Dicembre 6th, 2015 Riccardo Fucile
IL SONDAGGIO DEM A MILANO DA’ SALA NETTAMENTE IN TESTA
Il Pd torna nelle strade, riscopre i volantini, i volontari e la mobilitazione.
E, dai duemila banchetti spuntati come funghi su e giù per l’Italia, prova a fermare l’ascesa dei 5 Stelle.
Il voto nelle città si avvicina e i dirigenti democratici prendono a bersaglio i sindaci pentastellati, accusandoli di inadeguatezza, demagogia, incapacità .
«Livorno non si merita un tale malgoverno» attacca Andrea Romano dalla città toscana, guidata da Filippo Nogarin e invasa nei giorni scorsi dai rifiuti.
E intanto l’Unità fa a pezzi la politica del M5S. A Civitavecchia è «bomba rifiuti», a Pomezia «interviene l’Anticorruzione» e via così, in un crescendo di titoli a effetto. Una precisa strategia, che rivela come il Pd non voglia ripetere l’errore di sottovalutazione commesso nel 2013 da Bersani.
Renzi ha capito che il rischio del sorpasso è concreto, soprattutto a Roma, e ha deciso di fare i conti per tempo con l’avversario più insidioso.
Anche per questo il Nazareno ha ideato la due giorni dell’orgoglio democratico, 2.113 banchetti e 30 mila volontari, ieri e oggi.
La Serracchiani – che ha rilanciato lo stop alle primarie per chi, come Bassolino, ha già fatto due mandati da sindaco – era a Pordenone e Rosato a Muggia (Trieste). Gentiloni, Poletti, Orfini e Zanda hanno scelto Roma.
A Milano, dove si sono fatti vedere Guerini e Martina e dove il Pd continua a litigare con Sel per le primarie – Pisapia media indicando come data per i gazebo il 28 febbraio – ha acceso speranze un sondaggio che gira ai piani alti del partito e vede i dem in vantaggio su centrodestra e M5S.
Quanto a notorietà Sala è avanti (53%) tra i possibili candidati del centrosinistra. Segue Majorino con il 43%, mentre resta indietro con il 17% la Balzani.
Nella classifica del gradimento Sala è in testa con il 30%, seguito da Majorino, Sallusti, Passera, Balzani (8%) e Bedori.
Sala raccoglierebbe anche un quarto di elettori del M5S, vincerebbe al primo turno e, al ballottaggio, la spunterebbe sia su Sallusti per il centrodestra che sulla Bedori dei 5 Stelle
Ma poichè tra i sondaggi e i risultati del voto c’è di mezzo il mare, Renzi ha chiesto ai suoi parlamentari di darsi da fare ai banchetti. La minoranza non si è sottratta. Speranza ha parlato a Potenza e Bersani, da Fiorenzuola d’Adda, ha auspicato che l’unità ritrovata non duri un paio di giorni soltanto: «Il Pd deve mostrare di essere un collettivo, dalle Alpi alla Sicilia». Cuperlo, dallo storico indirizzo della sinistra di via dei Giubbonari, a Roma, festeggia la «vitalità » di un partito che «esce dalle sedi, dai circoli, dalle sezioni, si confronta con i cittadini e ascolta le critiche».
È il tentativo di contrastare i 5 Stelle sul loro terreno, quello del contatto diretto con i cittadini. Se il M5S è «il contenitore ideale di ogni sfogo, delusione o incazzatura», come ha scritto Claudio Velardi sull’ Unità , il Pd deve intercettare lo scontento prima che si trasformi in un voto per Grillo
Da Rignano sull’Arno, Renzi ha declinato l’hashtag #Italiacoraggio! contro il terrorismo e a favore delle riforme: «Qualcuno vorrebbe chiuderci in casa, ma il Pd non ha paura». Lo stesso leitmotiv ha intonato la Boschi, la cui presenza a Ercolano ha creato la ressa e il ferimento di un anziano.
«C’è bisogno di coraggio, in un momento difficile – ha detto –. Dobbiamo stare uniti, nelle piazze, e rilanciare il Paese».
Per Forza Italia è solo una trovata per esorcizzare l’amara realtà , svelata dai dati Istat. Ma la numero due del governo tranquillizza: «Siamo tornati ad avere il segno più davanti al Pil».
Monica Guerzoni
(da “il Corriere della Sera”)
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Dicembre 6th, 2015 Riccardo Fucile
COSI’ ZIA E NIPOTE SPERANO NEL TRIONFO DEL FRONT NATIONAL (AL PRIMO TURNO)
Se stasera vittoria sarà per il Front National , almeno al primo turno delle regionali francesi, i
militanti dovranno ringraziare il duetto formato da Marine e Marion, emanazioni del patriarca, Jean-Marie Le Pen
Ma anche un’accoppiata improbabile: ruspante Marine Le Pen, con quel vocione che sembra il padre e le foto che la ritraggono mentre aspira un sigaro o svuota un bicchierone di birra; eterea Marion Marèchal le Pen, con la voce delicata e un fisico da mannequin («ma sotto un’apparenza dolce nasconde un carattere e una determinazione d’acciaio», dixit la zia e ha perfettamente ragione).
Le differenze sono pure di sostanza: laica e «moderna» Marine, cattolicissima e tradizionalista Marion.
La prima è la candidata a presidente nella regione del Nord (Nord-Pas-de-Calais e Picardia).
La seconda nel Sud, nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Sono date come superfavorite e da settimane stanno facendo da traino al partito. Entrambe sono passate dalla magione di Jean-Marie, il palazzotto antico sulle alture di Saint-Cloud (che lui ereditò da un imprenditore strambo, in condizioni ancora oggi oscure). Vi hanno trascorso molta della loro infanzia e adolescenza e anche oltre, in epoche diverse: Marine ha 47 anni, Marion quasi 26.
L’ascesa della zia
La prima ha vissuto lì gli alti e bassi dei genitori, compresa la fuga della mamma con l’amante e le foto della signora su Playboy per tirare su qualche soldo.
Con la sua corazza psicologica, ha resistito tutto sommato bene. Più tardi, studentessa universitaria, in seguito avvocato e poi dirigente del Front National, la chiamavano «la night-clubbeuse», perchè, appena poteva, scappava in discoteca, spesso con la sorella Yann.
Lei partorisce Marion nel 1989 e manco si sa chi sia il padre. Poi Yann si sposerà con Samuel Marèchal, che la riconoscerà .
Solo a tredici anni la ragazzina scoprirà le vere generalità del padre, che ha frequentato regolarmente (è morto nel frattempo). Da piccola Marion si ritrovava soprattutto da sola con il nonno nella magione, ad ascoltare in silenzio i suoi sproloqui. Con lui non ha mai rotto i ponti, neanche dopo la mediatica litigata di Jean-Marie con Marine.
Il gioco delle parti
Oggi le due donne sono il prodotto dei loro due distinti passati.
La «night-clubbeuse» dice di essere cattolica ma non praticante. Prende sempre posizione a favore della laicità ed è una repubblicana convinta.
Nel 2013 mai mise piede nelle manifestazioni contro il matrimonio gay. Anzi, il suo direttore di campagna attuale è Sèbastien Chenu, omosessuale dichiarato, nel passato anche attivista per i diritti dei gay.
Un altro dei suoi consiglieri, Julien Odoul, fece nudo nel 2009 la copertina della rivista gay Tetu, eletto migliore fisico dai lettori.
Marine Le Pen è priva di qualsiasi remora cattolica che le impedisca di dire che «il sistema penale senza la pena di morte non tiene».
Marion, invece, alle manifestazioni del 2013 si fece vedere, eccome. Lì si avvicinò ai cattolici più reazionari. Anche per quello è contraria alla pena di morte. Ha promesso, se sarà eletta, di eliminare i sussidi regionali ai centri di pianificazione familiare «perchè banalizzano l’aborto» (la zia l’ha subito criticata).
Marine si è presa un colpo anche quando Marion ha iniziato a esprimere simpatie monarchiche. E quando ha puntato il dito contro un progetto consolidato «per sostituire i francesi di origine con quelli musulmani in certi quartieri»: affermazioni liquidate da Marine come complottiste.
C’è chi dice che sia tutta una montatura. Più probabile, invece che la furba Marine sfrutti la bella Marion per captare un elettorato cattolico che di lei non si fida per niente.
Fino a che i nodi non verranno al pettine.
Leonardo Martinelli
(da “La Stampa”)
argomento: elezioni | Commenta »