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BERLUSCONI FURIOSO: ASSERRAGLIATO AD ARCORE, MINACCIA LA CRISI DI GOVERNO

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

IL CAVALIERE SPERAVA NELL’AIUTINO DEL PD PER RESTARE A GALLA ANCORA QUALCHE MESE, MA EPIFANI VUOLE ANCORA POTER USCIRE DI CASA

Dopo tre giorni di calma, tornano a spirare venti di crisi sul Governo.
Questo perchè Silvio Berlusconi, chiuso ad Arcore con figli e legali, afferma chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore, sarebbe furioso.
Con chi c’è l’ha? In primis contro gli esponenti del Pd della Giunta per le immunità  del Senato, che hanno già  – è la convinzione dell’ex capo del governo – deciso a prescindere di votare a favore della decadenza: un voto politico, non certo una decisione presa sulla base del diritto, è lo sfogo
Dunque oggi era la giornata nella quale si riuniva la Giunta che deve decidere sulla decadenza del Cavaliere dopo la condanna per frode fiscale, sulla base della legge Severino.
Quando sono quasi le 21, dopo sei ore di braccio di ferro, il presidente, Dario Stefano, propone di aggiornare la riunione della Giunta: «È molto probabile che ad un voto si arriverà  domani sera».
Il relatore, Andrea Augello, dovrà  ancora completare la sua relazione. Ne manca una parte che si è riservato a presentare martedì, fra mezzogiorno e le 14.
Ma ecco il motivo che rischia di far cadere il governo Letta: il Pdl chiede subito il rinvio, motivandolo con tre pregiudiziali di costituzionalità , presentate dal relatore Augello. Pd e grillini vogliono respingere queste pregiudiziali e chiedono di andare a oltranza, cioè con il voto in serata. Poi si arrendono: «Ma non si vada oltre martedì».
A questo punto si registra la dura presa di posizione Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato: «Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Pd e di M5S che intendono votare martedì contro le pregiudiziali formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo».
Domani è un altro giorno, si vedrà .

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DECADENZA BERLUSCONI, IL PDL PERDE IL PRIMO ROUND: “VOTO UNICO SU PREGIUDIZIALI E RELAZIONE” DOMANI SERA ALLE 20

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

AUGELLO CHIEDE IL RINVIO MA IL PD STOPPA LA “MELINA” E OTTIENE UN VOTO CONGIUNTO SULL’INTERO DOCUMENTO: SE VERRA’ BOCCIATO DOVRA’ LASCIARE L’INCARICO A UN COLLEGA TRA I CONTRARI

La giunta per le Immunità  del Senato si è riunita.
All’ordine del giorno il caso della decadenza di Silvio Berlusconi dal mandato di parlamentare in seguito alla sentenza definitiva di condanna per il caso Mediaset: 4 anni per frode fiscale.
Il senatore Pdl Andrea Augello – che ha il ruolo di relatore sul caso del Cavaliere — ha subito presentato la proposta di rimandare la seduta per via di tre questioni pregiudiziali: l’ipotesi di un ricorso alla Consulta, il rinvio alla Corte europea di giustizia del Lussemburgo e la questione dell’interpretazione del merito della legge Severino.
In un primo momento sembrava che sulle tre pregiudiziali si potesse arrivare a un voto (separato) entro la giornata, ma il Pd ha chiesto e ottenuto che il voto equivalga a quello sull’intera relazione Augello.
Ogni gruppo avrà  a questo punto dieci minuti per intervenire nella discussione, ma il voto slitta a domani sera:: favorevoli a questa ipotesi sono Pd, Scelta civica e Movimento 5 stelle.
Non è ancora chiaro, invece, se basterà  bocciare le pregiudiziali per far decadere il relatore (come accade invece per l’intero documento).
Secondo le stesse fonti — citate dall’Associated Press — Augello sarebbe favorevole all’ipotesi di equiparare il voto sulle pregiudiziali a quello sulla relazione.
Contrario, invece, il gruppo dei senatori Pdl.
Pd e M5S vogliono votare subito, il Pdl no
Il Partito democratico, grazie a un intervento della senatrice Doris Lo Moro, è riuscito così a stoppare la melina del Pdl.
Adesso ci potrà  essere un voto unico sulle tre pregiudiziali o si potrà  scegliere di votarle singolarmente, ma in caso di una bocciatura il presidente della giunta Dario Stefà no dovrà  nominare un nuovo relatore: se le pregiudiziali verranno bocciate decadrà  il relatore.
Solo successivamente si procederà  all’esposizione della relazione.
Corte dei diritti dell’uomo, prima valutazione in 4 mesi
Intanto l’Ansa viene a sapere che la prima valutazione sull’ammissibilità  del ricorso presentato da Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell’uomo “potrà  arrivare non prima di tre-quattro mesi”.
La Corte europea di giustizia del Lussemburgo — citata da Augello — e la Corte europea dei diritti dell’uomo sono due cose diverse, ma se si decidesse di attendere anche questo giudizio (circostanza al momento poco probabile) i tempi si allungherebbero ulteriormente.

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ORA BERLUSCONI E’ IN COMPAGNIA DI RIINA: ANCHE IL BOSS MAFIOSO FECE APPELLO A STRASBURGO

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

PURE PREVITI CI PROVO’, MA IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DA’ QUASI SEMPRE TORTO AI CONDANNATI ITALIANI CHE LO USANO A SPROPOSITO E SOLO PER MOTIVI INTERNI

L’ultimo fascicolo a finire sul tavolo dei giudici europei sarà  lungo 33 pagine, è stato redatto in poche ore da quattro avvocati e porterà  un nome illustre: Silvio Berlusconi. E troverà , a fargli compagnia, più di 14 mila altri ricorsi provenienti da ogni parte d’Italia per casi di malagiustizia, sovraffollamento carcerario e trattamenti inumani nelle celle che attendono un responso da più di dieci mesi.
L’Italia si è ufficialmente guadagnata una grottesca medaglia d’argento nel numero di ricorsi per violazioni dei diritti umani internazionali battendo ogni record raggiunto finora: secondo gli ultimissimi dati della Corte Europea – che l’Espresso ha avuto modo di consultare – quelli presentati fino ad oggi a Strasburgo sono arrivati a 14.650 e rappresentano da soli il 12 per cento di tutto il carico di lavoro del Tribunale.
Un numero in continua crescita che in questo momento è secondo solo alla Russia, che si aggiudica il primato di richieste d’aiuto.
Terza l’Ucraina, con 14.200 ricorsi.
Una mole di fascicoli enorme, che fino a una settimana fa vedeva ancora 119.750 richieste pendenti e non esaminate. E le statistiche parlano chiaro: dal 1959 fino a oggi l’Italia è stata condannata per 2.229 volte
A chiedere il giudizio delle toghe di Strasburgo appellandosi alla Convezione europea, infatti, non è solamente chi vede violati i propri diritti umani in materia di salute o di ingiusta detenzione.
Ma anche chi ritiene di non aver ottenuto un giusto processo o di aver subito violazioni di diritti civili e politici.
E’ il caso, appunto, dell’ex premier Silvio Berlusconi che contro la sua condanna a quattro anni per frode fiscale – ormai passata in giudicato – fa riferimento all’articolo 7 della Convenzione europea (“Nulla poena sine lege”, ovvero il principio di “irretroattività ” secondo cui non ci può essere una pena in assenza di una legge che identifichi un reato) motivando che la legge Severino non può essere applicata in modo retroattivo e appellandosi anche all’articolo 13 della Convenzione, secondo cui “ogni persona i cui diritti e le cui libertà  riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali”.
Guardando bene nel calderone delle richieste di riesame che ogni giorno arrivano ai giudici europei da ogni parte d’Italia, in effetti, si trova di tutto.
Dai boss di Cosa Nostra (primo fra tutti Totò Riina detto “la belva”) che sperano in una detenzione più mite a richieste singolari, come quella presentata dagli animalisti di vietare “l’assassinio delle aragoste nei ristoranti”.
E a chiedere aiuto all’Europa ci sono anche molti politici o imprenditori condannati in via definitiva che lamentano trattamenti iniqui da parte della giustizia italiana.
Ricorsi che però spesso risultano essere frettolosi, incompleti o pretestuosi.
E spesso la foga di ricorrere alla Cedu fa “dimenticare” il regolamento europeo che prevede “l’esaurimento delle vie di ricorso interne”. In parole povere: prima di “scavalcare” i giudici italiani bisogna percorrere tutte le strade possibili nel proprio Paese.
Nel 2006, per esempio, la Cedu dichiarò inammissibile il ricorso presentato dall’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, Cesare Previti, in seguito alle vicende giudiziarie relative al processo Imi-Sir in cui era stato accusato di aver corrotto un giudice.
Nel ricorso, Previti sosteneva che era stato violato il suo diritto a un equo processo e quello a non essere punito in assenza di legge.
Secondo Previti, già  radiato dall’ordine degli avvocati, inoltre, era stato inoltre violato il suo diritto al rispetto della vita privata, poichè le vicende Imi-Sir unificate in un unico processo nel gennaio del 2002 si trascinarono per circa 20 anni.
In particolare, secondo l’amico di lunga data di Berlusconi, la violazione di un equo processo era legata alla mancanza di imparzialità  del Tribunale di Milano.
A suo avviso, inoltre, i giudici coinvolti sia nelle indagini che nel processo, erano politicamente a lui avversi e avevano apertamente e pubblicamente criticato un disegno di legge che avrebbe avuto un effetto positivo sulla sua posizione nel caso Imi-Sir.
Insomma, un film già  visto.

Arianna Giunti
(da “L’Espresso“)

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SCUOLA: 69.000 ASSUNZIONI NEI PROSSIMI TRE ANNI, CANCELLATO IL BONUS MATURITA’ 2013

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

APPROVATO L’ATTESO DECRETO LEGGE SULLA SCUOLA PUBBLICA: ATTENZIONE AGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO (26.000 POSTI), PROVVEDIMENTI ANCHE   IN MATERIA DI LIBRI DI TESTO, EDILIZIA SCOLASTICA, WIRELESS… OPERAZIONE DA 400 MILIONI DI EURO FINANZIATA DALL’ACCISE SUGLI ALCOLICI

Un nuovo piano triennale di assunzioni da 69mila posti, con particolare attenzione per gli insegnanti di sostegno. Interventi sull’edilizia e il dimensionamento scolastico, con 15 milioni di euro per la connettività  wireless delle aule.
E ancora: provvedimenti sul carolibri, borse di studio, immediata abolizione del bonus maturità  e estensione del permesso di soggiorno per periodi di studio.
Sono questi alcuni dei punti contenuti dall’atteso decreto legge sulla scuola, approvato oggi dal Consiglio dei ministri e presentato in conferenza stampa dal premier Enrico Letta.
Un’operazione da 400 milioni di euro complessivi, come annunciato dal ministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che ha anche spiegato che la copertura verrà  dall’accisa sugli alcolici.
Nuovo piano di assunzioni da 69mila posti
Il passaggio fondamentale, e più atteso, è quello che riguarda il nuovo piano triennale di assunzioni all’interno della scuola.
Il decreto prevede immissioni in ruolo per gli anni 2014-2016 da circa 69mila posti per i docenti, e e 16mila posti per gli ausiliari tecnici e amministrativi (Ata).
Numeri insufficienti a risolvere l’emergenza precariato, ma comunque superiori a quelli degli ultimi anni.
Particolare attenzione viene riservata agli insegnanti di sostegno, cui spetteranno 26mila nuove immissioni in ruolo nei prossimi tre anni.
Il Ministero — del resto — aveva già  anticipato al fattoquotidiano.it di voler puntare molto sui docenti di sostegno nei prossimi anni, anche per dare un’ulteriore possibilità  di sbocco ai tanti precari che affollano graduatorie e concorsi.
Ad agosto Carrozza aveva anche annunciato l’imminente partenza di un nuovo corso di specializzazione sul sostegno.
Il premier Letta ha anche annunciato “l’inizio della soluzione” del problema delle immissioni in ruolo del personale Ata, bloccate dal declassamento dei docenti inidonei.
Misure per famiglie e studenti
La prima parte del decreto legge recante “misure urgenti in materia di istruzione, università  e ricerca” è dedicata alle famiglie e agli studenti.
Carrozza afferma che “gli studenti potranno utilizzare liberamente libri di testo delle edizioni precedenti”.
E il Ministero assegna ai dirigenti scolastici il compito di vigilare sul rispetto dei tetti di spesa imposti per l’elenco dei volumi da adottare.
Annunciata anche la creazione di una rete interscolastica per il comodato d’uso, una misura che affiancherà  le borse di studio già  previste in base al reddito: il Ministero assegnerà  direttamente alle scuole la somma di 2,7 milioni di euro nel 2013 e 5,3 milioni nel 2014 per l’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri adottati dal collegio dei docenti, ovvero dispositivi per la lettura di contenuti digitali, da concedere in comodato d’uso ad alunni individuati sulla base dell’indicatore Isee.
A partire dal 2014, inoltre, verrà  consolidato il Fondo per le borse di studio per gli studenti universitari. In più, vengono stanziati 15 milioni per il 2014 per garantire “ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione”.
I fondi, ha spiegato Carrozza, saranno assegnati sulla base di graduatorie regionali e serviranno per coprire le spese di trasporto e ristorazione. Potranno accedere alle erogazioni gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Edilizia e dimensionamento
Il decreto contiene anche provvedimenti sull’edilizia scolastica: per favorire interventi straordinari di ristrutturazione e messa in sicurezza di istituti scolastici, nonchè per favorire la costruzione di nuove scuole, le Regioni possono stipulare mutui trentennali con la Bei, la banca di sviluppo del consiglio d’Europa e la Cassa Depositi e prestiti. Sono stanziati contributi pluriennali per 40 milioni di euro annui per la durata dell’ammortamento del mutuo, a partire dal 2014.
Ci sono norme anche sul dimensionamento delle scuole, per ottemperare alle recenti sentenze della Corte costituzionale e venire incontro alle richieste delle Regioni. Stanziati anche 15 milioni di euro per la connettività  wireless delle aule; altri fondi saranno destinati all’apertura pomeridiana delle scuole.
Università : più borse di studio, via il bonus maturità 
Per quel che riguarda le università  — oltre al consolidamento delle borse di studio (per cui sono state stanziati 100 milioni di euro) — spicca l’immediata abolizione del contestato bonus maturità .
Nella tornata di test d’ingresso alle facoltà  a numero chiuso in corso in questi giorni non si terrà  dunque conto del voto conseguito all’esame di Stato, come inizialmente sarebbe dovuto essere.
Secondo il decreto ministeriale firmato lo scorso giugno, un 100 e lode sarebbe valso fino a 10 punti di chi è andato sotto l’80, ma il Ministero ha deciso di fare marcia indietro e abolire il bonus.
“Una misura che aveva creato solo sperequazioni”, ha detto il ministro Carrozza. Che ha però aggiunto che nei prossimi tempi si penserà  “a valorizzare in qualche maniera il curriculum scolastico, magari con borse di studio”.
Sulla questione di una possibile eliminazione del numero chiuso nelle università  il ministro Carrozza si mantiene invece prudente: ”Il tema del numero programmato è un tema complessivo, ma necessita di una riflessione e sicuramente il decreto non è la sede adatta”.
Novità  anche per i medici specializzandi: l’importo dei loro contratti sarà  determinato a cadenza triennale e non più annuale a partire dall’anno accademico 2013/2014.
Mentre l’ammissione alle scuole di specializzazione “avverrà  sulla base di una graduatoria nazionale”.
Nuovo concorso per dirigenti scolastici
Cambia la procedura di assunzione dei dirigenti scolastici: saranno selezionati annualmente attraverso un “corso-concorso di formazione della Scuola nazionale dell’Amministrazione”.
“Nel frattempo — si legge nel documento del Miur — le Regioni in cui i precedenti concorsi per dirigenti scolastici non si sono ancora conclusi, per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, saranno assegnati incarichi temporanei di presidenza a reggenti, assistiti da docenti incaricati”.
Altri provvedimenti
Tra gli altri provvedimenti del decreto, ci sono anche l’ingresso gratuito ai musei per i docenti (per implementare la loro formazione); la reintroduzione della geografia negli istituti tecnici e professionali; l’estensione dell’orientamente al penultima anno di scuola secondaria, e anche alle scuole medie; borse di studio da sei milioni di euro per l’alta formazione coreutica; estensione del permesso di soggiorno per tutta la durata dei periodi di studio (“una misura molto importante per aumentare l’attrattività  formativa dell’Italia”, ha detto il premier Letta); divieto dell’uso della sigaretta elettronica nei locali chiusi e aperti delle scuole; un investimento di 15 milioni per la lotta alla dispersione scolastica; un’infornata di 200 ricercatori, tecnologi e personale di supporto alla ricerca all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Premier e ministro hanno salutato con soddisfazione l’approvazione del decreto.
Ma nel testo, come previsto nei giorni scorsi, mancano alcune questioni che restano irrisolte: non dovrebbe ancora essere stata trovata una soluzione per i cosiddetti “quota 96“, i pensionandi bloccati dalla riforma Fornero.
In sospeso anche il nodo della riapertura delle graduatorie d’istituto per le supplenze in favore dei nuovi abilitati dal Tirocinio Formativo Attivo (Tfa), su cui dal ministro sono arrivati cenni d’apertura negli ultimi giorni.
Da verificare in che termini il decreto intervenga sulla cancellazione del blocco quinquennale per i contenuti dei libri di testo e sull’introduzione dei libri digitali; e come sia stata risolta la grana delle assunzioni del personale Ata, bloccate dal declassamento dei docenti inidonei, per cui il premier Letta ha annunciato “l’inizio della soluzione”.

(da “il Fatto Quotidiano“)

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GIANNI CUPERLO: “VOGLIO UN PD CHE SIA FORZA POPOLARE PER COMBATTERE LA POLITICA PLEBISCITARIA”

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

LE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATIVO: “BUCARE IL VIDEO? MEGLIO LE COSCIENZE”

Gianni Cuperlo ci vuole un certo coraggio ad affrontare la corazzata Renzi. Ma chi glielo fa fare? C’è chi l’ha definita un “irriducibile”
“Direi che il coraggio è quello dell’esodato che ha viaggiato vicino a me verso Genova. Andavamo alla stessa festa, io per parlare, lui a chiedere rispetto per la sua dignità . Chi me lo fa fare? Me lo fa fare la passione per il Pd e l’idea che la storia più bella ce l’abbiamo davanti. No, non mi sento un irriducibile perchè non ho la testa nel passato”.
Perchè l’anima di sinistra del Pd è diventata improvvisamente minoritaria? Colpa dell’ultimo che ha chiuso la porta, cioè di Bersani?
“Il Pd resta la vera speranza che da una crisi così profonda di economia, Stato, moralità , l’Italia possa uscire con più democrazia e non precipitando ancora una volta in una infelicità  pubblica. Ma cos’altro deve accadere per capire i rischi terribili di una perdita del senso di questo Paese? Il punto è che da sempre una parte delle èlite ha pensato che il solo modo per drizzare la schiena a una nazione “storta” fosse un’azione dall’alto, sbattere il pugno. Ecco, noi siamo nati per rovesciare questa logica, per cambiare a fondo tutto ciò che va cambiato ma con la forza del consenso. Bersani tutto questo lo ha compreso benissimo”.
In che cosa la sua idea di partito e società  è diversa da quella di Renzi?
“Dovremmo calare valori e principi nell’Italia che immaginiamo. Prima di tutto con una rivoluzione della dignità . E poi sul contrasto alla povertà . Sul modello di sviluppo, una vera green economy. Sui diritti umani universali. Su un patto fiscale che premi la lealtà  e sposti il peso da lavoro e produzione alla rendita. Sulla rivoluzione dentro lo Stato e su un Paese che attragga risorse e cervelli. Sull’equità  rimasta sepolta per troppo tempo. Voglio parlare di suolo, cultura e beni comuni, di limiti morali del mercato, e dignità  della persona nella sfera della vita, del legame, mai così violato, tra identità , reddito e valore sociale del lavoro. Per fare questo serve un partito che non può ridursi solo a bravi amministratori e parlamentari. Serve una forza popolare dove a un iscritto non chiedi solo di montare il gazebo delle primarie, ma gli offri uno spazio di decisione e democrazia. Gli offri una comunità  di senso e, se ne siamo capaci, una profezia che scuota gli animi”.
Veltroni dice: Renzi mi ricorda il mio Lingotto. Lei a chi si rifa, a Bersani, a D’Alema?
“Faccio parte di una generazione che ha rischiato di finire schiacciata tra fratelli maggiori poco generosi e fratelli minori molto ambiziosi. Ho rispetto verso entrambi ma sento che è il tempo di dire ciò che siamo noi. Siamo troppo cresciuti per chiedere battesimi e non così consunti da rinunciare a batterci per una buona causa. E questa causa adesso è opporsi a una concezione plebiscitaria della politica, a una democrazia privatizzata. La destra su questo piano ha una responsabilità  enorme. Io dico, guai a noi se questo clima di larga intesa ci fa smarrire il dramma di un ventennio segnato più del precedente da una divorante questione morale che ha aggredito i capisaldi della Costituzione e dello stato di diritto. Vedo troppo tatticismo anche al nostro interno. Mentre il cuore di tutto sta nella nostra capacità  di costruire un centrosinistra che possa prevalere prima di tutto nelle coscienze di milioni di elettori delusie sofferenti per le vicende diquesti mesi”.
Renzi annuncia: elimineremo le correnti...
“Dice così e i renziani si spellano le mani. Se vuole dire basta con una logica che premia la fedeltà  anzichè il merito, porte aperte ma lo si faccia e non lo si dica solamente. Se invece si allude all’idea di un uomo solo al comando io dico attenzione, perchè qui non si scherza più, non è in ballo la conferma in Parlamento di tre o quattro padri nobili del Pd. Qui entra in gioco la natura di un partito, il suo pluralismo. Nemmeno Obama ce l’ha fatta da solo. E non vedo ancoraun Obama tra noi”.
Vendola è “conquistato” da lei ma guarda anche a Renzi. Il grande soggetto di sinistra è ancora possibile?
“Non mi arrendo alla divisione con Vendola e credo in un campo largo, di forze moderate, associazioni, movimenti per il civismo e la legalità . Molto di buono vive fuori da noi, dobbiamo andarlo a cercare”.
Da un mese è il destino di Berlusconi a tenere banco. La sinistra non sembra mai in grado di imporre la sua agenda.
“Sulla decadenza di Berlusconi la posizione è netta. Se prendi un sacco di voti, per ciò stesso non sei esente dal rispetto della legge. Detto questo penso che noi dobbiamo avere la nostra agenda fondata su tre obiettivi: aiutare chi è caduto a terra a rialzarsi subito. Redistribuire il peso della crisi e la speranza di uscirne non con l’elemosina ma con dignità . Rimettere carburante nella domanda perchè solo così riparte l’economia”.
Segretario e premier. Due figure distinte per lei, la stessa figura per i renziani. In realtà  dipende molto dalla durata del governo Letta.
“Non è una questione di regole o di durata del governo Letta, che spero prosegua la sua azione facendo le cose che servono. Io penso che al Pd serva un segretario e una classe dirigente che si dedichino a costruire il partito. E lo penso perchè solo il governo non basta. Solo se ricomponi il legame tra le riforme che cambiano la vita a milioni di persone e il consenso dal basso verso quelle scelte, la politica e la sinistra sono in grado di ripartire”.
Che giudizio dà  dell’esperienza governativa di Letta?
“Enrico sta mostrando saggezza e capacità  in un passaggio drammatico. Va sostenuto con lealtà  e su molti temi il governo va incalzato. Noi la spina non la staccheremo, ma se saranno loro a farlo, faremo ogni cosa per cambiare la legge elettorale prima di tornare al voto”.
Ma è ipotizzabile, al caso, un Letta bis con il voto di Scilipoti?
“Non scherziamo. Dobbiamo recuperare anche una dignità  della politica”.
Ieri D’Alema l’ha definita l’uomo giusto per fare il segretario.
“Lo ringrazio. Mi auguro che abbia ragione”.
Se Renzi la batte cosa fa?
“Avrò perso se non riusciremo a fare un congresso di libertà  e a raccontare a tanti la nostra idea del Pd e del Paese. Dicono che “non buco il video”, ma la mia angoscia è che da tempo non buchiamo le coscienze e pensiamo che basti il video a salvarci. Siccome non è così è giusto mettersi in cammino”.

Alessandra Longo
(da “La Repubblica”)

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DECADENZA BERLUSCONI, AUGELLO TENTA DI PERDERE TEMPO, IL PD CHIEDE UN VOTO UNICO SU PREGIUDIZIALI E RELAZIONE

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

IN CORSO LA PRIMA RIUNIONE DELLA GIUNTA PER LE ELEZIONI, TRA PREGIUDIZIALI E SCHERMAGLIE

La Giunta delle elezioni e delle immunità  del Senato comincia i lavori sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Ed è subito scontro.
Con il Pdl che chiede immediatamente il rinvio.
E il governo in bilico, almeno a giudicare dalle ‘minacce’ del Pdl. Difficile che nella seduta odierna l’organismo di Palazzo Madama arrivi a un verdetto.
Più probabile che si riescano a trarre indicazioni sulle strategie dei partiti e il calendario dei lavori della giunta.
Ad aprire i lavori il relatore Andrea Augello (Pdl) che avrebbe depositato una proposta di circa 90 cartelle.
Prima della sua relazione il senatore pidiellino ha presentato tre questioni pregiudiziali sulla legge Severino, tra cui la proposta di rinvio di tipo interpretativo alla Corte di giustizia della Ue di Lussemburgo.
Le altre due, riguarderebbero, invece, il ricorso alla Consulta.
Le tre pregiudiziali.
La prima chiede alla Giunta stessa di verificare l’ammissibilità  di un ricorso alla Corte Costituzionale, la seconda di sollevare direttamente l’eccezione di costituzionalità  su 10 profili indicati dal relatore.
Nella terza pregiudiziale, infine, il senatore Pdl chiede un rinvio interpretativo alla Corte di Giustizia della Ue, con una procedura accelerata.
Il Pd ottiene voto unico.
La Giunta sembra intenzionata a votare immediatamente.
Il Pd ha chiesto e ottenuto che il voto sulle pregiudiziali equivalga al voto sulla relazione presentata da Augello.
Di conseguenza, se fossero bocciate le pregiudiziali, decadrebbe automaticamente anche la relazione e si passerebbe all’individuazione di un nuovo relatore espressione della maggioranza sancita dal voto.

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“CASALEGGIO CHE E’ ANDATO A FARE A CERNOBBIO? UNO DI NOI NON C’ENTRA NULLA”: IL CINQUESTELLE CAMPANELLA ATTACCA IL GURU

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

SALE LA CRITICA PER LA PARTECIPAZIONE DELL’EX CANDIDATO DI FORZA ITALIA AL FORUM AMBROSETTI CON BANCHIERI E CAPI DI STATO

“Sto in un Movimento che non ama i potenti e si tiene lontano dalle loro stanze dorate. A Cernobbio uno di noi non c’entra nulla”.
Francesco Campanella, senatore del gruppo 5 stelle, commenta così la presenza del cofondatore Gianroberto Casaleggio al Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Un intervento di un’ora, tra l’èlite di uomini di Stato e della finanza mondiale radunati a porte chiuse, per parlare di democrazia diretta.
Ma non tutti hanno apprezzato.
Polemico era già  stato il senatore Tommaso Currò che era andato a recuperare un articolo polemico sul Forum di un anno fa scritto da Claudio Messora, responsabile del gruppo comunicazione al Senato.
Piccoli battibecchi ma che rivelano qualche malumore interno.
Così Gianroberto Casaleggio ha scritto un breve intervento sul sito di Beppe Grillo per garantire trasparenza: “A giorni pubblicherò il mio intervento di Cernobbio sul blog”, scrive l’ideologo del Movimento, “Al Forum di Ambrosetti ho detto che i giornali e le televisioni sono gli strumenti del potere in Italia. A una domanda sul mio ottimismo, ritenuto eccessivo, sulla democrazia diretta, ho risposto che la diffusione dell’informazione grazie a Internet renderà  possibile la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e la diffusione di strumenti di democrazia diretta”. Democrazia in Italia è una parola priva di significato perchè, spiega: “I referendum abrogativi, come quello sul finanziamento pubblico dei partiti, sono ignorati, la legge popolare Parlamento Pulito firmata da 350.000 cittadini non è stata neppure discussa in Parlamento, e lo stesso Parlamento, che dovrebbe essere la massima espressione della volontà  popolare, è esautorato dal governo con i decreti legge e formato da nominati dai partiti”.
Concetti abbastanza banali, come se i candidati Cinquestelle non fossero anche loro imposti dal’alto
Un breve passaggio dell’intervento sul blog di Casaleggio cerca anche di spiegare lo scontro con i giornalisti all’inizio del Forum.
Secondo quanto riportato infatti, il cofondatore del Movimento avrebbe impedito, almeno in un primo momento, la presenza di giornalisti e fotografi in sala.

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MEDIASET, IL 19 OTTOBRE UDIENZA PER RICALCOLARE INTERDIZIONE A BERLUSCONI

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

GLI ATTI ERANO STATI RINVIATI DALLA CASSAZIONE ALLA CORTE D’APPELLO DI MILANO… TRA POCO PIU’ DI UN MESE SI DECIDERA’ IN UNA FASCIA TRA 1 E 3 ANNI

E’ già  tempo di rideterminazione della pena accessoria per Silvio Berlusconi.
Si   terrà  il 19 ottobre davanti la III Corte d’Appello di Milano, secondo fonti legali, l’udienza nell’ambito del processo Mediaset.
I giudici della corte d’Appello di Milano avevano inflitto 5 anni di interdizione dei pubblici uffici.
La legge prevede che per quel tipo di reato la pena accessoria sia compresa tra un minimo di un anno e un massimo di tre.
I magistrati avevano motivato la fissazione dell’interdizione a 5 anni considerando particolarmente grave il reato.
I giudici della Cassazione, nel confermare il verdetto di condanna per frode fiscale però avevano rinviato gli atti a Milano perchè l’interdizione inflitta al Cavaliere era piu’ alta di quella prevista dalla norma.
Come del resto era stato chiesto dal pg della Cassazione Antonello Mura in sede di requisitoria.
Condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale il leader del Pdl ha beneficiato del condono di tre anni per l’effetto dell’indulto, ora i giudici dovranno rideterminare la pena piu’ temuta dal Cavaliere.
La pena principale, diventata definitiva al momendo della lettura, dovrebbe portare in base alla legge Severino alla decadenza del senatore Berlusconi dalla sua carica parlamentare.
E proprio oggi la Giunta per le Immunità  e le Elezioni inizierà  la discussione.
Intanto entro il 16 ottobre il leader del Pdl dovrà  scegliere se scontare la pena agli arresti domiciliari o chiedere di essere affidato ai servizi sociali.
La difesa del condannato ha presentato un ricorso alla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo in cui contesta il trattamento subito da Berlusconi.
In caso di improbabile accoglimento da parte dell’Europa delle lamentele dell’ex premier i legali potrebbero chiedere la revisione del processo.
Il documento è stato anche depositato alla Giunta.

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SIAMO PRONTI A VIVERE SENZA BERLUSCONI?

Settembre 9th, 2013 Riccardo Fucile

IL BERLUSCONISMO CI HA CONDANNATO ALLA RASSEGNAZIONE, DIVENTANDO ALIBI PER NON ELABORARE UN PROGETTO?

“Berlusconi decaduto, fuori dal Parlamento”. Sii sincero: se domani i giornali titolassero davvero così, saresti pronto? A che cosa? A ricominciare ad essere cittadino. A riprendere in mano la tua vita.
Sono vent’anni che sei oppresso da scandali e inchieste.
Che ti alzi al mattino e inghiotti polemiche ancora prima del cornetto.
Che la rabbia e l’indignazione ti circolano nelle vene come i globuli rossi. E oggi sei qui ad aspettare che la Giunta del Senato si prenda le sue responsabilità .
Che Berlusconi risponda finalmente delle proprie.
Ma adesso che l’orizzonte potrebbe davvero liberarsi ti prende un dubbio: che il berlusconismo, giorno dopo giorno e senza che te ne accorgessi, ti abbia condannato alla rassegnazione diventando alibi — perfino oltre le sue enormi colpe — per non reagire, non elaborare un progetto.
Pensaci davvero: sei pronto a prenderti di nuovo le tue responsabilità ?
Mentre ti interroghi qualcuno per te già  prevede un futuro ancora democristiano, dove ci divideremo tra renziani di sinistra, centro e destra, tutti pronti a correre in soccorso del vincitore, come diceva Ennio Flaiano.
Berlusconi, Napolitano, Letta, Renzi, interroghi la sfera di cristallo mentre magari scrivi l’articolo.
Ormai il pensiero si impiglia, non sa più andare lontano.
Ma è questo che hai aspettato per due decenni? Guarda oltre.
Ma no, non le elezioni anticipate, proprio oltre.
Leggiti l’appello di Daniel Cohn-Bendit e Felix Marquardt
Non parla di schieramenti, coalizioni, forse per questo ti disorienta e ti pare astratto.
Il prossimo anno, ti ricordano, mezzo miliardo di persone votano per l’Europa.
Che non deve essere un approdo momentaneo per chi poi, appena può, ritorna in patria a cercare i riflettori.
Che non è solo la contabilità  dell’euro e deve andare ben al di là  della votazione diretta del presidente della Commissione.
L’Europa , dicono Cohn-Bendit e Marquardt, può essere un luogo dove “i finlandesi ci svelino il segreto del loro sistema educativo; i francesi quello dell’assistenza sanitaria; i tedeschi del lavoro flessibile e della promozione delle piccole e medie imprese; gli svedesi dell’uguaglianza di genere; gli italiani della qualità  del prodotto e della valorizzazione delle specificità  regionali”.
Pensa a che cosa potrebbe diventare l’Europa. E quindi la tua vita, quotidiana. Concretissima.
Questo dovrai decidere nei prossimi mesi.
Il berlusconismo oggi potrebbe finire. Noi italiani — non solo i Cicchitto e i Gasparri che temono di dover tornare a casa — siamo allergici a chiudere un’epoca.
Non per sentimentalismo. Non per istinto conservatore o innata moderazione.
Forse perchè stentiamo a immaginare un futuro.
Ad accettare che sia nelle nostre mani.

Ferruccio Sansa

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