Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
FURIBONDA LITE AD ARCORE SULLA ESPOSIZIONE MEDIATICA DELLA “FIDANZATA” DI SILVIO E LEI ABBANDONA LA VILLA… LA RUSSA PRONTO A TORNARE DA SILVIO E A RICONGIUNGERSI CON GASPARRI
“Da fonti certe ho appreso una notizia clamorosa: Francesca Pascale ha abbandonato Arcore ieri mattina“.
Lo afferma Giuseppe Cruciani all’inizio della puntata odierna de “La Zanzara”, su Radio24.
Il conduttore precisa: “La Pascale non ha lasciato Arcore per andare a fare un viaggio, ma ha abbandonato Arcore nel senso letterale del termine. Non si sa se temporaneamente o per sempre, ma c’è stata una rottura vera, una crisi tra Francesca Pascale e Silvio Berlusconi, il che ha portato la ragazza napoletana ad allontanarsi in modo traumatico dalla residenza del Cavaliere”.
Il motivo è anche politico: “C’è stato un litigio tra i due a causa soprattutto della recente esposizione mediatica di Francesca“.
Evidentemente la Pascale non accetta di tornare dietro le quinte dopo l’assoluzione di Silvio e vuole continuare a dirigere il “cerchio magico”.
L’altra indiscrezione che circola riguarda invece “Fratelli d’Italia” dove la Meloni è in affanno: con Berlusconi tornato al centro della scena, la Meloni e i “partitini” finiscono inevitabilmente per pagare un prezzo al rinvigorimento del principale partito della coalizione.
E Ignazio La Russa è pronto a tornare in Forza Italia e a ricongiungersi con il suo “gemello diverso” Maurizio Gasparri.
Stessa voce riguarda la Di Girolamo , in marcia di avvicinameno all’ex premier.
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
PUNTA SULL’INTESA CON NAPOLITANO E LAVORA ALL’IMMAGINE DI PADRE DELLA PATRIA
La “pacificazione” prima di tutto. Con l’obiettivo di chiudere “come Ruby” le altre pendenze giudiziarie, da Napoli a Bari.
E, nel lungo periodo, trovare un modo per ricandidarsi. È questo l’obiettivo che Silvio Berlusconi ha fissato con i suoi avvocati.
Perchè l’assoluzione ha alimentato il frenetico desiderio di essere riabilitato “politicamente”. E sulla linea da padre della patria, secondo i ben informati a Grazioli, è in atto un “disgelo col capo dello Stato”.
Così vengono lette le parole che Giorgio Napolitano pronuncia nel corso della cerimonia del Ventaglio.
Non è la prima volta che il capo dello Stato si dice favorevole a una riforma della giustizia.
È però un inedito il suo apprezzamento delle parole di Berlusconi, definito un “interlocutore significativo”. Quelle, per intenderci, usate dall’ex premier, dopo l’assoluzione, per lodare la maggioranza silenziosa dei giudici.
È il segno che la triangolazione con Napolitano e con Renzi sta funzionando. Nel senso che sta creando un “clima nuovo”.
Se continua così, ragionano i suoi nell’ottimismo di questi giorni, non è un azzardo pensare che, nei prossimi mesi, si possa trovare un modo per cancellare l’onta di questi mesi, con la decadenza.
Perchè per il Cavaliere, la riabilitazione totale equivale a un’ultima battaglia sul campo da leader.
Proprio per non mettere a rischio la “pacificazione” in una giornata che in altri tempi sarebbe stata perfetta per far rullare i tamburi di guerra, l’ex premier si fa “colomba”.
Accettando il consiglio dei suoi avvocati di non andare alla presentazione del libro di Micaela Biancofiore dal titolo “Il cuore oltre gli ostacoli”. Appuntamento ad alto rischio.
Perchè, di fronte alla curva di fanatici, Berlusconi si sarebbe potuto abbandonare a qualche parola di troppo su quello che gli hanno fatto passare i giudici in questi anni, a livello personale e politiche, partecipando alla manovra a tenaglia per disarcionarlo.
Ma Berlusconi si fa colomba soprattutto sul caso Galan, che emotivamente non lo lascia affatto indifferente. La nota con cui, a votazione avvenuta, si dice “addolorato” per l’amico e “certo della sua correttezza” è una sintesi perfetta della nuova strategia, definitivamente consolidata dopo l’Assoluzione milanese.
Parole istituzionali, toni pacati, rispetto nei confronti della magistratura.
Fanno notare i fautori di questi consigli con un certo orgoglio che il termine “correttezza” è più politicamente corretto di “innocenza”, parola più conflittuale verso i giudici.
Resta isolato Brunetta che, nel corso della capigruppo, arriva a paventare il mancato sostegno di Forza Italia alle riforme se il Pd non avesse rinviato il voto su Galan.
Nulla di più lontano dall’ottica di Berlusconi.
In fondo la conferma arriva dalle parole dello stesso Galan, incazzato per non essere stato difeso dal suo partito.
E dal suo leader.
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
LA FANTASIA AL POTERE
L’ultima l’ha lanciata il deputato Carlo Sibilia due giorni fa. ![](https://scontent-b-cdg.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/t1.0-9/10313508_10203043783228113_3071709627830088231_n.jpg)
In un tweet ha scritto senza esitazione: «Oggi si festeggia anniversario sbarco sulla luna. Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa…».
A parte che sono passati 45 anni (20 luglio 1969) dalla camminata lunare di Neil Armstrong, e non 43, ma l’ipotesi del parlamentare pentastellato mette in dubbio proprio la missione dell’Apollo 11.
Potrebbe essere un «complotto».
Una delle parole preferite dei 5 Stelle, che non sono nuovi alla messa in discussione di teorie consolidate. A volte con esiti piuttosto ironici.
E pensare che un tempo era Beppe Grillo a prendersela con quelli che definiva «coglion-complottisti».
Quelli, cioè, che accusavano il MoVimento di essere sostenuto da non meglio precisati «poteri forti».
Nel 2005 Grillo si sfogava sul suo blog. «L’Italia è, si sa, un popolo di santi, navigatori ed eroi. Purtroppo ospita anche una certa percentuale di coglioni, di una specie particolare: i coglion-complottisti. I dietrologi dell’acqua fresca. Le tinche del fango marcio. Questa razza italica non si arrende di fronte a nulla, tanto meno all’evidenza. Da anni è alla ricerca del suo Sacro Graal, la ragione di un’intera esistenza: Chi c’è dietro il MoVimento 5 Stelle? A parte il Mostro della Laguna Verde, i Vurdalak, l’Uomo Lupo, Alien, ET e i Visitors, i coglion-complottisti hanno dimostrato con sfoggio di prove e controprove che il M5S ha alle spalle i poteri forti. Non uno solo, ma tutti insieme».
L’elenco del comico è lungo e fa sorridere: «I Rothschild, la massoneria internazionale, il gruppo Bilderberg, la Goldman Sachs, la lobby ebraica, gli illuminati, la Cia, il Mossad, le agenzie di rating. Anche poteri locali come la P2, Colaninno, la Confindustria, la Telecom e l’Opus Dei. Il M5S è collegato con movimenti di estrema destra internazionali, ma anche di estrema sinistra. Persino con la Pepsi Cola e con tutto l’ambaradan delle aziende americane presenti in Italia attraverso la Camera di Commercio degli Stati Uniti. I più audaci prospettano l’appoggio di cellule neonaziste e di Al Qaeda».
Proprio per i numerosi attacchi, Enrico Sassoon, uno dei soci storici della Casaleggio Associati, la società che gestisce il blog di Grillo, ha deciso di vendere le sue quote, sottrandosi al continuo gioco di allusioni.
A fine settembre 2012, se la prendeva con la «valanga apparentemente inarrestabile di diffamazioni e calunnie di violenta intensità , basate su ancor più farneticanti teorie del complotto, che sono apparse e continuano ad apparire in blog e siti di diversa connotazione: da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze».
Il «complotto», insomma, non ha mai abbandonato il MoVimento.
Anche i 5 Stelle ci hanno messo del loro. Il 5 marzo 2013 il deputato Paolo Bernini mostrava a «Ballarò» uno dei surreali documentari «Zeitgeist».
Spiegò: «Non so se lo sapete ma in America hanno già iniziato a mettere i microchip all’interno del corpo umano per registrare, per mettere i soldi, e quindi è un controllo di tutta la popolazione. Quelle persone che se lo fanno iniettare non sanno a cosa vanno incontro. Con internet, visto che molte coscienze si stanno svegliando, queste verità stanno venendo fuori. Infatti col MoVimento 5 Stelle usiamo molto internet e siamo molto coscienti di questa cosa».
Microchip sottopelle per controllare i cittadini? Più tardi Bernini aggiustò il tiro e, ovviamente, accusò la trasmissione tv.
In Aula, invece, sempre lui sostenne la tesi secondo cui l’attacco dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York è stata causata da «un lavoro interno». Precisò, «come dicono gli americani, an inside job». Aggiunse: «Ormai il mondo se n’è accorto».
Poi è stata la volta delle «scie chimiche».
Un altro bel complotto, non c’è che dire. Si sostiene che strane apparecchiature montate su alcuni aerei spruzzino in volo alcune scie di condensazione composte di agenti chimici, non si sa bene per fare cosa, forse per alterare il clima.
Uno degli attivisti chiese espressamente in un forum del «non partito» che «i parlamentari M5S procedano ad un’interrogazione parlamentare nei confronti del ministro della difesa per fare chiarezza sulle scie chimiche».
Richiedeva anche una «legge che vieti il rilascio di scie chimiche sopra i nostri cieli» e, nel caso, un «referendum consultivo affinchè sia la popolazione a scegliere se avere o no queste scie chimiche».
Non sono mancate nemmeno le sirene.
La deputata Tatiana Basilio ne ha sostenuto l’esistenza: «Ci sono prove schiaccianti», «sei scienziati le hanno viste». Non ha risparmiato accuse alla National Oceanic Atmospheric Administration, colpevole di «aver negato tutto». Dopo le polemiche ha sostenuto che fosse soltanto uno scherzo. Ma, si sa, i complotti hanno spesso apparenze stravaganti.
Alberto Di Majo
(da “il Tempo”)
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
RENZI AZZERA LE TASSE PER LE ATTIVITA’ DELLA CHIESA NEL CAMPO DELL’EDUCAZIONE E DELLA SANITA’
Sconto deciso e approvato dal Governo Renzi per le scuole cattoliche e le cliniche private.
L’aiutino tra le due sponde del Tevere nella vicenda Imu-Chiesa è messo nero su bianco nel decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Emanato il 26 giugno, concede di fatto un regime agevolato esentando gli edifici dal pagamento dei balzelli.
L’incubo dei proprietari e inquilini italiani, chiesto come sacrificio per risanare i conti pubblici, non riguarda quindi le attività formalmente non commerciali sotto il cappello della Santa sede.
Ecco i paletti delle generose esenzioni nel nuovo modello di dichiarazione Imu-Tasi, l’imposta municipale unica che ha sostituito l’Ici e la tassa sui servizi indivisibili che ogni Comune ha fissato per l’illuminazione pubblica, manutenzione del verde e delle strade.
Per le scuole si assegna un parametro di retta annuale al di sotto del quale l’istituto non versa nulla.
Funziona così: per la scuola dell’infanzia il tetto simbolico è di 5.739 euro, per la primaria 6.634 euro, istruzione secondaria di primo grado 6.836 euro, istruzione secondaria di secondo grado 6.914 euro.
Tutti gli istituti che hanno rette inferiori o uguali a queste non pagano nè Imu nè Tasi.
Ancora più lineare per le attività sanitarie e assistenziali, tax-free se convenzionate con il sistema sanitario nazionale.
Nel ricco affare della salute l’esenzione scatta a prescindere dalla tariffe imposte ai pazienti.
L’unico vincolo è l’accreditamento pubblico.
Se la struttura ne è provvista (e lo è la quasi totalità ), le imposte non sono dovute. Perchè a quel punto la sua attività , si legge nelle istruzioni del ministero dell’Economia, diventa “complementare o integrativa rispetto al settore pubblico”.
Formalmente non commerciali ma con giri d’affari milionari non contribuiscono alle spese dello Stato anche se ricevono rimborsi dal servizio sanitario nazionale.
VENT’ANNI SENZA DECIDERE
Il fisco religioso ha un impatto notevole sui conti pubblici: l’associazione di ricerca Ares ha stimato in oltre due miliardi il gettito potenziale per le proprietà della Chiesa (millecinquecento gli immobili solo a Roma), l’Anci parlava invece di 500-700 milioni, la commissione del Tesoro sull’erosione fiscale guidata dall’ex sottosegretario all’economia Vieri Ceriani nel 2011 stimò prudenzialmente 100 milioni di euro.
Tasse sì tasse no, se ne ne discute da più di vent’anni: dal lontano dicembre ’92, quando il primo governo Amato introdusse l’imposta comunale sugli immobili prevedendo una lunga lista di esenzioni, tra cui i fabbricati del Vaticano contemplati dai Patti Lateranensi nonchè le attività , laiche e religiose, destinate a sanità , assistenza, istruzione, sport e culto.
Norma che scatenò subito contenziosi e periodiche interrogazioni parlamentari fino al 2004, quando una sentenza della Corte di Cassazione stabilì che le attività “oggettivamente commerciali” dovessero essere soggetti all’Ici.
Nel 2005, però, il governo di Silvio Berlusconi ribaltò il verdetto, estendo l’esenzione a tutti gli immobili della Chiesa.
Fino al 2006, quando anche l’esecutivo di centrosinistra guidato da Romano Prodi ci mise del suo decidendo che la tassazione solo per gli edifici adibiti ad attività “non esclusivamente commerciali”.
Una formula che ha contribuito a ingarbugliare la situazione, alimentando le zone grigie.
Con l’arrivo dei tecnici di Monti c’è stata un’accelerazione, e una soluzione sembrava a portata di mano per non incorrere in una multa europea per aiuti di Stato.
Nessuna previsione dell’extra gettito ma coi soldi incassati promise di abbassarci le tasse:«Le maggiori entrate saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate all’alleggerimento della pressione fiscale».
E per quello mai versato prima anche l’Europa ha gettato la spugna: nel dicembre 2012 ha detto che la nuova legge sanava una situazione illecita, ma che quantificare il danno era impossibile.
Risultato: un bel condono per gli illeciti dei sei anni precedenti.
E ora, cambiati due governi, siamo di nuovo ai blocchi di partenza.
Quanto incasserà l’erario? Ufficialmente è un mistero, ufficiosamente non molto di più rispetto agli anni scorsi.
Nessuno farà i controlli e anche le sanzioni non fanno certo paura: dimezzate a 258 euro per chi viene pizzicato non in regola.
La Chiesa può continuare a non pagare.
MIchele Sasso
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
IN CAMPANIA PUNTEGGIO MEDIO IN MATEMATICA DI 222 CONTRO 198, MA ANCHE IN LOMBARDIA, AL LICEO, DIMOSTRANO COMPETENZE MAGGIORI
Le prove Invalsi non sono certezze assolute. E in ogni classe possono esserci bambini secchioni, a
prescindere dalla nazionalità .
Ma quello che emerge dai quiz sottoposti a centinaia di migliaia di studenti fra maggio e giugno del 2014 resta significativo.
Perchè? Perchè nelle scuole elementari della Campania i bambini immigrati hanno risposto alle domande di lingua italiana e a quelle di matematica meglio dei loro coetanei nati e cresciuti in patria. Sono stati più bravi.
E non di poco: il punteggio medio dei bimbi arrivati dall’estero, in algebra, è stato 222. Lo standard raggiunto dai loro compagni di classe campani è 198: ventiquattro punti in meno, in seconda elementare.
E la differenza emerge anche nella comprensione della lingua: il punteggio ottenuto dai non-cittadini italiani è 203.
Quello dei loro vicini di banco napoletani è 196.
Obiezione: il dato potrebbe essere un’eccezione. Potrebbero esserci dei super-geni fra i 21mila studenti stranieri iscritti in Campania, provenienti principalmente da Romania, Perù, Marocco, Cina, Albania.
Ma i valutatori reputano il risultato “statisticamente significativo”, come annotano nella relazione pubblicata pochi giorni fa .
E il fatto non è poi così straordinario. Perchè il divario fra stranieri (in questo caso primi) e italiani ritorna in molti altri casi.
I quindicenni romeni, albanesi, marocchini, indiani e cinesi che vivono in Lombardia dalla nascita, ad esempio, hanno dimostrato di avere in media competenze pari a 200 punti in Italiano e 203 in Matematica.
I loro coetanei siciliani, figli di genitori siciliani, si fermano a 189 e 186.
Cioè dimostrano, almeno per gli standard elaborati dall’Istituto nazionale di valutazione, di avere meno dimestichezza con la lingua materna del nostro paese.
Non è finita. I tredicenni extracomunitari che frequentano le scuole medie in Puglia prendono di solito 208 nei questionari di matematica.
I loro compagni di classe pugliesi arrivano a 192. Ovvero stanno 16 punti più giù nella classifica delle capacità .
E come in quelle della Campania, lo stesso sorpasso avviene in altre scuole elementari. Dove i bambini extracomunitari o provenienti da altri paesi della Ue hanno dimostrato conoscenze migliori dei loro coetanei: succede sia in Sardegna che in Molise.
Certo non è la norma.
A livello nazionale, e nel confronto interno fra classi del Centro e del Nord, i risultati degli studenti stranieri, arrivati ad essere 786mila nel 2013 , ovvero quasi il 10 per cento della popolazione studentesca, sono di molto inferiori a quelli dei loro coetanei italiani: fino a 30, 40 punti di meno.
Anche se il divario, profondo soprattutto per gli immigrati di prima generazione, si assottiglia per quelli di seconda (ovvero nati in Italia).
«Questo è un elemento di grande speranza», spiega Stefano Molina, dirigente di ricerca a fondazione Agnelli: «perchè sono proprio le “seconde generazioni” ad aumentare, come numero, nelle nostre scuole. Si tratta di giovani che di solito a casa parlano un’altra lingua, ma si sentono italiani e non vogliono vedere proiettati su di sè gli stereotipi che attribuiamo ai genitori. Vogliono fare passi avanti».
Il secondo elemento costante da Nord a Sud è che se gli alunni immigrati dimostrano difficoltà con l’italiano, ne hanno molte meno con la matematica.
«I risultati Invalsi dimostrano che a mancare agli stranieri non sono la voglia, l’intelligenza, la capacità », continua Molina: «Quanto gli strumenti per superare lo scoglio linguistico. I nostri libri di testo sono spesso scritti in maniera ostica per gli stessi italiani. Ancor più per chi a casa non ha supporto o riferimenti».
Ma le difficoltà con la grammatica si possono superare: «I problemi maggiori arrivano con la scrittura e l’analisi dei testi letterari», racconta il ricercatore, esperto di seconde generazioni e autore di saggi sul tema: «A Torino abbiamo organizzato in 24 scuole corsi pomeridiani specifici. E hanno avuto un successo enorme».
E sulle performance straordinarie dei bambini stranieri del Sud? Sono maggiormente integrati? Il loro successo è dovuto al fatto che sono presenti in minor percentuale?
A Napoli ad esempio ne sono iscriti 3259, dieci volte meno di quanti non frequentino le scuole milanesi (32000). «Temo che quelle distanze che si ribaltano, a favore degli stranieri, in Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna, Campania, non siano testimonianza di un successo educativo. Al contrario: significa che gli italiani di confronto sono diversi», sostiene Molina: «insomma, questi risultati sono semplicemente una cartina da tornasole del basso livello di competenze che gli alunni raggiungono in quelle regioni».
L’esito che dovrebbe far più riflettere, secondo Molina, è quello che riguarda i ragazzi del secondo anno delle superiori.
A 15 anni un extracomunitario nato da genitori stranieri e cresciuto in Lombardia, o in Emilia Romagna, riesce a dimostrare una maggiore conoscenza dell’italiano e della matematica di un suo coetaneo del Sud o delle Isole (il punteggio medio è 200 contro i 189, 186 della Sardegna ad esempio), «E le competenze raggiunte a 15 anni sono fondamentalmente quelle che i ragazzi si porteranno avanti tutta la vita. Sono il sapere con cui diventano adulti».
L’Invalsi può sbagliare.
Ma questi sono gli standard che racconta del nostro nuovo Paese.
Francesca Sironi
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
IN UNA TELEFONATA REGISTRATA L’EX DIRETTORE DEL TG4 PARLA DEI RAPPORTI TRA SILVIO, DELL’UTRI E COSA NOSTRA… AI PM RACCONTA: “BERLUSCONI RACCOMANDO’ A DELL’UTRI DI ‘RICORDARSI’ DELLA FAMIGLIA DI MANGANO”
“Quando Marcello Dell’Utri veniva a Palermo doveva ricordarsi della famiglia di Vittorio Mangano, doveva ricordarsi di “sostenerla”.
E per evitare che se ne dimenticasse, Silvio Berlusconi in persona, almeno in un’occasione, si è adoperato per rammentarglielo.
A raccontarlo ai pubblici ministeri di Palermo non è un mafioso pentito, e non è nemmeno un collaboratore di giustizia.
L’inedito episodio arriva invece dalla viva voce di un uomo che per oltre vent’anni è stato al fianco dell’ex premier: Emilio Fede.
L’ex direttore del Tg4 ha raccontato ai magistrati di un incontro tra Berlusconi e lo stesso Dell’Utri, appena arrivato a Milano dopo un soggiorno a Palermo.
Ad Arcore, Fede si sta intrattenendo con l’ex premier, quando ecco che arriva Dell’Utri. “Mi alzai per allontanarmi” dice Fede interrogato dai pm Antonino Di Matteo e Roberto Tartaglia nel maggio scorso. “Lo scambio di frasi è stato brevissimo”, aggiunge.
Fede spiega che Berlusconi, ancor prima di salutare l’ex senatore oggi detenuto, esordisce immediatamente così: “Hai novità ? Mi raccomando ricordiamoci della sua famiglia, ricordiamoci di sostenerla”.
La famiglia da sostenere è quella di Vittorio Mangano, l’ex stalliere di Villa San Martino, in quel momento detenuto. Dell’Utri, nel racconto dell’ex direttore del Tg4, prontamente replica: “Chiedono riferimenti su di te”.
Per i magistrati il riferimento è agli interrogatori in quel momento in corso, durante i quali a Mangano veniva chiesto appunto dei rapporti con l’ex presidente di Publitalia e con il patron della Fininvest.
Fede non ha saputo collocare con certezza l’evento nel tempo: per lui il rapido scambio di battute tra Dell’Utri e Berlusconi sarebbe stato di poco antecedente alla discesa in campo dell’ex Cavaliere, quindi nel 1994.
Mangano però all’epoca era libero: finirà dentro soltanto dopo, ed è per questo che per i magistrati l’episodio raccontato da Fede è verosimilmente collocabile tra il 1995 e il 1996, quando Dell’Utri era già indagato dalla procura di Palermo per concorso esterno a Cosa Nostra.
I pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia hanno interrogato Fede dopo che dalla procura di Monza è arrivata la registrazione di una conversazione.
Un file realizzato con il telefonino da Gaetano Ferri, personal trainer di Fede, che nel luglio del 2012 registra una conversazione con l’ex direttore del Tg4, all’insaputa di quest’ultimo.
Nella registrazione si sente Fede che spiega alcuni passaggi dei collegamenti tra Arcore, Dell’Utri e Cosa Nostra. “C’è stato un momento in cui c’era timore e loro avevano messo Mangano attraverso Marcello” spiega Fede al suo interlocutore.
Che ribatte: “Però era tutto Dell’Utri che faceva girare”. “Si, si era tutto Dell’Utri, era Dell’Utri che investiva” risponde Fede.
Poi il giornalista si pone una domanda retorica con risposta annessa: “Chi può parlare? Solo Dell’Utri. E devo dire che in questo Mangano è stato un eroe: è morto per non parlare”.
Quindi il giornalista fornisce al suo personal trainer la sua estrema sintesi di quarant’anni di potere economico e politico: “La vera storia della vicenda Berlusconi? Mafia, mafia, mafia, soldi, mafia”.
Aggiunge Fede: “Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perche’ lui e’ l’unico che sa. Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?”.
“E’ tutto falso, l’ho già detto ai magistrati e ho denunciato quel truffatore per calunnia e minacce gravi”, replica Fede all’Ansa. “Lui ha manipolato le mie dichiarazioni”.
La registrazione dovrà essere esaminata, ma esiste. Dal file audio emergono anche vicende più legate all’attualità : “A Samorì (Gianpiero Samorì, imprenditore modenese accreditato a un certo punto come delfino di Berlusconi, ndr) che voleva passare con Berlusconi io gli avevo dato una mano… poi è intervenuto Dell’Utri e gli faccio rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perchè Dell’Utri è un magna magna. Mi ha detto Samorì ‘cazzo se non avevi ragione… gli ho chiesto mettimi in lista e sai cosa mi ha chiesto: 10 milioni di euro’”.
Giuseppe Pipitone
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
TRA I PIU’ NOTI ROMANO LA RUSSA SI PRENDE 41.000 EURO, RENZO BOSSI 55.500, NICOLE MINETTI 79.600, MASSIMO CIPRIANO 145.000
Va avanti il progetto di legge presentato la settimana scorsa da Raffaele Cattaneo (Ncd) per innalzare l’età
pensionabile da 60 a 66 anni e ridurre i vitalizi agli ex consiglieri lombardi.
E così negli ultimi mesi i consiglieri in attesa di pensione sono corsi ai ripari, bussando in massa alle porte della tesoreria regionale.
Per chiedere (e ottenere) indietro i contributi versati negli anni di mandato.
Con questi chiari di luna non si sa mai.
Tanti, maledetti e subito.
Ecco chi si distingue:
Romano La Russa, fratello di Ignazio, di Fratelli d’Italia: per lui 41 mila euro.
Renzo Bossi, Lega, ha avuto indietro 55.500 euro di contributi
A Domenico Zambetti, ex assessore del Pdl che nel 2013 fu accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, sono andati 73.390 euro .
È andata ancora meglio a Gabriele Sola, Idv: 75.500 euro
Per Chiara Cremonesi, Sel, 79 mila euro tondi
Nicole Minetti, Pdl, ha avuto indietro 79.600 euro
Massimo Ponzoni, Pdl, supera i cento mila euro: 144.400
Massimo Cipriano, Ds, ha scelto di avere subito 145 mila euro
(da “il Corriere della Sera”)
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
A FAVORE LEGA, SEL, PD, M5S, PI E SCELTA CIVICA… CONTRARI FORZA ITALIA, NCD E PSI… FRATELLI D’ITALIA SI ASTIENE (OCCORREVANO LE PRIMARIE PER AVERE UN’OPINIONE?)
La Camera dei deputati ha votato sì all’arresto del deputato di Fi Giancarlo Galan, nel quadro dell’inchiesta della procura di Venezia sul Mose.
I favorevoli sono stati 395, 138 i contrari e 2 gli astenuti. Hanno votato a favore Lega, Sel, LeD, Pd, Pi, Scelta Civica e M5s. Contrari Fi, Ncd, Maie e Psi.
La presidente di Montecitorio Laura Boldrini ha accolto la richiesta di Forza Italia di votare a scrutinio segreto.
L’inchiesta, che ha portato all’arresto di 35 persone, riguarda la presunta costituzione di fondi neri per finanziare esponenti e partiti politici e per corrompere funzionari pubblici nei lavori di costruzione del sistema anti-marea di Vanezia.
Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro, si è detto “totalmente estraneo ai fatti” che gli vengono contestati.
I legali di Giancarlo Galan presenteranno una richiesta di arresti domiciliari. Lo ha annunciato l’avvocato Antonio Franchini, che assieme al collega Nicolò Ghedini, assiste Galan, attualmente ricoverato in ospedale a Este.
In mattinata l’Aula aveva respinto, con 289 voti di differenza, la richiesta, avanzata da Forza Italia, di rinviare per la terza volta il voto.
Il capogruppo di FI, Renato Brunetta, aveva chiesto di rimandare la votazione per permettere al parlamentare azzurro di “essere presente alla discussione sulla autorizzazione sulla sua custodia in carcere”.
Contro il rinvio si sono espressi il Pd, Sel e il M5S. A favore hanno votato FI ed Ncd. I deputati di Scelta civica e di Fdi si sono astenuti.
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Luglio 22nd, 2014 Riccardo Fucile
OLTRE ALL’ATTORE, SOTTO INCHIESTA DUE TECNICI DELLA SOPRINTENDENZA E DUE PROFESSIONISTI
Per la piscina, che sarebbe stata realizzata abusivamente a Filicudi nelle Eolie da Luca Barbareschi, la
procura di Messina ha inviato avvisi di conclusione indagini oltre che all’attore-produttore, a due tecnici della Soprintendenza di Messina e a due professionisti: Anna Piccione, Antonino Spanò Greco, Adolfo Sabatini e Giuseppe Faranna.
Piccione e Greco sono accusati nella qualità di rappresentanti della Soprintendenza, di «aver procurato a Barbareschi un ingiusto vantaggio patrimoniale. In particolare rilasciavano un parere favorevole a mantenimento delle opere eseguite in difformità di autorizzazione paesaggistica, consistenti in opere pertinenziali di edificio esistente quali recupero e trasformazione vecchia vasca irrigua, modifiche esterne e interne con realizzazione di un piccolo locale tecnico, previo asserito accertamento da parte della Soprintendenza della compatibilità paesaggistica dei lavori abusivi nei confronti dello strumento di tutela vigente».
Sabatini, e Faranna, nella qualità di geometra e architetto, sono accusati «di aver attestato falsamente in seno alla relazione tecnica fatti dei quali l’atto era destinato a provare la verità : segnatamente formavano degli elaborati grafici la cui rappresentazione dei luoghi si palesava difforme dal vero».
(da “La Stampa”)
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