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ECOINCENTIVI AUTO, LA GUIDI FIRMA IN EVIDENTE CONFLITTO DI INTERESSI: L’AZIENDA DI FAMIGLIA, DUCATI ENERGIA, PRODUCE VEICOLI ELETTRICI

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

STANZIATI 63,4 MILIONI

Si temeva un conflitto di interessi e uno dei primi atti del ministro Federica Guidi lo ha confermato.
Si chiama Free Duck e come recita lo spot del sito della Ducati Energia, l’azienda della famiglia Guidi, “è l’innovativo quadriciclo elettrico leggero in grado di far fronte alle problematiche connesse alla mobilità , nel pieno rispetto dell’ambiente. Disponibile in versione elettrica ed ibrida, contribuisce a ridurre il tasso di inquinamento acustico e soprattutto atmosferico”.
Con le sue emissioni pari a zero nella versione elettrica e ridotte del 76% nella versione ibrida rientra pienamente negli incentivi che il governo Renzi e la sua ministra hanno varato a sorpesa a partire dal 6 maggio per il settore delle due, tre e quattro ruote. Stando alla legge, i maxi sconti riguarderanno “ciclomotori e motocicli a due o tre ruote, quadricicli, auto e veicoli commerciali leggeri”, ma non le biciclette a pedalata assistita, perchè non rientrano in nessuna delle categorie di veicoli agevolabili.
La Ducati Energia, produttrice anche di biciclette a pedalata assistita, al riguardo aveva tuttavia già  siglato un accordo con l’Associazione dei Comuni (Anci), allora guidata da Graziano Delrio e con la città  di Firenze, quando il premier Matteo Renzi ne era sindaco(Foto).
Il Free Duck, già  ampiamente utilizzato dalle Poste, rientra così nei veicoli acquistabili con gli incentivi governativi.
Lo Stato metterà  a disposizione per il 2014, 31,3 milioni di euro, a cui si aggiungono le risorse non utilizzate nel 2013, per un totale di 63,4 milioni di euro.
Con buona pace del conflitto di interessi.

Walter Galbiati
(da “La Repubblica”)

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LE PALLE DI GRILLO E IL REFERENDUM SULL’EURO CHE NON SI PUO’ FARE

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

E’ VIETATO DALL’ART 75 DELLA COSTITUZIONE E LUI LO SA BENE, MA PREFERISCE INGANNARE GLI ITALIANI… E ANCHE SE VINCESSE LE EUROPEE NON MANDA A CASA NESSUNO, LO DICE L’ART 94 DELLA COSTITUZIONE

Beppe Grillo continua nel fare campagna elettorale con sparate populiste.
Prende in giro i cittadini e questi godono ed applaudono.
1) Le elezioni europee NON sono le elezioni politiche, servono ad eleggere i parlamentari del Parlamento Europeo, non determinano alcun cambiamento nei seggi della Camera e del Senato.
Quindi quando dice che se vince le Europee chiede a Napolitano l’incarico per formare il Governo, dice una castroneria assoluta.
Il Governo in Italia – secondo la Costituzione che tanto dice di difendere – deve avere la fiducia della Maggioranza che si compone alla Camera ed al Senato, NON sui risultati delle Europee [art. 94 Costituzione]
2) Quando rilancia il referendum sull’euro promette una cosa IRREALIZZABILE, infatti la moneta, così come le leggi Tributarie e di Bilancio o sui Trattati Internazionali (tra cui quelli alla base dell’adesione alla UE) NON si possono sottoporre a referendum [art. 75 Costituzione].
Lo dice sempre la Costituzione della nostra Repubblica che lui ed i suoi affermano di voler difendere!
Lui ed il M5S che tanto hanno urlato che bisogna che gli elettori, in una democrazia, siano informati, dimostra con questo atteggiamento – continuo – che lui ed il M5S puntano sulla disinformazione e ignoranza degli elettori. Punta sull’inganno per conquistare voti.
Questo è un atteggiamento intollerabile che non costruisce alcuna credibile alternativa all’attuale sistema.

C.A.

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UNIFICARE MENSE E ALLOGGI DELLE FORZE DI POLIZIA, UN’IDEA SENSATA: INFATTI VIENE DAL SAP, NON DA RENZI

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

“SI POTREBBE RISPARMIARE, UNENDO MOLTE STRUTTURE: PERCHE’ NON PARTIRE DA SCUOLE DI FORMAZIONE E CASERME?”

Sono troppe e troppo costose cinque forze di polizia? Forse.
Ma prima di accorpare due forze di polizia, si può cominciare ad accorpare quello che sta dietro le quinte, tipo le mense o gli alloggi.
Il sindacato autonomo di polizia-Sap è convinto che cinque polizie in Italia siano troppe.
Ha chiamato a discuterne, a Rimini, al suo congresso nazionale, un parterre politico di primo piano, tra cui il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il Capo della polizia Alessandro Pansa.
Nel frattempo ha elaborato una proposta di Spending review che intelligentemente aggira molti ostacoli.
“Mezzi, scuole di formazione, mense, alloggi, caserme: perchè non partire da qui?”, dice il presidente del Sap, Gianni Tonelli.
“Si potrebbe risparmiare, unificando strutture e creando, ad esempio, una centrale unica di acquisto. E’ questa la vera sfida che lanciamo al Governo Renzi sul coordinamento delle forze di Polizia: il 60% dei costi di ciascun corpo di polizia è assorbito dagli apparati logistici. Iniziamo almeno da qui”.
E in effetti è moderna e snella, l’idea.
Il Sap propone di creare scuole unitarie per la formazione del carabinieri come del poliziotto, del forestale come del finanziere o dell’agente penitenziario, con corsi differenziati di specializzazione al proprio interno. Ma non solo.
“Perchè non unifichiamo le mense? Poliziotti, carabinieri e finanzieri possono mangiare allo stesso tavolo. E poi: accorpiamo caserme e alloggi, si può lavorare e dormire sotto lo stesso tetto e nello stesso ufficio, pur mantenendo la propria divisa”.

Francesco Grignetti
(da “la Stampa”)

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SILVIO IN TV NON TIRA PIÙ: L’INTERVISTA DALLA D’URSO FA CALARE LO SHARE

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

ADDIO EFFETTO-MAGNETE: LA SUA APPARIZIONE A DOMENICA LIVE FA CAMBIARE CANALE

Tempi duri per Silvio Berlusconi, tra la condanna ai servizi sociali, l’abbandono degli ex fedelissimi e il biasimo internazionale suscitato dalle sue parole sui lager nazisti. Ora a tradirlo ci si è messo anche il piccolo schermo, da sempre suo alleato numero uno.
In televisione, infatti, Berlusconi sembra aver perso il suo effetto magnetico: in gergo tecnico, “non tira più”.
Se prima il suo faccione in televisione comportava un’immediata impennata dell’audience, ora la reazione dei telespettatori oscilla tra l’encefalogramma piatto e la curva decrescente.
Non si tratta di un’impressione, ma dai fatti raccontati dai numeri.
La prestazione dell’ex Cav è ancora più deludente se si considera che il palcoscenico è quello di casa sua: Domenica Live su Canale Cinque, programma condotto dal volto amico di Barbara D’Urso.
Una platea di spettatori composta in buona parte da famiglie e pensionati, lo zoccolo duro dell’elettorato dell’ex premier.
Numeri alla mano, la presenza di Berlusconi non solo non ha fatto salire lo share del programma, ma lo ha addirittura fatto scendere.
L’intervista all’ex premier è andata in onda tra il secondo e il terzo blocco della trasmissione, nella speranza che avrebbe fatto da traino al blocco pubblicitario.
Così non è stato: durante la prima parte dell’intervista, lo share è calato dal 13,79% all’11,84%, e anche successivamente (quando si è passati alla ‘vita privata di B.’) il dato non è mai salito sopra il 13,4%.
Confrontando l’andamento dei tre blocchi principali del programma, quello andato peggio è proprio il terzo (11,8% vs 14,48% e 15,3%), ossia quello che, in teoria, avrebbe dovuto godere di più dell’effetto Berlusconi.
In valore assoluto, fino alla fine della trasmissione sono arrivati “solo” 2.035.000 telespettatori, contro i 2.458.000 della prima parte.
A voltare canale, in una pigra domenica d’aprile con il tempo un po’ ballerino, è stato proprio il suo pubblico.
Quello educato e nutrito da casa Mediaset negli ultimi vent’anni, un pubblico la cui defezione è molto più grave del tradimento di qualsiasi Bondi o Bonaiuti.
Perchè quel pubblico è – prima di ogni altra cosa – l’elettorato che finora ne ha determinato il successo.

(da “Huffingtonpost“)

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“NAPOLITANO AVEVA IL DOVERE MORALE DI CONCEDERMI LA GRAZIA, RIDICOLO PENSARE DI RIEDUCARMI”

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

A “PIAZZA PULITA” BERLUSCONI SPARA A ZERO SU TUTTI: GIUDICI, SERVIZI SOCIALI, CAPO DELLO STATO… SALVA SOLO RENZI: “L’AVREI PRESO IN FORZA ITALIA”

Senza presentare alcun atto formale “ho chiesto al Capo dello Stato la grazia: ho detto ‘lei ha il dovere morale di usare questo strumento, la grazia, motu proprio'”.
Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, intervistato a Piazza pulita su La7, giudicando non umiliante ma ridicola la decisione di affidarlo alla rieducazione dei servizi sociali e dei colloqui quindicinali con gli assistenti sociali.
L’ex premier non si è trattenuto dall’attaccare per l’ennesima volta i giudici.
“È una sentenza non solo mostruosa, ma anche ridicola. Tutto questo fra non molto verrà  a galla”. Per l’ex Cav, insomma, la condanna per frode fiscale “è frutto di una costruzione assolutamente inaccettabile, con un processo arrivato a una sentenza mostruosa che sarà  ribaltata dalla Corte Europea e dalla revisione” del processo.
“Sono assolutamente sereno – ha aggiunto nella stessa intervista – perchè sono sicuro che questa cosa sarà  un boomerang per chi l’ha voluto”.
“È ridicolo – ha aggiunto – pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali”.
L’ex Cav ha parlato anche di Renzi: “Il premier in Forza Italia? “Perchè no. Penso di sì. Non ha radici comuniste”, è la risposta di Silvio Berlusconi.
“Ora è nel Pd ed è condizionato dal Partito Democratico. Ha la maggioranza del partito ma non in parlamento”.
Berlusconi poi ha risposto anche sulla questione della latitanza di Marcello Dell’Utri “È una persona perbenissimo, torturato da 20 anni da accusa assurda, che deriva da reato che non è previsto da codici ma è un’invenzione, concorso esterno in associazione mafiosa”.
L’ex premier ha poi attaccato Renzi sulla questione del decreto lavoro. “Il Jobs act – ha detto – è stato modificato in parlamento, grazie alla minoranza del Pd, con norme ‘dettate dalla Cgil’.
“Oggi- ha aggiunto – ho detto che da Jobs act è diventato un Cgil act”

(da “Huffingtonpost”)

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SACRA FAMIGLIA, RINVIATO IL DEBUTTO TRA GLI ANZIANI: PROGETTO NON ANCORA PRONTO

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

SLITTA A VENERDI’ IL PRIMO GIORNO DELL’EX PREMIER AI SERVIZI SOCIALI

Silvio Berlusconi non entrerà  oggi nell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone . L’ingresso e l’inizio dell’impegno del premier all’interno della struttura di accoglienza dove è previsto che sconti la sua pena è stato rinviato.
Motivo: in questi giorni la direzione generale della Sacra Famiglia sta definendo con l’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, «il progetto e il contenuto del lavoro che Silvio Berlusconi andrà  a svolgere all’interno del centro, e i tempi e i modi di svolgimento».
Per questo motivo – hanno spiegato in mattinata i responsabili della struttura alle porte di Milano – l’ex premier non arriverà  oggi.
«Di fatto – continua la direzione – deve essere ancora definito il contenuto del progetto entro questi giorni e poi da venerdì l’ex Cavaliere potrebbe essere a Cesano Boscone».
Ad occuparsi dei contatti tra la struttura e l’Uepe è Michele Restelli, direttore delle unità  residenziali del centro di Cesano Boscone, che è la persona indicata per seguire il progetto di affidamento in prova ai servizi sociali, disposto dal tribunale di Sorveglianza dopo la condanna definitiva dell’ex Cavaliere per il caso Mediaset.
«Chi poi concretamente farà  la telefonata a Berlusconi per stabilire il giorno d’inizio del periodo di volontariato potrebbe essere sia l’Uepe che Sacra Famiglia», hanno spiegato dalla fondazione.
Nella sede della Sacra Famiglia, intanto, continua il lavoro di organizzazione per «contenere», è stato spiegato, «l’attenzione mediatica» sul centro dove da metà  aprile circolano telecamere e cronisti.
La dirigenza ha fatto sapere che si sta definendo «una procedura di accredito per i giornalisti per attivare un percorso e trovare degli spazi dedicati in modo da tutelare gli ospiti».

(da “La Stampa“)

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EVASI 500 MILIONI AL GIORNO. LA UIL: “DEDURRE LE SPESE DA TASSE”

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

“L’IVA E’ L’IMPOSTA PIU’ EVASA”… 180 MILIARDI L’ANNO PARI ALL’11,2% DEL PIL

L’evasione fiscale corre con le lancette dell’orologio: ogni minuto sfuggono al Fisco 347mila euro che fanno 500 milioni al giorno.
Oltre 180 miliardi l’anno, l’11,2% del Pil.
Come dire che basterebbe dimezzare l’evasione fiscale per azzerrare il debito pubblico in 23 anni, come fosse un mutuo sulla casa.
A elaborare i dati è la Uil in occasione della presentazione di una petizione popolare per arrivare a una “svolta” nella lotta all’evasione fiscale
Il piano presentato passa per “una petizione popolare per raccogliere almeno 500 mila firme per proporre a governo e Parlamento una modifica della legge che preveda di dedurre le tasse rispetto a determinate spese”.
Anche perchè secondo il segretario generale del sindacato, Luigi Angeletti, è “l’Iva è la tassa più evasa”. Questa proposta, ha proseguito, “non è l’unica ma la più efficace per contrastare l’evasione fiscale che in Italia è il vero scandalo, un problema sociale”.
Di qui l’iniziativa della petizione popolare, la cui raccolta di firme partirà  il primo maggio e si concluderà  il 30 giugno. Le risorse recuperate – per la Uil – devono essere destinate alla riduzione delle tasse: “gli interventi annunciati dall’attuale Governo sono positivi e nei prossimi mesi vanno estesi a tutti i pensionati e a tutti i lavoratori”.
D’altra parte lavoratori dipendenti e pensionati contribuiscono al reddito Irpef per l’86,7% con una forte la simmetria tra i contribuenti soggetti al sostituto dell’imposta e quelli che autodichiarano il proprio reddito: quello medio degli imprenditori è di 21.330 euro a fronte dei 22.080 euro medi del lavoratore dipendente.
La petizione raccoglie cinque proposte, a partire dall’ “estensione del contrasto di interessi” tra consumatori e fornitori “attraverso l’aumento delle detrazioni e delle deduzioni esistenti” prevedendo anche il potenziamento della tracciabilità  dei pagamenti. E poi “la riorganizzazione dell’apparato statale attraverso la creazione di una vera e propria struttura per l’accertamento che consenta di prevedere un incremento dei controlli, destinandovi maggiori risorse ed energie umane: il personale addetto ai controlli in Italia è circa la metà  della media dei paesi Ocse”.
L’introduzione di una “sanzione che preveda, per chi evade, l’interdizione all’accesso alle agevolazioni fiscali e ad alcuni servizi (dalla retta per l’asilo nido alle tasse universitarie) per un periodo temporale correlato all’entità  dei redditi evasi”. Il “potenziamento del ruolo degli enti locali, attraverso un loro effettivo coinvolgimento” nel contrasto all’evasione e l’elevazione “a rango costituzionale dello Statuto dei Diritti del contribuente per assicurare trasparenza, semplificazione degli adempimenti, certezza ed esigibilità  dei diritti dei cittadini nel rapporto con il fisco”.
Dall’elaborazione del sindacato emergono poi casi davvero singolari.
Ci sono delle categorie che addirittura dichiarano di perdere reddito: le discoteche, sale da ballo e night club hanno dichiarato un rosso di 1.300 euro, mentre i servizi dei centri per il benessere fisico e gli stabilimenti termali di 4.100 euro.
Lo studio della Uil punta quindi il dito contro lo scarso numero di controlli che l’agenzia delle entrate riesce ad effettuare: difficilmente superano i 200mila l’anno, dato questo che equivale ad una probabilità  di controllo approfondito ogni venti anni di attività .
Eppure i controlli non sarebbero neppure così complicati. Basti pensare che dall’analisi dei dati dell’anagrafe tributaria in Italia risultano circolare 594.350 autovetture soggette al superbollo, il 31,7% delle quali possedute da persone che dichiarano redditi inferiori ai 20 mila euro annui.
Uno “sbilancio” che si registra anche per quel che riguarda il possesso di yacht: nella fascia di redditi inferiori ai 20mila euro annui i dati riportati nello studio Uil mostrano come, in questa fascia, ci siano 42mila contribuenti proprietari di natanti superiori ai 10 metri che sono il 42,4% del totale della flottiglia nazionale.

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JUNKER A BERLUSCONI: “DISGUSTATO DALLE SUE FRASI, SI SCUSI CON I SOPRAVVISSUTI DELL’OLOCAUSTO”

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

SCOPPIA IL CASO, DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA CANCELLIERA TEDESCA MERKEL: “PAROLE INCOMMENTABILI”

Le infelici parole di Silvio Berlusconi sui lager che per i tedeschi non sarebbero mai esistiti, pronunciate sabato nel corso di un comizio a Milano, scatenano la reazione oltre confine.
Dopo l’immediata replica di Martin Schulz e del Pse, arrivano oggi le dure prese di posizione di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel.
Silvio Berlusconi “ritiri immediatamente le sue dichiarazioni” sulla Germania e “si scusi con i sopravvissuti dell’Olocausto e con i cittadini tedeschi”, dice per primo in una nota Juncker, candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea.
Segue poi, a ruota, la reazione indignata di Angela Merkel: quelle di Silvio Berlusconi sono “affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta”, dice il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Feibert, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Berlino.
Juncker, nella sua nota, si dice “disgustato” dalle frasi dell’ex premier italiano, che ieri ospite di Barbara D’Urso non ha minimamente accennato alla gaffe, e sottolinea che su “alcune cose non si scherza”.
“Per tutti quelli che hanno la storia europea in mente – ricorda il candidato del Ppe- questo è particolarmente vero per il terrore sperimentato durante l’Olocausto, costato la vita a milioni di innocenti. Mr. Berlusconi – si legge ancora nel comunicato- l’Olocausto non è una cosa da ridere”.
Gli attacchi del leader di Forza Italia sono “inaccettabili”, sostiene ancora l’ex premier lussemburghese, anche alla luce del fatto che “durante la crisi la Germania, come molti altri Paesi membri Ue, ha dimostrato una solidarietà  senza precedenti con i Paesi europei in difficoltà . Questi Paesi hanno anche loro preso misure senza precedenti e spesso dolorose per stabilizzare le loro economie e finanze pubbliche”.
Per Juncker questa crisi ha scoperto molte ferite. “Noi ora dobbiamo guarire queste ferite – continua nella nota   e non porre sale su di esse, come Berlusconi sta facendo con le sue dichiarazioni. Dobbiamo riunire l’Europa dopo la crisi, non creare ulteriori divisioni. Non c’è posto nella politica europea per dichiarazioni divisive, che tradiscono i valori su cui la Ue si basa”.
“L’Italia è una grande nazione – conclude Juncker – ma lo è anche la Germania. Tutti i 28 Paesi della Ue sono grandi nazioni. Nessuno ha il diritto di insultare gli amici e i partners della Ue”.

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SPESE PAZZE IN LIGURIA: SI ALLARGA A PD, LEGA E SEL LA LISTA DEI CONSIGLIERI SOTTO ACCUSA

Aprile 28th, 2014 Riccardo Fucile

LA CORTE DEI CONTI HA TRASMESSO ALTRI 15 NOMI ALLA MAGISTRATURA ORDINARIA… IL TITALE DELLE SPESE DICHIARATE NON AMMISSIBILI TOCCA I 400.000 EURO SOLO NEL 2012

Tutti insieme, appassionatamente.
A farsi rimborsare a piè di lista un profluvio di spese che i giudici della Corte dei Conti hanno ritenuto ingiustificabili ed estranee ai compiti istituzionali, aprendo l’ennesimo fascicolo che porta i nomi di quindici consiglieri della Regione Liguria. Che vanno a rimpolpare l’elenco dei colleghi già  pizzicati a cimentarsi in “spese pazze“.
Le new entry del 2012 riguardano Pd, Pdl, Udc, Lega Nord, Sel, Idv, Lista Biasotti, Diritti e Libertà , Liguria viva.
Il totale delle spese dichiarate non ammissibili tocca i 400mila euro nel solo 2012.
La lista dei gruppi che secondo la sezione di controllo della Corte dei Conti hanno usato con troppo disinvoltura il denaro pubblico si apre con il Pdl (9 consiglieri, una parte transitata nel Ncd, per 161.352 euro).
Secondo posto per l’Idv di Di Pietro (4 consiglieri fino a novembre, poi 1, per 78.120 euro).
Terza la Federazione della Sinistra (2 consiglieri, oggi 1. per 32.533 euro).
Quarta la Lega Nord (3 consiglieri, 32.156 euro, già  restituiti 30.390).
Quinto il Pd (13 consiglieri, 24.861 euro), poi la lista Noi con Burlando (1 consigliere, Armando Capurro, 18.316 euro).
A seguire Sel (1 consigliere, Matteo Rossi, 13.405 euro), Riformisti Italiani (1 consigliere, Raffaella Della Bianca, 12.756 euro), Lista Biasotti (2 consiglieri, 9.063 euro, restituiti 5.088), Liguria Viva (1 consigliere, Ezio Chiesa, 6.273 euro), UdC (3 consiglieri, 5.386 euro. Le contestazioni penali a Rosario Monteleone si riferiscono al 2010-2011).
Diritti e Libertà  (3 consiglieri fuoriusciti da Idv, 1.173 euro).
Tra le spese contestate, rimborsi chilometrici per 8.123 euro (Francesco Bruzzone, capogruppo Lega Nord), Champagne grand Cru (anonimi del gruppo Pdl ad Albenga, 725 euro, ma riferibili a Marco Melgrati) e scontrini di happy hour (Gruppo Idv, party di fine anno da 650 euro al bar Parador di Genova).
Una montagna della prelibata focaccia genovese per 500 euro di spesa conteggiati dall’Idv.
Un Ipod nano da 347 euro e un Ipad, libri e rimborsi chilometrici per un totale di oltre quattromila euro da Giacomo Conti, Federazione della Sinistra, il quale si difende: “Spese per attrezzature in dotazione al gruppo consiliare”.
Persino un necrologio da 195 euro per la morte del parlamentare lombardo Giampiero Cantoni, ordinato da Roberto Bagnasco (ex Pdl ora FI: “E’ un clima di caccia alle streghe”), francobolli e coppe sportive per varie migliaia di euro (Gino Garibaldi, ex Pdl oggi Ncd).
E ancora, ricariche telefoniche per l’ex sindaco di Alassio, Marco Melgrati (Pdl), al quale viene contestata anche le spesa per una serie di rinfreschi organizzati nella cittadina del ponente.
Anche Franco Rocca risulta prodigo negli acquisti di ricariche telefoniche. Raffaella Della Bianca (ex Pdl ora Riformisti) invece per biglietti aerei e ferroviari, Alessandro Benzi (ex FdS poi Sel) per un viaggio a Cuba e un centinaio di bottiglie di vino. Molto attivo anche il vicepresidente del consiglio regionale, Luigi Morgillo (PdL), che ha messo a rimborso la bellezza di 3.190 euro di francobolli, sui 24.076 euro che gli vengono contestati.
Nel Pd Antonino Miceli per conti di alberghi, Alessio Cavarra (viaggio a Cracovia), Giancarlo Manti (pranzi vari ai parchi Alpi Liguri).
E ancora: tre pernottamenti all’hotel Plaza di Roma (5 stelle Lusso) dell’ufficio di presidenza di Rosario Monteleone, un nome già  emerso nelle precedenti inchieste contabili e transitato anche sul terreno delle inchieste penali: è indagato dalla Procura della Repubblica.
La spesa per un premio di laurea da 700 euro e alcune serigrafie per la fondazione “Casa America” (500 euro) viene invece contestata a Michele Boffa (Pd), all’epoca vicepresidente, poi succeduto a Monteleone alla presidenza del consiglio.
Al PdL vengono contestate alcune migliaia di euro di spese per la presentazione di libri dell’attuale ministro, Maurizio Lupi e dell’ex direttore del Tempo e candidato (senza successo) per Scelta Civica alle elezioni politiche, Mario Sechi.
Tutto pagato con i soldi dei contribuenti.
L’intervento della Corte dei Conti ligure ha messo fine al festino.
Spiega Ermete Bogetti, il procuratore della Corte dei Conti della Liguria che indaga: “Il procedimento contabile prevede due gradi di giudizio. Se le accuse verranno provate gli interessati dovranno rifondere i denari spesi in violazione delle regole. Di tasca propria. In Piemonte numerosi consiglieri regionali indagati hanno preferito restituire i soldi per evitare il processo”
In nove anni di attività  in Regione, come consigliere non ho mai presentato uno scontrino per un rimborso spese>, commenta Claudio Burlando, governatore della Liguria: “Come presidente della giunta mi attengo strettamente ai compiti istituzionali. Tutto ciò che sta fuori, non va mai in conto spese. A Bari a seguire Matteo Renzi ci sono andato a mie spese. Eppure si trattava di un impegno di natura politica e non personale>.
Molto prudente. E saggio, Burlando. “Ma no… Il problema è che la legge precedente era troppo lasca e di fatto non suggeriva controlli efficaci. Qualcuno non ha valutato bene come muoversi. La mia proposta è: azzeriamo e rifondiamo tutto. I gruppi si facciano carico degli errori e ripaghino il denaro indebitamente percepito”

Renzo Parodi
(da “La Repubblica“)

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