Ottobre 15th, 2016 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO VIVE A INGANNI E NON PUO’ PAGARE LA RETTA… I PROF DEL NABA: “DEVE STUDIARE GRATIS”
Disegna davanti alla finestra, per ore, con le cuffie nelle orecchie.
Cosa vuoi fare, Ahmed, della tua vita? «Un capolavoro».
Risponde col sorriso, questo ventenne di origini egiziane, ma non è mai stato tanto serio. Casa Aler a Inganni, mamma precaria, papà invalido, due fratelli. Adolescenza in salita. A un certo punto bocciato, in bilico tra rischio di dispersione scolastica e forza di volontà . A luglio si è diplomato allo scientifico Donatello.
«Un piccolo successo», dice sottovoce. Ha una freccia strepitosa al suo arco, Ahmed Malis. Le mani. Con quelle impugna matite e pastelli e sa riprodurre con incredibile esattezza tutto quello che vede.
Il talento straordinario di Ahme
Disegni impressionanti, che paiono fotografie. «Un incredibile iperrealismo, siamo davanti a un giovane fenomeno – ha detto Luca Molinari, noto architetto e docente -. Il suo è un verismo dal sapore antico, ottenuto con matite e pastelli e non con il computer». Lui, autodidatta, sminuisce: «Ricopio solo la realtà ».
Ma sembrano uscire dal foglio, i suoi soggetti. Un paio di scarpe Nike verdi coi tacchetti da calcio, «quelle che ho sempre sognato di avere».
Il ritratto di Walter White, protagonista della serie tv di successo qualche anno fa Breaking bad .
Una bottiglia di acqua e un bicchiere mezzo pieno, «per ricordarsi che l’altra faccia della mancanza è l’opportunità ».
A settembre doveva decidere il suo futuro. Lavorare? Studiare? Si è messo, come sempre quando deve pensare, davanti alla finestra di casa.
«Viviamo al sedicesimo piano di un palazzo popolare – racconta -. Quando Aler ci ha fatto la proposta l’alloggio era ammalorato, nessuno della mia famiglia voleva prenderlo. Ma io, vedendo lo spettacolo di Milano dall’alto, mi sono impuntato. Coi miei fratelli e amici abbiamo messo a posto tutto, le pareti, i mobili…».
Al Centro di aggregazione giovanile Creta, che accoglie ragazzi del Giambellino e Bisceglie, l’hanno incoraggiato.
«Più di tutti Luca Sansone, educatore. Mi diceva di fare il test all’Accademia di Belle arti di Brera ma non gli ho dato ascolto. Per sfiducia, perchè le mie cose non mi paiono mai perfette, e perchè non avevo mai pensato al disegno come un impegno o una tecnica da imparare».
Quando c’è il talento, invece, è importante coltivarlo. «Come un diamante grezzo da forgiare stando attenti che non perda la purezza, in questo caso dello sguardo» spiega Molinari.
Ahmed è riuscito, non senza fatica, a racimolare i 150 euro per partecipare ai test di selezione per la Naba.
Il coordinatore dei corsi di Pittura e arti visive Andris Brinkmanis era impressionato, gli ha subito detto che era preso. Ma il costo annuo è di migliaia di euro.
«Valuteremo se in via eccezionale è possibile farlo studiare qui comunque per il merito», promette il professore.
Ahmed guarda fuori dalla finestra, e intanto disegna. «Lancio un appello per i miei studi», dice semplicemente.
Elisabetta Andreis
(da “il Corriere della Sera”)
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Ottobre 15th, 2016 Riccardo Fucile
IL SINDACO NON CEDE: “TOCCATI POTERI FORTI PER AVER RISTABILITO LEGALITA’ NELLA GESTIONE RIFIUTI, NON MI FERMATE”
Due colpi di fucile ad aria compressa esplosi contro una finestra del palazzo municipale, con due fori ben
visibili.
Se ne sono accorti alcuni consiglieri comunali, durante la seduta dell’assise di martedì scorso, quando il consiglio era riunito per discutere di Consuntivo.
È alta la tensione a Petrosino, piccolo comune del trapanese, dove il sindaco ha denunciato l’ennesimo atto intimidatorio subito.
È stato lo stesso sindaco Gaspare Giacalone, finito spesso al centro dell’attenzione mediatica per le sue scelte decise su alcune tematiche delicate e per aver ricevuto sovente minacce da parte della criminalità organizzata, a postare la foto della finestra danneggiata dai fori su Facebook ribadendo la sua intenzione di andare avanti.
Stavolta, però, nel piccolo comune di meno di 10mila abitanti tra Marsala e Mazara del Vallo, gli umori sono diversi rispetto al passato; non si tratta più delle solite lettere anonime arrivate a decine o della provocazione tradotta nel furto della fascia tricolore, ma di qualcosa di ancora più grave: qualcuno è andato sotto il comune ed ha esploso due colpi di fucile.
“Siamo impegnati su diversi fronti —spiega il sindaco a ilfattoquotidiano.it — l’atto subito è sicuramente un messaggio purtroppo non facilmente riconducibile ad un episodio specifico. Abbiamo assunto un impegno forte, ad esempio, sulla gestione dei rifiuti, ma ci siamo occupati anche, e con decisione, di eolico; siamo stati il primo comune in Sicilia ad adottare un regolamento sulla materia ed è chiaro che abbiamo sicuramente toccato poteri forti. Il giorno stesso della mia elezione —continua il sindaco di Petrosino— mi sono trovato ad affrontare una bella patata bollente, prima che mi insediassi: avevano autorizzato la costruzione di uno stabilimento balneare in una zona a protezione speciale. Poi, dopo il mio intervento, è stato tutto sequestrato, è stato colpito un gruppo imprenditoriale di grande rilievo che opera in zona e che è finito sotto il mirino della magistratura”
Le battaglie di cui parla il sindaco di Petrosino hanno portato fra l’altro a indagini giudiziarie e a processi ancora in corso.
“Per quanto mi riguarda —dice il primo cittadino— io andrò avanti per la mia strada e nei giorni scorsi ho partecipato a diversi eventi pubblici proprio per dare un segnale anche ai miei concittadini, perchè comprendano l’importanza di reagire”.
“Sinceramente —conclude Gaspare Giacalone—, ero molto combattuto sull’opportunità o meno di rendere pubblica questa notizia, ma poi ho pensato che non rispondere, paradossalmente, potrebbe essere stato interpretato come un segnale di tentennamento e di paura”.
Carmelo Riccotti La Rocca
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 15th, 2016 Riccardo Fucile
ADDETTO ALLA SICUREZZA DI UN LOCALE PESTATO A SANGUE DA CINQUE PREGIUDICATI ITALIANI …CONTESTATA AGGRAVANTE DI ODIO RAZZIALE
Tentato omicidio in concorso, aggravato dai futili motivi e con finalità di odio razziale.
Ecco le pesanti accuse a cui dovranno rispondere i 4 fratelli ed un cugino arrestati questa mattina all’alba dalla polizia del commissariato Casilino, responsabili di aver picchiato selvaggiamente in una sala slot in di Torrenova, un cittadino del Senegal di 42 anni che causa le gravi ferite riportate fu ricoverato con una prognosi di 40 giorni.
L’episodio avvenne il 22 luglio scorso, quando il senegalese in qualità di addetto alla sicurezza del locale, aveva invitato alla calma i presenti, ma per tutta risposta venne aggredito violentemente dai cinque .
Colpito con calci, pugni ed uno sgabello, anche quando ormai era a terra esanime venne ridotto in fin di vita
Le indagini della polizia hanno permesso alla procura di Roma di chiedere ed ottenere dal Gip le misure cautelari ai domiciliari ed il carcere per i responsabili. Particolarmente efferate le modalità dell’aggressione .
I cinque parenti di età compresa tra i 19 ed i 18 anni sono tutti pregiudicati. Di particolare aiuto si sono rivelate le immagini delle telecamere di video sorveglianza,dalle quali è emersa la violenza degli aggressori nei confronti dell’uomo con frasi minacciose a sfondo razziale.
I poliziotti, appena è stato possibile, hanno anche ascoltato la vittima, la quale ha raccontato che il tutto era nato per un diverbio causato dal comportamento di alcuni clienti, dovuto al loro stato psicofisico evidentemente alterato dall’abuso di sostanze alcoliche.
(da agenzie)
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