Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
IL PROGETTO DEL COMUNE DI ROVERETO PER IL RECUPERO DEL BOSCO DELLA CITTA’
Perchè punire gli studenti indisciplinati con una sospensione inutile sia per i giovani che per le scuole?
Perchè non mandare il giovane discolo a zappare? Proprio così.
E’ questa l’idea che sta alla base del progetto del Comune di Rovereto in collaborazione con il Museo Civico e le scuole.
Lo racconta un articolo de Il Trentino.
L’assessore alle Politiche Sociali Mauro Previdi ha deciso di rendere riutilizzabile il Bosco della città , un ex vivaio in disuso. Ottomila metri quadrati sui quali coltivare ortaggi, frutta e collocare anche degli alveari.
Ma il progetto, scrive ancora il Trentino, prevede un lavoro di integrazione tra anziani e studenti. I primi che hanno già da tempo richiesto al Comune un numero maggiore di orti. Per quanto riguarda i secondi:
Non studenti qualsiasi. «Pensiamo di rivolgerci ai ragazzi che fanno fatica a stare a scuola, che hanno problemi di disciplina, i quali, anzichè essere sospesi, potrebbero lavorare qualche giorno nell’orto».
“I ragazzi problematici stanno aumentando notevolmente, ci dicono le scuole – ha spiegato la vicesindaca Cristina Azzolini, che ha anche una lunga carriera scolastica alle spalle, ricorda il Trentino – Le scuole ora non sempre riescono a trovare le risorse per dare delle risposte, a ragazzi che hanno bisogno di nuove motivazioni e non le trovano in classe. Molti istituti ci hanno posto questo problema”.
Il ragionamento fatto quindi dal Comune è questo:
Aumentare le sospensioni non serve più, e diventa una punizione in se stessa, con la quale le scuole non ottengono nulla, o addirittura peggiorano la situazione. […] Nel progetto parteciperebbe anche il Museo Civico, che potrebbe mettere a disposizione la casetta al Bosco della Città , dove tenere incontri formativi e di preparazione.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
“SINISTRA UNITA O FINISCE COME IN FRANCIA”
Un appello a tutta la coalizione e forse in particolare al Pd per tenere insieme il centrosinistra e
non “lasciare il campo alla destra populista“. Insomma: “Imparate dalla Francia“.
A scriverlo sono i tre sindaci “arancioni” di Milano, Genova e Cagliari, Giuliano Pisapia, Marco Doria e Massimo Zedda: tutti esponenti di sinistra, vicini in qualche modo a Sel, che hanno vinto le primarie (anche per le divisioni nel Pd, ma non solo) e poi le amministrative.
La loro lettera è stata pubblicata da Repubblica: “Le notizie che arrivano dalla Francia — spiegano — suonano come un ulteriore campanello d’allarme che deve farci riflettere e che impone, a chiunque possa, di fare qualcosa per impedire che la destra, il populismo e la paura vincano”.
Pisapia sta concludendo il suo mandato, ma non si ricandiderà e proprio le tensioni di queste settimane su data delle primarie e candidature stanno provocando problemi nell’alleanza Pd-Sel.
Anche Zedda finirà la legislatura nel 2016, ma si ricandiderà : non ci saranno primarie perchè il Pd ha intenzione di sostenerlo anche alle prossime amministrative.
Doria è l’unico che per il momento non ha il pensiero delle elezioni e tra l’altro in Liguria sarà forse la corsa più travagliata per il centrosinistra, soprattutto dopo la sconfitta delle Regionali.
Per i tre sindaci arancioni “il nostro Paese, malgrado le tante difficoltà , proseguono, sembrava stesse vivendo un accenno d’orgoglio e di ripresa. Ma già dopo gli attentati di Parigi, purtroppo, era diventato forte il rischio che si precipitasse nuovamente in una situazione di profonda preoccupazione. Oggi quell’apprensione si fa più forte”. “Per questo — aggiungono — noi, che governiamo le nostre città con un approccio ideale e non ideologico, pensiamo che in un momento così difficile e complesso sia necessario ritrovare quell’unità aperta e larga del centrosinistra che, sola, può ridare fiducia alle cittadine e ai cittadini italiani”.
E’ evidentemente un messaggio trasversale, che arriva fino a Palazzo Chigi, al segretario-presidente Matteo Renzi accusato di puntare al cosiddetto “partito della nazione”, che tagli le estreme.
Per Pisapia, Doria e Zedda “è indispensabile ripartire dalle forze politiche che, insieme al civismo autentico, compongono, in gran parte d’Italia, il centrosinistra e che, con differenze ma unità di intenti, hanno saputo vincere e governare. Quelle forze sono principalmente il Partito Democratico, perno e componente maggioritaria, e Sel“.
“Uno schema diverso — proseguono — rispetto a quello del governo nazionale, dove Sel è all’opposizione. Ma noi auspichiamo e lavoriamo affinchè questa fase sia un momento transitorio. A partire dai Comuni. L’obiettivo comune alle forze del centrosinistra non può che avere la prospettiva del superamento delle attuali divisioni e, per quanto più direttamente ci riguarda, il rafforzamento delle componenti della sinistra, sapendo e riuscendo a conquistare nuovi consensi”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
INTERVISTA A GIUSEPPE TATARELLA: “I PARTITI SONO SCATOLE VUOTE DI CONTENUTI, VOLTI SOLO A GARANTIRE UNA POLTRONA”…”IL CAMBIAMENTO DEVE AVVENIRE DAL BASSO E TRAMITE DEMOCRAZIA INTERNA, NESSUN LEADER”… “PRIMARIE, LEGALITA’ E MERITO I PUNTI DA CUI RIPARTIRE”… SABATO A ROMA LA NUOVA INIZIATIVA UNDER 30
Sabato prossimo prende le mosse a Roma un’iniziativa che si è sviluppata nel corso degli ultimi mesi attraverso un serrato confronto sul web e che troverà un primo sbocco in questo incontro.
Ne parliamo con uno dei promotori, l’avv. Giuseppe Tatarella, classe 1985, famiglia che ha segnato la storia della destra italiana.
Avvocato, lei ha promosso il gruppo “Rottamiamo il centrodestra”, ambiente che peraltro conosce bene. Avete intenzione di salire anche voi a bordo di una ruspa?
Assolutamente no. Tecnicamente le ruspe demoliscono, la rottamazione prevede la sostituzione di veicoli mal funzionanti con veicoli nuovi e a norma per viaggiare meglio.
Ci sintetizza le ragioni per cui questo centrodestra va rottamato?
È un ciclo ventennale che sta giungendo al termine. I partiti sono scatole vuote di contenuti e classe dirigente. Sono diventati uno strumento per continuare a gestire piccolo potere finalizzato alla rielezione di parlamentari ed eletti che non hanno più nulla da dire. Basta guardare al rapporto con il governo e alle battaglie che vengono cavalcate quotidianamente. Ormai il centrodestra ha lasciato il ruolo di opposizione al M5S e non ambisce neanche più a governare.
La vostra è una rottura anche generazionale?
Non c’è una rottura generazionale, ma intergenerazionale promossa da persone che non si riconoscono più in questo centrodestra e si impegnano per cambiarlo dal basso partendo dai contenuti e dalle regole.
Ci permetta, non siete a primi a indicare questa strada, altri hanno fallito: su che basi vi proponete di operare il cambiamento?
È vero, altri hanno ci hanno provato senza riuscirci. Tutti i tentativi, seppur nobili, hanno fallito perchè erano posti dall’interno di un partito. Questi sono tutti di stampo leaderistico, quindi molto difficili da cambiare perchè privi di democrazia interna. Per questo è il centrodestra tutto a dover essere rottamato. È il piccolo sistema di potere che lo tiene in ostaggio per fini elettivi che va rimosso. Le basi su cui ci poniamo per portare un cambiamento sono quelle delle regole democratiche. Pensiamo alle primarie innanzitutto.
Tre ambienti diversi che, in tempi distinti, si sono proposti come alternativi a questo centrodestra: Fratelli d’Italia, Conservatori e Riformisti e Azione nazionale. Che contraddizioni trovate in loro ?
In realtà sono quattro, se aggiungiamo Ncd. Tutte queste realtà hanno un comun denominatore: sono pezzi di classe dirigente che provano a staccarsi dalla casa madre per salvare decine di seggi e per mantenere o giungere a posizioni di governo.
Il ciclo di Forza Italia è finito?
No. Forza Italia finirà quando Berlusconi non esisterà più politicamente. È un fenomeno politico che nasce e muore con lui.
Come vi ponete di fronte alla ruspa leghista?
Distinti e distanti. Salvini non è un personaggio credibile, riesce a cavalcare benissimo i mal di pancia degli italiani, ma senza fare alcuna proposta concreta e ridicolizzando quotidianamente le Istituzioni. Non vanno al contrario ridicolizzati alcuni temi di cui le forze populiste in Italia e in Europa si sono appropriati. Identita’, sovranita’ e multiculturalismo rappresentano temi dirimenti rispetto ai quali un centrodestra moderno ha il dovere di fornire risposte serie.
Parliamo di voi: che esperienze si troveranno a confronto sabato a Roma? Di che provenienza politica e geografica? Di che età ?
Ci saranno donne e uomini provenienti da diverse estrazioni politiche. Tante sigle e movimenti civici. L’idea è quella di creare una rete in cui possano convergere le intelligenze e le capacità inespresse che ci sono negli attuali partiti politici o nei movimenti civici. Per non parlare dei blogger e delle libere testate sul web che svolgono faticosamente un lavoro prezioso. Oggettivamente la fascia generazionale è under trenta, ma sarebbe infantile limitare l’accesso a quella generazione. Tutti possono e devono partecipare, sopratutto chi porta in dote un bagaglio di esperienze.
Che percorso prevedete e in che tempi? Pensate di partire con regole interne?
Prevediamo un percorso dal basso articolato in diversi step. A destra c’è una forte esigenza di costruire regole chiare e trasparenti. Di ripristinare democrazia interna e meritocrazia. Certamente uno dei temi che è quello dell’organizzazione di cui ci dovremo dotare, ma penso anche alla comunicazione e all’auto finanziamento che dovremo attivare.
Che forma partecipativa e organizzativa pensate di mettere a punto?
Questo lo decideremo insieme, ma posso permettermi di dire che dovrà essere il più partecipativa ed inclusiva possibile. Tutti coloro che decideremo di intraprendere questo percorso dovranno essere alla pari nella costruzione del movimento.
Mi pare di capire che il programma nascerà proprio dal confronto interno: primarie, legalità e merito saranno delle priorità ?
Certamente. Le primarie sono la cartina di tornasole per rigenerare il centrodestra. La difesa della legalità e la pulizia interna sono le pietre tombali di questo centrodestra. Il merito dovrà essere il punto di forza del movimento. Cosa che a destra ormai non vediamo più da tempo immemore.
Non pensa che la destra italiana abbia sottovalutato l’importanza della presenza sul web, rinunciando a confrontarsi e discutere con la societa?
Penso che abbia perso la grande occasione, ma sappiamo bene che per anni l’elettore del centrodestra è stato abituato ad ascoltare alcune reti televisive e poche testate di area politica. Oggi con il web tutto è cambiato. L’elettore vuole partecipare, poter dire la sua e confrontarsi direttamente con i vertici della politica. C’e’ tanta voglia di tornare ad incontrarsi, di confrontarsi dal vivo,di fare politica sul territorio. E in questo campo l’associazionismo deve tornare a giocare un ruolo da protagonista. Il centrodestra non è stato in grado anche in questo caso di comprendere la propria base e adesso ne paga le conseguenze.
Per un giovane è pesante portare il suo cognome: c’è qualcosa in particolare cui non rinuncerebbe degli insegnamenti morali della sua famiglia?
Non è mai stato facile. A sedici anni di distanza la figura di Pinuccio Tatarella è ancora viva nel ricordo e nel dibattito politico. Da sempre è un faro per molti di noi, una stella che continuerà a brillare nel firmamento della politica. Fra i tanti non rinuncerei mai all’insegnamento dell’umiltà , perchè credo sia alla base della politica e del rapporto con persone che costituiscono una comunità .
Ci faccia un’ultima confidenza… il nostro blog è notoriamente poco conforme e spesso molto critico: pensate di rottamare anche noi o per ora ce la caviamo?
Nel movimento che vogliamo costruire abbiamo bisogno di impegno e voci libere come le vostre per poter arrivare a quante più persone possibili. Complimenti e buon lavoro
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Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
DIFENDE LA SUA MISE ALLA PRIMA DELLA SCALA, MA FORSE ERA MEGLIO NON PRECISASSE IL MOTIVO… E QUALCUNO IRONIZZA: “NESSUNO L’AVEVA AVVERTITA CHE VERDI ERA DA INTENDERSI COME COMPOSITORE, NON COME TEMA DELLA SERATA”
Daniela Santanchè difende la sua mise verdissima esibita ieri alla Prima della Scala, che di certo non è passata inosservata su giornali e social.
Raggiunta al telefono dall’Adnkronos, Daniela Santanchè spiega, a proposito dell’abito scelto per la “Giovanna d’Arco” che ha aperto la stagione lirica milanese, di un verde intenso tale da rubare la scena dei vip: “Non ci ho pensato molto. Diciamo che il nero e le paillettes non fanno per me. Io sono un’istintiva e un’impulsiva. Da tanti anni non andavo alla Scala e bisognava dare un segnale che non abbiamo paura di nessuno, tantomeno dell’Isis. In questo senso il verde richiama, naturalmente, Giuseppe Verdi, ma è anche il colore della speranza”.
Peccato però che, come fanno notare alcuni utenti sui social network, il verde sia considerato il colore sacro dell’Islam.
“Si noti che il verde è il colore dell’Islam. Chissà se Santanchè lo ha fatto apposta…”, scrive il giornalista Simone Spetia.
Le posizioni della Santanchè nei confronti della comunità islamica sono sempre state critiche, per questo l’accostamento fa sorridere molte persone su twitter. “Come lo spiego alla #Santanche che #Verdi era inteso come “compositore” e non come “tema della festa”?”, commenta poi un altro utente.
“Ho voluto affidarmi -aggiunge- ad un giovane stilista italiano, titolare della Ultrachic. Mi piaceva l’idea. Devo dire -concede la deputata- che l’unico altro abito che mi sia piaciuto è stato quello di Agnese Renzi: impeccabile e supersexy. Sul palco reale, Agnese era perfetta e -conclude Santanchè con espressione milanese doc- assolutamente giusta”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
BARBARA RICCIARDI TRA I CINQUANTA FINALISTI DEL GLOBAL TEACHER PRIZE
Barbara Riccardi ha 49 anni, è una maestra di Spinaceto ed è l’unica italiana tra i cinquanta
finalisti del Global teacher Prize, il “Nobel” per gli insegnanti (con in palio un milione di dollari).
La maestra ha accolto la candidatura con stupore e non ha idea di chi possa aver fatto il suo nome, anche se di certo alunni, insegnanti e genitori non hanno mai nascosto il loro apprezzamento per il suo modo di insegnare, che va oltre le regole e non si limita a “seguire il programma”.
Lei che ha dato vita a gemellaggi e scambi culturali con scuole francesi, che tra una lezione e un’altra è solita dedicare del tempo ad aiutare i bambini a risolvere i problemi della vita, facendoli sedere in circolo, per discutere e crescere insieme.
Lei che ha ideato una rivista online, un tg della scuola e un orto scolastico, sempre coinvolgendo i bambini.
Si legge sul Corriere:
“La docente italiana, scelta tra ottomila colleghi, ha 49 anni – di cui 26 passati a insegnare — grinta e competenza. E soprattutto tanto entusiasmo. Maestra di gioia di vivere, si riconosce una capacità non comune di «fare rete, costruire circoli virtuosi di collaborazione». A incominciare dai contatti con scuole francesi che sono sfociati in gemellaggi e scambi culturali: bambini, dalla prima elementare alla terza media, dell’Istituto comprensivo Frignani di Spinaceto, vengono ospitati durante l’anno da famiglie di coetanei di scuole parigine, che poi accolgono i compagni francesi in Italia. Lezioni di lingua e di vita, precedute da conversazioni via Skype, in cui si scambiano buone pratiche. Come le esperienze di sostegno per cui la scuola italiana è in vetta alle classifiche mondiali e che alla Frignani sono seguite con grande attenzione.
Non sarebbe per la Riccardi il primo riconoscimento: nel 2010 ha ricevuto una medaglia al merito dal presidente della Repubblica per aver organizzato campi estivi per bambini di famiglie senza mezzi.
Se dovesse farcela, sta volta, il premio le verrebbe conferito nel marzo 2016 “per la sua capacità nel creare legami tra studenti di diverse culture e Paesi, attraverso programmi di scambio e progetti di inclusione”.
Come userebbe il milione di dollari?
«Aprirei uno spazio polivalente, aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri».
E poi farebbe sistemare gli infissi e l’impianto di riscaldamento, doterebbe ogni classe di una Lim e la scuola del registro elettronico, che ancora non c’è.
(da “Huffingtonpost“)
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Dicembre 9th, 2015 Riccardo Fucile
GLI ALUNNI SFIDANO I GENITORI CHE CHIEDONO AIUTO A MATTARELLA
Contro la “Buona scuola” di Matteo Renzi e contro la preside “autoritaria e classista” da due settimane allo storico Liceo Virgilio di Roma si fa occupazione.
Le classi da 14 giorni non ospitano più le tradizionali lezioni, ma rassegne stampa, assemblee e testimonianze di personaggi noti.
Così come noti, sono molti dei cognomi degli studenti che frequentano l’Istituto.
Si legge su Repubblica:
Il Virgilio guida spesso le manifestazioni degli studenti medi e annovera storici figli di papà tra gli scioperanti. Il penultimo ciclo di autogestione vedeva, in prima fila, l’erede del vicepresidente della Camera Roberto Giachetti e Davide Bertinotti, nipote di Fausto, bocciato due volte, costretto a ritirarsi per i sette in condotta. A questo giro sono rimasti attivi il figlio di Gennaro Migliore e il figlio del presidente della Camera del Lavoro di Roma, Roberto Giordano.
Ma i genitori non sono molto contenti della svolta scolastica intrapresa dai loro figli. Una mamma ha scritto a Mattarella per chiedergli di “fermare questi ragazzi”, un altro padre preoccupato chiede che sua figlia “torni a studiare” e i rappresentanti dei genitori consigliano una via d’uscita onorevole dopo la lunga protesta: scrivete un comunicato, cessate l’occupazione e lasciate le aule pulite.
I ragazzi resistono, anche se la preside ha dichiarato irricevibili le loro proposte.
Hanno avanzato tredici richieste, gli occupanti.
Hanno chiesto che venga tolto l’impianto di videosorveglianza interno. Che il bar apra alle 7.40 “per evitare la calsca durante la colazione”.
Che si possa entrare in classe anche dopo le 8.10 e si metta mano a un edificio oggettivamente cadente.
(da “Huffingtonpost”)
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