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LA LEGA DI MARONI TAROCCA ANCHE LE FOTO SUL GIORNALE DI PARTITO: AL POSTO DI BRESCIANI INSERISCE GIBELLI

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

I MEDIA DEL CARROCCIO CANCELLANO LE TRACCE DEL SENATUR COME LA PRAVDA COMUNISTA: LA PADANIA RITOCCA LA FOTO IN PRIMA PAGINA SOSTITUENDO L’ASSESSORE REGIONALE E MEDICO DI BOSSI CON IL VICEPRESIDENTE DEL PIRELLONE

Arriva Roberto Maroni e la chiamano Lega 2.0 ma quel che appare più evidente, oltre al restyling online, è l’oscuramento dai siti e dai social media del partito dalla figura di Umberto Bossi.
Che in pratica è stato cancellato ridimensionato, se non scomparso del tutto
Al comizio dell’”orgoglio leghista” a Bergamo il neosegretario aveva imbracciato la scopa e garantito che avrebbe “fatto pulizia” all’interno del partito.
Ma la prima cosa che ha eliminato sono state le tracce del Senatur.
Un assaggio arriva da La Padania sabato 30 giugno, alla vigilia del congresso di Assago che avrebbe proclamato per alzata di mano il candidato unico.
In prima pagina una foto che testimonia l’accordo siglato a Bad ragaz in Svizzera sulla nascita della macroregione alpina che, spiega il quotidiano di via Bellerio, sancisce la “nascita di una nuova comunità  di lavoro destinata ad avere già  dal prossimo futuro un peso considerevole nell’Unione europea e non solo”.
Da sinistra nella foto Luca Zaia, presidente del Veneto, Andrea Gibelli, vicepresidente leghista della regione Lombardia, Umberto Bossi, Roberto Cota governatore del Piemonte e il suo capogruppo in regione Michele Marinello.
Peccato che Gibelli non abbia mai posato per quella foto.
Era presente all’incontro ma sulla prima della Padania e anche a pagina 9 dello stesso numero, finisce un fotomontaggio.
Nell’originale infatti al suo posto c’era Luciano Bresciani, assessore alla Sanità  della giunta Formigoni nonchè medico personale di Bossi.
Che sulle pagine del quotidiano è stato sostituito da Gibelli, considerato vicino al triumviro Calderoli.
Non un bossiano doc, insomma.
Un “ritocchino” che ricorda la prassi di rimozione della Pravda, il quotidiano espressione del regime comunista che dalle immagini cancellava le presenze “non gradite”.
La questione sarebbe — forse — passata inosservata, se Elena Artioli e Claudio Degasperi, rispettivamente consigliere provinciale e comunale della Lega di Bolzano entrambi presenti all’incontro, non avessero messo online le foto.
Da lì la rete, incluso il Corriere della Sera di domenica, ha smascherato il fotomontaggio.
Fonti vicine a Bresciani confermano che “nell’originale della foto c’era l’assessore e non Gibelli” e che Bresciani “ha incontrato il direttore della Padania Stefania Piazzo“.
Parlando con i leghisti della regione Lombardia, pare che il problema non sia affatto il fotomontaggio.
Anzi, quello sarebbe andato benissimo se solo fosse stato aggiunto Gibelli senza tagliare Bresciani.
“Ma l’assessore non si è offeso e non ha tempo da perdere. Anzi, una volta vista la prima della Padania si è fatto una bella risata”. Perchè, sostengono in Regione, a volere quel fotomontaggio non sono stati nè Bossi, nè Maroni nè Zaia.
Se in Regione Lombardia fanno spallucce davanti al photoshop, il consigliere Degasperi in un primo momento finge di non avere nemmeno pubblicato le foto su Facebook.
“Magari le ho messe sul mio profilo, non so. E se ce le ho comunque è un caso”.
Poi, alla richiesta del fattoquotidiano.it di potere vedere l’originale per verificare il fotomontaggio spiega: “Prima dovrei vedere cosa volete scrivere. E poi se sono sul mio profilo facebook, non sono pubbliche e le possono vedere soltanto i miei ‘amici’”.
Degasperi poi aggiunge che “un quotidiano che ne attacca un altro va contro l’etica della professione” e preferisce difendere il giornale di partito perchè, anche se è un fotomontaggio, “si tratta di una foto-verità ”.
“Gibelli in quel momento era un attimo al telefono per problemi famigliari — spiega il consigliere — ma serviva una foto istituzionale e allora hanno rimediato così. Formigoni se n’era già  andato ed era rimasto Gibelli che è vicepresidente. Non ci vedo nulla di male”.
Nessuna ombra sulla sostituzione del bossiano Bresciani, anzi, osserva Degasperi, quel che ha fatto la Padania è stata solo “un’ingenuità , visto che il fotomontaggio è fatto male, senza tecnica”.
Mentre i leghisti continuano a nicchiare sulle ragioni del photoshop prosegue la pulizia anti-Bossi anche dai siti istituzionali.
Nel restyling del sito ufficiale della Lega, il Senatur è stato ridimensionato in alto a sinistra col sigaro in bocca mentre sotto trionfano le immagini e i video del nuovo segretario.
Nell’era della sua, invece, campeggiava sulla homepage il suo mezzobusto col maglione verde.

(da “Il Fatto Quotidiano“)

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CALAMITA’ NATURALI: LE OFFERTE DEI VENETI MAI ARRIVATE NEI PAESI COLPITI

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

SOLIDARIETA’, DONAZIONI BLOCCATE IN REGIONE DAL 2003… CIRCA 160.000 EURO GIACCIONO ANCORA IN UN CONTO UNICREDIT… CI SONO ANCHE I SOLDI PER L’ABRUZZO

Quando, il 26 dicembre del 2003, un terremoto distrusse l’Iran, Nassin aveva 6 mesi.
I soccorritori la trovarono tre giorni dopo, ancora viva, salvata dalle macerie dall’abbraccio della madre che aveva fatto scudo con il suo corpo.
All’epoca, coi veneti sotto choc per le immagini trasmesse dalle televisioni, la Regione diede il via libera al Centro regionale della Protezione civile di avviare una raccolta fondi. In pochi mesi vennero ricevute donazioni per oltre 112mila euro.
Oggi, per dare un’idea del tempo trascorso, quella neonata è una bimba di nove anni e magari, almeno per lei, il sisma che provocò 56mila morti è un’immagine sbiadita.
Ma a ricordare a Palazzo Balbi il disastro, resta il conto corrente aperto nel 2003. All’interno, ben custoditi dall’Unicredit, ci sono ancora quei 112mila euro, più i relativi interessi.
Di tutte le donazioni, in Iran non è arrivato un soldo.
Ma non è finita.
Passato un anno dal terremoto, i veneti si ritrovarono a guardare le immagini di un altro disastro naturale: lo tsunami che nel 2004 investì il sud Est Asiatico.
Il conto corrente venne subito riaperto e in pochi mesi arrivarono donazioni per quasi 44mila euro.
Quei soldi, almeno quelli, sono effettivamente stati consegnati all’ambasciata thailandese.
Quando? Solo pochi mesi fa, sette anni dopo il disastro.
Ai superstiti del maremoto è comunque andata meglio che ai terremotati dell’Abruzzo.
In quell’occasione, rispolverato il solito conto corrente, i veneti donarono 192mila euro. Di questi, 127mila sono stati consegnati dalla Regione per la sistemazione della chiesa di San Marco a l’Aquila.
I restanti 65mila euro sono ancora depositati, in attesa di servire alla ricostruzione dell’Abruzzo.
Ma quel «Conto di solidarietà » nel frattempo si è rimpinguato ancora.
Il terremoto ad Haiti del gennaio 2010, spinse i veneti a donare mille euro.
La stessa cifra pervenuta per aiutare le vittime dell’alluvione del Pakistan, pochi mesi più tardi.
Chi si aspettava che, per quanto pochi, contribuissero a regalare un po’ di speranza agli sfollati, rimarrà  deluso: sono ancora tutti nelle casse dell’Unicredit. In totale, nel conto corrente ci sono circa 160mila euro.
A confermarlo è l’assessore regionale alla Protezione Civile, Daniele Stival.
Che però assicura che si sta già  facendo tutto il possibile per far giungere a destinazione il denaro raccolto. «Per me è una spina nel fianco, che mi sono ritrovato quando mi è stata assegnata la responsabilità  del Centro regionale della protezione civile. Ne sono stato informato nel 2010, durante un Cda successivo all’alluvione, e da allora si sta facendo tutto il possibile per consegnare finalmente quei soldi ».
Perchè dietro questo scandalo, a detta della Regione, non ci sarebbe alcuna «distrazione» da parte dei funzionari di Venezia.
E neppure di tecnici e assessori dell’era Galan (visto che, a eccezione dell’alluvione in Pakistan, tutte le calamità  avvennero prima dell’elezione a governatore di Luca Zaia). «È colpa della burocrazia internazionale », chiosa Stival che, per ciascun dramma umanitario, ha una giustificazione per la mancata consegna delle donazioni.
A cominciare dall’Iran. «La situazione è surreale: i “paletti” fissati dall’embargo internazionale ci impediscono di consegnare quei soldi. La stessa Unicredit ci ha comunicato di non poter fare alcun trasferimento di denaro. Nei mesi scorsi la Regione ha individuato un’associazione che opera nel Paese, ma dobbiamo attendere il nullaosta della Farnesina, che abbiamo sollecitato a più riprese». La prospettiva non è rassicurante: «Per quanto ne so, quei soldi potrebbero restare bloccati anche per anni…».
La raccolta di denaro per operazioni di solidarietà , impone che la destinazione venga rispettata. «Quando ho proposto di dirottare i soldi del conto corrente per aiutare gli alluvionati mi hanno risposto che è illegale », precisa Stival.
Stesso problema per lo tsunami. «Ma almeno lì, nei mesi scorsi, siamo finalmente riusciti a consegnare il denaro. E non è stato affatto facile».
L’assessore è sconfortato. «C’è troppa burocrazia, è tutto estremamente complicato. Per l’Abruzzo, ad esempio, dobbiamo aspettare che il commissario per l’emergenza ci comunichi a cosa verranno destinati i 65mila euro ancora in cassa».
Se per Haiti l’intoppo starebbe nei ritardi coi quali l’organizzazione umanitaria contattata dalla Regione sta individuando il preciso utilizzo dei mille euro raccolti, per il Pakistan la difficoltà  sta a monte: non è ancora stata trovata l’organizzazione in grado di gestire i soldi.
«Forse l’abbiamo individuata, ma stiamo ancora facendo delle verifiche per accertarne l’affidabilità », garantisce l’assessore. Ora serve chiarezza. Che si tratti di malaburocrazia, o che qualcuno abbia delle responsabilità , magari solo di aver «dimenticato» l’esistenza di quel denaro o di non aver fatto tutto il possibile per consegnarlo agli sfollati, conta (e molto) per tutti quei veneti che da nove anni a questa parte hanno versato il proprio contributo nella convinzione che i soldi servissero ad aiutare dei disperati.
Anche Stival deve ammetterlo: «Se io, viste le difficoltà  burocratiche, darei il mio contributo di solidarietà ? Sinceramente ci penserei due volte…».

Andrea Priante
(da “il Corriere del Veneto“)

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I CONSIGLIERI RAI DELL’ERA MONTI: MENO SOLDI E NIENTE AUTO BLU

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

I MEMBRI DEL CDA NON AVRANNO NEMMENO L’UFFICO: SI ARRIVA IN VIALE MAZZINI, SI VOTA E SI RITORNA A CASA… IL COMPENSO SCENDE DA 98.000 EURO A 66.000

Da giovedì è nata la Rai dell’era post-Berlusconi. Cioè di Mario Monti.
A colpi di tagli.
Primo annuncio del rappresentante dell’Economia durante l’assemblea dei Soci: il compenso dei consiglieri scende da 98 mila euro annui a 66 mila.
Secondo annuncio: taglio di tre milioni annui alle spese del consiglio.
Addio auto blu, segreterie, assistenti, le stesse stanze.
Si arriva alla Rai con mezzi propri, si vota, si torna a casa.
Terzo annuncio: l’azionista «indica» ai consiglieri di affidare al presidente le deleghe per firmare contratti fino a 10 milioni di euro (su proposta del direttore generale, che mantiene il potere di spesa fino a 2.5 milioni) e per nominare direttori non giornalistici di prima e seconda fascia.
Consiglio ridimensionatissimo.
Guglielmo Rositani, consigliere uscente e rientrante del Pdl, ha fatto mettere a verbale che tutto ciò è «contra legem» e che sarà  il Cda a decidere «nella sua piena autonomia».
C’è chi lo interpreta come un avvertimento del centrodestra a Mario Monti e alla presidente designata Anna Maria Tarantola: se è così, addio al voto favorevole qualificato dei tre quarti della Commissione di Vigilanza, indispensabile per l’insediamento.
Martedì si vedrà : prima riunione del Consiglio e poi il consulto in Vigilanza.
Sarà  una votazione anche su Monti. Lui ha indicato la futura presidente, Anna Maria Tarantola, Banca d’Italia. Lui ha scelto il consigliere di amministrazione «in quota» ministero dell’Economia, Marco Pinto.
E ha designato il futuro direttore generale, Luigi Gubitosi.
Il gioco, sulla carta, è fatto: addio a maggioranze di centrodestra precostituite e prevedibili, non basteranno quattro consiglieri Pdl-Lega a dettare legge.
Addio a direttori generali (Mauro Masi, Lorenza Lei) espressi «in area» centrodestra-Berlusconi.
Ma l’orizzonte per l’insediamento, e per il futuro, è pieno di incognite.
Primo scoglio: appunto il voto in Vigilanza, pericolosissimo, potrebbe far saltare tutto.
Se mai Tarantola fosse bocciata, Rositani presiederebbe come consigliere anziano. Un disastro per Monti.
Poi i famosi 80 milioni di euro di pubblicità  in meno che, a fine 2012, la Rai si ritroverà  rispetto alle previsioni di fine 2011.
Nel taccuino di Anna Maria Tarantola campeggia intanto un interrogativo: come mai il complesso delle spese esterne Rai (appalti e affidamenti) supera il costo del lavoro interno, che non è altissimo?
Perchè la Rai produce internamente così relativamente poco e compra così tanto con un numero di dipendenti (10.500 circa) di tutto rispetto? Bel quesito.
Basterebbe citare il caso Sanremo.
Il responsabile della nuova direzione Intrattenimento, Giancarlo Leone, ha annunciato a febbraio che il Festival di Sanremo rientrerà  nelle produzioni interne Rai dopo quasi dieci anni di permanenza esterna in area Gianmarco Mazzi-Lucio Presta.
Operazione per la quale Leone si è battuto sfidando lobby interne. In molti hanno gridato al miracolo: reazione, vista con occhi non-Rai, incomprensibile.
Cos’altro dovrebbe fare una tv pubblica se non autoprodurre il principale show dell’anno?
Nell’era Tarantola-Gubitosi, per capirci, sarà  impossibile rivedere un caso come quello dei monologhi di Celentano: assurdo mistero sui contenuti e ridicola attesa del Verbo, buio sulla guida editoriale, grotteschi rimpalli di responsabilità , penosi carteggi interni tra dirigenti.
Tutto questo finirà .
Falsa anche l’idea che il team montiano non si stia ponendo il problema della qualità  editoriale dell’offerta.
Ci sarà , invece, una stretta sullo «stile» da servizio pubblico, soprattutto nei contenitori di intrattenimento dove l’abbonato ha assistito in diretta negli anni a cadute di gusto (magliette col doppio senso, parolacce, liti, risse selvagge, bestemmie, altre volgarità  di diverso tipo) inaccettabili persino per una tv di provincia. Figuriamoci per la Rai. E poi (come potrebbero mancare?) le nomine.
Di poltrone in discussione ce ne sono molte, per il tandem Tarantola-Gubitosi.
Se ne vedranno delle belle. C’è da giurarci.

Paolo Conti
(da “Il Corriere della Sera“)

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SCUOLE PARITARIE, NESSUNA ELARGIZIONE, ANZI I FONDI CALANO

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

CON UNA NOTA IRONICA IL MIUR SMENTISCE LE NOTIZIE SUGLI AUMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE FATTE CIRCOLARE IN QUESTI GIORNI

Nella spending review non c’è alcun aumento di fondi per le scuole paritarie.
E non è una marcia indietro, ma proprio non è mai stato previsto nulla del genere come racconta in modo ironico oggi il Miur sul suo sito:
Spiega il ministero:
1) se pure esistesse la proposta di diminuzione della dotazione per le università , essa sarebbe comunque parte di un processo ancora in itinere, che deve esser preso seriamente, e dunque valutato alla fine;
2) il completamento della dotazione ordinaria delle scuole paritarie è tradizionalmente fatta prima dell’estate, quest’anno come ogni anno, ed il fatto che coincida temporalmente con la cosiddetta spending review ora in atto da parte del governo è del tutto casuale;
3) nel merito della somma, siamo poi comunque in presenza di una diminuzione della cifra destinata alle scuole paritarie, con una diminuzione delle risorse rispetto al 2011 ed una accentuata diminuzione prevista per il 2013.
E’ quindi del tutto privo di fondamento il collegamento tra le due somme, frutto di due processi amministrativi del tutto diversi per tempistica ed e impostazione, che non sono due vasi comunicanti bensì parte di due sistemi diversi. Così come è del tutto incongruo, peraltro, leggere la seconda cifra relativa alle scuole paritarie come preceduta da un segno “+” quando in effetti costituisce una diminuzione. ‘
Insomma i 200 milioni per gli istituti non statali fanno parte della quota annuale già¡ prevista per che ammonta in tutto a 500 mln e che è stata tagliata rispetto allo scorso anno, sostiene il ministero.
La conferma?
La protesta dell’Agesc, l’associazione dei genitori delle scuole cattoliche che lamentano un taglio di 60 milioni di euro. ‘I tagli determineranno la chiusura di numerose scuole paritarie, facendo venire meno la possibilità  di scelta delle famiglie, nello stesso tempo, provocando problemi occupazionali non indifferenti.’ , dichiara il presidente Roberto Gontero che aggiunge:’L’ulteriore riduzione della spesa per le scuole paritarie ci allontana sempre più dai contesti degli altri Paesi europei, dove la possibilità  di scegliere la scuola più adatta per i propri figli è sempre garantita ‘

(da “La Stampa“).

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SPENDING REVIEW: COSI’ VERRANNO ACCORPATI I TRIBUNALI

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

LA SEVERINO CANCELLA 37 MINI TRIBUNALI

Così verranno accorpati i tribunali:

Acqui Terme va con Alessandria
Alba – Asti
Ariano Irpino – Benevento
Avezzano – L’Aquila
Bassano del Grappa – Vicenza
Caltagirone – Ragusa
Camerino – Macerata
Casale Monferrato – Alessandria
Cassino – Frosinone
Castrovillari – Cosenza
Chiavari – Genova
Crema – Cremona
Lamezia terme – Catanzaro
Lanciano – Chieti
Lucera – Foggia
Melfi – Potenza
Mistretta – Patti
Modica – Ragusa
Mondovì – Cuneo
Montepulciano – Siena
Nicosia – Enna
Orvieto – Terni
Paola – Consenza
Pinerolo – Torino
Rossano calabro – Cosenza
Sala Consilina – Lagonegro
Saluzzo – Cuneo
Sanremo – Imperia
Sant’Angelo dei Lombardi – Avellino
Sciacca – Agrigento
Sulmona – L’Aquila
Tolmezz – Udine
Tortona – Alessandria
Urbino – Pesaro
Vasto – Chieti
Vigevano – Pavia
Voghera – Pavia
Inoltre la procura di Giugliano viene accorpata alla procura di Napoli

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DA MONTESARCHIO A PONTIDA: ECCO ISABELLA, LA NUOVA ZARINA DELLA LEGA

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

ALLA “FAVORITA” DI MARONI, ISABELLA VOTINO, E’ STATO AFFIDATO IL RESTYLING TOTALE DEL PARTITO… ADDIO FESTE PAESANE E FOTO DI BOSSI, INIZIA L’OPERA DELLA BADANTE DI BOBO SPECIALIZZATA NEL CURARE I RAPPORTI VIP

Liberarsi dei calzini bianchi è stato un attimo.
Più difficile non provare imbarazzo con il sarto.
E che fatica accettare quegli occhiali bicolore.
Ma alla fine Isa, come la chiama lui, ha sempre ragione. Tant’è che quella montatura oggi è diventata il simbolo dei suoi sostenitori.
Come ha trasformato l’immagine di Roberto Maroni, da timidissimo avvocato di provincia a silente e autorevole ministro in grisaglia, presentabile persino come leader capace di sostituire il capo carismatico Bossi, così Isabella Votino ora dovrà  cambiare l’immagine della Lega.
A lei infatti il neosegretario ha affidato tutta la comunicazione del Carroccio.
Addio canotte, sigari e cielodurismo. E via anche le foto di Bossi dal sito.
Basta feste padane nel fango di Pontida e sagre in paesini di campagna tra campi concimati.
L’impresa non è facile e il risultato incerto. Lo zoccolo duro degli elettori leghisti difficilmente si libereranno dalla simbologia leghista.
Così Isa dovrà  portare l’immancabole tacco dodici tra   paesotti sperduti nelle valli del Nord.
Nata a Montesarchio 33 anni fa, Isabella Votino è stata “scoperta” da Pasquale Viespoli che l’ha portata nella Capitale come sua assistente parlamentare.
Poi è passata al ministro Gianni Alemanno, infine a Roberto Maroni, titolare del Lavoro nel 2001.
Sono diventati simbiotici.
Lei c’è sempre. Pure troppo, secondo molti.
Tanto che ormai è soprannominata la “badante” di Maroni, come Rosi Mauro lo era per Bossi.
Però Votino non salirà  mai su un battello del Sin.Pa a cantare Kooly Noody assieme a Pier Moscagiuro.
L’elegante “porta silenzi” di Maroni canta e balla sì, ma con Simona Ventura e Luisa Todini.
E adora le feste, ma non quelle di paese.
Ogni anno il 19 ottobre organizza di persona il suo compleanno.
Nel 2011, quando ancora Maroni era ministro con auto blu e scorta al seguito, ne organizzò due: una a Roma e una a Milano.
Nella Capitale scelse l’hotel Majestic, casa dello chef stellato Filippo La Mantia.
Tra gli invitati Angelino e Paolo Bonaiuti, Augusto Minzolini e Luisa Todini, il leader dei Giovani Industriali Federica Guidi con papà  Guidaberto.
A Milano, invece, spense le candeline al ristorante da Giannino dove attovagliò Antonio Marano, Giorgio Muli, cantò assieme a Simona Ventura e convinse Paolo Berlusconi a cimentarsi in giochi di prestigio.
L’anno prima scelse la fiaschetteria di via della Croce a Roma, mentre nel 2009 fu la volta del milanese Cavalli Just Cafè con dj Francesco e Simona Ventura a fare gli onori di casa.
Presenti anche il capo della Polizia Antonio Manganelli, il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta.
Qualche scatto della serata finì sui giornali. Lei, riservata, querelò.
Solo nel 2007 e fu costretta ad accettare che i giornali parlassero della sua festa:
le candeline erano 28 e a omaggiarla a palazzo Ferraioli arrivò anche Silvio Berlusconi che si esibì in uno show: presentò la canzone sulla Casa delle libertà    (“Sei l’amor mio”) e rilanciò la sua candidatura dicendosi certo che il governo di Romano Prodi, all’epoca in carica, sarebbe durato poco.
“La giovane graziosa portavoce di Roberto Maroni”, la definì l’Ansa in un’agenzia che riportava le dichiarazioni di Berlusconi.
Fu Bruno Vespa, presente alla festa, a svegliare l’animo chansonnier di Berlusconi.
Sarà  forse per farsi perdonare che Silvio l’ha poi assunta all’ufficio stampa del Milan. La società  le ha anche offerto un’abitazione nel capoluogo lombardo, ma qui è già  organizzata nella torre Velasca dove Salvatore Ligresti l’ha ospitata in uno dei suoi appartamenti, vicina di Bruno Tabacci.
Ora sarà  la Lega a farsi carico della zarina del Carroccio.
Lei ha già  preso il comando: la Padania chiude, rinascerà .
Il sito completamente da rifare, l’ufficio stampa da rifare e lei capo indiscusso di tutto.
A settembre toglierà  il velo per mostrare il restyling.
E solo allora ci sarà  una festa.
Di sicuro non nel fango di Pontida.

Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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PUNTI DI VISTA: I TAGLI DI MONTI, L’IMPORTANZA DEL PRIMO PASSO, SCELTE IMPOPOLARI MA UTILI

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

TAGLIATE SPESE E SPRECHI DI ENTI E MINISTERI   E NELLA SANITA’, SPESSO SI TRATTA DI RAZIONALIZZAZIONI NON DI TAGLI, COME PER I TRIBUNALI E I POSTI LETTO… SCONGIURATO L’AUMENTO DELL’IVA E DATA PROTEZIONE AGLI ESODATI

Non è la stangata da 10 miliardi in sei mesi, che poi diventavano 50 in due anni e mezzo, ma il pacchetto di tagli e risparmi passato ieri al vaglio dell’ennesimo Consiglio dei ministri fiume è di quelli destinati a pesare.
O se vogliamo, a mordere la carne viva del corpaccione pubblico.
Non c’è il taglio di 100-200 mila statali o la cancellazione di 50 Province, come ipotizzato in questi giorni, men che meno l’impossibile blocco delle tariffe, che pure avrebbe fatto comodo a tante famiglie; ma l’operazione spending review parte bene. Entrando magari anche un po’ brutalmente nelle pieghe del bilancio il tandem Monti-Bondi taglia spese e sprechi, negli acquisti di enti e ministeri come nella sanità , impone sacrifici nelle parti ancora «grasse» della macchina dello Stato, abolisce qualche altro ente «inutile», mette a stecchetto travet e amministrazioni, impone un nuovo giro di vite sulle auto blu.
Nella sanità , oltre a mettere sotto stretto controllo le spese, e fare quindi in modo che una siringa che vale due centesimi non venga   pagata 8 e che una protesi da 250 euro non si acquisti a 1200, come avviene oggi in gran parte delle Asl, è prevista una severa razionalizzazione dei posti letto che verrebbero ridotti di circa 18 mila unità .
Senza contare poi che anche i piccoli ospedali, con meno di 120 posti, dovranno essere sottoposti ad una attenta valutazione.
Nel settore pubblico verranno tagliati il 10% degli impiegati ed il 20% dei funzionari, saranno sforbiciati i ticket restaurant, introdotti giudizi di valutazione (pagelle) per tutti i dipendenti e disincentivati quelli che tendono ad accumulare ferie.
Perchè quelle residue d’ora in poi non saranno più pagate.
Nel settore della Difesa si pensa poi ad una accelerazione della riorganizzazione, con un taglio di quasi 20 mila unità , e ad una severa revisione delle spese per le missioni estere.
Con un provvedimento a parte si interverrà  pure sulla giustizia: il piano Severino prevede il taglio di 295 tra procure, tribunali e sedi distaccate.
Scelte impopolari, ma utili.
Scelte anche non facili da prendere in molti casi. O contestatissime in altri, si veda lo scontro violentissimo Regioni-governo per i tagli alla sanità , le proteste del Pd e di tante categorie.
Vista da fuori la «spending review» ha il pregio di mettere effettivamente mano da subito a tante spese, tagliando quelli che appaiono con tutta evidenza prezzi eccessivi, cifre pagate in più senza motivo per beni e servizi.
L’esatto contrario di quanto avveniva in passato, quando andavano per la maggiore tagli lineari, ovvero indiscriminati, senza alcuna selezione delle voci colpite, o ancora peggio interventi che producevano risparmi solo sulla carta.
Basterà  questo decreto? Verrebbe da dire di no, per due ragioni: perchè molti interventi, a cominciare dall’abolizione delle Province sono stati rinviati, e perchè lo spauracchio dell’Iva non è del tutto dissolto.
Per ora infatti l’aumento delle aliquote è rinviato solamente sino al giugno 2013.
Per cancellarlo del tutto servono più risorse.
Però, intanto, possiamo incassare il fatto che col decreto in arrivo il governo evita il primo degli aumenti, quello di due punti previsto per ottobre.
Ed in più assicura adeguata tutela ad altri 55 mila esodati, oltre ai 65 mila già  coperti col primo decreto Monti-Fornero.
Come primo passo non è male.

Paolo Baroni
(da “La Stampa”)

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VIA LIBERA ALLA SPENDING REVIEW, ECCO TUTTI I PROVVEDIMENTI: OSPEDALI SALVI, RINVIO PER AUMENTO IVA

Luglio 6th, 2012 Riccardo Fucile

APPROVATE LE NORME ANTI-SPRECHI DOPO SETTE ORE DI CONSIGLIO DEI MINISTRI… DIMEZZATE LE PROVINCE, MOLTE MISURE SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE… COPERTURA PER ALTRI 55.000 ESODATI

Niente taglio ai mini-ospedali, rinvio di qualche ora per i tribunali, 26 miliardi di risparmi in tre anni e evitato l’aumento dell’Iva di due punti percentuali, almeno fino a luglio 2013.
Eccolo, in sintesi, il risultato del Consiglio dei ministri fiume, iniziato alle 18 e concluso oltre sette ore dopo, che ha approvato il decreto legge sulla spending review, pubblicato già  oggi in Gazzetta ufficiale.
Il decreto approderà  nell’aula della Camera il 31 luglio. “Prevediamo nelle prossime settimane – ha detto Monti in conferenza stampa – un terzo provvedimento sulle agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate da Amato e Giavazzi”.
Il presidente del Consiglio Monti e il commissario Enrico Bondi hanno spiegato che “non si tratta di tagli lineari” e che per gli acquisti sono state individuate e analizzate 72 categorie di merce, sulla base del quale è stato estrapolato un benchmark di riferimento, così da allineare le amministrazioni meno virtuose a quelli più efficente. Il governo poi ha ringraziato i cittadini che hanno segnalato gli sprechi della pubblica amministrazione.
Il provvedimento garantirà  risparmi da 4,5 miliardi nel 2012, da 10,5 nel 2013 e da 11 nel 2014.
Da qui stanziati due miliardi (uno nel 2013 e uno nel 2014) per la ricostruzione del terremoto in Emilia, Lombardia e Veneto.
Confermati anche i fondi per salvaguardare altri 55.000 lavoratori ‘esodati’.
L’importo complessivo è di 1,2 miliardi a partire dal 2014.
Ma gran parte dei fondi servirà  ad evitare l’aumento dell’Iva.
Il dl ottiene la sospensione sino al 30 giugno 2013 dell’incremento dell’Iva e riduzione dell’incremento dell’Iva a decorrere dall’anno 2014.
Il provvedimento prevede l’eliminazione dell’ulteriore incremento di 0,5 punti dal 2014.   “L’obiettivo – ha detto il viceministro Grilli è di riuscire a far sparire l’aumento dell’Iva e quindi di riuscire a trovare nelle prossime misure altri 6 miliardi”.
COSA NON C’E’
Escluso il taglio dei piccoli ospedali, che tante polemiche aveva scatenato.
La norma che prevedeva il taglio automatico delle strutture con meno di 80 posti letto (o addirittura con meno di 120, come circolato in una prima bozza) era presente nella bozza del provvedimento, ma il ministro della Salute Renato Balduzzi, si era impegnato a non farla passare. “Ma serve – ha detto il ministro – una riorganizzazione della rete ospedaliera”.
Mancano, dal dl approvato, anche le norme sui tribunali, per cui è stato deciso un mini rinvio, fino a oggi.
Al centro di queste altre misure, i 295 uffici giudiziari destinati alla soppressione o all’accorpamento: 37 tribunali, 38 procure e 220 sezioni distaccate.
TAGLI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
-20% dirigenti, -10% altro personale e uffici più piccoli.
Nella Pubblica amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali di almeno il 10%.
Inoltre è prevista una riduzione dello spazio previsto per ogni impiegato: tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Prevista anche la riduzione degli spazi degli archivi.
Buoni pasto. A decorrere dal 1° ottobre 2012 il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare il valore nominale di 7 euro.
Eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dal 1 ottobre 2012.
Obbligo di ferie e riposi.
Le ferie e i riposi spettanti al personale, anche dirigenti, sono obbligatoriamente fruiti e in nessun caso “danno diritto alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Acquisti della Pa. Le pubbliche amministrazioni potranno “rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi” per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi.
Nel decreto si prevede anche un rafforzamento di Consip, la società  del ministero dell’Economia che ha per legge il ruolo di “centrale acquisti”, visto che – come risulta dall’analisi di Bondi – gli acquisti fatti in autonomia dalle amministrazioni sono meno convenienti di quelli attraverso Consip.
Eccessi di spesa e auto.
Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Taglio del 50% rispetto al 2011 per i fondi relativi al parco auto. Tra gli interventi la soppressione dell’Isvap e della Covip (saranno accorpate nell’Irvap) e di altri enti e società .
Locazioni ed edifici.
Stop all’adeguamento degli affitti pagati dallo Stato e avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni. Inoltre, si accelera la procedura di vendira degli alloggi di servizio di proprietà  del ministero della difesa.
Personale in soprannumero.
E’ prevista la “risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che, in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma introdotta dal decreto legge n. 201 del 2011, avrebbero ottenuto la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2014”.
Questi individui avranno la pensione da subito ma riceveranno il trattamento di fine rapporto solo alla data in cui avrebbero maturato il diritto ad andare in pensione.
Gli ulteriori dipendenti pubblici in esubero andranno in mobilità .
Consulenze.
Stop alle consulenze per i dipendenti pubblici che andranno in pensione. Il viceministro Grilli parla di “una clausola di impedimento a dare consulenze al personale in quiescenza”.
Società  pubbliche.
Stretta sulle società  pubbliche e su quelle in house. Previsto il taglio ai cda delle società  a totale partecipazione pubblica: avranno solo tre membri.
Esercito. Le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%.
SCUOLA
Libri scolastici. Confermata, rispetto agli scorsi anni, la spesa di 103 milioni di euro per garantire l’acquisto di libri scolastici da distribuire gratuitamente agli studenti.
Scuole e atenei non statali.
Saltano i fondi per scuole non statali, mentre 10   milioni vanno alle Università  non statali, con un taglio del 50%. Sono le spese autorizzate per il 2013. È anche previsto un incremento di 90 milioni di euro per il Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio da ripartire tra le regioni.
Più visite fiscali. Trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni che consentiranno alle scuole di poter usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e amministrativi.
ENTI LOCALI
Province.
Via all’accorpamento delle province, secondo due criteri: popolazione ed estensione. Il Consiglio dei ministri fisserà  entro dieci giorni le soglie minime per la sopravvivenza di una provincia, per poi passare la palla agli enti locali. Il processo dovrebbe essere completato entro la fine del 2012. “Questo processo potrà  portare presuntivamente ad un numero che si aggira intorno alle 50 province”, ha stimato il ministro Patroni Griffi. Saranno salve le province degli attuali capoluogo e entro il primo gennaio saranno istituite 10 città  metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. In questi casi saranno soppresse le province.
Trasferimenti a enti locali. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro dal 2013 i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale.
Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per il 2012 e 2 miliardi di euro dal 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per quest’anno e 1 miliardo di euro dal 2013.
SANITà€
Liberato il campo dal taglio degli ospedali più piccoli, i tagli nel settore della sanità  si concentrano su quattro capitoli. Sarà  anticipato il taglio del 5% sull’acquisto di beni e servizi che sarebbe entrato in vigore dal 2013, con la rinegoziazione dei contratti in essere.
Sulla spesa per i farmaci, il governo ha decisio un aumento dello sconto obbligatorio che farmacie (fino al 2014) ed aziende farmaceutiche ( solo per il 2012) praticano al Servizio sanitario nazionale. Per gli anni successivi saranno invece aggiornate le regole che prevedono un tetto di spesa per la farmaceutica territoriale e quella ospedaliera. Meccanismo simile per l’acquisto di dispositivi medici: per il resto del 2012 deciso un abbattimento del 5%, ma dal prossimo anno sarà  fissato un tetto di spesa.
Prevista anche la riduzione dell’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati.

(da “la Repubblica“)

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