Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
COSA SI NASCONDE DIETRO LA MOSSA DELL’ADDIO CONCORDATA CON SALVINI… UN NUOVO GRUPPO CON NOME DIVERSO SU CUI FAR CONFLUIRE I SOLDI PUBBLICI
Non serve andare alle Cayman, niente diamanti in Tanzania.
Per arginare le pretese dei giudici basta cambiare ufficio, senza neppure spostare la poltrona. Nei giorni scorsi si è molto parlato delle dimissioni di Pietro Grasso che ha lasciato il Pd per il Gruppo Misto. Tormenti politici.
Meno pubblicità ha avuto un altro addio eccellente, quello di Roberto Calderoli che lascia la Lega Nord per approdare anche lui al Misto, dove costituirà una nuova componente.
Nessuna rottura con Salvini, meno che mai sulla scelta di togliere la parola “Nord” dal logo Lega. Nessuna dissociazione.
Alla base del trasloco c’è una questione ben più scivolosa: il tentativo della Lega Nord di prevenire la giustizia battendola sul tempo. Una specie di “prova a prendermi” tra i palazzi della politica.
Dopo quasi 30 anni Calderoli lascia la Lega Nord. E’ il consiglio federale a chiedergli di fare il passo. Venerdì scorso ha votato all’unanimità una mozione ad hoc che nulla — proprio nulla — ha a che vedere con questioni ideologiche o di conduzione del partito di cui è responsabile organizzativo.
Ha molto a che vedere, invece, con i sghej. In particolare quei 49 milioni di euro che la Procura di Genova da agosto insiste a chiedere al Carroccio in seguito alla condanna per truffa di Bossi, Belsito & co. Storia nota: la Lega Nord fa ricorso, vengono bloccati solo i soldi in cassa (circa 2,6 milioni) e non le future erogazioni, la procura però fa ricorso a sua volta contro la decisione del Tribunale ipotecando ancora le future disponibilità fino al recupero dei 49 milioni “distratti” per cui era stata chiesta la confisca dei conti del partito.
Come se ne esce?
Se tra due settimane ad avere la meglio sarà la Procura, è stato il ragionamento in via Bellerio, allora la Lega Nord rischia davvero di correre alle politiche senza fondi, compresi quelli freschi che affluiscono alle sue casse grazie alle donazioni in corso. E si sa come la pensino i leghisti: “Alla faccia della Costituzione, ci impediscono di fare politica. E’ impensabile che il terzo partito italiano si trovi senza più la minima disponibilità economica, manco per pagare gli stipendi”.
Se anche poi anche la Procura perdesse, è il prosieguo del ragionamento, andrebbe in Cassazione e la sentenza potrebbe cadere ancora più in là , cioè tra gennaio e febbraio, a ridosso del voto. Da qui l’idea di giocare d’anticipo, percorrendo una strada alternativa per “bypassare l’ostacolo”.
In pratica Calderoli, ma un collega deputato si starebbe preparando a seguirlo alla Camera, passa al gruppo per formare la nuova componente di “Lega”, senza indicazione geografica. Anticipando così la nascita del nuovo soggetto politico che è anche soggetto giuridico sui cui conti potrebbero affluire i soldi raccolti per finanziare la campagna di Salvini.
Che però è sempre la Lega, e questo fa temere un po’ l’operazione borderline e spiega la ritrosia di Calderoli a parlare (lo abbiamo cercato più volte, come anche Salvini). Che di questo si tratti ormai ci sono pochi dubbi.
“Chiaro — dice un interno di lunga data alla Camera — che hanno scelto lui per il primo passo. E dopo le note vicende non poteva che essere un protagonista storico della Lega sul quale tutti mettono la mano sul fuoco. Certo, avrebbe fatto meno rumore mandare nel Misto un eletto di seconda fila, ma con quali garanzie?”.
(da agenzie)
argomento: LegaNord | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
CHI SALIRA’ SU QUELLO DI CHI?
Un invito che rischia di non essere gradito.
A Matteo Salvini non basta andare a salutare Silvio Berlusconi domani nella sua manifestazione catanese (e non è detto che lo facciano salire sul palco).
Vuole di più per accreditarsi agli occhi dei siciliani come l’altro leader esattamente al pari di Berlusconi.
Quindi, mentre si trova in giro per il mercato ortofrutticolo di Vittoria, il segretario della Lega lancia la nuova proposta un po’ avvelenata: “In Sicilia prima c’eravamo solo noi, ora sono arrivati anche gli altri. Domani alle 19 c’è un appuntamento della Lega a Catania in piazza Bellini concordato da tempo col candidato Nello Musumeci: sarebbe bello ritrovarsi tutti in piazza sul nostro palco”.
Ed ecco la stilettata: “Il mio invito – dice – è aperto agli alleati. Non ho avuto modo di sentire in questi giorni Berlusconi e la Meloni, ma sapendo che sono a Catania li invito a fare una manifestazione comune per Musumeci in piazza”.
Riparte così il giallo dei palchi. Chi salirà su quello di chi?
Due giorni fa ognuno doveva parlare per conto suo, a un chilometro e duecento metri di distanza, praticamente in contemporanea.
Ieri, dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta su Berlusconi di nuovo indagato per le stragi di mafia, Salvini lo ha simbolicamente abbracciato dicendo che sarebbe andato a salutarlo alla Ciminiere di Catania dove domani parlerà il leader di Forza Italia.
Ma avendo intuito che l’ex Cav, con ogni probabilità , non lo farà salire sul palco per non farsi rubare la scena, ecco che il leghista rilancia, attraverso un nuovo espediente, il suo solito messaggio: il centrodestra è fatto da due leader e, dopo le elezioni, chi dei due avrà più voti sarà l’unico capo.
Resta da vedere se gli riesce.
(da “Huffingtonpost“)
argomento: Berlusconi | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
DOPO DI BATTISTA, ANCHE IL GARANTE DEL M5S LA SPARA GROSSA… “LA NIGERIA E’ UN ESEMPIO DI BENESSERE CHE LA SICILIA DOVREBBE IMITARE”… NON SA DI COSA PARLA
Beppe Grillo propone la Nigeria come esempio di benessere e sviluppo che la Sicilia dovrebbe imitare per crescere e prosperare.
Alessandro Di Battista aveva detto che la Nigeria è nelle mani dei terroristi di Boko Haram e che in quel Paese dell’Africa occidentale il virus Ebola dilaga.
Ma in entrambi i casi diffondono fake news.
La prima bufala è stato sbugiardata da due giornalisti del Foglio, Luciano Capone e Enrico Cicchetti.
La seconda nel febbraio del 2015 fu votata come peggior bufala del 2014 sul sito italiano di factchecking PagellaPolitica e finì sulle pagine di uno dei quotidiani più prestigiosi del mondo, il New York Times.
Decisamente non porta fortuna la Nigeria ai due leader del M5s, entrambi inciampati su questo stato africano sostenendo peraltro due tesi opposte.
Grillo ha detto.
Nel corso di un comizio a Catania il 28 ottobre, Grillo ha indicato come modello a cui la Sicilia dovrebbe ispirarsi la città di Lagos: “Capitale della Nigeria, 5 milioni di abitanti, nel centro dell’Africa, è considerata una delle Capitali dove si vive meglio al mondo. Se guardate le fotografie è pazzesca, sembra Las Vegas, verde, spiagge, palme”.
Il fact checking.
Si tratta di un’affermazione completamente errata, sostengono i giornalisti del Foglio. “Intanto – spiegano – perchè Lagos non è la capitale della Nigeria (la capitale è Abuja già dal 1991, ndr). E poi perchè non corrisponde a quanto riportano fonti oggettive consultabili da tutti”. Lagos non ha 5 milioni di abitanti: il numero non si conosce con esattezza, ma secondo l’Onu, nel 2016, gli abitanti erano 13 milioni e 661 mila. Le stime sono rese difficili dall’esistenza di gigantesche bidonville difficili da censire, come quella di Makoko proprio a Lagos, i cui abitanti potrebbero essere dai 30 mila ai 250 mila. La città , poi, non è in centro all’Africa ma sulla costa occidentale, sul Golfo di Guinea. A Las Vegas, peraltro, non ci sono le spiagge (sabbia parecchia, mare per niente).
La bufala più grossa.
Ma la cosa più sbagliata in questa dichiarazione di Grillo è proprio il concetto alla base del suo discorso: a Lagos non si vive affatto bene, anzi, secondo tutte le principali classifiche, è uno dei luoghi peggiori al mondo per qualità della vita.
Come fatto notare da Capone e Cicchetti sul Foglio il 30 ottobre, il Quality of living city rankings di Mercer, una classifica delle città in base alla qualità di vita, piazza Lagos al 212esimo posto su 231 città considerate in tutto il mondo: cioè tra le ultime 20.
Secondo un’altra classifica sulla vivibilità delle città nel mondo, citata anch’essa dal Foglio e stilata dall’Economist Intelligence Unit, Lagos si trova al 139esimo posto su 140 città considerate. Dietro c’è solo Damasco, la capitale della Siria, un Paese sconvolto dalla guerra civile.
Tripoli, capitale della Libia (altro Paese devastato dalla guerra civile), è messa meglio e sta al 138esimo posto. Sono segnalati dalle autorità locali tassi preoccupanti di mortalità infantile, mortalità sotto i cinque anni e mortalità delle partorienti.
Di Battista, in occasione della festa del Movimento “Italia5Stelle”, dal palco aveva detto le seguenti parole: “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola”.
Un’affermazione completamente falsa, visto che i villaggi controllati dal gruppo terrorristico sono solo qualche decina e i casi di infezione erano davvero limitati, tanto che qualche giorno dopo l’Oms dichiarò la Nigeria un Paese “Ebola free”.
La potenza della balla di Di Battista ha però superato i confini nazionali, meritandosi una citazione in una classifica fatta dal New York Times sulle bufale che si diffondono in giro per il mondo . Lapidario il commento del giornale: “Un’affermazione ridicola”.
(da “La Repubblica“)
argomento: Grillo | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
“MEGLIO CHE NON POSSO VOTARE, MI RIBOLLE IL SANGUE A VEDERE SALVINI FARLA DA PADRONE NELLA MIA AGRIGENTO”
Totò Cuffaro, per la magistratura l’emblema degli “impresentabili” della politica siciliana (interdetto ma con pena ormai scontata), è ancora circondato da amici e stretto da abbracci e baci, fuori da una chiesa della periferia di Palermo raggiunta per un funerale. “Guardi questo cellulare. Posso far vedere i mille sms dei miei amici che mi scrivono: ma questo Musumeci come ragiona? Che fa, solo oggi si sveglia e dice che non conosceva gli impresentabili? Ma se è da mesi che si discute di nomi e liste con Miccichè? Ora non li conosce? Incredibile”.
Raccontano che, come alle amministrative di Palermo a giugno, muova ancora consensi e pedine, che sostenga la corsa di un aspirante deputato regionale centrista (tale Filippo Tripoli).
Lui si schermisce, camicia e giubbettino lontane anni luce dalla grisaglia e dalle cravatte da governatore, saluta gli aficionados e intanto risponde.
Che farà in occasione di queste regionali? Sosterrà Musumeci?
“Io sono fuori dai giochi. E meno male che non potrò votare perchè interdetto. Questo Musumeci non sarebbe stato il mio candidato, troppo a destra, brava persona per carità , ma si porta dietro il marchio indelebile del suo passato”.
Non farà nemmeno votare per lui, insomma?
“Guardi, mia moglie vota Roberto Lagalla, il suo primario (assessore in pectore di Musumeci, ex rettore palermitano, capolista dei Popolari e autonomisti di Saverio Romano, ndr) e mia figlia comunque vota per il centrodestra. Ma io non lo avrei fatto, forse”.
Ma è pur sempre il centrodestra con cui lei ha governato?
“Poco centro, troppa destra. Anche il mio amico Berlusconi con quel Salvini che spadroneggia…Vederlo in questi giorni nella mia Agrigento fa ribollire il sangue”.
Ha letto della storia di Berlusconi e le stragi?
“Puntuale, come sempre…. Ma siete ancora convinti che queste storie lo penalizzino? Non credo proprio. Qui come in Italia funziona al contrario. La gente lo capisce e non gli volta le spalle”.
Come finirà domenica?
“Io alla sofististicatezza del voto disgiunto non credo e alla fine credo che il grillino Cancelleri non la spunterà . Anche perchè a sinistra Fabrizio Micari è trainato comunque dalle liste, da quella di Salvatore Cardinale in particolare, e una buona affermazione la avrà . Vincerà Musumeci, prevedo. E non è quello che mi sarei augurato per la mia Sicilia”.
(da “La Stampa”)
argomento: elezioni | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
“APPRENDEVAMO LE NOTIZIE DAI GIORNALI”… COMPLIMENTI MINNITI, BEL COORDINAMENTO
Nei giorni immediatamente successivi all’omicidio del barista di Budrio, Davide Fabbri, non ci fu comunicazione tra i carabinieri e la polizia.
I militari del comando provinciale di Ferrara durante le riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza non condivisero le informazioni con le altre forze dell’ordine.
Il caso affiora da un atto depositato al gip di Ferrara contro l’archiviazione dell’esposto dei figli Di Valerio Verri (la seconda vittima del killer di Budrio), secondo i quali loro padre non doveva essere mandato allo sbaraglio nelle valli dove si nascondeva l’assassino. Un’opposizione che porta la firma dell’avvocato Fabio Anselmo e che, sette mesi dopo i fatti, spiegherebbe come più di una cosa non funzionò nei giorni immediatamente successivi alla rapina finita con l’omicidio del barista.
Tra i due delitti vi fu scarsa comunicazione tra le forze di polizia. Al punto che la stessa Questura, persino in una comunicazione dell’8 giugno (due mesi dopo i fatti) afferma di aver appreso le notizie del tempo dalla stampa e non dagli organi preposti, ossia durante le riunioni di comitato tecnico.
Nell’opposizione all’archiviazione dei figli di Verri si dice che “I carabinieri di Ferrara non potevano non sapere che Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, fosse indiziato pesantemente dell’omicidio di Davide Fabbri. E sapevano fin da subito che si nascondeva nelle campagne tra Argenta, Porto Maggiore e Molinella, dove poi uccise la sua seconda vittima Valerio Verri”.
Sapevano e “omisero” di avvertire il Comitato provinciale per la sicurezza e la Questura, che informati avrebbe potuto collaborare alle indagini e sospendere l’attività dei volontari dell’antibracconaggio salvando così la vita all’ambientalista.
Igor è oggi indagato per diversi episodi.
Il primo risale al 30 marzo scorso, quando rapinò ad Argenta, in provincia di Ferrara, una guardia giurata a cui sottrasse la pistola.
Il giorno dopo, durante una riunione di coordinamento, il comandante provinciale dell’Arma, Andrea Desideri, disse che erano “in corso le attività di indagine dirette alla ricerca del soggetto, in collaborazione con Molinella, in quanto si riteneva che si muovesse nel territorio di confine tra le provincie di Bologna e Ferrara”.
In quell’occasione nessuno parlò di Igor, ma sui giornali locali, già si ipotizzava il suo coinvolgimento. Il primo aprile successivo ci fu la rapina al bar e l’omicidio di Davide Fabbri. Secondo la ricostruzione del legale fin da subito si sarebbe capito che il killer altro non era che Igor. Tanto che la magistratura chiese le intercettazioni per un telefono che si pensava fosse usato dal “russo”.
Si sospettava di lui e si sapeva anche dove poteva nascondersi. E ancora, per il legale non risulterebbero vere le dichiarazioni fatte da Desideri secondo cui solo dopo l’omicidio di Verri, l’8 aprile, e grazie alla testimonianza di Marco Ravaglia (la guardia provinciale che era con Verri e che resto ferita gravemente) si seppe di Igor.
A testimoniarlo ci sarebbero le attività che i carabinieri svolsero poche ore dopo il delitto di Budrio. Ad Argenta infatti, il 3 aprile venne trovato un bivacco da cui sarebbe stato facile risalire al Dna dell’assassino da confrontare con le tracce lasciate a due giorni prima a Budrio. Invece i resti vennero inviati ai Ris 15 giorni dopo.
Tra l’altro i tabulati sul telefono di Igor (che ora si trovano nel fascicolo di Bologna), lo avevano dato sempre nel ferrarese. Dunque, assunto che tutti erano convinti che si trattasse di lui (i giornali ne scrivevano da giorni) non si capisce perchè neppure al comitato del 7 aprile, il giorno prima dell’omicidio di Verri, fu segnalata la sua presenza in zona.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
IL PRIMO CITTADINO DENUNCIO’ IMMEDIATAMENTE LA VICENDA FACENDO PARTIRE LE INDAGINI
Un imprenditore di 51 anni, Gerardo Biancofiore, presidente dell’Ance (l’Associazione nazionale costruttori edili) di Foggia è stato arrestato con l’accusa di istigazione alla corruzione in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
Le indagini sono state avviate il 7 dicembre 2016, subito dopo la denuncia presentata dal sindaco di Cerignola, Franco Metta, per il reato di tentata corruzione.
Il primo cittadino avrebbe ricevuto una scatola di biscotti contenente la somma di 20mila euro. A coordinare l’inchiesta è stato il sostituto procuratore foggiano Andrea Di Giovanni.
Quel giorno Biancofiore, secondo la denuncia di Metta, si sarebbe presentato nell’ufficio comunale del primo cittadino presentando una scatola di biscotti contenente la somma di 20mila euro.
Il tutto finalizzato a ottenere favori, da parte del sindaco, per l’approvazione della proposta del progetto per la realizzazione del sesto lotto della discarica dei rifiuti solidi urbani, che si deve realizzare presso l’impianto Sia di Cerignola.
La responsabilità di Biancofiore sarebbe emersa nel corso degli interrogatori di altre persone coinvolte nella vicenda. che avrebbero reso dichiarazioni discordanti, ma anche dallo scambio degli sms che gli stessi si sarebbero scambiati prima e dopo il fatto.
Il tentativo di corruzione sarebbe stato compiuto per far approvare il finanziamento del progetto di realizzazione del sesto lotto della discarica di rifiuti solidi urbani nell’impianto Sia di Cerignola.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
LA SMENTITA DI CALOGERO A CUI VIENE ATTRIBUITA… IN REALTA’ ERA NINO MANNINO, MA L’INTERVISTA VIENE FATTA PASSARE COME SE FOSSE STATO CALOGERO
“Il Fatto quotidiano nell’edizione odierna pubblica un’intervista a firma Luca De Carolis che mi viene attribuita. Smentisco di avere mai parlato con il giornalista e di avere mai rilasciato l’intervista pubblicata”.
Lo afferma in una nota l’ex ministro Dc Calogero Mannino. “Non cado alla tentazione della costruzione per intrigo. Suppongo — aggiunge — che sia un equivoco e che De Carolis e la direzione del Fatto potranno immediatamente chiarire. L’equivoco è alquanto surreale”.
L’equivoco” al quale fa riferimento Mannino riguarda uno scambio di persona: Luca De Carolis avrebbe infatti intervistato non l’ex ministro Dc ma il suo omonimo Antonino Mannino detto Nino, per anni esponente di spicco ed ex parlamentare del Pci e residente a Carini, nel palermitano.
È stato lo stesso Nino Mannino, scrive l’ANSA, a confermare di avere parlato ieri per telefono con un giornalista del Fatto quotidiano che gli aveva chiesto un commento sulle prossime elezioni regionali in Sicilia.
Nell’intervista Mannino (Nino, non Calogero) parlava di una campagna elettorale “inutile”: “Ma lei lo ha visto il confronto tra candidati di domenica scorsa da Lucia Annunziata (a Mezz’ora in più, ndr)? L’unico che assomigliava a uno statista era Claudio Fava, quello giovane, anche se ormai neanche più tanto. Per il resto, c’era da piangere”.
Musumeci ha detto di aver appreso degli impresentabili solo dai giornali. “Musumeci — era la replica di Mannino — è un vecchio arnese della politica, un fascista, e io coi fascisti ci facevo sempre a botte. Lui quegli impresentabili li conosce bene, anche se fa finta di non saperlo”.
Nino Mannino ne aveva anche per il candidato Cinque Stelle Cancelleri: “Io non lo voterei neppure come presidente del mio condominio. E poi Grillo è venuto in Sicilia e ha detto che la mafia di una volta non si sognava di ammazzare donne e bambini. Ma come si fa a dire cazzate del genere? Basta conoscere le cronache”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Costume | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
AVREBBE DOVUTO RISPONDERE IN DIRETTA ALLE DOMANDE DEI SUOI FANS COME FANNO TUTTI QUANDO ANNUNCIANO IL FILO DIRETTO
Quando Virginia Raggi l’altroieri aveva annunciato che sarebbe comparsa in diretta su Facebook per rispondere alle domande dei romani in molti ci avevano creduto. Anche perchè, a parte la puntualità nella segnalazione dell’orario (17,30) ci si aspettava che la sindaca avrebbe risposto in diretta alle questioni poste dai frequentatori della sua pagina, così come di solito fanno gli altri che annunciano il faccia a faccia o il filo diretto.
Bisogna invece stare attenti a leggere bene le righe piccole quando scrive Virginia. La quale ieri è arrivata alle 18, con un ritardo che ha superato di molto il quarto d’ora accademico, ma soprattutto non ha dato nessuna importanza a quello che gli chiedevano nei commenti della diretta ma ha seguito un copione ben preciso, annunciandolo al suo arrivo: «Ho iniziato già ieri a leggere un po’ di domande che mi avete fatto e assieme ai miei collaboratori abbiamo deciso di raggrupparle per temi».
E così è andata: tutte le domande e le risposte erano state preparate prima, così la sindaca non ha avuto alcun problema a leggere il copione delle domande e delle risposte e a cavarsela nel primo confronto in diretta dichiarato sulla sua pagina facebook.
Solo in un’occasione la sindaca ha alzato gli occhi dai fogli: per leggere e rispondere a una questione sui mercatini di Natale e per ringraziare per i tanti “cuoricini” che accompagnavano la diretta in differita.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Grillo | Commenta »
Novembre 1st, 2017 Riccardo Fucile
GLI ATTIVISTI: “SIAMO STANCHI SIA DELLE STRONZATE CHE FATE SIA DELLE GIUSTIFICAZIONI”
Angelo Parisi diventa la pietra dello scandalo nel MoVimento 5 Stelle.
Mentre tra i vertici M5S tutti difendono l’assessore all’energia designato da Giancarlo Cancelleri, che ieri si è scusato in codice con l’avvocato Lorenzo Borrè come avevano fatto Di Battista e Di Maio, per le frasi su Ettore Rosato, la base lo mette decisamente sotto processo nei commenti allo status di scuse furbe postato ieri mattina dopo lo scoppio della polemica.
C’è da notare che la sorte di Parisi è molto diversa da quella di Giacomo Li Destri, il candidato della lista M5S con il cugino indagato per mafia che invece raccoglie la solidarietà dei grillini.
Per una Carla Ruocco che non smentisce la sua fama di benaltrista definendo “sciocchezza” quello che ha fatto Parisi, infatti, ci sono centinaia di commenti di attivisti M5S che chiedono a Parisi un passo indietro per non rovinare la corsa di Cancelleri.
C’è anche chi lo difende: “Si evidenzia senz’altro qualche pecca nella comunicazione che, sono sicura, imparerà presto a colmare…per chi conosce Angelo, sa che è un bravo ragazzo”, scrive Rosalba, che però viene subito rintuzzata da Luca: “Bravo ragazzo uno che scrive certe cose? Quanto meno uno inaffidabile, con un lato inquietante”.
E ancora: “Ma sì, “ti bruceremo vivo” son parole che possono scappare quotidianamente a chiunque. Per me la Sicilia ti merita”.
“Sei uno stronzo anzi uno stronzo hater”, lo apostrofa Fiorello mentre c’è chi si preoccupa per i risultati: “della serie “come far perdere voti al partito”…”,
“Lei e’ stato un imbecille e chiedere scusa e’ il minimo che poteva fare”.
C’è anche chi argomenta, come Barbara: “Gentile signor Parisi, lei ha sbagliato ma ha sbagliato tanto troppo. Troppo facile accendere gli animi e poi scusarsi. Chi vuole avere responsabilità come quelle cui lei ambisce deve e sottolineo deve avere delle capacità che evidentemente non fanno parte della sua persona. Come cittadina di questo paese dico basta ad una classe politica (trasversale) di inetti onde per cui dico basta anche a lei”.
Nelle scorse settimane comunque il vento era tornato a soffiare nelle vele del Movimento: «Ed è questo il vero motivo degli attacchi arrivati nelle ultime 48 ore – dice l’eurodeputato Ignazio Corrao – al di là di qualche nostra imprudenza, si vede che il ”sistema” ha paura e quindi prova a reagire in tutti i modi. Da qui a domenica chissà cosa si tireranno fuori per fermare quella che è un’avanzata evidente del Movimento. Siamo in forte crescita, mi pare evidente. E un tweet diventa più importante dell’indagine su Berlusconi e Dell’Utri come mandanti delle stragi di mafia».
Ma mai come oggi le giustificazioni dei vertici sembrano lontane dalla furia di una base che sembra essersi davvero stufata di queste “ingenuità ” politiche che lasciano il M5S sotto schiaffo in periodo elettorale. : «Angelo Parisi – scrive Andrea sul social network – fai la cosa giusta, togli dall’imbarazzo Cancelleri e molti di noi, e fai un passo indietro. La prossima volta usa l’ironia, che è decisamente più efficace dei commenti truculenti».
«Hai messo tutto il movimento in bocca alla stampa che adesso monterà una piramide di m… – aggiunge Casimiro, che da giorni pubblica post a sostegno della campagna Cinquestelle – mi unisco al coro di quanti chiedono a Cancelleri di eliminare il tuo nome dai probabili futuri assessori del M5S».
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Grillo | Commenta »