Destra di Popolo.net

POLITICA FARSA: IL CASO DI GIACOMO MANCINI, AL TEMPO STESSO POSSIBILE DEPUTATO PD E CONSIGLIERE REGIONALE DI FORZA ITALIA

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

CORRE PER IL PD MA E’ ANCHE PRIMO DEI NON ELETTI IN REGIONE PER FORZA ITALIA DOVE POTREBBE ENTRARE AL POSTO DI UN EX FORZISTA CHE ADESSO PERO’ CORRE PER FRATELLI D’ITALIA

Se Giacomo Mancini Jr. fosse un paradosso potremmo chiamarlo il candidato di Schrà¶dinger.
Perchè al momento Mancini è al tempo stesso un possibile deputato PD e un consigliere regionale di Forza Italia. La verità  si saprà , come nel più famoso paradosso del gatto, solo all’apertura delle urne con le schede elettorali del 4 marzo.
Ma Mancini non è un esperimento mentale; è una solida realtà , per altro di nobili origini visto che è nipote di Giacomo, uno dei grandi vecchi del Partito Socialista e più volte deputato nonchè figlio dell’ex sindaco di Cosenza, Pietro.
Mancini Jr. è il candidato su cui il Pd renziano punta per conquistare il collegio maggioritario di Cosenza.
Non è la prima volta che ci prova. Accadde già  nel 2001 e assieme a lui a Cosenza era candidato anche l’attuale Ministro dell’Interno Marco Minniti. Non ci è riuscito.
E nel frattempo ha tentato la sorte in Regione, questa volta con il centrodestra e diventando assessore regionale al Bilancio per Forza Italia. Nel 2014 Mancini sosteneva la corsa di Raffaele Fitto alle europee.
A novembre 2014 un altro tentativo in Regione, sempre con Forza Italia, e c’era anche chi lo dava per probabile candidato Presidente, ma così non è stato.
Ad ogni modo con 7000 preferenze   Mancini Jr. risulta essere il primo dei non eletti nella lista di Forza Italia. A vincere però è il PD con Marco Oliverio.
Nel 2016 Mancini aveva sostenuto la corsa a sindaco di Cosenza di Carlo Guccione, consigliere regionale del PD per il quale si erano spesi due ex forzisti come Pino Galati e Denis Verdini.
Le appartenenze politiche insomma sono già  parecchio sfumate. Nel 2018 di nuovo con il PD di Renzi, questa volta per un seggio alla Camera. In un post su Facebook promette a Giacomo, il nonno, che non ha potuto avere la gioia di vederlo eletto deputato, di battersi come un leone”tenendo ben a mente i tuoi insegnamenti. La tua determinazione. Il tuo coraggio”.
La situazione fino a qui non è assolutamente singolare.
Mancini non è certo l’unico politico ad aver cambiato più volte partito. E del resto il PD ha bisogno dei voti di Mancini, la cui famiglia è a Cosenza molto più che un’istituzione. A rendere interessante il caso del candidato Dem è il fatto che con Fratelli d’Italia corre, in un collegio “quasi blindato” l’ex forzista Fausto Orsomarso.
Orsomarso è attualmente consigliere regionale e qualora venisse eletto dovrebbe rinunciare al seggio in favore proprio di Mancini che entrerebbe così in consiglio regionale per Forza Italia (almeno inizialmente) pur essendo attualmente impegnato a fare campagna elettorale per il PD.
Anche se il PD è in difficoltà  nei sondaggi c’è chi scommette che il bacino elettorale di Mancini gli consentirà  di essere eletto e di evitare così l’imbarazzo al PD di vedere un suo candidato entrare in Regione grazie a Fratelli d’Italia.

(da “NextQuotidiano”)

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LO SFIDANTE GRILLINO DI RENZI A FIRENZE FINO A UN ANNO FA ERA ISCRITTO AL PD

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

NICOLA CECCHI HA FATTO PURE CAMPAGNA ELETTORALE PER IL SI’ AL REFERENDUM

Nicola Cecchi, candidato del MoVimento 5 Stelle all’uninominale in Senato a Firenze 1, dove sfiderà  Matteo Renzi, è stato iscritto al Partito Democratico fino al 2016 e ha fatto anche campagna elettorale per il referendum sulle riforme voluto dall’allora premier.
L’Huffington Post, che parla dell’intera storia, racconta anche che Cecchi pubblicò questa battuta sull’arresto di Renato Marra nel 2016: “Adesso anche il M5S è finalmente entrato in politica”.
La selezione delle candidature nell’uninominale è stata riservata a Luigi Di Maio, il candidato premier.
Stamattina il caso di Rinaldo Veri, ammiraglio e consigliere comunale a Ortona in una lista alleata con il Partito Democratico, aveva portato al ritiro della candidatura di quest’ultimo.
Anche Vittoria Casa, candidata a Bagheria, è stata assessora e coordinatrice del PD.
Cecchi, fanno sapere fonti del PD, non ha comunque alcuna incompatibilità , secondo fonti grilline. Non risulta — dicono sempre le stesse fonti — abbia ricoperto alcun incarico di partito o abbia avuto cariche elettive e dunque non ci sono violazioni delle regole interne e la sua candidatura allo stato risulta compatibile.
Lo stesso Cecchi intanto scrive su Facebook: “Sono stato iscritto al Pd e dopo aver visto ciò che è diventato con Matteo Renzi ne sono uscito deluso e amareggiato, come molti altri iscritti ed elettori di centrosinistra. Se conosci il Pd di Renzi, l’unica cosa che puoi fare è evitarlo, chiuderti la porta alle spalle e andare via”.
“Anche a chi mi ricorda la mia campagna (qualche post) per il sì al referendum costituzionale rispondo senza imbarazzo: l’ho sostenuta nella convinzione che in quel momento fosse la migliore delle scelte possibili, convinto che la nostra Costituzione doveva e poteva essere migliorata. Ma col senno di poi, dopo la delusione per un presidente del Consiglio che dice di dimettersi in caso di sconfitta e poi non lo fa, posso dire che oggi non rifarei quella scelta”, spiega ancora.
“Quindi sono felice di essere oggi con il MoVimento 5 Stelle, che mi ha accolto per il lavoro fatto per la mia Toscana in qualita’ di vice presidente della Assemblea dei Toscani nel Mondo e sarà  un piacere continuare a promuovere l’immagine di questa terra meravigliosa, che politicamente non e’ solo la regione di Verdini, Renzi, Boschi, etc…”, conclude.
Redento sulla via delle parlamentarie in un anno.

(da agenzie)

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LA CANDIDATA M5S CHE E’ STATA ASSESSORA A BAGHERIA E COORDINATRICE PD

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

MA CHE CONTROLLI FA DI MAIO? QUELLO DI VITTORIA CASA E’ UN ALTRO CASO DI PALESE INCOMPATIBILITA’

Il nome di Vittoria Casa compare tra i candidati all’uninominale a Bagheria per il MoVimento 5 Stelle.
Ed è giusto che il MoVimento 5 Stelle privilegi l’esperienza. I giornali locali avevano infatti dato l’annuncio della candidatura della dirigente scolastica nel 2011 ma alla fine non risulta il suo nome tra i candidati a sindaco nè al primo turno nè al ballottaggio nella tornata che ha conferito l’incarico a Vincenzo Giuseppe Lo Meo. La Casa è stata anche coordinatrice del PD di zona.
Successivamente, però, Vittoria Casa è diventata assessora alle politiche sociali proprio nella giunta di Lo Meo dopo una spaccatura nel Partito Democratico.
Nel 2012 si è dimessa dalla giunta a causa di una legge regionale che prevedeva l’incompatibilità  tra consiglieri e assessori per parentele sino al secondo grado (è cognata del consigliere di Democratici x Bagheria Antonio Chiello, avendone quest’ultimo sposato la sorella).
Vittoria Casa è stata nel 2008 Segretaria del PD di Bagheria, diventando di fatto la prima dirigente del partito a livello locale.
Non è nemmeno la prima dirigente locale del PD a cambiare partito ed entrare nel M5S. Anche l’attuale assessora al Bilancio del M5S Maria Laura Maggiore è stata nel 2011 Segretaria cittadina del PD.

(da “NextQuotidiano”)

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COSA FRENA IL VOTO AL M5S

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

SECONDO I SONDAGGISTI HA ZAVORRE CHE RENDONO IL VOTO UN’INCOGNITA… NON CONVINCONO DI MAIO, I SINDACI GRILLINI E IL METODO DI SELEZIONE DEI PARLAMENTARI

Il MoVimento 5 Stelle ha un freno e quel freno si chiama Virginia Raggi. La sindaca di Roma è indicata al secondo posto tra i fattori che frenano dal votare il M5S in un sondaggio di SWG pubblicato oggi dal Messaggero.
Enzo Risso, direttore scientifico di Swg, sottolinea che sono gli stessi elettori M5S a voltare lo sguardo altrove quando si parla di Roma.
L’analisi di SWG dice che i tre fattori che frenano un quinto degli elettori indecisi se votare o meno i 5 stelle sono la mancanza di democrazia interna al Movimento (25%), l’amministrazione pentastellata di Roma(22%) e infine il leader Luigi Di Maio (20%).
Se per la mancanza di democrazia interna nel M5S c’è poco da fare, ma soprattutto non è che i competitor del M5S brillino invece per il contrario — basta vedere cosa è successo nel PD e in LeU, mentre in FI e in Lega decidono Berlusconi e Salvini — il vero freno (indicato da 22 su 100) è la sindaca Virginia Raggi.
Che è il secondo motivo per il totale degli elettori ma anche, a sorpresa, il primo motivo di insoddisfazione per gli elettori del MoVimento 5 Stelle veri e propri (15 su 100).
A dimostrazione che al di là  della propaganda e della cieca obbedienza che molti di loro sfoggiano su Facebook, nel segreto della rilevazione dicono quello che pensano.-
«Roma non è un driver di voto», spiega Risso che fa notare come per gli elettori M5S sia più grave politicamente l’esperienza Raggi (15%) rispetto al caos parlamentarie valutato al 12%:
In totale, sommando tutti i principali talloni di Achille, più della metà  degli indecisi (il 60%) si dice frenato dalla classe dirigente M5S. Pur essendo la prima forza politica secondo i sondaggi, il M5S ha delle zavorre che rendono il voto un’incognita e sono i suoi sindaci, il suo capo politico e soprattutto il metodo piuttosto oscuro di selezione dei parlamentari.

(da agenzie)

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VINCENZO SPADAFORA, IL BRACCIO DESTRO DI DI MAIO CANDIDATO CON IL M5S A CASORIA: L’UOMO PER TUTTE LE STAGIONI

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

PERSONAGGIO DALLE MILLE RELAZIONI E CONOSCENZE, DA PECORARO SCANIO A RUTELLI PASSANDO PER MARA CARFAGNA, HA GIRATO MOLTI PARTITI

Vincenzo Spadafora, principale consulente politico di Luigi Di Maio, sarà  candidato nel maggioritario nel Collegio 4 di Campania 1 che comprende il Comune di Casoria. Spadafora, 43 anni, nativo di Afragola (Napoli), è stato presidente dell’Unicef e garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Il “braccio destro” di Luigi Di Maio che si è occupato delle relazioni istituzionali del capo politico del M5S durante la sua vice presidenza alla Camera è stato candidato al collegio uninominale di Casoria e correrà  per un seggio a Montecitorio.
Confermata, inoltre, la corsa all’uninominale anche dello stesso Di Maio, nel collegio di Acerra-Camera. Spadafora, come abbiamo raccontato su neXT in un articolo a firma di Marco Zonetti, inizia come volontario dell’Unicef per poi diventarne qualche anno dopo addirittura Presidente.
La sua carriera politica inizia a Cardito, un comune a nord di Napoli.
Segretario particolare del mastelliano Andrea Losco ex sindaco DC di Cardito poi presidente della regione Campania, approda nell’area di Sinistra grazie al ribaltone che porta Losco nella Margherita e poi nel PD.
Dopo uno sventurato tentativo di capeggiare una lista civica, Spadafora viene notato da Alfonso Pecoraro Scanio, di cui diventa segretario particolare, e quindi da Francesco Rutelli, che lo nomina Capo di Gabinetto al Ministero dei Beni Culturali.
Dall’area di Sinistra veleggia leggiadro verso Forza Italia, e — come ricorda Franco Bechis su “Libero” — tramite Mara Carfagna si lega al partito tanto da ottenere, grazie a Fini e Schifani, la poltrona di Garante per l’infanzia, che gli frutta — secondo Dagospia — circa 200mila euro l’anno.
Spadafora finisce anche coinvolto nelle intercettazioni di Angelo Balducci, della famigerata “cricca” degli appalti, che porta all’arresto di Diego Anemone e Angelo Balducci, il cui figlio Spadafora fa assumere all’Unicef. Spadafora, scrive Bechis su Libero, “era più volte al telefono con Balducci, e gli inquirenti annotarono «numerose conversazioni, sintomatiche di un loro rapporto di amicizia»”.

(da “NextQuotidiano”)

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L’AMMIRAGLIO DEL M5S E’ GIA’ AFFONDATO, AVEVA DETTO “NON SONO UN POLITICO”, MA E’ STATO ELETTO CON IL PD

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

DI MAIO STAMANE LO AVEVA PRESENTATO IN POMPA MAGNA, POI COSTRETTO A ELIMINARLO…COLOSSALE EPIC FAIL DEL “FILTRO DI QUALITA'” SULLE LISTE

“A malincuore annuncio il ritiro della mia candidatura con il Movimento 5 Stelle. La mia carica di consigliere comunale nel comune di Ortona con una lista civica è incompatibile con quella di candidato nelle liste del Movimento 5 Stelle”: lo afferma in una dichiarazione alle agenzie di stampa l’Ammiraglio Rinaldo Veri, che spiega: “Non ero al corrente della regola prevista dal regolamento del M5S che impedisce a chi ha già  una carica elettiva di potersi candidare e proprio per questo non avevo ritenuto necessario informare di questa mia carica il candidato premier Luigi Di Maio, al quale va il mio sincero ringraziamento”.
Stamane alla presentazione dei candidati con Luigi Di Maio, l’Ammiraglio Veri era stato il primo a prendere la parola, spiegando la sua candidatura così: “ogni cittadino italiano ha bisogno oggi di vedere una Italia migliore, e garantire credibilità ” ad un “Paese che amo”.
Subito dopo la sua presentazione avevamo raccontato in un articolo quello che lo staff del MoVimento 5 Stelle non era stato in grado di controllare nei giorni che sono passati dall’annuncio della candidatura di Veri: ovvero che era stato candidato sindaco a Ortona con una lista civica appoggiata dal Partito Democratico.
L’ammiraglio, eletto nel consiglio comunale di Ortona nel giugno 2017, ha quindi accettato la candidatura con il MoVimento 5 Stelle senza conoscere uno dei suoi capisaldi. Curioso.
Ed è incredibile che il M5S non si sia accorto di nulla fino al giorno della presentazione, rendendosi conto del tutto soltanto dopo la pubblicazione del nostro articolo.
Ma non erano state controllate le liste?

(da “NextQuotidiano”)

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IL CAPITALE UMANO CHE CI LASCIA: 500.000 ITALIANI IN 5 ANNI SONO EMIGRATI IN ALTRI PAESI EUROPEI

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

PAESI PREFERITI GERMANIA (180.000) E GRAN BRETAGNA (90.000)

Più di mezzo milione di italiani in 5 anni sono migrati verso Paesi europei. Sono molti.
E sono raddoppiati gli arrivi di italiani in Europa dal 2011 al 2015, passando da 64 mila a 136 mila. Lo dicono i dati rilevati nei Paesi di destinazione.
Che cosa sta succedendo? Siamo diventati un Paese di emigrazione? O invece siamo un Paese di immigrazione-emigrazione?
Analizziamo i dati. Uno sguardo al passato: in due periodi il nostro Paese ha vissuto grandi emigrazioni, tra il 1870 e il 1920 e tra il secondo dopoguerra e il 1973. Emigrazioni di massa, di milioni di persone, soprattutto dal Sud ma non solo.
Emigrazioni diverse anche come destinazioni, la seconda più verso l’Europa della prima. Poi ad un certo punto, sempre negli Anni 70, anche grazie alle politiche restrittive di altri Paesi europei che hanno indotto i migranti a cambiare rotta, cambiamo pelle anche noi e ci trasformiamo in Paese di immigrazione.
E comincia la crescita degli arrivi , prima alcune nazionalità  poi altre da vari Paesi del mondo. E comincia anche il radicamento delle varie comunità .
Guardiamo ad oggi. Ebbene l’immigrazione nel nostro Paese diminuisce, mentre l’emigrazione cresce e si evidenzia come un fenomeno emergente.
Consideriamo questo dato del 2015, prodotto da Eurostat, ultimo disponibile. 250 mila arrivi in Italia di cui 185 mila di cittadini extra Ue+Efta.
Se consideriamo i flussi di italiani verso i Paesi Ue27 +Efta e extraUe27 arriviamo a 172 mila, dato che potrebbe essere un po’ più alto perchè sottostimato per quanto riguarda la Francia. Le due cifre sono molto vicine.
Anche perchè i ritorni degli italiani non sono elevati e comunque sembrano essere sostanzialmente stabili.
La Germania è il principale Paese di destinazione dei nostri concittadini. In cinque anni sono stati registrati 180 mila italiani.
E la cosa interessante è che gli italiani si insediano non solo dove tradizionalmente si recavano in passato i nostri connazionali, ma anche in nuove aree e in particolare in zone dell’ex Germania dell’Est.
Metà  dei cittadini che si spostano in Germania sono giovani da 19 a 32 anni. E tra l’altro si nota anche un aumento di immigrazione di bambini e ragazzi minori di 18 anni, indizi di emigrazioni di famiglie intere come segnala l’Istituto Statistico tedesco, con l’aumento di cittadini coniugati maggiore di quelli non coniugati.
A questi si aggiungono anche quarantenni in crescita.
Dopo la Germania si posiziona il Regno Unito con 87 mila arrivi di cittadini italiani registrati in cinque anni. E in questo caso è molto interessante verificare che cosa succede in termini di capitale umano formatosi in campo sanitario nel nostro Paese.
Nel settembre 2015 risultavano circa 3000 italiani inseriti nel sistema sanitario inglese. Non si trattava solo di medici, ma anche di infermieri, ostetriche, portantini, autisti di ambulanze. Se analizziamo gli arrivi tra settembre 2015 e settembre 2016, ci accorgiamo che sono altri 2000, più del 30% giovani con meno di 25 anni e il 35% di 25-29 anni.
D’altro canto se nella nostra sanità  non si assume più, l’età  media del nostro personale sanitario supera i 50 anni, non possiamo lamentarci che appena formati i nostri giovani si inseriscano nel sistema sanitario inglese. Sana reazione dovremmo dire.
Questi dati ci dicono che il processo di emigrazione è sostenuto e che ha conosciuto una impennata negli ultimi anni. «Non si tratta solo di fuga di cervelli», come sottolinea il demografo Domenico Gabrielli, studioso di migrazioni «sono coinvolti i giovani formati ma non solo».
E’ un fatto congiunturale o destinato ad esplodere o a perdurare? Non possiamo dirlo, ma abbiamo delle avvisaglie da tenere seriamente in considerazione, se non vogliamo tornare ad essere come in passato un Paese di elevata e patologica emigrazione. Siamo nell’era della globalizzazione.
Non possiamo più considerare la mobilità  come 50 anni fa quando era una impresa spostarsi da Roma a Milano, è connaturata a questa epoca.
Ma se la mobilità  diventa espressione del declino di un Paese o delle gravi difficoltà  che incontra, bisogna correre ai ripari in tempo. E dotarci di strategie adeguate prima che sia troppo tardi.

(da “La Stampa”)

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DI MAIO HA LA FACCIA COME IL CULO: ORA NEGA DI AVER DEFINITO LE ONG “TAXI DEL MARE”, ECCO LA PROVA CHE LO INCHIODA

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

ALL’AGENZIA TEDESCA DPA HA AVUTO IL CORAGGIO DI NEGARE L’EVIDENZA DI QUELLO CHE HA SCRITTO

“Non ho mai detto che le Ong siano taxi del mare”.
È un passaggio dell’intervista scritta di Luigi Di Maio, candidato premier del M5S, all’agenzia tedesca Dpa, riportata oggi dall’Adn Kronos.
“Ho detto, sulla base di argomentazioni e indagini di alcuni pm italiani, che alcune Ong difettano di trasparenza. Dovremmo verificare se stiano salvando o trasportando migranti, il che è molto diverso”, le parole di Di Maio all’agenzia tedesca, in relazione ad alcune dichiarazioni attribuitegli in passato.
“I partiti xenofobi o estremisti che sono venuti fuori negli ultimi anni sono una minaccia per l’Unione europea. Noi siamo un’opportunità ”, ha aggiunto facendo riferimento alle imminenti elezioni. Nessun paragone praticabile, ha detto Di Maio, con l’AFD tedesca: “Posso affermare con certezza che siamo lontani anni luce dall’AFD”.
Allora vediamo se Di Maio ricorda il suo status pubblicato sulla sua pagina Facebook il 21 aprile
Luigi Di Maio affermava: “Chi paga questi taxi del Mediterraneo?”.
Due giorni dopo, il 23 aprile, Di Maio ribadiva rispondendo alla polemica di Roberto Saviano che le ONG “fanno da taxi del Mediterraneo”.
Esattamente quello che oggi nega di aver detto.

(da “NextQuotidiano”)

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LE SPESE ALLEGRE DEL GRUPPO DI STORACE IN REGIONE: FESTE, PORCHETTA, GIRI IN ELICOTTERO E CONCERTI A TAORMINA

Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile

150.000 EURO DI FATTURE PAGATE NEL 2012 DAL GRUPPO “LA DESTRA”… 15.000 EURO PER UN CONCERTO DI MASINI, 22.000 EURO PER UNA CONSULENZA A UN CANDIDATO IN MOLISE, BUONI BENZINA PER 35.000 EURO IN SETTE MESI

Omaggi floreali, giri in elicottero e oltre 80 casse di rosso dei Castelli acquistate da una casa vinicola poi fallita.
E ancora: buoni carburante per oltre 30mila euro in poco più di 6 mesi, cene, pranzi e un buffet da 18.000 euro in una delle ville più belle di Roma.
In mezzo, una consulenza da 22.000 euro al candidato presidente in Molise. Tutto con i soldi dei contribuenti laziali.
Sono solo alcune delle fatture, per oltre 150mila euro, pagate a cavallo fra il 2011 e il 2012 dal gruppo regionale de La Destra nel Lazio, che in quel periodo faceva capo a Francesco Storace, oggi leader insieme a Gianni Alemanno del Movimento Sovranista Nazionale e principale “tifoso” della candidatura di Sergio Pirozzi.
A poche settimane dalla condanna in appello di Franco “Batman” Fiorito e a 4 mesi dal rinvio a giudizio di ben 8 ex consiglieri regionali del Pd, dai cassetti della Pisana emergono nuovi particolari su una vicenda — quella delle spese di rappresentanza dei gruppi regionali — che in quel biennio coinvolse quasi tutte le forze politiche, portando l’allora governatrice Renata Polverini alle dimissioni e il centrodestra laziale al collasso.
I documenti inediti raccolti da IlFattoQuotidiano.it accendono un faro sul gruppo allora presidiato da Storace e dal suo braccio destro, Roberto Buonasorte.
Proprio l’ex governatore nel 2013 fu “premiato” con la candidatura a perdere contro Nicola Zingaretti anche in virtù del suo mancato coinvolgimento nello scandalo.
“Ma noi non fummo nemmeno sfiorati dalle inchieste — ricorda Storace, interpellato telefonicamente — sia la Procura sia la Corte dei Conti vagliarono tutta la documentazione”.
LE CENE, I VINI E IL CARBURANTE
Fra i documenti in possesso vi sono i pagamenti per due pasti piuttosto “ricchi” consumati lo stesso giorno, il 24 giugno 2016: uno con porchetta, bistecche e salsicce da 1.800 euro intestata alla macelleria “Il Buongustaio” di Terracina e l’altro da 1.020 euro per 17 persone (60 euro a testa) consumato presso il ristorante “Romolo Al Porto” di Anzio.
Decisamente di altra caratura, il buffet da 18.000 euro con 500 ospiti organizzato il 31 ottobre 2012 presso Villa Miani — in zona Trionfale, a Roma — per la presentazione de Il Giornale d’Italia, l’organo di partito di cui proprio Francesco Storace è direttore e che, in teoria, “non riceve finanziamenti pubblici”: anche stavolta è il gruppo regionale a liquidare la fattura alla società  Relais Le Jardin.
“Erano passati pochi giorni dalle dimissioni di Renata Polverini — spiega ancora Storace — e facemmo una manifestazione a suo sostegno. Poi, con l’occasione presentammo Il Giornale d’Italia”.
Il 30 ottobre 2011, invece, Storace firma il bonifico da 3.630 euro alla casa vinicola Casal Marini srl — fallita nel 2015 — per l’acquisto di ben 480 bottiglie (80 casse) di “vino rosso doc dei castelli romani”.
Lo stesso capogruppo, poche settimane dopo, ordinerà  presso l’enoteca regionale Palatium “prodotti gastronomici natalizi del Lazio” per 3.862 euro, fatturati il 18 febbraio 2012.
Fra luglio 2011 e dicembre 2011 anche cuscini e omaggi floreali per oltre 4.000 euro e un interno funerale (3.000 euro in tutto) pagato il 21 ottobre 2011.
In mezzo, ci sono fatture liquidate ad Ap Petroli per l’acquisto di buoni carburante per oltre 35.000 euro: 22.000 litri di benzina e 24.000 di gasolio fra il 29 settembre 2011 e il 27 aprile 2012. In 7 mesi, significa aver consumato da 100 a 110 litri di benzina al giorno, ovvero, alla media di 14 km al litro, aver percorso non meno di 1400 km tutti i giorni.
OLTRE IL LAZIO: DAL CANDIDATO IN MOLISE A MARCO MASINI
Le prestazioni pagate dal gruppo regionale de La Destra in realtà  andavano anche oltre i confini del Lazio.
All’avvocato Giovancarmine Mancini di Isernia, ad esempio, il 2 settembre 2011 vengono liquidati 22.800 euro per uno “studio di consulenza sull’abolizione delle province e il trasferimento delle competenze alle regioni”.
Si tratta in realtà  di una coincidenza particolare, in quanto Mancini era il candidato presidente de La Destra alla Regione Molise e quelle elezioni si sarebbero tenute poche settimane dopo, fra il 16 e il 17 ottobre 2011.
Mancini — che nel 2011 prese l’1,29% — nel 2018 sarà  di nuovo il candidato governatore di Storace, stavolta per la sigla Msn. “Mancini è un ottimo avvocato e un uomo che a lavorato a lungo sui temi degli enti locali — dice l’ex ministro — ha fatto un ottimo lavoro in quell’occasione”.
In quel di Taormina, invece, ricordano ancora quando in occasione de “La Traviata” andata in scena il 10 settembre 2011 al Teatro Antico, durante la celebre aria “Amami Alfredo” qualcuno da lontano rispondeva intonando il ritornello di “Bella stronza”: a poche centinaia di metri, infatti, presso la Villa Comunale, si stava esibendo Marco Masini, ospite musicale della festa nazionale de La Destra.
Un episodio che fece molto rumore in Sicilia, imbarazzando non poco l’allora sottosegretario ai Beni Culturali, Nello Musumeci, oggi governatore del centrodestra e ai tempi esponente di spicco del partito di Storace.
Nonostante l’evento si svolgesse nell’Isola, il compenso al cantautore toscano, 15.000 euro, fu liquidato proprio dal gruppo del Lazio.
“Avevamo uno stand e contribuimmo alle spese”, spiega Storace. Un’altra fattura piuttosto cospicua, 12.100, è stata invece pagata alla Maurilio Massini Progetti di Chianciano Terme (Siena), società  che solitamente organizza convegni ma a cui stavolta era stato commissionata una “ricerca e studio per la diffusione dell’attività ” del gruppo consiliare regionale.
A MONTEROTONDO, NEL FEUDO DI BUONASORTE
Molte fatture pagate dal gruppo regionale sono riconducibili alla cittadina di Monterotondo, a pochi chilometri a nord di Roma, dove si concentrano i consensi di Roberto Buonasorte, braccio destro di Francesco Storace e possibile capolista della lista civica Pirozzi alle prossime regionali.
Il 10 gennaio 2011, il gruppo regionale La Destra liquida 1.910 euro all’associazione culturale La Giara Nera come contributo per la festa Befana Tricolore 2011.
In quel periodo, parte attiva dell’associazione era Emma Moriconi — oggi impegnata nel comitato elettorale per Pirozzi presidente — moglie di Buonasorte.
La Giara Nera ha anche collaborato alla realizzazione di un film-documentario sugli anni di piombo, dal titolo ‘Sangue Sparso’, del quale Moriconi ha curato la sceneggiatura. Le riprese, come recita la presentazione della pellicola, hanno avuto luogo fra la primavera e l’estate 2011.
Fra le fatture liquidate dal gruppo regionale La Destra, vi sono ben 9 pagamenti per totali 4.675 euro riconducibili ad altrettanti pasti (per gruppi da 20 persone in media) presso l’Antica Trattoria dei Leoni, sita a Monterotondo in via Federici 23, a due passi dalla sede de La Giara Nera di via Federici 69.
“Si facevamo molti incontri in quel periodo — ribatte Francesco Storace — e le spese di rappresentanza si pagavano per il gruppo ma anche per i consiglieri, che eravamo io e Roberto. Il fatto che si andasse a pranzo vicino la sede dell’associazione rende ancora più evidente la motivazione delle spese”.
Sempre di Monterotondo, infine, è la ditta Elicom srl, che al costo di 3.630 euro il 3 marzo 2012 ha noleggiato al gruppo regionale La Destra un elicottero “per attività  di riprese su Roma, zona Fori Imperiali, Piazza della Bocca della Verità ”.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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