Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
CHIESA E POLITICA: SAREBBERO QUESTI RAGAZZOTTI RETROGRADI I LEADER DEL FUTURO?
La piega retrograda della cultura italiana, in perfetta simmetria con l’involuzione controriformistica della politica, trova sintomi palesi in atti e prese di posizione che visualizzano nei vari ambiti l’attuale riflusso.
Quando Luigi Di Maio spiega che l’apertura domenicale dei supermercati lesiona le famiglie, non sembra interessato a contestare l’americanizzazione al ribasso dei consumi (la desertificazione dei negozietti di quartiere ad opera delle cosiddette “cattedrali dell’iperconsumismo”); fenomeno di cui probabilmente neppure si rende conto e che dalla fine degli anni Ottanta trovò il proprio alfiere nella tv commerciale di Silvio Berlusconi.
Quanto fa scattare il rammarico del giovanotto è la cancellazione dell’immagine idilliaca di un desco domenicale che riunisca il consesso parentale rinverdendo i vincoli dell’appartenenza.
Piccolo mondo antico rinserrato nei confini comunitari del familismo e delle sue soffocanti solidarietà premoderne, oltre e fuori dalle quali incombe una realtà per definizione minacciosa e incomprensibile.
Nell’ottica “amorale” dell’arretratezza. L’orizzonte chiuso e difensivo del regime patriarcale, soprattutto in quel Mezzogiorno dove le rivoluzioni che investirono (tardivamente) l’Italia del dopoguerra non hanno lambito i costumi rurali.
Dove la posizione della donna è sottoposta ancora a subalternità arcaiche, le libertà in materia sessuale e relativi progetti personali di vita sono conculcate, il disconoscimento delle istituzioni pubbliche nella privatizzazione delle relazioni sociali funge da inevitabile anticamera per l’instaurazione di poteri sostitutivi.
Traslati nel mito del maschio alfa, l’uomo solo al comando (nelle declinazioni da Mussolini al Padrino).
Ma se a sud prosperano le varie Mafie, nel centro-nord operano le Massonerie, il cui sentore è percepibile nel familismo affaristico di cui abbiamo avuto contezza dalle parti di Rignano sull’Arno.
Le tracce di paternalismo patriarcale che diventa paradigma organizzativo nella struttura di potere “a clan” con cui Matteo Renzi va — a sua volta — all’assalto dei Palazzi, prima fiorentini e poi nazionali.
Quella struttura a cricche e cordate con cui gli immigrati milanesizzati (provenienti dal sud o dalle valli, da Craxi a Bossi) conquistarono Milano nell’ultimo quarto del ‘900. Oggi capitale di curanderos e psicomaghe, dei Verdiglione e dei Recalcati.
Renzi e Di Maio esponenti della stessa cultura retroversa, che sta prendendosi robuste rivincite sui fenomeni di secolarizzazione/laicizzazione cresciuti all’ombra dell’industrializzazione; la stagione delle battaglie vittoriose per i diritti civili.
Di cui oggi si registrano le battute d’arresto e le clamorose marce indietro, dalla sterilizzazione silente del diritto delle donne a governare la propria scelta di essere o meno madre all’occultamento delle obiezioni di coscienza pelose.
Operazioni retrograde compiute ancora una volta sotto l’egida protettiva di Santa Romana Chiesa.
Non quella di Bergoglio, che poco interessa alla politica nazionale nella misura in cui il papa gesuita (in quanto tale impegnato a salvare l’istituzione da se stessa) sposta l’ottica del magistero dalla regolazione dei comportamenti sessuali alle disuguaglianze globali.
Una scelta lontana dalle priorità del ceto politico nostrano, interessato a ricostruire l’habitat più congeniale: l’Italietta di Mons༠Travet e Policarpo de’ Tappetti, delle famigliole abbarbicate ai riti patriarcal-familistici, di cui il Cattolicesimo è stato il collante ideologico da quando il “lungo Rinascimento” dell’Italia civica regredì in un tardivo feudalesimo (e al modo di produrre latifondistico nelle aree a regime baronale).
Che in questi anni ha mostrato il volto diafano di Ruini, quello robotico di Bertone e poi la faccetta cinguettante di Bagnasco.
La Chiesa come aggregato di potere, con cui hanno cercato il dialogo partenariale (per il controllo repressivo di ogni aspirazione al disincanto) i piddini non meno dei Berlusconi; che oggi vede Beppe Grillo pappa e ciccia con i vescovi facendosi intervistare dall’Avvenire.
L’Italia oscurantista celebrata dai chierichetti perfetti Matteo Renzi e Luigi Di Maio; con il rozzo Matteo Salvini campanaro che chiama a raccolta le moltitudini per crociate ottuse.
Nell’inarrestabile ritorno al passato che ci affligge, sarebbero questi giovanotti retrogradi i leader dell’inversione di tendenza?
Pierfranco Pellizzetti
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
CONDANNATO A 20 ANNI PER TENTATO OMICIDIO, NE AVEVA SCONTATI SOLO 15… POI UNA IMPROVVISA RADICALIZZAZIONE: IL KILLER PERFETTO DA MANDARE AVANTI
Si chiamava Karim Cheurfi l’attentatore che giovedì sera ha aperto il fuoco a colpi di kalashnikov contro la polizia francese sugli Champs-Elysèes, assassinando un agente prima di essere a sua volta ucciso.
Ma Karim, francese delle banlieue schedato come a rischio radicalizzazione, era già noto alle forze dell’ordine.
Sedici anni fa infatti aveva attaccato due poliziotti, come riporta Le Figaro. Il 6 aprile 2001 Karim, 23 anni all’epoca, aveva rubato un’auto a Roissy-en-Brie, a 30 chilometri da Parigi. Dopo uno scontro con una vettura su cui viaggiava un allievo poliziotto insieme al fratello, Karim si dà alla fuga. Ma viene inseguito dai due e il futuro agente allerta i colleghi. Karim finisce in un fosso, l’allievo esce dall’auto e lo raggiunge. A quel punto Karim spara due colpi al ventre dei fratelli e scappa a piedi, venendo acciuffato dopo un breve inseguimento.
Ma non è finita. Le Figaro racconta infatti che l’8 aprile Karim riesce a convincere un poliziotto a entrare nella sua cella con una scusa (secondo la Bfm-Tv, diceva di aver bisogno di medicinali), si impossessa della sua arma e fa fuoco, sparando cinque colpi e ferendo gravemente l’agente che però riesce a richiamare i colleghi, che immobilizzano il criminale. Viene indagato per tentato omicidio e nel 2003 è condannato a 20 anni di reclusione, poi ridotti a 15 in corso di appello nel 2005. Dodici anni dopo lo ritroviamo a vendere abbigliamento al mercato di Chelles, a 25 chilometri dalla capitale.
Recentemente, Karim era stato trattenuto per un interrogatorio a Meaux, appena fuori Parigi, dopo che alcun informatori avevano riferito alla polizia che “cercava armi per uccidere poliziotti”, riporta il Telegraph. Ma gli agenti avevano dovuto rilasciarlo per mancanza di prove.
Poi una misteriosa “radicalizzazione” ma anche problemi psichiatrici: il killer perfetto da mandare avanti alla vigilia delle elezioni.
Da parte di chi?
(da agenzie)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
ALLA GRILLINA NON SI POSSONO FARE DOMANDE IN TV E MINACCIA: “NE RISPONDERA'”
Spassoso — o inquietante, dipende dai punti vista — siparietto oggi in tv. Primocanale mi chiede di intervenire a una trasmissione cui partecipavano Sergio Cofferati e Alice Salvatore (in ordine alfabetico, non c’è nessun complotto).
Comincia con Alice Salvatore che — munita di dizionario Garzanti — spiega al gentile pubblico che cos’è il populismo.
Si prosegue con Alice Salvatore che spiega al signor Cofferati, per otto anni segretario nazionale della Cgil, che cosa sono i sindacati.
Poi, anche se odio parlare di me stesso, tocca a me. Metto in fila quelli che mi sembrano i punti deboli del centrosinistra ligure, poi del centrodestra.
Finchè — Dio mi perdoni — tocco il Movimento Cinque Stelle. Per essere più precisi il Movimento Cinque Stelle ligure dominato da Alice Salvatore.
Quello, per intenderci che ha inanellato una serie impressionante di batoste, dalle regionali, alle comunali di Savona. Fino alla figuraccia delle primarie genovesi.
Ricordo che il Movimento a Genova ha cercato in tutti i modi di candidare Luca Pirondini, già addetto stampa della Salvatore (che mi sembra proprio una cosa da vecchia Dc).
Aggiungo che l’esito delle primarie è parso a mezza Italia sconcertante (roba da vecchia Dc). E concludo che Pirondini da mesi si sottrae alle domande dei giornalisti, comprese quelle sul suo curriculum (roba da Forza Italia).
Critiche dure, cui Alice Salvatore poteva rispondere duramente. Ma rispondere.
La critica e l’espressione di fatti e opinioni sono la base della democrazia.
Invece Salvatore esordisce: “Sansa risponderà di quello che ha detto”.
Premesso che io da anni rispondo di quello che dico, non mi sembra esattamente un comportamento da uomini nuovi quello di non rispondere e velatamente minacciare.
E poi che cosa si intende con “ne risponderà ”?
Una querela… o magari anche peggio… solo perchè ho fatto una domanda e ho espresso delle critiche?
Ormai le redazioni dei giornali sono ingolfate da diffide, querele e annunci di cause della Salvatore.
Poi Alice Salvatore dà il meglio di sè: “Noi non rispondiamo a Sansa perchè non è degno”.
E qui verrebbe da pensare a uno sconfinamento nell’operetta.
Ora… mi si può accusare di tutto, perfino di abigeato (Salvatore, guardi pure il dizionario…). Ma non di essere un fiancheggiatore del Pd o del Pdl, basta — per chi avesse proprio tempo da perdere — andare a rileggersi i miei articoli degli ultimi anni.
Però in questi mesi ho collezionato esperienze davvero sorprendenti con i Cinque Stelle liguri.
Prima racconto le gesta di un militante genovese che minaccia e insulta i compagni di partito che osano dissentire. Un militante, va detto, che conosce Salvatore e con lei va agli appuntamenti del Movimento (ci sono le foto su Facebook).
Ecco, per questo articolo ritrovo il mio numero di telefono privato su Facebook, vengo ricoperto di insulti e minacce. E ricevo telefonate insolenti da militanti. Non mi era mai successo.
Nessuno del Movimento Cinque Stelle pensa bene di prendere le distanze da questo comportamento.
Ora ecco la sorprendente lezione di Alice Salvatore che spiega il suo concetto di stampa: si risponde soltanto alle domande dei giornalisti “degni” (cioè, par di capire, quelli che non la criticano). Neanche Silvio Berlusconi e Matteo Renzi erano arrivati a tanto.
Quelli “indegni”, come il sottoscritto, vengono definiti “sedicenti cronisti”. E le loro domande e critiche vengono liquidate come “falsità ”, senza ovviamente rispondere.
Queste affermazioni sì, sono offensive. Sono diffamazioni. Ma le affermazioni di Alice Salvatore forse non meritano nemmeno la rabbia.
O forse invece sono una questione molto seria. Visto che Salvatore rappresenta il partito di maggioranza in Italia e anche in Liguria.
Chissà se qualcuno nel Movimento prenderà le distanze dalla Salvatore…
Viene da chiedersi — visto Salvatore impartisce lezioni di onestà — dove fosse Alice quando qualche sedicente cronista scriveva inchieste su Claudio Burlando, Claudio Scajola, la Carige, la ‘ndrangheta in Liguria, la cementificazione delle nostre cose.
Dov’era?
Ferruccio Sansa
(da “LiguriTutti”)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
SI DEFINISCE “CAMPIONESSA OLIMPICA DI BURLESQUE INDOSSANDO PIGIAMI DI FLANELLA”, HA PRESO 31 VOTI
Si chiama Patrizia Cadau, è candidata sindaca con il MoVimento 5 Stelle a Oristano e di lei rimane impressa soprattutto la foto che la ritrae con una pistola e il soprannome La Colt che troneggia sul suo profilo Facebook privato.
Ha vinto con 31 preferenze espresse via blog contro le 28 raccolte dalla sfidante Lucia Tomasi; un piccolo dettaglio che vale la pena di sottolineare: la votazione è stata indetta con un preavviso di 24 ore, come vogliono le regole dei 5 Stelle e a differenza di quanto fatto in tutte le altre comunarie del 2017.
Annalisa Cuzzocrea su Repubblica oggi tratteggia così La Colt:
Quarantaquattro anni, ligure di nascita, ma con radici sarde, laureata a Genova in psicopedagogia, in rete si trovano suoi racconti, poesie, un romanzo dal titolo “L’amore che ti sceglie”, uno scritto erotico e post in cui si mette nei panni di donne uccise dai loro compagni. Molte foto, anche, ma a un quotidiano on line che ieri ne ha pubblicata una in costume da bagno Cadau ha replicato subito via Facebook: «Succede che un giornale dia la notizia di una donna che si candida a sindaco per la sua città . Vado a vedere l’articolo, e vedo un testo che ammicca a soprannomi piccanti, bum bum, hard boiled anni 40, sensuale. Con 6 immagini a corredo».
La sentenza, corredata da hashtag, è subito «#sessismo #disuguaglianzadigenere #macchinadelfango».
A riprova del fatto che la colt del soprannome, come ha detto lei stessa, è riferita al rapporto col linguaggio: «Con quello sparo e colpisco».
In ogni minibiografia presente in rete si descrive come «campionessa olimpica di tornei di Burlesque indossando pigiami di flanella».
Come amministratice si vedrà , di certo come personaggio ha già fatto colpo.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
IL CONSIGLIO DEL PROFESSORE: “COMPROMESSO NON VUOL DIRE PER FORZA INCIUCIO”… CERTO, DIPENDE DA CHI LO FA… SE GRILLO RIVELASSE L’ALLEANZA CON SALVINI PRIMA DEL VOTO IL M5S SI SPACCHEREBBE
I Cinque Stelle dovrebbero “darsi da fare per un compromesso ‘non inciucista’: punti programmatici chiari, concreti, pochi.
Ne bastano cinque o sei per riempire, oltre alla routine, un’intera legislatura.
Su questi si lavori per creare convergenze politiche e potenziali maggioranze prima del voto affinchè i cittadini di cui si chiedono i voti sappiano per che cosa votano”.
È il consiglio di Gustavo Zagrebelsky al Movimento Cinque Stelle, che in un’intervista al Fatto Quotidiano lancia una ‘proposta anti-inciucio’.
Più che un suggerimento, Zagrebelsky la definisce “una riflessione”:
“La purezza in politica non è una qualità . Porta all’esclusione, all’insignificanza oppure, se e quando si arriva al potere, all’integralismo e all’intolleranza”
Secondo il professore, “è pericoloso quando la politica diventa la professione dei duri e puri. Non necessariamente il compromesso è l’inciucio, come si dice oggi. Può esserlo, e c’è il timore che lo sia, dopo le elezioni, quando arriveranno”.
Questo, dunque, il suggerimento: “Coloro che temono l’inciucio si siano da fare per un compromesso ‘non inciucista’ basato su pochi “punti programmatici chiari”, così da garantire chiarezza ai potenziali elettori.
Il professore finge di non aver compreso il problema di fondo: se Grillo rivela l’accordo con Lega e Fdi prima del voto, perde almeno un terzo dell’elettorato e della sua classe dirigente e il Movimento si spacca.
Meglio l’inciucio dopo, dome nella migliore tradizione italiana.
(da agenzie)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
E’ UN 28 ENNE RUSSO CHE AVEVA ACQUISTATO OPZIONI SUL TITOLO DEL BORUSSIA
L’attentatore di Dortmund non è un terrorista islamico e nemmeno un estremista locale, come era stato ipotizzato qualche giorno fa.
All’origine del’attacco ci sarebbe invece un movente economico.
L’uomo arrestato dalla polizia tedesca è un 28enne russo che aveva acquistato opzioni sul titolo del Borussia Dortmund, sperando di ottenere profitti se le azioni della squadra fossero scese dopo l’attacco.
Se uno dei giocatori fosse morto o fosse rimasto ferito gravemente questo infatti avrebbe potuto provocare il crollo delle azioni.
La procura federale tedesca ha reso noto che il sospettato è un 28enne, arrestato nel corso di un’operazione di polizia nei pressi della città di Tubinga, nello stato sudoccidentale del Baden-Wuerttemberg.
Secondo la Bild, l’obiettivo dell’uomo sarebbe stato quello di far crollare il prezzo delle azioni della squadra del Borussia Dortmund.
Il sospetto, che ha dunque agito sulla base di motivazioni finanziarie e non terroristiche, è “un cittadino tedesco russo, Sergei W., che è stato arrestato dagli agenti del GSG9″, unità di elite della polizia tedesca, ha riferito in una nota la procura federale, che per le 12.30 ha annunciato una conferenza stampa a Karlsruhe per fornire ulteriori dettagli.
Il sospetto si sarebbe procurato 15mila opzioni di acquisto valide fino al 17 giugno del Dortmund, unico club di Bundesliga ad essere quotato in borsa.
L’acquisto è stato effettuato tramite Internet dall’albergo in cui alloggiava la squadra e in cui il sospetto aveva preso una stanza due giorni prima dell’attentato. L’11 aprile tre ordigni erano esplosi al passaggio dell’autobus della squadra diretto allo stadio.
(da agenzie”)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
LA CODA DI PAGLIA: “L’ISIS NON HA COME OBIETTIVO QUELLO DI INFLUENZARE LE ELEZIONI FRANCESI”… MACRON: “VOGLIONO CONDIZIONARE LE ELEZIONI GIOCANDO SULLA PAURA, NON CEDERO’ SU NULLA”
Parlando a Rfi (Radio France International), la presidente del Front National, Marine Le Pen, ha detto stamattina di temere nuovi attentati prima del primo turno delle presidenziali, questa domenica.
“Non voglio dire di più – ha affermato – ma sappiamo che lo Stato islamico ha inviato almeno un terrorista per compiere attentati, e costui è ancora in giro, quindi il pericolo è massimo”.
Sarebbe interessante conoscere le fonti delle sue informazioni, ma è chiedere troppo, meglio parlare in libertà . Ma se così fosse il disegno è evidente: aumentare il livello di tensione e condizionare le elezioni politiche di fronte al “pericolo terrorismo”.
E chi ne gioverebbe se non una candidata che sta annaspando nei sondaggi e rischia persino di essere esclusa dal ballottaggio?
Ma la coda di paglia si rivela quando la candidata all’Eliseo ha anche aggiunto di “non credere assolutamente” che l’attentato di ieri abbia avuto l’obiettivo di influenzare l’esito delle elezioni.
“Non credo che sia stato per pesare sulle elezioni presidenziali francesi che ci siano stati gli attentati di San Pietroburgo, Stoccolma o Londra”.
Ma in questo caso la situazione è ben diversa: l’attentato è stato “commissionato” dall’Isis perchè avvenisse prima delle elezioni, non dopo. Lo dice la stessa Le Pen quando annuncia il pericolo di un altro atto di terrorismo prima di domenica.
Analisi opposta quella del suo principale avversario nella corsa all’Eliseo, il candidato centrista Emmanuel Macron. “I terroristi tentano di colpire le elezioni. Vogliono la contemplazione del disastro. Giocano sulle paure, non cederò su niente”, scrive oggi su twitter.
Sugli avvenimenti degli Champs Elysees interviene questa mattina anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quanto è accaduto ieri a Parigi, sostiene, “ci riporta alla pericolosità del terrorismo e all’esigenza di una difesa salda, forte, decisa e responsabile che garantisca i valori della democrazia e della libertà “.
(da agenzie)
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Aprile 21st, 2017 Riccardo Fucile
L’ISIS RIVENDICA CON SINGOLARE TEMPESTIVITA’ L’ATTO, ALTRIMENTI SVANISCE L’EFFETTO SULLE ELEZIONI
Il terrorismo colpisce di nuovo nel cuore di Parigi.
L’ attacco alla polizia francese che giovedì sera ha ucciso un agente e ha ferito altre due persone, un poliziotto e una donna tedesca da anni residente in Francia, ha fatto scattare l’allarme sulla capitale a tre giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali.
Pochi minuti prima delle 21, sugli Champs-Elysèes, all’altezza del civico 102, in prossimità dei grandi magazzini britannici Marks & Spencer, un uomo armato di kalashnikov ha aperto il fuoco sui poliziotti di una pattuglia.
L’assalitore si è dato alla fuga a piedi, dopo pochi metri, è stato abbattuto da altri colleghi degli agenti aggrediti. L’abitazione dell’uomo è stata perquisita e tre persone della sua famiglia sono state fermate. Il viale questa mattina è stato riaperto al traffico e al passaggio pedonale, non c’è nessuna traccia di quanto accaduto.
«Tutta l’Europa è presa di mira, oltre 50mila poliziotti sono mobilitati» ha detto il Primo ministro Bernard Cazeneuve al termine del Consiglio di difesa convocato all’Eliseo.
L’attacco è avvenuto mentre era in corso l’ultimo dibattito fra i candidati all’Eliseo che hanno poi deciso di sospendere gli ultimi comizi .
COSA SI SA SULL’ATTENTATORE
Il libretto di circolazione trovato nell’Audi da cui è sceso l’assalitore è intestato a Karim C., 39 anni. Secondo quanto riporta BmfTv, nel veicolo sono stati ritrovati un fucile a pompa e dei coltelli (tra cui uno da cucina).
La polizia francese ha condotto nella notte perquisizioni nel suo domicilio. «Elementi della radicalizzazione tra cui un libretto salafita», sono stati ritrovati dagli inquirenti in casa di sua madre a Chelles, scrive Le Parisien.
Nel 2003 e nel 2005 aveva già tentato di uccidere degli agenti ed e era stato condannato per questo a 20 anni di carcere, pena poi ridotta in appello.
Era stato arrestato lo scorso febbraio per avere minacciato la polizia ed era poi stato rilasciato per mancanza di prove: lo hanno reso noto all’agenzia di stampa Ap due funzionari francesi. Intanto tre membri della famiglia dell’assalitore ucciso sono stati fermati.
IL BELGA SEGNALATO: “NON C’ENTRO NULLA”
L’attentatore è stato identificato dall’Isis, in una rivendicazione arrivata poco dopo l’attacco e al vaglio degli inquirenti, con un comunicato che ricalca quelli usati per gli ultimi attacchi in Europa, con la formula iniziale «fonti all’agenzia Aamaq».
L’uomo, nome di battaglia Abu Yusuf al-Beljiki, il belga, è definito «uno dei combattenti dello Stato Islamico». Questa formula, diversa da quella di Londra, dove era stato usata l’espressione «soldato del Califfato», indica in genere un legame più stretto fra il terrorista e l’organizzazione.
In precedenza i media avevano fatto il nome di Youssef El Osri che su Telegram aveva dichiarato di «voler uccidere poliziotti» e che sarebbe stato noto come radicalizzato ai servizi segreti francesi Dsgi. «Non c’è al momento nessun legame» tra l’attacco a Parigi e il Belgio ha affermato la Procura federale belga, secondo quanto riporta la tv pubblica fiamminga Vrt.
L’uomo segnalato dai servizi belgi dopo l’attentato come possibile complice si è presentato in un commissariato di polizia ad Anversa. Ha un alibi e che nega ogni coinvolgimento nei fatti di Parigi, è noto per casi gravi di traffico di stupefacenti ma non ha legami con il terrorismo nè è noto per essere radicalizzato, riferisce la Procura. e interrogate dai servizi antiterrorismo. Si trovavano nelle abitazioni perquisite durante la notte dalla Polizia.
IL GIALLO DEL POTENZIALE COMPLICE
Testimoni hanno parlato di «una vera e propria esecuzione». La procura antiterrorismo è stata immediatamente incaricata delle indagini, dopo aver escluso in pochi minuti che si trattasse di una rapina o di criminalità comune.
Panico nella strada, in pochi minuti tutto è stato blindato, i tanti negozi ancora aperti sono stati invitati a chiudere immediatamente. Poliziotti e teste di cuoio hanno perquisito ogni centimetro quadrato dei negozi, in particolare il grande magazzino Marks & Spencer, poi si sono riversati in un parcheggio poco distante, per il sospetto che un complice potesse essere in fuga proprio lì. Sul presunto “secondo uomo” non ci sono conferme.
CONSIGLIO DI DIFESA
Francois Hollande ha annullato la visita prevista per questa mattina in Bretagna e convocato un Consiglio di difesa. «Viene fatto di tutto perchè la mobilitazione delle nostre forze di sicurezza, dei poliziotti, dei gendarmi, dei militari sia al più alto livello nelle circostanze che noi sappiamo, come avviene da molti mesi» ha detto il presidente francese. Le unità speciali sono in stato di allerta, 50mila gli agenti mobilitati. «Tutta l’Europa è sotto attacco, non dobbiamo cedere a oscurantismo o intolleranza, ma combatterli. L’unità deve prevalere » ha detto al termine della riunione il Primo ministro Bernard Cazeneuve.
CAMPAGNA ELETTORALE SOSPESA
I principali candidati alle presidenziali francesi hanno annullato i loro impegni, a due giorni dal primo turno di voto. Emmanuel Macron, leader di «En Marche», ha fatto sapere che non andrà a Rouen e Arras, come da programma. Il candidato di «Les Republicains», Francois Fillon, ha cancellato la sua presenza ad una manifestazione che era prevista a Chamonix. Marine Le Pen, candidata del Fn, ha annullato l’evento che aveva in programma a Montceau-les-Mines.
(da “La Stampa”)
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