Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile ASSIST A CANCELLERI: “PENSI AI SUOI PROBLEMI CON LA COCAINA”… E IL BLOG DI GRILLO RINCARA: “HA FATTO CARRIERA CON DELL’UTRI”
Il Movimento 5 Stelle? Come l’Aids. È il volgare attacco lanciato da Gianfranco Miccichè, storico leader di Forza Italia in Sicilia recentemente tornato commissionario del partito sull’isola dopo un lustro di ostracismo.
Nel giorno in cui il candidato governatore dei pentastellati, Giancarlo Cancelleri, presenta il primo assessore della sua squadra di governo in vista delle elezioni regionali del prossimo 5 novembre, si surriscalda il clima nella campagna elettorale siciliana.
Ad infiammare la polemica è Miccichè che intervenendo a un dibattito, domenica 10 settembre, paragona gli esponenti del M5s all’Aids. “Ricordate quando anche in Italia ci fu un gran caos sessuale, in cui tutti facevano l’amore con tutti? Poi spuntò l’Aids e questa cosa si fermò, si tornò a fare l’amore solo tra marito e moglie. Per questo credo sia un bene che, in un periodo di proteste, siano spuntati i 5 Stelle. Hanno fermato un momento di degrado della politica. Ma ora basta, ora fuori dai coglioni, ora bisogna tornare a governare seriamente”, sono le parole dell’ex sottosegretario del governo Letta.
Al quale risponde lo stesso Cancelleri. “Io stigmatizzo le parole gravi, molto gravi di Miccichè che ci ha paragonati all’Aids. Sono parole molto gravi perchè non puoi accomunare una malattia che sta mietendo vittime in tutto il mondo con una forza politica”, dice l’aspirante presidente dell’isola, che poi rincara la dose. “La storia di Miccichè — dice — lo rappresenta degnamente perchè fa parte di quella politica del 61 a zero che si è mangiata la Sicilia e che ha già governato la nostra terra. Ha avuto anche problemi con stupefacenti vari. Lui rappresenta l’Italia che si è mangiato, perchè ha governato questa terra. Quella gente lì ha cominciato a fare politica quando non ero neppure nato”.
Già in mattinata alle offese di Miccichè aveva replicato il blog di Beppe Grillo. “Parliamo di una figura che deve la sua ascesa politica a Marcello Dell’Utri, il grande mediatore di Cosa Nostra condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Parliamo di un personaggio che negli anni ’80 candidamente ammise di assumere cocaina: ‘Non sono uno spacciatore, ma solo un assuntore di cocaina’. Di uno che, stando ad alcune informative dei carabinieri, si faceva portare la droga al ministero delle Finanze quando era viceministro”, è scritto in un post firmato Movimento 5 Stelle.
“Che programma ha uno come Miccichè? — continua il post sul blog — Che idea di Paese può offrire uno che, nella posizione pubblica che rivestiva, ammetteva di assumere cocaina fin farsela portare al ministero. Che esempio può dare a un giovane, ad un figlio? E questo signore qui è uno dei tanti a sostegno di Musumeci. Anzi, è il collante che tiene insieme tutti quei dinosauri di cui sopra (Lombardo, Cuffaro, La Russa, Alfano) vicino a Musumeci! Questi personaggi — attacca il Movimento — sono un pericolo autentico per il Paese. Sono il peggio del peggio e ce li abbiamo proprio in Sicilia”.
(da agenzie)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile INVENTATA ANCHE LA NOTIZIA DELLA POLIZZA ANTISTUPRO, MA SERVIVA AI SOLITI NOTI FARLA GIRARE… IL QUESTORE SBOTTA: “BASTA LUOGHI COMUNI, I DATI SONO ALTRI”
Stupri, veri o presunti. E relativi dati, pubblicati dai giornali e smentiti da chi di dovere. 
Dietro la cronaca della violenza sessuale su due studentesse americane a Firenze per la quale sono indagati due carabinieri, tiene banco una polemica parallela.
Quella sulla verifica delle informazioni riportate dai media a corredo della cronaca. Due i casi: una statistica che non trova riscontro e una notizia incompleta.
“Il 90 per cento delle denunce delle studentesse americane a Firenze risulta inventato”, si è letto nei giorni scorsi su autorevoli quotidiani nazionali, che non hanno però citato alcuna fonte, definendola solo in un secondo momento — a polemica ormai deflagrata — “istituzionale” e “ attendibile”.
Quel numero, però, viene smentito dal questore di Firenze Alberto Intini, che avverte: “Bisogna distinguere tra i luoghi comuni e i dati”.
Poi c’è la bufala sulla polizza antistupro che le ragazze avrebbero sottoscritto prima di partire per l’Italia: si tratta in realtà di una normale copertura assicurativa per qualsiasi imprevisto durante il soggiorno all’estero.
Due informazioni, entrambe false, che insieme sembravano insinuare che le due ragazze si siano inventate tutto per incassare i soldi dell’assicurazione.
“Falso il 90 per cento delle denunce”
A pubblicare il dato sul “90% di denunce false” sono state diverse testate, come Il Secolo XIX, Il Messaggero, Il Mattino e La Stampa. Il pezzo di Stampa e Secolo XIX del 9 settembre riporta prima le parole della ministra della Difesa Roberta Pinotti: “Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse”.
Poi c’è quel numero, in un primo momento non attribuito ad alcuna fonte: “Non si può neppure dimenticare”, si legge nella prima versione, fuori dalle virgolette, “che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su 150-200 denunce all’anno, il 90 per cento risulta falso”.
Nel frattempo interviene il questore con i numeri della banca dati delle forze di polizia.
“Nel 2016 in provincia di Firenze — afferma parlando con tiscali.it — ci sono state 51 denunce per violenza sessuale. Non possiamo al momento fare una casistica delle vittime, italiane, straniere, americane. Per noi sono tutte violenze in ugual modo”, nel senso che si va dallo stupro al palpeggiamento.
Il dato attribuito (ex post) a una “fonte istituzionale”
A quel punto dai siti de Il Messaggero e Il Gazzettino la notizia scompare (si apre un messaggio che dice “pagina non trovata”). Secolo XIX e Stampa ribadiscono il dato aggiungendo però alla frase — come spiega una nota aggiunta in calce al pezzo nella versione online — le virgolette e l’attribuzione a “una fonte istituzionale attendibile”. “Questo per chiarire”, continua la nota della redazione, “che non si tratta di considerazioni dell’autrice, ma di un’informazione raccolta in un contesto che resta coperto secondo le regole deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti”
Il questore: “Distinguere tra luoghi comuni e dati. Nei primi 9 mesi solo tre denunce da cittadine Usa”
A ilfattoquotidiano.it però il questore Intini precisa: “Non commento il dato sulle presunte denunce inventate perchè non ne conosco la fonte, ma bisogna distinguere tra i luoghi comuni e i dati. Quelli di cui siamo in possesso sono molto distanti dalle 150 denunce l’anno. Noi non abbiamo registrato alcun fenomeno particolare nè sul rischio che corrono le ragazze americane, nè sul numero delle denunce presentate”.
I numeri ufficiali sono che “nei primi nove mesi del 2017 sono emerse tre denunce per violenza sessuale ai danni di cittadine americane. Riguardavano, in realtà due episodi con tre vittime e si trattava di decisi palpeggiamenti, che configurano comunque il reato di violenza sessuale”.
Anche le 51 denunce che risultano dalla banca data delle forze di polizia sul 2016 riguardano ovviamente vittime di tutte le nazionalità e violenze di diverso tipo, inclusi i palpeggiamenti.
Va ricordato che secondo l’Istat solo il 7 per cento degli stupri viene denunciato, mentre la maggior parte vengono taciuti.
E in Italia parliamo di circa 11 stupri al giorno, più di 4mila ogni anno.
Secondo i dati del Viminale nel primo semestre del 2017 sono avvenute 2.333 violenze sessuali. Erano state 2.345 nello stesso periodo del 2016. Dodici in meno, un calo impercettibile.
La bufala della polizza antistupro
Poi c’è la questione della polizza antistupro. Il Messaggero stesso, nell’attacco del pezzo poi cancellato dal sito e titolato “Turiste Usa in Italia con polizza anti-violenza: 200 denunce l’anno, il 90% sono inventate” specifica: “Non esiste una polizza assicurativa specifica contro lo stupro: nè per un cittadino americano in patria, nè per chi viaggia all’estero. Esistono polizze che assicurano sui danni provocati da violenza (rapine, scippi, omicidi, infortuni vari) sia in patria che all’estero”.
Il legale di una delle due ragazze, l’avvocato Gabriele Zanobini, ha poi confermato che le studentesse hanno “soltanto una generica assicurazione che l’Università statunitense, come da consuetudine, stipula per gli studenti che vengono in Italia”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile CHE COMICHE: LA PRIORITA’ SONO IL CODICE DELLO SPETTACOLO E IL PASSAGGIO DI SAPPADA AL FRIULI, NON I DIRITTI DEI NUOVI CITTADINI CHE PARLANO ITALIANO, FREQUENTANO LE SCUOLE E PAGANO LE TASSE
Il Senato non discuterà di ius soli questa settimana. E chissà se mai lo farà .
La conferenza dei capigruppo che si riunirà domani alle 15.30 ufficializzerà il rinvio a fine mese, dopo l’approvazione del Def, nelle previsioni più ottimistiche.
Ma i rumors di palazzo sono sempre più insistenti a segnalare che la legge sulla cittadinanza non si farà in questa legislatura.
I freni stavolta pare arrivino proprio dal Nazareno, oltre che da parte del ministro Angelino Alfano e della sua Ap.
Matteo Renzi infatti teme l’effetto ius soli sui sondaggi in vista delle politiche del 2018. Sulla commissione banche invece si va avanti: ma molto piano.
I mesi che restano fino alla fine della legislatura si presentano sempre meno densi per l’attività parlamentare.
Domani la capigruppo del Senato dovrebbe calendarizzare per questa settimana la legge delega per il codice dello spettacolo, voluta dal ministro Dario Franceschini, e il ddl sul passaggio del comune di Sappada dal Veneto al Friuli.
Niente sullo ius soli, una legge voluta dal Pd e dal segretario Renzi ma che ora, secondo i ragionamenti che fanno al suo quartier generale, farebbe perdere al Pd punti in percentuale.
Niente, Renzi per ora non si convince motivando le perplessità con il fatto che mancherebbero i numeri in Senato.
Cosa peraltro vera, ma se il governo mettesse la fiducia, gli alfaniani si sottrarrebbero ai vincoli di maggioranza?
Se lo ius soli è al palo, la legge sui vitalizi non se la passa meglio. E’ in commissione Affari Costituzionali al Senato, domani dunque la capigruppo non ne discuterà nemmeno.
Restano le divisioni nel Pd tra chi, come il capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda, chiede una verifica costituzionale per evitare eventuali ricorsi a legge approvata. E chi invece spinge per l’approvazione definitiva, come il ‘padre’ della legge: il deputato renziano Matteo Richetti.
Ma alla fine sembra che stia prevalendo la linea della cautela. E ora la previsione è che la legge verrà approvata e modificata dal Senato in modo tale da dover tornare alla Camera: difficile si faccia in tempo ad approvarla definitivamente prima del voto nel 2018, visto che nel Pd lo scioglimento delle Camere — pur restando prerogativa del Capo dello Stato — viene immaginato a fine anno, dopo la legge di stabilità , o al massimo agli inizi dell’anno nuovo. Con le urne il 4 marzo.
Invece potrebbe nascere la commissione bicamerale sulle banche, voluta dal pd renziano per fare le pulci al ruolo di controllo di Bankitalia sugli istituti di credito nel passato.
Sul testamento biologico pesano gli stessi problemi dello ius soli: la contrarietà di Ap. E la legge elettorale? Tutti i pronostici di Palazzo la danno ormai per ferma fino alle regionali in Sicilia. Si vota il 5 novembre.
E potrebbe essere la data che aprirà le ‘danze’ nel Pd contro il segretario Renzi. Di certo è la data che peserà la forza dei Dem in Sicilia, regione che dà sempre segnali alla politica nazionale, nonostante che Renzi la consideri appuntamento “locale”.
I non renziani e i meno renziani nel Pd lo aspettano al varco per insistere su una legge elettorale che preveda le coalizioni (con Mdp), contando sull’appoggio del centrodestra.
Si vedrà : per ora, solo la legge di stabilità ‘certa est’. Come la mamma.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile RIZZO, LA DELEGAZIONE NORDCOREANA IN ITALIA E I SIMBOLI DEL CAPITALISMO SUL TAVOLO
Il Partito Comunista di Marco Rizzo ha pubblicato su Facebook questa photo-opportunity che
ritrae “una delegazione nordcoreana in viaggio in Italia” che “ha incontrato una rappresentanza del Partito Comunista guidata dal segretario Marco Rizzo.
Al centro della discussione l’attuale situazione internazionale, la lotta contro l’imperialismo e per la pace”.
Non sfuggirà ai più accorti di voi la presenza di un Macbook, simbolo della lotta all’imperialismo, al centro del tavolo.
Il Mac in foto non è sfuggito ai commentatori.
C’è chi difende Rizzo & Co.: “Utilizzare un computer Apple, usare uno Smartphone, vestire con una tuta Nike o indossare/usare un qualsiasi articolo prodotto da operai in un sistema economico dominato dal capitale non determina l’essere comunista di grado meno elevato, vi ricordo che ogni giorno dobbiamo usufruire di questi mezzi e sfruttarli al meglio o in alternativa dovremmo vivere in una caverna nudi a tentare di accendere il fuoco con due pietre”. e
Ma c’è chi non è tanto d’accordo: “La Apple non fa certo robe di qualità , sfrutta semplicemente il sistema economico comunista di un unico telefono importante, per fare soldi in barba al comunismo”.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile POVERETTI, NON HANNO ANCORA CAPITO CHE PER IL GOVERNO ITALIANO CONTANO SOLO GLI AFFARI, NON LA DIGNITA’ E LA GIUSTIZIA
“Il governo italiano ci deve proteggere, siamo in pericolo perchè le autorità egiziane ci hanno dichiarato guerra”.
Ahmed Abdallah, il presidente dell’Egyptian Commission for Rights and Freedom, l’organizzazione che rappresenta legalmente al Cairo la famiglia di Giulio Regeni, lancia un appello disperato dopo la sparizione di un loro collaboratore Ibrahim Metwally, avvocato per i diritti umani di Kafr el-Sheik, città sul Delta del Nilo.
L’organizzazione era già stata attaccata sei giorni fa.
Il loro sito internet era stato bloccato il giorno dopo l’audizione del ministro degli Esteri Angelino Alfano alle commissioni esteri di Camera e Senato. Metwally, è stato prelevato dalle forze di sicurezza egiziane dall’aeroporto del Cairo mentre aspettava di imbarcarsi su un volo per Ginevra.
Avrebbe dovuto partecipare a una conferenza delle Nazioni Unite sui diritti umani e al momento non si hanno notizie sul luogo della sua detenzione.
“L’arresto è stato deciso sotto gli occhi del procuratore del Cairo, lo stesso che ha detto di voler collaborare con le autorità di Roma. Lo stesso che lo scorso anno ha permesso che io venissi arrestato per 4 e mesi e mezzo. Quindi cosa si aspetta il governo italiano da loro?”, spiega Abdallah.
“Noi non possiamo più lavorare in queste condizioni, se Roma vuole veramente la verità deve permettere ai nostri legali di vedere le carte e di potersi muovere liberamente fuori dal paese”.
Metwally non è solo uno dei legali che segue le vittime di sparizioni forzate nel paese, che al momento sono più di 1000, ma è anche il padre di Amr, studente di ingegneria scomparso nella capitale egiziana nel luglio del 2013.
Il ragazzo era stato prelevato dalla polizia assieme ad altre persone nel quartiere di Nasser City durante le proteste contro il colpo di stato dell’allora generale al-Sisi ai danni del presidente islamista Mohammed Morsi.
Nel corso di questi anni l’avvocato ha sporto denuncia non solo alla polizia ma anche al Consiglio Nazionale dei Diritti Umani e al Ministero della Difesa egiziano senza avere nessun risultato se non quello di suscitare l’accanimento delle autorità egiziane contro la sua famiglia.
Suo fratello e suo cugino sono infatti scomparsi alcuni mesi fa, uno di loro è stato rilasciato dopo 6 giorni con addosso evidenti segni di tortura. “Ibrahim stava andando a Ginevra a parlare delle sparizioni forzate, il nostro centro è stato uno dei primi in Egitto a occuparsene”, continua Abdallah. “Avrebbe parlato del caso di Giulio. E’ chiaro che il nostro governo vuole metterci il bavaglio”.
Gli avvocati dell’ECRF sono sempre stati tenuti ai margini dagli inquirenti egiziani sin dal ritrovamento del corpo del ricercatore di Fiumicello il 3 febbraio del 2016. Per diverse volte hanno chiesto di esaminare i faldoni delle indagini, ma la Procura del Cairo lo ha sempre impedito
La scarsa collaborazione della magistratura egiziana è evidente anche dai nuovi documenti arrivati a Roma.
Nelle carte ci sarebbero dovuti essere gli interrogatori di Sharif Magdi Abdlaal e Osmand Helmy, i due ufficiali che erano in contatto con Mohammed Abdallah, il capo degli ambulanti che ha filmato Giulio durante il loro incontro.
La Procura di Roma aspettava anche il verbale di Mahmoud Hendy, l’uomo che nell’aprile del 2016 ha messo i documenti di Giulio nella casa del presunto capo dei gangster accusati di aver rapito il ragazzo.
Ma nelle carte i poliziotti continuano a negare ogni coinvolgimento mentre gli interrogatori confermano la clemenza dei magistrati egiziani nei confronti degli ufficiali.
Intanto l’attesa del nuovo ambasciatore Giampaolo Cantini, che arriverà nella capitale egiziana il prossimo 14 settembre, ha già creato un clima di propaganda nazionalista tra gli esponenti delle istituzioni egiziane desiderosi di chiudere il caso il prima possibile.
“Il ritorno dell’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini al Cairo il prossimo 14 settembre evidenzia che il caso dell’uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni può considerarsi chiuso”, ha commentato il parlamentare egiziano Hassan Omar alcuni giorni fa.
Opinione condivisa dal portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zeid, secondo il quale tra Italia e Egitto “ora le relazioni sono ritornate alla normalità ”.
(da “La Repubblica”)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile IN MANETTE UN ITALIANO QUARANTENNE, NESSUN POST DI SALVINI
Ha cercato di derubare un invalido, ma è stato fermato dalla vittima, che lo ha inseguito a bordo
della sua carrozzina elettrica.
Francesco Mellace, quarantenne di Chivasso, è finito in manette, arrestato dai carabinieri.
Il ladro, in scooter, si è avvicinato al disabile, un uomo di 66 anni affetto da distrofia muscolare che stava andando a fare la spesa all’ipermercato Auchan di corso Romania, a Torino.
Gli ha chiesto di cambiargli venti euro e poi gli ha strappato di mano il portafoglio.
La vittima lo ha inseguito con la sua carrozzina, l’ha bloccato, sbarrandogli la strada, e ha chiamato i militari.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile LA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA: SI FACEVANO PAGARE DALLE IMPRESE PER PREPARARE LE SALME
Tangenti sui defunti.
Quattro operatori funebri, impiegati presso le celle mortuarie dell’ospedale di Borgo Roma, a Verona, sono stati arrestati con le accuse di associazione a delinquere e concussione.
I quattro sono stati arrestati durante il turno di lavoro: nelle prossime ore potrebbero seguire altri provvedimenti nei confronti di personale che al momento non era presente sul posto di lavoro.
L’indagine, condotta dal pm Valeria Ardito, ha svelato una sorta di ricatto da parte degli operatori mortuari dell’ospedale Borgo Roma nei confronti delle imprese funebri: queste ultime erano costrette a versare denaro ai primi in cambio della garanzia che le salme sarebbero state tenute e preparate in modo adeguato nel periodo prima del funerale.
Se non avessero pagato, avrebbero rischiato che i corpi venissero danneggiati.
A far scattare le indagini è stata l’azienda ospedaliera di Verona, la cui segnalazione è stata seguita poi da ulteriori esposti da parte di altri soggetti.
Da lì la procura della Repubblica di Verona ha cominciato a lavorare sulla vicenda insieme alla polizia giudiziaria e alla polizia locale della città .
L’ospedale ha fatto sapere che i “provvedimenti non influiranno sul regolare svolgimento dei servizi funebri in partenza dall’ospedale di Borgo Roma”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile DALLA MANIFESTAZIONE ALLE “PASSEGGIATE SALUTARI” PER LE VIE DI ROMA… IL GENERALE SE LA PRENDE ANCHE CON “I TRADITORI” E “LE SPIE DELLA DIGOS”
Il dado è tratto. Nonostante la manifestazione dell’11 e 12 settembre in piazza Montecitorio sia
stata inopinatamente annullata dalla Questura di Roma, il generale dei carabinieri Antonio Pappalardo non molla e annuncia che “il direttivo al completo del Movimento Liberazione Italia capitanati dal più grande generale dei carabinieri di tutti i tempi” — isole comprese — “si faranno delle passeggiate salutari per le vie di Roma zona centro”.
Certo, aver promesso una rivoluzione e aver mantenuto una passeggiata dev’essere stato un bello smacco per il generale.
Ma, si sa, quando la DIGOS chiama e avverte gli alfieri della legalità rivoluzionaria non possono che accettare.
Anche se non si rinunzia alla giusta indignazione nei confronti dei traditori: “Perchè la Questura ci stava attenzionando? Perchè noi abbiamo fatto una denuncia: la questura ha mandato due spioni all’interno della nostra organizzazione per spiarci all’hotel di Pomezia! Ovviamente noi non siamo fessi, abbiamo scoperto tutto e abbiamo denunciato tutto alla procura della Repubblica di Roma! Perchè la DIGOS si è trasformata in polizia politica! Ci hanno trattato come dei sovvertitori!”.
Ieri il generale su Facebook ha spiegato per filo e per segno perchè il questore ha sbagliato a vietare la manifestazione: ha sbagliato perchè «venendo dalla 4° zona centro e invertendo la marcia a U nel settore preferenziale BZA adibito a traffico locale, si incanalava nel 5° settore P esclusivo per i giorni dispari, e convergeva in una zona mercato… tassativamente vietata al traffico, soprattutto dopo le severissime disposizioni pedonali, e contravveniva a più riprese agli articoli: 1, 2, 13, 35, 26, 1959, 54 e 11 del codice della strada! Sono 47.500 £… me pare!» (cit.).
Ciò detto, la rivoluzione dell’11 settembre del generale Pappalardo non si ferma.
E incassa la prestigiosa adesione di Popolo Unico, che mette all’indice i traditori: “Avete visto come cadono tutte le maschere, senza dover fare nemmeno lo sforzo di strappargliele di dosso? Il Popolo dissente e si manifesta, non manifesta….SI MANIFESTA. Ed è la cosa che loro, i venduti al sistema e il sistema stesso, TEMONO DI PIU’. Siate più che potete. Le VACANZE ROMANE all’insegna delle NOSTRE BANDIERE ci attendono! SENZA NESSUN RECINTO. …….LIBERI!”
E Simone Carabella? Dopo le ingiuste accuse di tradimento nei suoi confronti, l’eroe no-vax tiene il punto e continua a spiegare che non c’erano le condizioni di sicurezza necessarie per una manifestazione di piazza.
E anche se alcuni sul suo profilo si dicono delusi dal suo comportamento, ci sono anche tanti a difenderlo: “State cercando inutilmente di infangare un uomo che si è messo sempre dalla parte dei più deboli e al fianco del popolo italiano, maratone, manifestazioni aiuti concreti per le persone in difficoltà mettendoci sempre anima, cuore e faccia. Anche questa volta ha agito come sempre nel giusto cercando solo di tutelare il popolo italiano da lui invitato ad una manifestazione che prima era autorizzata e poi no. Ha semplicemente tutelato l’incolumità di ogni singola persona. Potrei scrivere per ore ma immagini e fatti parlano da sè. Sempre a testa alta ma soprattutto sempre nella legalità perchè chi non agisce nella legalità è un delinquente”.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 11th, 2017 Riccardo Fucile TRA OCCHI PIENI DI TERRORE, IL RACCONTO DEGLI ABUSI E I SORRISI PER UN ABBRACCIO … ESCLUSIVA HUFFPOST … ALTRO CHE TAXI DEL MARE COME LI HANNO DEFINITI DEI MALATI MENTALI, SONO GLI ULTIMI EROI DI UNA EUROPA DI INFAMI
Sara arriva dalla Costa d’Avorio e ha visto tutta la sua famiglia morire davanti ai suoi occhi. Sua madre è morta, suo fratello pure. Lei invece è una dei quattro minori salvati, in un’ordinaria giornata d’agosto di ricerca e salvataggio, dalla nave Aquarius dell’Ong Sos Meditarrenee e di Medici Senza Frontiere. Ha solo due anni.
L’HuffPost Uk è stato per tre settimane a bordo dell’imbarcazione dell’organizzazione non governativa per documentare le operazioni di recupero dei migranti in balia delle onde.
Oggi il numero dei salvataggi in mare in mare si è ridotto notevolmente per effetto del blocco degli sbarchi concordato dal governo italiano e autorità libiche.
I migranti, provenienti prevalentemente dall’Africa centrale, raccontano tutte le insidie che devono affrontare già durante l’attraversamento del deserto: “Qui il pericolo non arriva dalla polizia ma dalle milizie”.
Polizia corrotta e mafie locali hanno messo in piedi un vero sistema di sfruttamento e di tratta degli schiavi.
Arrivati in Libia molti finiscono in centri di detenzione, dove vengono segretati e torturati. “Un trafficante ha comprato una pistola al mercato ma non era certo che funzionasse. L’ha testata su uno dei ragazzi che possedeva: ucciso per provare una pistola nuova”, hanno raccontato agli operatori dell’Ong tedesca.
Testimonianze che confermano, qualora ce ne fosse bisogno, la pesante denuncia lanciata pochi giorni fa da Medici senza Frontiere sui “lager” in Libia, sugli abusi e le violenze a cui vengono sottoposte migliaia di persone.
Non è facile per chi opera sulle imbarcazioni delle Ong: “Devi alzare un muro tra te e quello che vedi durante il giorno, per poter andare avanti e continuare a fare questo lavoro a lungo. Dopo un soccorso cerco di non pensare, altrimenti diventerebbe insostenibile”.
“Dobbiamo andare fieri del lavoro che facciamo”, dice l’operatrice Mary Finn.
“È assurdo parlare di servizio taxi, queste sono persone che scappano da guerre e persecuzioni. Quello che serve è un servizio di ambulanza in mare”, dicono i membri dell’equipaggio dell’Aquarius.
“Il mio interesse è solo quello di salvare vite perchè non voglio che le persone muoiano”.
(da “Huffingtonpost”)
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