Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile IL SENSO DEL DECORO E’ SOLO QUELLO DI “RESPINGERE” GLI IMMIGRATI E I POVERI AI MARGINI DEL SALOTTO BUONO DELLA CITTA’ IN MODO DA RENDERLI INVISIBILI PER I BUONI BORGHESI CHE NON SI SCANDALIZZANO PER I VERTICI DEL PARTITO SOTTO PROCESSO PER PECULATO
I maggiori quotidiani nazionali in questi giorni hanno ripreso, con commenti tra l’indignato e il
sarcastico, l’iniziativa del Comune di Genova di multare con 200 euro i poveri che frugano nei cassonetti alla ricerca di cibo e di verdure di scarto.
L’ineffabile sindaco delle multinazionali farmaceutiche che ama citare la Svizzera ha dovuto fare, di fronte alle critiche, un parziale passo indietro, specificando che “verrà usata umanità “, concetto peraltro sconosciuto alla giunta che degnamente presiede, come dimostrato in molte altre occasioni.
Una per tutte, aver sistemato dei ridicoli “dissuasori” per impedire che qualche clochard possa utilizzare i gradoni di Piazza Banchi per riposare.
Una spesa inutile perchè, basta vederli, non impediscono affatto la possibilità di stendersi, anzi garantiscono un’ottimo sistema anticaduta, colmo dell’umorismo involontario.
Secondo il suo vate leghista Garassino, assessore all'(in)sicurezza della città la multa ai poveri che frugano nei cassonetti deriva dal fatto che “chi cerca cibo finisce per lasciare i rifiuti a terra e questo è un richiamo per i ratti”.
Insomma si tratta sempre, da qualsiasi parte la si commenti, di topi da fogna.
Quello che non conoscono i giornali nazionali è però come questo Garassino è arrivato a fare l’assessore e come la sua carriera sia legata ai contenitori di rifiuti di Piazza della Vittoria, senza i quali non avrebbe mai attirato l’attenzione dei maggiorenti locali della Lega (segretario regionale e assessore sotto processo per peculato, presidente del Consiglio regionale sotto processo per peculato, entrambi nominati adesso parlamentari per sfuggire, in caso di condanna, alla decadenza prevista dalla legge Severino).
Con il Civ di Piazza della Vittoria, con la rumenta che trabordava dai contenitori e le piantine dei commercianti sofferenti, Garassino ha costruito la sua carriera politica, quindi di bidoni della spazzatura ha una nota dimestichezza, altro che raccolta differenziata.
Da quando è stato nominato assessore non ha concluso una mazza, ma sui giornali c’e’ finito per aver vietato tutto e l’incontrario di tutto, a seconda degli imput che gli pervengono dai commercianti.
In realtà il divieto di cercare nei cassonetti aveva solo uno scopo: quello di multare gli immigrati che cercano cibo e qualcosa da riciclare.
Ma Garassino è rimasto fregato, perchè non ha considerato che molti dei “frugatori” sono italiani.
A quel punto non poteva dire che la finalità della delibera era “razzista” e ha dovuto incassare per non apparire quello che vieta di frugare anche ai poveri italiani (prima gli italiani!!!)
Tutto in nome del decoro del buon borghese genovese che schermerebbe persino il sacchetto della rumenta per non fare vedere al vicino cosa consuma tra le mura di casa.
Una vicenda sui cui Gilberto Govi avrebbe costruito un capolavoro teatrale con un contorno di caratteristi ed ebeti.
Restano i poveri, peccato che non possiamo deportarli in Svizzera.
Ma magari Bucci può far valere le sue conoscenze a Ginevra.
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile L’ORDINANZA DEMENZIALE DELLA GIUNTA LEGHISTA DI GENOVA
“Chi cerca cibo finisce per lasciare i rifiuti a terra e questo è un richiamo per i ratti”. Questa frase è stata pronunciata dall’assessore alla Sicurezza di Genova per spiegare le ragioni che hanno consigliato alla giunta di centrodestra della città di emettere un’ordinanza per il decoro urbano della zona nobile e che vieta, tra l’altro, di rovistare tra i cassonetti.
L’assessore ha spiegato che la misura è contro gli ubriaconi, gli sporcaccioni che imbrattano di cartacce il centro storico.
Resta ugualmente sbalorditiva, e ai confini dell’incredibile, il modo di affrontare la questione che è appunto la fame.
Genova è il nord industriale eppure nelle sue strade vede patìre una miseria che trabocca e insozza.
E solo per questo oggi diviene insopportabile.
Combattere la fame con le multe dà il senso esatto di ciò che stiamo divenendo: estranei a questo nuovo mondo affamato che inizia a scocciarci perchè esonda dai ghetti in cui era rimasto seppellito e giunge, allagandolo, fin dentro il nostro portone. Ce la prendiamo con chi ha fame non con chi lo ha ridotto a mangiare quel che noi buttiamo dalla finestra, come fosse un ratto o poco più.
Ecco dunque l’ordinanza comunale: vietato essere miserabile e scegliere di vivere come un topo di fogna, senza un soldo in tasca.
Chi non rispetterà il divieto pagherà duecento euro di multa.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile ALTRO CASO DI DEMENZA RAZZISTA CONTRO IL MATEMATICO FURIO HONSELL: AVEVA ACCOLTO ELUANA ENGLARO PER GARANTIRE L’INTERRUZIONE DELL’IDRATAZIONE ARTIFICIALE
Adesivi con l’immagine dell’ex primo cittadino di Udine Furio Honsell in divisa da deportato e la
scritta “sindaco di Auschwitz“.
Li hanno trovati incollati su muri e pali della luce in piazza Primo Maggio e via Sant’Agostino, vicino alla clinica La Quiete dove il 9 febbraio 2009 morì Eluana Englaro. “Da sindaco ho voluto accogliere Eluana, in una casa di cura dove potesse ottenere la sospensione dei trattamenti che la tenevano in vita”, ricorda parlando con ilfattoquotidiano.it Honsell.
“Credo che uno dei motivi possa essere questo. Ma questi atti non meritano analisi, solo condanna” visto “strumentalizzano una delle vicende più tragiche della storia dell’umanità ”, chiude il matematico ed ex rettore dell’università di Udine.
Eluana aveva vissuto in stato vegetativo per 17 anni prima che il padre Beppino, al termine di un lungo percorso giudiziario concluso in Cassazione, riuscisse a ottenere a Udine l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale che la Lombardia aveva negato.
L’ex vicesindaco Carlo Giacomello, che il 18 gennaio è subentrato a Honsell in attesa del rinnovo del consiglio comunale ad aprile, parla di “gesto che dimostra deficienza, nel senso di totale mancanza di conoscenza di quella che è la storia”, e calca la mano sul fatto che “Udine ha avuto un sindaco, Elio Morpurgo, morto durante la deportazione ad Auschwitz. Lui come milioni di altre persone morte nei campi di concentramento e di sterminio”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile LA NOTIZIA DELL’APPARIZIONE DELLA “STREGA ROMILDA” IN UNA SCUOLA DI BRESCIA SCONVOLGE SIMONE PILLON, ALTRO PRODOTTO DEL FAMILY DAY… MA LA REALTA’ OVVIAMENTE E’ UN’ALTRA. L’UNICA COSA SCONVOLGENTE E’ CHE UN SOGGETTO DEL GENERE SIA ARRIVATO IN PARLAMENTO
L’educazione Gender? Le lezioni per “omosessualizzare” i nostri figli fin da piccoli? I libri utilizzati manipolare la mente dei bambini per convincerli che essere omosessuali non è una cosa sbagliata?
Roba vecchia, a preoccupare i devoti cattolici, nell’anno del Signore 2018 sono le lezioni di stregoneria. Avete letto bene-
A lanciare l’allarme è il neoeletto senatore leghista Simone Pillon, già braccio destro dell’ideatore del Family Day Massimo Gandolfini.
Nelle scuole di Brescia, denuncia Pillon su tutti i social a sua disposizione “dopo il Gender sono arrivati a imporre la stregoneria”.
E non stiamo parlando per il momento di lezioni di scienze sulla Teoria dell’Evoluzione (che senza dubbio contraddicono quanto insegnato nella Sacra Bibbia) ma del fatto che in alcuni istituti scolastici si sia presentata “all’insaputa dei genitori” una strega.
A dare la notizia è la Nuova Bussola Quotidiana, sito di riferimento del cattolicesimo digitale del popolo del Family Day.
Nell’articolo si legge che nella Scuola primaria di Mocasina è “comparsa” una donna che si è presentata con il nome di “Romilda” e che diceva di essere «la strega sincretica interculturale».
La “strega Romilda” avrebbe fatto bere ai bambini delle “pozioni” e regalato loro degli amuleti. I genitori che hanno chiesto l’anonimato hanno raccontato di aver visto «quella donna arrivare in controsenso con la macchina».
Un chiaro segno di possessione diabolica (peccato che sia leggermente diffamatorio). Ma non finisce qui.
Una volta a casa si è rivelato il potere diabolico degli amuleti. Non si sa come mai questi improvvidi genitori hanno consentito ai figli di tenerli (pur sapendo che si trattava di un dono stregato).
Ed ecco quindi che un bambino che ha subito il trauma di dormire con una conchiglia sotto il cuscino «ha sanguinato dal naso sporcando tutta la federa, un altro bambino dal giorno dopo la visita della strega ha cominciato a svegliarsi agitato la notte e a non dormire. Un altro ha fatto due volte la pipì a letto».
La psicosi si diffonde rapidamente, sapientemente alimentata da Pillon e da un altro articolo della Bussola Quotidiana.
Il sito rivela che non è la prima volta che “Romilda” fa capolino nelle scuole del bresciano e anche nel 2016 era stata evocata (non sappiamo se con il rituale magico del POF) alla scuola di Mocasina.
Curiosamente però nessun genitore ha denunciato episodi di possessione demoniaca dopo quella prima apparizione.
Evidentemente all’epoca erano tutti attenti a controllare che i figli non tornassero a casa con il rossetto o con addosso una gonnellina.
La Bussola Quotidiana scava a fondo nel profilo Facebook della strega scoprendo tutta una serie di post e racconti per bambini che nascono insegnamenti demoniaci e richiami alle pozioni.
La semplice idea che in alcuni casi si tratti di metafore (proprio come quelle delle fiabe classiche) non sfiora la mente dei giornalisti che prendono tutto alla lettera.
Fin qui la storia raccontata a chi crede alle streghe e all’ideologia Gender.
La realtà dei fatti è diversa.
La “strega” si chiama Ramona Parenzan, è laureata in filosofia ed autrice di libri per adulti e minori. Dal 2000, si legge in una lettera aperta che la Parenzan ha inviato ai rappresentati della scuola di Mocasina, si occupa di intercultura “sia come insegnante di italiano per adulti e minori stranieri, sia, infine, come formatrice presso scuole di ogni ordine e grado”.
Nei suoi libri la “strega” tratta di argomenti molto delicati come ad esempio il bullismo, l’autismo, il ritardo cognitivo e l’adozione. Argomenti sui quali ci sono molti stereotipi e pregiudizi culturali.
Sembra davvero incredibile che una professionista che da anni opera nel settore della formazione possa essere capitata a scuola “di nascosto” anzi, come sostiene la Bussola Quotidiana “senza ostacoli insieme all’insegnante di supplenza di Italiano, incolpevole di essere stata assunta solo pochi giorni prima dei fatti”.
Sembra quasi un caso di ipnosi collettiva. Eppure la Parenzan aveva già collaborato con l’istituto.
La Dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Bedizzole, Prof.ssa Sabina Stefano, ha spiegato a neXt Quotidiano che il laboratorio della Parenzan fa parte di un percorso educativo promosso dalla biblioteca comunale di Calvagese che da 15 anni collabora con il plesso scolastico.
Nella fattispecie si tratta di un laboratorio interculturale per avvicinare i bambini al mondo delle altre culture e alla loro modo di raccontare la realtà .
Il progetto, diversamente da quello che sostiene il senatore Pillon e scrive la Bussola Quotidiana era stato presentato e approvato dal Collegio Docenti e dal Consiglio d’Istituto.
Il 15 novembre 2017 era stato presentato in un’interclasse, alla presenza dei rappresentati dei genitori che quindi erano a conoscenza del laboratorio.
La Sabino conferma che la dottoressa Parenzan ha già collaborato negli anni scorsi con altri laboratori e precisa che non è vero, come è scritto sulla Bussola, che “la coordinatrice delle prime elementari non sapeva nulla del progetto” dal momento che quella docente di prima elementare lo ha esposto all’interclasse.
Senza contare che i documenti sono in aula docenti.
La storia di Mariama e la Balena, spiega inoltre la dottoressa Parenzan «è finalizzato perlopiù a promuovere la conoscenza di storie, ritualità culturali (natural chalk sul volto di origine nigeriana e non solo) e narrazioni tratte dalla favolistica popolare di differenti Pesi (perlopiù Asia e Africa). Le narrazioni sono state da me performate all’interno di uno sfondo integratore “magico e immaginoso” molto gradito dai bambini che insieme a me hanno simulato un viaggio attraverso 4 Paesi: Afghanistan, Pakistan, Gambia e Sudan cantando, danzando e ascoltando fiabe che ospitano codici e valori comuni e universali (la gentilezza, la generosità , la mitezza etc)».
Gli “amuleti”? Servivano per la rappresentazione teatrale e creare il “contesto” per la narrazione. La professoressa Sabino precisa di non aver ricevuto alcuna lamentela da parte dei genitori e che i docenti dell’istituto sono sempre a disposizione per fornire qualsiasi chiarimento.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile BARBARA VINCI VITTIMA DI ALCUNI CLIENTI, IL GESTORE DEL BAR ALL’OSCURO DEL FATTO
Sei consigliere comunale del Partito Democratico? “Allora in questo bar non entri, devi stare con i
nomadi”. Un’intimazione chiara e decisa, che ha costretto Barbara Vinci a fare dietrofront, rinunciare alla consumazione e non mettere più piede nel locale.
L’episodio è avvenuto qualche mese fa a Gaiofana, una piccola frazione di Rimini, ma la politica in quota Pd ha deciso di condividerlo sui social solo nei giorni scorsi, spinta dal clima avvelenato che si è creato in zona sul dibattito sulle aree nomadi.
Stando al suo racconto, riportato in un’intervista al Resto del Carlino, Vinci è stata prima apostrofata pesantemente e poi messa alla porta da alcuni clienti.
“Residenti, gente del posto che conosco da anni. Persone che mi attaccano solo perchè, in quanto consigliere comunale del Pd, sarei fra i responsabili del piano nomadi che il Comune sta portando avanti”, ha commentato lei, scagionando il titolare che non si sarebbe accorto di nulla.
E in effetti il gestore del bar Gigi, Alex Donati, conferma a Repubblica di essere venuto a conoscenza dell’accaduto solamente oggi. “Siamo molto dispiaciuti, stamattina aprendo il giornale siamo rimasti di stucco. In questi mesi l’episodio non è mai arrivato alle nostre orecchie, e se vi avessimo assistito di persona saremmo di certo intervenuti. Ogni tanto Vinci capitava da queste parti, anche per la campagna elettorale, ma non era una cliente assidua. Per questo quando ha smesso di farsi vedere non ci siamo insospettiti”.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile IL CASO DELL’EX SPIA KGB FINISCE ALL’ONU, MONDO CIVILE INDIGNATO… SOLO IL SERVO SALVINI DIFENDE OVVIAMENTE IL SUO DATORE DI LAVORO
La Gran Bretagna ha chiesto una “riunione urgente” del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla vicenda del tentato avvelenamento a Salisbury, con un agente nervino, di Sergei Skripal, ex spia russa transfuga nel Regno Unito, e di sua figlia Yulia.
Lo riporta la Bbc. La riunione straordinaria è stata convocata per le 20 ore italiane, dopo l’annuncio delle già minacciate ritorsioni contro Mosca che la premier britannica Theresa May dovrebbe illustrare oggi in parlamento, alla Camera dei Comuni.
“Gli alleati esprimono solidarietà al Regno Unito, hanno offerto il loro supporto nella realizzazione della indagine in corso, e chiesto alla Russia di rispondere alle richieste di Londra”, scrivono i Paesi Nato in una dichiarazione congiunta, dove l’avvelenamento dell’ex spia e della figlia viene definita una “chiara violazione delle norme internazionali”.
Il Regno Unito ha espulso 23 numero di diplomatici russi, un numero altissimo, come non avveniva dal 1971. I diplomatici avranno una settimana per partire, ha detto la premier britannica ai Comuni.
La premier britannica Theresa May ha reso noto di aver revocato ogni prossimo invito o visita del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in relazione al caso Skripal. Ha inoltre annunciato che non vi saranno delegazioni ufficiali nè rappresentanti della famiglia reale ai Mondiali di calcio di Russia 2018.
Per May la Russia è “colpevole” nella vicenda della ex spia avvelenata a Londra, ha detto la premier alla Camera del Comuni, considerato il “sarcasmo” e il “disprezzo” con cui Mosca ha risposto all’ultimatum di Londra. “Molti di noi guardavano con speranza a una Russia post-sovietica. Vogliamo relazioni migliori e il presidente Putin ha scelto questo tragico modo di agire”.
La premier ha annunciato provvedimenti legislativi per prendere di mira i patrimoni in Gran Bretagna di uomini d’affari e funzionari russi ritenuti sospetti in relazione al tentato avvelenamento. Ha inoltre preannunciato misure restrittive e controlli sui voli privati, sugli ingressi e sui movimenti di queste persone. Inoltre, il governo britannico intende “congelare ogni asset dello Stato russo” che ritenga utilizzabile a scopi ostili.
(da “agenzie)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile LE USCITE DEL FUORICORSO PADANO SU EUROPA E CAMERE CREANO SEMPRE PIU’ MALUMORE TRA GLI ALLEATI BERLUSCONI E MELONI… “FAI PURE UN INCIUCIO CON IL M5S, NOI ANDIAMO ALLL’OPPOSIZIONE E DENUNCIAMO IL TUO TRADIMENTO”
«Attenzione, qui dobbiamo rispettare il vincolo di coalizione…altrimenti alle consultazioni al
Quirinale il centro destra andrà diviso….».
È fortissima l’irritazione di Silvio Berlusconi («Qualcuno vuole far saltare il tavolo…?») nei confronti di Matteo Salvini che, concorda Giorgia Meloni, sta interpretando a modo suo il patto elettorale del centrodestra.
Il Cavaliere non ha gradito «la sceneggiata» contro l’Euro e i trattati Ue fatta dal leader leghista a Strasburgo dove Forza Italia è una colonna del Ppe, tanto da esprimere il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. «Il tetto del 3% che fa parte delle regole, io sarei per rispettarlo ma se devo trovare 31 miliardi di Euro…allora contratteremo con Bruxelles in modo sereno per rispettare le esigenze italiane», ha infatti detto Salvini.
E questa frase ha scatenato un terremoto dentro Forza Italia: «In confronto, Di Maio (che ha parlato alla stampa estera con toni più pacati, ndr) appare un vero statista….», si è sfogato Berlusconi lamentando il fatto che lui è il garante in Europa dell’ l’alleanza con Salvini.
L’invito a cena a Palazzo Grazioli, rivolto da Berlusconi a Giorgia Meloni e a Salvini, ha preso una piega imprevista fin dal mattino quando sono rimbalzate da Strasburgo le dichiarazioni del leader della Lega per niente rassicurati sul futuro dell’Euro e sul tetto del 3% del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo.
Passate le 8 della sera – quando Salvini accompagnato da Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni con Ignazio La Russa hanno varcato il portone della residenza romana di Berlusconi – la tensione tra gli alleati si tagliava a fette.
Al piano nobile del Palazzo c’erano ad attendere anche Gianni Letta e Niccolò Ghedini, i due consiglieri più fidati del Cavaliere che sulla Lega hanno idee spesso divergenti.
È stata poi Giorgia Meloni a insistere sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato. E’ vero che Salvini ha smentito i contatti con Di Maio per dividersi le due poltrone ma gli alleati sospettano che un doppio gioco con il M5S sia in atto: «I patti sono chiari. La lega che ha preso più voti nella coalizione esprime il candidato premier ma questo non comporta che uno dei leader, poi, prenda decisioni a nome degli altri due senza consultarli».
Ai vertice della Camera, Salvini vuole il veterano Giorgetti (è alla sesta legislatura) mentre il M5S punta su Danilo Toninelli al Senato.
Ma, è stato ricordato durante la cena, «alla Camera non bastano la Lega e il M5S per eleggere il presidente».
Infine il tema più difficile: le possibili alleanze di governo e gli appelli alla responsabilità lanciati dal Quirinale.
«Governo con il M5s? Sicuramente non con il Pd e poi la Lega non ha pura di tornare al voto…», è il biglietto da visita con cui si è presentato Salvini.
La reazione di Berlusconi non è stata un messaggio di pace: «Fatelo pure un governo con i grillini. Noi passiamo all’opposizione, non aspettiamo altro che denunciare il vostro tradimento agli elettori».
Oggi il Cavaliere inconta i 170 neo eletti di Forza Italia che sono solo 12 in meno rispetto ai colleghi della Lega.
(da “il Corriere della Sera”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile IL PD ESCE ALLO SCOPERTO E LANCIA LA PROPOSTA… A LEGA E M5S NON CONVIENE, MA TORNARE AL VOTO PRESTO E’ DIFFICILE
Un governo di tutti per fare le riforme istituzionali e la legge elettorale, poi tornare rapidamente al voto.
A dieci giorni dal voto l’unica proposta sul tavolo delle forze politiche è questa, anche se c’è chi l’ha già bocciata. Ovvero il MoVimento 5 Stelle che con Luigi Di Maio ieri ha chiuso all’ipotesi di qualsiasi alternativa diversa dal suo governo.
A parlare apertamente dell’eventualità è oggi Dario Franceschini in un’intervista al Corriere della Sera: «Si è prodotto l’incrocio tra sistema bicamerale e tre poli politici; e non c’è legge elettorale che da sola possa risolvere il problema», ha detto il leader Dem ad Aldo Cazzullo; «È il momento di scrivere le regole tutti insieme. Le riforme a maggioranza non funzionano; ma siccome oggi nessuno ha la maggioranza, il quadro è perfetto per fare le riforme, perchè nessuno le può imporre agli altri».
Secondo Franceschini si può fare il monocameralismo appena bocciato dal referendum e una legge elettorale che escluda con il maggioritario il polo che arriva terzo o un proporzionale puro, dove però diventerà poi naturale una successiva alleanza in Parlamento.
Il PD da posizione minoritaria può oggi proporre soltanto questo e ben sapendo che sarà difficile che si arrivi a un accordo.
Perchè a Salvini e a Di Maio non conviene per niente mostrarsi possibilisti verso altre formule che non siano quelle dell’incarico a chi ha vinto.
Prima di tutto, perchè la crisi è appena iniziata e l’urgenza di trovare una soluzione ancora non c’è visto che mancano i presidenti di Camera e Senato. E in secondo luogo perchè la strategia del fare i matti finora ha pagato elettoralmente e prima o poi (più prima che poi) alle urne ci si deve tornare.
D’altro canto se uno convoca una conferenza stampa per dire che non c’è niente da trattare (Di Maio) e il governo (suo) già c’è mentre l’altro passa la giornata al Parlamento europeo per parlare di piano B sull’euro e fotografarsi con Nigel Farage, è normale che non si trovi alcuno spazio politico per le larghe intese.
La proposta del PD al Quirinale sarà incentrata su questo argomento: no a qualsiasi governo con grillini o destra, per aprire poi ad una eventuale chiamata del Colle per un governo di scopo, che riporti il paese alle urne non prima di un anno. Unica luce in grado di spazzare il fantasma di un voto anticipato a settembre.
Il governissimo servirebbe anche ad affrontare le priorità economiche che il governo Gentiloni non ha voti per portare a casa. L’alternativa, il voto, non è molto praticabile. Scrive oggi Ugo Magri sulla Stampa:
Primo ostacolo: il calendario. Da noi non si è mai votato in estate. Volendo restare nella prassi di 70 anni, l’ultima domenica utile per chiamare gli italiani a esprimersi sarebbe domenica 24 giugno (nel 1983, anno del record, si arrivò al 27). Ma perchè le elezioni possano materialmente svolgersi, le Camere andrebbero in quel caso sciolte entro fine aprile. Tuttavia, ecco il problema, le consultazioni potranno incominciare non prima che vengano eletti i presidenti delle due Camere: sicuramente si scivolerà dopo Pasqua.
Votare presto non si può
Andare al voto in estate invece avvantaggerebbe chi ha un gran serbatoio di voti al Sud — i cittadini del meridione vanno meno in vacanza rispetto a quelli del settentrione — a discapito di chi sta al Nord.
E anche andare alle urne subito dopo l’estate sarebbe problematico:
Pure in autunno non si è mai votato, sebbene possa sempre presentarsi una prima volta. In questo caso, la difficoltà numero uno è legata alla legge finanziaria.
Salvo miracoli, le elezioni impedirebbero di approvarla entro fine anno, col risultato che scatterebbero in automatico le famose clausole di salvaguardia: in pratica un aumento dell’Iva che balzerebbe all’11,5 (per l’aliquota ridotta) e addirittura quella più alta al 24,2.
Sarebbe un salasso per tutti, si calcolano oltre 800 euro a famiglia. Crollerebbero i consumi interni, con conseguente gelata della crescita.
Se causassero nuove elezioni, Di Maio e Salvini dovrebbero spiegarne i motivi in primo luogo a commercianti, piccoli imprenditori e al vasto popolo delle partite Iva, soprattutto al Nord, che ne verrebbe falcidiato. In gioco ci sono parecchi voti.
Insomma, il governo di tutti permetterebbe di gestire una fase di transizione e se l’obiettivo fossero davvero le riforme istituzionali ce ne sarebbe di tempo per lavorare mentre in parlamento le maggioranze variabili potrebbero formarsi intorno a proposte dei singoli parlamentari o partiti.
Ma non si farà se Salvini e Di Maio non si convincono e fallirà se non riesce a trovare una legge elettorale che vada bene a entrambi i vincitori di questa tornata.
Un pronostico fin troppo facile.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile EMERGONO VARIE TESTIMONIANZE, L’AZIENDA DI TRASPORTI: “SEGNALAZIONI PLURIME CIRCA LA MANCATA EFFETTUAZIONE DELLA FERMATA DA PARTE DELL’AUTISTA”… PROFUGHI RISPETTOSI, MAI DATO ALCUN PROBLEMA A BORDO
Ogni mattina, intorno alle 8, raccattano le loro cose, lasciano il campo di accoglienza e si dirigono
verso la fermata dell’autobus di via Pinera, a Marco (isolata frazione di Rovereto, in provincia di Trento).
Da lì prendono la linea 1 della corriera, gestita da Trentino Trasporti (la società di trasporto pubblico della Provincia): 13 fermate e sono a Rovereto, dove frequentano corsi di italiano e svolgono varie attività di formazione.
Difficile non notare questo gruppo di richiedenti asilo. Eppure, in almeno un paio di occasioni l’autobus ha saltato la fermata – proprio con lo scopo di lasciare i migranti a piedi.
La versione dei migrant
L’autista incriminato si chiama Moreno Salvetti, consigliere comunale del centrodestra ad Avio (sempre in provincia di Trento).
Fino alla scorsa estate il 42enne era assessore ai Trasporti, ma si era dimesso dopo avere augurato su Facebook al presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, di fare la fine dell’orsa Kj2 (uccisa dopo essere stata catturata dagli agenti del Corpo forestale provinciale perchè ritenuta pericolosa).
La Uil Trasporti – di cui Salvetti è delegato sindacale – lo ha difeso dicendo che «ha agito in buona fede» e che i migranti in attesa non avevano «fatto cenni per chiedere la fermata».
I richiedenti asilo lasciati a piedi non sono d’accordo. «Di dieci persone alla fermata forse una non ha fatto il segno», ha detto Amit a Il Corriere del Trentino. «Ormai sappiamo come funziona», ha commentato un altro migrante.
Le segnalazioni alla Provinci
La vicenda è costata a Salvetti un procedimento disciplinare, provvedimento che potrebbe portare anche al licenziamento. La Provincia e Trentino Trasporti hanno inoltre segnalato il caso in Procura. «Nel corso del mese di dicembre sono pervenute alla Provincia e a Trentino Trasporti segnalazioni plurime circa la mancata effettuazione della fermata di Marco di Rovereto da parte di un autista», si legge in un comunicato stampa della Provincia.
Il sistema di rilevazione satellitare del mezzo e alcuni video hanno confermato le denunce, avanzate probabilmente dagli operatori del centro di Marco (istituito nel 2014 come campo di prima accoglienza, nonostante molti dei suoi circa 180 ospiti ci vivano da diversi mesi, con dei container come case).
«La condotta si è concretizzata in una ripetuta violazione degli obblighi, con conseguente turbativa al regolare svolgimento del Servizio Pubblico con danno anche all’immagine della società ».
Fatto isolato o condotta frequente?
Dai filmati emerge che si sono verificati uno o due episodi di questo tipo. «Una o due volte, mona? È successo molto più spesso. L’ho visto con i miei occhi, c’ero quando hanno fatto quei video», ribatte Amit.
Mauro Previti, assessore alle Politiche Sociali di Rovereto, parla di un fatto isolato, «da condannare assolutamente». Se si dimostrasse che Salvetti ha tirato dritto deliberatamente per motivi di razzismo anche in una sola occasione, spiega, si tratterebbe di un evento gravissimo.
I dati sui richiedenti asilo in Trentino
«Nessuno ha mai avuto nulla da eccepire sul comportamento degli stranieri a bordo dell’autobus», afferma una signora nel servizio di Tg Trentino.
«Rovereto, Città della Pace, non ha mai avuto problemi di integrazione», racconta Previti. «I richiedenti asilo partecipano a diverse attività di volontariato. Per esempio, si occupano della pulizia delle strade. Nel frattempo, capita spesso che i cittadini portino loro delle bevande».
Secondo i dati forniti da Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento), a Rovereto sono presenti 329 richiedenti asilo, su una popolazione di circa 40mila abitanti. «Ce ne dovrebbero essere al massimo 90…», commenta Previti. I due terzi delle persone in accoglienza della Provincia di Trento gravitano sui territori comunali di Trento e Rovereto. Al Trentino spetta soltanto lo 0,9 per cento dei profughi accolti a livello nazionale.
(da “il Corriere della Sera”)
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