Marzo 23rd, 2015 Riccardo Fucile
“SO QUALI POLITICI DI SINISTRA E DI FORZA ITALIA HANNO PRESO SOLDI DI TELEKOM SERBIA”
“Se dovesse succedere qualcosa a me o ai miei familiari, verrebbero consegnati e pubblicati in Italia
i numeri dei conti correnti svizzeri sui quali sono state depositate le somme delle tangenti dell’affare Telekom Serbia a favore di componenti di sinistra. Ma so anche storie di politici di Forza Italia”.
Il latitante Amedeo Matacena, ex parlamentare di FI, da Dubai entra a gamba tesa su una delle vicende più controverse degli ultimi 15 anni.
Fuggito negli Emirati Arabi da una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria (che ha portato all’arresto anche della moglie Chiara Rizzo e dell’ex ministro dell’Interno, Scajola), Matacena provoca un terremoto.
Lo fa prima con un’intervista all’Ansa che gli serve per lanciare messaggi, poi contattato su Skype dal Fatto, minaccia di fare i nomi dei politici che avrebbero intascato le mazzette e si scaglia con il parlamentare Davide Mattiello, componente della commissione antimafia che da mesi si sta battendo chiedendo al governo chiarezza sul perchè Matacena non rientra in Italia.
“Io mi domando per chi fa il ventriloquo — spiega il latitante — Perchè io devo capire. Se mi succede qualcosa ci saranno le condizioni perchè vengano consegnati i conti correnti svizzeri in cui sono stati incassate le tangenti di Telecom Serbia. So che quei numeri li hanno anche altre persone. A me li consegnò un broker amico mio che fece l’operazione per conto di tre soggetti della sinistra italiana di altissimo lignaggio”. Matacena fa capire di sapere molto di più di quanto è disposto a dire: “Questo broker è morto giovanissimo, non aveva neanche sessantanni quando fu colpito da uno strano infarto. Di altre morti strane io purtroppo ne ho già viste. Facevamo le vacanze nello stesso luogo quando, un anno dopo lo scandalo Telecom Serbia, mi consegno i numeri di quei conti correnti senza spiegarmi la storia delle tangenti”.
Matacena li ha conservati e al momento opportuno è disposto a tirarli fuori.
Getta ombre sull’impegno di Mattiello e lo collega alle confidenze ricevute dall’amico broker: “Se dice di essere preoccupato per la mia incolumità evidentemente qualcuno ha saputo dei conti correnti svizzeri”.
E mentre gli avvocati e la moglie del latitante prendono le distanze da Matacena sostenendo di non saperne nulla, l’ex parlamentare di Forza Italia ricorda che, stando “ai servizi segreti, questi soldi (diversi milioni di euro) sono stati portati in Svizzera con un aereo privato. Andate a chiedere a chi ha fatto le indagini”.
I nomi? “Si possono ricavare dalle indagini fatte a suo tempo. Cercate di capire perchè tante cose che riguardano la sinistra italiana sono state insabbiate nel corso degli anni. Non è successo niente nonostante fu istituita la commissione Mitrokin. Abbiamo avuto degli esponenti importanti della sinistra italiana, membri del Kgb che hanno fatto la spia in Italia, eppure non è mai stato aperto neanche un procedimento nei confronti di questa gente. So qual è la banca in cui sono state depositate le tangenti, ma al momento non lo rivelo. I servizi segreti sanno tutto. La cifra esatta della tangente non la dico ma è stata equamente divisa tra i tre politici della sinistra. Perchè ne parlo solo ora? Prima non c’erano problemi di incolumità . Ho tenuto quei numeri perchè avevo già una condizione difficile”.
Il componente dell’Antimafia Davide Mattiello non manda giù l’accusa di essere un ventriloquo.
“Di chi poi? — replica — Sono convinto che Amedeo Matacena abbia tante cose da dire. Che le dica. Personalmente non ho niente da difendere o da nascondere. Non è a me che spaventa dicendo quelle cose”.
E sull’affair Telecom Serbia: “Lui parla di conti in Svizzera — aggiunge Mattiello — Apprendiamo dal latitante Matacena che ci sarebbero tre conti di cui lui ha i numeri che riguardano delle tangenti. Benissimo, questa è una notizia criminis che va portata all’attenzione di una magistratura. Dal momento che il segreto bancario è da poco caduto, se è vero, la giustizia deve fare il suo corso. Se non è vero, è l’ennesimo comportamento intimidatorio di un uomo che, condannato per mafia, fa il latitante”. Il parlamentare Pd bacchetta anche il governo sui tentativi falliti per fare rientrare in Italia Matacena e fargli scontare la pena per mafia: “Penso che si potevano fare altre pressioni di natura politica per ottenere l’estradizione. Perchè questo non sia avvenuto è una domanda che rimane sul tavolo della commissione antimafia”.
Nel 2000 l’Italia e gli Emirati hanno sottoscritto la convenzione di Palermo sui crimini transnazionali che hanno a che fare con la criminalità organizzata.
“In quella convenzione c’è l’articolo 16 sull’estradizioni secondo cui, se non ci sono trattati specifici, si possono scambiare degli arrestati condannati in uno dei due paesi. Si sarebbe potuto fare appello a questa convenzione. Ma non è stato fatto”.
Lucio Musolino
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 23rd, 2015 Riccardo Fucile
IL PSOE NON HA ABBASTANZA SEGGI PER GOVERNARE DA SOLO…TRACOLLO DEL PARTIDO POPULAR, EXPLOIT DELLA NUOVA DESTRA DI CIUDADANOS
In Andalusia si conferma la storica egemonia del Partito socialista, ma in un quadro totalmente inedito.
Alle Regionali, infatti, fa irruzione Podemos, il partito degli “Indignados“, e in misura minore fa ingresso nella scena politica anche Ciudadanos, una sorta di “Podemos” di destra.
Gli exit poll di Tns per Canal Sur, alla chiusura dei seggi segnano la vittoria del Psoe, da 33 anni al governo della regione, ma con il peggiore risultato dal 1982, il 33,1% dei voti, rispetto al 39,5% del 2012, quando, pur essendo il secondo partito, ha governato in coalizione con Izquierda Unida.
Da 47 seggi scende a 44-41, rispetto ai 55 necessari per la maggioranza nel Parlamento andaluso: un risultato che obbliga la 40enne leader Susana Diaz a cercare alleanze, che potrebbero riproporsi anche nel resto del paese alle amministrative di maggio e alle politiche d’autunno.
Confermato il tracollo del Partido Popular, nel 2012 il partito più votato, con il 40,6% dei voti, scivolato ora al 26,9% (da 50 a 32-35 seggi), in una Camera andalusa molto più frammentata, con l’irruzione delle due nuove forze politiche.
Gli indignados di Podemos, con un exploit all’esordio sulla scena nazionale, conquistano il 17,5% (fra 19 e 22 seggi) mentre il partito centrista Ciudadanos, nato dieci anni fa in chiave unionista in Catalogna, si attesta come quarta forza politica, con l’8% dei voti (6-7 seggi), scalzando Izquierda Unida, che dall’11,3% dei suffragi si ferma al 7% (da 12 a 4 seggi).
Secondo molti analisti, quella di Susana Diaz è una vittoria a metà , dato che perde fra i 3 e i 6 seggi, rispetto ai 47 ottenuti dal predecessore Juan Antonio Grià±an tre anni fa. E potrebbe governare in minoranza solo se il PP, Podemos o Ciudadanos assieme a IU decidono di astenersi alla votazione alla Camera.
Bisognerà vedere se, come ha promesso in campagna elettorale, la leader socialista manterrà l’impegno elettorale di non scendere a patti nè con il PP nè con Podemos.
Il voto degli indecisi, quasi un terzo dell’elettorato, ha fatto la differenza, nella regione con il tasso record di disoccupazione del 34%, che supera il 60% fra i giovani. Per l’intera campagna, la candidata socialista ha fatto appello al malcontento per l’austerità e la disciplina fiscale imposta a livello nazionale dal governo del PP.
Ma l’appello alla mobilitazione e il voto di protesta è stato capitalizzato dalle nuove forze politiche, in particolare Podemos, in campo contro la ‘castà e la corruzione.
Le elezioni segnano la fine della tradizionale alternanza bipartitica fra Psoe e PP, che ha governato la Spagna nella storia della sua democrazia: se tre anni fa, in Andalusia Psoe e PP sommavano l’80% dei voti, oggi non superano il 60%.
La nuova tappa sarà segnata da alleanze inedite che, dal laboratorio andaluso potrebbero riprodursi a livello nazionale.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Marzo 23rd, 2015 Riccardo Fucile
ELETTI AL PRIMO TURNO 220 CANDIDATI UMP, 56 SOCIALISTI E SOLO 8 DEL FN…. E AI PROSSIMI BALLOTTAGGI SALKOZY ANNUNCIA: “NESSUN ACCORDO CON LA LE PEN”
Il partito neogollista dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, l’Ump, alleato con il partito di
centro Udi, ha bloccato l’avanzata dell’estrema destra del Front National in Francia, mentre i socialisti del presidente Hollande, al governo del paese, precipitano al terzo posto.
Secondo i dati quasi definitivi del voto dipartimentale di ieri l’Ump ha ottenuto il 29% dei voti, il Fn di Marine Le Pen il 25%, seguito dai socialisti con il 21,1%.
Secondo il ministero degli interni sono stati eletti al primo turno 220 candidati della destra, 56 candidati della sinistra, 8 del Front National e 6 di altre formazioni politiche.
L’astensione dalle urne ha toccato il 49,82% degli elettori.
Il Front National, che i sondaggi della vigilia davano favorito, si qualifica per il secondo turno in un cantone su due ma non ottiene l’exploit sperato.
La sinistra evita il crollo ma deve preoccuparsi di una pesante sconfitta, non soltanto nelle cifre ma anche politica.
Non è riuscita a compattarsi e lo score ipotetico del 36,2% se fosse unita (contro il 36,5% della destra) esiste soltanto sulla carta.
Il PS, che alle europee dell’anno scorso aveva raggiunto il minimo storico del 14%, ottiene il 21% ma le sue spaccature anche a livello locale con il Front de Gauche e con i Verdi (quasi spariti a livello nazionale, attorno al 2%) priveranno la gauche di un gran numero di seggi e presidenze di assemblee locali.
Sarkozy ha commentato: “Capisco l’esasperazione di chi ha votato per il Front National, ma questo partito non porterà alcuna soluzione ai problemi dei francesi anzi, al contrario, li aggraverà . Per quanto ci riguarda non ci sarà alcun accordo locale o nazionale con questo partito”.
Il Front National sarà presente comunque al secondo turno delle elezioni dipartimentali in oltre 1.100 cantoni, vale a dire oltre la metà del totale. In particolare l’estrema destra andrà al ballottaggio a due in 772 località , a tre in altre 297.
Il premier socialista ha invece definito “un errore morale e politico” la posizione dell’Ump, che esorterà gli elettori a non votare nè per il Front National di Marine Le Pen nè per i socialisti nel caso di uno scontro diretto fra i due partiti al secondo turno delle elezioni municipali in programma domenica prossima.
“Mi rammarico per la posizione di Nicolas Sarkozy e dell’Ump – ha detto il primo ministro, intervistato dalla radio Rtl – E’ un errore morale e politico. Quando si è trattato di scegliere tra un candidato repubblicano ed il Fn, non si deve esitare. La sinistra non esita”.
Valls aveva annunciato che in quelle circoscrizioni dove il candidato di sinistra non parteciperà al ballottaggio, il suo partito chiederà un voto contro il Fronte nazionale e quindi, in caso, anche per l’Ump.
Ma Sarkozy ha capito che una posizione autonoma paga elettoralmente: i risultati gli hanno dato ragione.
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