Dicembre 11th, 2015 Riccardo Fucile
L’EFFETTO LE PEN FA PERDERE LO 0,5% A SALVINI… A MILANO SALA STRACCIA TUTTI GLI AVVERSARI
Giuseppe Sala, commissario di Expo, non avrebbe problemi a vincere le primarie del
centrosinistra per il sindaco di Milano, almeno stando al sondaggio di Ixè per Agorà . Anche nella’eventuale sfida per diventare primo cittadino non incontrerebbe grandi ostacoli.
In vista delle primarie del 7 febbraio, l’istituto Ixè ha immaginato una sfida tra Sala, la vicesindaco Francesca Balzani e l’assessore Pierfrancesco Majorino.
Se si votasse oggi, vincerebbe il commissario di Expo, con un consenso tra il 60 e 64 per cento. Molto più staccati Balzani
(forbice tra 21 per cento e 24 per cento) e Majorino (14 per cento-17 per cento).
La popolarità di Sala è confermata anche dal tasso di fiducia, stimato da Ixè al 63 per cento.
Tra i tanti nomi circolati di possibili candidati a sindaco di Milano (a sinistra come a destra), dietro Sala spicca Paolo Del Debbio con il 39 per cento. Matteo Salvini è al 33 per cento di fiducia, dietro Majorino (37 per cento) e Balzani (35 per cento).
Per quanto riguarda i partiti a livello nazionale, ecco l’esito del sondaggio: PD 33,1% (-0,2%), M5S 26,5% (-0,4%), Lega 14% (-0,5%), Forza Italia 11,4% (+0,6%), Sinistra Italiana 4,3% (-0,7%), FdI 4,2% (+0,6%), Area pop 3% (+0,4%).
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Dicembre 11th, 2015 Riccardo Fucile
IL RAPPORTO DEL DEBITO PUBBLICO: 160 MILIARDI IN DERIVATI COSTATI NEGLI ULTIMI 4 ANNI 16,9 MILIARDI, CON UNA PERDITA POTENZIALE DI OLTRE 40
Finalmente tutti coloro che vogliono sapere cosa sta succedendo al nostro debito pubblico sono
serviti: il primo rapporto sul debito pubblico italiano è online, sul sito del Ministero dell’Economia.
Lo ha scritto la direzione di Maria Cannata, ovvero colei che di quei 2.199 miliardi di debito sa tutto perchè lo gestisce da 15 anni.
Sa tutto anche della parte più opaca che riguarda i 160 miliardi in derivati, già costati all’erario negli ultimi 4 anni 16,9 miliardi, e con una perdita potenziale di oltre 40.
Peccato che a questo «bubbone» vengano dedicate solo 2 paginette, ma la cosa non stupisce dato che nessuno può vedere i contratti, neanche i parlamentari della Repubblica.
Eppure di cose da spiegare ce ne sarebbero, a partire dalla probabilità che il Tesoro, nei prossimi 5 anni, paghi 15 miliardi di quei 40.
Secondo i calcoli del Nens di Vincenzo Visco, la probabilità sarebbe del 95%. Inoltre grazie ai derivati la durata del debito pubblico è stata allungata di 80 giorni, e questo ci costerà , per ogni giorno in più, mezzo miliardo di euro.
Ne vale la pena? Non si sa, dato che il Tesoro si guarda bene dal rendere pubblici i contratti, nonostante il premier Renzi un anno fa avesse detto che sarebbero stati messi sul sito web del Tesoro.
Tornando alle due paginette, nonostante la stringatezza qualche informazione si riesce ad estrapolare, e riguarda le grandi banche, sopratutto estere, che hanno fatto derivati con lo Stato. Si legge: «La costante discesa dei tassi di mercato ha prodotto … le condizioni per l’attivazione di nuovi Irs a tasso fisso attraverso l’esercizio di opzioni in precedenza vendute dal Tesoro». Tradotto: le banche hanno esercitato clausole per cui il ribasso dei tassi non determinerà una minore spesa per interessi per lo Stato. Quindi anche se Draghi ha portato i tassi sotto zero noi continuiamo a pagare. Sarebbe bene sapere per quanti miliardi di debito pubblico, e per quanto tempo, abbiamo preso l’impegno a pagare tassi fissi più alti di quelli di mercato: 1, 10 o 100 miliardi?
Poco dopo si legge: «…Il contenimento dell’esposizione delle banche controparti è stato funzionale a massimizzare l’attività degli intermediari nelle aste del debito pubblico». Tradotto: le banche ci hanno chiesto di fare operazioni in derivati o ristrutturazioni per ridurre la loro esposizione al rischio-Italia, e noi le abbiamo assecondate, altrimenti non avrebbero comprato i nostri titoli di Stato. Quindi ci hanno preso per il collo, e paghiamo pure il “pizzino”, visto che dal 2014 i tassi sono sempre stati calanti e ora addirittura sono negativi?
Interessante la parte dedicata alle swaption: «…Si è intervenuti a rimodularne le condizioni e ad allungare la duration della posizione per il Tesoro, posponendo la data di esercizio dell’opzione, estendendo la scadenza dello swap sottostante e riducendo proporzionalmente il tasso fisso che il Tesoro verrebbe a pagare in caso di esercizio su un nozionale incrementato. Ciò si è sostanziato nel riacquisto della swaption originaria, finanziato con la vendita della nuova, con le caratteristiche di durata e di tasso menzionate». Arduo districarsi … il significato però dovrebbe essere: caro Tesoro, stai messo male con quel derivato, talmente male che ne devi fare un altro ancora peggiore, i cui danni si manifesteranno più in là nel tempo e intanto per quest’anno è tutto a posto.
Poi c’è il derivato su valute. Si legge che «costituiva la copertura di un titolo trentennale da 250 milioni di sterline inglesi e il Tesoro, trovandosi in posizione creditoria, ha incassato circa 75 milioni. … Per il titolo in sterline, viste le difficoltà del Tesoro nel porre in essere una nuova copertura e considerata la dimensione limitata del bond che sarebbe rimasto esposto alle fluttuazioni del cambio, si è preferito rinunciare temporaneamente a coprire l’esposizione in valuta». Per i comuni mortali ciò significa che abbiamo battuto cassa e ora siamo senza copertura sul rischio di cambio per 250 milioni di sterline. Visto che l’euro si è svalutato del 15% (come prevedibile effetto del Quantitative Easing), le perdite di oggi controbilanciano l’incasso dei 75 milioni del 2014? Chi lo sa!
Comunque Maria Cannata a modo suo e fra le righe, le cose le ha scritte.
Se poi un domani la Corte dei Conti o una Procura della Repubblica dovessero chiedere conto di tutte le carte per capire le ragioni per le quali sono state fatte operazioni dannose per lo Stato, potrà sempre dire: «Ma io la relazione l’ho inviata al Governo, alla commissione finanza, ai rami del Parlamento, se non hanno capito e non è stato posto rimedio, che c’entro?»
Milena Gabanelli
(da “il Corriere della Sera”)
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Dicembre 11th, 2015 Riccardo Fucile
DEFORMAZIONI, MALATTIE, MORTI: ORA UNA PERIZIA DEL TRIBUNALE STABILISCE IL NESSO CON LE EMISSIONI
Terremoto all’Eni. Per la prima volta una perizia medica ha messo in relazione le malformazioni dei bambini della città di Gela, che alcune statistiche indicano tra le più alte del mondo, con l’inquinamento ambientale provocato dalla raffineria dell’azienda di Stato controllata dal ministero dell’Economia.
Come si legge nell’inchiesta dell’Espresso, i periti, professori di fama nazionale e internazionale, hanno individuato una dozzina di casi “positivi”, bimbi e ragazzini che hanno visitato e studiato per due anni con deformazioni che hanno colpito gli organi genitali o i piedi, le mani o il midollo spinale, il cervello o la bocca.
«Il collegio della commissione tecnica d’ufficio all’unanimità » si legge in relazione a uno dei piccoli «si rammarica che – nell’ampio lasso di tempo intercorso tra l’allarme indicato dai primi studi condotti a Gela, le crescenti preoccupazioni sollevate dalla popolazione e dalla comunità scientifica e il presente – non sia mai stato condotto uno studio di elevata qualità per poter stabilire in modo definitivo la possibile esistenza della relazione causale tra sostanze chimiche prevalenti nel comune e alcune malformazioni. Ritiene che la possibilità che la spina bifida di Kimberly Scudera sia stata favorita dalla presenza nell’ambiente (aria, acqua, alimentazione) di sostanze chimiche prodotte dal polo industriale sia del tutto concreta, sia per effetto individuale che per effetto sinergico tra loro».
La perizia – che “l’Espresso” pubblica in esclusiva – è rivoluzionaria. Perchè il petrolchimico dell’Eni per la prima volta finisce ufficialmente sul banco degli imputati.
I consulenti dei giudici hanno depositato il loro parere scientifico lo scorso luglio nell’ambito di un procedimento civile che una ventina di famiglie hanno promosso contro l’Eni.
L’obiettivo principale era di ottenere risarcimenti economici e rimborso delle spese mediche per le piccole vittime dell’inquinamento, ma la causa si è conclusa con un nulla di fatto.
«Nonostante la perizia il colosso energetico non ha fatto alle 12 famiglie alcuna proposta economica», spiega Luigi Fontanella, l’avvocato dei genitori dei bambini. Tutti gli studi finora eseguiti», spiega invece l’Eni «non hanno fornito evidenze scientifiche apprezzabili circa la sussistenza di un nesso tra le patologie e l’impatto ambientale delle attività industriali del nostro stabilimento. Anche la consulenza tecnica d’ufficio del luglio 2015 mostra importanti limiti a livello metodologico, e soprattutto l’assenza di elementi scientificamente apprezzabili a sostegno delle valutazioni conclusive. Dunque non ci sono ulteriori mediazioni in corso nè ipotesi di risarcimento».
Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso”)
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Dicembre 11th, 2015 Riccardo Fucile
INDOTTI NON SOLO A VENDERE LE OBBLIGAZIONI, MA ANCHE AD ACQUISTARLE
Raccontano i giorni passati a vendere quelle obbligazioni e azioni che oggi hanno “inguaiato” tanti
risparmiatori delle quattro banche salvate dal governo.
Dell’ordine di “vendere”. Parlano con reticenza e con paura.
Chi parla chiede l’anonimato e confessa “abbiamo paura di ripercussioni personali, abbiamo anche paura di uscire dalla banca da soli, abbiamo paura di ritorsioni”.
Queste le voci, le parole, i racconti, che viaggiano via telefono, per mail, con messaggi Facebook di alcuni dipendenti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti.
Molti di loro sono da una parte e dall’altra della “barricata”: sono dipendenti ma sono anche, in quanto tali, sottoscrittori di azioni e obbligazioni. Che ora, come gli altri 130mila, si trovano ad aver perso dei soldi, perchè quei titoli sono stati azzerati.
Il loro coro si unisce a quello del Presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, Riccardo Maiarelli, che in una lettera aperta al premier Matteo Renzi attacca: “L’atteggiamento del governo, timoroso delle conseguenze negative che potessero generarsi a Bruxelles ha consigliato di ripiegare sul “salva-banche”. Con tutte le conseguenze che conosciamo, non solo per azionisti ed obbligazionisti, ma anche per un concreto rischio occupazionale (…) La schiena più dritta, il necessario coraggio nei confronti di Bruxelles e il doveroso rispetto nei confronti di azionisti e obbligazionisti avrebbe garantito tutt’altro epilogo”. Inoltre “non si consideri il decreto ‘salva-banche’ come la migliore soluzione possibile. Perchè non lo è. Per nulla. È solo quello che ci hanno imposto. Se il risarcimento delle fasce più deboli degli obbligazionisti fosse rappresentato da un ridicolo indennizzo, credo sarebbe più dignitoso per tutti risparmiarci questa ulteriore beffa”.
“Vendevamo di consueto obbligazioni subordinate — è la testimonianza di Paolo — negli anni passati non si dava peso che fossero ‘subordinate’, l’indicazione era di venderle”.
“Tutte le banche vendono questi strumenti ai clienti retail (ovvero ai piccoli risparmiatori non istituzionali; Ndr) anche nel corso di quest’anno e anche a clienti con profilo di rischio basso, perchè le obbligazioni subordinate che esistono sono quattro, che vanno dalle Tl1 alle Mp2 che sono delle obbligazioni che hanno rendimenti in linea commerciale e che sono retail”, chiarisce Alessandro, che fa il consulente in un’altra banca non tra quelle salvate, ma che ha il suocero che ha perso i propri risparmi in questa storia.
“A mio suocero — racconta – hanno azzerato un’obbligazione che scadeva nel 2016 con tasso 0,91 Banca Etruria, obbligazione che nel 2006 dava come tasso 4,25 lordo, nel periodo in cui i titoli di stato rendevano il 4,14. Quindi quel tasso fisso che ora sembra fuori mercato era normale all’epoca. Io faccio il consulente finanziario e capisco che in questa storia si vuole scaricare la colpa sui risparmiatori come fossero degli speculatori, mentre speculatori non sono. La colpa però non è nemmeno dei dipendenti delle quattro banche, che hanno messo loro stessi soldi nelle obbligazioni e ora si ritrovano senza risparmi. Se le avessero ritenute rischiose pensate che ci avrebbero investito?”.
“Ho visto andare in fumo i risparmi di tutta la mia famiglia e i miei, perchè io in quella banca ‘rinata’ ci lavoro da una vita — è il racconto di un’altra dipendente — In filiale abbiamo visto tanti, tantissimi, con storie tristissime, dal pensionato che ha perso tutto alle persone con difficoltà che non sanno che fare. Sono venuti da noi in filiale con rabbia. Anche noi dipendenti siamo arrabbiati e abbiamo anche paura di gesti estremi da parte delle persone”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 11th, 2015 Riccardo Fucile
ALTERATE LE GARE DI APPALTO PER 9 MILIONI DI EURO… IL BLITZ ALL’ALBA DEL NOE DEL CAPITANO ULTIMO
Mazzette per l’aggiudicazione di appalti all’interno di diverse basi dell’Aeronautica: otto le persone arrestate dai carabinieri del Comando Tutela per l’Ambiente, al termine di un’inchiesta – coordinata dalla procura di Velletri – su un’associazione per delinquere composta da militari, dipendenti civili della Difesa e imprenditori.
Il blitz dei militari del Noe del colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, è scattato all’alba, in collaborazione con il comando Carabinieri per l’Aeronautica militare e i comandi provinciali dell’Arma di Roma e Latina. Numerose le perquisizioni eseguite in diverse città .
Secondo gli inquirenti, l’operazione ha consentito di “disarticolare un sodalizio criminale composto da imprenditori e dipendenti civili e militari del 2/o Reparto Lavori Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino”.
Questi, attraverso quello che gli investigatori definiscono un “consolidato sistema corruttivo”, avrebbero “sistematicamente alterato le gare d’appalto, per un valore di quasi nove milioni di euro, bandite dall’ente ed inerenti la manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici adibiti a vari usi ubicati presso diverse installazioni dell’Aeronautica militare”.
(da agenzie)
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