Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile 811 INTERVENTI A GALLIPOLI, RISCONTRATE 450 VIOLAZIONI… MI RACCOMANDO, MANTENETE QUESTI “VALORI IDENTITARI” DELL’ITALIA
Vere e proprie ‘case pollaio’, abitazioni senza i minimi requisiti igienico-sanitari e riempite
all’inverosimile.
È quanto ha scoperto la Guardia di finanza in Salento, nell’ambito dei controlli avviati dal 1 luglio sui proprietari di seconde e terze case che affittano nelle località di vacanza più in voga.
Delle 811 verifiche effettuate dai finanzieri in tutta Italia una su due è risultata irregolare, con 450 violazioni riscontrate.
Di queste, 370 hanno riguardato affitti in nero.
La maggior parte delle case fuori da ogni regola è stata scoperta a Gallipoli, una delle mete più gettonate in tutta Italia e tra le località balneari più in voga tra i giovani, attratti dalle discoteche sulle spiagge, dai locali e dal mare cristallino.
In 27 appartamenti sottoposti a controlli nel territorio di Gallipoli, nel Salento, nelle aree balneari di ‘Baia Verde’ e ‘Lido San Giovanni’, i militari della Guardia di finanza hanno trovato 181 giovani turisti, 15 dei quali minorenni, provenienti da ogni regione. In 24 dei 27 appartamenti controllati a Gallipoli, è stata accertata la violazione all’ordinanza comunale riguardante il divieto di sovraffollamento (rapporto tra numero di inquilini e superficie abitabile).
La sanzione è stata pari a 350,00 euro per ogni persona in eccedenza, oltre all’emanazione di un’ordinanza comunale di sgombero, anche coattivo, dei locali risultati sovraffollati.
Dal primo luglio scorso le Fiamme Gialle hanno ispezionato complessivamente a Gallipoli 84 appartamenti (il numero comprende anche le 27 abitazioni in cui sono stati trovati 181 giovani), identificato 496 turisti (57 dei quali minorenni), hanno riscontrato 66 violazioni e hanno accertato 177 persone in eccedenza rispetto all’ordinanza di sovraffollamento con l’irrogazione di sanzioni amministrative per 62.000 euro.
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile IL SINDACO M5S, CASO STRANO, E’ PROPRIETARIO CON I GENITORI DI UNA CASA ABUSIVA
Giancarlo Cancelleri traccia il solco, Patrizio Cinque lo difende.
A Bagheria il MoVimento 5 Stelle ha appena approvato un regolamento in tema di abusivismo a dir poco discutibile.
Ne parla oggi Antonio Fiaschetti su Repubblica:
Ben 600 gli immobili da abbattere con ordinanza del Tribunale, meno di una decina le demolizioni avviate, il tutto in un Comune dove lo stesso sindaco Patrizio Cinque insieme ai suoi genitori è proprietario di una casa abusiva. Il Consiglio comunale a maggioranza grillina ha appena approvato un regolamento in materia di edilizia nel quale non mancano le aperture agli abusivi: si va dalla possibilità per il sindaco in prima persona di dare un «diritto provvisorio di abitazione» anche a chi ha costruito a ridosso del mare, alla previsione dell’ereditarietà dell’immobile fino alla vendita del bene da parte del Comune, dopo averne acquisito la proprietà «per utilità pubblica», prevedendo però un diritto di prelazione per l’abusivo stesso.
Tradotto: con questo regolamento difficile che vengano abbattuti immobili nel grande centro a due passi da Palermo che dagli anni Settanta agli anni Duemila è cresciuto a dismisura senza alcuna regola.
Il caso Bagheria è esploso in questi giorni d’estate dopo che il candidato governatore dei 5 stelle, Giancarlo Cancelleri, girando l’Isola insieme a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, oltre a parlare di «abusivismo di necessità », lanciando un messaggio ambiguo, ha citato come esempio, che in caso di elezione sarà seguito dal Movimento, proprio quanto fatto dall’amministrazione locale grillina:
I 5 stelle a Bagheria concedono «il diritto di abitazione» in un immobile abusivo utilizzato come prima casa», non solo al «responsabile dell’abuso e ai componenti del suo nucleo familiare», ma anche a «figli, parenti in linea retta, sposati o coppie di fatto occupanti unità immobiliari autonome dello stesso fabbricato».
E in un altro punto del regolamento prevedono un articolo dal titolo emblematico: «Casi eccezionali».
Articolo nel quale si legge che «nel caso in cui l’immobile acquisito al patrimonio comunale non possa essere mantenuto perchè costruito in zona di inedificabilità assoluta», quindi anche sul mare, si dà la possibilità al sindaco di concedere il diritto di «abitazione temporaneo» fino a quando il Comune non reperirà le somme per la demolizione. Un altro paradosso.
Su questo regolamento un gruppo di consiglieri comunali ha presentato un esposto in procura sottolineando come vi sia un possibile conflitto d’interesse, sia perchè è stato proposto dal sindaco Cinque, «che insieme ai parenti è proprietario di un immobile abusivo», sia perchè è stato votato da consiglieri che «hanno parenti in linea retta proprietari di immobili abusivi».
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile COME LA POLITICA AGGIRA LE NORME PER AGGIUSTARE GLI ABUSI EDILIZI
La foglia di fico è sempre la stessa, e quando la mettono si aspettano persino l’applauso: “Contenere
il consumo del suolo”.
C’è scritto questo nella sanatoria delle mansarde, che la Regione Lazio sta prorogando da otto anni a questa parte, e c’è scritto questo pure nella sanatoria delle cantine, fresca di pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione Abruzzo.
Avete capito bene: le cantine.
Chi non sottoscriverebbe una legge regionale sul “Contenimento del consumo del suolo attraverso il recupero dei vani e locali del patrimonio edilizio esistente”? Leggendo il titolo si potrebbe immaginare un provvedimento per favorire il riuso degli immobili abbandonati, spesso così belli da lasciare senza fiato, dei quali l’Italia è piena.
Prima però di aver scorso il testo, scoprendo che delimita invece quel recupero ai “vani e locali seminterrati ” da destinare “a uso residenziale, direzionale, commerciale o artigianale “.
Ma non religioso: sia chiaro. Perchè la sanatoria delle cantine decretata dalla Regione Abruzzo esclude invece espressamente, all’articolo 3, la possibilità di cambiare la destinazione d’uso dei seminterrati “per la trasformazione in luoghi di culto”. Insomma, fateci tutto, anche un bed & breakfast (non è forse attività residenziale?). Tranne che una moschea.
Certo, per ottenere questo curioso condono (termine che di sicuro i proponenti rigetteranno sdegnati) bisognerà pagare gli “oneri concessori”.
Se però l’intervento riguarda la prima casa è previsto uno sconto del 30 per cento.
Va pure da sè che i locali debbano avere determinate caratteristiche. Per farci abitare gli esseri umani sono necessari impianti di “aero-illuminazione” (testuale nella legge) e l’altezza dei locali non può essere inferiore a due metri e quaranta. Ma a trovarle, cantine così alte… Niente paura.
Anche in questo caso la legge della Regione Abruzzo offre una elegante scappatoia. Eccola: “Ai fini del raggiungimento dell’altezza minima è consentito effettuare la rimozione di eventuali controsoffittature, l’abbassamento del pavimento o l’innalzamento del solaio sovrastante “.
Il vostro scantinato tocca a malapena uno e novanta? Niente paura: scavate un altro mezzo metro o alzate il solaio di cinquanta centimetri. Sempre rispettando “le norme antisismiche “, però. Dopo quello che è successo in Abruzzo, è il minimo. Già …
Ma colpisce che nemmeno il terremoto sia stato capace di frenare lo stillicidio delle sanatorie. Anzi.
Qualche mese fa c’è stato chi ha rivelato che i contributi pubblici per il sisma non avrebbero discriminato le case abusive. Suscitando la reazione risentita delle strutture commissariali, anche se nessuna smentita ha potuto cambiare la realtà dei fatti: per ottenere i denari statali è sufficiente autocertificare che l’abitazione andata distrutta non era interamente abusiva. E poi presentare domanda di sanatoria.
La prova, se ce ne fosse ancora il bisogno, che abusivismo e condoni se ne infischiano anche delle scosse telluriche del settimo grado.
Il vecchio caro condono edilizio ha così pian piano cambiato pelle. Sbarrata la strada in Parlamento, si è aperto la via nelle pieghe delle leggi regionali assumendo le forme più subdole e creative.
Non soltanto per i sottotetti, come nel Lazio e in Lombardia (Regione che ha deliberato anch’essa il salvataggio delle mansarde), o per le cantine, come in Abruzzo. Emblematico è il caso della Campania, dove il Consiglio regionale ha appena sfornato una legge per l’adozione di “linee guida per supportare gli enti locali che intendono azionare misure alternative alla demolizione degli immobili abusivi”.
Tradotto dal burocratese, sono le direttive alle quali si devono attenere i Comuni per evitare di buttare giù le costruzioni illegali. Per esempio, si deve valutare “il prevalente interesse pubblico rispetto alla demolizione”.
Come pure tenere debitamente conto dei “criteri per la valutazione del non contrasto dell’opera con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico “.
E che dire dei “criteri di determinazione del requisito soggettivo di ‘occupante per necessità “?
Ecco dunque gli abusivi per bisogno, quella figura mitica capace di spazzare via ogni tabù ambientale con relativo senso di colpa. In Campania sono il corpo elettorale fra i più consistenti e la tentazione di grattargli la pancia, tipica di certa destra, ha ormai fatto breccia anche presso certa sinistra.
I Verdi hanno adesso chiesto al governo di Paolo Gentiloni di impugnare la legge votata dalla Regione governata dal suo compagno di partito Vincenzo De Luca e di stroncare insieme anche la sanatoria delle cantine che ha fatto breccia nel cuore dell’Abruzzo presieduto da un altro dem: Luciano D’Alfonso.
Arduo prevedere con quali speranze di successo. Probabilmente non più di quante ne abbiano gli oppositori di una recentissima leggina della Regione Sardegna, ora governata dal centrosinistra di Francesco Pigliaru, per bloccare la possibile invasione delle coste dell’isola con bungalow e casette di legno.
Nel provvedimento sul turismo è spuntata infatti la possibilità per i camping isolani di piazzare costruzioni mobili (ma nella versione iniziale erano ammesse anche nella versione non amovibile) al fine di “soddisfare esigenze di carattere turistico”.
Le quali, precisa il disegno di legge, “non costituiscono attività rilevante ai fini urbanistici ed edilizi”. Sono quindi case vere e proprie, ma è come se non lo fossero. Bisogna ricordare che questa non è una novità assoluta.
Anche in precedenza le leggi regionali consentivano di impiantare strutture del genere nei camping. Ma all’inizio non si poteva superare il 25 per cento della capacità ricettiva di un campeggio. Poi si è saliti al 40. E ora al 45.
Arrivare al 100, di questo passo, sarà uno scherzo…
Sergio Rizzo
(da “La Repubblica”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile DOPO IL CRIMINALE ATTENTATO IN VIRGINIA LA VERGOGNA DI UN PRESIDENTE CHE HA PAURA DI PERDERE I CONSENSI DEGLI SCHIAVISTI CHE DOVREBBERO MARCIRE IN GALERA
Prima ha twittato, invitando a respingere l’odio e la violenza. Poi, parlando in tv, sempre riferendosi agli scontri di Charlottesville, ha detto che “l’odio e la divisione devono finire adesso. Dobbiamo unirci come americani nell’amore della nostra nazione, attraverso l’affetto degli uni verso gli altri”.
Ma questo non è bastato per evitare che una nuova bufera di polemiche si scagliasse contro il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, le cui parole sono ritenute troppo neutre contro i rappresentanti dell’estrema destra che ieri hanno dato vita a una manifestazione in Virginia, durante la quale si sono registrati scontri e violenze.
Una donna è morta, investita da un’auto che è volontariamente piombata sugli antirazzisti che protestavano contro il corteo, e molti sono gli arresti da parte della polizia.
Ma le critiche non si fermano qui: la frase “Apprezziamo la nostra storia”, pronunciata in serata dal presidente Usa, è stata letta come un messaggio in codice agli organizzatori del raduno.
Da più parti piovono accuse per il mancato riferimento diretto ai suprematisti bianchi, forti sostenitori del capo della Casa Bianca in campagna elettorale.
Decisamente più schierati l’ex presidente Usa, Barack Obama, e l’avversaria di Trump alle elezioni, Hillary Clinton.
“Nessuno – ha scritto Obama sui social- è nato odiando un’altra persona per il colore della sua pelle o per la religione. Le persone devono imparare a odiare e se possono imparare l’odio, possiamo insegnare loro l’amore. Perchè l’amore viene più naturale al cuore umano che il suo opposto”.
Ma sono numerosi anche i deputati repubblicani che non hanno apprezzato la posizione ambigua di un Trump sempre più isolato nel partito.
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile ERA STATA CATTURATA, CHE SENSO AVEVA UCCIDERLA?… LE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE DENUNCIANO IL SOLITO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TRENTO, ESPERTO IN ESECUZIONI
Per questo l’orsa KJ2 è stata uccisa dagli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di
Trento in ottemperanza dell’ordinanza emessa dal presidente della Provincia, Ugo Rossi, per garantire la sicurezza delle persone.
Per dare la caccia all’orso, dopo che aveva aggredito un idraulico settantenne, erano stati impiegati trenta forestali, che per la gestione del caso hanno dovuto seguire regole molto complicate.
Il fatto risale alla fine di luglio: l’uomo stava facendo una passeggiata in un bosco in zona laghi di Lamar con il suo cane quando si è imbattuto nell’orso.
Sarebbe stata proprio la reazione del cane alla vista dell’orso a scatenare l’ira di KJ2.
Cercando di difendersi, l’uomo ha riportato ferite al braccio e alla gamba e per salvarsi si era gettato in un dirupo ed era stato soccorso dai vigili del fuoco.
A comunicare la morte dell’orsa è stata la Provincia autonoma di Trento. L’uccisione è avvenuta dopo l’identificazione genetica e la successiva cattura dell’animale.
L`ordinanza aveva anche disposto la soppressione di kj2 “nel più breve tempo possibile”. “Sempre in funzione della prioritaria sicurezza delle persone – ha infine precisato la provincia autonoma di trento- continueranno in maniera intensiva tutte le attività condotte per ridurre il rischio di incidenti: informazione, comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio”.
LE REAZIONI
Immediate le proteste delle associazioni animaliste. “Eravamo preoccupati per la vita dell’orsa KJ2 e purtroppo puntualmente quello che avevamo pensato si è avverato, gli assassini hanno colpito ancora e ieri sera hanno ucciso KJ2 l’orsa che rappresentava a loro dire un pericolo per la comunità umana”, scrive l’Aidaa, Associazione italiana in difesa di animali e ambiente, che “sospende tutte le attività associative in segno di lutto per quanto accaduto e invita tutti gli italiani al boicottare da subito i prodotti trentini, ed a disdire le vacanze o i soggiorni programmati nella provincia autonoma di Trento”.
Ricorda la vicenda dell’orsa Daniza, il consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi: “La scelta di uccidere l’orsa KJ2 palesa una grossolana incapacità e chiarisce al mondo che la Provincia Autonoma di Trento non è in grado di gestire positivamente il progetto di ripopolamento tanto decantato negli anni. L’inadeguatezza della Provincia è riuscita a trasformare una risorsa in un problema, la cui unica soluzione è l’eliminazione fisica”.
Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, fa riferimento all’episodio del 2014: “Non è bastato il caso dell’orsa Daniza, uccisa dall’anestesia mentre tentavano di catturarla. Nonostante gli appelli, gli avvertimenti, gli ammonimenti, i ricorsi, l’amministrazione provinciale di Trento ancora una volta ha dato prova di prepotenza e crudeltà , dichiarando e portando fino in fondo una guerra all’orsa KJ2 terminata, come purtroppo avevamo previsto, con la morte dell’animale. Va da sè – prosegue l’ex ministro – che invocheremo chiarezza in tutte le sedi, politiche e giudiziarie, e non cesseremo di farlo finchè non sapremo tutto quello che c’è da sapere, finchè non saranno individuati i responsabili, finchè i responsabili non pagheranno. Nulla, però, potrà restituire la vita a KJ2, rea di essere se stessa, un animale selvatico che reagisce alle ‘offese’ dell’uomo con le unghie e con i denti. La responsabilità di questa morte ricade interamente su chi l’ha voluta e preordinata, ben sapendo che non era necessaria”.
Per l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ‘abbattimento dell’orsa “è un vero e proprio delitto, un crimine contro gli animali, la natura, la biodiversità e in spregio ai milioni di cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare in pace l’orsa, per chiarire le dinamiche dell’incidente in cui l’orsa sembra essere stata vittima di una aggressione e trovare soluzioni alternative alla troppo facile deriva dell’abbattimento”. E lancia anche una sorta di campagna di boicottaggio nei confronti del Trentino e della sua economia.
Si dicono sconvolti dalla conclusione della vicenda i rappresentanti di Lav: “Si tratta di un verdetto di condanna vergognoso, una sentenza senza processo, emesso sulla spinta emotiva e irrazionale di un’amministrazione provinciale che vuole pieno diritto di vita e di morte sugli orsi e dove la possibilità di cattura era solamente un alibi per nascondere una chiara intenzione”.
Lav lamenta che in Trentino “non vi è stata un’educazione alla convivenza e al rispetto reciproco.
Dopo l’uccisione camuffata di Daniza, l’assassinio di KJ2 è una presa di posizione diretta contro gli animali e contro l’ambiente e una chiara espressione dell’incapacità della Provincia di Trento di gestire il piano di salvaguardia dell’orso bruno”.
(da agenxie)
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