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LA RAGGI SI SFOGA: “QUESTA VOLTA NON E’ COLPA MIA”

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

LA FAIDA INTERNA AL M5S ALL’ORIGINE DELLA RINUNCIA DI TUTINO … FICO AVEVA BOCCIATO LA SCELTA, MA E’ ANCHE ASSURDO CHE LA RAGGI SCELGA SEMPRE NOMI DISCUTIBILI

“Un altro assessore stritolato dalle faide interne ma questa volta non è colpa mia”.
Il messaggio che parte dall’ufficio capitolino della sindaca di Roma Virginia Raggi e diretto a Beppe Grillo, può riassumersi facilmente in questo modo.
E con gli stessi toni non si può escludere che tra i due ci sia stato uno scambio al telefono.
Il Movimento 5 Stelle torna a fare i conti con la realtà  e la gravità  della situazione impone a tutti il silenzio.
L’editto arriva da Grillo con un tweet dove “ringrazia di cuore tutti i portavoce M5S che non faranno nè dichiarazioni nè interviste su Roma nei prossimi giorni”.
Il caso del giorno è la rinuncia di Salvatore Tutino alla carica di assessore al bilancio. Per la terza volta quella poltrona salta.
Il suo nome era rimasto in cima alla lista per diversi giorni e sembrava ormai cosa fatta. Era il nome su cui la sindaca puntava e invece sono arrivati i soliti dubbi, contrarietà , messaggi in codice da diversi parlamentari tra cui Roberto Fico.
“Nessun veto ma Virginia ci ripensi”, il modo per dire che quel nome metteva in imbarazzo alcuni deputati come Alessandro Di Battista e Carla Ruocco che due anni fa avevano attaccato duramente Tutino, iscrivendolo nella lista della “casta”.
Dopo diverse settimane tenuto in stand by, il magistrato della Corte dei conti oggi ha detto “basta” e ha deciso di sfilarsi con dichiarazioni molto polemiche.
“Mi tiro indietro, sono da 20 giorni sulla graticola” e “lascio per il clima che c’è all’interno del partito che dovrebbe sostenere la giunta di Roma”.
Siluro contro le correnti e le faide che stanno bloccando il decollo dell’amministrazione capitolina, e invece parole di comprensione verso la sindaca perchè “il primo che si alza batte un colpo” e così “anche le persone animate da buone intenzioni, e serie come la Raggi, se non sono messe nelle migliori condizioni non possono fare molto”.
L’assessore mancato evidenzia “il conflitto politico fortissimo” tra gli esponenti nazionali pentastellati “che prescinde dall’incarico per cui avevamo già  parlato di staff e budget”.
E poi dichiarazioni che annunciavano “dossier su di me che sono diventato il capro espiatorio di una guerra tra loro”.
Guerra che a sentire Tutino è in pieno corso contro la Raggi, per invidie, timori che “possa crescere troppo a livello nazionale”.
Ora si ricomincia “ci sono altri due o tre nomi” fanno sapere dal Campidoglio. Salvatore Tutino era quello su cui la sindaca aveva scommesso se non fossero arrivate le frecce avvelenate che nelle ultime settimane avevano fatto saltare anche il suo predecessore, l’altro magistrato contabile Raffaele De Dominicis.
“Il nome ci sarà  a breve” promette Virginia Raggi
Frase già  sentita da settimane.

(da “Huffingtonpost”)

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NELLA CASERMA CINQUESTELLE, GRILLO FA SUONARE IL SILENZIO

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

“RINGRAZIO I PORTAVOCE CHE NON COMMENTERANNO LE VICENDE DI ROMA”

Tutti zitti, Grillo fa calare il silenzio su Roma.
Con un irrituale e significativo tweet, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha chiesto ai parlamentari di non commentare le vicende romane
“Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5S che non faranno nè dichiarazioni nè interviste su Roma nei prossimi giorni. Grazie di cuore a tutti”, ha scritto il fondatore del M5S nel giorno in cui è tramontato anche il nome di Salvatore Tutino per l’assessorato al Bilancio a Roma, assessorato che così rimane ancora vacante.
Grillo così prova a evitare che i contrasti e i dubbi di alcuni membri del Movimento finiscano sugli organi di stampa.
Dopo Italia 5 Stelle a Palermo l’intenzione del leader è quella di rilanciare l’immagine unitaria dei grillini.
In questo senso, dichiarazioni o inviti polemici come quello di Roberta Lombardi che pochi giorni fa aveva chiesto al sindaco di Roma Virginia Raggi di pubblicare “i pareri dell’Anac in suo possesso sulle nomine di Marra e Romeo”, sono da evitare.
A proposito di Tutino, “era solo una tra le persone che abbiamo visto, tra i possibili candidati. A breve avrete il nome”, ha detto Raggi lasciando la commissione istruzione del Senato.
“Richiamo di Grillo da buon padre di famiglia”. Ognuno sa cosa deve fare dei propri pensieri… Quello di Grillo è un modo per dire ‘andiamo avanti'”. Così la capogruppo 5 stelle alla Camera, Laura Castelli, risponde, a margine di una conferenza stampa a Montecitorio, a chi le chiede dell’invito di Grillo a non fare dichiarazioni su Roma.
Un richiamo insomma da “buon padre di famiglia” visto il suo ruolo “di garante del Movimento, da sempre”.
E rispetto alla situazione in Campidoglio, taglia corto: “Di Roma si occupa Virginia e credo lo stia facendo bene”.

(da agenzie)

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“IL NUOVO REGOLAMENTO M5S E’ L’ENNESIMA PAGLIACCIATA”: SERENELLA FUCKSIA ATTACCA LE NORME LANCIATE DA GRILLO

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

L’EX SENATRICE: “SI DICA DA CHI E’ FINANZIATO IL MOVIMENTO, COME SONO GESTITI I CONTI BANCARI, QUANTO SIANO FALSE LE RENDICONTAZIONI DEI PARLAMENTARI”… “PARLANO DI ETICA E DIRITTI, NON SAREBBERO CAPACI NEANCHE DI SCRIVERE UN REGOLAMENTO DI CONDOMINIO”

“Già  concepire un regolamento retroattivo è aberrante. Ma la verità  è che siamo di fronte all’ennesima inutile pagliacciata di un Movimento che è già  esploso. Grillo sta provando disperatamente a tenere insieme i pezzi, ha perso il bandolo della matassa”. Un giudizio durissimo quello della senatrice Serenella Fucksia – eletta con i cinquestelle ma poi espulsa a fine dicembre 2015 e passata al Gruppo Misto – sul nuovo regolamento del M5s che prevede nuove norme per sospendere o espellere i dissidenti.
Beppe Grillo, dopo essersi riconfermato capo del Movimento alla festa di Palermo, ha aperto oggi sul suo blog il voto agli iscritti sulle nuove regole.
Gli attivisti avranno un mese di tempo per votare tre quesiti, uno dei quali riguarda appunto le nuove sanzioni per chi deraglia.
La proposta del capo è quella di eliminare le espulsioni online, demandando la decisione a un collegio di probiviri (3 parlamentari proposti da Grillo e votati dalla Rete) e incaricando un comitato d’appello (altri tre, due nominati dagli iscritti e uno dal consiglio direttivo del M5s) di confermarla o annullarla. Si può scegliere, inoltre, se prolungare le sospensioni fino a due anni o, nei casi più gravi, a tempo indeterminato.
Un’ipotesi che bloccherebbe in ogni caso la ricandidatura del sindaco di Parma, al punto che il nuovo regolamento è già  stato ribattezzato “anti-Pizzarotti”.
Infine Grillo riserva per sè un “potere di grazia” finale: potrà  decidere se annullare le sanzioni o sottopore la “sentenza” al voto online.
“Vige la solita incompetenza, iprocrisia e cialtronaggine del M5s – attacca Fucksia –   È ridicolo che facciano campagne pro-Costituzione o si ergano a paladini del diritto quando non sono in grado nemmeno di avere il concetto di che cosa sia il diritto. Non potrebbero scrivere neanche un regolamento di condominio. È tutto strumentale, mediatico e ad personam. L’ennesima fuffa di una storia fondata sulle balle e che si concluderà  con le balle purtroppo. Molti sono ancora gli illusi, molti i disillusi e saranno sempre di più”.
E continua, prendendo a prestito il neologismo coniato dal giornalista Enrico Mentana:   “Il grillismo si è trasformato in grullismo e quelli che in Parlamento dovevano essere persone critiche e pensanti sono diventati analfabeti funzionali e ‘webeti’. Le uniche cose da notare in positivo sono le occasioni di ilarità  che il Movimento genera. Facciano invece finalmente trasparenza, si cominci a dire chi ha finanziato il M5s, come sono gestiti gli Iban per i grandi eventi, come sono utilizzati i fondi dei gruppi parlamentari, quanto siano farlocche le loro rendicontazioni”.
“Il marchio del Movimento è di proprietà  di Grillo – conclude la senatrice espulsa – e già  questo è antitetico alla democrazia. È un movimento eterodiretto, telecomandato. I gruppi di potere di Roma, Milano e Napoli, cercano di salvaguardare i loro spazi di potere, di nomina, in definitiva le poltrone. L’etica non ce l’ha più nessuno, quelli ancora in buona fede sono pochissimi. Il M5s è stato una grande opportunità , ma è già  naufragata”.

(da “La Repubblica“)

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DI PIETRO CONDANNATO A PAGARE 2,7 MILIONI DI EURO AL MOVIMENTO DI OCCHETTO E CHIESA

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

RIMBORSI ELETTORALI: L’EX PM AVEVA INCASSATO NEL 2004 LA QUOTA DESTINATA A “IL CANTIERE”, ALLEATA DELL’IDV ALLE EUROPEE

Al termine di una serie di ricorsi incrociati, il Tribunale di Roma ha appena emesso un decreto ingiuntivo che condanna Antonio Di Pietro a pagare 2 milioni e 694mila euro di rimborsi elettorali al movimento dei riformisti di Achille Occhetto e Giulietto Chiesa, alleato dell’Idv alle Europee del 2004.
Il “Cantiere” — questo il nome del gruppo politico del quale faceva parte anche il giornalista Elio Veltri — avrebbe dovuto ricevere poco più di 5 milioni di euro, ma non percepì nemmeno un centesimo di quei fondi pubblici.
Che furono incassati da un’entità  parallela rispetto al partito dell’ex pm, e cioè dall’Associazione Italia dei Valori, composta dallo stesso Di Pietro, sua moglie Susanna Mazzoleni e la tesoriera Silvana Mura.
La Camera ha però sborsato finanziamenti a un soggetto giuridico che per legge non aveva nessun titolo per incassarli, poichè non era nè un partito nè un movimento politico.
Di Pietro — che in quella tornata elettorale fu eletto eurodeputato assieme a Chiesa — è quindi chiamato ora a risarcire personalmente, in quanto socio del sodalizio a tre, con la metà  dell’importo originario l’associazione di Chiesa, che di fatto è ancora esistente.
“A prescindere dalle dinamiche interne tra politici — aggiunge l’avvocato Francesco Paola che ha difeso Occhetto e Chiesa e ha scritto a quatto mani con Elio Veltri il libro “I soldi dei partiti” — questa vicenda mette in evidenza la scandalosa noncuranza con cui l’ufficio di Presidenza della Camera ha gestito i rimborsi elettorali, senza fare nessun controllo e pregiudicando inevitabilmente i naturali equilibri politici. Se quei soldi fossero arrivati nelle mani giuste, oggi il gruppo di Giulietto Chiesa sarebbe sicuramente in Parlamento”.
La decisione del tribunale di Roma non ha precedenti e introduce elementi forti sulla tutela dei diritti di partecipazione politica in Italia.
Da parte sua Chiesa si augura che si possa mettere la parola fine a una querelle che si trascina da una decina d’anni: “Sono stato totalmente privato — spiega l’ex eurodeputato — del contributo che la legge e la Costituzione mi garantivano per proseguire la mia attività  politica, che è stata gravemente lesionata. L’epilogo di questa vicenda è una vittoria della legge”
Il gruppo di Chiesa e il suo avvocato non si fermeranno: “Chiederemo anche i danni alla Camera- annuncia Paola – che deve assumersi la piena responsabilità  come ente pagatore di fondi erogati indebitamente”.
Da parte sua Di Pietro preferisce non commentare la notizia: “Non faccio dichiarazioni, mi dispiace”, ci ha risposto al telefono.

(da “Huffingtonpost”)

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AMATRICE, “LE CASE DONATE SONO ABUSIVE”: L’ULTIMA BEFFA PER I TERREMOTATI

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

IL COMUNE ORDINA LO SGOMBERO: VIOLANO IL PIANO REGOLATORE

La prima casetta di legno è arrivata tre giorni fa. L’ha consegnata l’associazione La Via del Sale Onlus ad Antonio Guerrini, allevatore, uno dei tanti che da oltre un mese sta vivendo tra mille disagi in tenda nei boschi di Amatrice e Accumoli pur di non allontanarsi dal suo lavoro.
Hanno portato la casetta fino a Faizzone, 960 metri sul livello del mare. L’hanno montata, effettuato gli allacci, mentre il signor Antonio e la famiglia speravano di poter finalmente soffrire un po’ meno il freddo e la pioggia.
Niente da fare. La mattina seguente è arrivato un tecnico del comune per ordinare lo sgombero: la casetta è un abuso edilizio.
Anche se si trova nel terreno del signor Guerrini. Anche se è evidente a tutti che si tratta di un’emergenza e di una necessità . Anche se sono state impiegate risorse, energie, tempo.
È un miracolo sopravvivere al terremoto.
È una fatica quotidiana convivere da oltre un mese con il dolore e le difficoltà  di una vita da ricostruire, ma per gli sfollati di Lazio e Marche doversi scontrare con la burocrazia italiana si sta trasformando in una beffa incomprensibile.
In base alle norme si può installare una roulotte, un camper, qualsiasi mezzo o struttura con ruote.
Tutto il resto rientra nella categoria struttura fissa e diventa una violazione del piano regolatore. «Ci vorrebbe un’ordinanza del sindaco che chieda una deroga», spiega Angelo Fabi, veterinario, che dal 24 agosto ogni giorno gira tra le montagne di Accumoli e Amatrice per distribuire aiuti.
Se non sarà  presto emessa l’l’ordinanza tutte le casette in arrivo grazie al buon cuore degli italiani diventeranno abusive e quindi da buttare via e demolire.
È la burocrazia italiana, la stessa che sta bloccando 18 casette in legno vuote, un sogno per decine di persone.
Appartengono all’Anas che le aveva utilizzate per i propri dipendenti durante il terremoto dell’Aquila. Oggi sono abbandonate ma in ottime condizioni.
L’Anas ha accettato volentieri di metterle a disposizione degli sfollati del terremoto del 24 agosto. «Ma è necessario un provvedimento del comune e della protezione civile», fanno sapere dall’azienda. Che invece restano in silenzio.
Problemi in vista anche per i bagni chimici che in tanti si sono offerti di donare a chi è rimasto a vivere nei boschi: potrebbe arrivare un ordine di sgombero se non si riesce a trovare una ditta che effettui ogni giorno le previste operazioni di spurgo.
Oltre che di un tetto e di un bagno per non far morire quelle terre c’è bisogno anche di corrente elettrica.
«Avevo proposto di allacciarmi alle centraline del borgo con un filo e con un contatore per pagare i consumi in modo regolare. Mi hanno risposto che non era possibile», racconta Benedetto Guerrini che da più di un mese vive in una tenda nella frazione Macchia di Accumoli.
Ad Illica, invece, la corrente non arriva per nulla. Il borgo è totalmente al buio, denunciano la portavoce del comitato `Illica Vive’ Sabrina Fantauzzi e il segretario Elvira Mazzarella- «a causa dell’impossibilità  di sistemare i pali elettrici per via del sequestro della magistratura».
Non è stato facile nemmeno spiegare alle decine di lavoratori edili della zona che quando ripartirà  la ricostruzione non saranno loro a occuparsene ma ditte molto più grandi e strutturate.
«Nessuna delle aziende che operano qui hanno i requisiti per partecipare agli appalti che verranno banditi», conferma Maurizio Aluffi, segretario della Confartigianato di Rieti. «Stiamo provando a far approvare un protocollo che preveda una tutela delle imprese e della manodopera locale ma è tutto quello che possiamo fare».

Flavia Amabile
(da “La Stampa”)

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I CINQUESTELLE FANNO SCAPPARE ANCHE TUTINO, LA RAGGI DOVRA’ RINNOVARE L’INSERZIONE “A.A.A. CERCASI ASSESSORE AL BILANCIO

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

SI E’ SFILATO L’ASSESSORE IN PECTORE DELLA RAGGI: “FALSITA’ DAGLI STESSI CHE DOVREBBERO APPOGGIARE LA GIUNTA”

“Non posso accettare accuse totalmente infondate e prive di ogni elemento di verità . Avevo dato la mia disponibilità  consapevole delle difficoltà  e dei rischi che l’impegno avrebbe comportato. Ma pensavo a difficoltà  legate all’impegnativo lavoro che mi sarei trovato ad affrontare come assessore al bilancio della Capitale”.
Salvatore Tutino consegna all’Adnkronos il suo passo indietro rispetto alla poltrona di assessore al Bilancio a Roma, carica per la quale era considerato in pole position.
“Invece da diversi giorni – continua Tutino (riferendosi ad alcune prese di posizione di esponenti M5s, in particolar modo Roberto Fico) – sono sulla graticola sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità  e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità  e impegno. Gli attacchi, del tutto ingiustificati, da parte di esponenti della forza politica che dovrà  sostenere le scelte della giunta, minano alla base ogni possibilità  di un proficuo lavoro. Perciò, nel ringraziare la sindaca per la considerazione, ritiro la mia disponibilità  a fare l’assessore al bilancio. Continuerò, con serenità  e rinnovato impegno, a dare il mio contributo alla Corte dei conti”.
Eppure proprio stamattina la versione del magistrato era sembrata più morbida e possibilista. “Assisto a questa vicenda con un occhio distratto, sono impegnato nel mio lavoro alla Corte dei Conti”. Così in un’intervista al Messaggero.
Non replica alle critiche di una parte del Movimento 5 Stelle: “Lasciamo perdere. Io non voglio accusare nessuno, se mi dicono che appartengo alla casta mi vedo proiettato improvvisamente in un orizzonte sconosciuto”.
“La casta – osserva – da che mondo è mondo è collegata alla politica, quindi ai politici, non a me”.
Quanto alle ‘lungaggini’ sulla sua nomina, risponde così: “Io non sono alla ricerca di un lavoro, tra due mesi sarò in pensione. Una cosa è il senso delle istituzioni, un altro il dibattito politico, se la cosa si concretizzerà  deciderò in autonomia come sempre ho fatto nella mia vita”.
Quindi aggiunge: “Se ho dato la disponibilità  c’è un motivo che mi tengo per me, a prescindere dai soldi. Percepisco questo dibattito come spettatore”. “Non ho sponsor”, afferma: “Io sono un economista che lavora in mezzo ai numeri e ai testi. In questi giorni sono alle prese con un’ audizione che dovremo preparare come Corte”.
“Io sono disponibile, aspetto le decisioni delle persone competenti e con la casta non ho nulla a che fare”, conclude.
Poi la situazione è precipitata.

(da “Huffingtonpost“)

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“SALVINI VICINO AI SERVIZI SEGRETI RUSSI”: LA DENUNCIA DI RADIO FREE EUROPE

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

L’APPOGGIO ALLE DESTRE XENOFOBE PER DESTABILIZZARE L’EUROPA…LA NOMINA DI NARYSHKIN A CAPO DEI SERVIZI SEGRETI… POCHI MESI FA IL SUNDAY TELEGRAPH AVEVA RIVELATO CHE I SERVIZI USA STAVANO INDAGANDO SU FINANZIAMENTI RUSSI ALLA LEGA… MA NON ERA IL CAMPIONE DELLA SOVRANITA’ NAZIONALE?

Questo fine settimana, separatisti da Irlanda del Nord, Scozia, Spagna, Italia, California, Texas, Hawaii, Porto Rico, e altrove, si riuniranno a un evento del Cremlino sponsorizzato a Mosca.
Ma mentre la cosiddetta conferenza sul “Dialogo delle Nazioni” sicuramente catturerà  i titoli dei giornali, alla fine dei conti è solo un altro esempio del trolling del Cremlino
Un migliore segnale di quanto sia pericoloso il regime di Vladimir Putin nel corteggiare secessionisti occidentali ed estremisti è venuto con il piccolo rimpasto di governo di ieri.
Sergei Naryshkin si è dimesso da presidente della Duma di Stato, come riferito per fare spazio a Vyacheslav Volodin, capo aggiustatutto della politica e spezzagambe del Cremlino, che era ampiamente previsto di essere nominato al suo posto.
Ma dove il rabbiosamente anti-occidentale Naryshkin è approdato, come capo del servizi segreti esteri della Russia, è anche molto rivelatore.
Come l’autore e analista politico Anton Shekhovtsov nota su Facebook, Naryshkin è uno degli uomini di punta chiave nel corteggiamento del regime di Putin della destra europea.
Marine Le Pen in Francia, per esempio, ha detto che si incontra con Naryshkin “circa una volta l’anno.” I due si sono incontrati separatamente per più di un’ora alla Duma dello scorso anno, dopo di che Naryshkin ha chiamato il Fronte Nazionale della Le Pen “tra le principali forze politiche in Europa.”
Ha anche stretti legami con altri estremisti europei, come l’italiano Matteo Salvini. a capo dei servizi
E questo l’uomo che è ora capo dei servizi segreti esteri della Russia.
Il corteggiamento del Cremlino di xenofobi in Europa, a quanto pare, sta per degenerare da mero trolling a spionaggio a titolo definitivo.

Brian Withmore
(da “Radio Free Europe”)

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IL CAPOGRUPPO M5S AL SINDACO: “DEVI TOGLIERMI QUESTA MULTA”

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

PIZZICATO DALL’AUTOVELOX A CORRERE, IL CONSIGLIERE REGIONALE VENETO SCARABEL SCRIVE AL SINDACO SU CARTA INTESTATA DEL GRUPPO M5S

“Onestà , onestà , onestà “. Sono finiti i tempi in cui i grillini scandivano questa parola nelle piazze gremite.
Adesso che si sono fatti casta, ne hanno pure assunto tutti i mali e i vizi più spregevoli.
Tra questi anche l’insana abitudine di cercare di farsi togliere la multa dal sindaco di turno.
Ne sa qualcosa il capogruppo del M5S in Consiglio regionale del Veneto, Simone Scarabel.
Di solito un normale cittadino, quando viene pizzicato a infrangere il codice stradale e si prende una multa, non gli resta che pagare. Alcuni la contestano negli uffici preposti. Ma nessuno penserebbe mai di rivolgersi al sindaco per farsela cancellare. Nessuno tranne il “cittadino” Scarabel.
Come si legge sul Gazzettino, infatti, il capogruppo stellato al Consiglio regionale veneto è stato beccato mentre sfrecciava sulla Romea tra Rosara e Codevigo, nel Padovano, a 113 chilometri orari.
Peccato che il limite su quel tratto sia di 90 chilometri orari.
Scarabel ha chiesto che gli venga tolta la multa. E ha chiesto anche tutta la documentazione relativa all’autovelox.
Occhio: per le due richieste Scarabel ha usato la carta intestata al gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle di cui a Palazzo Ferro Fini è consigliere e, da poco, capogruppo.
E quando dal Comando della polizia locale gli è stato chiesto in quale veste agiva, se da normale cittadino o da politico, Scarabel non ha avuto problemi a rispondere: entrambe le vesti.
Tipico comportamento da casta, ha fatto in fretta ad imparare.

(da agenzie)

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GRILLO SI RIPRENDE ANCHE IL BLOG E VARA LA NORMA ANTI-PIZZAROTTI

Settembre 27th, 2016 Riccardo Fucile

PER IL SINDACO SOSPENSIONE FINO A 24 MESI… NELLO SFONDO LA LOTTA AZIENDALE PER IL CONTROLLO DEGLI UTILI DEL BLOG

Logico che quella frase rimasta intatta tra la bozza originaria e quella modificata del «Non-Statuto», oggi suoni quasi come una excusatio: «Il M5S non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro».
Se non lo è, gli assomiglia sempre di più.
Al punto che anche il M5S si doterà  di un collegio dei probiviri, sorta di tribunalino, composto da tre parlamentari, che avrà  il compito di giudicare i candidati e gli eletti dei 5 Stelle, di sospenderli e di espellerli.
Rappresenta il primo grado di giudizio ed è forse la più importante novità  introdotta dalle modifiche allo statuto e al Regolamento che da oggi e per un mese gli attivisti iscritti al blog di Beppe Grillo potranno votare.
Viene introdotto un filtro che mette una distanza in più dalla piazza online che finora ha sempre decretato l’epurazione dei grillini.
L’iter processuale avrà  più fasi: decideranno i probiviri, poi si esprimerà  il comitato d’appello. In caso fosse in disaccordo con la sentenza, l’ultima parola spetterà  al capo politico del M5S, cioè Grillo, che avrà  potere di grazia e potrà  ammorbidire la pena, annullarla o rimettere la decisione al voto online.
Solo in questo caso gli attivisti verranno chiamati ad rivolgere il pollice all’insù o in basso.
Il ritorno di Grillo come capo , rimarcato dal leader stesso sul palco di Palermo, viene confermato anche sul versante più aziendale nel nuovo Regolamento.
Il simbolo di cui Beppe è il garante resta saldo nelle sue mani, abbinato all’omonima associazione registrata presso lo studio legale genovese del nipote Enrico.
Il comico riprende anche ad avere più potere sul blog che progressivamente separerà  i propri contenuti da quelli del sito del M5S.
Davide Casaleggio continuerà  a essere il gestore, verificando anche i requisiti per le iscrizioni, «ma su incarico – è scritto – del capo politico».
Una mossa che sembra dare quasi ragione al libro Supernova, di due ex 5 Stelle, che ricostruisce il clima di sospetti tra Grillo e i Casaleggio proprio a proposito della gestione del blog.
Alle modifiche del Regolamento, il M5S è stato obbligato dalla pioggia di ricorsi, degli espulsi, persi in Tribunale.
Ed è proprio in merito alle espulsioni che salta subito agli occhi il passaggio che in tutto e per tutto interesserà  il principe dei ribelli grillini, Federico Pizzarotti.
Gli attivisti sono chiamati a scegliere tra due bozze: una contiene le espulsioni, l’altro no. La prima prevede che il periodo di sospensione possa durare un anno dal momento dell’invio delle controdeduzioni.
Il sindaco di Parma le ha inviate subito, lo scorso maggio, senza mai ricevere una risposta.
La seconda bozza, senza espulsioni, prevede la sospensione fino a 24 mesi. Un tempo che comprometterebbe la campagna elettorale di Pizzarotti per le comunali del maggio 2017.
La novità  viene letta in chiave anti-sindaco anche dal legale di alcuni espulsi, Lorenzo Borrè, per il quale però sussiste l’impossibilità  di una «efficacia retroattiva».
Secondo l’avvocato restano i problemi procedurali segnalati dalle sentenze dei giudici, mentre alcune clausole sono «macroscopicamente nulle» come quella che sancisce l’espulsone «di chi pubblicamente definisce ingiusto il provvedimento disciplinare».
Un altro tentativo di evitare scontri attraverso i giornali.

Ilario Lombardo
(da “La Stampa”)

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