Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile COZZI: “LE ACCUSE DI SALVINI SONO RIDICOLE. LA GDF HA CONTATTATO LA SUA SEGRETERIA, NON DICA CHE NON ABBIAMO NOTIFICATO L’ATTO, E’ STATO LUI A DIRE CHE FINO A LUNEDI’ NON ERA DISPONIBILE A RITIRARLA”
«Forse è la prima volta nella vita che qualcuno mi dà della “toga rossa”, al massimo mi era
capitato di sentirmi dire che ero troppo moderato», dice Franco Cozzi, procuratore di Genova, da sempre attestato come vicino a Unicost (corrente centrista della magistratura).
«Non voglio entrare in polemica con nessun rappresentante politico, ma solo chiarire un messaggio: qui non c’è alcun attacco alla Costituzione. Anzi, noi siamo intervenuti in difesa del Parlamento».
L’unico momento in cui la tensione sembra allentarsi è quando le agenzie di stampa battono la nuova accusa di Matteo Salvini, che in questa iniziativa della magistratura vede un complotto delle «toghe ultrarosse»: «Forse è la prima volta nella vita che qualcuno mi dà della “toga rossa”, al massimo mi era capitato di sentirmi dire che ero troppo moderato», ridacchia Franco Cozzi, procuratore di Genova, da sempre attestato come vicino a Unicost (corrente centrista della magistratura, a cui sottolinea peraltro di «non aver alcuna affiliazione»).
«Scherzi a parte. Non voglio entrare in polemica con nessun rappresentante politico. Voglio solo chiarire un messaggio: qui non c’è alcun attacco alla Costituzione. Anzi, noi siamo intervenuti in difesa del Parlamento, che si è costituito parte civile in questo processo».
Dottor Cozzi, per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini il sequestro dei fondi è un accanimento politico, il tentativo di affossare un partito prima delle elezioni attraverso un provvedimento giudiziario…
«Questo è ridicolo. Chi mi conosce sa che non nutro nè antipatie, nè simpatie per alcun movimento politico, a patto che si muova nel solco costituzionale».
Conferma di non essere una toga rossa?
«Al massimo sono una toga rossoblù: confesso di essere tifoso del Genoa (Ride ancora, poi il tono si fa di nuovo serio). Nutro rispetto per la storia della Lega Nord. Per esempio, considero Roberto Maroni uno dei migliori ministri dell’Interno che abbiano mai guidato il Paese. Ho rapporti istituzionali ottimi con alcuni esponenti di quel partito, come l’assessore Sonia Viale, con cui stiamo portando avanti una collaborazione eccellente sulle Rems (gli istituti che hanno sostituito i manicomi criminali, ndr). La politica non c’entra nulla».
Nessun attacco alla Costituzione?
«Ma per piacere. Nel trattare la vicenda è stato omesso un dettaglio fondamentale: il Parlamento si è costituito parte civile nel processo agli ex vertici della Lega Nord, perchè, come prevede l’impostazione accusatoria, ritiene di essere stato danneggiato».
Anche l’attuale gestione del Carroccio sostiene di essere stata vittima delle spese effettuate durante la gestione dell’ex tesoriere Francesco Belsito.
«Potevano costituirsi parte civile. In un primo momento so che avevano pensato di farlo, ma poi, legittimamente, hanno rinunciato».
Salvini contesta anche il fatto che il sequestro sia arrivato prima che il giudizio sia definitivo.
«Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Si tratta di un sequestro cautelativo, che segue una sentenza del tribunale di Genova. Se venisse ribaltata, quel denaro verrebbe restituito. È un atto doveroso, perchè, vista la somma rilevante (circa 48 milioni di euro, ndr), il rischio è che svaniscano i soldi per risarcire le vittime. Anche perchè le entrate del partito, come documentano i loro difensori, sono in calo. Non solo. La Lega Nord è stata condannata a rispondere in solido insieme agli imputati condannati. Senza quantificare il sequestro al movimento sarebbe impossibile procedere con l’azione civile nei confronti dei singoli».
Perchè aggredire prima il patrimonio del partito?
«Esiste un’importante sentenza della Cassazione in tema di sequestri, il “caso Gubert”. In quel processo, che riguardava questioni fiscali, gli imputati contestarono il congelamento dei beni, facendo notare che i guadagni erano andati all’ente per cui lavoravano. Ecco, a prescindere dalle condotte di chi ha gestito le casse della Lega Nord, il partito, afferma il tribunale, ha incassato 48 milioni di euro di rimborsi pubblici a cui non aveva diritto».
Tra le dichiarazioni di giornata c’è anche quella che avete sequestrato i fondi della Lega senza fornire “uno straccio di carta”.
«Mi risulta in realtà che appena avviate le complesse procedure di sequestro la Guardia di finanza si sia messa in contatto con la segreteria di Salvini, per notificargli il provvedimento. È stato lui a dare disponibilità a ricevere l’atto solo dopo lunedì».
(da “il Secolo XIX”)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile A PONTIDA ARRIVA SOLO LA RUOTA DI SCORTA TOTI, SPERIAMO NON METTA IN CONTO IL TAPPETO ROSSO, RISCHIA DI NON VEDERSI PAGATA LA FATTURA…E I FIGHETTI PADANI INSULTANO I MAGISTRATI DI GENOVA : “ROSSI DI MERDA”
Silvio Berlusconi? Non pervenuto.
Giorgia Meloni? Neppure lei si è fatta sentire.
Alla vigilia della reunion di Pontida, Matteo Salvini e la Lega Nord, in affanno per la vicenda del sequestro preventivo di alcuni conti del Carroccio, si ritrovano a dover fare i conti con il silenzio degli alleati nel centrodestra.
Salvini, in un’intervista a Libero, non nasconde il suo disappunto: Berlusconi? “È l’unico che non ha detto nulla!”.
Da Forza Italia è arrivata una nota di Michaela Biancofiore, condita da un passaggio eloquente: “Ora Salvini potrà meglio comprendere lo stato d’animo del presidente Berlusconi”.
Il segretario della Lega Nord si prepara alla kermesse di Pontida e lancia l’appuntamento su Instagram, postando la foto del braccialetto verde realizzato per l’occasione: “Non ci fermeranno mai. Avanti insieme e #renziacasa. Vi aspetto domani alle 10:30, da tutta Italia, a Pontida. Astenersi clandestini, piddini e perditempo”, scrive.
Il richiamo ai perditempo e ai nullafacenti è quasi autolesionistico, ma tanto non se ne accorge nessuno.
Oggi i giovani padani a Pontida intonavano “rossi di merda” all’indirizzo dei magistrati di Genova.
“La Lega è sotto attacco” starnazza sui social il capitano.
Sarà una Pontida diversa da quella che era nelle intenzioni del Carroccio fino a qualche giorno fa.
La priorità , adesso, non è più lanciare il referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, ma mobilitare il popolo leghista e lanciare una campagna mediatica contro la “sentenza rossa” che secondo il Carroccio è stata voluta da una magistratura che vuole “eliminare” la Lega dalla scena politica.
La scaletta è pronta: sul palco saliranno i governatori Luca Zaia, Giovanni Toti e Roberto Maroni, ma i loro interventi saranno incentrati sui referendum per l’autonomia previsti il 22 ottobre in Veneto e Lombardia.
L’unico intervento politico spetterà a Salvini.
Chissà se arriverà un telegramma di saluti da Belsito…
(da agenzie)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile PHILIPPOT AVREBBE “TRADITO LA CUCINA TRADIZIONALE STRASBURGHESE CON IL PIATTO TIPICO DEL MAGREB”… “E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE ABBIAMO ANCORA MOLTO CAMMINO DA FARE SE VOGLIAMO GOVERNARE LA FRANCIA”
L’ex braccio destro di Marine Le Pen e vice-presidente del Front National, Florian Philippot, è
stato duramente contestato sui social media dai simpatizzanti dell’estrema destra per aver mangiato un couscous in un ristorante di Strasburgo.
La sera del 13 settembre, durante la sessione plenaria dell’Europarlamento, una militante del Front National ha postato sul suo account Twitter una foto che la ritraeva con Philippot in un ristorante di Strasburgo famoso per il couscous.
«Nel migliore (ristorante di) couscous di Strasburgo», ha scritto su Twitter Kelly Betesh per accompagnare la foto della cena.
Ne sono seguiti decine di commenti, molti dei quali critici nei confronti di Philippot e degli altri esponenti del Front National per aver «tradito» la cucina tradizionale strasburghese, e in particolare la «choucroute» (una pietanza a base di carne di maiale e crauti, ndr), preferendo un piatto tipico del Magreb.
Un militante dell’estrema destra, Jean Aymard, ha ipotizzato via Twitter che Philippot sia un «infiltrato» nel Front National per danneggiare Marine Le Pen.
La sconfitta alle elezioni presidenziali dello scorso maggio ha segnato la rottura tra la leader del Front National e il suo ex braccio destro, che ha creato una corrente autonoma dentro il partito chiamata «I patrioti».
Philippot è stato contestato da diversi dirigenti per la sua strategia di moderazione sulle questioni identitarie e per la decisione di puntare in campagna elettorale sull’uscita dall’euro.
In un’intervista oggi a Le Parisien, Le Pen ha assicurato che «non c’è distanza» con il suo vicepresidente, ma ha comunque chiesto dei chiarimenti a Philippot.
Sophie Montel, consigliera regionale che era presente alla cena e è esponente della corrente de «I patrioti», ha scritto su Twitter che il «Couscousgate» dimostra che il Front National ha «ancora molto da fare prima della vittoria», ringraziando quelli che «hanno rifiutato l’oscurantismo».
(da “La Stampa”)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile NUTI: “IO SOSPESO PERCHE’ INDAGATO, RAGGI INDAGATA RESTA AL SUO POSTO E DI MAIO INDAGATO PUO’ ADDIRITTURA FARE IL PREMIER”
Dopo settimane di attesa Luigi Di Maio formalizza la sua canditura alla premiership. Il vice presidente della Camera lo ha annunciato in un post su Facebook: “Siamo ancora qui, più forti di prima. E ora dobbiamo completare l’opera: andiamo a Palazzo Chigi e facciamo risorgere l’italia. Oggi ho accettato la mia candidatura a Premier per il Movimento 5 Stelle”.
Di Maio è attualmente l’unico in corsa alle primarie, per candidarsi ci sarà tempo fino al 18 settembre alle ore 12 ma nessuno dei possibili sfidanti ha ancora ufficializzato la candidatura.
L’annuncio, che era dato ormai per scontato all’interno e al di fuori del Movimento, arriva dai banchetti degli attivisti di Caltanissetta, tappa del tour per le elezioni regionali in Sicilia.
Di Maio con le nuove regole per le primarie pubblicate sul blog a 5 stelle ha potuto candidarsi alla premiership nonostante risulti indagato dalla Procura di Genova per diffamazione dopo la querela presentata dall’ex candidata sindaco Marika Cassimatis, poi espulsa dal Movimento.
In gioco non c’è solo la candidatura alla premiership a Palazzo Chigi ma anche la nomina a capo politico del Movimento, al posto di Beppe Grillo
Le polemiche erano scoppiate già dopo la pubblicazione delle regole per le primarie dall’ala ortodossa del Movimento, quella che nell’ultimo anno si è contrapposta più volte al delfino Di Maio.
Il primo ad attaccare è stato il deputato dei Cinque stelle Luigi Gallo che dalla sua bacheca Facebook ha scritto:”Dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. A voi i commenti! Tutti gli iscritti devono sapere quali sono i poteri del capo politico poco definiti dal regolamento interno”.
Essere eletto capo politico significa infatti disporre di ampi poteri di controllo del Movimento. “Il capo”, scrive Gallo, “indice le votazioni in rete, sceglie i temi da mettere in votazione, può far ripetere un voto per le modifiche al non statuto e al regolamento e ripetere votazioni che in prima istanza erano state limitate agli iscritti di una città o di una regione estendendole”.
Critiche anche dal dissidente Riccardo Nuti, ex cinque stelle, sospeso dopo l’affaire delle firme false a Palermo. “Nuti indagato?, sospeso. Altri parlamentari M5S indagati? Non sospesi. Raggi indagata? Non sospesa. Di Maio indagato? Non sospeso e candidato premier”
Le regole
Alle primarie potranno candidarsi tutti gli appartenenti al Movimento 5 stelle che abbiano esperito un mandato da portavoce, da Sindaco, o che siano stati eletti nel 2013 in Parlamento. Unica condizione, non essersi iscritti negli anni precedenti ad alcun partito.
Le primarie sono aperte anche gli indagati purchè coinvolti in fatti non gravi e a condizione che lo dichiarino apertamente. Il vincitore verrà annunciato il 23 settembre a Rimini nel corso della kermesse Italia a 5 stelle. Il voto è aperto a tutti gli iscritti al Blog in regola con l’articolo 4 previsto dal Non Statuto. Si può espriemere una sola preferenza per un solo candidato
(da agenzie)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile PER MARTELLO “BISOGNA CHIUDERE L’HOTPOST PERCHE’ L’ISOLA E’ AL COLLASSO”… DON CARMELO: “ISOLA SERENA E VIVIBILISSIMA, NESSUN DISTURBO DA PARTE DEI MIGRANTI, NEANCHE SI VEDONO”
Totò Martello lo aveva annunciato all’indomani dell’elezione a sindaco: “Sull’accoglienza deve
cambiare tutto”. Adesso va all’attacco, chiedendo la chiusura dell’hotspot a Lampedusa e puntando il dito contro i migranti accusati di “minacce, molestie, furti”.
Martello, già sindaco di Lampedusa per due legislature fino al 2001, sostiene che : “Lampedusa è al collasso, le forze dell’ordine sono impotenti, nel centro ci sono 180 tunisini molti dei quali riescono tranquillamente ad aggirare i controlli: bivaccano e vivono per strada. Chiedo che venga chiuso l’hot spot, una struttura inutile che non serve a niente”. E accusa: “Siamo abbandonati”.
Il primo cittadino segnala che “un fruttivendolo che si trova davanti alla stazione dei carabinieri ha subito il furto di fiaschi di vino. Ci sono furti continui nelle botteghe di abbigliamento e di alimentari, molestie nei confronti dei turisti”
“Ho l’impressione che il sindaco di Lampedusa voglia fare del terrorismo. Basterebbe controllare il numero delle denunce presentate ai carabinieri: a me risulta solo un furto da un negozio di frutta e verdura, inoltre l’isola è piena di turisti e non mi pare che ci siano state molestie da parte di tunisini”.
Così l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini commenta le dichiarazioni del suo successore, Totò Martello. “Si sta cercando di ricreare quel clima di paura – aggiunge Nicolini – che c’era a Lampedusa prima della mia elezione, quando si amministrava l’isola con la logica emergenziale”.
“Sono piccoli gruppi che arrivano con piccole barche, alcune delle quali riescono a raggiungere anche il litorale agrigentino per sfuggire ai controlli. Quelli che si trovano nell’Hot spot di Lampedusa sanno di dover essere rimpatriati, il vero problema è quello di evitare di trattenerli a lungo nell’isola”.
Io vedo un’isola tranquilla e vivibilissima, piena di turisti”, aggiunge il parroco don Carmelo La Magra. “La presa di posizione del sindaco mi lascia sorpreso. Francamente non vedo il minimo problema. I tunisini arrivati sull’isola sono molto giovani e certamente rumorosi ma — insiste — io vedo un’isola serena e vivibilissima. Anche nei giorni scorsi ho portato delegazioni in visita a Lampedusa e i migranti sono quasi invisibili. E io non sono per nulla a conoscenza di disturbi e di reati. Il punto è che non si dovrebbe alimentare la diffidenza“.
(da agenzie)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile IN CONCORSO CON L’EX CAPITANO DEL NOE SCAFARTO
L’ipotesi di reato di falso è stata contestata dalla Procura di Roma al pm napoletano il 7 luglio scorso nel corso dell’interrogatorio al quale fu sottoposto dopo aver ricevuto un invito a comparire per rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta Consip.
L’iscrizione anche per falso del pm napoletano, avvenuta precedentemente l’atto istruttorio, è legata alle circostanze che hanno portato la Procura di Roma ad ipotizzare la stessa accusa nei confronti dell’ex capitano del Noe, ora maggiore del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli, Gian Paolo Scafarto in in merito alla fondatezza di una presunta presenza di 007, da lui indicata in una informativa, nell’attività di indagine sugli appalti Consip.
Ai pm di piazzale Clodio Scafarto disse che a rappresentargli la necessità di compilare un capitolo specifico su tale circostanza fu Woodcock. Quest’ultimo confermò tale versione durante l’interrogatorio.
Scrive Il Corriere della Sera:
Secondo l’accusa, quando inserì questo dato nell’informativa trasmessa agli inquirenti Scafarto già sapeva che i Servizi non c’entravano, ma poi è stato lo stesso ufficiale a chiamare in causa il magistrato; quella scelta non fu sua, ma “indotta” dal pm, avrebbe detto in un interrogatorio, prima di trincerarsi nel silenzio tenuto negli ultimi mesi.
Sul caso Consip emergono ulteriori dettagli, pubblicati oggi dalla Repubblica, sulla deposizione al Csm di Lucia Musti, procuratore di Modena. Scrive il quotidiano:
“Quei due sono veramente dei matti. Abbiamo fatto bene a liberarcene subito”.
“Le loro intercettazioni? Fatte coi piedi”. Le informative? “Roba da marziani”.
Parola del procuratore di Modena Lucia Musti che il 17 luglio, davanti alla prima commissione del Csm, parla così del colonnello del Noe Sergio De Caprio e del capitano Gianpaolo Scafarto, lamentando le continue pressioni di Scafarto per incontrarla.
La lunga audizione del magistrato, già sbobinata dopo una settimana, è rimasta per tutto agosto nei cassetti del Csm, e solo il 14 settembre, con una posta certificata, è partita alla volta della procura di Roma, che ha messo Scafarto sotto inchiesta. Un’attesa, motivata dalle ferie, decisamente troppo lunga e che già solleva più di un interrogativo
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile IL COLONNELLO RICCARDI: “SPERIAMO DI RECUPERARE CON LORO E CON LE LORO FAMIGLIE”
“L’Arma dei Carabinieri chiede scusa a queste due ragazze e speriamo di recuperare con loro e con
le loro famiglie”: lo ha detto questa mattina ad Omnibus il capo ufficio stampa dell’Arma dei Carabinieri, colonnello Roberto Riccardi riguardo l’episodio che si è svolto a Firenze ai danni di due studentesse americane da parte di due carabinieri in servizio e in divisa.
Le giovani, di 19 e 21 anni, hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri. I militari, sentiti in procura, hanno ammesso un rapporto sensuale ma “consenziente”.
Stasera, contro la violenza sulle donne, a Firenze si terrà un corteo organizzato da “Non una di meno” che partirà proprio da piazzale Michelangelo, dove le due ragazze hanno incontrato i carabinieri dopo aver trascorso la notte in un locale.
Riguardo alle accuse di maschilismo che sono state fatte nei confronti dell’Arma, Riccardi ha spiegato che “per noi è una novità relativamente recente l’ingresso delle donne nei nostri ranghi”, avvenuto dal 2000, e “questo ci sta aiutando molto a vivere in modo completo il rapporto con l’altra metà del cielo: essere a contatto per lavoro, uscire di pattuglia insieme, avere responsabilità comuni, avere un comandante donna è istruttivo da questo punto di vista. Il maschilismo è sempre in agguato per chiunque ma spero che non sia un problema per l’Arma dei Carabinieri o delle Forze Armate in genere”.
A proposito del fatto che i due carabinieri non siano stati arrestati il colonnello ha spiegato che “queste sono decisioni dell’autorità giudiziaria, una misura cautelare ha bisogno del pericolo di fuga, inquinamento delle fonti di prova o pericolo di reiterazione del reato; queste sono valutazioni della procura della Repubblica che evidentemente fino a questo momento non ha ritenuti ci fossero questi presupposti”.
“La giustizia sta facendo il suo corso nei confronti dei due carabinieri di Firenze ma nel frattempo l’Arma ha adottato un provvedimento immediato, forte, la sospensione dalle funzioni comporta il dimezzamento dello stipendio e di non lavorare. Si è deciso subito anche se le indagini erano nelle primissime fasi e l’accertamento completo delle responsabilità va ancora fatto. Questo chiaramente non ci tranquillizza e quindi non è soltanto l’episodio che dobbiamo considerare ma la possibilità che si ripeta e in questi casi l’Arma, che ha una struttura forte e sana dotata di anticorpi, riesamina sempre le sue procedure, i sistemi di controllo”, ha concluso.
(da agenzie)
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Settembre 16th, 2017 Riccardo Fucile IN CASO DI RICOVERO NON FATE COME CON BOSSI, PORTATELO ALL’OSPEDALE PIU’ VICINO… E ORA E’ PURE COLPA DI BERLUSCONI
Matteo Salvini si sente derubato dai “fasciocomunisti” mentre “Berlusconi se ne frega”.
Il segretario della Lega Nord non ha ancora digerito (eufemismo) il sequestro dei conti correnti della Lega Nord per i 49 milioni di euro che il partito deve restituire allo Stato dopo che un tribunale ha certificato la “gestione allegra” (ovvero: a vantaggio personale del l’allora leader Umberto Bossi) dei contributi pubblici del Carroccio.
“È un esproprio proletario. Cose di questo tipo potevano accadere nel Ventennio. Mi sento derubato dai fasciocomunisti”, ha detto in un’intervista a Libero in cui ribadisce l’intenzione di dar vita a “proteste senza precedenti” contro il blocco dei conti del suo partito.
E qui è preoccupante lo stato di confusione mentale di certe sue dichiarazioni: “esproprio proletario” che c’entra con il Ventennio?
E’ semmai quello postulato dai centri sociali che frequentava lui da “comunista padano” a Milano, quando bighellonava senza mai dare un esame all’università , fino a raggiungere il record di oltre dieci anni fuoricorso.
Poi altra frase boomerang: “Non ci sono precedenti di altri provvedimenti simili. Sui conti della Lega oggi ci sono 30 mila euro. I conti sono stati prosciugati e hanno mandato tutto a Roma. Incredibile”
Ovvio che non ci siano precedenti simili, chi si è mai fregato 49 milioni di euro in Italia?
Sui conti della Lega ci sono solo 30.000 euro?
Per forza, non fare il furbetto, Matteo, non siamo tutti pirla.
Basta andare a vedere il bilancio 2016 della Lega, depositato per legge, e si legge: “chiuso con un rosso da un milione, 164 mila euro di depositi bancari e 436 euro di valori in cassa”.
Lo hai depositato tu, sveglia!!!
Tradotto: non c’era un euro neanche prima!!!
Tanto è vero che la magistratura non ha bloccato il conto nazionale, ma quello delle segreterie regionali.
Perchè non rinunci ai 300.000 euro che versi a chi ti cura l’immagine sui social? Quanto costa Salvini al partito in alberghi, viaggi, rimborsi, autista, manifesti ?
Poi Salvini vuole imitare Silvio: “Potrei anche rivolgermi a Strasburgo e avere ragione, ma se me la danno tra due anni — osserva — cosa me ne faccio?”.
Tranquillo, non esiste giudice in Europa che dià ragione a chi sottrae soldi ai contribuenti e poi faccia pure la vittima.
Silvio Buzzanca e Giuseppe Filippetto spiegano su Repubblica che il Tribunale di Genova si starebbe indirizzando verso i conti delle segreterie regionali (“nazionali” nella terminologia federale leghista) e provinciali per il timore che Salvini “abbia fatto in modo che non si trovi un euro nel conto del partito nazionale”.
Negli ultimi due anni il leader ha infatto creato le “Leghe Nazionali” nelle varie regioni, con loro bilanci autonomi, loro casse e loro conti correnti bancari. Tutto questo Salvini lo avrebbe fatto per distribuire sul territorio il patrimonio di via Bellerio, luogo dove si sarebbero consumati i reati di Bossi e Belsito.
Così nell’eventualità di condanne, che poi sono arrivate, e di eventuali confische, i magistrati non avrebbero trovato nulla.
Come mai la Lega, con i conti in rosso, non ha preteso da Belsito e Bossi la restituzione del denaro sottratto dalle casse del partito?
Come mai la Lega Nord non si è costituita parte civile al processo?
Su questo Salvini tace…
Salvini ha preferito fare tagli: ha chiuso il giornale la Padania (finanziato con i soldi pubblici), mettendo in cassa integrazione (pagata dallo Stato) quindici giornalisti e contestualmente aprendo un nuovo giornale on line, Il Populista.
Nel 2014 Salvini ha invece chiesto la cassa integrazione per 70 dipendenti della sede di Via Bellerio.
Ultima chicca: ieri Salvini aveva detto che “tutti mi hanno espresso solidarietà , salvo Renzi”. Oggi se la prende con il M5S e con Berlusconi : “è l’unico che non ha detto nulla”.
Che si connetta con il cervello, non può contraddirsi ogni giorno, suvvia.
Qua il caso diventa serio, il paziente va sedato.
E a chi gli sta vicino, un consiglio: in caso di necessità di ricovero, portatelo alla struttura sanitaria più vicina, non fate come con Bossi…
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