Destra di Popolo.net

BERTOLASO VINCE L’OSCAR DELL’UMORISMO: “TOGLIERO’ I CASSONETTI, COSI’ I ROM NON ROVISTANO”

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

UN CANDIDATO IN BALIA DI SQUINTERNATI: TUTTI SI CONTENDONO LA RUSPA

Un’idea al giorno. Anzi, una ogni ora.
Guido Bertolaso è un fiume in piena, una fonte inesauribile di soluzioni ai problemi della Capitale. Da quando, il 12 febbraio, l’alleanza di centrodestra lo ha indicato come proprio candidato per le elezioni comunali di Roma — con Matteo Salvini che ci ha ripensato quasi subito — l’ex capo della Protezione Civile si è gettato a capofitto in campagna elettorale.
Cavalcando anche i temi più caldi della politica nazionale. Come quello delle unioni civili, sul quale l’ex braccio armato di Silvio Berlusconi in tema di appalti affidati in deroga, emergenze varie e Grandi Opere si è prodotto in una doppia giravolta nell’arco di una sola dichiarazione:
“Esiste l’obiezione di coscienza — ha premesso Bertolaso intervistato su Radio 2 durante Un giorno da pecora — da sindaco non celebrerei un’unione civile. Però sono favorevole alle unioni civili in linea di principio e non sono favorevole ai matrimoni gay, ma rispetto le vicende delle persone”.
Le idee sono chiare invece, almeno per ora, sulla stepchild adoption:   “Non mi piace proprio”.
Vacci a capire.
“A Renzi darei un 5 politico per i suoi due anni di governo”, ha detto ancora Bertolaso che al governo consiglierebbe “sicuramente una bella trasfusione e una bella dose di immunoglobuline servirebbero a rinforzarlo e a dargli la capacità  di avere più grinta per andare avanti”.
La stessa grinta che Bertolaso mette nella sua corsa al Campidoglio. Oggi, ad esempio, durante una visita ai mercatini gestiti dai roma alla Montagnola, in zona Eur, (giaccone blu d’ordinanza come ai bei tempi della Protezione Civile, ma senza lo stemma) è tornato a parlare dei nomadi: occorre evitare “che i figli dei rom, i bambini e spesso anche le donne vadano in giro, allo sbando in città , creando situazioni di illegalità , i piccoli borseggi, rovistare nei cassonetti, ma noi lo risolveremo togliendo i cassonetti. Andremo così a impedire una delle attività  più frequenti in tutta la città ”.
Peccato che nei cassonetti rovistino ormai migliaia di persone che hanno perso il lavoro e tanti anziani in difficoltà .
E se togli i cassonetti la spazzatura dove la portano? Sotto casa tua?
Ma non è finita: “Certo se creiamo nei loro Paesi condizioni diverse, forse in Italia ne vengono di meno“: ma quali Paesi, ha mai sentito parlare di “nomadi”?
Ma Bertolaso, uomo del fare, ha una soluzione anche per il decennale problema degli autobus che non passano, delle metro che ritardano e degli scioperi selvaggi che rendono difficile airomani usare i mezzi pubblici per muoversi in città .
“Trasporti pubblici? — twitta — Attenzione agli anziani, rimettere a posto quelli esistenti e far pagare a tutti il biglietto“. E’ così facile.
Come mai nessuno ci aveva mai pensato prima?

(da “Il Fatto Quotidiano“)

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CAPORALATO, IN 400.000 LAVORANO NEI CAMPI PER MENO DI 2,5 EURO L’ORA

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

STUDIO AMBROSETTI: DIECI VITTIME NEL 2015

Più di dodici ore di lavoro nei campi per un salario di 25-30 euro al giorno, meno di 2 euro e 50 l’ora.
È la situazione in cui lavorano in Italia 400 mila lavoratori sfruttati dal caporalato, stranieri nell’80% dei casi.
È quanto emerge da uno studio di The European House-Ambrosetti relativi al 2015, presentato al convegno di Assosomm-Associazione italiana delle agenzie per il lavoro ‘Attiviamo lavoro. Le potenzialità  del lavoro in somministrazione nel settore dell’agricoltura.
Gli oltre 80 distretti agricoli italiani in cui si pratica il caporalato vedono in 33 casi condizioni di lavoro “indecenti” e in 22 casi condizioni di lavoro “gravemente sfruttato” e sottraggono alle casse dello Stato circa 600 milioni di euro ogni anno.
Alla paga di chi lavora sotto caporali, pari alla metà  di quanto stabilito dai contratti nazionali, inoltre, devono essere sottratti i costi del trasporto, circa 5 euro, l’acquisto di acqua e cibo, l’affitto degli alloggi ed eventualmente l’acquisto di medicinali.
Infatti il 74% lavoratori impiegati sotto i caporali è malato e presenta disturbi che all’inizio della stagionalità  non si erano manifestati.
Le malattie riscontrate sono per lo più curabili con una semplice terapia antibiotica ma si cronicizzano in assenza di un medico a cui rivolgersi e di soldi per l’acquisto delle medicine.
Ad aggravare la situazione contribuisce poi il sovraccarico di lavoro, l’esposizione alle intemperie, l’assenza di accesso all’acqua corrente, che riguarda il 64% dei lavoratori, e ai servizi igienici, che riguarda il 62%.
Solo nell’estate 2015 lo studio stima che le vittime del caporalato sono state almeno 10.

(da “La Repubblica“)

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IL PRIMARIO DEL “SACCO”: “TANTE PRESSIONI PER FAR ENTRARE I PRIVATI, CI SIAMO DIFESI CON LE UNGHIE”

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

SANITA’ LOMBARDA: DIRIGENTI OSPEDALIERI PRESSANO MEDICI PER FAVORIRE STRUTTURE PRIVATE

“Ci siamo dovuti difendere con le unghie e coi denti”.
E’ quanto racconta Antonella Sparaco, primario del reparto di odontoiatria dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, dopo l’ennesimo scandalo che ha colpito la Sanità  lombarda con l’arresto, tra gli altri, del presidente della commissione Sanità  in regione, il leghista Fabio Rizzi, e dell’imprenditrice Paola Canegrati, che proprio nell’odontoiatria, secondo gli inquirenti, aveva costruito un business milionario grazie a una rete di contatti che dai vertici della politica regionale arrivava ai funzionari di molte aziende ospedaliere.
“In decenni di attività  — riferisce la dottoressa Sparaco — devo riconoscere che in più occasioni siamo stati avvicinati dai service privati che volevano subentrare al nostro posto; ma io e i miei colleghi abbiamo resistito”.
E senza fare nomi spiega: “Ho ancora memoria di quello che alcuni nostri amministratori passati mi venivano a dire. Mi caldeggiavano il subentro dei privati nella gestione del servizio di odontoiatria”.
Proprio come nelle carte dell’inchiesta ‘Smile’, che ha scoperchiato il sistema di tangenti, i privati bussavano alle porte dei dirigenti delle strutture ospedaliere.
“Le indicazioni — prosegue la Sparaco — giungevano da parte di direttori sanitari piuttosto che da direttori generali del passato, che formulavano una richiesta esplicita per permettere l’ingresso dei privati negli ambulatori di odontoiatria. I quali agiscono sulle alte sfere di un ospedale, che a loro volta provano a convincere i medici direttamente coinvolti. Io e diversi miei colleghi abbiamo resistito, ma tanti altri no. Ecco perchè negli anni — riferisce la Sparaco — almeno sei o sette professionisti li ho persi anch’io”.
Nell’ambulatorio della dottoressa Sparaco, difendere l’odontoiatria pubblica significa soprattutto occuparsi di “pazienti marginali: anziani, sieropositivi e persone affette da gravi patologie che difficilmente nelle strutture private troverebbero delle risposte ai loro bisogni.
“Si prenda il caso dei malati di Aids, che altrove vengono spesso mandati via”, denuncia la Sparaco, che lamenta le lunghe liste di attesa che l’ambulatorio è costretto a imporre ai pazienti.
E rilancia: “Speriamo che ora in Lombardia ci sia un cambio di rotta, noi siamo disponibili a crescere, ad accettare ancora più pazienti e a lavorare di più”

(da “il Fatto Quotidiano”)

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MARINO VERSO DUE PROCESSI: SCONTRINI E ONLUS

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

CHIUSE DUE INDAGINI: UNA LEGATA ALLE SPESE SOSTENUTE CON LA CARTA DI CREDITO DA SINDACO, L’ALTRA SUI COMPENSI ALLA SUA ASSOCIAZIONE

Cene a spese del Comune e assunzioni fittizie nella ong della quale era presidente. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino rischia due processi in altrettante inchieste aperte lo scorso anno dalla procura capitolina, che oggi ha fatto recapitare gli atti di chiusura indagini agli indagati.
Tra cui il chirurgo dem, sotto inchiesta per peculato e falso nel caso delle spese con carta di credito del Campidoglio, e truffa ai danni dell’Inps per quanto riguarda i posti di lavoro nella organizzazione non governativa.
Una doppia tegola giudiziaria proprio mentre l’ex primo cittadino sta decidendo se candidarsi o meno alle comunale della prossima primavera.
56 CENE SOSPETTE PER OLTRE 12 MILA EURO
A sentire le accuse degli inquirenti, sono 56 le cene sospette di Ignazio Marino tra luglio del 2013 e giugno del 2015, per complessivi 12.700 euro pagati con la carta di credito in dotazione al primo cittadino ma consumate, secondo gli inquirenti, “generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione, comunque la difformi della funzione di rappresentanza dell’ente”.
I ristoranti preferiti dall’allora sindaco erano a Roma, ma anche in altre città  come Milano, Genova, Firenze e Torino. Inoltre Marino, si legge nell’atto di chiusura indagini, avrebbe impartito “disposizioni al personale addetto alla sua segreteria affinchè formasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute per le cene, inserendovi indicazioni non veridiche tese ad accreditare la natura ‘istituzionale’ dell’evento, ed apponendo in calce alle stesse la sua firma”.
Stando alle accuse del pm Roberto Felici, responsabile dell’indagine, Marino avrebbe così indotto il personale della segreteria del Campidoglio a “redigere atti pubblici attestanti fatti non veri e recanti la sua sottoscrizione apocrifa”.
LE ASSUNZIONI FANTASMA DELLA ONG
Quattro, invece, gli indagati nel procedimento legato alla onlus ‘Imagine’ della quale Ignazio Marino era presidente.
La struttura, che si occupava di aiuti sanitari a Paesi in via di sviluppo, secondo i pm ha messo in atto delle assunzioni fittizie tra il 2012 e il 2014, con soggetti inesistenti truffando l’Inps.
Oltre a Marino, presidente della ong fino al luglio dl 2013, l’inchiesta vede indagati per truffa in concorso Carlo Pignatelli, Rosa Garofalo e Federico Serra.

(da agenzie)

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LUXURIA: “M5S PENOSI, HANNO TROVATO LA SCUSA PER NON VOTARE IL DDL CIRINNA'”

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

“DICEVANO DI VOLERE LE UNIONI CIVILI ALLA TEDESCA, HANNO FINITO PER FARE QUELLE ALLA VATICANA”

L’attivista per i diritti lgbt, Vladimir Luxuria, ha criticato ai microfoni di Radio Cusano Campus l’evoluzione legata al ddl Cirinnà : “Meglio un pezzo che oggi che tutto mai come dice Renzi? Intanto a pezzi siamo noi, sempre in mano a politici che tra voltafaccia, giochi di alleanza e tradimenti, decidono quali diritti concederci e quali diritti no. Sarebbe stato come se i neri d’America si fossero accontentati di una legge che stabilisse che potevano sì salire sull’autobus, ma che dovevano rimanere in piedi. Io credo che l’uguaglianza debba essere totale”.
“Siamo stufi — continua — di essere presi in giro e di veder svenduti i nostri diritti. Dicevano di volere le unioni civili alla tedesca, qui invece siamo davanti alle unioni civili alla vaticana. E siamo così sicuri che verrà  tolta soltanto la stepchild adoption? Io mi aspetto altre sorprese. Qui tra i due litiganti, Pd e Movimento Cinque Stelle, Angelino gode”.
Luxuria poi si scaglia contro il Movimento Cinque Stelle: “Mi ha molto delusa. In Italia c’era un’emergenza democratica legata ad una lacuna sui diritti civili che durava da trent’anni e loro hanno trovato la scusa della regola del supercanguro per non votarla — afferma -, dopo che venti minuti prima avevano dato il loro consenso. Per fortuna ora i sondaggi li vedono in calo. L’incoerenza dev’essere punita”
“L’anno scorso mi ricordo Airola — prosegue — che è venuto al Gay Village promettendo un sacco di cose, poi in venti minuti hanno cambiato idea. Penosi”

(da “il Fatto Quotidiano”)

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ELEZIONI ROMA, I PARERI DI QUATTRO SONDAGGISTI

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

WEBER DI IXE’, GHISLERI DI EUROMEDIA, NOTO DI IPR E KLAUS DAVI: “UNA SFIDA TRA CHI STA PEGGIO”

Roberto Weber (Ixe’): “Grillini al ballottaggio e Marchini farà  bene”
«Al momento dati non ci sono. Però, analizzando la situazione, ho la nettissima sensazione che il Movimento 5 Stelle possa raggiungere il ballottaggio a prescindere da chi candiderà . Il profilo del suo candidato, infatti, sarà  del tutto irrilevante. La mia opinione è che in questa fase i tradizionali portatori di consenso abbiano molte meno chance nel passato. Ormai i romani preferirebbero una competizione tra figure esterne alle forme di organizzazione della politica che abbiamo finora conosciuto. Per questo, pur nella confusione degli schieramenti, Alfio Marchini potrebbe avere possibilità  di fare bene. Per il resto, è tutto molto frastagliato, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, Forza Italia e il Pd non sono più quelli di una volta e secondo me non esercitano più una solida capacità  di attrazione. Interessante, sarà  capire quel che succederà  a sinistra del Pd. Ora c’è Fassina, poi forse ci sarà  Marino, ma comunque il progetto ha una cornice identitaria molto precisa che andrà  ad erodere sicuramente il consenso del Pd»
Ghisleri (Euromedia): «Centrodestra marginale se non cambia metodo»
«Siamo ancora in una fase iniziale della campagna elettorale perciò non abbiamo dati nè è possibile compiere analisi approfondite. E, quando ci saranno le condizioni per le prime rilevazioni, andando a studiare il consenso dei cittadini, di sicuro emergerà  la differenza di Roma rispetto alle altre città , sia per la sua dimensione, sia per tutto quello che ha sconvolto la città .
Al momento, dunque, non mi sono fatta un’idea su chi potrebbe andare al ballottaggio, e il bello di questo lavoro è lo stupirsi di fronte ai risultati. Logicamente, le due situazioni—snodo saranno l’esito della consultazione online dei 5 Stelle per decidere il candidato sindaco e il risultato delle primarie Pd. Quel che si nota, fin da subito, è la forte polverizzazione di quello che era il voto di centrodestra. Il quale, se rimane così la situazione, potrebbe essere destinato alla marginalità . Quindi o, tra i tre che sono attualmente schierati, ci sarà  un candidato in grado di emergere sugli altri, oppure diventerà  una difficile, dura lotta.
Antonio Noto (Ipr Marketing): «I grillini sono i più forti ma non ce la faranno»
Dati non ne ho, perciò è difficile fare una previsione sulle forze in campo. Lo scenario è in aperta evoluzione, il Pd non ha ancora un candidato e nel centrodestra c’è molta fibrillazione, con la corsa di Bertolaso che viene messa in discussione da Salvini. Dunque, quantomeno occorrerà  attendere l’esito delle primarie dei democratici. Gli schieramenti principali sono attraversati da profonde lacerazioni che rendono difficile prevedere qualsiasi cosa. Il centrodestra, come sappiamo, è diviso in tre. Il centrosinistra attualmente è diviso in due parti, che potrebbero diventare tre qualora Ignazio Marino, come lascia intendere, decidesse di candidarsi. Dunque, questa situazione potrebbe avvantaggiare il M5S, che ha uno status tutto suo. Innanzitutto è molto forte l’attrazione elettorale esercitata dal marchio. Sul responso finale, nessuna certezza. Considerando che M5S non fa alleanze, potrebbe anche risultare il primo partito a Roma ma non vincere le elezione. Oppure potrebbe esserci una sorpresa. Anche qui bisogna aspettare il candidato e la comunicazione elettorale che farà .
Klaus Davi (Massmediologo): “Nessuno vuole vincere, Roma è ingestibile”
«Roma? È tutto in balìa dell’irrazionalità . La situazione iniziale era che il Movimento 5 Stelle partiva avanti, ma ora mi pare che nessuno voglia vincere. Nessuno vuole prendere Roma, perchè la macchina è ingestibile, ci sono strutture in buona parte corrotte e al momento è molto difficile colmare i vuoti che si sono creati. Una volta governare Roma era l’anticamera del governo del Paese, oggi non mi pare sia così, vedo un fuggi-fuggi generale. Nel centrodestra, poi, la frammentazione è assurda. C’era Marchini che avrebbe potuto vincere, e lo dico sulla base di una considerazione oggettiva, indipendentemente da ciò che io possa pensare di lui. Non si capisce per quale motivo Giorgia Meloni non l’abbia voluto. Perchè è stato comunista? Figuriamoci! Chi, in Italia, non è stato qualcos’altro? Berlusconi è stato socialista, Bondi comunista. E allora? Assistiamo a quella che potrebbe essere definita una psicosi da harakiri, e tutto questo veleno in circolo nel centrodestra su Roma potrebbe avere le sue amare conseguenze, domani, anche nella formazione di un’alleanza per il governo nazionale.

(da “il Tempo“)

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“SE SALTA LA STEPCHILD ADOPTION E’ COLPA DI GRILLO E CASALEGGIO”: L’ACCUSA DI GAY CENTER

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

LA PROVOCAZIONE DEL PORTAVOCE MARRAZZO: “LA NOSTRA SOLIDARIETA’ AI PARLAMENTARI GRILLINI CHE NON POSSONO MAI DISSENTIRE DAGLI ORDINI”

“Ora se sarà  tolta la stepchild adoption la colpa sarà  principalmente di Grillo e Casaleggio”. E’ la reazione di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, alle dichiarazioni di Renzi in merito al ddl Cirinnà .
“La nostra solidarietà  — continua Marrazzo — ai parlamentari grillini che non possono mai dissentire. Spero lo facciano, hanno ancora poche ore. Se viene tolta la stepchild servirà  una grande mobilitazione pro adozioni che apra ai gay ma anche ai single. Sui bambini non si scherza nè con il no ai canguri nè con i no alla cicogna”.
Ugualmente preoccupati in merito gli esponenti del movimento Lgbt, che si rivolgono a   M5S e a Sel.
“Sul tema del voto di fiducia — fanno sapere — il movimento Lgbti italiano ribadisce il proprio dissenso, difendendo la linea parlamentare della legge sulle unioni civili. Le associazioni Lgbt hanno pertanto chiesto un incontro con il direttorio M5S. Anche Sel si è resa disponibile ad incontrare nelle prossime ore le associazioni. Un accordo di governo con mediazioni al ribasso equivale a uno svuotamento della legge e quindi diciamo chiaramente no!”.
Le associazioni Lgbti chiedono inoltre “alle forze politiche di mantenere gli impegni presi con gli elettori e con le persone Lgbti e di trovare le strade regolamentari per farlo. Se necessario tornando al voto degli emendamenti in aula del Senato subito. Qui le forze politiche ed i singoli senatori e senatrici si assumeranno la propria responsabilità . Non servono i proclami e giocare ad un ignobile scaricabarile; ognuno lavori per il risultato senza alibi. Avremo buona memoria”.
“Pertanto — continuano le associazioni Lgbt — facciamo appello perchè Pd M5S e Sel si incontrino nelle prossime ore per trovare un accordo politico che escluda il voto di fiducia. L’attuale legge è già  una mediazione e non sono accettabili altre mediazioni al ribasso, a partire dalla cancellazione della stepchild adoption, per questo saremo davanti al senato dal 24 febbraio alla ripresa dei lavori d’aula e confermiamo la manifestazione del 5 marzo a Roma invitando tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani a partecipare e la società  civile a mobilitarsi in queste ore”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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LA STRADA DEI DIRITTI: NON TUTTO E’ NEGOZIABILE

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

SI STA DISCUTENDO DI DIGNITA’ E IDENTITA’ DELLE PERSONE

La discussione sulle unioni civili avrebbe bisogno di limpidezza e di rispetto reciproco, invece d’essere posseduta da convenienze politiche, forzature ideologiche, intolleranze religiose.
Di fronte a noi è una grande questione di eguaglianza, di rispetto delle persone e dei loro diritti fondamentali, che non merita d’essere sbrigativamente declassata, perchè altre urgenze premono.
I diritti, dovremmo ormai averlo appreso, sono indivisibili, e quelli civili non sono un lusso, perchè riguardano libertà  e dignità  di ognuno.
Bisogna liberarsi dai continui depistaggi. La maternità  surrogata, vietata fin dal 2004, viene evocata per opporsi all’adozione dei figli del partner, penalizzando proprio quei bambini che si dice di voler tutelare e tornando così a quella penalizzazione dei figli nati fuori dal matrimonio eliminata dalla civile riforma del diritto di famiglia del 1975.
E si dovrebbe ricordare che la Costituzione parla della famiglia come società  “naturale” non per evitare qualsiasi accostamento alle unioni tra persone dello stesso sesso, ma per impedire interferenze da parte dello Stato in «una delle formazioni sociali alle quali la persona umana dà  liberamente vita», come disse Aldo Moro all’Assemblea costituente.
Altrimenti ricompare la stigmatizzazione dell’omosessualità , degli atti “contro natura”.
L’impegno del presidente del Consiglio per arrivare ad una disciplina delle unioni civili rispettosa di quello che la Corte costituzionale ha definito come un diritto fondamentale a vivere liberamente la condizione di coppia, si è via via impigliato nel prevalere delle preoccupazioni legate alla tenuta della maggioranza.
Il riconoscimento effettivo di diritti fondamentali viene così subordinato ad una esigenza propriamente politica che sta svuotando la portata della nuova legge.
E non si può dire che si cerchi di procedere con la cautela necessaria, data la delicatezza dell’argomento, perchè la cautela si è trasformata nel progressivo abbandono di una linea rigorosa, nel gioco delle concessioni verbali che tuttavia inquinano il senso della legge in punti significativi.
È indispensabile riprendere una strada coerente con il fatto che si sta discutendo di dignità  e identità  delle persone, dunque di una materia dove non tutto è negoziabile.
Il legislatore sta oscillando tra concessioni improprie e irrigidimenti ingiustificati. Una assai discutibile e discussa sentenza del 2010 della Corte costituzionale viene eretta a baluardo inespugnabile, che non consentirebbe neppure di adempiere a quel dovere positivo di riconoscimento pieno dei diritti delle coppie tra persone dello stesso sesso imposto all’Italia da una sentenza di condanna del 2015 della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Per sfuggire a questa responsabilità , più si va avanti più si delinea una situazione in cui il legislatore sta costruendo una sua gradita impotenza.
Non posso intervenire perchè avrei bisogno di una legge costituzionale. Non posso intervenire perchè devo ancora considerare il codice civile come un riferimento ineludibile. Non posso muovermi nel nuovo contesto costruito dai principi e dalle regole europee. Non posso intervenire perchè l’opportunità  politica variamente mascherata me lo preclude.
Nessuno di questi argomenti regge.
Nel 2013 la Corte di Cassazione ha detto esplicitamente che le scelte in questa materie sono affidate al legislatore ordinario. Ricostruire il principio di riferimento nel fatto che il codice civile parla ancora di diversità  di sesso nel matrimonio è un errore di grammatica giuridica perchè si dimentica che la Costituzione si pone in una posizione gerarchicamente superiore al codice civile e bisogna interpretare la Costituzione partendo dal principio di eguaglianza.
Proprio la forza di questo principio ha determinato un radicale cambiamento del sistema istituzionale europeo.
La Carta dei diritti fondamentali ha cancellato il requisito della diversità  di sesso sia per il matrimonio, sia per ogni altra forma di costituzione della famiglia, e ha ribadito con forza che non sono ammesse discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale. Se si guarda più a fondo nel nostro sistema, neppure l’accesso al matrimonio egualitario sarebbe precluso al legislatore ordinario.
In questo nuovo mondo, che pure le appartiene e nel quale ha liberamente deciso di stare, l’Italia è recalcitrante ad entrare.
E così conferma un ritardo culturale, che in altri tempi aveva vittoriosamente sconfitto, anche in occasioni difficili come quelle dell’approvazione delle leggi sul divorzio e dell’aborto, senza restare prigioniera delle preoccupazioni della Chiesa, che oggi tornano in maniera inquietante e inattesa.
Di nuovo lo sguardo si fa ristretto, la riflessione culturale si rattrappisce e non si riesce a dare il giusto rilievo al fatto, sottolineato con forza dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ormai la maggioranza dei Paesi del Consiglio d’Europa riconosce le unioni civili e che aumentano continuamente gli Stati dov’è riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso – Francia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Svezia, Norvegia, Svizzera, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica.
Strada che questi Paesi non percorrono con avventatezza, ma riflettendo con serietà , e che dovrebbero essere un riferimento per sfuggire alla superficialità  con la quale troppo spesso in Italia si affrontano questioni serie come quelle riguardanti le adozioni coparentali (stepchild adoption).
Tema, questo, che trascura del tutto le dinamiche degli affetti, la genitorialità  come costruzione sociale e che, a giudicare da alcuni improvvidi emendamenti al disegno di legge in discussione al Senato, rischia di lasciare bambine e bambini in un avvilente limbo, che di nuovo nega dignità  ed eguaglianza.
Ancora e sempre l’eguaglianza, che la Corte costituzionale non ha adeguatamente considerato in quella sentenza del 2010, la cui interpretazione dovrebbe essere seriamente riconsiderata a partire dal nuovo contesto istituzionale europeo.
Perchè no? Ricordiamo che, con una violazione clamorosa del principio di eguaglianza, nel 1961 la Corte costituzionale dichiarò legittima la discriminazione tra moglie e marito in materia di adulterio. La Corte si ravvide nel 1968, mostrando che l’eguaglianza e la vita non possono essere consegnate alla fissità  di una decisione.
Un legislatore, che sta costruendo la sua impotenza, dovrebbe piuttosto riflettere sulla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel 2015, ha ammesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Ferma restando la legittima manifestazione di ogni opinione, i giudici americani hanno affermato il loro dovere di sottrarre i diritti fondamentali alle «vicissitudini della politica».

Stefano Rodot�
(da “La Repubblica”)

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TASSE A LIVELLO EUROPEO? PAGHEREMMO 557 EURO IN MENO A TESTA

Febbraio 23rd, 2016 Riccardo Fucile

LO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE: I VANTAGGI DI UN SISTEMA FISCALE UNIFICATO

L’Italia soffre di troppa Europa o di troppo poca Europa?
I pareri sono divisi, ma l’ufficio studi della Cgia (gli artigiani) calcola che se in Italia ci fosse una tassazione a livello europeo, ciascuno di noi eviterebbe di girare allo Stato 557 euro all’anno, per un totale di 34 miliardi di euro.
La Cgia prende spunto dalla proposta italiana di istituire a livello europeo un Superministro delle Finanze per armonizzare anche i sistemi fiscali dei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica.
Nell’Eurozona, la pressione fiscale più elevata si riscontra in Francia: il peso complessivo di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali è pari al 48,1 per cento del Pil.
Seguono il Belgio, con il 47,3 per cento, la Finlandia, con il 43,9 per cento, l’Austria e, al quinto posto, l’Italia.
Nel 2014 (ultimo anno in cui è possibile effettuare la comparazione) la pressione fiscale nel nostro Paese è stata del 43,6 per cento del Pil.
La media dei 19 che utilizzano la moneta unica, invece, è al 41,5 per cento, cioè 2,1 punti in meno che da noi.
Se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea ogni italiano avrebbe risparmiato 557 euro nel 2014.
Facendo il confronto con la Germania si osserva che noi paghiamo 1.141 euro all’anno in più, rispetto agli olandesi 1.593 euro in più, rispetto agli spagnoli 2.389 euro in più degli spagnoli e rispetto agli irlandesi 3.531 euro in più.

Luigi Grassia
(da “La Stampa”)

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