Gennaio 2nd, 2018 Riccardo Fucile
L’AVV. BORRE’: “STANNO COSTRUENDO UNA NUOVA CASA SOPRA LA VECCHIA, SENZA DEMOLIRE LA VECCHIA. GLI ABITANTI DELLA VECCHIA CASA FARANNO VALERE I LORO DIRITTI CHE POSSONO COSTARE MOLTI SOLDI”
Nuvole fosche di color toga di magistrato si addensano sul destino del MoVimento 5
Stelle.
Pare, sembra, forse, si mormora che anche le nuove regole votate da nessuno per salvare i grillini dalle cause risarcitorie degli iscritti defraudati dai loro diritti possano far finire in tribunale l’associazione neonata.
Con problemi ancora più grossi rispetto a quelli sollevati nelle tante cause aperte su tutto il territorio nazionale.
L’avvocato Lorenzo Borrè, che le ha seguite tutte, rilascia oggi un’intervista alla Stampa nella quale delinea i profili di debolezza dal punto di vista giuridico, a partire dal fatto che 150mila iscritti di una vecchia associazione non potevano essere traslati nella nuova senza consenso esplicito:
«Naturalmente. Si userebbe una violenza su di loro. I vecchi iscritti non possono essere cooptati automaticamente. In virtù di questo, nella casa 5 stelle vecchia rimarrebbero 150 mila iscritti. A questo punto il vecchio “capo politico”, Grillo, che fa, abdica? Perchè la vecchia associazione rimane in vita».
In tutto questo, giuridicamente, i dati di chi sono, dell’Associazione nuova? Della Casaleggio?
«I dati sono dell’Associazione vecchia; non della Casaleggio». Numeri di telefono, codici fiscali, documenti, orientamenti sensibili nelle precedenti votazioni…
È un grosso problema di legittimità giuridica.
«Su questo 6 iscritti hanno fatto un esposto al Garante della Privacy, per verificare in base a quale norma di diritto l’Associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, abbia la disponibilità dei dati degli iscritti all’Associazione cinque stelle, senza che i 6 abbiano fornito il consenso. La questione è talmente grave, giuridicamente, che la procedura al Garante è attualmente pendente».
Interessante poi notare che anche secondo l’avvocato Borrè non si può prima far votare un’assemblea dicendo che ha pieni poteri e poi votare delle regole senza il consenso dell’assemblea che si è lasciato votare fino al giorno prima. Chi l’avrebbe mai detto, eh?
I dati sono di un’altra associazione, la seconda Associazione Movimento 5 Stelle, non dell’Associazione Rousseau?
«Esatto. E il titolare è Beppe Grillo, non Casaleggio. Loro questa traslazione di dati non possono farla, senza il consenso esplicito dell’interessato».
Ora che succede?
«L’eliminazione del voto dell’assemblea, elemento fondamentale della prima associazione, non appare legittima. C’è il codice civile a impedirlo, e una sentenza dell’81: l’assemblea non può essere eliminata d’emblèe, nè essere confinata al voto online. Per usare una metafora, stanno costruendo una nuova casa sopra la vecchia, senza demolire la vecchia. Gli abitanti della vecchia casa possono far valere i loro diritti. Che economicamente, sommati, possono costare molti soldi
Insomma, il M5S torna a infilarsi in un quadro giuridico tragico che potrebbe portare — come in effetti è già successo — a conseguenze interessanti, se non altro perchè i nodi cominceranno a venire al pettine proprio durante la campagna elettorale.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 2nd, 2018 Riccardo Fucile
IL BLOG DI GRILLO TORNERA’ AD ESSERE PERSONALE, ONDE EVITARE RESPONSABILITA’ GIUDIZIARIE (E QUATTRINI DA SBORSARE)
Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera racconta che il nuovo anno ci porterà anche la divisione di una coppia storica: Beppe Grillo e la Casaleggio Associati.
Secondo le indiscrezioni che filtrano da ambienti pentastellati, le strade di Beppe Grillo e della Casaleggio Associati si divideranno dopo 13 anni di sodalizio.
Il blog passerà di mano.
«Il nuovo progetto di Grillo è più personale, non ha bisogno di una presenza continua, di uno staff numeroso e di una cura continua come avvenuto negli ultimi anni», spiegano nel Movimento.
Un passo che nei fatti sancisce la nuova fase dei Cinque Stelle («Stiamo diventando adulti», ha detto Grillo, che rimarrà comunque garante pentastellato).
E in effetti, il blog, l’attività politica e la gestione della Casaleggio Associati finora hanno sempre intrecciato il loro percorso: il primo post sul blog risale al gennaio 2005, anno in cui sono nati i primi meetup.
Beppe Grillo e la Casaleggio Associati quindi sembrano destinati a dividere il proprio destino, che sembrava intrecciato in maniera indissolubile finchè non sono arrivate le richieste di risarcimento danni in tribunale.
Oggi le cose cambiano, forse per sempre.
(da agenzie)
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Gennaio 2nd, 2018 Riccardo Fucile
PER DUE GIORNI IL M5S AVEVA BOLLATO COME FAKE NEWS LA QUESTIONE, ORA L’EDITORIALE SUL FATTO SGOMBERA IL CAMPO
Dal giorno in cui il MoVimento 5 Stelle ha promulgato le nuove regole votate da nessuno,
come impone il concetto di democrazia diretta da Beppe Grillo, la pagina facebook ufficiale dei grillini è partita all’attacco dei giornali che hanno ricordato come funzionano le nuove regole, in particolare per gli indagati: non c’è più alcuna sanzione automatica nè alcun blocco automatico per gli indagati.
In particolare lo staff del MoVimento 5 Stelle se l’è presa con Repubblica e Messaggero, che ha accusato di diffondere fake news.
L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto di oggi a commento delle nuove regole grilline oggi sgombera il campo dalle interpretazioni furbe
Dovranno rinunciare alla candidatura gli indagati o imputati per fatti che gli “organi dell’Associazione” (il garante Grillo, il capo politico Di Maio, il comitato di garanzia Crimi-Cancelleri-Lombardi e i probiviri Catalfo, Carinelli e Fraccaro) riterranno “idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del M5S”. Finalmente si mette in chiaro che non basta un avviso di garanzia (magari per la denuncia infondata di un avversario, o per un fatto ancora tutto da verificare) per eliminare qualcuno dalla vita politica. Ma al contempo non si può giudicare l’onorabilità di un candidato o di un eletto dalla fase dell’iter della sua inchiesta o processo.
Tutto dipende dai fatti, accertati o contestati, che gli organi del movimento devono valutare caso per caso, assumendosi le responsabilità delle proprie scelte.
Per certi fatti, gravie/o infamanti e accertati, non bisogna neppure attendere l’avviso di garanzia per dare un taglio netto; per altri fatti, lievi e/ocontroversi, bisogna attendere la sentenza, di primo grado o addirittura quella definitiva.
Purchè la bussola sia l’art. 54 della Costituzione, che impone a chi esercita pubbliche funzioni due doveri in più rispetto ai cittadini comuni: “disciplina e onore”.
(da “NextQuotidiano”)
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