Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile ELETTO SEGRETARIO ZANETTI, RENZI CONVITATO DI PIETRA… ANCHE DELLA VEDOVA SE NE VA, MA NON LASCIA LA POLTRONA
Non si parla che di lui. 
Chi lo nomina e chi non pronuncia il suo nome, ma il convitato di pietra del Congresso di Scelta Civica è Matteo Renzi, che ha già portato via con sè otto senatori e ora vorrebbe ospitare nel Pd anche tutti i deputati.
Il partito, che il premier pochi giorni fa aveva considerato estinto, oggi prova ad alzare la testa mostrando un cartello con scritto “Keep Calm and love Scelta Civica”.
Una sorta di pace e amore all’indomani della transumanza.
In platea tutti abbracciano il quadrato di cartone con stampate lettere blu, lo tengono tra le mani un po’ per conforto e un po’ per mostrare che, anche se privi di gruppo al Senato, si esiste ancora.
Un altro delegato indossa invece una maglia con stampati il cartello di divieto di transito e la scritta “Stop al trasformismo”.
Segno che altre fuoriuscite potrebbero essere dietro l’angolo.
Il responso del primo Congresso di Scelta Civica, qualcuno pensa sia anche l’ultimo, lo evoca Arturo Scotto di Sel (tra gli invitati presenti in sala) nel suo discorso: “Era da tempi lontani che non si sentiva urlare in questo modo il nome ‘Enrico, Enrico’”.
Ma quello era il Pci ed era tutta un’altra storia.
Oggi si parla di Scelta Civica, un partito sull’orlo dello scioglimento, affetto da transumanza, che elegge con un quasi plebiscito (384 voti, 93%) il nuovo segretario, appunto Enrico, non Berlinguer ma Zanetti.
È da lui che il partito, simulacro dell’illusione montiana, vuole ripartire con l’intento di sopravvivere.
L’idea è quella di andare sui territori ed essere un soggetto politico un po’ di governo e un po’ di lotta, un po’ maggioranza ma non tecnici del Pd.
Di quel Pd che invece viene accusato di aver lanciato “una opa su un partito alleato”. Dunque “Sc ricomincerà a far politica fuori dal Palazzo”, promette Zanetti, che pensando ai cambi di casacca ricorda il film “L’invasione degli ultra corpi”: i senatori andati via “sembravano come noi, sembravano di Scelta Civica, invece erano del Pd. Forse un gruppo al Senato non lo abbiamo mai avuto”.
Gli sfidanti di Zanetti erano Luciana Cazzaniga e Benedetto Della Vedova. Quest’ultimo, in minoranza, ritira la mozione nella quale sosteneva che non ha senso che “un partitino”, come Scelta civica, vada sui territori, per poi restare isolato. Dovrebbe invece lavorare “per aggregare”. Altrimenti, se si desidera “rilanciare un partitino, si decide di stare all’opposizione, ma io – dice – resto convintamente in questa maggioranza. Il premier, arrivato in modo un po’ sgarbato rispetto al mio amico Letta, è un leader potente che sta giocando la sua leadership in Europa. Il Pd non è il mio partito ma Renzi è il mio presidente del Consiglio”.
In pratica, il sottosegretario agli Esteri è l’unico a giurare fedeltà al premier, pur sottolineando che al Senato, dopo la chiusura del gruppo di Scelta civica, andrà al Misto con Mario Monti e non confluirà nel Pd, come gli altri otto.
Ma il passo – maligna qualcuno in sala – potrebbe essere breve.
Il partito targato “Zanetti-Keep Calm and love” immagina invece una terra di mezzo. La stessa terra di mezzo di cui parla Gaetano Quagliariello, anche lui tra gli ospiti. “Visto che abbiamo un problema comune, cioè quello di come stare al governo – dice il coordinatore di Ncd rivolgendosi ai delegati Sc – leghiamoci con un patto di consultazione e lavoriamo a una terra di mezzo, che invece Renzi e Salvini vogliono cancellare”.
Tuttavia Ncd in queste ore sta giocando la sua personalissima partita con Renzi per un nuovo patto di governo e come andrà a finirà si vedrà .
Nella terra di mezzo, comunque, potrebbe trovare spazio anche Corrado Passera, leader di Italia Unica, presente in sala.
Al Congresso di Scelta Civica si fa notare l’ex 5Stelle Paola Pinna e chissà se, nei vari spostamenti parlamentari, il partito di Zanetti non si stia attrezzando per accogliere qualche transfuga.
Matteo Renzi invece non invia alcun messaggio in terra nemica pur alleata, ma manda la responsabile Enti locali del partito Valentina Paris, la quale prendendo la parola, subito dopo una serie di interventi contro chi ha fatto campagna acquisti in Sc, esordisce così: “Arriva il cattivo Partito democratico…”.
Poi, scendendo dal palco, ai cronisti sussurra: “Se i senatori sono venuti da noi è perchè siamo accoglienti”.
(da “Huffingtonpost“)
argomento: Monti | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile FORZA ITALIA E NCD: O SALVINI CAMBIA O CI SARA’ UN CANDIDATO ANTI-ZAIA
«Siamo vittime della politica nazionale. Qui andavamo tutti d’amore e d’accordo, ma le liti nel centrodestra a Roma hanno avvelenato il clima anche in Veneto. Stanno uccidendo la nostra autonomia. E ora rischiamo grosso».
Carlo Alberto Tesserin, 77 anni, è il decano del consiglio regionale di Venezia, dove siede ininterrottamente dal 1990.
Ex democristiano, è passato in Forza Italia, poi nel Pdl e ora fa parte di Ncd (che da quelle parti si chiama Nuovo Centrodestra Veneto Autonomo).
Il rischio è quello di regalare al Pd una regione – probabilmente l’unica – che ancora può resistere all’avanzata renziana.
A maggio si vota e Luca Zaia si ricandiderà contro la sfidante Alessandra Moretti.
Ma nessuno sa ancora quale coalizione appoggerà il governatore uscente.
Nel suo partito, la Lega, tutto è appeso alle liti interne. Gli alleati, stanchi di aspettare, meditano di correre da soli. E Alessandra Moretti potrebbe vincere nell’unico modo possibile: con un autogol degli avversari.
La coalizione che oggi sostiene Zaia sembra Arlecchino.
Oltre alla Lega, ci sono Ncd-Udc, un gruppo di Forza Italia e un altro gruppo che si chiama Pdl-Forza Italia per il Veneto (composto da ex An).
Oggi sono più o meno uniti, domani chissà .
Perchè il segretario leghista Matteo Salvini non vuole un’alleanza con Ncd, anche se è possibilista su Forza Italia.
Il segretario veneto Flavio Tosi ribalta la questione: «Perchè Ncd no e Forza Italia sì? Allora la Lega corra da sola, affiancata dalle liste civiche» (tra cui la sua).
Zaia è schiacciato tra le due posizioni.
L’altro giorno, in una riunione riservata, ha confidato al suo vice Marino Zorzato che, fosse per lui, continuerebbe con questa coalizione.
«Perchè non lo dice apertamente? Zaia, se ci sei batti un colpo», lo sfida Clodovaldo Ruffato, Ncd, presidente del consiglio regionale.
«Noi vogliamo riproporre l’attuale coalizione. Ma se la Lega con cui ci dobbiamo alleare è quella di Salvini, meglio lasciar perdere e andare con Forza Italia».
Facile a dirsi. Tra i forzisti regna il caos più assoluto.
Due diversi gruppi consiliari e, di fatto, nessun referente politico regionale.
Quello storico, Giancarlo Galan, è in carcere.
Il suo delfino, Renato Chisso, è ai domiciliari.
«Non si capisce più chi si occupa delle alleanze» ammette sconsolato il capogruppo Leonardo Padrin. «Fosse per me – sbotta – romperei subito l’alleanza con la Lega e proporrei un nostro candidato».
Girano addirittura due nomi: Renato Brunetta ed Elisabetta Gardini, ma per ora è fantapolitica.
Tra i più navigati politici locali del centrodestra si fa però strada un altro scenario, che non dispiacerebbe nè a Tosi nè a Salvini.
Via i simboli di FI e Ncd dalla coalizione pro-Zaia, ma dentro i candidati.
«Se offrissimo le nostre liste civiche come scialuppa – confida un leghista vicino al sindaco di Verona -, ci sarebbe la fuga da Forza Italia e da Ncd. Riusciremmo a svuotarli».
La Moretti, seduta sulle rive del Piave, attende.
Marco Bresolin
(da “La Stampa”)
argomento: LegaNord | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile IL PRESIDENTE DEL VENETO AFFIDA I POTERI DI CONTROLLO A UN DIRIGENTE FINITO AGLI ARRESTI…. UN ALTRO SOTTO INCHIESTA VA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI
Solo a dirlo sembra un paradosso. E invece è scritto nero su bianco su una delibera firmata dal
governatore del Veneto Luca Zaia lo scorso 29 dicembre 2014: Lucio Fadelli, arrestato nel 2012, poi scarcerato, e oggi in attesa di essere processato dal tribunale di Venezia per turbativa d’asta, andrà all’Anticorruzione della Regione Veneto, con l’incarico di dirigere il settore Analisi e sistemi di monitoraggio.
A oggi resta indagato, ovviamente, e sarà in buona compagnia anche tra i corridoi di Palazzo Balbi. Perchè sempre a mezzo della medesima delibera, la numero 2426, infatti, anche Fabio Fior, già dirigente regionale fino all’arresto, scattato il 7 ottobre 2014 nell’ambito dell’operazione “Buondì”, riceverà una sorta di promozione.
Per lui la diregenza del settore Rapporti istituzionali, sezione Lavori Pubblici, nonostante si trovi oggi agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato, di falso, malversazione e abuso d’ufficio.
Lo stesso Fior che, quand’era a capo della sezione Tutela Ambiente, secondo gli inquirenti, cioè i pubblici ministeri Giorgio Gava e Sergio Dini rispettivamente delle Procure di Venezia e Padova, che hanno coordinato le indagini, “aveva partecipato alla costituzione di un consolidato sodalizio criminoso, che attraverso almeno cinque società differenti, e una fitta rete di prestanomi e soci, si sarebbe appropriato di circa un milioni di euro di finanziamenti pubblici”.
Non da solo. Assieme a lui, infatti, c’erano politici, imprenditori e funzionari, tra cui i due assessori Renato Chisso di Forza Italia, che ha già patteggiato, e Giancarlo Conta di Ncd, a sua volta indagato per abuso d’ufficio.
Fior, quindi, siederà sulla poltrona da dirigente con due processi all’orizzonte: uno al tribunale di Venezia e un altro a Padova.
Misteri del garantismo
Discorso simile per Fadelli, dirigente dell’Anticorruzione, sempre su decisione del governatore Zaia, come riportato dalla delibera, che non è ancora stata pubblicata sul sito della Regione Veneto.
Per gli inquirenti, infatti, ai tempi del suo incarico presso la Ragioneria generale e Tributi, il neo direttore del settore Analisi e sistemi di monitoraggio avrebbe concordato, con la società padovana Engineering, l’assegnazione dell’appalto per la riscossione del bollo auto alla società piemontese Gec, che si era già aggiudicata la medesima gara sia in Piemonte, sia in Campania.
Detto altrimenti: turbativa d’asta.
Sul suo caso la Procura non si è ancora espressa, tuttavia dopo essere stato scarcerato dal Tribunale del riesame, Fadelli è tornato in Regione, dove ora occuperà una nuova poltrona.
Annalisa Dall’Oca e Emiliano Liuzzi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: LegaNord | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile SFILATA DI MINISTRI E TANTI BEI DISCORSI, MA NESSUNO AVEVA PREVISTO LA TRADUZIONE
Un evento “very bello”, che aprirà l’Italia al mondo e il mondo all’Italia.
A patto che “quelli del mondo” sappiano l’italiano.
Perchè al primo banco di prova, quello di “Idee di Expo”, andato in scena all’hangar Bicocca con tanto di sfilata di ministri e discorso “very felix” del nostro primo ministro, solo gli italiani hanno potuto testare la validità delle idee e delle suggestioni messe in campo.
Chi sprovvisto di rudimenti di italico idioma, come, per esempio, le tantissime delegazioni provenienti da ogni angolo del globo, si è dovuto limitare a guardarsi intorno e a respirare l’aria dell’evento.
Perchè, molto banalmente, mancava qualunque tipo di materiale in inglese ma, soprattutto, nessuno aveva pensato di mettere in piedi un servizio di traduzione simultanea.
Il Corriere della Sera ha raccolto lo sfogo di Rezina Ahmed, console generale del Bangladesh: “Nessuna traduzione. Niente cuffie. Nulla. Nemmeno un programma con i titoli delle conferenze. Possibile? Torno a mani vuote, senza poter riferire nemmeno a grandi linee i contenuti di questa giornata. Sono stata invitata a questo evento, come altri ospiti internazionali che non parlano italiano, eppure arrivata qui scopro che non è previsto alcun tipo di servizio di interpretariato. Abbiamo chiesto dove trovare gli auricolari per seguire la traduzione simultanea, hanno risposto che questo servizio non è disponibile. Abbiamo chiesto almeno il programma della giornata in inglese, hanno risposto che era stato preparato soltanto in italiano”.
L’importante è che Renzi minacci le maestranze della Scala per il 1 maggio…
(da “Huffingtonpost“)
argomento: denuncia | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile “CA NISCIUN E’ FESS. QUANDO L’HANNO CONTESTATO A NAPOLI GLI E’ ANDATA PURE BENE”
«Ca nisciun è fess!». Così Nino D’Angelo si è scagliato contro Matteo Salvini. 
Da alcuni giorni, infatti, il nuovo spot elettorale della Lega per il movimento pro-Sud «Noi con Salvini» è stato messo online e Nino D’Angelo afferma su fb: «Non li ho autorizzati a usare la mia musica».
Il brano in questione è «Jamme Ja» cantato da Nino D’Angelo e Maria Nazionale e presentato nel Sanremo del 2010.
Sulle contestazioni a Matteo Salvini quando venne a Napoli: «L’hanno trattato pure bene. Sono contro la violenza. Ma chi si mette a cantare ‘Vesuvio lavali col fuocò, beh, è stato anche fortunato. Gli è andata pure bene. Per una vita hanno detto Roma ladrona, ma un pò ladroni sono pure loro».
«Salvini e i suoi seguaci stanno già calando negli ultimi sondaggi – dicono Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della radiazza – pensavano di potersi appropriare del testo e delle musiche di Nino D’Angelo ma adesso dovranno eliminarle dai loro spot altrimenti potrebbero beccarsi anche una denuncia. Non basta aggregare qualche vecchio politicante meridionale e degli estremisti esaltati per entrare nel cuore del sud. La furbizia leghista sta venendo a galla».
(da “il Messaggero”)
argomento: denuncia | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile E INVECE CHE CHIEDERE SCUSA: “VENITE QUI INVECE DI INSEGUIRE I RAPINATORI”
Trovare il condominio della festa non era stato complicato per i quattro agenti mandati dalla questura e dal commissariato Città Studi.
Intanto perchè quell’intero primo piano del palazzo lastricato di marmi in stile ventennio, a pochi passi da Porta Venezia, era tutto illuminato.
E poi, come zelantemente annotano i poliziotti “la musica era effettivamente percepibile dalla strada”.
Anche alle 23.50 di venerdì, ora delle chiamate dei vicini di casa esausti.
La sorpresa arriva quando sul citofono compare il nome del padrone di casa, confermato da un ospite che si stava allontanando: Ignazio La Russa, l’ex ministro della Difesa in persona, uno che con le divise ha avuto non remota dimestichezza.
E invece: “Addirittura hanno mandato due volanti per una festa, mentre sulle rapine non ne mandano nemmeno una!”.
Non esattamente un benvenuto, mentre uno degli agenti scrive.
E ancora: “Voi non dovevate venire a casa mia. Sicuramente vi ha mandato qualche zecca comunista!”
Non è la prima volta che il 67enne deputato e fondatore di Fratelli d’Italia arriva a battibeccare coi poliziotti di via Fatebenefratelli.
Ma erano state scaramucce da manifestazione di piazza, da banchetto elettorale, da autorizzazione chiesta magari ad alta voce (“E con arroganza “, mormorava più di un sindacalista ieri mattina in questura, dove l’episodio è stato a lungo commentato). Niente però a che vedere con gli scontri dei ruggenti e violenti Settanta, quando La Russa era leader del Fronte Gioventù milanese, o con le liti e le risse della vita politica adulta: quelle dello scorso dicembre in Transatlantico con i deputati Zaccagnini e Rizzetto, gli spintoni e gli schiaffi coi giornalisti di Annozero, la zuffa con Maria Teresa Cannizzaro del 2005 a Messina, e quella volta si finì in centrale a verbalizzare.
Di inviti ad abbassare il volume su richiesta dei condomini, soprattutto nel weekend, i poliziotti ne fanno a decine, ma all’onorevole La Russa è parso particolarmente sgradito: “La gente non può dire niente – li fulmina – perchè non sono le due di notte, oggi è venerdì sera e quindi domani è festivo e se a qualcuno dà fastidio la musica, per stasera se l’ascolta!”.
Insistono, gli agenti, fanno notare che nella via non ci sono locali, che il quartiere è residenziale. E che, in fondo, da quando avevano bussato loro la musica si era effettivamente abbassata.
Niente, l’ex ministro è irremovibile: “Io il volume della musica l’ho appena abbassato perchè dovevamo fare uscire la torta, ma più tardi probabilmente lo rialzerò”. Un’ultima raccomandazione, e la promessa di tornare a bussare a ogni lamentela dei vicini. “Non mi interessa se ritornate di nuovo qui – è il commiato di La Russa – perchè come ritornate ve ne andate di nuovo. Tanto, male che vada mi prendo un denuncia”.
Finisce coi quattro agenti di nuovo sul marciapiede, con l’orecchio teso e il taccuino in mano.
“Passati alcuni minuti – scrivono – si constatava che il volume della musica era stato abbassato, pertanto si riprendeva regolare servizio”.
Massimo Pisa
(da “la Repubblica”)
argomento: Costume | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile FLOP DI SALVINI A PALERMO: LA POLIZIA ITALIANA COSTRETTA A PROTEGGERE IL PROVOCATORE DELLA “PADAGNA DEL MAGNA MAGNA”
Oltre trecento persone hanno protestato in via Roma a Palermo, a poca distanza dall’Hotel Delle Palme,
dove il leader della Lega, Matteo Salvini, ha incontrato i supporter siciliani del suo movimento.
Davanti all’hotel schierati diversi autoblindo dei carabinieri e della polizia.
I manifestanti gridano slogan basati su “l’orgoglio terrone”.
Si è tradotto in un vero e proprio flop lo sbarco di oggi della Lega a Palermo: determinata e partecipata, infatti, la contestazione messa in atto ai danni del segretario nazionale della Lega Nord Matteo Salvini giunto in città per incontrare pubblicamente i suoi pochi supporters politici all’interno della sala conferenza dell’Hotel delle Palme blindato.
Già sin dalle 14.00 in centinaia erano i contestatori davanti all’hotel per manifestare il proprio dissenso alla presenza del leader del Carroccio in Sicilia e l’indignazione verso i suoi pochi simpatizzanti accorsi all’incontro.
Cori, fischi e cartelli accolgono Salvini a Palermo e un lancio di uova è stato riservato per i suoi supporters che evidentemente hanno dimenticato tutti gli insulti rivolti al popolo meridionale da parte sua e di tutti gli afferenti al partito.
“Insulti il terrone ma poi gli chiedi il voto, coglione”, “Lega ladrona, Palermo non perdona”, “Salvini vattene”, “Ma quale novità ? Lega al Governo da 20 anni” queste alcune delle tante frasi scritte sui tanti cartelli dei manifestanti e che palesano il senso di forte rifiuto per questa presenza estranea.
Già nei giorni scorsi vi erano stati chiari segnali di quale atmosfera si sarebbe oggi respirata. Di come la città e la Sicilia in generale lo avrebbero accolto”.
La creazione di una pagina facebook ‘Orgoglio Terrone’ e la città tappezzata da manifesti e striscioni sono stati chiari segnali del sentimento di insofferenza e odio riservato al nuovo leader del partito sceso al Sud opportunisticamente per fare incetta di voti.
L’obiettivo che Salvini si è infatti preposto in questo tour in giro per l’Italia è quello di rendere nazionale il progetto ereditato dall’idea originaria del leader storico del partito, palese il tentativo della Lega di guadagnare un consenso mai avuto prima per farsi spazio nello scenario nazionale provando a inserirsi nelle lacune lasciate a destra da Forza Italia.
“Oggi abbiamo accolto adeguatamente – dicono i manifestanti – chi pensa di poter sfruttare la popolazione siciliana per gli interessi del proprio partito, chi pensa che con le solite passerelle si possa conquistare la fiducia collettiva. Con determinazione oggi abbiamo respinto al mittente le politiche antimeridionaliste e razziste della Lega Nord e siamo pronti a ripetere questi momenti quandunque se ne ri-presentasse l’occasione”.
(da “Sicilia Live”)
argomento: LegaNord | Commenta »
Febbraio 8th, 2015 Riccardo Fucile GIOCO DI SPONDA DELLE SORELLE D’ITALIA PER RIESUMARE LA CONSUETA DESTRA DEL CARRELLO DEI BOLLITI: LO CHEF E’ ALEMANNO, IL CATERING E’ DI SALVINI
“#UnNuovoInizio: riaggregare la destra in una nuova Alleanza per l’identità e la sovranità nazionale”.
E’ questo il titolo della manifestazione promossa da Prima l’Italia oggi alle ore 10.30 presso il Cinema Adriano di Roma.
Portavoce nazionale del movimento Prima l’Italia è la signora Alemanno: visitando il sito www.primalitalia.net. si nota infatti la presenza prevalente di Gianni Alemanno, anche attraverso la pubblicità del suo nuovo libro e di Fratelli d’Italia che di fatto appare il vero sponsor della manifestazione.
Il compito di illustrare i motivi dell’incontro paiono formalmente delegati alla signora Alemanno, probabilmente per evitare l’imbarazzo di una esposizione del marito, attualmente al centro delle ben note vicende giudiziarie.
Gli invitati a relazionarsi tra loro sono “i soliti noti” che hanno peraltro già avuto modo, oltre che di affossare la destra italiana, anche di esprimersi e confrontarsi negli ultimi due anni senza cavare un ragno da un buco, neanche gli pagassero il gettone di presenza.
Ma vediamo quali sono le basi contenutistiche su cui dovrebbe riaggregarsi la destra secondo quanto dichiarato dalla sua portavoce.
Primo concetto: “La destra è stata capace di vincere e governare, ma non ha mantenuto la sua identità ed ha perso molti consensi. Partiamo da tutti quelli che vogliono essere alternativi alla sinistra, che vogliono costruire progetti con i valori della destra, nazionale identitaria e sociale”.
Prima nostra osservazione: è mai venuto in mente a costoro che la “destra di governo” (nazionale e locale) abbia perso consensi perchè ha governato male? O perchè ha dimostrato di essere corrotta come gli altri? O perchè l’identità l’aveva persa da tempo producendo una classe dirigente tanto impresentabile quanto sensibile solo al potere?
O gli identitari vanno intesi per l’identità dei parenti da far assumere negli enti locali o sistemare le mogli nelle anticamere di qualche ministero?
E la socialità l’avete forse dimostrata votando le peggiori leggi che hanno favorito i grandi capitali e portato il Paese al servizio della Troika?
Come mai fino a che il Pdl era al governo (e alcuni di voi ministri) non avete mai denunciato le cose che ora invece segnalate come se foste scesi da Marte?
Ma andiamo avanti.
Secondo concetto: “Salvini dice cose di destra e fa bene a dirle. Salvini non ha una storia di destra, ma il dialogo con il leader leghista è possibile perchè, al di là dei punti di disaccordo, come il tema della nazione, dello Stato, dell’ identità e del Mezzogiorno, ci sono temi comuni: la critica all’euro, la critica all’ Europa tedesca e dei trattati che ci stanno stritolando, l’emergenza immigrazione. Dopo che AN ha governato per vent’anni con la Lega di Bossi, non si può chiudere la porta ad un dialogo propositivo con Matteo Salvini”.
Seconda nostra osservazione: Salvini non solo non è di destra ma non dice neanche cose di destra, rappresenta semplicemente la versione italiana di un partito razzista, antinazionale, corrotto nella sua classe dirigente, come da processi in corso.
Un partito che in molte altre nazioni sarebbe già stato sciolto.
Il primo compito di una destra sociale dovrebbe essere semmai quello di contestarli sotto i palchi di tutta Italia, altro che allearsi o lasciarlo fare alla sinistra.
La battaglia per uscire dall’euro serve in realtà solo per indicare un nemico al popolino che ha fame, vecchia tattica demagogica: perchè piuttosto questa presunta destra “sociale” non si fa portatrice di una bella legge che metta al muro i grandi evasori fiscali in Italia?
Con 150 milliardi di più in cassa, in pochi anni supereremmo l’economia tedesca, nonostante l’euro e la Bce.
E basta con la palla dell’identità : abbiamo lottato per decenni per l’Europa dei popoli e finiamo per reggere lo strascico al regime oligarchico di Putin? Ma che bella identità …
O dobbiamo combattere la finanza europea per favorire quella americana?
Andiamo ancora avanti nei concetti.
“Tra le forze in campo ci sarà Fratelli d’ Italia, che è l’ interlocutore privilegiato, ma non sarà l’ unico. Perchè lo scopo è ” rimettere insieme, aree, associazioni, movimenti e singole persone che sono in cerca di appartenenza o hanno smesso di fare politica”.
Tradotto: si cercano forse utili idioti che consentano a Fratelli d’Italia di arrivare al 4% per poi così vendersi meglio a Salvini e a Berlusconi e assicurarsi più poltrone possibili ?
Per fare cosa?
Ecco il modello indicato: “I tempi sono maturi, visto quanto sta accadendo in Europa con il successo del modello lepenista, identitario e sociale, che ha già raccolto il consenso di un quarto dei francesi, come il Front National di Marine Le Pen”.
Nostra osservazione: la strada italiana per una destra moderna sarebbe quindi quella di scimmiottare il Front national (che prenderà una facciata alle prossime presidenziali francesi, così crollerà l’ultimo loro mito) in quanto ha raggiunto il 25% di consensi.
Sottointeso: se non lo avesse raggiunto, forse non sarebbe neanche da considerare?
Che confusione mentale…
Ma dopo 60 anni state ancora a speculare su zingari e immigrati?
Leggetevi almeno la vecchia collezione di “Linea” dove Pino Rauti (quello vero, non il “suocero”) parlava già di geopolitica, flussi migratori, capacità di interpretare il mondo che stava cambiando e analizzava la “rottura” con la destra storica che aveva rappresentato il fascismo delle origini.
E prendeva le distanze da attempati razzisti antinazionali , dal “male americano” e dalla prassi della “pesca delle occasioni”.
Una nuova destra si costruisce nel tempo e con rotture coraggiose e spiazzanti sui temi della legalità , della corruzione, dell’evasione, della immigrazione, dei diritti civili, della solidarietà , del lavoro, della occupazione giovanile e femminile.
Una destra che parli di diritti, non solo di doveri.
Occorrono idee e anime incendiare, non sagrestani capaci solo di spegnere mestamente le candele dopo il vespro per poi accomodarsi alla tavola del self service di palazzo Grazioli destinato alla servitù.
Quello di via Bellerio l’hanno già chiuso per mancanza di personale, mi spiace per voi.
argomento: destra | Commenta »