sportello per un milione e 339 mila euro.
Possibile che tutto questo denaro sia finito nelle sue tasche?
Possibile che nessuno si sia mai accorto di quanto usciva dalle casse del partito?
«Tutti sapevano, se parlo salta il centrosinistra», ha detto Lusi a Servizio Pubblico , la trasmissione di Santoro.
I vertici della Margherita hanno annunciato una querela «per rispondere con assoluta fermezza a qualsiasi tentativo di intimidazione», il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci lo interrogheranno di nuovo.
E Luciano Neri, parlamentare della Margherita ora nel Pd chiede che Enzo Bianco e Francesco Rutelli «convochino l’assemblea e si dimettano perchè non possono continuare a parlare a nome del partito».
Voli e hotel
Il 5 gennaio 2011 Lusi vola a Toronto con la moglie Giovanna Petricone.
Lei è nata in Canada, lì vive la sua famiglia. I due fanno anche una puntata a New York. Ma pensano anche ai parenti.
E così, mentre sono all’estero, un tale Lusi B. effettua un volo Monaco-Malaga-Monaco il 7 gennaio.
La coppia rientra in Italia il 12 gennaio, tre giorni dopo va a Parigi per un soggiorno di due giorni che costa circa 1.700 euro.
E per la stessa cifra, due settimane dopo, si spostano a Birmingham.
Agli inizi di marzo si torna a Toronto, alla fine del mese sono al Carlton di Londra.
E dal 22 al 28 aprile trascorrono una vacanza da sogno presso Kamalame Cay Resort alle Bahamas. La cifra da sborsare è alta viene divisa in tre tranche da 33 mila euro, 20 mila euro, fino al saldo di 27 mila euro.
Per l’annullamento di una vacanza in Montenegro a settembre Lusi paga invece una penale di 8.700 euro.
Si consola neanche un mese dopo quando va in Canada con altre quattro persone e paga 14.500 euro.
C’è un’altra spesa che Lusi dovrà chiarire: riguarda soggiorni mensili presso l’Hotel Robinia di Genzano, poco distante dalla splendida villa dove vive.
Dall’8 gennaio all’8 febbraio paga 1.240 euro, rinnova il soggiorno dal 10 marzo al 10 aprile per la stessa cifra e ancora dal 10 aprile al 10 maggio.
Dal 1° al 6 settembre paga 240 euro, poi più nulla.
Chi ha ospitato in albergo addebitando la spesa, come del resto tutte le altre, alla Margherita?
Pranzi e cene
Già nel 2006, prima della fusione con i Ds e dunque quando la Margherita è ancora un partito autonomo, Lusi ha spese di rappresentanza molto elevate.
Durante una cena al ristorante La Rosetta del 17 dicembre paga 240 euro per due antipasti, 60 euro per una bottiglia di vino.
Un mese prima era andata peggio: 180 euro per un piatto di spaghettini al caviale.
Tutto e sempre rigorosamente a spese del partito, come le tre bottigliette di Berlucchi acquistate in un autogrill e costate 60 euro.
Da spiegare ci sono poi i prelevamenti di sportello da un milione e 300 mila euro.
«Le cifre evidenziate – scrivono gli analisti di KPGM – mal si conciliano con un partito che in quegli anni aveva pochissimi dipendenti e – teoricamente – poche operazioni di piccola cassa».
E invece Lusi prende 299 mila euro nel 2007, 326 mila l’anno successivo, 375 mila nel 2009 e 338 mila nel 2010 sempre divisi in cifre che oscillano tra i 3.800 euro e i 6.500 euro.
Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera”)
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Marzo 11th, 2012 Riccardo Fucile BEN 1.082.000 GLIM IMMOBILI MAI DENUNCIATI, 817 MILIONI DI RENDITA CATASTALE, 472 MILIONI DI TASSE ANNUALI EVASE
Un tesoretto inaspettato da 2 miliardi di euro, ben nascosto in un milione e 82 mila immobili fantasma, scovati e riportati alla luce del Catasto (e del Fisco) da un’azione capillare e super-tecnologica dell’Agenzia del territorio.
Mille persone, otto mesi di lavoro sul campo, per indagare 818 mila particelle, ovvero pezzetti di terreno su cui negli anni si è costruito in totale libertà , a cui aggiungere quelle relative ai contribuenti che si sono autodenunciati entro lo scorso aprile.
Risultato: individuati oltre un milione di fabbricati totalmente sconosciuti che valgono 817 milioni di euro di rendita catastale e 472 milioni di tasse per l’anno in corso (tra Imu, cedolare secca, imposta di registro).
Considerati gli arretrati (fino a 5 anni di retroattività per le tasse non pagate), il tesoretto potrebbe davvero centrare quota 2 miliardi di euro.
Entro giugno, poi, il lavoro sarà completato, fino alla quota record di 2,2 milioni di particelle resuscitate.
Tasse comprese.
Il metodo è quasi banale: sovrapporre le ortofoto aeree ad alta risoluzione del territorio italiano alla cartografia catastale.
E poi segnare con un puntino rosso i tetti che prima non c’erano.
Scovare i fantasmi del mattone è nient’altro che il frutto di questa operazione.
Nella pratica, un enorme lavoro.
Tecnologico, innanzitutto: la Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha messo a disposizione, gratis, le foto all’Agenzia del territorio, che però ha dovuto adeguare la propria cartografia, un tempo solo cartacea, ora “vettorializzata”, ovvero digitalizzata ad altissima risoluzione.
E lavoro pratico, poi: mille uomini dell’Agenzia in giro a svelare le incongruenze dei due scatti.
I RISULTATI
Nel mirino sono entrate oltre 2,2 milioni di particelle (pezzetti di terreno), identificate nel 2011 come sospette, di cui 1,8 milioni già controllate (le restanti lo saranno entro giugno), anche grazie a più di un milione di contribuenti che si sono autodenunciati al 30 aprile dello scorso anno.
Se si escludono le particelle che non richiedono di essere accatastate (spianate, ruderi, case in corso di costruzione) e quelle che i tecnici dell’Agenzia non sono riusciti a controllare perchè inaccessibili (costruzioni con mura di cinta alte, parchi, cancelli, alberi), l’intera operazione ha portato alla luce un milione e 81 mila immobili fantasmi, inesistenti per la banca dati del Catasto e a Fisco zero. I proprietari non hanno mai versato un euro di tasse.
TIPOLOGIE DI IMMOBILI
Un terzo delle nuove strutture (34%) è costituito da abitazioni e quasi un terzo (31%) da magazzini. Il resto si divide tra autorimesse (18%) e “altro” (17%).
La categoria “altro” è molto interessante anche perchè ad essa fa capo il 72% della nuova rendita catastale rilevata (tra definitiva, in quanto autodenunciata, e presunta), ovvero 585 su 817 milioni totali.
Un importo rilevante, spiegabile proprio perchè dentro “altro” ci sono stabilimenti industriali, uffici e negozi.
CHI NASCONDE DI PIÙ
Nella classifica delle Province e Regioni con più “fantasmi” vince Bari per i magazzini (13.003), Cosenza per le abitazioni (18.801), Cuneo per “altro” (12.817), Perugia per le autorimesse (6.502), Napoli come Provincia sul totale (37.519), la Sicilia come Regione (153.276), Trapani come rendita catastale totale (88,5 milioni di cui 85 in “altro”), Salerno per le particelle ancora da verificare (42.788).
Un’Italia che appare spaccata in due: al Nord più capannoni e negozi, al Sud più case.
LE PREVISIONI DI GETTITO
Il Dipartimento delle Finanze stima che la maggiore rendita catastale, ora regolarmente iscritta (817,39 milioni), determinerà per quest’anno un gettito aggiuntivo di circa 472 milioni di euro, così diviso: 356 milioni ai fini Imu (anche sulla prima casa), 110 milioni da Irpef e cedolare secca (affitti), 6 milioni dall’imposta di registro su canoni di locazione.
A questo importo, quasi mezzo miliardo, vanno aggiunte le somme recuperabili in modo retroattivo, fino a 5 anni, a meno che il proprietario non dimostri che l’immobile ex-fantasma esiste da meno tempo. La cifra di 2 miliardi totali, un vero e proprio tesoretto, non è considerata del tutto peregrina.
IL RUOLO DEI COMUNI
Pagate le tasse dovute, spetterà ai Comuni esprimersi sulla regolarità delle nuove costruzioni e decidere se abbattere o condonare le irregolari. A Roma, scovate 32 mila strutture in tutto (di cui 12.711 case), a Milano 12 mila (3.701 case), a Napoli 37 mila (17.849 case).
Questi «straordinari risultati», ha commentato Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del territorio, «sono stati resi possibili per effetto di soluzioni organizzative e tecnologie innovative mai utilizzate prima».
Valentina Conte
(da “La Repubblica”)
argomento: casa, Costume, denuncia, economia | Commenta »