Destra di Popolo.net

DESTRA DI POPOLO SCAVALCA ANCHE IL SITO FORZASILVIO.IT E RAGGIUNGE QUELLO DI SEL. SEMPRE PIU’ STACCATI MATTEO RENZI, LEGA NORD, “IL GIORNALE D’ITALIA”, FRATELLI D’ITALIA E SCELTA CIVICA

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

NELLA CLASSIFICA ALEXA DEI SITI PIU’ SEGUITI IN ITALIA, SIAMO ARRIVATI AL 15.500° POSTO… FORZA SILVIO.IT   15.650, SEL 15.972, IL GIORNALE D’ITALIA DI STORACE 20.222, FRATELLI D’ITALIA 27.905, RENZI 31.526, LEGA NORD 39.086, SCELTA CIVICA 49.582

Un altro sorpasso di Destradipopolo.net certificato dalla classifica del sito internazionale specializzato Alexa (che monitora diversi milioni di siti) stabilendone una classifica in base alle visite
Raggiungendo oggi il 15.500° posto le frecce tricolori di destradipopolo sorpassano gli aerei balneari del più importante sito di area berlusconiana, ovvero forzasilvio.it che è piazzato al 15.650° posto.
Non solo: abbiamo addirittura superato il sito ufficiale di Sinistra ecologia e libertà  (partito che naviga intorno al 5-6%) che è piazzato al 15.972° posto.
Per finire aumentiamo il distacco con i siti del Giornale d’Italia di Storace 20.222, Fratelli d’Italia 27.905, Matteo Renzi 31.526, con il sito ufficiale della Lega Nord 39.086 e quello di Scelta Civica 49.582.
Siamo avanti anche al sito di un noto giornalista come Luca Telese 44.822 e a politici di prima grandezza come Santanchè, Brunetta, Alfano, Carfagna, Enrico Letta che sono ancor più distanziati, oltre la linea dei 100.000.
Un grazie a tutti i nostri lettori: considerando la differenza di mezzi e il “sostegno” di cui godono quei siti da parte della loro area di riferimento, il nostro è davvero un piccolo miracolo che va premiare una linea di informazione indipendente e scomoda.
Una destra diversa è possibile.

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“A TESTA IN GIU’ PER 20 EURO”: TRA I NUOVI SCHIAVI BIANCHI DEL POMODORO PUGLIESE

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

DIECI ORE DI LAVORO AL GIORNO… E DOPO ANNI RITORNANO GLI ITALIANI NEI CAMPI

A 50 anni Antonia pensava di non dover più vedere il mondo a testa in giù.
E invece, dieci anni dopo l’ultima volta, è tornata a guardare la sua vita rovesciata: le gambe divaricate, la testa che a fatica si piazza all’altezza delle ginocchia, le braccia che si stendono nella terra, le dita che intercettano i frutti rossi facendo attenzione a evitare quelli più verdi.
Così Antonia è tornata a raccogliere i pomodori.
«Avevo detto basta, per pochi spiccioli non posso fare la schiava. Ma non lavoravo da due mesi, nè in campagna nè come stiratrice. E allora questi 20 euro al giorno a casa fanno comodo. Ma non alla mia schiena».
Antonia è una degli oltre 800 italiani che, testimonia la Flai-Cgil, da quest’anno sono tornati nei campi del foggiano per il lavoro più faticoso, quello peggio pagato, e per questo appaltato ormai da anni dai caporali.
Agli schiavi, prima africani e poi est-europei. «Italiani non se ne vedevano da tempo: oggi invece sono almeno 800-900» spiega Daniele Calamita, segretario generale del sindacato.
«Li spinge la crisi, la drastica diminuzione delle giornate di lavoro in campagna. La disperazione: accettano paghe inaccettabili »
Antonia guadagna, a nero chiaramente, 20 euro per una giornata di lavoro che dura anche dieci ore.
In realtà  sono 25 euro, ma 5 vanno al caporale per il trasporto dalla città  alla campagna, andata e ritorno.
Il compenso è lo stesso di Emanuele, trentenne, che in un campo poco distante lavora alla guida di una macchina. Eppure Antonia ed Emanuele sono fortunati.
Dormono in una casa. Un privilegio per i lavoratori del triangolo del pomodoro – Foggia, San Severo, Cerignola – un luogo dove i diritti di chi lavora sono nati, si sono formati, sono stati conquistati e invece 60 anni dopo si sono storti tutti, ammaccati, deturpati.
Così a Cerignola, paesone da più di 50mila abitanti, in pieno centro vivono 12 persone in uno sgabuzzino senza bagno.
Come servizi, vecchie bombole del gas: hanno fatto un foro nella parte superiore e dopo l’uso le svuotano in un tombino per strada.
Qui sotto ci vivono otto uomini, tre donne e una bambina di un anno e mezzo: è suo il body bianco che hanno messo fuori ad asciugare, involontario ed efficace monumento a una barbarie. Questo scantinato viene affittato ai rumeni da un italiano per 200 euro al mese. Dorina invece, tre civici più in là , paga 300 per 15 metri quadrati.
È qui che vivono gli schiavi d’Italia. Gli schiavi bianchi. Bulgari e rumeni, alcuni ucraini.
Hanno il marchio Ue, ma sono comunque disperati.
Secondo le rilevazioni della Cgil sono 15mila in questa zona, 7.900 solo i rumeni. Guadagnano 3 euro per ogni cassone da 50 chili di pomodori. In media per raccoglierne uno, si impiega un’ora e dieci di lavoro.
Complessivamente fanno poco più di 20 euro per otto ore.
La giornata è strutturata in due turni: dalle 5 alle 11 e poi dalle 16 fino al buio.
Ciascun lavoratore paga in anticipo 125 euro per il viaggio di andata e ritorno dal loro Paese più 20 euro a settimana per l’alloggio in Puglia. In tasca rimangono non più di 10 euro al giorno. Come si vive? «Con tre euro possono dormire qui da noi» dice Vito Colangione, il direttore di uno dei tre alberghi diffusi che la Regione ha voluto.
Sono un miracolo: prefabbricati puliti, i bagni, non bisogna pagare extra. Ma i numeri sono praticamente nulli: coprono meno di 200 posti letto a fronte di una forza lavoro che supera le 25mila unità  di migranti.
La Cgil ha proposto di realizzare un eco-villaggio che sostituisca le baraccopoli dove oggi vivono gli africani, che prima erano egemoni.
E invece sono diventati minoranza. «Danno ricchezza e l’Italia li accoglie così…», commenta Diego De Mita, presidente provinciale dell’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) che nel ghetto di Rignano si batte per acqua, bagni, come se fosse l’Africa. Invece è Italia
«Gli africani – spiega Colangione – ormai sono il 10 per cento. Nel nostro centro, su 56 posti sono tutti rumeni e bulgari. Tre i tunisini».
Non è un dettaglio, perchè il cambio di passaporto della schiavitù ha mutato la distribuzione geografica dei migranti. «Non vivono più nelle campagne, ma in città ». Al Penny Market, discount all’ingresso di Cerignola, l’80 per cento dei clienti sono bulgari e rumeni. «Scegliamo i prodotti per loro: tutto in scatola, oppure wurstel. E ovviamente alcol. Tantissimo alcol». Fanno impressione le macchine: una su cinque ha targa dell’Est. «La convivenza – continua Colangione – sta diventando complessa. Se le istituzioni continuano a fare finta di non vedere, si rischia una guerra di disperazione»
E disperati erano i ragazzi che ieri mattina piantavano finocchi proprio davanti l’albergo diffuso di Cerignola.
C’era il padrone a controllare, accanto i suoi due nipoti dodicenni che guidavano una Fiat Blu. «Li tengo qui per capire se da grandi vogliono coltivare. Se piace il mestiere. Devono imparare che devono stare qui perchè bulgari, rumeni, italiani, queste non sono persone, vedi che innesto di merda ha fatto, queste sono bestie».
Disperato era anche il ragazzo italiano che ha urlato per un’ora mercoledì nella speranza che arrivassero presto i soccorsi: quando sono arrivati il suo collega Ahmed El Mardi, 45 anni, raccoglitore clandestino di pomodori, era già  morto.
Stroncato da un infarto mentre guardava il suo sogno a testa in giù.

Giuliano Foschini
(da “la Repubblica“)

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“SE BERLUSCONI VUOLE LA GRAZIA, DEVE PRIMA AMMETTERE LA COLPA”: INTERVISTA A DE SIERVO

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

L’EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA: “LA COSTITUZIONE PREVEDE UGUAGLIANZA E RISPETTO DELLA LEGALITA’, ILLUSORIO CERCARE UN’ANCORA DI SALVEZZA”

“S’illude, il Cavaliere, se vede la Carta come “un’ancora di salvezza”. Lì, per lui, nella situazione attuale, “non c’è nulla”.
È questa l’opinione dell’ex presidente della Consulta Ugo De Siervo.
Nessuno strumento, nella Costituzione, per risolvere la situazione giudiziaria del Cavaliere?
“No, ma ormai siamo abituati a un uomo che ha una notevole fantasia. Lì è indicato, con estrema chiarezza, il principio di uguaglianza e di rispetto della legalità  ordinaria e costituzionale. L’articolo 54 dice perfino che chi svolge funzioni pubbliche deve farlo “con disciplina e onore”, al di là  del rispetto delle leggi. Per chi abbia responsabilità  politiche i contenuti fondamentali sono questi”.
Non vede vie d’uscita, come la grazia, per cancellare il debito dell’ex premier Berlusconi con la giustizia?
“Intanto dovrebbe cominciare a dare seriamente esecuzione a questo debito. Per ora questa persona, condannata a ben quattro anni per un delitto serio, sta semplicemente minacciando la stabilità  del governo, ma non ha dato alcun segno di accettazione di una condanna definitiva, nè ha cominciato neppure a scontare ciò a cui lo Stato lo ha condannato. In più, è coinvolto in tante altre vicende indagate dalla magistratura. Tutto è possibile comunque, ma ciò dipende dall’autonoma sensibilità  e capacità  valutativa del presidente della Repubblica”.
Per Berlusconi Napolitano dovrebbe, motu proprio, concedergli una grazia totale, che copra condanna e pene accessorie, evitando la decadenza dasenatore. È costituzionalmente possibile?
“Mi sembra proprio di no. Intanto perchè pretenderebbe di vedersi applicare la grazia senza aver accettato minimamente la responsabilità  che lo ha portato alla condanna, anzi avendo parlato di un abuso delle magistrature. Poi, l’eventuale decadenza non è una pena accessoria. Ciò che la legge Severino prevede non è riconducibile a un intervento presidenziale”.
La grazia cancellerebbe solo la pena?
“Quella, ed eventualmente alcune pene accessorie, ma non la previsione della decadenza e della successiva incandidabilità , che riguardano l’articolo 51 della Costituzione, e non il 25. Non si tratta di una pena, ma di una scelta del Parlamento, dove non si vogliono far entrare persone che abbiano pesanti carichi penali addosso”.
Nella Carta vede altri salvacondotti per un condannato, come la possibilità  di commutare la pena in un corrispettivo economico?
“La grazia è uno strumento polivalente. In astratto molte cose sono possibili. Ma, in concreto, non riesco a vedere per ora alcuna possibilità , poichè l’interessato non ha accettato la sentenza, anzi ne ha dato una lettura assolutamente eversiva, quindi più ostativa all’esercizio di un tentativo, anche largo, di venire incontro alle sue esigenze”.
Berlusconi preme su Napolitano che avrebbe il dovere digarantire la sua agibilità  politica. Il presidente ha gli strumenti costituzionali per farlo?
“L’espressione ‘agibilità  politicà  è assolutamente impropria, non vuol dir niente. Nella nostra storia nazionale conosciamo grandi leader che sono stati in carcere e non hanno smesso di essere punto di riferimento dei movimenti a cui appartenevano. È stato detto e scritto tante volte che le sentenze sarebbero state accettate e che il destino personale di Berlusconi non avrebbe inciso sulle vicende politiche. È stato detto e scritto proprio da parte di chi adesso chiede un’applicazione assolutamente anomala della grazia o della trasformazione della pena. Quindi è ben difficile credere alla serietà  delle affermazioni attuali”.

Liana Milella
(da “La Repubblica”)

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RAVELLO, IL FESTIVAL DI BRUNETTA E’ D’ORO: 4 MILIONI DELLA REGIONE ALLA FONDAZIONE PRESIEDUTA DAL CAPOGRUPPO PDL

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

SCOPPIA UN CASO POLITICO: “UN FAVORE TRA ESPONENTI PDL”

La Regione assegna 4 milioni di euro alla fondazione Ravello, presieduta dal capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, e scoppia un caso politico.
Il segretario regionale di Sel, Arturo Scotto, accusa il presidente Caldoro di “aiutare i suoi amici”.
Il Pd annuncia un’interrogazione urgente in consiglio regionale. E Renato Brunetta querela il segretario provinciale del Pd di Salerno, Nicola Landolfi, che aveva paragonato il finanziamento a “una rapina a mano armata”.
La querela giunge al culmine della polemica contro la Regione sollevata dai vendoliani e dai democratici.
Il capogruppo regionale Pd Raffaele Topo spiega che alla ripresa dei lavori del consiglio il gruppo depositerà  l’interrogazione per conoscere i criteri e le procedure utilizzate per l’assegnazione dei fondi.
“C’è un problema politico   –   spiega Topo   –   abbiamo perplessità  sulle procedure adottate nella delibera”. Ancora accuse alla giunta di Caldoro, sebbene meno dirette rispetto a quelle di Sel.
I 4 milioni per Ravello rientrano in un programma di interventi di promozione culturale da 66 milioni, deciso dalla Regione nell’ambito del Pac, il Piano azione coesione varato dal governo per riprogrammare i fondi europei e impedire che andassero perduti per i ritardi delle regioni meridionali.
Assieme alla Fondazione Ravello, i destinatari dei finanziamenti, deliberati dalla giunta regionale il 12 luglio, sono il Comune di Napoli (11 milioni di euro per il Forum delle Culture), la stessa Regione (5 milioni per il Forum), il Teatro San Carlo (11 milioni), la fondazione DonnareginaMuseo Madre (6 milioni), il Teatro Mercadante (2 milioni), la fondazione Campania dei festival (10 milioni), la fondazione Giffoni Film festival (4 milioni), la Film commission (4 milioni), l’Ente ville vesuviane (500 mila euro), più altre attività  e programmi di valorizzazione turistica e culturale (i restanti 8,5 milioni).
Per il segretario regionale di Sel “se Brunetta tiene davvero allo sviluppo di Ravello, deve fare un passo indietro, almeno fino a quando fa il capogruppo Pdl a Montecitorio”.
L’ex ministro – che di Ravello è anche cittadino onorario al pari di Jaqueline Kennedy, Gore Vidal, Hillary Clinton e anche Domenico De Masi e che in zona possiede una villa di massimo pregio – guida da dicembre 2011 l’ente costituito da Regione, Comune di Ravello, Provincia di Salerno, Ept di Salerno e Direzione regionale dei beni culturali della Campania per promuovere eventi e gestire i luoghi della cultura in costiera amalfitana.
A cominciare dall’auditorium Oscar Niemeyer che ora, proprio grazie a un protocollo firmato appena due mesi fa, è affidato all’ente di Brunetta.
In una nota, Palazzo Santa Lucia precisa che i soldi destinati alla fondazione presieduta da Brunetta riguardano non solo il territorio comunale di Ravello, ma tre beni monumentali (auditorium, villa Episcopio e villa Rufolo) che fanno rete con l’intera costiera amalfitana, patrimonio Unesco.
“I quattro milioni   –   spiegano dalla Regione   –   sono stati solo assegnati e verranno materialmente messi in campo solo dopo le valutazioni e i controlli di efficacia ed efficienza, e saranno spalmati in almeno due anni, cioè, in proporzione meno degli anni passati”.
Ma Sel non ci sta: “Cosa accadrà  quando l’ex ministro avrà  a che fare con la pubblica amministrazione?   –   si chiede Scotto   –   . Brunetta non è certo un personaggio esterno ai giochi politici come il suo predecessore Domenico De Masi. Per il bene di Ravello, si dimetta dalla Fondazione”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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CHI PAGA I PASTI AGLI IMMIGRATI

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

SI SENTE ARIA DI ELEZIONI E SI TORNA A PARLARE A SPROPOSITO.. QUANDO MARONI PRECONIZZAVA 2,5 MILIONI DI ARRIVI   E NE SONO ARRIVATI SOLO 60.000 IN TRE ANNI…GLI ARRIVI SONO DIMINUITI NEGLI ULTIMI DUE ANNI DEL 10% MENTRE LE RIPARTENZE SONO AUMENTATE   DEL 20%…ALFANO E MARONI HANNO CREATO IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E POI SI LAMENTANO DEL COSTO DI CHI E’ DETENUTO SOLO PER QUEL REATO

Ieri al meeting di Rimini il vice-presidente del Consiglio, Angelino Alfano, ha proposto di far pagare vitto e alloggio dei detenuti stranieri ai paesi da dove provengono gli immigrati.
Ci sono quasi 25.000 detenuti stranieri nelle carceri italiane. Non pochi di questi si trovano in questa condizione per il solo fatto di essere entrati illegalmente nel nostro paese, grazie al reato di immigrazione clandestina introdotto da un governo di cui Alfano faceva parte.
Quasi tutti questi detenuti sono in carcerazione preventiva, messi in prigione senza quel “giusto processo” che oggi il vice-presidente del Consiglio torna nuovamente ad invocare per chi è già  passato attraverso ben tre gradi di giudizio.
Solo uno straniero su dieci può accedere a quelle forme alternative alla detenzione che oggi Alfano vorrebbe per altri conciliare addirittura con la presenza in Parlamento.
Come pensa il ministro di farsi liquidare i quasi 250 milioni che sarebbero richiesti per pagare vitto e alloggio per un anno ai più di 12.000 detenuti africani presenti nelle nostre prigioni?
A chi chiederà  Alfano questi soldi in Egitto? E nei paesi dell’Africa sub-sahariana dove il reddito pro-capite è di circa un euro al giorno contro i 50 del costo medio della detenzione in Italia?
Vuol far morire di fame questi detenuti per riportarli alle condizioni dei paesi d’origine? Oppure vuole abbassare ulteriormente il salario dei secondini?
E perchè al “meeting dell’amicizia” nessuno ha avuto alcunchè da ridire su questa proposta
Dopo aver per mesi insultato il ministro Kyenge, nei giorni scorsi la Lega ha deciso di promuovere un referendum per abolire il ministero dell’Integrazione.
In verità  la Lega ha da anni agito consapevolmente per abolire l’integrazione degli immigrati. Il linguaggio cruento, il terrore sparso tra la popolazione autoctona, le leggi promulgate quando era al governo hanno un comune denominatore: impedire una qualsiasi forma di integrazione.
Bene ricordarsi di quando l’allora ministro degli Interni Maroni, in compagnia del ministro della Difesa La Russa, preconizzava sbarchi biblici dal Nordafrica, con due milioni e mezzo di lavoratori stranieri pronti a sbarcare dalla sola Libia.
Ci sarebbero voluti almeno 12.500 barconi (quando oggi l’intera Marina militare italiana non dispone di più di 50 navi), con 200 persone a bordo ciascuna, roba da rendere il canale di Sicilia più ingolfato del grande raccordo anulare nelle ore di punta.
A cosa serviva sparare cifre alla cieca, prive di qualsiasi riscontro con la realtà , se non a mobilitare gli italiani contro le legioni straniere?
Bene ricordare che da allora sono sbarcate in Italia in più di tre anni circa 60.000 persone, molte delle quali sono poi emigrate altrove o tornate in patria
La legge Bossi-Fini, che oggi Lega e Pdl difendono strenuamente, non impedisce certo l’immigrazione clandestina, ma sembra fatta apposta per far permanere illegalmente decine di migliaia di immigrati nel nostro Paese, una condizione spesso contigua al coinvolgimento in attività  criminali, mentre gli immigrati regolari hanno tassi di criminalità  in linea con quelli della popolazione italiana.
La riduzione della criminalità  e della popolazione carceraria straniera (dunque dei costi della detenzione a carico del contribuente) passano proprio attraverso la regolarizzazione. Uno studio condotto dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti (www.frdb .o r g ) mostra che coloro che si sono visti rifiutare la domanda di regolarizzazione nel “click day” del 2007 solo perchè sono riusciti ad accedere al sito del ministero degli Interni pochi secondi dopo le 8 e 29 (a Milano) o le 8 e 10 (a Napoli) hanno tra il doppio e il triplo della probabilità  di commettere reati gravi nell’anno successivo rispetto a coloro che si sono visti accettare la domanda.
Sono da noi e non possono lavorare. Di qualcosa dovranno pur vivere…
L’integrazione è quindi fondamentale per gestire meglio l’immigrazione, per renderla non solo economicamente (lo è già , dato che contribuisce a più del 10% del nostro reddito nazionale), ma anche socialmente sostenibile.
Da quando è iniziata la crisi, i flussi in entrata, gli arrivi di immigrati, sono fortemente diminuiti (attorno al 10 per cento in meno all’anno) e quelli in uscita sono aumentati (quasi +20% nel 2012).
Per questo oggi è fondamentale concentrarsi sull’integrazione di chi è già  da noi.
Non è detto che sia necessario un ministero dell’integrazione, soprattutto se privo di risorse e di poteri come quello creato con un forte connotato simbolico dal governo Letta. Più che un ministero serve una politica dell’integrazione.
Dovrebbe reggersi sulla concessione di permessi di soggiorno a tempo indeterminato (al posto dei permessi tutti a breve termine della Bossi-Fini) per i minori stranieri (anche di irregolari) e per tutti quegli immigrati che hanno mostrato di volersi integrare.
Servirà  anche ad attrarre immigrati che investono nell’integrazione, dunque nel nostro Paese.
Dovrebbe questa politica anche favorire in tutti i modi l’accesso all’istruzione da parte degli immigrati di seconda generazione, senza richiedere in alcun modo l’esibizione del permesso di soggiorno da parte del minore o del suo genitore.
Dovrebbe anche permettere allo straniero legalmente soggiornante l’accesso a posizioni nella pubblica amministrazione al pari dei cittadini italiani, quando oggi invece gli immigrati di seconda generazione non possono partecipare ai concorsi pubblici.
A proposito, perchè il ministro Kyenge non ha detto nulla quando paradossalmente il disegno di legge europea varato dal suo governo ha, per un errore materiale, finito per escludere dall’accesso al pubblico impiego molti immigrati legalmente soggiornanti in Italia o che hanno acquisito titoli di studio da noi?
Infine, bisognerebbe rimuovere una serie di ostacoli burocratici all’acquisizione della cittadinanza, ad esempio assimilando a questi fini gli anni di residenza legale a quelli di iscrizione all’anagrafe.
È possibile farlo anche agendo sui soli provvedimenti attuativi. Non c’è bisogno di grandi proclami e di nuove leggi con il loro inevitabile strascico di demagogia e di polemiche, alla ricerca di un qualche dividendo elettorale.

Tito Boeri
(da “La Repubblica“)

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BRUNETTA CONTRO DELRIO: “STIA ZITTO, L’IMU VA TOLTA ANCHE AI RICCHI”

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

IL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI AVEVA IPOTIZZATO UNA SERVICE TAX CHE ESENTASSE IL 70% DEI POSSESSORI DI PRIMA CASA, FACENDOLA PAGARE SOLO AI PIU’ ABBIENTI

“L’Imu sulla prima casa va cancellata per tutti, al 100 per cento, nel 2013 e per il futuro. Delrio poteva anche starsene zitto perchè sarà  smentito nei prossimi giorni, ha detto delle cose che non stanno nè in cielo nè in terra”.
Il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, ai microfoni di Radio Anch’io, smentisce le dichiarazioni di ieri del ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, che ipotizzava una service tax che esentasse il 70% dei possessori di prima casa
Per Brunetta “Delrio non è competente della materia, non conosce la trattativa in corso e dovrebbe lasciare l’argomento ai ministri competenti”.
Il capogruppo del Pdl ha poi sostenuto che “se il Pd votasse sì alla richiesta di decadenza di Silvio Berlusconi da senatore userebbe uno strumento parlamentare per eliminare un avversario politico e questo metterebbe a rischio la stessa democrazia”.
Sull’Imu Il ministro Delrio aveva spiegato che “all’interno della maggioranza abbiamo posizioni differenti, tra chi vuole una copertura completa per togliere a tutti l’Imu per la prima casa e chi vuole concentrarsi sul 70% degli italiani e far pagare il 30% di quei cittadini che se lo possono permettere. Io sono per questa seconda opzione”.
E poi aveva precisato che l’Imu del 2013 dovrebbe essere lasciata “ai Comuni per garantire la loro completa autonomia. La service tax in vigore dal 2014, invece dovrebbe essere una tassa che riguardi soprattutto i più abbienti”.
Il termine del 31 agosto resta fermo per quanto riguarda l’Imu, mentre per la tassa che scatterà  l’anno prossimo “la scadenza è meno ravvicinata e potremo prenderci qualche settimana in più”.
Della possibilità  che si arrivi a rivedere l’intero impianto dell’Imu con una service tax è convinto il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno: “Sull’Imu troveremo la soluzione, si va verso la service tax che rivedrà  l’intero impianto, in quella revisione ci saranno criteri di equità  e di rispetto dei conti pubblici dello Stato e dei Comuni: questi sono i vincoli. E’ chiaro che in quadro di equità  ci sarà  un peso fiscale diverso tra chi sta meglio e chi fatica ad arrivare a fine mese”.
Per Brunetta invece i ricchi non devono pagare.

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SCELTA CIVICA SMENTISCE IL SUO MINISTRO: “CONTRARI ALL’AMNISTIA” E ANCHE IL PD DICE NO: “QUESTA STORIA STA DIVENTANDO INDECENTE”

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

IL MINISTRO MAURO SPINGEVA PER UN COLPO DI SPUGNA COME “SOLUZIONE POLITICA” PER FAVORIRE BERLUSCONI… PD, SEL E CINQUESTELLE CONTRARI

Amnistia sì, amnistia no.
L’ipotesi di un ‘colpo di spugna’ per svuotare le sovraffollate prigioni italiane (ma anche per salvare Silvio Berlusconi) continua a tenere banco in questi giorni in cui la discussione sulla decadenza da senatore del leader del Pdl minaccia la tenuta del governo delle larghe intese. E, soprattutto, continua a dividere.
Anche all’interno degli stessi partiti.
E’ il caso di Scelta Civica, ad esempio: ieri, dalla pagine di Avvenire, il ministro della Difesa Mario Mauro, in quota Sc, aveva avanzato l’idea di un’amnistia o di un indulto per risolvere la questione dell’agibilità  politica del Cavaliere.
Proposta rilanciata con forza anche oggi con un’altra intervista su Sussidiario.net.
Il suo partito, però, non sembra essere dello stesso avviso: “Sono decisamente contrario”, ha affermato Gianluca Susta, presidente dei senatori di Scelta Civica.
Il capogruppo a Palazzo Madama ha spiegato a Radio Anch’io che ”Berlusconi è stato condannato a quattro anni e già  gode dell’indulto per l’ultimo. Il problema non riguarda quindi la condanna quanto l’interdizione dai pubblici uffici, l’incandidabilità  o la decadenza dall’ufficio di senatore o di qualunque altro ufficio pubblico. È un’altra cosa rispetto all’amnistia”.
Peccato che le sue dichiarazioni vadano in direzione esattamente contraria a quelle del ministro Mauro, ex europarlamentare Pdl, passato alla ‘corte’ di Mario Monti in occasione delle elezioni 2013 e oggi uno dei membri più autorevoli del partito.
Ieri ad Avvenire il ministro aveva affermato che il caso Berlusconi “va risolto politicamente, non per via giudiziaria. E con un provvedimento generale, non individuale. Non possiamo far diventare il Parlamento il quarto grado di giudizio, non può essere questa la soluzione. Una soluzione politica è quella che io propongo: amnistia e indulto”.
Arrivando addirittura ad evocare la pacificazione post-bellica avvenuta nel ’46 con l’amnistia Togliatti.
La proposta, dunque, è sul tavolo.
La sostiene anche il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che non è membro del partito ma comunque rappresenta per Scelta Civica un punto di riferimento importante, se è vero che Mario Monti aveva avanzato la sua candidatura al Quirinale lo scorso aprile.
“La mia opinione personale è favorevole all’amnistia”, aveva detto ieri. Motivando: “Oltre ai motivi umanitari, ci darebbe l’opportunità  di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario”.
I Democratici restano fermi sulle loro posizioni.
“Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che non può ottenere, perchè è contro la legge. E ora di dire basta. E di finirla anche con i continui ripescaggi dell’idea di amnistia per salvare Berlusconi”, afferma categorico Davide Zoggia responsabile Organizzazione della segreteria.
E avverte che “sta diventando una storia indecente, oltre che imbarazzante per coloro che avanzano queste proposte”.

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IL PPE CACCIA BERLUSCONI: PORTE CHIUSE A FORZA ITALIA BIS

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

LA MERKEL NON VUOLE PREGIUDICATI… “I MEMBRI NON ITALIANI SONO ALLIBITI, NON LO VOGLIONO”… FORZA ITALIA SAREBBE COSTRETTA A COLLOCARSI A DESTRA

Altolà  del Partito popolare europeo alla domanda di ammissione da parte di Berlusconi per Forza Italia bis.
Secondo un retroscena pubblicato da Dagospia la Cancelliera Angela Merkel “gli sta preparando l’ultimo scherzetto: il no all’ingresso della nuova Forza Italia nel partito popolare europeo”.
Una mossa che assumerebbe i contorni dell’ufficialità  solo nel prossimo ottobre, ma che di fatto avrebbe l’immediata conseguenza di “relegare Berlusconi a destra, mentre il campo dei moderati rimarrebbe sgombro di leadership”.
I Paesi membri sono “allibiti dalla questione Berlusconi”, ammette l’eurodeputato del Ppe Potito Salatto, raggiunto al telefono nel suo buen ritiro greco.
Dalla segreteria del Ppe filtrano resistenze a che Fi entri a far parte della famiglia popolare continentale.
“A Bruxelles è da tempo scattato l’allarme rosso — sottolinea Salatto — se in Italia la sentenza Mediaset è argomento di discussione quotidiana a cui qualcuno sta facendo l’abitudine, in Francia, Germania e nei paesi nordici è una cosa allucinante”.
E aggiunge che nel Ppe “c’è una grossa resistenza a voler riaccogliere Berlusconi”.
Si va quindi verso un “no” di Bruxelles tra due mesi alla richiesta azzurra del fu Pdl in occasione della prossima legislatura in vista delle elezioni europee del giugno 2014.
Cosa accadrebbe al centro a quel punto?
Dagospia sostiene che sarebbe vicina la formazione di un grande rassemblement moderato, che diventerebbe la nuova casa dei popolari italiani.
Un “progetto merkeliano” a cui starebbero già  lavorando in gran silenzio “molti ambienti che contano nel paese o che vorrebbero tornare a contare e che, per questo, hanno anche sacrificato porzioni di vacanze”.
Chi occuperà  dunque quella casella al centro europeo?
“Si dà  ragione alla nostra intuizione     —   prosegue Salatto     —   da tempo abbiamo lanciato l’Associazione Popolari italiani per l’Europa assieme al collega Peppino Gargani. Sosteniamo che sia necessario riaggregare il centrodestra in un unico partito che si richiami al Ppe”.
Il ragionamento dei Popolari italiani è rivolto principalmente agli attori in causa “non socialisti”, ovvero a quei pezzi del Pdl consapevoli che non potranno far coincidere la loro fine con quella del leader e a frammenti di Scelta civica, capeggiati dal ministro della Difesa Mario Mauro, già  vicepresidente del Parlamento europeo in quota Ppe. L’auspicio, secondo Salatto, è che queste due componenti trovino un’intesa con i Popolari stessi e con Pierferdinando Casini dal momento che Berlusconi è ritenuto incompatibile con il Ppe: “Per questo riteniamo, nell’interesse dell’Italia, che si dia vita ad un Ppe italiano aperto a chiunque nei fatti si ritenga autonomo dal Cavaliere”.
Per cui a Bruxelles è scattato ufficialmente l’allarme rosso, in quanto si domandano come potrà  il Ppe (il cui segretario Lopez è atteso in Italia tra due settimane), con i suoi valori e la sua storia, accettare al proprio interno un partito guidato da un condannato in via definitiva.
Con il blocco rappresentato dai Paesi sopra le Alpi, Francia, Germania, Inghilterra, oltre a Svezia e Finlandia: pronti al veto contro il Cavaliere.

Francesco De Palo
(da “il Fatto Quotidiano“)

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D’ALEMA A RUOTA LIBERA: “BERLUSCONI ACCETTI LA CONDANNA. LETTA? NON HA FUTURO”

Agosto 23rd, 2013 Riccardo Fucile

ALLA FESTA DI TAIZZANO, FRAZIONE DI NARNI, L’EX PRESIDENTE DEI DS ESTERNA DAVANTI A UN’OTTANTINA DI MILITANTI: “NON ABBIAMO PAURA DEL VOTO: CON RENZI VINCIAMO NOI”

Uno se ne sta sereno nella civilissima Umbria e una sera incrocia Massimo D’Alema — circonfuso di luce propria, in arrivo dal suo casale di Otricoli con sontuosa azienda vinicola — in una minuscola festa del Pd, a Taizzano, frazione di Narni, provincia di Terni, che se la spassa a fare il Rodomonte — “l’alma sdegnosa, che fu si altera al mondo e si orgogliosa” — tra il profumo delle salamelle, davanti a una ottantina di militanti in piena quiete digestiva.
Per di più sentendosi libero di dire e di disdire non del tutto ascoltato. Perciò ascoltiamo, mandiamo a memoria e riferiamo.
SULLA STAMPA
“In Italia la libertà  di stampa non esiste. Tutti i giornali appartengono a gruppi del potere economico che li usano non per vendere, ma per attaccare o difendersi. Non per dare le notizia, ma per nasconderle”.
“Berlusconi è l’apoteosi del conflitto di interesse. Ma pensate alla Fiat. Sta chiudendo tutte le sue fabbriche in Italia e nessuno lo scrive perchè controllano La Stampa e il Corriere della Sera”.
“Leggo poco i giornali. Sono fatti dai giornalisti. E siccome sono stato giornalista li conosco bene, ah, ah! Se stanno sotto il 70 per cento di bugie li considero dei giornali accettabili. Ma di solito stanno sopra, molto sopra, e perciò evito di leggerli”.
“Tra le tante bugie che scrivono c’è anche quella che riguarda le loro vendite. In dieci anni, i principali giornali italiani a forza di scrivere bugie hanno dimezzato le vendite , ma siccome scrivono bugie, gonfiano i dati della vendite e scrivono ancora una volta il falso raddoppiandosele”.
“L’Unità  sta per chiudere? Purtroppo è vero, mi dispiace, speriamo che succeda qualcosa, anche se ormai mi sembra difficile…”.
SUL GOVERNO, sul Pd, su se stesso.
“Letta è solo un leader di transizione per un governo momentaneo e con un programma di scopo. Non sarà  utile una seconda volta. Per il futuro io immagino Gianni Cuperlo alla segreteria del partito e Matteo Renzi a Palazzo Chigi”.
“Cuperlo è un leader politicamente e culturalmente valido. Esce dall’ultima grande scuola di politica in Europa, la mia, la Fondazione ItalianiEuropei che mi onoro di presiedere. Dalla mia Fondazione sono usciti ministri, sottosegretari, parlamentari. È una fabbrica di persone di successo. Anche Ignazio Marino, il sindaco di Roma, viene dalla mia Fondazione”.
SU RENZI
“Matteo Renzi è indubbiamente intelligente. Mi ha incuriosito, volevo conoscerlo, scoprire che genere di libri legge uno così. Alla fine non l’ho scoperto, ma lui è un ragazzo brillante. Mi ha attaccato all’inizio con la storia della rottamazione . Me ne sono andato dal partito. E se n’è andato anche Veltroni. Dicevano che con i nostri litigi rovinavamo il partito. Ora che ci siamo fatti da parte, nel Pd continuano a litigare. Solo che a differenza di prima questi sono litigi di mezze calzette”.
SU BERLUSCONI E GRILLO
“Berlusconi dovrebbe dimettersi. E prima o poi lo farà . In effetti potrà  continuare a fare politica anche fuori dal Parlamento, come insegna Grillo. Grillo non è in Parlamento non perchè non vuole, ma perchè non può. È pregiudicato per un reato odioso, l’omicidio colposo. Quindi Berlusconi anche come pregiudicato arriva per secondo. Prima Grillo, poi lui. Eppure tutti e due hanno milioni di voti. Perchè milioni di italiani odiano i politici, ma amano i pregiudicati, diciamo”.
SULLA CRISI
“Alla fine non ci sarà  nessuna crisi. Se il centrodestra pensa di legare il proprio destino a quello giudiziario di Berlusconi, bè si dovrà  rassegnare a un declino senza ritorno. Credo anche che se si andrà  alla conta dei voti in aula, il centrodestra potrebbe dividersi. Se invece vogliono andare alle elezioni, noi siamo pronti. Ma non credo. Berlusconi sa che siamo 15 punti avanti a lui con Renzi leader. E anche se siamo specialisti nel perdere anche quando vinciamo, stavolta non faremo errori”.
SULLA SENTENZA
“Berlusconi non ha altre vie d’uscita che quella di accettare la sentenza e quindi la condanna. Andrà  ai domiciliari e poi ai servizi sociali. Con buona pace della falchessa, la signora Santanchè. Siamo alla resa dei conti, al redde rationem. E non per il complotto planetario delle toghe, ma per i reati che ha commesso”.
SUL CARCERE
“Io non sono mai contento se uno va in carcere. Berlusconi non ci andrà . Ma l’altro giorno ho letto che a Teramo un imprenditore settantenne, accusato di avere abusato di una minorenne, è stato sbattuto in galera. Berlusconi ha l’appello del processo Ruby, 7 anni in primo grado, che riguarda la prostituzione minorile. E poi ha il più grave di tutti i processi, per un politico, quello della compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi. Lì c’è la confessione del corrotto e anche la matrice degli assegni. Io ero il vice di Prodi, e quindi sono parte lesa, diciamo”.
ANCORA SU DI Sà‰.
“Io passo la gran parte del tempo all’estero. Mi chiedono cosa dirò alla prossima assemblea del Pd. Nulla! Quel giorno sarò a New York, pensate, alla Fondazione Clinton. Poi sarò a Cracovia e infine a Bruxelles a parlare di ripresa economica. Non mi occupo molto di Italia, se non tra una vendemmia e l’a ltra. Mi occupo di grandi questioni internazionali, diciamo”.
E infine su di sè: “Francamente chi parla della corrente dalemiana dice una scemenza. I dalemiani non esistono. E comunque neppure io ne faccio parte”.
La battuta è buona, crea una piccola vertigine di senso e persino un applauso liberatorio che incorona la serata.
Delle molte cose dette, qualche dimenticanza.
Per esempio cosa ci faccia il Pd al governo con Berlusconi, appoggiato da tutti i grandi giornali che appartengono al potere economico.
E come mai lui, tra una vendemmia e l’altra, si sia alleato con la Santanchè.
Peccato sia già  notte. L’ora in cui se ne vanno a nanna le zanzare e arrivano le birre.

Pino Corrias
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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