Aprile 29th, 2017 Riccardo Fucile E NESSUNO SI SCANDALIZZA DEL FATTO CHE VENDIAMO ARMI A MOLTI PAESI ARABI CHE GENERANO POI L’ESODO DEI PROFUGHI
Premessa: l’unica soluzione che abbia un senso sono i corridoi umanitari. Il progetto-pilota,
realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, completamente autofinanziato, ha portato in Italia negli ultimi mesi quasi 800 persone. Senza scafisti che ci lucrano sopra, senza carrette di mare che rischiano di affondare, senza disperazione.
Seconda premessa: se qualcuno, sia essa una persona o una Ong, smezza i guadagni con gli scafisti, ebbene la magistratura intervenga, reprima e condanni in modo esemplare chi ha lucrato sulla pelle dei disperati.
Poste queste necessarie premesse, partiamo da un assunto: se per qualcuno la vita umana è addirittura sacra, certamente e indiscutibilmente è cosa di straordinario valore e di immensa importanza.
Talmente importante che per salvare una vita umana è giusto fare qualsiasi cosa.
Lo sarebbe anche se si trattasse di una vita “colpevole” di qualche reato, figuriamoci se si tratta di una vita innocente: una vita di donna, di uomo, di bambino che si porta appresso il carico di disperazione e di tragedia che ha costretto alla scelta difficile e devastante di scappare.
Lasciare i propri amori, le famiglie, la propria terra, la propria casa portandosi appresso appena un cambio d’abito e tanta angoscia per un futuro che certamente non sarà roseo ma solo meno pericoloso di quello cui si sono voltate a malincuore le spalle.
Quindi ben vengano le telefonate tra le navi che incrociano il Mediterraneo e le carrette del mare, i gommoni bucati.
Ben vengano anche se queste telefonate partono dagli scafisti. Perchè queste sì che sono le telefonate che salvano la vita: se non ci fossero forse si metterebbero in mare tre o quattro gommoni di meno, ma certamente i morti in più sarebbero centinaia.
Mi piacerebbe che questa scelta — se fosse reale — fosse anche rivendicata a fronte dell’ottusità con cui l’Europa continua a far finta di non affacciarsi non più su un mare ma su un immenso cimitero.
E rivendicata soprattutto a fronte dell’ottusità con cui questa Europa invece di aprire utili canali umanitari erge inutili e mortali muri e barriere.
Forse non dalle Ong che nel Mediterraneo lavorano, perchè sappiamo quanto sarebbe per loro rischioso. Ma certamente dalle grandi organizzazioni che in Italia e in Europa si occupano di migrazioni e di migranti.
È impressionante il carico di ipocrisia che sta accompagnando le polemiche di questi giorni, aperte dalle improvvide e insensate dichiarazioni dell’ennesimo magistrato che parla a sproposito: al solito, c’è una scala di valori sulla sacralità della vita, e sembra proprio che quella di un feto bianco valga assai più di quella di un bambino, di un uomo o di una donna siriana, centrafricana o somala.
Impressionane perchè in questi stessi giorni scopriamo che crescono vertiginosamente le autorizzazioni all’export militate italiano: 14,6 miliardi di euro (+85% rispetto al 2015, +452% rispetto al 2014).
Armi che vengono vendute a Kuwait, Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Usa. Tutti Stati che notoriamente contribuiscono alla pace nel mondo.
Il minimo che l’Italia, e l’Europa che quanto a produzione di armi non è da meno, dovrebbero fare a fronte di questi spropositati numeri di morte è affittare traghetti per fare la spola tra sud e nord del Mediterraneo, per salvare i civili che le nostre guerre colpiscono.
E invece ci ritroviamo un Minniti che (con Orlando) punisce chi rende meno decorose le nostre strade mettendo in mostra le nostre colpe.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 29th, 2017 Riccardo Fucile GLI ITALIANI IMPEGNATI NELLE ONG DEL VOLONTARIATO SONO 5 MILIONI, MOLTI VOTAVANO M5S, ORA SONO DISGUSTATI
Scrivo con indignazione a fronte dei violentissimi attacchi a Ong di cui conosco bene valore, trasparenza ed efficacia. E scrivo da presidente della Social change school, che ha formato molti dei manager e dei professionisti che oggi lavorano proprio in quelle organizzazioni, per prendere posizione a supporto della reputazione loro e dei loro dirigenti.
Sono testimone da molti anni dell’onestà e della durezza di un impegno portato avanti tra il danno delle emergenze e la beffa dei buffoni in politica.
Le Ong italiane stanno in questa settimana reagendo unite e con valutazione politica e penale delle calunnie sottintese alle domande ed alle affermazioni piene di fango del blog Cinque Stelle e Luigi Di Maio, “valutando in quali sedi intervenire in difesa della propria azione, immagine e credibilità (Medici Senza Frontiere-Ufficio Stampa)”.
Vorrei fare un po’ d’ordine, raggruppare le principali risposte pervenute al momento in cui scrivo e chiarire gli aspetti penali delle dichiarazioni che le Ong stanno valutando.
Secondo l’articolo pubblicato sul blog di Beppe Grillo, non si capirebbe quali siano i finanziatori delle Ong: “Da dove arrivano questi soldi?”.
Risposta semplicissima: “Le attività di salvataggio sono realizzate con fondi privati, con il sostegno di fondazioni e attraverso libere donazioni di cittadini, senza richiedere finanziamenti pubblici” precisa Aoi, Associazione Ong italiane. A
Basta leggere i bilanci di Ong come InterSOS, Save the Children, Medici Senza Frontiere e Amnesty International, che da anni sono trasparenti nel condividerli con il web con chiunque voglia conoscerli prima di sparlare.
Marco Bertotto per Medici Senza Frontiere: “Forse chi ci critica dovrebbe chiedersi come mai ci sono tanti cittadini italiani disposti a darci qualcosa per salvare tante vite in mare”.
Prosegue il blog 5 Stelle: “In base a quale accordo queste Ong se ne stanno a ridosso delle coste libiche per fare il pieno di migranti e portarli in Italia? Con chi si relazionano in Libia? Fare il pieno di migranti”.
Ma che linguaggio squallido! Per Marco Bertotto (MSF), parlano i numeri: “I numeri non forniscono nessuna prova del fatto che esistano delle connessioni tra la presenza dei mezzi di soccorso e il numero delle partenze dalla Libia”.
Valerio Neri, direttore di Save the Children, chiarisce che la magistratura “ha definito Save the Children e MSF al di sopra di ogni sospetto” e che “i nostri interventi nascono, si sviluppano e si concludono esclusivamente sotto le direttive della Centrale Operativa della Guardia Costiera che coordina i soccorsi in mare” (La Repubblica). Tutto il resto è calunnia.
Durissima e senza appello è anche la reazione di Amnesty International, rappresentata da Giovanni Ruffini, che mette la mano sul fuoco su tutte le Ong italiane impegnate nei salvataggi.
Ancora Associazione Ong italiane: “I vertici della Guardia di Finanza, ascoltati dalla Commissione Difesa del Senato, hanno negato l’esistenza di prove di collegamenti fra ong e organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti, come invece si continua subdolamente ad affermare”.
Inoltre “l’Agenzia europea Frontex non ha mai definito ‘taxi del mare’ le imbarcazioni di Moas, MSF, Save the Children, Sos Mèditerranèe e delle altre Ong, come invece l’onorevole Di Maio ha scritto e detto in questi giorni”.
Filippo Ungaro, responsabile comunicazione per Save the Children, mi scrive semplicemente: “E’ una cosa allucinante, noi salviamo vite, siamo trasparentissimi!”.
Un boomerang politico per il Movimento 5 Stelle. Lodovico Mariani, direttore finanziario di Amref e nostro ormai storico collaboratore nella formazione di ambito umanitario, commenta con amarezza: “E’ un pericolo molto insidioso per una società perdere il valore delle vite umane ed usarle per posizionamenti elettorali”.
Un vice-presidente della Camera, l’onorevole (per definizione) Luigi Di Maio, che, per posizionamento elettorale, arriva al cinismo di descrivere come “taxi del mediterraneo” dei gommoni sbilenchi traboccanti di umanità devastata e programmati per affondare dopo pochi chilometri in modo da obbligare Guardia costiera e Ong al salvataggio, denota per le Ong italiane “il grado di pochezza politica, ignoranza e becera strumentalizzazione che sta diffondendosi anche ai più alti livelli istituzionali”.
La Cei rincara e definisce “vergognose” le parole di Di Maio in merito alle Ong che si occuperebbero dei migranti, rimangiandosi l’apertura da poco concessa.
Per me, le disonorevoli parole di Di Maio denotano una sensibilità degna di un giovane gerarca nazista. E’ questa la nuova classe politica italiana?
Aggiungo: questa ricerca di posizionamento politico ‘trumpista’ col mero calcolo elettorale di togliere qualche voto alla Lega ed all’estrema destra è politicamente controproducente in Italia.
Nelle Ong e nel ‘Terzo settore’ italiano lavorano o fanno volontariato 5 milioni di persone, di cui in parecchi, prima di queste uscite, simpatizzavano per i 5 Stelle. Attivisti, passionali, persone che non solo votano ma fanno la società dal basso e fanno opinione.
Questa è una grave frattura che causerà tanti voti persi per il M5S, spintosi su un posizionamento estremo proprio mentre l’europeismo vince in Francia con Macron. Noi la disumanità non riusciamo a votarla, neanche turandoci il naso.
Nel video che segue, il racconto vero e questo sì, onorevole, sul dramma dei salvataggi e sulla collaborazione tra Save the Children e Guardia Costiera, con le parole di Daniela Fatarella, vicedirettrice di Save The Children.
Concludendo una nota personale: per un po’ avevo creduto che il Movimento 5 Stelle avrebbe potuto costituire uno scossone anche valoriale per l’Italia.
Ora temo che un Movimento nato da un buffone (in pregevole senso artistico) possa finire in una tragica buffonata (in senso politico).
Perchè non accada, Grillo e Di Maio, salite sulle nostre navi, informatevi bene, sciacquatevi la bocca prima di parlare delle Ong e recuperate quell’umanità che state calpestando dentro e fuori di voi.
Forse resisteremo alla tentazione di buttarvi a mare.
Marco Crescenzi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile RIVELAZIONI DI SUPERNOVA: UN MEETUP PRETENDEVA PERSINO LA PASSWORD DELLA POSTA PRIVATA DEGLI ADERENTI PER CONTROLLARLI… ALCUNI PARLAMENTARI GRILLINI SAPEVANO E NON HANNO DENUNCIATO… SI PARLA DI TRAFFICO DI TESSERE
Militanti del Movimento che denunciano: per farci iscrivere a un meet up ci hanno chiesto tutti i dati
sensibili, il codice fiscale, e persino la password delle nostre mail private.
Parlamentari del Movimento che vengono a sapere della cosa da parte di alcuni di quei militanti, e ne discutono animatamente in una chat (anzichè denunciarlo, alcuni si preoccupano che la cosa non esca fuori).
Infine un pc, con tutti i dati sensibili e le password, che sarebbe sparito e non si sa che fine abbia fatto.
Le rivelazioni di questi presunti traffici sono contenute nella nuova anticipazione di Supernova, il libro di due ex stretti collaboratori di Gianroberto Casaleggio, Nicola Biondo e Marco Canestrari, in uscita dopo l’estate.
Il capitolo appena uscito s’intitola: “Traffico di dati sensibili, identità digitali e password private”. (sottotitolo: “A Catania spunta pure un mercato delle tessere”). L’affaire deflagra nelle chat grilline, scrivono gli autori, il 24 aprile.
«Se non escono i nomi di chi ha fatto girare questi moduli finisce a schifiu», attacca Giulia Grillo, all’epoca capogruppo uscente M5S a Montecitorio, che vuole vedere chiaro in questa storia.
«Al centro della discussione c’è un modulo prestampato», scrivono Biondo e Canestrari (e lo pubblicano).
«È un modulo di iscrizione al Movimento cinque stelle e prevede una sfilza di dati sensibili: codice fiscale, estremi del documento di identità , recapiti telefonici e mail. Viene richiesta, verbalmente ma imperativamente, anche la password della mail privata (dice un parlamentare nella chat che abbiamo potuto leggere)».
Si tratta naturalmente di qualcosa di totalmente opposto ai principi di trasparenza e onestà del Movimento.
«Chi conosce il Movimento sa che l’unico modo di iscriversi è passare dal portale Rousseau, e che nessun meet up può raccogliere iscrizioni e dati di questo tipo – scrive Supernova -. Due parlamentari catanesi, Giulia Grillo e Nunzia Catalfo, sono state allertate da alcuni attivisti. Postano in chat il documento. Vogliono sapere chi lo ha utilizzato».
Oltre a non ottenere risposte soddisfacenti, scoprono di più.
Un attivista segnala che, circostanza inquietante, proprio in quelle ore è sparito un pc da uno dei meet up catanesi.
«Raccogliere dati sensibili senza averne titolo – ricordano Biondo e Canestrari – è un reato. Ma c’è di più. A dirlo è la stessa Catalfo: “Sembrerebbe che insieme al modulo è stata chiesta la password dell’indirizzo personale di posta. Se fosse vera questa cosa sarebbe gravissima. A nome del Movimento…”».
In chat enumerano i testimoni di questa storia, chi dice siano quattro, chi ancora di più.
Si tratta – nella stagione delle tante ombre nelle pratiche cyber nel mondo pro M5S – di una vicenda allarmante. Biondo e Canestrari spiegano: «Dati sensibili raccolti senza autorizzazione, identità digitali che passano di mano, iscrizioni irregolari, password private. Chi detiene questo “pacchetto di dati” può, se vuole, aprire account a nome dei neo-iscritti».
In altre parole, se si possiedono persino le password delle mail personali, si possono aprire account social collegati a persone reali, magari a loro insaputa.
Cittadini, anche inconsapevoli, potrebbero anche finire con l’esser prestanomi involontari per “cyber operations”. Un caso limite, di cui – va specificato – in queste chat non si fa cenno.
Le parlamentari M5S capiscono che la storia è pesante, la richiesta di dati sensibili e di password fatta non si sa bene da chi.
Può fermarsi in Sicilia, o salire lo stivale. Uno degli attivisti catanesi più in vista, si legge in Supernova, spiega che esiste persino «un tariffario», «un mercato delle tessere parallelo per ottenere una candidatura».
Il militante osserva: «Adescano la gente ai banchetti o in sede. E poi gli presentano questo modulo per iscriversi al Movimento. E per candidarsi devono portarne 20 per il consiglio comunale e 50 per il sindaco».
Biondo e Canestrari raccontano anche di un confronto severo tra due parlamentari catanesi, su questa vicenda.
Nunzia Catalfo scrive a Giarrusso: «Mario dobbiamo verificare chi lo ha prodotto [il modulo ndr.] non il testimone che lo denuncia, perchè quello semmai lo verificherà la magistratura».
E lui: «Testimone di che, se ci nascondi qualche cosa Nunzia non credo sia corretto». «Testimone di un illecito» (gli ribatte Catalfo la quale, scrivono Biondo e Canestrari, «è pienamente consapevole della gravità »). Mario qui qualcuno fa firmare moduli, chiede password personali a nome del Movimento». E Giarrusso: «Se lo fa è gravissimo e va subito cacciato. Ma vorrei sapere da dove vengono le notizie…».
Restano tante domande: è successo solo in un meet up catanese, o in altri meet up italiani? E soprattutto, esiste un utilizzatore finale di questi dati, password e identità digitali?
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa“)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile NON BASTA: SBARRAMENTO AL 5%, COSI SI TOGLIE DALLE PALLE ANCHE L’OPPOSIZIONE… E’ LA DEMOCRAZIA DIRETTA DEI TRUFFATORI
Uno non vale più uno, anzi non conta un cazzo: per chi non fosse sintonizzato sulla lunghezza d’onda della democrazia-diretta (diretta dalla banca d’affari Grillo and Casaleggio) vale la pena di informarsi.
In serata i pupari hanno mandato avanti il burattino Di Maio per avanzare una proposta very-democratica sulla legge elettorale con cui si dovrebbe andare al voto.
Dopo aver sostenuto per mesi il ritorno al proporzionale, con una faccia da tolla ineguagliabile ora la proposta è condensabile in due proposte:
1) premio di maggioranza alla lista (non alla coalizione) che raggiunge il 35%
2) soglia di sbarramento elevata al 5% per entrare in Parlamento.
In pratica chi ottiene il consenso di un terzo degli elettori, pari al 20% dei cittadini reali (visto che il 35/40% non vota perchè schifato) prende il 51% e per 5 anni impone la sua dittatura.
Non solo: meglio fare fuori anche i partiti più piccoli (come se chi prende il 4,9% fosse poi piccolo) così non rompono i coglioni al dittatorello mai laureato e ai suoi pupari che tirano le fila.
Questa si chiama democrazia diretta alias il governo dei cittadini.
Per i coglioni che ancora pensano sia una cosa seria.
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile LA DOPPIA VITA DI FRANCO A., SOLDATO DELLA BUNDESWEHR, FILONAZISTA E XENOFOBO: ARRESTATO
E’ una storia che sta sconvolgendo la Germania. La doppia vita di Franco A.: di giorno soldato della
Bundeswehr, filonazista e xenofobo, di notte profugo di Damasco, in fuga dalla guerra civile.
Franco A. è stato arrestato mercoledì con l’accusa di terrorismo, ma per oltre un anno ha beffato le autorità tedesche spacciandosi per siriano, intascando 400 euro al mese e facendosi vedere saltuariamente in un centro di accoglienza bavarese.
Gli inquirenti sono sicuri che stesse preparando “un attentato grave” a sfondo razzista, ma non è chiaro nè quando, nè dove.
Dal 17 febbraio era nel mirino della procura di Francoforte, una delle ipotesi è che stesse pianificando un attacco per poi dare la colpa ai rifugiati.
Una vicenda incredibile, che sta attirando enormi critiche sul ministero della Difesa.
Nei giorni più concitati dell’”inverno dei profughi”, a dicembre del 2015, Franco A. si presenta all’ufficio immigrazione della città dov’è cresciuto, Offenbach.
Il soldato dai capelli scuri racconta di essere figlio di un venditore di frutta cristiano di Damasco, di essere fuggito attraverso i Balcani, di chiamarsi David Benjamin, di aver perso il passaporto. Fa richiesta di asilo. Le autorità , oberate dalle decine di migliaia di rifugiati che arrivano in quei mesi nel Paese, fanno poche domande, non si accorgono neanche che non parla una parola di arabo e lo spediscono in Baviera.
A Erdingen, in un altro ufficio per l’accoglienza dei rifugiati, gli scattano una foto, gli prendono le impronte, poi gli assegnano un posto in un centro di accoglienza, a gennaio del 2016.
Quando un impiegato si accorge finalmente, quasi un anno dopo, che Franco alias David non parla arabo, lui si giustifica dicendo di provenire da una famiglia di cristiani e di parlare solo il francese. In tutto questo tempo sta probabilmente progettando un attacco terroristico razzista.
Tra dicembre del 2015 e oggi lo zelig neonazi si sdoppia, facendo la vita da soldato in Alsazia, in una base franco-tedesca, intrattenendosi sul web e su gruppi whatsapp con altri estremisti di destra, coltivando odio nei confronti dei migranti e dei rifugiati sui siti più xenofobi.
Ma ogni tanto percorre centinaia di chilometri per andare in Baviera a recitare la parte del profugo David. Finchè non viene intercettato dalla polizia. Per un puro caso.
A gennaio, Franco A. è di ritorno da un ballo dell’esercito, a Vienna, quando nasconde una pistola calibro 7,65 in un bagno.
Qualche tempo dopo, un tecnico trova l’arma e avverte la polizia austriaca. Che tende una trappola al proprietario della rivoltella: aspetta che la torni a prendere e lo arresta. A quel punto, la scoperta incredibile: quando gli agenti austriaci spediscono le impronte digitali del tenente della Bundeswehr in Germania, si scopre che appartengono a un profugo, un certo David Benjamin.
Tuttavia, la polizia austriaca fa finta sulle prime di credere alla versione del soldato, che racconta di aver trovato l’arma per caso in un cespuglio, vicino al luogo del ballo, e di averla nascosta nel bagno per non farsi arrestare in aeroporto. Lo lascia andare per poterlo osservare più da vicino.
Quando gli inquirenti cominciano a illuminare la sua vita, ad analizzare la sua presenza in rete, si accorgono che si tratta di un estremista di destra e che ha almeno un complice, un vecchio amico di Offenbach, Matthias F..
Il telefono di Franco A. finisce sotto controllo, i suoi compari di tirate razziste su whatsapp anche. Mercoledì scorso, le manette scattano insieme a perquisizioni in 16 luoghi diversi, tra Francia, Austria e Germania.
E a casa del presunto complice, Matthias F., i poliziotti fanno l’inquietante ritrovamento di esplosivi, granate e munizioni.
A conferma che l’attentato non era solo una sbruffoneria di un gruppetto di neonazisti su whatsapp, ma un’ipotesi reale.
(da “La Repubblica”)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile SE ARRIVA UNA RICHIESTA DI SOCCORSO VIA VHF C’E’ L’OBBLIGO DI INTERVENIRE… O DOVREMMO DIRE: “I CATTIVI SCAFISTI CI HANNO AVVISATO E ALLORA LASCIAMOLI MORIRE IN MARE”?
Tutti gli italiani velisti, marinai con imbarcazioni a motore, con patente nautica o che hanno semplicemente fatto una settimana di crociera-vacanza in vita loro, devono essere allibiti, meravigliati, scioccati come lo sono io, davanti a questa incredibile polemica sui taxi delle Ong che trasporterebbero i migranti, innescata dall’ineffabile Di Maio
Chi è mai stato in mare ha ben presente che tutte le imbarcazioni che vanno oltre le sei miglia dalla costa sono per obbligo dotate di un oggetto chiamato Vhf.
Il Vhf marino o Vhf nautico è un ricetrasmettitore, che può essere fisso o portatile, destinato al traffico marittimo sulle frequenze tra 156 e 164 megahertz.
Nella sostanza, funziona così: c’è un canale, il canale 16, sul quale non si può rimanere a lungo a parlare, ma si usa per le emergenze, oppure per chiedere a un’altra imbarcazione, con la quale si vuole comunicare di spostarsi a parlare su un altro canale.
Funziona così: io vedo una barca blu all’orizzonte, mi chiedo se sia il mio amico Checco, pescatore del mio paesello. Allora mando un messaggio sul canale 16 e chiedo. “Attenzione attenzione, imbarcazione blu che ti trovi a tale latitudine e tale longitudine, voglio comunicare con te, per favore spostati a parlare sul tal canale”. L’imbarcazione mi sente, e se vuol parlare con me si sposta dal canale 16 al canale su cui propongo di chiacchierare.
Così il mare è pieno di chiacchiericcio sul Vhf, gente che naviga in flottiglia che si mette d’accordo su dove fare ancoraggio la notte, su chi sbarca a fare cambusa per tutti a terra, consigli su come riparare una qualche manovra o parte del motore che crea problemi, che “cazzeggiare” e dice barzellette.
Allora immaginatevi il canale di Sicilia e le acque tra la Libia e l’Italia.
Il trafficante che parte dalla Libia ha tutto l’interesse a far raccogliere i poveracci che trasporta, perchè se muoiono in mare come facevano in massa qualche anno fa e come ancora oggi fanno quando qualcosa va male, il suo business non prospera.
Se sono, non dico furbi, ma semplicemente normodotati, vanno nei pressi di una barca delle Ong.
La chiamano sul Vhf. Gli dicono, presumo in inglese o francese, ma forse anche in bell’italiano: “Cari belli, noi stiamo per mollare un gommone di sei metri con 60 persone a bordo a tale latitudine e longitudine. Poi fate voi”.
Voi siete una Ong che ha deciso che non era tollerabile, dal punto di vista della semplice umanità , che morissero centinaia di persone davanti a Lampedusa, che bambini come Aylan Kurdi venissero sbattuti cadaveri sulla spiaggia, che di migliaia di esseri umani dispersi in mare si cancellasse per sempre la traccia, senza che i loro cari mai più ne sapessero niente: leggetevi, se volete capire, il dolore immenso di questa migrazione, “I fantasmi di Portopalo”.
Per questo avete raccolto fondi e avete armato una barca. Ora cosa dovete fare?
Cosa dovete fare quando vi arriva l’annuncio sul Vhf? Dovete dire “Oh no! Questi non li salviamo perchè i cattivi scafisti ci hanno avvisato, e staremmo facendo il loro gioco, lasciamoli morire in mare”?
Non avete altra scelta che andarli a prendere, o lasciarli morire. E se foste un’imbarcazione della marina militare sarebbe lo stesso.
E allora di cosa stiamo parlando?
Di Maio e chiunque parli di taxi delle Ong, o è ignorante come una capra e non è mai stato in mare, oppure sta inventando l’acqua calda. Sta denunciando l’ovvio.
Sta ciurlando nel manico. Sta usando artifici di parole per fare sdegnare contro le Ong chi è così ignorante che immagina che i muri esistano tra gli esseri umani.
Ma gli esseri umani parlano, comunicano, scambiano. È ovvio che in venti anni di questo andazzo nel Mediterraneo la cosa non possa funzionare che così. E non ci sono alternative, altra che farli morire. Anzi, no, sbagliato. C’è una alternativa semplice e chiara perchè tutto questo finisca, in un attimo.
A voi, italiani, vi darebbe fastidio che vi dicessero che in America, o in Tunisia, o in Svezia, non ci potete andare. Non vi danno il passaporto, non vi danno il visto, non vi permettono di comprare un biglietto di aereo o di nave, è proibito.
Siete prigionieri nel vostro paese. L’unica alternativa che avete è affidarvi ai trafficanti, fuori dalla legge, gente che vi può sequestrare o torturare, e vi impone a prezzi molto più alti di quelli che si avrebbero se si potessero usare le normali agenzie di viaggio, e fa profitti molto più gradi del normale, come li fanno i mercanti di droga e di tutte le merci proibite.
Così è per i migranti.
Noi abbiamo creato gli scafisti, noi gli permettiamo di torturare i migranti, lo abbiamo fatto negando ai migranti la libertà di muoversi.
E non serve assolutamente a niente, perchè fino a quando c’è lavoro per loro qua da noi e c’è miseria da loro, continueranno a venire, come fanno da venti anni.
Rimuovete i divieti, date il permesso di muoversi liberamente e legalmente, con il passaporto, con il visto, con l’agenzia di viaggi.
Avrete tagliato l’erba sotto i piedi agli scafisti, la gente viaggerebbe sicura in classe economica, andrebbe liberamente dove deve.
E non abbiate paura: non verranno tutti qua. Non appena il mercato del lavoro si sarà saturato delle abilità che i migranti hanno da offrire, smetteranno di venire.
Avete notato come non vengono quasi più i polacchi, o gli albanesi, rispetto venti anni fa?
Non succederà nulla di diverso da quello che già succede, salvo far finire il business degli scafisti e le morti in mare.
Come la gente non smette di drogarsi perchè è reato, non ha smesso di bere alcol nel proibizionismo, impedirglielo non serve a nulla. Lasciamoli venire.
È la soluzione da adottare non perchè lo dice il Papa e vogliamo essere buoni e buonisti, ma perchè abbiamo capito come funziona il mondo.
La libertà è necessaria perchè è la miglior soluzione pratica che ci indica da un paio di secoli la filosofia occidentale, non solo perchè ci pare bella.
Non abbiate paura. Lasciamoli venire. E non dovremo più pagargli il taxi.
Elisabetta Addis
Economista
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile PER LA PRIMA VOLTA IL CANDIDATO DELL’ESTREMA SINISTRA DA’ UNA INDICAZIONE DI VOTO
“Mai con Le Pen”. Per la prima volta dopo il primo turno delle presidenziali in cui si è piazzato al
quarto posto con il 19,6% dei voti, il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mèlenchon si esprime sul ballottaggio.
Tutti sanno “che non voterò Front National”, afferma pur senza dare un’esplicita indicazione di voto ai suoi elettori, che Marine Le Pen corteggia invitandoli a “fare muro” contro il neoliberismo di Emmanuel Macron.
“Quello che voterò non ve lo dico, non c’è bisogno di essere dei gran maghi per indovinare cosa farò ma non lo dico perchè voi possiate restare compatti”, aggiunge Mèlenchon .
E’ evidente che la “raccomndazione” più forte è quella di non fare confluire alcun voto sulla candidata xenofoba, fermo restando la possibilità di votare scheda bianca, visto che il programma di sinistra del suo partito non gli permette di dare una indicazione esplicita per Macron.
(da agenzie)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile E CHI METTONO AL SUO POSTO? STEEVE BRIOIS, INDAGATO PER INCITAMENTO ALL’ODIO RAZZIALE
Travolto dalle accuse di negazionismo, Jean-Franà§ois Jalkh, vicepresidente del Front National designato a diventare presidente al posto di Marine Le Pen, ha rinunciato al ruolo, annunciando di voler sporgere denuncia per difendere il proprio onore.
Ad assicurare la presidenza ad interim del partito della Le Pen sarà Steeve Briois, sindaco di Hènin-Beaumont e deputato europeo del Front National.
Lo ha annunciato stamattina il vicepresidente del partito, Louis Aliot.
Su Briois e su David Rachline, direttore della campagna di Marine Le Pen, è stata aperta un’inchiesta per incitamento all’odio.
“Sarà Briois ad assumere l’interim e non se ne parla più”, ha dichiarato Aliot su Bfmtv e Rmc, sostenendo che Jalkh avrebbe rinunciato all’incarico. “Vuole sporgere denuncia e difendere il suo onore”, ha detto Aliot.
Qualificata per il ballottaggio alle presidenziali francesi, Marine Le Pen si era autosospesa all’indomani del primo turno dalla presidenza del Fn.
L’interim era stato assunto inizialmente da Jean-Franà§ois Jalkh, sotto inchiesta per lo scandalo de finanziamenti illeciti al Fn e accusato di affermazioni negazioniste – in particolare sulle camere a gas dei campi di concentramento nazisti – che lui smentisce.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 28th, 2017 Riccardo Fucile ORMAI IL GIOCO E’ SCOPERTO, CHI VOTA M5S VOTA LEGA… IL VICE-PRESIDENTE DEL CSM: “L’AZIONE DISCIPLINARE SPETTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA”… IL PROCURATORE DI CATANIA E’ CONOSCIUTO PER UNO RISERVATO, NON VA NEANCHE ALLA PROCESSIONE DELLA PATRONA: CHISSA COME MAI E’ DIVENTATO IMPROVVISAMENTE LOQUACE
“Sulle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, comunico che,
dopo aver sentito i capi di Corte e il presidente della prima commissione consiliare, avvocato Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all’esame del Comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio. Fermo restando che, come è noto, spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l’esercizio dell’azione disciplinare”.
Dalle parole del vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, le prime avvisaglie di un prossimo accertamento sulle modalità con cui il procuratore capo di Catania sta gestendo l’indagine conoscitiva avviata dai suoi uffici sulle attività delle ong nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Ovvero, dopo aver comunicato l’apertura del fascicolo durante la seduta di fine marzo del comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, rilasciando dichiarazioni quotidiane ai media nazionali sulla presunta collusione tra alcune ong e i trafficanti di esseri umani.
Fino ad adombrare il sospetto che le organizzazioni criminali libiche arrivino a finanziare alcune sigle umanitarie per finalità eversive.
Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando, generalizzazioni inaccettabili: “Bisogna fare le indagini: se qualcuno va punito, va punito”.
Ma perchè, è la domanda, un magistrato si lancia pubblicamente in scenari così inquietanti quando la sua inchiesta conoscitiva è aperta, invece di lasciar parlare le carte, formulando accuse precise e nomi e cognomi, al momento giusto?
A Repubblica, Carmelo Zuccaro afferma di non poter ancora produrre prove, ma di avere comunque maturato certezze. Ovviamente personali.
Per questo, “Se si dovessero aspettare i tempi lunghi di un’indagine che sarà complessa e per la quale ho bisogno di uomini e mezzi di cui al momento non dispongo, sarebbe troppo tardi. E a ragione, tra qualche tempo, mi si potrebbe rimproverare: ma dov’eri tu mentre succedeva tutto questo?”.
Forse basterebbe che stesse al suo posto e facesse indagini, invece di perdere il suo tempo a fare interviste a radio e tv.
Anche considerato che fino a ieri il procuratore era noto in città per la sua riservatezza, tanto da non partecipare neppure alla festa del patrono.
Chissà come mai improvvisamente rilascia interviste a raffica a giornali e Tv per esporre il suo pensiero, non suffragato da prove.
Zuccaro diventa un caso, mentre i richiami a evitare giudizi affrettati e a lasciar parlare gli atti, giunti nella durissima giornata di ieri dai ministri dell’Interno e della Giustizia, Marco Minniti e Andrea Orlando, non hanno evidentemente persuaso alla moderazione quanti da giorni animano lo scontro sulle attività delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo, cavalcando le affermazioni del capo della Procura di Catania.
Tra questi Luigi Di Maio, che al comunicato di Legnini protesta con un tweet a sostegno di Zuccaro.
Pesantemente criticato nei giorni scorsi, soprattutto da Roberto Saviano, per aver “equivocato” un Rapporto Frontex in cui non si lanciano accuse alle ong, men che meno quella di contiguità con i trafficanti (Di Maio ha usato l’espressione “taxi del mare”), da ieri il vice presidente della Camera è potuto tornare all’attacco rilanciando le nuove affermazioni del procuratore Zuccaro su alcune ong che “potrebbero” essere finanziate dalle organizzazioni criminali per finalità ben oltre il business: sempre usando il condizionale, la “destabilizzazione della nostra economia”.
Ed oggi Di Maio rilancia.
Prima ad Agorà , su Raitre, chiedendo che alle navi delle ong siano imposte le stesse regole d’ingaggio osservate dalla Marina militare nelle operazioni “Triton e Sophia: arretrare, tornare nel Canale di Sicilia. Poi, quando vengono lanciati i may-day, si interviene.
Così nel frattempo i profughi sono affogati e ci siamo tolti il pensiero, certo…
Intanto, si concretizza la grande preoccupazione espressa dalle ong più affidabili e trasparenti per illazioni che rischiano di compromettere il rapporto di fiducia con la società civile su cui il mondo del volontariato fa leva per raccogliere contributi e donazioni.
Sondaggio di Ixè per Agorà : oggi crede nelle ong solo il 34% degli italiani, il 48% non si fida, il 18% non si è espresso.
Ancora ad Agorà , il laconico commento di Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa premio Unesco per la pace. “Mi sembra che si stia capovolgendo il mondo. Perchè le ong sono lì a coprire un vuoto lasciato dall’Europa, non dell’Italia. E cosa fa la politica italiana? Critica e accusa le ong. Mi piacerebbe che si riportassero le cose al loro posto. Bisognerebbe preoccuparsi di quelli che muoiono. I partiti che oggi si scagliano contro le ong sono gli stessi che nel 2013, dopo la strage di Lampedusa, piangevano e dicevano: mai più stragi”.
Poi, rivolgendosi a Di Maio: “Se pensate che l’arrivo dei migranti sia aumentato per la presenza delle ong, non siete in grado di governare il Paese”.
(da agenzie)
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