Marzo 15th, 2017 Riccardo Fucile
PER LA PRIMA VOLTA LA BASE NON SEGUE LE INDICAZIONE DEI VERTICI E SCEGLIE UNA CANDIDATA CHE NON SI ALLINEA
Se volete sapere chi ha vinto la corsa per il candidato sindaco a Genova non andate sulla pagina di Alice Salvatore: la consigliera regionale tanto cara a Beppe Grillo ha annunciato l’apertura del voto ma non i risultati, e si intuisce facilmente il perchè: a vincere alla fine è stata Marika Cassimatis, docente laureata in geografia, contro Luca Pirondini, che era il favorito della vigilia e soprattutto della Salvatore.
Cassimatis ha ricevuto 362 voti, mentre il suo antagonista ne ha incassati 338.
La Salvatore a 40 minuti dalla chiusura delle urne aveva pubblicato un post in cui, senza mai nominarli, tornava ad attaccare i consiglieri fuoriusciti nei mesi scorsi dai 5 Stelle e, indirettamente, la Cassimatis che era finita sotto accusa anche da parte di Pirondini all’apertura del voto, che accusava la Cassimatis di fare “comunella con i voltagabbana che hanno usato il Movimento per darsi visibilità e poi creare altre liste”:
A Genova ci sono state situazioni davvero imbarazzanti negli ultimi tempi, la responsabilità va ricercata in tutti noi, che per anni abbiamo subito “portavoce” genovesi che disprezzavano il MoVimento 5 Stelle, infatti adesso lo hanno abbandonato. La responsabilità sta anche in chi 5 anni fa per la pura smania di presentare una lista a tutti i costi si è rivolto a persone esterne al gruppo di attivisti 5 Stelle (i soli che potevano incarnare i valori del MoVimento), forse perchè si sentivano inadeguati, forse perchè effettivamente inadeguati lo erano, mettendo su, al posto loro (da codardi e incapaci mi sento di dire), proprio quei portavoce che oggi hanno tradito tutto e tutti nel MoVimento 5 Stelle.
Alcuni di questi soggetti ancora oggi, assaliti dalla smania di farcela ad ogni costo continuano a condurre battaglie personali contro portavoce che credono nel MoVimento con tutto il cuore, che fanno tutto quello che possono per realizzare il sogno di Gianroberto, solo per motivazioni irrazionali ed egoistiche.
La Salvatore aveva difeso Fulvio Utique, attivista storico dei 5 Stelle, che oggi si era schierato con Pirondini: «Mi dispiace Marika ma sono troppi i candidati consiglieri che hanno espresso solidarietà agli ex e che oggi ti hanno scelto come candidato sindaco pertanto non voterò per voi».
Molto sportivamente poi Utique si è complimentato con Cassimatis per la vittoria. La Salvatore invece è rimasta in silenzio dopo la pubblicazione dei risultati anche se qualcuno ne ha approfittato per sfotterla (“colpita e affondata“) dopo l’ufficializzazione. La stessa sorte è toccata a Pirondini:
Più comprensibile invece l’esultanza della Cassimatis: «Noi siamo portatori sani di Idee rivoluzionarie, idee che stanno scritte sulla Carta di Firenze e nelle Cinque Stelle e che ci impegneremo a portare avanti e a concretizzare per cambiare la nostra Genova e risollevarla, dopo decenni di malgoverno e partitocrazia. Tutti insieme, cittadini e attivisti, coesi verso un obiettivo comune. A riveder le stelle!!».
Si chiude così una fase molto controversa per i 5 Stelle genovesi, che ha visto abbandoni clamorosi e severe critiche nei confronti della gestione di Beppe Grillo proprio nella sua città .
Che alla fine, per la prima volta, si è ribellata alle “indicazioni di voto” — palesi o occulte — e ai consigli più o meno interessati.
È il metodo Genova, bellezza. E tu non puoi farci niente.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 15th, 2017 Riccardo Fucile
MANICOMIO CINQUESTELLE: MA NON POTEVA PENSARCI PRIMA?
Non correrà .
Doride Falduto ha rimesso la sua disponibilità a candidato sindaco di Monza, per “sopraggiunti impegni personali”.
È quanto si legge sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle di Monza. Falduto, 37 anni, aveva vinto le comunarie del movimento la scorsa settimana con soli 20 voti.
Un numero così risicato, nella terza città della Lombardia, che il fatto aveva aperto alcune polemiche interne tra gli stessi grillini.
Ad eleggerla soltanto 60 elettori e la Falduto aveva vinto per soli tre voti rispetto a Giovanni Danilo Sindoni, che ha preso 17 preferenze.
Ora bisognerà capire se sarà quest’ultimo a farsi carico del ruolo di candidato sindaco.
Falduto aveva fatto sapere di voler mettere a disposizione della città il suo “bagaglio che voglio far fruttare, perchè quello che si impara a scuola e nella vita si cerca di farlo fruttare” ma poi, come detto, questa praticante avvocato ha deciso di ritirarsi.
Meglio non commentare.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 15th, 2017 Riccardo Fucile
JESSE KLAVER, LEADER DEI VERDI, DOVREBBE QUADRUPLICARE I CONSENSI AL PARTITO E RAPPRESENTARE LA VERA NOVITA’ DELLE ELEZIONI OLANDESI
«Siamo qui dalle 6,30 di stamattina e ci resteremo fino al tramonto». Intorno a mezzogiorno quattro ragazzi distribuiscono volantini all’uscita della stazione di Utrecht.
Hanno delle giacche a vento verdi e una bicicletta nera con tre ruote che spinge un carretto tappezzato di foto di Jesse Klaver, il leader dei Verdi olandesi.
Alla vigilia del voto sono loro gli unici a fare campagna elettorale in fondo alla scala mobile che porta i pendolari alle fermate degli autobus.
Puntano agli indecisi, un quinto dell’elettorato. Dicono che nelle urne non dovrà esserci spazio per la rabbia: «Bisogna entrare con il sorriso e uscire con la speranza». L’intera Europa guarda a questo voto: è il calcio d’inizio di un 2017 elettorale che poi si giocherà in Francia e Germania.
Tutti gli occhi sono puntati sui movimenti populisti che minacciano di disintegrare l’Ue. Ma se fossero i Verdi la grande sorpresa del voto olandese?
L’ultimo sondaggio diffuso ieri da I&O Research dice che i «GroenLinks» potrebbero addirittura arrivare al secondo posto.
La rilevazione è stata effettuata nelle ultime 48 ore, dopo lo scoppio della crisi diplomatica tra l’Olanda e la Turchia per i comizi vietati ai ministri di Ankara.
I liberali del premier Mark Rutte (Vvd) hanno consolidato il primato, salendo a 27 seggi, e rosicchiato consensi al Partito della Libertà (Pvv) di Geert Wilders, che è scivolato al quinto posto con solo 16 deputati. In salita, dall’altro lato dell’emiciclo, i liberali di sinistra D66 e soprattutto i Verdi, entrambi con 20 seggi.
L’alto numero di indecisi fa sì che i sondaggi siano molto divergenti, quindi è presto per tirare conclusioni. Ma i Verdi dovrebbero quadruplicare o quintuplicare i loro consensi rispetto a cinque anni fa.
Il sogno del «Jessiah»
Merito soprattutto del «Jessiah», come viene chiamato Klaver dai sostenitori. Per la stampa internazionale è «il Trudeau d’Olanda», ma al di là di una vaga somiglianza fisica, il paragone con il premier canadese non regge troppo. Klaver ha 30 anni, un padre marocchino e una madre con origini indonesiane.
Da sette anni è in Parlamento e da due guida i Verdi. Marcatamente europeista e pro-migranti, ha trascinato il partito con una campagna basata tutta sulla speranza: «È stata l’estrema destra a distruggere i valori del nostro Paese, non l’immigrazione. Sono loro che hanno cancellato anni di tolleranza e libertà ». È agli antipodi di Wilders.
Giovedì scorso cinquemila persone si sono radunate all’Heineken Music Hall di Amsterdam, altrettante hanno seguito la diretta live su Facebook.
La rockstar sul palco era lui, capello spettinato e camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti. «Rivogliamo indietro la nostra Olanda» ha gridato alla folla che ha fatto di lui la nuova icona olandese dell’ambientalismo, dell’uguaglianza e dei diritti sociali.
«La politica deve smetterla di gridare e iniziare ad ascoltare». Kathalijne Buitenweg è la numero due dei Verdi, candidata in lista subito dopo il leader.
Ciò che è successo alle presidenziali in Austria, dove il verde Van der Bellen ha fermato il candidato dell’ultradestra Norbert Hofer lasciandosi alle spalle i partiti tradizionali, potrebbe avere un seguito nei Paesi Bassi.
«Rutte ha dimezzato i suoi consensi perchè insegue Wilders – ci spiega Buitenweg -. Oggi lui fa una distinzione tra gli olandesi “puri” e quelli con origini straniere. Non era mai successo: cinque anni fa non si sarebbe mai azzardato».
I laburisti pagano invece la mancanza di incisività in questi anni di governo: «I costi della crisi non sono stati redistribuiti – aggiunge Buitenweg -, il divario tra ricchi e poveri è aumentato. La questione sociale è una delle principali preoccupazioni. Noi vogliamo dare risposte».
Da domani anche i Verdi puntano a sedersi al tavolo dei negoziati: «Siamo pronti a coalizzarci con gli altri partiti – avverte l’ex eurodeputata -, con tutti ma non con Wilders». Anche con Rutte? «Preferiremmo di no, cercheremo altre opzioni. Ma se dovessero fallire, non possiamo escludere un’alleanza».
Lo scenario esiste, ma nel quartier generale dei Verdi il sogno è un governo di sinistra. La sede nazionale si affaccia sull’Oudegracht, il canale che attraversa il centro di Utrecht, città giovane e culturalmente dinamica.
Qui i «GroenLinks» sono il secondo partito dietro a D66. Con i primi caldi raggi di sole le rive del corso d’acqua sono ricoperte dalle sedie e dai tavolini colorati dei locali.
Per i circa 40 dipendenti del partito e gli oltre 100 volontari, però, non è tempo di rilassarsi. Lotte Jeursen, una funzionaria, ci porta negli uffici distribuiti su quattro piani, dove non si contano i thermos di tè appoggiati sui tavolini di cartone riciclato. «Siamo al rush finale», dicono. E non c’è un minuto da perdere. Adrenalina e ottimismo. Su una scrivania campeggia uno slogan di obamiana memoria, ma riadattato per l’occasione: «Jesse we can».
Marco Bresolin
(da “La Stampa”)
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Marzo 15th, 2017 Riccardo Fucile
TRA LORO UN CONSIGLIERE NCD E IL SINDACO DI AVERSA
La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di un’inchiesta sul clan Zagaria, fazione dei Casalesi.
Tra i destinatari dei provvedimenti, anche politici ed imprenditori. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione, turbativa d’ asta e concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine è condotta da un pool di cinque pm della Dda (Maresca, Giordano, Landolfi, Sanseverino, e D’Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli.
Tra gli arrestati vi è il consigliere regionale della Campania Pasquale Sommese (Ncd), ex assessore al Turismo della Regione Campania.
Sommese è ritenuto dagli inquirenti colui che garantiva l’erogazione dei fondi regionali. Arrestato anche il sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro.
Il primo cittadino di Aversa è indagato nella qualità di ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta.
Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche l’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto legato al clan del boss omonimo. Agli arresti inoltre Raffaele De Rosa, fratello dell’attuale sindaco di Casapesenna (Caserta), comune in cui è nato e vissuto, trascorrendo parte della sua latitanza, il boss Michele Zagaria.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti 18 appalti concessi tra il 2013 e l’inizio del 2016 da vari comuni del Casertano, come Alife, Francolise, Riardo, tra cui lavori per ristrutturazioni di importanti immobili storici; tra gli indagati soprattutto professionisti, come ingegneri e architetti componenti delle commissioni di gara nominate dai vari Comuni responsabili dell’affidamento dei lavori, che, secondo i magistrati della Dda di Napoli, finivano quasi sempre a poche ditte, alcune collegate al clan Zagaria.
L’indagine ruota attorno alla figura dell’ingegnere Guglielmo La Regina, anche per questo è stata denominata “The Queen”; lo stesso Gip parla di “sistema La Regina”. L’inchiesta rappresenta una tranche di quella che nel 2016 portò in carcere l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro per presunta corruzione in relazione ai lavori dello storico palazzo Teti Maffuccini; anche allora furono arrestati La Regina e l’imprenditore Alessandro Zagaria.
(da “Huffingtonpost”)
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