Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
“CORRETTA L’INCOMPRENSIONE”… MA IN REALTA’ E’ NEL MIRINO PER LA SUA POSIZIONE SULLA PARITA’ DI GENERE
Valeria Fedeli, la nuova ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è finita sotto accusa perchè avrebbe mentito sul suo titolo di studio.
A rivelarlo, tra gli altri, è Dagospia, il sito di retroscena politici curato da Roberto D’Agostino, che ieri pomeriggio ha pubblicato una lettera anonima.
Il corso di laurea in Scienze sociali, titolo rivendicato dall’ex sindacalista nel suo sito, è stato istituito solo pochi anni fa.
«È partito in via sperimentatale a Trieste e Roma solo nel 1998 e poi dal 2000 nel resto d’Italia quando l’attuale ministra era già segretaria del sindacato dei tessili», si legge nella lettera.
La già vicepresidente del Senato Fedeli, 67 anni, ha conseguito un semplice “diploma” nella Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano.
Correva l’anno 1971 e all’epoca non esistevano nè le lauree triennali nè, appunto, quelle di Scienze sociali. In pratica l’allora ventenne Fedeli frequentò un corso post-maturità .
Dallo staff della Fedeli fanno sapere, però, che chi completava quel percorso di studi riceveva un “diploma di laurea”.
«Si tratta di un disguido lessicale», dice il portavoce. Ecco spiegata la formula utilizzata sul sito della neo-ministra.
La correzione sul sito
Fatto sta che già mercoledì mattina la dicitura “laurea” è sparita dalla pagina web della ministra. Ed è rimasta la scritta “diploma per assistenti sociali”.
«Sì, abbiamo corretto l’incomprensione visto le polemiche», conferma il portavoce. A sparire, dal sito di Fedeli, è stato anche il curriculum in formato Pdf in cui c’era scritto: «Laureata in Servizi Sociali (attuale laurea in Scienze Sociali)».
«Fedeli interverrà di persona sul caso – dice il portavoce – ma solo quando avrò modo di spiegare cosa vuole fare come ministra, una volta ricevuti tutti i dossier dal suo predecessore, l’ex ministra Stefania Giannini» .
Le accuse dal fronte del Family Day
Ma la polemica è già partita. A farla decollare ci ha pensato il popolo del Family Day, capeggiato tra gli altri da Mario Adinolfi, che vede nella Fedeli una minaccia per le sue idee troppo «libertarie» sui diritti civili degli omosessuali.
Non le si perdona, in particolare, di essere stata la prima firmataria della legge sulla parità di genere e poi di aver firmato un emendamento nella riforma della “Buona Scuola” sull’educazione alle differenze.
Insomma, ce ne è abbastanza per scatenare il primo polverone sul governo Gentiloni. A nemmeno 24 ore dalle nomine.
(da “La Stampa”)
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Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
COME AVEVAMO DETTO, RISPONDE ALLA STRATEGIA DI RENZI… “QUANDO LA MINORANZA PD FARA’ CADERE IL GOVERNO, MATTEO POTRA’ TUONARE CONTRO I TRADITORI”
“Escluderci dal governo è una mossa ben studiata. Con noi la maggioranza sarebbe stata più
solida, ma all’ ex premier la cosa non sta bene. Renzi vuole che a un certo punto sia la sinistra dem a staccare la spina, così poi potrà tuonare contro i traditori: quando faranno cadere il governo, li metterà nell’angolo al congresso”.
Questa la ricostruzione – in un’ intervista al Mattino, del senatore di Ala Vincenzo D’Anna dell’ esclusione del suo gruppo dal governo.
“Se va come vuole Renzi, si vota a giugno. Ma se Mattarella si mette di traverso, slittiamo a ottobre”, è la previsione di D’Anna, che è intervistato anche da Repubblica.
“Ci hanno già offerto due viceministri e 5 sottosegretari – afferma – ma abbiamo detto di no anche se ci poteva fare comodo. Dopo un anno e mezzo in cui abbiamo portato la croce, due ministri li meritavamo”.
“Volevamo – aggiunge – Zanetti alle Politiche agricole o alle Attività produttive. E Marcello Pera all’ Istruzione. Un nome autorevole. E invece hanno piazzato lì la Fedeli, che di scuola non si è mai interessata in vita sua”.
Alfano? “Non so se c’è proprio il suo zampino – dice -, ma di certo come compagni di viaggio non ci vuole”, “noi lo sappiamo di valere poco. Ma Alfano non ha ancora capito che vale quanto noi. Sia che sta al Viminale, sia che va alla Farnesina, sempre il 2 per cento gli resta”.
E Forza Italia? “A trattare non sono stati bravi. Noi di Ala, con 40 senatori a Palazzo Madama ci saremmo presi la presidenza del Consiglio”, conclude.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
PARLAMENTARI IN LOTTA PER LA CANDIDATURA A PREMIER… GRILLO E CASALEGGIO ARRIVANO A ROMA A FARE DA PACIERI
Il primo effetto delle dimissioni di Paola Muraro è la nuova spaccatura che si è creata all’interno del Movimento 5 Stelle, in particolare tra chi chiede che si scelga al più presto un nuovo assessore e chi invece è d’accordo con Virginia Raggi che vuole tenere per sè le deleghe all’Ambiente nell’attesa che il quadro giudiziario dell’assessore venga chiarito.
Mercoledì Beppe Grillo e Davide Casaleggio arriveranno nella Capitale e non è escluso che possano occuparsi di questa nuova grana, spingendo per la nomina di un nuovo assessore.
Così mentre Virginia Raggi comunica che ha assunto l’interim dell’assessorato all’Ambiente e si apprende che il sindaco non esclude un ritorno di Paola Muraro al suo posto, il capogruppo M5S Paolo Ferrara afferma che il nuovo assessore arriverà “in tempi brevissimi”.
Anzi, “da questa notte abbiamo iniziato a pensarci. Spetterà alla sindaca decidere. Se sarà una donna? C’è un tema di quote rosa da rispettare”.
Insomma, punti di vista opposti, che potrebbero sfociare presto in nuove incomprensioni.
Con ogni probabilità mercoledì mattina si farà il punto durante una riunione convocata da tempo tra i parlamentari che si occupano di Ambiente, tra cui Stefano Vignaroli, i consiglieri capitolini della commissione Ambiente, l’assessore al Bilancio Massimo Colomban, lo staff del sindaco e i vertici di Ama e Acea.
L’incontro si terrà in Campidoglio e ci sarebbe dovuta essere anche Paola Muraro.
A questo punto, come spiega Vignaroli, “presumo che si discuterà anche dell’assessore all’Ambiente. Secondo me, bisogna trovarne un altro, è un compito troppo difficile e un sindaco non può fare entrambe le cose. Ma so anche quanto sia complicato trovare un’altra persona capace”.
E poi c’è un problema di quote rosa. Vignaroli non ama essere definito “lo sponsor” di Paola Muraro, nonostante sia stato anche lui a proporre il suo nome.
“Non immaginavo finisse così — dice – ma ha fatto bene a dimettersi. Noi abbiamo questa regola, quando si riceve un avviso di garanzia, bisogna dimettersi. Sono convinto che chiarirà la sua posizione”.
Intanto però gli appuntamenti segnano il tempo e in questo caso anche i ritardi.
Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, fa presente di essere “un po’ preoccupato perchè comunque eravamo in attesa di un piano della gestione dei rifiuti di Roma, avevamo manifestato all’assessore l’esigenza di questo piano e soprattutto di chiarezza su come rendere sostenibile il sistema per esempio nel periodo natalizio o nei momenti di piena della città ”.
Preoccupato è anche Beppe Grillo che mercoledì arriva a Roma per incontrare i parlamentari e programmare la protesta fino al 24 gennaio, giorno in cui si pronuncerà la Consulta sulla legge elettorale.
Per adesso un appuntamento tra il leader pentastellato e Raggi non è in agenda ma non è escluso che i due si possano incontrare proprio alla luce delle dimissioni dell’assessore, caldeggiate da Grillo già da un po’ di tempo.
Di certo il leader incontrerà i deputati e i senatori M5S, e potrebbe presentarsi anche davanti al Senato per dare vita, assieme ai parlamentari e agli attivisti, ad un flash mob contro il nuovo governo Gentiloni.
Poi farà il punto per dare il via libera al programma di mobilitazione del Movimento che inizierà già questo week-end e si concluderà il 24 gennaio, giorno del giudizio della Consulta sulla legge elettorale.
Il timore però è che il caso Roma, così come le ultime polemiche sulla candidatura a premier, possano interferire con la corsa degli M5S verso Palazzo Chigi.
Il leader, quindi, sarà a Roma anche per mettere pace.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
DI MAIO AVREBBE “OFFERTO COPERTURA POLITICA A LEI E ALLA RAGGI”… LE ACCUSE: “LA MURARO FACEVA SAPERE AI FUNZIONARI DI AMA LE DECISIONI DELLA GIUNTA”
C’è anche il nome di Luigi Di Maio nelle carte che la procura di Roma utilizza per accusare Paola
Muraro.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera spiega che agli atti dell’inchiesta ci sono i verbali dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna e l’ex amministratore delegato della municipalizzata Alessandro Solidoro che ricostruiscono quei giorni e specificano il ruolo di Luigi Di Maio che – anche nei momenti più delicati, come quello della notizia sull’iscrizione del registro degli indagati – avrebbe «offerto copertura politica a lei e a Raggi».
Le dichiarazioni di Minenna e Solidoro provengono da un altro fascicolo aperto in procura: quello, ufficialmente ancora senza indagati, scaturito dalla denuncia depositata da Carla Romana Raineri, l’ex capo di gabinetto che lasciò la Giunta dopo un epico litigio notturno con Virginia Raggi che aveva chiesto un parere all’ANAC sul suo stipendio (faraonico) dopo le “sollecitazioni” di Raffaele Marra.
Agli atti dell’inchiesta ci sono i verbali dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna e l’ex amministratore delegato della municipalizzata Alessandro Solidoro che ricostruiscono quei giorni e specificano il ruolo di Luigi Di Maio che – anche nei momenti più delicati, come quello della notizia sull’iscrizione del registro degli indagati – avrebbe «offerto copertura politica a lei e a Raggi».
Un atteggiamento analogo anche quando è emerso con chiarezza il rapporto stretto che la stessa Muraro aveva con Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, i vertici di Ama che le hanno sempre rinnovato i contratti e ora sono entrambi imputati nel processo di Mafia Capitale.
Minenna e Solidoro hanno consegnato ai magistrati i verbali delle riunioni della scorsa estate in Campidoglio per dimostrare come Muraro, quasi in tempo reale, informasse alcuni funzionari di Ama delle decisioni prese.
In particolare è allegato agli atti il resoconto di quanto deciso il 27 agosto riguardo alla riorganizzazione del personale della municipalizzata.
Scelte condivise da Muraro e Minenna per «nominare il nuovo direttore del personale e invalidare gli spostamenti dei dipendenti – già disposti e in corso di esecuzione – che interferiscano con il presente provvedimento».
Impegni che Muraro ha disatteso appena Minenna si è dimesso. L’accusa specifica però è la falsificazione dei dati sullo smaltimento:
Il linguaggio è tecnico, il risultato appare chiaro.
Scrivono i pubblici ministeri: «Gli impianti di Rocca Cencia e Salario operavano una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti per quanto concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso e gli scarti di lavorazione».
Il sospetto dei pm è che i macchinari abbiano lavorato in regime ridotto per favorire altri impianti privati.
Nella stessa inchiesta è indagato Manlio Cerroni, il ras dei rifiuti della Capitale, con il quale Muraro aveva rapporti professionali e che – questo è il sospetto – potrebbe aver beneficiato della sua permanenza in Ama. Ma tra i capi di accusa per Muraro c’è anche quello riferito all’inquinamento ambientale.
L’inquinamento dei siti Muraro, quando era consulente di Ama ma in realtà svolgeva il ruolo di «Responsabile tecnico e referente degli impianti», avrebbe consentito «lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate per l’impianto di Rocca Cencia» mentre per il Salario «non venivano rispettate le aree di stoccaggio rifiuti: i cassoni di rifiuti contenenti metalli ferrosi, gli scarti del processo e le balle di Cdr non erano infatti ubicati conformemente a quanto previsto dagli atti autorizzativi. Veniva anche accertata la sostituzione di un portone a impacchettamento rapido con un telo Pvc tale da non garantire il confinamento delle polveri e delle matrici maleodoranti esternamente all’impianto, non rispettando anche in tale situazione, le autorizzazioni». Si parla di «superamento per il parametro del Manganese, del Carbonio e del Fluoruri».
Intanto si scopre che l’avviso di garanzia è arrivato il 7 dicembre, ovvero cinque giorni prima che la sindaca alfiera della trasparenza quanno ce pare decidesse di renderne edotti i cittadini con il video delle 2 di notte.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
AUTORIZZAZIONI TRUCCATE PER GLI IMPIANTI, DATI FALSIFICATI SULLO SMALTIMENTO PER FAVORIRE I PRIVATI: TUTTE LE ACCUSE ALL’EX ASSESSORE
Sono contestazioni pesanti quelle che i pm avanzano a Paola Muraro, ormai ex assessora all’Ambiente del Campidoglio, quando era consulente di Ama.
Secondo le accuse, la Muraro è responsabile di aver “truccato” le autorizzazioni per gli impianti di smaltimento dei rifiuti e di inquinamento ambientale.
Scrive il Corriere della Sera:
Agli atti dell’inchiesta ci sono i verbali dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna e dell’ex amministratore delegato della municipalizzata Alessandro Solidoro che ricostruiscono quanto accaduto dopo la nomina di Muraro al Comune di Roma e specificano il ruolo di Luigi Di Maio che — anche nei momenti più delicati, come quello della notizia sull’iscrizione al registro degli indagati — avrebbe “offerto copertura politica a lei e a Raggi”
Queste le accuse dei pm:
“Gli impianti di Rocca Cencia e Salario operavano una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti per quanto concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso e gli scarti di lavorazione”.
Il sospetto dei pm — spiega il Corsera — è che i macchinari abbiano lavorato in regime ridotto per favorire altri impianti privati. In particolare Manlio Cerroni, ras dei rifiuti della Capitale, anche lui indagato, avrebbe beneficiato della permanenza di Muraro in Ama.
Non solo. L’assessora all’Ambiente della giunta Raggi è accusata anche di inquinamento ambientale.
Nel suo ruolo d “responsabile tecnico e referente” degli impianti Ama — sostengono i pm — avrebbe consentito “lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate per l’impianto di Rocca Cencia”, mentre per il Salario “non venivano rispettate le aree di stoccaggio rifiuti: i cassoni di rifiuti contenenti metalli ferrosi, gli scarti del processo e le balle di Cdr non erano infatti ubicati conformemente a quanto previsto dagli atti autorizzativi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2016 Riccardo Fucile
“NON PRETENDO DI ESSERE CREDUTO, NON SAPEVO NULLA, PER ME QUESTO E’ UN DRAMMA FAMILIARE”
Presidente Fini ha sentito? La società delle casa di Montecarlo per i magistrati è di sua moglie
Lei dice? Addirittura è di mia moglie, nemmeno del fratello Giancarlo, è sicuro?
La società Timara è riconducibile ad Eisabetta Tulliani. I pm hanno trovato la procura del 2014 rilasciata da sua moglie
Che le devo dire, sono notizie delle quali non ero a conoscenza. Sono davanti a un bivio: o sono talmente fesso oppure ho mentito volutamente. In cuor mio so quale è la verità e non pretendo di essere creduto ma per me questo è un dramma familiare
Ne ha parlato con sua moglie?
No, lo scopro adesso da lei
Ci sono 3,5 milioni bonificati a suo suocero e a suo cognato. Un bonifico del 2009 sarebbe legato al decreto delle slot machine
A chi viene fatto il bonifico?
A suo suocero
E che c’entra Sergio Tulliani con il decreto?
Infatti c’entra più lei
Il presidente dela camera non c’entra nulla. Non potevo fare nulla
Il Pdl era potente
Mi sembra assoluta fantasia, è solo una vicenda familiare drammatica
Alla famiglia di sua moglie arrivano milioni di euro e lei non nota nulla?
Pensa che me lo abbiano detto?
Il tenore di vita della sua famiglia è stato influenzato dall’arricchimento dei Tulliani?
No, come campavo prima campo adesso
Nel 2010 lei poteva prendere in mano la destra italiana
Non c’è dubbio che io ho pagato un prezzo salato pur non riconoscendo a me stesso nessuna responsabilita personale, se non…familiare
Davvero credeva al Tulliani?
Giancarlo Tulliani mi disse che quell’appartamento non era di sua proprietà e io dissi che se lo fosse stato mi sarei dimesso. Gli ho creduto, sì
Che dirà stasera a cena a sua moglie?
Questi sono affari miei
Bpplus è accusata di avere portato via 215 milioni di euro allo Stato e 3,5 sono andati alla famiglia di sua moglie. Sono anche affari nostri…
Se è così ne risponderà in tribunale, io ho stima del procuratore Pignatone
Da segretario ha venduto uan casa del partito alla societa di sua moglie. Non pensa di dover chiedere scusa?
Se l’avessi saputo non l’avrei venduta. Secondo lei è piacevole a 65 anni ammettere di essere un coglione?
E ai vecchi militanti del Msi e di An cosa vorrebbe dire?
Che sto soffrendo quanto loro e sono stato un coglione, ma non sono mai stato un corrotto.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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