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GRILLO RECUPERA L’IDENTITA’: IL “GUARDATE CIO’ CHE ERAVAMO E NON SIAMO PIU'” E’ IL CONTRARIO DEL “RINNOVAMENTO NELLA CONTINUITA'” DI DI MAIO

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

IL NUOVO BLOG SEGNA IL DISTACCO DI GRILLO SIA DA CASALEGGIO CHE DALLA LINEA DI DI MAIO, BASTA SAPER LEGGERE E SI CAPISCE CHE QUESTA NON E’ LA LINEA CHE AVREBBE VOLUTO

Se la forma è sostanza, la grammatica politica della nuova avventura editoriale di Beppe Grillo ha la consistenza delle decisioni destinate ad essere lo spartiacque tra un prima e un dopo.
A parte un minuscolo link disperso sopra la testata, il Movimento 5 stelle è totalmente assente dalle pagine del nuovo portale.
“Sii quel che sembri di essere”. Il consiglio che il Bruco offre ad Alice nel capolavoro di Lewis Carroll è un buon punto di partenza per il racconto di quello che succede oggi intorno all’ex comico.
Perchè l’uscita del nuovo blog segna un passo di cesura importante rispetto ai suoi ultimi tre lustri di vita pubblica. Che prova a rinnovare radicalmente la propria immagine e il racconto di sè.
Non una sezione dedicata, non un banner, non un articolo. Nulla nel nuovo blog parla del M5s. O, meglio, di quel che il Movimento è diventato con l’ascesa di Di Maio.
L’incipit con cui inizia il videopost di presentazione suona quasi come un epitaffio: “Inizia adesso un’avventura straordinaria di liberazione”.
Un nuovo inizio per Grillo, che assomiglia molto a un ritorno alle origini. Una blanda risposta a Berlusconi su pauperismo e dintorni e stop. Non c’è la politica dei partiti e del palazzo. Completamente assenti le elezioni.
Un messaggio dal peso specifico non trascurabile. Che piove come un meteorite nel furgoncino con cui Luigi Di Maio sta affrontando il suo “rally” elettorale.
Il “guardate ciò che eravamo e non siamo più” opposto con la forza delle ellissi e dei non detti al “rinnovamento nella continuità ” proposto dall’ex delfino che si è fatto capo.
È “liberazione” la parola chiave. Dal Movimento come impegno quotidiano, certo. Ma anche da quel che la sua creatura è diventata negli ultimi anni.
Una cesura netta che sembra fare eco al sibillino ringraziamento tributatogli da Luigi Di Maio durante la kermesse pescarese dell’ultimo weekend.
Parole al miele, ma tutte declinate al passato. Una girandola di “era” ed “è stato” che ha fatto parlare i critici di rottura e i simpatizzanti di nuova fase per il Movimento 5 stelle. Radicalmente diversa.
Un bivio di due strade finora comuni che piace a tanti nell’entourage politico che ruota attorno al candidato premier e agli uomini della comunicazione.
Perchè, spiegano, chi vota M5s per il suo fondatore lo farà  comunque. Andando a premiare quell’elettorato incuriosito dalla possibilità  di cambiamento promessa da chi non ha mai governato, ma spaventato dall’esuberanza aggressiva da sempre cifra caratteriale e politica del suo fondatore.
Ora che “l’ingombro politico” si è fatto da parte, l’ambizione è quella di fare da soli. Meglio di prima.
Una sfida che sembra essere stata raccolta, considerando che aprendo il nuovo beppegrillo.it (sganciato totalmente da Casaleggio e dall’Associazione Rousseau) ci si ritrova a leggere il Grillo delle origini.
Quello che provava a inserire nell’agenda del dibattito pubblico le energie rinnovabili, l’inquinamento, le stampanti 3d.
Oggi il tiro è cambiato. In evidenza gli interventi di Geoff Mulgan, guru della social innovation, e di Robert Muggah, esperto in sicurezza e sviluppo.
Intelligenza collettiva e metropoli sull’orlo del collasso campeggiano in apertura, seguite da robotica, rivoluzione digitale, mobilità , smart city, apprendimento nei sistemi digitali.
Il mondo è andato avanti, Grillo aggiorna i temi tornando indietro.
Se Carroll aveva visto giusto, il nuovo Grillo e l’antico Grillo si toccano e si fondono. In un’operazione che sorprendentemente spazza via con un colpo di spugna gli ultimi anni della sua vita.
Ma che invece potrebbe nascondere di più.
“Progetta il tuo futuro, ma con la matita e la gomma accanto”, titola Grillo il suo primo post.
Per cancellare quel che si è stati.
E tornare a chi si fu.

(da “Huffingtonpost”)

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IL PD PIAZZA A POMIGLIANO UNA GIOVANE SCIENZIATA CHE PROFUMA DI NOBEL CONTRO IL FUORICORSO DI MAIO

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

ANNALISA ALLOCCA, 33 ANNI, E’ NEL TEAM LIGO-VIRGO CHE HA ESPRESSO IL NOBEL PER LA RICERCA SULLE ONDE GRAVITAZIONALI

Per il Partito Democratico sarà  Annalisa Allocca la probabile sfidante di Luigi Di Maio nel collegio di Pomigliano dove il candidato premier del MoVimento 5 Stelle vuole schierarsi.
Lo scrive l’agenzia di stampa ANSA raccontando delle candidature che si stanno chiudendo nei collegi uninominali in queste ore.
La Allocca, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha 33 anni ed è salita agli onori delle cronache lo scorso ottobre per il Nobel per la fisica assegnato a Rainer Weiss, Barry Barish e Kip Thorne per l’osservazione delle onde gravitazionali.
Nel loro team, raccontava qualche tempo fa Il Mattino, c’era un fisico originario di Bacoli, Antonio Perreca di 43 anni, ricercatore al California Institute of Technology — Caltech a Pasadena e dallo scorso marzo alla Università  degli Studi di Trento.
Anche Annalisa Allocca, spiegava il quotidiano napoletano, era tra i componenti della collaborazione Ligo — Virgo: la più giovane del gruppo.
“Contro il re dei congiuntivi — ironizza con l’agenzia una fonte Dem — schieriamo una scienziata che profuma di Nobel”.

(da “NextQuotidiano”)

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L’EX TRONISTA DI UOMINI E DONNE SI CANDIDA CON FORZA ITALIA

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

YLENIA CITINO CI RIPROVA DOPO LE EUROPEE… RAZZI ESCLUSO, NON E’ STATO CONVOCATO PER FIRMARE L’ACCETTAZIONE DELLA CANDIDATURA

Tra i parlamentari uscenti che oggi si sono recati a piazza San Lorenzo in Lucina a firmare l’accettazione delle candidature si è presentata anche una new entry.
Si tratta di Ylenia Citino, militante azzurra finita sotto i riflettori non solo per la sua partecipazione ad alcune puntate del programma Uomini e donne in onda su Canale 5 ma anche per aver scritto un libro “Partiti a tutti i costi” la cui prefazione venne scritta da Silvio Berlusconi. Citino venne candidata alle ultime elezioni europee nella circoscrizione Isole.
Siciliana di Catania, Ylenia Citino è stata candidata alle elezioni europee con Forza Italia e in un’intervista al Corriere della Sera aveva ricordato di essere laureata, di conoscere tre lingue e di essere in difficoltà  con il suo passato: «Il problema non è stato tanto l’aver partecipato a “Uomini e donne”. Il dramma è stato dopo. Pensi che a causa di quell’esperienza poi, ho faticato a trovare lavoro. Andavo a fare un colloquio di lavoro e finiva che la persona con cui parlavo digitava il mio nome su Google. Gli unici risultati che uscivano erano quelli sulla mia partecipazione al programma della De Filippi. Per cui io, che pure ero laureata, ricercatrice…».
“Prima di accettare la candidatura, vivevo a Parigi, ho fatto la scuola di pubblica amministrazione francese, quella da cui sono usciti tutti i presidenti dell’Eliseo”, ha raccontato in un’altra intervista dell’epoca.
Il suo libro, che parla di finanziamento ai partiti, promette di fornire “una solida base alla riflessione sui modi e gli strumenti attraverso i quali i partiti potranno garantire la democrazia al loro interno e la trasparenza nella gestione delle risorse, riguadagnare la fiducia dei cittadini e recuperare il legame con il «Paese reale»”.
Intanto il senatore Antonio Razzi non è stato convocato oggi alla sede del partito, a piazza di San Lorenzo in Lucina, per firmare l’accettazione della candidatura: un appuntamento previsto da giorni per tutti i parlamentari ricandidati.
Forza Italia quindi potrebbe aver deciso di non ricandidarlo.

(da “NextQuotidiano”)

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LIBERI FORSE, UGUALI NO: SULLE LISTE IL PROGETTO POLITICO RISCHIA DI IMPLODERE

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

GIRANDOLA DI PARACADUTE PER I BIG, SALVO D’ALEMA E BERSANI… GRASSO IMPONE DEI FEDELISSIMI

Liberi, forse. Ma Uguali no. Perchè qualcuno, come nel romanzo di Orwell, è più uguale degli altri, in queste liste che certificano, complessivamente, un progetto sul punto di implodere.
Pietro Grasso, leader calato dall’alto, planerà  su due proporzionali sicuri, in Sicilia e nel Lazio. E al momento non risulta candidato, unico leader nel panorama nazionale, in nessun collegio uninominale.
Racconta più di un presente al tavolo delle liste che c’è “un clima pesante, carico di tensione”, frutto anche di una rivolta dei territori.
Piovono lettere e documenti di dissenso dalle regioni, dove sono paracadutati diversi big da garantire.
In Sardegna, in queste ore, c’è il rischio che la lista non sia presentata: il casus belli è stata l’esclusione di due uscenti, Yuri Marcialis e Michele Piras, e l’imposizione dall’alto di Claudio Grassi, il responsabile organizzazione di Sinistra Italiana, nato a Reggio Emilia. Non è un caso isolato.
Dall’Abruzzo è partito un documento per esprimere “indignazione e rabbia” di fronte a “due capolista imposti con inaccettabili forzature da parte del gruppo dirigente”.
Il primo è Celeste Costantino, nata a Reggio Calabria e residente a Roma. L’altro è Danilo Leva, molisano.
Mentre non compare nelle liste il deputato uscente, alla prima legislatura, Gianni Melilla. Stesso andazzo in Sicilia e Calabria, dove Nico Stumpo si è candidato, per sicurezza, capolista in entrambi i proporzionali.
Qualcuno, al termine dell’ennesimo tavolo, ha urlato: “Io me ne vado alla lista di potere al popolo”.
Sardegna, Abruzzo, Calabria. E Campania: “Sta per partire un documento — dice più di un parlamentare – indirizzato a Roma anche sul tema dell’esclusione di Antonio Bassolino”. Accolto trionfalmente alla festa nazionale di Mdp a Napoli, l’ex sindaco al momento è bloccato da un veto di Sinistra Italiana.
E non troppo difeso neanche da Grasso, il quale ha impostato la sua discesa in campo un po’ alla Renzi, come ha scritto il direttore della rivista ItalianiEuropei Peppino Caldarola: ci sono io, gli altri facciano un passo indietro.
È qualcosa di più di una fisiologica fibrillazione questa rivolta dei territori.
Pippo Civati, tra i più arrabbiati, è sbottato al termine di una riunione: “Queste liste sono una schifezza. Avevamo detto: rispettiamo il criterio di territorialità  per essere diversi dagli altri; no a pluricandidature; no a eccessive deroghe”.
A scorrere le liste l’unico ad aver rispettato questa impostazione è Massimo D’Alema.
Il quale sarà  candidato all’uninominale di Gallipoli e al proporzionale della stessa zona, il Salento, entrambi insicuri secondo gli ultimi sondaggi.
Senza paracaduti in altre regioni più sicure, come fanno i capi politici che si rispettano, perchè un leader non ce la fa significa, semplicemente, che non è un leader.
Ad un collega di partito ha consegnato una battuta fulminate, a proposito di apertura e rinnovamento delle liste: “Qua l’unico della società  civile sono io, diciamo, visto che non sono uscente…”.
Anche Bersani ed Errani correranno nel loro territorio, sia a Bologna nei collegi (Camera il primo, Senato il secondo) sia nel proporzionale in Emilia Romagna.
Il resto è una girandola di paracaduti.
Laura Boldrini è candidata alla Camera in ben quattro listini proporzionali in Lombardia, tra cui quello super-sicuro di Milano e, con molta probabilità  all’uninominale, a Pesaro. Al Senato, in due listini, compare invece Francesco Laforgia, il capogruppo uscente, ma alla Camera.
In due listini lombardi dietro il nome della Boldrini compare quello di Alessio Pasquini, fidato collaboratore-portavoce di Pietro Grasso, s
Nomina garantita che ha prodotto più di qualche malumore interno: “Abbiamo trasformato — dicono i maligni – il Rosatellum in Porcellum, con il leader che nomina i suoi”.
Gli altri iper-garantiti in quota Grasso sono l’ex presidente di Legambiente Rossella Muroni, in ben tre listini proporzionali (sicuri) in Puglia, l’avvocato Anna Falcone, uno dei volti della campagna per il no al referendum, garantita in Friuli e a Sondrio in Lombardia, e non in Calabria regione di cui è originaria.
Poi c’è il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, in un listino lombardo (meno sicuro degli altri), comunque anche lui lontano dalla terre in cui ha avuto un ruolo.
Sempre nel capitolo portavoce e comunicatori, un posto garantito è stato dato in Toscana anche a Claudio Riccio, che lavora nella comunicazione di Sinistra Italiana (ed è anche nella segreteria nazionale).
In un posto insicuro invece scivola Piero Martino, parlamentare uscente e storico portavoce del Pd di Franceschini e ora capo della comunicazione di Liberi e Uguali.
È chiaro che liste così fanno scattare la rivolta: “Con questa legge elettorale, di sicuri ci sono solo alcuni capilista nel proporzionale, perchè non sai dove scattano i secondi. È chiaro che i leader si candidano in più parti, ma c’è un pezzo della nomenklatura, al netto dei leader, che si è iper-garantita in modo eccessivo, mettendosi ovunque, perchè i posti sono pochi, una quarantina tra Camera e Senato. E gli altri rischiano”.
A proposito dei big che andranno un po’ in giro, i segretari dei partiti fondatori sono così distribuiti: Speranza in Toscana e nel Lazio, Fratonianni a Torino a Pisa, Civati a Bergamo-Brescia.
Quanto poi tirino liste così è tutt’altro discorso.

(da “Huffingtonpost”)

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A PARMA PER UN POSTO DA INFERMIERE SI PRESENTANO IN 5037

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

“COME GLI EMIGRATI CON LA VALIGIA DI CARTONE”… IL MORALE E’ A TERRA: “PERCHE’ LO STATO NON SI DECIDE A SBLOCCARE LE GRADUATORIE?”

“Come chi una volta andava in giro con le valigie di cartone, per noi infermieri oggi è così. Il lavoro c’è se sei disposto a girare l’Italia, a fare tre mesi in un posto, quattro in un altro. La stabilità  la può garantire solo il concorso pubblico”.
Il posto messo a bando è uno solo — ambito e vissuto come un miraggio — ma la carica dei candidati arriva a cinquemila: questa mattina, martedì 23 gennaio, al Palacassa di Parma si è tenuto il maxi-concorso bandito dalla Ausl per reclutare nel proprio organico un infermiere. All’appello ha risposto un esercito di aspiranti arrivati da tutta Italia, soprattutto dal sud, in particolare Puglia, Sicilia “dove spesso si viene sfruttati e non ci sono possibilità  di assunzione”. “Il fatto di partecipare a un concorso con cinquemila persone ti fa capire l’entità  della difficoltà  di trovare lavoro. Meglio comunque provare sempre”, si fa coraggio un ragazzo che da due anni colleziona contratti a tempo determinato.
“Ormai ho perso il conto delle prove che ho sostenuto — racconta un’altra ragazza — Nell’ultimo anno e mezzo si è scatenato l’inferno, ci sono stati concorsi ovunque, di ogni tipo. Segno che l’esigenza di personale nelle strutture pubbliche c’è, ma non capiamo il motivo per cui non sbloccano le graduatorie”.
“Siamo stanchi della precarietà  in salita, così cerchiamo di sistemarci”, dice un altro che da dodici anni lavora a spezzoni nelle corsie della sanità  romana. E c’è anche chi baratterebbe volentieri il lavoro da infermiere nel privato con il pubblico: “L’eliminazione dell’articolo 18 ci ha rovinati. Siamo diventati troppo vulnerabili al licenziamento anche per ragioni aleatorie”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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GLI SVIZZERI “INDISCIPLINATI” NON PAGANO MAI LE MULTE STRADALI: SALDATE MENO DEL 15%

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

“CI DEVONO 290.000 EURO”… MA A RUOLI INVERTITI GLI ITALIANI RISCHIANO IL CARCERE

Gli automobilisti più indisciplinati e i debitori meno puntuali di Como? Sembra che siano gli svizzeri.
È quanto emerge da un reportage de La Provincia di Como che cita i numeri forniti dal comune lariano: l’amministrazione vanta crediti per 290mila euro nei confronti di cittadini svizzeri che non hanno mai pagato le multe.
Mentre gli italiani che commettono un’infrazione in Svizzera e non saldano il conto rischiano il carcere.
Prendendo in esame le contravvenzioni dei primi nove mesi del 2017 che interessano le targhe ticinesi, ha spiegato il comandante della polizia locale Donatello Ghezzo, il Comune di Como ha notato che su 337mila euro di ammontare complessivo solamente 47mila risultano effettivamente incassati.
Una percentuale irrisoria, inferiore al 15 per cento. Ma l’amministazione ha poche frecce al proprio arco per migliorare lo stato delle cose perchè, spiega il comandante, “contro i connazionali che non pagano abbiamo i mezzi per recuperare il credito, contro gli stranieri invece, e in particolare gli svizzeri, abbiamo solo armi spuntate. Quei 47mila euro non sono destinati a crescere di molto”.
Gli svizzeri sembrano essere particolarmente avvezzi a divieti di sosta, ingressi non autorizzati nella Ztl e nel transito al di fuori delle ore consentite per via Milano.
Sono tipologie di infrazioni per le quali è impossibile richiedere il pagamento contestuale, a fronte della minaccia del fermo della vettura.
Ghezzo spiega come mai non vengano recuperati: “Perchè la riscossione diventi coattiva in Ticino bisognerebbe attivare le procedure per la riscossione di crediti all’estero. Ma ciò comporta costi importanti, che non avrebbe senso sostenere per piccole somme, dell’ordine di 50 euro ciascuna — dice a La Provincia di Como — Si rischia di dover sopportare spese dell’ordine di qualche centinaio di euro per singolo atto, non avendo la certezza di recuperare nè la sanzione nè i relativi costi”.
Cosa accade a parti invertite? Le multe non pagate in Svizzera possono portare all’arresto.
I giudici d’Oltralpe inviano un’ordinanza direttamente in Italia e in caso di rientro in territorio svizzero, con contestuale fermo, ci si trova di fronte a un bivio: o finalmente il trasgressore paga oppure può essere portato in cella.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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GIOVEDI L’UDIENZA DEL RICORSO CONTRO SALVINI

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

PRESENTATO DA FAVA PER IRREGOLARITA’ CONGRESSUALI, CHIEDE LA SOSPENSIONE IN VIA CAUTELARE DELLA NOMINA A SEGRETARIO

Si svolgerà  giovedì 25 gennaio con inizio intorno alle 11 davanti alla prima sezione civile del Tribunale di Milano la discussione sul ricorso d’urgenza in cui si chiede di sospendere in via “cautelare” la “nomina di Matteo Salvini quale segretario federale della Lega nord” e “inibire” l’eurodeputato e l’attuale consiglio federale dalle attività  connesse al loro ruolo nel partito “anche in relazione alle elezioni politiche fissate per il 4 marzo”.
Il ricorso, come anticipato da Huffpost ieri, è stato presentato da un componente del listino collegato a Gianni Fava, all’epoca sfidante di Salvini per la leadership nel Carroccio.
I legali firmatari del ricorso sostengono l'”illegittimità ” della riconferma di Salvini a segretario della Lega sancita nel maggio scorso perchè avrebbe presentato la sua candidatura e quella della lista associata oltre il termine delle ore 13 dell’11 maggio del 2017.
Nel ricorso si chiede che venga “accertata e dichiarata” la nomina dell’onorevole Giovanni Fava a segretario della Lega o di disporre in via subordinata “l’immediata assunzione dei poteri e delle competenze del consiglio federale da parte del presidente federale Umberto Bossi ai sensi dell’articolo 14 dello statuto della Lega Nord sino alla nomina del nuovo segretario e del nuovo consiglio federale”.

(da “Huffingtonpost”)

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IL CURATORE DA’ L’OK AL GIUDIZIO SU NOME E SIMBOLO M5S

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

L’AZIONE DEI 33 ATTIVISTI   E DELL’AVV. BORRE’ VA AVANTI E POTREBBE PORTARE ALL’INIBIZIONE DEL SIMBOLO E ALL’ANNULLAMENTO DELLA NOMINA DI DI MAIO

“Ho comunicato ai ricorrenti che non ho ravvisato ostacoli per un giudizio. Ho chiesto però di farmi avere una bozza per l’atto che vogliono presentare per controllarlo”.
Così il curatore speciale Luigi Cocchi, avvocato nominato dal Tribunale di Genova dopo il ricorso presentato da 33 attivisti della prima ora del Movimento 5 stelle.
“Dopo che avrò visto l’atto nominerò gli stessi avvocati dei ricorrenti per portare avanti il giudizio. Mi sembra la cosa più sensata poichè conoscono tutta la vicenda. Nominarne uno nuovo, che debba mettere mano all’intera documentazione, mi sembrerebbe uno spreco”.
Gli avvocati sono Lorenzo Borrè e Alessandro Gazzolo, che avevano presentato, a nome di 33 attivisti, ricorso contro l’istituzione della nuova associazione dei 5 stelle, avvenuta lo scorso dicembre.
Quell’atto, a loro dire, crea i presupposti per un conflitto di interessi da parte di Beppe Grillo nel difendere i diritti dei primi associati.
Con il ricorso gli iscritti chiederanno “tre azioni cautelari”: avere da Beppe Grillo “i nomi e i dati di tutti gli associati alla prima associazione per poter convocare un’assemblea che nomini il nuovo capo politico”, “la tutela del sito movimento5stelle.it” nonchè “l’inibizione del simbolo”.
L’avvocato Borrè è felice della decisione del curatore: “Prepareremo il ricorso e nei prossimi giorni invieremo tutto all’avvocato Cocchi. Nel giro di poco tempo poi saremo pronti a depositare tutto in tribunale”.

(da “NextQuotidiano“)

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VERTICE AD ARCORE PER DECIDERE SUL LAZIO: PARISI VUOLE CINQUE COLLEGI SICURI, SILVIO NE OFFRE TRE

Gennaio 23rd, 2018 Riccardo Fucile

PARE DI ESSERE AL CALCIOMERCATO… INSORGONO I RISERVISTI DI FORZA ITALIA CHE NON VOGLIONO CEDERE COLLEGI SICURI… L’IDEA PARISI E’ DI LA RUSSA, COSI’ EVITA A RAMPELLI LA BRUTTA FIGURA DI PERDERE.. INUTILE DIRE CHE PIROZZI NON SI RITIRA

L’ultima idea del Centrodestra nel Lazio si chiama Stefano Parisi. Ma non è detto che alla fine tocchi al leader di Energie per l’Italia, già  candidato sindaco di Milano nel 2016, risolvere il rebus del candidato governatore.
A frenare sull’ipotesi, che aveva preso quota in mattinata, è stata la richiesta di 5 collegi che il fondatore di EPI avrebbe chiesto per i suoi, nelle liste per le Politiche.
Una richiesta giudicata eccessiva da Forza Italia, che si dovrebbe far carico — nella ripartizione dei collegi all’interno del Centrodestra — del sacrificio.
Raccontano che Silvio Berlusconi avrebbe anche dato l’ok ad una controproposta di tre collegi, salvo poi fermare tutto: perchè dentro FI c’è già  malumore per la “donazione di sangue” a favore dei centristi di Noi con l’Italia-Udc, e perchè così si assottiglierebbe ulteriormente la pattuglia di fedelissimi azzurri da spendere sul tavolo di eventuali larghe intese. Tanto che il Cav avrebbe addirittura rilanciato l’ipotesi Gasparri.
Entro oggi, spiegano fonti di FI, Berlusconi vorrebbe sbloccare la trattativa, anche perchè dalla vicenda Lazio dipende la ripartizione dei collegi maggioritari con gli alleati, FdI e Lega.
In queste ore, rientrato dal vertice del Ppe di Bruxelles, il Cav è riunito Arcore lo stato maggiore di FI per fare il punto proprio su chi schierare nella sfida a Nicola Zingaret*
Il coniglio dal cilindro l’ha tirato fuori Ignazio La Russa. Stefano Parisi.
Piace a Matteo Salvini, evita a Giorgia Meloni di mandare allo sbaraglio il suo braccio destro Fabio Rampelli e, soprattutto, va bene a Silvio Berlusconi e Antonio Tajani.
Ma nel centrodestra dalle 100 teste tutto va soppesato fino all’ultimo secondo.
Rimane sempre il problema Pirozzi.

(da agenzie)

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