Destra di Popolo.net

MEDICI SENZA FRONTIERE : “L’EUROPA PAGA LA LIBIA PER COMMETTERE ABUSI”

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

“L’ITALIA ALIMENTA IL BUSINESS DELLA SOFFERENZA SOVVENZIONANDO I CRIMINALI LIBICI”

Una dura lettera d’accusa al piano migranti dell’Unione Europea e dell’Italia.
Medici senza frontiere denuncia quanto accade alle persone che vengono fermate in Libia, raccontando abusi che nessun Paese europeo dovrebbe avallare.
In una lettera aperta indirizzata oggi agli stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea, la presidente internazionale dell’ong Medici senza frontiere (Msf) Joanne Liu e Loris De Filippi, presidente di Msf Italia, scrivono: “I governi europei alimentano il business della sofferenza in Libia”.
Nella lettera, inviata anche al presidente del consiglio Paolo Gentiloni, Msf denuncia la determinazione dell`Europa nel bloccare le persone in Libia a qualunque costo e chiede che gli inaccettabili abusi contro le persone trattenute arbitrariamente nei centri di detenzione cessino al più presto.
“Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell`Europa” si legge nella lettera
“Accecati dall`obiettivo di tenere le persone fuori dall`Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi.
“La riduzione delle partenze dalle coste libiche è stata celebrata come un successo nel prevenire le morti in mare e combattere le reti di trafficanti, ma sappiamo bene quello che succede in Libia. Ecco perchè questa celebrazione è nella migliore delle ipotesi pura ipocrisia o, nella peggiore, cinica complicità  con il business criminale”.
Nei centri di detenzione di Tripoli, scrive Msf nella versione in italiano del testo inviata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, “le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Gli uomini ci hanno raccontato come a gruppi siano costretti a correre nudi nel cortile finchè collassano esausti. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. Tutte le persone che abbiamo incontrato avevano le lacrime agli occhi e continuavano ripetutamente a chiedere di uscire da lì”.
“So – ha aggiunto Liu – che non ci sono bacchette magiche, ma almeno bisogna smettere di rimandare le persone in quella terra da incubo che è la Libia oggi”.
I migranti “devono poter accedere a protezione, asilo e quando possibile a migliori procedure di rimpatrio volontario. Hanno bisogno di un’uscita di emergenza verso la sicurezza, attraverso canali sicuri e legali- proseguono Liu e De Filippi- l’accordo Ue-Turchia del 2016 e tutte le atrocità  che abbiamo visto in Grecia, Francia, nei Balcani e altrove ancora indicano una prospettiva sempre più definita, fatta di frontiere chiuse e respingimenti. Tutto questo toglie qualunque alternativa alle persone che cercano modi sicuri e legali di raggiungere l’Europa e le spinge sempre più nelle reti di trafficanti”

(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

NESSUNA INVASIONE ISLAMICA: I DATI SMENTISCONO GLI ISTIGATORI ALL’ODIO

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

“UNA BALLA MEDIATICA”: SONO SOLO IL 3% DELLA POPOLAZIONE, CONTRO UN 5% DI MEDIA UE…. TRA GLI IMMIGRATI IN ITALIA SONO APPENA IL 32,6%, QUOTA FERMA DA ANNI

Invasione islamica? Una balla politico-mediatica, che però fa presa sull’opinione pubblica. Il Centro di ricerche Idos, che ogni anno compie una stima ragionata delle appartenenze religiose degli immigrati, ha scodellato ieri questi dati: primo, i musulmani sono soltanto il 3 per cento dell’intera popolazione residente in Italia, mentre un’indagine Ipsos Mori svolta nel 2016 aveva terrorizzato gli italiani, predisponendoli alla chiusura con lo sparare un’incidenza sette volte più alta, ovvero il 20 per cento della popolazione residente.
Secondo, all’interno della comunità  immigrata, i fedeli dell’islam sono poco meno di un terzo del totale (il 32,6 per cento, per l’esattezza).
Questa quota è rimasta costante nel tempo (soltanto a metà  degli anni ’90 era momentaneamente salita di pochi punti percentuali) e non v’è stata alcuna scossa recente che l’abbia fatta schizzare all’insù.
In termini assoluti, gli immigrati musulmani sono in Italia 1 milione e 642 mila, contro i 2 milioni 671 mila cristiani (il 53 per cento del totale degli immigrati), in maggioranza ortodossi.
Toccano i due milioni i fedeli di Allah, soltanto se si contano gli immigrati islamici che nel frattempo hanno ottenuto la cittadinanza italiana, mentre l’Idos non fornisce dati sui paralleli processi di conversione.
Nell’Unione europea la quota dei musulmani, sul totale della popolazione residente, viene stimata fra il 4,5 e il 5 per cento, in Francia al 7,5 per cento, un livello dunque due volte e mezzo superiore rispetto all’Italia.
L’Idos fa sapere che, secondo le proiezioni di una preziosa struttura di ricerca statunitense, il Pew Research Center, a metà  secolo i musulmani in Europa non dovrebbero superare il 10 per cento dei residenti.
Il Dossier immigrazione elaborato dall’Idos, prevede in particolare che in Italia, nel 2050 e dintorni, i musulmani raggiungerebbero il 6 per cento dei residenti.
E questi dati dovrebbero essere in grado di rasserenare l’opinione pubblica, che certo nutre molti timori rispetto ai fedeli dell’islam: lo stesso Pew Research Center aveva riscontrato nel 2016 che il 68 per cento dei nostri connazionali sarebbe poco favorevole alla presenza dei musulmani.
Analizziamo ora l’incidenza della religione islamica all’interno dei 5 milioni di immigrati.
La quota più elevata è in Alto Adige, dove è musulmano il 40,3 per cento, seguito dall’Emilia Romagna col 39,8 e dalla Sicilia al 36,7.
Anche in Lombardia, in Val d’Aosta, a Trento e nelle Marche si supera il 36 per cento, in Liguria si sfiora il 35 e in Piemonte si passa il 32.
Il livello più basso di immigrati islamici è nel Lazio, con il 20,7 per cento: un immigrato ogni cinque.
Gli stranieri di religione orientale sono appena 346 mila, poco meno del 7 per cento: la comunità  più nutrita è quella degli induisti, che sono 151 mila, seguiti dai buddhisti (114 mila) e da altre confessioni.
Analizziamo ora l’universo cristiano.
Fra i 2 milioni e 671 mila che si riconoscono nella religione maggioritaria, gli ortodossi sono un milione e mezzo, i cattolici 911 mila, i protestanti 217 mila, seguiti da altre minoranze.
Gli ebrei sono soprattutto italiani: appena 4 mila 600, fra gli immigrati. Gli atei o agnostici sarebbero infine 235 mila.

(da agenzie)

argomento: Immigrazione | Commenta »

RAZZISMO, LA LUNGA ESTATE DELL’ASSALTO AI NERI: DA ERIKA AL TIBURTINO, LA POLITICA CAMPA DI PAURA

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

BREVE ANTOLOGIA DEL CRESCENDO DI DISCRIMINAZIONI… COSA DICEVA UNA DESTRA CIVILE DIECI ANNI FA

Sono stati due stranieri, disse, due albanesi: erano fatti così e così, alti in questo modo, i capelli di questo colore, uno aveva la barba, l’altro no. Sono entrati, volevano rubare e hanno ucciso mamma, hanno ammazzato mio fratello, io sono scappata ed eccomi, ho dato l’allarme.
La polizia le credette, fermò un tizio che sembrava proprio uguale all’identikit. Aveva la fortuna di avere un alibi ma ormai tutti dicevano che erano stati gli albanesi. Così in tutta Italia scesero per strada, maneggiando le fiaccole: basta immigrati.
Dalle piazze erano appena stati ritirati gli striscioni e le fiaccole si erano appena spente quando, due giorni dopo, la storia inventata da Erika De Nardo, a Novi Ligure, finì in cenere.
La Lega Nord non chiese mai scusa: “Citare la criminalità  albanese ed extracomunitari — spiegò Mario Borghezio — è un riflesso condizionato naturale di fronte al reiterarsi di episodi che hanno creato una grande paura”.
“Eccitando gli animi è facile fomentare fenomeni razzisti e xenofobi” rispose il ministro dell’Interno Enzo Bianco, ora nel Pd.
Quella storia non è mai finita: prima sono stati gli albanesi, poi è toccato ai romeni, poi ai nordafricani, ora a tutti gli africani.
Lo schema — ciclico, quasi scientifico — è scegliersi gli episodi di cronaca à  la carte per rendere più degna la propria linea e più gonfio il gruzzolo di voti.
Fino alle conseguenze più estreme e buffonesche: il 28 ottobre Forza Nuova guiderà  una sua marcetta su Roma, che ha chiamato “dei patrioti”, “per fermare violenze e stupri da parte degli immigrati che hanno preso d’assalto la nostra patria”.
Assalto. Invasione. Pericolo. Caos. Ondata. Esasperazione. Feroci. Allarme. Vergogna. Orde. Basta. Emergenza.
All’estremo è anche il vocabolario. “Ho temuto per la tenuta democratica del Paese” ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti, ricordando di essersi trovato “di fronte a barricate per l’arrivo di migliaia di stranieri e a sindaci che mi dicevano no”.
In questo racconto, però, è saltato un pezzo: le barricate e i rifiuti dei Comuni erano spesso vestiti, organizzati, sostenuti, sollevati da partiti, movimenti, leader politici.
Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini alcune ore fa si è presentato a Desio perchè la scorsa settimana una ragazzina di 17 anni di origine marocchina è stata violentata in un palazzo abbandonato da un 22enne anche lui marocchino.
Nessun politico, invece, si è presentato a Gallipoli, dove nello stesso giorno una 19enne è stata abusata da un 27enne di Latina in un villaggio turistico.
Nessuno ha organizzato sit-in fuori dalla discoteca San Salvador dell’Eur, a Roma, dove un imprenditore di 50 anni è stato pestato a morte dai buttafuori.
Nessun corteo ha protestato a Verona dopo che un portoghese per una sigaretta negata aveva ammazzato un altro portoghese in un bed and breakfast.
Nessuna bandiera ha sventolato ad Acqui Terme dove un ragazzino rifugiato è stato messo in mezzo da nullafacenti di produzione locale: l’hanno picchiato, spintonato, ridacchiando, poi hanno pubblicato il video su facebook.
In questo caso nessuna generalizzazione sui piemontesi abituati a fare i bulli. Anzi: “La politica delle porte spalancate a tutti, come Salvini e la Lega denunciano da anni, non fa altro che aumentare il rischio di violenze“.
Nessuno è andato a bussare al sindaco di Pimonte, in provincia di Napoli, che aveva definito bambinata lo stupro di gruppo su una 15enne da parte di 12 coetanei.
La necessità  del Baba
Come nelle storielle di paura per spaventare i bambini, agli striscioni, ai comunicati e ai post su facebook serve l’uomo nero.
“Furgone contro la folla sulle Ramblas a Barcellona, secondo testimoni ci sono morti e feriti, i giornali spagnoli parlano di ‘attentato’. Chi saranno i criminali?” scriveva su facebook Salvini un’ora e 25 minuti dopo la strage. Succede tutti i giorni.
“Un immigrato africano di 19 anni, richiedente asilo in attesa di espulsione, ha accoltellato un autista di autobus vicino a Siena e poi ha aggredito i carabinieri che sono intervenuti. Che brava persona, voleva pagarci la pensione. E’ stato ferito. Peccato”.
“Saidou Mamoud Diallo, 31 anni, immigrato clandestino. Due giorni fa accoltella un poliziotto a Milano. Oggi è già  fuori di galera. Forse verrà  espulso. Vergogna! Se avesse accoltellato non un ‘semplice poliziotto’, ma un parente di un giudice o di un politico, non sarebbe a spasso. Sbaglio?”.
“Immigrato nordafricano, già  arrestato per droga, accoltella un militare e un poliziotto durante un controllo in Stazione Centrale a Milano. E quei fenomeni del Pd cosa fanno? Organizzano per sabato la Marcia per i migranti”.
Le domande retoriche, la scelta delle parole lasciano ai commentatori il lavoro più sporco. Finchè tutto si ribalta.
Quella del prete di Pistoia Massimo Biancalani è diventata cronaca solo perchè il capo del Carroccio l’ha messo alla berlina. Così il sacerdote si è trovato a celebrare messa con la chiesa blindata come uno stadio.
L’uomo nero c’è sempre stato perchè è l’incubo perfetto. “La spaventosa mattanza cui ha dato luogo un delinquente spacciatore marocchino ci prospetta quello che sarà , molte altre volte, uno scenario a cui dobbiamo abituarci” diceva l’eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio dopo la strage di Erba.
Erano appena iniziate le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio che Borghezio proponeva “un’aggravante per i reati commessi dai clandestini”, mentre il collega senatore Piergiorgio Stiffoni dava la colpa al “solito buonismo”: “Di delinquenti ne abbiamo talmente tanti in Italia che non serve importarne gratuitamente, cacciamoli tutti a casa loro”.
Commentando un omicidio avvenuto in strada a Terni, finito con l’arresto di un marocchino, Calderoli si impegnava in un compendio: “Dal picconatore Kabobo ai rumeni ubriachi colpevoli di incidenti mortali, fino a tunisini, indiani, senegalesi e via dicendo che si sono resi colpevoli dei reati più efferati, l’elenco sarebbe lunghissimo”.
Il tempo dei romen
C’è stato il tempo dei romeni, per esempio, dopo l’apertura delle frontiere dell’Unione Europea anche verso i Paesi dell’Est.
Nel 2007 una lite per una spinta a una fermata della metro, a Roma, finì con la morte di una ragazza di 21 anni, Vanussa Russo, trafitta all’occhio con un ombrello da una giovane prostituta romena, Doina Matei. La Matei fu bloccata mentre era in fuga, arrestata, condannata.
Per la Lega Nord quella storia valeva per tutti i romeni. “Sono 10 anni che questi signori dell’est, conosciuti come ubriaconi violenti, assassini, sfruttatori di minorenni e di bambini, pirati della strada stanno nel nostro Paese a commettere delitti — commentò sempre Stiffoni — In agosto ne sono usciti parecchi grazie all’indulto; ad ottobre lanciammo l’allarme-rumeni, appena tre mesi prima dell’entrata del Paese nell’Ue”.
Pochi mesi dopo Giovanna Reggiani fu assassinata a Tor di Quinto per mano di un romeno poi condannato all’ergastolo. Le reazioni di quei mesi spinsero un regista italo-romeno, Bobby Paunescu, a farci un film, Francesca. “La politica — ricordò il regista — ha sbagliato da entrambe le parti: gli italiani che volevano sbattere fuori tutti i romeni, i romeni che volevano distinguere tra romeni e rom per criminalizzare in toto solo questi ultimi”.
Di tutta un’erba
Nell’operazione di sfruttamento dei giacimenti di notizie di nera, la regola è che uno vale per tutti.
“In Italia — rifletteva Calderoli a metà  agosto — non passa giorno senza che un immigrato violenti una donna. Adesso abbiamo negli occhi le immagini del violento linciaggio del nostro giovane connazionale brutalmente ucciso da tre criminali ceceni in Spagna“.
“Notiamo — scrive Forza Nuova dopo un tentato stupro a Bologna — che la prassi e le vittime sono sempre le stesse, come sono sempre gli stessi gli esecutori di questi atti odiosi: ebbene riguardano sempre cittadini di origine straniera”. “E’ già  buono che non mi hai messo il coltello alla gola” ha ridacchiato il leghista Stefano Candiani in uno studio televisivo rivolto a Davide Piccardo, della Consulta Islamica.
I fatti di Rimini hanno coinciso con l’abbattimento dell’ultima diga, il metro mancante.
I giornali di destra, molto prima degli arresti, si lamentavano che gli altri giornali non dicevano che gli stupratori erano probabilmente nordafricani. E infatti non era vero: i due fratelli di origine marocchina sono nati in Italia, un altro del gruppo è congolese, il capo nigeriano.
Di sicuro la “sete di verità ” è stata saziata nei giorni successivi.
“Il fatto incontrovertibile — sottolinea Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia, parlando di Rimini — è che i protagonisti dell’episodio sono immigrati magrebini. Non si può negare l’evidenza. Squallido e patetico è il tentativo di occultare la nazionalità  degli artefici delle violenze e di proteggere a tutti i costi chi si macchia di simili reati, in nome dell’accoglienza”.
“E’ a questa gente che vogliamo regalare la cittadinanza con lo ius soli?” si è chiesto l’ex ministro Roberto Calderoli. “Mi auguro che almeno con riferimento a quelle bestie nessuno si azzardi a dire che sono da considerare dei ‘minori non accompagnati’” ha twittato Laura Ravetto, di Forza Italia.
“La popolazione extracomunitaria del nostro Paese non arriva al 10 per cento e più di un terzo degli stupri viene fatto da immigrati clandestini, questo ce la dice lunga sul fenomeno” ha aggiunto Daniela Santanchè.
In realtà  in 4 casi su 10 il violentatore è straniero, molto spesso le vittime degli stupri sono della stessa nazionalità  di chi le violenta e gli esperti parlano di un enorme sommerso perchè gran parte degli abusi avviene in famiglia.
“La violenza sulle italiane — ha spiegato qualche anno fa il sociologo Marzio Barbagli — trova più spazio sulla stampa, fa più clamore e gli italiani, siano padri o mariti, si identificano di più con i padri e i mariti colpiti”.
L’uso del verosimile
Il rischio dei politici che giocano a questo gioco è alto, ma tanto nessuno se ne accorge. Matteo Salvini a luglio era indignatissimo e lanciava il solito bastone da riporto al suo uditorio di facebook: “Vi pare normale? Gli italiani sono stanchi di farsi mettere i piedi in testa da questi delinquenti. Per quanto mi riguarda, quando saremo al governo, tolleranza zero e stop invasione, senza se e senza ma”.
Era successo che un capotreno in Lombardia aveva denunciato di essere stato accoltellato a una mano per proteggersi da un fendente diretto alla pancia da un extracomunitario, “nero, sui 25 anni”.
Alla Procura bastò qualche giorno per capire che si era inventato tutto. Ma Salvini aveva perso tutta l’indignazione per strada.
Non scrisse mai su facebook che, non c’era nessun aggressore. “Mica posso rispondere di un capotreno. Ne sono stati aggrediti otto, se uno di questi otto si accoltella da solo non è un problema mio”.
A febbraio anche Giorgia Meloni era indignatissima raccontando di una 16enne che “ha denunciato di essere stata presa a calci e pugni e molestata da due nordafricani. (…). Solidarietà  alla ragazza e rabbia per l’ennesimo episodio che conferma la grave emergenza sicurezza che vive l’Italia”. Era accaduto a Mortara, Pavia, e anche Salvini si schifò così tanto da abusare del caps lock: “Basta, ci vogliono le MANIERE FORTI con questi BALORDI!”.
I magistrati dopo poco capirono che non era vero niente e che anche la giovane aveva messo in piedi una storia mai avvenuta. Nè la Meloni nè Salvini non dissero più niente perchè non è importante la verità , ma la verosimiglianza. Basta il messaggio, come tutti i poster e gli slogan elettorali.
Tubercolosi, meningite, malaria
E’ un meccanismo valido per tutto. Fino alla più sfacciata delle infamie: “Portano le malattie”, come ha titolato Libero, dopo che una bimba è morta di malaria.
“Sembra evidente — ha commentato Paolo Grimoldi, della Lega Nord, che di lavoro fa l’artigiano — che a portare in Italia malattie che da noi erano state debellate da decenni sono gli immigrati che arrivano dall’Africa”.
“Che l’approdo massiccio di persone provenienti da Paesi africani nei quali alcune malattie debellate da tempo secondo l’Oms a livello europeo, si stiano rimanifestando in maniera rilevante in Italia, è più che un sospetto” ha affermato con italiano incerto Michaela Biancofiore, Forza Italia.
“Che assicurazioni dà  il governo che le orde di finti profughi che stanno invadendo l’Italia non stanno anche portando gravissime malattie?” si chiede Tony Iwoby, responsabile Immigrazione della Lega, nigeriano.
Ma, anche in questo caso, non è la prima volta. All’inizio del 2017, quando l’allarme sanitario era la meningite, Debora Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia, protestava: “Secondo il governo non ci sono grandi rischi che gli immigrati che arrivano sulle nostre coste possano essere portatori di malattie infettive. Noi riteniamo invece che il governo stia sottovalutando questo pericolo”. Grimoldi era attentissimo: “In Lombardia stanno aumentando i casi di tubercolosi, di malaria, di meningite e ci domandiamo se tutte queste malattie stiano tornando a colpire la nostra popolazione perchè importate, come sostiene l’Oms, dai flussi migratori”. L’Oms ha detto esattamente il contrario, più volte.
Prima gli italian
Rubano i portafogli, le donne, le vite, le case popolari. Alcuni residenti di San Basilio, a Roma, a dicembre si ribellarono al fatto che una famiglia italiana che aveva occupato un alloggio pubblico era stata sgomberata per lasciarla ai legittimi affidatari, marocchini.
“La gente è esasperata da uno Stato sempre attento alle esigenze degli immigrati e sempre più distante da quelle degli italiani” commentò Giorgia Meloni.
Pochi giorni fa a Tiburtino la prima notizia era di una rivolta dei cittadini dopo che un profugo che tirava sassi da un centro d’accoglienza contro alcuni bambini.
La seconda è diventata che una donna era stata trascinata per i capelli fino a essere sequestrata nel centro della Croce Rossa per un’ora.
L’unico dato di fatto, infine, è stato che quella donna è stata indagata per lesioni aggravate per una coltellata alla schiena all’eritreo. Eppure Salvini ha chiesto la chiusura del centro ripetendo “stop invasione e violenza”, la Meloni ha dato la solidarietà  ai “romani esasperati”.
La voce del silenzi
L’inizio di tutto, forse, fu Goro: l’emblema delle barricate contro l’arrivo di 12 donne che hanno spaventato Minniti. “Mi vergogno per loro” scosse la testa il prefetto Mario Morcone, prefetto responsabile dell’immigrazione al Viminale.
Quel tempo sembra passato. A rispondere alla Lega Nord e alle altre destre c’è il silenzio quasi totale.
La corsa elettorale ha mangiato la lingua a tutti. La nuova politica, rottamatrice e anti-casta, si è ridotta quasi al mutismo.
La vecchia, meno di dieci anni fa, parlava così: “La legalità  non si afferma gridando all’untore, creando barriere o fabbricando mostri per la platea dei media. E’ stato affibbiato alla comunità  romena il marchio infamante di stupratori. E’ uno degli stereotipi più vergognosi partoriti da un sistema di informazione superficiale. Tale stereotipo può produrre fenomeni di violenza razzista. Dalla politica e dal mondo dell’informazione debbono arrivare messaggi seri e responsabili. C’è in particolare bisogno di combattere l’aberrante associazione tra criminalità  e immigrazione che può insinuarsi in alcuni settori della popolazione e dell’opinione pubblica”. Oggi suona come fossero parole di Civati.
Invece lo disse Fini.

(da “il Fatto Quotidiano”)

argomento: Razzismo | Commenta »

“SOFIA E QUELLE DUE BIMBE DEL BURKINA FASO NON HANNO MAI GIOCATO INSIEME”

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

IL NONNO DELLA PICCOLA: “NESSUNO LE FACCIA SENTIRE IN COLPA, PRENDERSELA CON GLI STRANIERI O CON I MEDICI NON FA ONORE A CHI FINGE DI VOLERE LA VERITA'”

“Sofia e le due bambine del Burkina Faso non hanno mai giocato assieme, nemmeno nella piccola ludoteca in fondo al corridoio”.
A dirlo al Corriere della Sera è la primaria dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove ad agosto Sofia Zago – 4 anni – è stata ricoverata per diabete per poi morire il 4 settembre a Brescia colpita dalla malaria.
Annunziata Di Palma, 64 anni, è la primaria di Pediatria. Quasi in lacrime continua il suo racconto:
“Stavano in stanze differenti, piuttosto lontane. Lei era in una camera con un altro bambino italiano di 3 anni, anche lui malato di diabete e per quello avevamo deciso di farli stare assieme: lui è stato dimesso, ora sta bene”.
Oltre ai due bambini africani in pediatria, all’ospedale di Trento c’erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, ricoverati invece nel reparto degli adulti. Entrambi, come i bimbi più piccoli, che erano due femmine di 4 e 11 anni, sono guariti e sono ormai stati dimessi.
A parlarne è Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità  operativa di pediatria dell’ospedale di Trento, dove era stata ricoverata la bimba di 4 anni morta poi luned௠a Brescia.
La primaria non si dà  pace.
“Non so come Sofia abbia preso la malaria, è un caso in cui la realtà  supera ogni supposizione e fantasia. E il cui esito mi sta distruggendo”.
A Repubblica, invece, parla Rodolfo Ferro, nonno materno di Sofia. Da lui, nonostante il dolore per il suo “raggio di sole che si è spento”, nessun attacco alle piccole del Burkina Faso .
“Mia figlia e il marito li ricordano bene, li avevano incontrati nella pediatria del S. Chiara, non li abbiamo più sentiti. Da nonno, ora penso a quelle due bambine, la piccola aveva la stessa età  di Sofia. Spero che nessuno le faccia sentire in colpa, o che non si ceda alla tentazione di isolarle. Sono innocenti e non sono mai state un pericolo per nessuno. […] Prendersela con gli stranieri, o con i medici, non fa onore a chi finge di avere a cuore la verità  per gli altri”.

(da “Huffingtonpost”)

argomento: denuncia | Commenta »

M5S, LA RIVOLUZIONE MANCATA

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

CINQUE PERSONALITA’ ANALIZZANO LA PARABOLA DEL MOVIMENTO

A 10 anni dal primo Vaffa Day di Bologna come è cambiato il MoVimento 5 stelle?
Il Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio nel frattempo è entrato in Parlamento e governa alcuni comuni tra i più importanti d’Italia.
È riuscito a cambiare la politica italiana e guarirla dai suoi antichi vizi?
Il Fatto Quotidiano ha raccolto il parere 5 personalità  del panorama culturale per analizzare la parabola dei grillini.
Il punto comune è che per ora la rivoluzione a 5 stelle non c’è stata.
Secondo il politologo Gianfranco Pasquino è stato il sistema politico italiano a cambiare il MoVimento 5 stelle e non viceversa. “Per cambiare la politica e il sistema politico – afferma – non basta ridurre i costi e i mandati elettivi. È indispensabile un vero e proprio progetto elettorale e costituzionale.
Per il giornalista Massimo Fini, i 5 stelle sono rimasti fedeli allo spirito di Bologna. “I suoi limiti – spiega – sono proprio stanno proprio nei suoi pregi. Le linee guida del MoVimento, tutte condivisibili e vere, sono state interpretate in modo eccessivamente rigido, poco duttile”.
Al Vaffa day c’era anche la comica Sabina Guzzanti che afferma: “Il punto non è quanto si risolva con un ‘vaffa’ (…). Il punto è che quando poi si tratta di costruire c’è bisogno di un’etica condivisa. E l’etica non è essere contro il doppio mandato o gli inceneritori”.
Secondo il sociologo Luca Ricolfi “al V-day c’erano idee ottime e altre discutibili. Ma il punto è che il MoVimento 5 stelle non ha vere soluzioni su lavoro e crescita”.
Carlo Freccero, membro del consiglio d’amministrazione della Rai, non ha dubbi: “Ormai il MoVimento si è normalizzato. Quella piazza del V-Day era molto bella perchè lanciava un grido di libertà . Ma intristisce vedere che, esattamente dieci anni dopo. Luigi Di Maio è andato a Cernobbio a dare l’esame davanti ai poteri forti”.

(da “Huffingtonpost”)

argomento: Grillo | Commenta »

ESPOSTO-DENUNCIA CONTRO “LIBERO” E “IL TEMPO” PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE E PROCURATO ALLARME

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

ORDINE E SINDACATO DEI GIORNALISTI: “MESSAGGI DI ODIO E DISCRIMINAZIONE, TITOLI SENZA RISCONTRI”

«I titoli di prima pagina di Libero e de Il Tempo sulla tragica morte per malaria della bimba trentina rievocano certa “caccia all’untore” di manzoniana memoria e non fanno certo onore alla nostra professione di giornalisti».
Il presidente e il segretario generale della Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso e il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Nicola Marini, intervengono così nella polemica sui titoli dei due quotidiani, raccogliendo le critiche, le proteste e le segnalazioni di colleghi e associazioni.
Tra le iniziative in tal senso si segnala quella delle associazioni “Articolo 21”, “A mano disarmata”,“Progetto diritti”, la “Rete Nobavaglio”e “Amnesty International Italia”, che hanno dato mandato ai loro legali di studiare la possibile presentazione di un esposto-denuncia alla magistratura contro i quotidiani Libero e Il Tempo per violazione della legge 25 giugno 1993, n. 205 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali; nonchè per violazione dell’articolo 658 del Codice Penale (procurato allarme).
«Il ricorso a titoli sensazionalistici e privi di riscontri oggettivi nei confronti di persone straniere — proseguono i vertici di sindacato e Ordine —, oltre a minare la credibilità  dell’informazione, viola il testo unico dei doveri del giornalista, in particolare in materia di diffusione di notizie sanitarie, ingenerando nell’opinione pubblica timori infondati».
Per Giulietti, Lorusso e Marini, inoltre «le generalizzazioni finalizzate ad incitare sentimenti di odio e di risentimento per motivi razziali contrastano, al di là  dell’etica e delle regole professionali, con la missione primaria del giornalismo che deve saper costruire la fiducia dei lettori rispettando sempre la verità  sostanziale dei fatti e la tutela delle personalità  altrui».
La libertà  di espressione ed il rispetto dell’art. 21 della Costituzione, concludono Fnsi e Ordine «non possono essere invocati per far passare messaggi di odio indiscriminato in una supposta interpretazione dei sentimenti dell’opinione pubblica che invece deve poter ricevere un’informazione corretta e scevra da suggestioni infondate».
Sulla vicenda interviene anche l’Ordine dei giornalisti del Lazio, che in una nota della presidente Paola Spadari e della segretaria Silvia Resta «prende le distanze e stigmatizza titoli e articoli come quelli apparsi» sui due quotidiani: «espressioni — rilevano — che nulla hanno a che vedere con il giornalismo e con il racconto dei fatti, e che rischiano di avere un effetto di incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione razziale».

(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

LO SBIANCAMENTO DENTALE DEI GRILLINI RAMPANTI

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

NEL LIBRO DEI DUE EX: LA STORIA DELLO SBIANCAMENTO DENTALE PER ANDARE IN TV, I PARLAMENTARI NON ALL’ALTEZZA, I SOLDI E I PETTEGOLEZZI CHE PIACCIONO A DI MAIO… L’ANEDDOTO SU SARA VIRGULTI E IL CAPPELLINO DI CASALEGGIO

A distanza di un anno dalla sua presentazione, arriva “Supernova. Com’è stato ucciso il M5s”, scritto dai due ex Nicola Biondo (già  capo dell’ufficio comunicazione M5S alla Camera) e Marco Canestrari (informatico, ex dipendente della Casaleggio Associati).
Il Giornale e la Stampa oggi pubblicano una serie di anticipazioni dell’opera.
Il Giornale pubblica una serie di estratti in forma di aneddoto del racconto di Biondo e Canestrari. Come ad esempio la storia dello sbiancamento dentale:
Racconta Dario Tamburrano, europarlamentare M5s, di professione dentista: «Rocco Casalino (capo comunicazione al Senato, ndr) mi ha portato in studio un sacco di parlamentari. Per tutti sbiancamento dei denti e cura delle carie. Per me va bene, ma quel fare untuoso, questa cura davvero eccessiva della forma. Mi sbaglierò, ma sento una strana aria in giro». Dalla rivoluzione morale allo sbiancamento dentale
Poi ci sono gli europarlamentari non all’altezza:
A preoccupare i due fondatori era il gruppo parlamentare. «Abbiamo un dieci per cento di Scilipoti…» dice Grillo. «Il gruppo parlamentare non è all’altezza. Non potevamo candidare persone molto brave ma già  elette negli enti locali. Le elezioni ci hanno colto di sorpresa e le nostre liste sono state riempite alla rinfusa» confida invece Casaleggio a Nicola Biondo.
«Loro sono lì per il MoVimento, non devono fare politica, non tocca a loro, sono solo lo strumento di un programma e devono rispettare le regole che hanno sottoscritto. Grazie al MoVimento hanno avuto uno stipendio e un minimo di visibilità , chi non ci sta si accomodi fuori».
E la storia dei francescani:
Inizi di maggio 2014. «Poche sere fa Beppe era a Roma. Eravamo a cena. Incalzato da una serie di racconti di alcuni miei colleghi, ha detto una cosa che mi ha lasciato stupefatta. “Con la vita di merda che fate a Roma, tremila euro sono pochi”.
Se oggi qualcuno mettesse a paragone l’entità  delle restituzioni di quel periodo con quelle odierne, capirebbe tutto. Le rendicontazioni — prive di qualsiasi controllo e autoreferenziali — sono insieme arma e luogo del delitto del francescanesimo, della lotta ai privilegi, del MoVimento. Oggi quasi tutti i parlamentari hanno uno stipendio in busta di circa tremila euro ma ne percepiscono trai settemila e i diecimila al mese per le spese. E si definiscono francescani».
I pettegolezzi di Di Maio e il cappellino di Casaleggio
Divertenti anche le polemiche su Luigi Di Maio e sul suo modo di interpretare la leadership: “Il suo mondo si divide «tra chi è sfigato e chi non lo è», parole sue. Sinonimi di sfigato:chi critica, chi non veste in giacca e cravatta, chi nutre dubbi. Racconta un insider grillino: «L’arma vincente della scalata di Di Maio è stata quella di escludere ogni discussione dal gruppo parlamentare. O sei con lui o sei contro, in un brutto alone di omertà , che poco ha a che fare con l’Onestà ».
Di Maio governa col do ut des. È molto riconoscente con chi gli riferisce pettegolezzi interni al Movimento. «Racconta una storia interna al Rampollo e raggiungerai il paradiso per sempre entrando nelle sue grazie».
Infine, l’aneddoto sul cappellino di Casaleggio e Silvia Virgulti: “Dopo il flop del M5s alle Europee, in una riunione dei parlamentari Silvia Virgulti, fidanzata di Di Maio, dice: «Le elezioni le abbiamo perse per il look lugubre di Casaleggio con il suo cappellino (Casaleggio era malato di tumore,ndr)».
Gelo tra i presenti. Poco dopo un deputato va a complimentarsi con la Virgulti. È Alessandro Di Battista”
Rodotà  e la Boldrini
Nell’articolo di Iacoboni invece si raccontano due dialoghi tra l’autore Nicola Biondo e Gianroberto Casaleggio che riguardano Stefano Rodotà , prima candidato presidente della Repubblica con il M5S e poi definito un vecchietto miracolato dalla Rete, e il “famoso” post “Cosa fareste in macchina con la Boldrini”:
Biondo gli chiese il perchè dell’inqualificabile attacco a Rodotà , Casaleggio rispose: «Abbiamo dato un’opportunità  a questo signore. Lui l’ha utilizzata come ha creduto. Io non mi faccio scalare, il Movimento non è scalabile. Lo abbiamo miracolato e lui ci ha ripagato in questo modo. Per me la storia è chiusa».
Quando Biondo gli disse che il blog sulla Boldrini era stato vergognoso, rispose, gelido: «Nicola, noi dobbiamo imparare a canalizzare il sentiment della Rete e usarlo. Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la Rete è dalla nostra parte. È la Rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentiment senza apparire direttamente, governandolo».
È il manifesto, lucidissimo, della cyber propaganda che verrà .
Che dire? Bei tempi.

(da “NextQuotidiano“)

argomento: Grillo | Commenta »

COME NASCE IL “SISTEMA DI MAIO”: LA COSTRUZIONE DI UNA LEADERSHIP E LA DISSOLUZIONE DEL MOVIMENTO DELLE ORIGINI

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

IN “SUPERNOVA” I DUE EX DELLA CASALEGGIO RACCONTANO I RETROSCENA DELL’ASCESA DEL CANDIDATO PREMIER IN PECTORE

Un clima da cupio dissolvi, da fine impero, da caduta degli dei (cinematograficamente parlando).
La metafora sceglietela voi. Ma su un punto “Supernova” è chiaro. Ed è quello del raccontare la metamorfosi degli “splendidi ragazzi” di Beppe Grillo in un coacervo di invidie, ricattucci, pressioni meschine.
Complice lo sbarco in Parlamento, il contatto epidermico con il potere, l’inebriamento di trenta secondi sotto il faro di una telecamera. Un mondo che è passato dall’orizzonte tangente l’infinito del web a, per usare le parole dei due autori – Nicola Biondo e Marco Canestrari – una ridotta dove “tutto resta negli spifferi delle finestre di Montecitorio, in un brutto alone di omertà , che poco ha a che fare con l’onestà “.
Parole che si imprimono del peso specifico del piombo, un libro – acquistabile online dall’8 settembre – di cui tutti mormorano nei corridoi della Camera, e che spaventa molto la dirigenza 5 stelle.
Perchè Canestrari&Biondo non è un duo qualsiasi. Il primo ha lavorato per quattro anni in Casaleggio&Associati. Conosce i segreti dell’eterea macchina da guerra messa a punto da Gianroberto, ha collaborato attivamente alla vita del sacro blog.
Il secondo è stato il deus ex machina del gruppo parlamentare stellato alla Camera per quasi due anni.
Giacca stazzonata, una sigaretta di tabacco di traverso tra le labbra, nel cortile di Montecitorio era il banco nel dare le carte di quello che si poteva o non poteva sapere. Il sorriso sulla bocca e il ciarliero gesticolare, o gli occhi seri e il mormorare nelle orecchie di un deputato, erano il termometro di quello che bolliva in pentola.
Quando Alessandro Di Battista non era ancora Alessandro Di Battista, ma soprattutto Luigi DI Maio non era ancora il candidato premier in pectore Di Maio.
Ecco, Di Maio. C’è un capitolo in Supernova, che fa letteralmente a pezzi il vicepresidente della Camera.
Tutto costruito su quello che gli autori definiscono “un insider, una fonte parlamentare di alto livello, oggi al vertice della leadeship”. E che si dipana nei mesi in cui l’uno vale uno è diventato, a furia di strappi, carezze e scossoni, tutti per Di Maio, Di Maio per tutti.
Quando nasce il Direttorio, raccontano i due autori, “prende corpo nel gruppo una strategia precisa: quella di trasferire a Roma il baricentro dell’azione. A mettere in campo questa strategia è Luigi Di Maio e un piccolo gruppo a lui legato.
Il primo step è influenzare Casaleggio, convincerlo, anche a causa delle sue pessime condizioni di salute, che bisogna delegare”.
È così che Gianroberto “inizia a comunicare solo con Di Maio”, racconta l’insider, e che “qualunque informazione viene filtrata da lui”.
Presidente del gruppo e tesorire si vedono quindi sostanzialmente tagliati fuori dal rapporto con Milano. Tutto viene delegato a riunioni con il Direttorio, spesso infruttuose. È allora che prende il via la consuetudine di inviare “letterine” da parte dei “capi fondatori, che fanno subito capire chi comanda”.
“Tutto si svolge nel silenzio – sottolineano Biondo e Canestrari, uno dei due fonte diretta di quel periodo – in un cupo delirio omertoso, come ogni delitto politico che si rispetti”.
Un clima che rischia di sfuggire dalle mani di un controllo selettivo che ha poco a che fare con la sterminata immensità  del web. Fino al punto di rottura.
La fonte degli autori parla di una specifica mail dei due fondatori. La riportiamo integralmente:
“Cambio regole
– rotazione capigruppo;
– utilizzo soldi (dei gruppi parlamentari, nda);
– allentamento dei due mandati”
È lì che cambia tutto. Il flusso informativo che scende da monte a valle favorito dalla rotazione trimestrale dei capi delegazione parlamentare inizia a inaridirsi.
La gestione francescana e a costo zero delle attività  politiche inizia a incrinarsi.
Una classe dirigente inizia a coltivare il desiderio di perpetrarsi, a concepirsi non più come meteora politica ma a vedersi in un orizzonte a lungo termine.
Su tutti, Luigi Di Maio, ormai catena di trasmissione principale se non univoca del triangolo Milano-Genova-Roma. Così “la comunicazione del Movimento (di cui Biondo è stato uno dei principali artefici n.d.r.), prima esclusivamente pensata per Grillo, ha subito un taglio sartoriale sull’immagine di Di Maio”:
“È la carica politica di più alto grado all’interno del Movimento: gli consente di avere uno staff e una segreteria, la possibilità  di muoversi in un contesto istituzionale che ad altri è precluso. È l’unico del Movimento a partecipare di diritto alla conferenza dei capigruppo dove si decide il programma dei lavori alla Camera, cosa che gli consente di avere un potere di interdizione e controllo del suo gruppo parlamentare”
Una leadership la cui nascita viene collocata “alla fine dell’inverno del 2014 quando si rende disponibile ad un tour personale nelle piazze e nei MeetUp”, e che “si solidifica nel giugno seguente quando convince Grillo e Casaleggio ad incontrare Renzi, in parallelo con il passaggio di consegne tra Gianroberto e il figlio Davide”.
Il Movimento del suo debutto al gran ballo del Palazzo, quello preso in giro per le assemblee in cui si decideva se fare o meno un’assemblea, delle votazioni per decidere se votare oppure no, si dissolve nel giro di qualche mese.
“Le conseguenze di questa investitura sono state plurime – si legge in Supernova – È stata dichiarata la morte dell’assemblea dei parlamentari, ha dato il via alla nascita di una corrente – una corte dice qualcuno – che ha sostituito i vecchi cerchi magici voluti da Casaleggio, ha appaltato alla sua visione del mondo l’intera comunicazione del Movimento – mentre altri, compreso Di Battista hanno una comunicazione da politica spettacolo senza capacità  di impulso strategico”.
Assemblea svuotata, dunque, per fare posto a un sistema correntizio che fa perno su Di Maio e sul fu Direttorio. Per convincere i peones a saldarsi attorno al leader designato, questa struttura inizia a distribuire “parti, ruoli, post sul blog, citazioni pubbliche”.
Un vero e proprio sistema di potere, in cui alla base della piramide ci sono i deputati fedeli al vicepresidente della Camera, blanditi attraverso il passaggio su corsie preferenziali di un emendamento o una proposta di legge e la visibilità  concessa da una telecamera.
E sulla sommità  una cerchia selezionata di collaboratori che ne cura l’agenda e ne organizza “incontri – quasi tutti privati – con diplomatici, imprenditori, lobbisti, amministratori delegati, direttori di giornali.
Anche qui un tour personale, leaderistico, in cui mai l’aspirante inquilino di Palazzo Chigi ha pensato di coinvolgere altri colleghi e sui quali poche e scarne sono le informazioni in nome della trasparenza”.
La chiosa di tutto questo iter è da distopia orwelliana:
L’investitura nei fatti data a Luigi Di Maio è la seconda tappa del processo di verticalizzazione che il Movimento subisce da parte dei suoi fondatori: la prima ha visto la compressione autoritaria dei diritti degli iscritti, questa più recente scardina del tutto i principi fondativi, struttura definitivamente un partito padronale, che decide la leadership parlamentare e costruisce intorno ad essa un muro di protezione, relazioni, alleanze. Se nel Movimento la parola di Casaleggio, e la voce di Grillo, fanno e disfanno linee politiche e carriere, nel gruppo parlamentare questo compito è nelle mani di Luigi Di Maio.
Il finale di questa storia è tutto da scrivere. Dipenderà  soprattutto dalla vittoria del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni.
Allora Di Maio dovrà  formare un governo e dovrà  governare. Se ci riuscisse, si svincolerebbe definitivamente dall’ombrello di Roma e Genova.
E il Movimento 5 stelle avrebbe definitivamente chiuso il cerchio della propria trasformazione.
O, per dirla con Biondo e Canestrari: “A quel punto il Movimento non sarà  altro che lui”.

(da “Huffingtonpost”)

argomento: Grillo | Commenta »

GENOVA, IL CORAGGIOSO ASSESSORE PADANO CHE NON FA RISPETTARE LA SUA ORDINANZA

Settembre 7th, 2017 Riccardo Fucile

VIETA IL POSSESSO DI BOTTIGLIETTE DI BIRRA AI RAGAZZI DELLA MOVIDA MA SE SONO MILLE TIFOSI MEGLIO FAR FINTA DI NON VEDERE

La notizia è fondamentalmente calcistica e riguarda una improvvisa e imprevista contestazione dei tifosi del Genoa ieri sera in piazza De Ferrari a Genova.
L’appuntamento era in programma, ma non nei termini in cui si è svolto, con la presenza di un migliaio di persone, fra le quali i militanti della “Brigata Speloncia”, una delle correnti più estreme del tifo organizzato.
E quindi le contestazioni a Enrico Preziosi, culminate con l’incendio di due poster del presidente in cui era raffigurato il suo volto a cui si sovrapponeva il cartello di divieto d’accesso.
Il brindisi preceduto da fuochi d’artificio si è svolto intorno alla mezzanotte, in coincidenza dei 124 anni della fondazione della società  rossoblù.
Poi hanno cominciato a circolare le birre, portate e vendute su carrelli dei supermercati, davanti a tre vigili urbani che non sono intervenuti.
E qui l’affare diventa politico perchè l’assessore padagno Garassino da un mese a questa parte dedica il suo tempo a vietare qualsiasi cosa in città  per fare la solita marchetta ai commercianti di cui è notoriamente il referente.
Via gli ambulanti da via Quadrio perchè sono più estetici 20 parcheggi, via gli immigrati da Sottoripa in tarda serata perchè occupano il suolo abusivamente, via gli artisti di strada perchè suonano, basta con i locali rumorosi (ovviamente se gestiti da stranieri), stop alla vendita e persino al passeggio con una bottiglia di birra dopo le 17, fino a distinguere tra movida “buona e cattiva” (ovviamente la decide lui la classificazione).
Ebbene ieri sera a fronte di una palese violazione del suo regolamento (sia per la musica ma soprattutto per la vendita ostentata di birre) non è “prontamente intervenuto” per multare i trasgressori.
Essendo un migliaio di tifosi incazzati (e italiani) meglio far finta di nulla, lui non è sceso dal letto per guidare la carica dei viglli per il “decoro” della città , meglio evitare di prendersi due sberle.
In ogni caso Genova ringrazia i tifosi rossoblu: almeno hanno restituito per un paio d’ore un volto umano a una città  dove qualcuno vorrebbe imporre il coprifuoco.

argomento: Genova | Commenta »

Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.600)
    • criminalità (1.406)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.538)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.333)
    • elezioni (3.305)
    • emergenza (3.081)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (825)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (292)
    • Futuro e Libertà (518)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (546)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.816)
    • governo (5.806)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.942)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.397)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.417)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (358)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (16.883)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.695)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.522)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.126)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Febbraio 2023 (126)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (578)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (632)
    • Settembre 2019 (618)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (564)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (548)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (572)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (455)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (337)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (403)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (395)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (448)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (219)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (261)
    • Dicembre 2011 (228)
    • Novembre 2011 (270)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (157)
    • Luglio 2011 (214)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Settembre 2017
    LMMGVSD
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    252627282930 
    « Ago   Ott »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • IL CALENDARIO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE CHE CELEBRA SOLO I MINISTRI DI DESTRA E’ L’ULTIMO “CAPOLAVORO” DI VALDITARA
    • LA PARTITA PER LE PRIMARIE DEL PD E’ ANCORA APERTA: L’ANALISI DELL’ESPERTO DI BIDIMEDIA
    • SANREMO È IL SUPERBOWL ITALIANO: UN TESORO DA 80 MILIONI TRA INCASSI PUBBLICITARI E INDOTTO
    • UNA VITA PER CRESCERLI E UNO SCHERMO PER RINCOGLIONIRLI
    • SONO QUASI 90MILA I CANTIERI EDILI FERMI IN ATTESA CHE IL GOVERNO TROVI IL MODO DI SBLOCCARE 15 MILIARDI DI EURO DI CREDITI FISCALI DEL SUPERBONUS 110% CHE LE BANCHE NON VOGLIONO PIÙ COMPRARE
    • DALL’INIZIO DELLA GUERRA MIGLIAIA DI RUSSE SONO VOLATE IN ARGENTINA PER PARTORIRE, PER ASSICURARE AI LORO FIGLI LA NAZIONALITÀ DEL PAESE SUDAMERICANO (E UN PASSAPORTO CHE PERMETTA L’INGRESSO SENZA VISTO IN 171 PAESI, MOLTI DEI QUALI PRECLUSI AI RUSSI)
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA