Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
RENZI: “ORGOGLIOSO DI AVER FATTO FALLIRE L’ACCORDO TRA PD E M5S”… FRANCESCHINI: “ANALISI SUPERFICIALE E SBAGLIATA”
Neppure 24 ore.
Tanto è durata la fragile tregua siglata ieri nella direzione del Pd con una fiducia a tempo nei confronti del segretario reggente, Maurizio Martina.
A far riesplodere la polemica proprio il rapporto con i Cinquestelle, definitivamente archiviato dopo l’intervento di Matteo Renzi a Che tempo che fa.
Oggi l’ex segretario rivendica quella chiusura: “Sono orgoglioso di aver fatto fallire l’intesa con il Movimento. Per due mesi hanno fatto i bravi, ‘gli istituzionali’. Oggi capiscono finalmente di non avere i numeri per Palazzo Chigi e quindi sbroccano”.
Un modo implicito per sottolineare che spetta ancora a lui dare la linea al partito.
L’occasione è offerta da un doppio affondo, arrivato da Di Maio e da Grillo.
Il primo chiude a un governo di tregua guidato da un tecnico – ipotesi su cui sembra lavorare il Colle – mentre il secondo tuona contro il Rosatellum, definendolo un golpe, e torna a chiedere un voto sull’euro.
Franceschini, però, non condivide l’impostazione dell’ex premier: “Penso che la riflessione di Renzi sia superficiale e sbagliata. Proprio il fatto che Grillo e 5 Stelle tornino, fallita una prospettiva di governo e avvicinandosi le elezioni, ai toni populisti e estremisti, dimostra che avremmo dovuto accettare la sfida di un dialogo proprio per portarli a rapportarsi con la realtà di una azione di governo reale che non si affronta con grida e slogan”.
A Renzi risponde anche Di Maio: “Dovrebbe sapere che sono i cittadini ad aver sbroccato il 4 marzo quando hanno dimezzato i voti al suo partito. Non gli è bastato?!”.
D’altra parte l’armistizio aveva una data di scadenza ravvicinata. Il fronte renziano sembra intenzionato a fissare l’assemblea entro maggio, probabilmente il 27.
E il reggente – Martina – rischia di non essere confermato se le elezioni dovessero davvero essere alle porte. La vera sfida, a quel punto, sarebbe sulle liste elettorali: chi le deciderà ?
(da agenzie)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
IL PROGETTO COMINCIA A PRENDERE FORMA, I NOMI IPOTIZZATI GUARDANO A ECONOMISTI PER RASSICURARE I MERCATI
Un governo di tregua che porti il paese al voto nel 2019, guidato da una figura autorevole in grado di rassicurare i mercati.
Ovvero non un giurista, come si pensava visti i trascorsi di Mattarella, ma un economista.
Il progetto del presidente della Repubblica, che il Quirinale proporrà ai partiti durante le consultazioni di lunedì, comincia a prendere forma e ha tutte le caratteristiche per essere inviso alla Lega e al MoVimento 5 Stelle.
Con un identikit del genere è facile arrivare a qualche nome e i giornali oggi cominciano la caccia.
Secondo Repubblica il toto-premier del “governo di tregua” si è messo vorticosamente in movimento, una ridda di voci in libertà : dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco al presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, da Sabino Cassese al presidente dell’Inps Tito Boeri, ma sul Colle non avrebbero ancora deciso.
Di tracciato c’è solo l’identikit ideale dell’uomo incaricato di risolvere il rebus governo.
Il governo di Mattarella avrebbe due obiettivi: l’approvazione della manovra entro dicembre, e quindi evitare l’aumento dell’Iva, e gli appuntamenti decisivi in sede Ue che aspettano il nostro Paese.
Non figura, nell’agenda del capo dello Stato, la riforma elettorale: lo stesso Di Maio oggi in un’intervista al Fatto ha spiegato che a lui sta bene il Rosatellum e che sarebbe impossibile trovare un accordo con la Lega sul punto.
Il nome di Visco sarebbe probabilmente inviso a Matteo Renzi, dopo la polemica su Banca Etruria all’epoca della Commissione Banche, poi “risolta” con la ritirata strategica del Partito Democratico durante l’audizione del governatore di Bankitalia.
Il casting del governo del presidente non finisce qui.
Alessandro Barbera sulla Stampa cita anche l’attuale presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, l’attuale vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, l’ex ministro della Giustizia e attuale presidente della Luiss Paola Severino.
Eppure secondo le voci che si raccolgono in queste ore sul Colle più alto Mattarella starebbe pensando a un identikit decisamente diverso, una personalità con un background economico e sufficientemente nota all’estero per costituire una garanzia verso i mercati e le istituzioni europee.
In giro di profili del genere non ce ne sono molti, soprattutto se li si immagina in Parlamento a chiedere la fiducia e ottenere un ampio consenso.
Da un breve sondaggio a microfoni spenti, dai grandi partiti emergono almeno quattro nomi possibili.
Il primo — e al momento il più papabile — è quello dell’economista di origini torinesi Guido Tabellini. Altri nomi sarebbero quelli di Roberto Perotti, Luigi Zingales ed Enrico Giovannini.
Il Messaggero invece fa i nomi di Lucrezia Reichlin e Carlo Cottarelli.
Insomma, l’identikit è chiaro. Manca di capire quale maggioranza in Parlamento voterà la fiducia a un esecutivo del genere.
Posto che le regole al Senato sono cambiate, un governo potrebbe nascere anche non con il voto positivo, ma con l’astensione delle forze che oggi hanno detto no a un’ipotesi del genere, ovvero la Lega e il MoVimento 5 Stelle.
Sarà un bel problema per Mattarella far cambiare idea a Di Maio e Salvini.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
IL 66% CONFIDA NEL CAPO DELLO STATO, IL 33% VUOLE UN RITORNO ALLE URNE… GLI ULTIMI SONDAGGI CONFERMANO CHE L’EQUILIBRIO NON SI SPOSTA
Lo stallo istituzionale in cui si trova il Paese dopo le elezioni del 4 marzo non significa che tutto sia fermo. Non significa che i cittadini siano in neutra attesa del futuro più o meno prossimo. Anzi.
Gli ultimi sondaggi misurano le fluttuazioni dell’elettorato. Che si muove, cerca nuove strade e nuove formule per orientarsi: per uscire dal museo delle cere in cui sembra essersi trasformata la politica.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto è cresciuta la Lega rispetto al voto del 4 marzo e oggi naviga intorno al 20%., è calata di poco Forza Italia ma sta recuperando, stabile Fdi, in calo i centristi.
Il M5S è ritornato alle percentuali delle politiche, intorno al 32%, mentre il Pd è in leggera ripresa.
Morale: nessuno avrebbe la maggioranza neanche adesso.
Poi gli scenari preferiti dagli elettori.
Ancora Piepoli: il 31% degli italiani chiede un ritorno immediato alle urne, basta giochi, basta consultazioni. Il 21% è favorevole a un governo Lega-5Stelle: via Berlusconi, si rompa il centrodestra, si dia parola ai vincitori delle elezioni. Il 18% è favorevole a un governo istituzionale-di tregua-del presidente: sia Mattarella a traghettare il Paese fuori dallo stallo invocando responsabilità . Il 10% vuole un governo di centrodestra: provino poi i leader a cercare i numeri in Parlamento. L’8% vuole un esecutivo 5Stelle\Pd, ma la cronaca li delude. Solo il 3% chiede un patto tra tutto il centrodestra e i grillini.
Nel labirinto post elettorale, però, una guida c’è: riconosciuta, stimata, meritevole di fiducia.
E’ il Capo dello Stato, il presidente Mattarella: il saggio cui gli italiani chiedono di risolvere la crisi.
L’indice di fiducia di Sergio Mattarella è al 66%. Al secondo posto l’attuale premier Gentiloni è al 49%. Come se gli italiani chiedessero anche e soprattutto una navigazione stabile.
Al terzo posto Luigi Di Maio con il 39% mentre Matteo Salvini è solo al 35%. Staccato l’ex segretario del Pd: Renzi è al 22%. Tallonato da Beppe Grillo al 21%. Chiude Silvio Berlusconi: il leader di Forza Italia incassa la piena fiducia del 16% dei cittadini
E nello stallo c’è un altro stallo.
C’è il Pd che non riesce a mettere in moto la propria azione. Due mesi di sospensione. Due mesi in cui si cerca di delineare come e se uscire dall’angolo. Swg ha chiesto agli elettori del Pd di giudicare un eventuale patto con i 5Stelle: il 9% è del tutto d’accordo; il 31% è d’accordo; in disaccordo il 27%; del tutto in disaccordi il 33%. Vincono i contrari ma senza plebiscito: 60 a 40.
Per un partito che non solo nella dirigenza ma anche nella base sembra attraversato da una faglia che separa quasi in modo preciso due anime, due visioni, due modi di interpretare la crisi.
Come se ne esce?
Il 27 aprile Emg ha chiesto agli elettori del Pd chi dovrebbe essere il nuovo leader del Partito democratico: Gentiloni è in testa con il 24,1% (-3,1% rispetto al 16 aprile). Segue Renzi con il 23,4% (-0,5%); poi Martina con il 16,5% (+2,3%) e Nicola Zingaretti con il 7% (+1,2%).
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
PER LORO LA DEMOCRAZIA E’ GOVERNARE DA SOLI CON APPENA IL 32% DEL 75% DI VOTANTI
“Non esiste tregua per i traditori del popolo, questo deve essere chiaro. Ma non per il Presidente che è stato fin troppo paziente. Avevano l’opportunità “.
Lo afferma il leader di M5S Luigi Di Maio conversando con i cronisti in Transatlantico su possibili scenari di governo. “Se il governo di tregua nasce – aggiunge poi – è perchè Salvini si è alleato con il Pd”.
“Al voto il prima possibile – auspica – anche il 24 giugno. Abbiamo studiato che si può fare”.
Ma a distanza arriva la posizione Pd favorevole a un governo di tregua per voce di Ettore Rosato. “Noi abbiamo dato disponibilità al dialogo con tutte le forze politiche ma con dei paletti: ‘No’ a Di Maio o Salvini premier. Un governo di tregua proposto dal presidente della Repubblica avrebbe il nostro sostegno. Certamente Paolo Gentiloni ha tutte le carte in regola per essere un rappresentante del Pd come possibile premier. Lavoro che sta facendo bene”.
Il fondatore del Movimento Cinque Stelle torna a parlare di politica.
Per Beppe Grillo in Italia c’è stato “un colpo di Stato alla rovescia” in cui è stata “usata la democrazia” per impedire al M5S di andare al governo.
L’accusa lanciata in un’intervista al sito e mensile francese Putsch. Per Grillo “c’è stato un golpe alla rovescia. Si è utilizzata la democrazia per distruggerla” perchè “a causa dei una legge elettorale ci siamo ritrovati in impasse”.
Secondo Grillo, “la legge elettorale è stata decisa attorno a un tavolo per impedirci di governare. Allora cos’è la democrazia? Non so ma la democrazia dovrebbe permettere a chi raccoglie più voti di governare”, ha aggiunto.
Grillo rispolvera anche il tema del referendum sull’euro. Dice: “Tutti i trattati firmati erano giusti ma sono stati distorti dai regolamenti”, continua. “Se siamo un’unione di paesi, dovremmo condividere. Perchè ci sono due economie … quella del Nord e del Sud. E noi italiani siamo nel sud. Ho quindi proposto un referendum per l’area dell’euro. Voglio che gli italiani si esprimano. Le persone sono d’accordo? Esiste un piano B? Dovremmo lasciare l’Europa o no?”
E dal Movimento arriva una netta chiusura rispetto alle ipotesi di governo istituzionale. Per Danilo Toninelli “questi governi tecnici, di tregua, di transizione, del presidente sono fatti per tirare a campare, preferisco andare a votare”.
Ancora: “Se è un governo tanto per fare e tirare a campare con dentro Renzi e Berlusconi non so cosa direbbero i cittadini fuori. Non permetteremo di continuare a distruggere il Paese”.
(da agenzie)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
AL PRESIDENTE DELLA CAMERA BASTEREBBE RISPONDERE A UNA SEMPLICE DOMANDA, MA NON LO FA…E LA TRASPARENZA TANTO PROCLAMATA E’ ANDATA A FARSI FOTTERE … FICO ABITA IN QUELLA CASA O NO? LA COLF E’ IN NERO O NO?
È passata una settimana dalla pubblicazione della storia delle Iene sulla colf della compagna del Presidente della Camera Roberto Fico. Antonino Monteleone, inviato del programma di Italia
Uno, sostiene che la colf che lavora nell’abitazione napoletana di Yvonne De Rossa (dove Fico non ha la residenza ma abita, come dimostra la presenza della scorta) sia pagata in nero.
Fico ha fatto sapere ieri tramite i suoi avvocati di non essere il datore di lavoro della signora Imma (la colf) e di star «valutando di sporgere querela per diffamazione nei confronti della trasmissione Le Iene».
Mentre il Presidente della Camera continua a non voler rispondere alle domande (per inciso la versione di Fico è che Imma non lavora da Yvonne De Rosa ma che si scambiano favori perchè sono amiche) la vicenda ha assunto i contorni di uno sceneggiato televisivo.
Nel silenzio di Marco Travaglio — noto fustigatore e moralizzatore — il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo di Selvaggia Lucarelli nel quale si chiede invece a Monteleone di dimostrare che lui la sua colf la paga con un regolare contratto. L’editorialista del Fatto fa anche notare il cattivo gusto di tirare in mezzo una persona — la compagna di Fico — che è malata di cancro.
Qualche giorno prima invece il direttore del sito del Fatto Quotidiano — Peter Gomez — aveva pubblicato un editoriale per chiedere a Fico di fare chiarezza su una vicenda che seppur minima, rischia di minare la fiducia degli elettori nella trasparenza dei 5 Stelle.
Su Libero ieri Filippo Facci è poi andato all’attacco della Lucarelli per criticare la linea del Fatto Quotidiano che «si occupa del galateo delle domande e se ne fotte delle risposte, col formidabile risultato di sollevare fondamentali interrogativi, ora, sulla colf di Antonino Monteleone».
Nel frattempo tra i 5 Stelle serpeggia l’ipotesi di complotto. Dal momento che le Iene sono un programma Mediaset c’è chi ha pensato ad un attacco politico con tutti i crismi.
I capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli hanno parlato nei giorni scorsi «di strumentali attacchi politici privi di fondamento».
Roberto Fico continua a tacere mentre Yvonne De Rosa ha pubblicato ieri un post (poi rimosso, oppure semplicemente ne ha modificato le impostazioni della privacy) nel quale citava alcuni versi del Cirano di Francesco Guccini
Molti hanno collegato la citazione sulle «verità cercate per terra, da maiali» proprio alla vicenda del servizio delle Iene.
Non è tardata ad arrivare, sempre via Facebook, la replica di Antonino Monteleone che ha invece citato altri versi del Cirano di Guccini dedicandoli ai «politici rampanti» che «hanno fatto del qualunquismo un’arte».
Per la verità nel testo Guccini si rivolge anche a «portaborse, ruffiani e mezze calze» e a «feroci conduttori di trasmissioni false». Ma tant’è.
La stoccata di Monteleone è arrivata un’ora prima del post su Facebook dove Roberto Fico — già Presidente della Commissione di Vigilanza Rai — celebrava la giornata mondiale della libertà di stampa puntando l’attenzione sui cronisti più indifesi «i freelance e la “generazione dei cinque euro a pezzo”. Tutelando i più deboli si tutela un’intera società , questo vale per la stampa così come per tanti altri settori importanti del nostro Paese».
Chissà se forse mentre scriveva queste belle parole pensava anche alla colf assunta a 500 euro al mese, un contratto non proprio “onesto”.
Molto probabilmente no, visto che per il Presidente della Camera si tratta solo di uno scambio di favori.
Tutta la storia è diventata ufficialmente una farsa dopo l’intervento di Dino Giarrusso — l’ex Iena assunta in Regione Lazio come addetto alla comunicazione del gruppo M5S — alla Zanzara, il programma di Radio 24 condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
Giarrusso ritiene — contrariamente a quanto sostenuto da alcuni portavoce pentastellati come Paola Nugnes e Carla Ruocco — che quello delle Iene non sia un attacco politico. Non è la prima volta che Giarrusso interviene a difendere il M5S, lo aveva fatto già all’epoca dei plagi nel programma del MoVimento.
Giarrusso ha definito l’inchiesta di Monteleone un po’ zoppicante e ha detto «Non mi sembra che Fico abbia commesso degli illeciti». Secondo l’addetto alla comunicazione del M5S Lazio Fico «non vive in quella casa, ha una casa sua a Napoli».
Ma non è vero perchè Fico non ha mai detto — e avrebbe potuto farlo chiudendo definitivamente la questione — che non abita a casa della De Rosa.
Eppure Giarrusso continua dicendo che «Ognuno ha la responsabilità delle cose che fa lui. Le Iene dovevano andare dalla moglie, non da lui. Io quel servizio non lo avrei fatto, mi sembra che ci fosse un po’ pochino per fare un servizio, dovevano andare da Yvonne».
Il servizio delle Iene «non ha colpito bene il bersaglio» e in buona sostanza non era tenuto a sapere se a casa della compagna, a Napoli, la colf era pagata in nero o meno. Peccato che in più di un’occasione i 5 Stelle si siano attaccati proprio alla questione del “non poteva non sapere”.
Come al solito 5 Stelle e due misure. Le domande rimangono: la colf è in nero, o no? Ce l’ha un contratto, o no? Ai Fico l’ardua risposta.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
ALLA VIGILIA DEL SUO ADDIO, L’EX ASSESSORE AL COMMERCIO DELLA RAGGI REITERA LE SUE ACCUSE
Ieri Adriano Meloni si è presentato in conferenza stampa con Carlo Cafarotti, che ha ereditato il suo assessorato al Commercio, e la sindaca Virginia Raggi per salutare anche se rimarrà con la delega al Turismo.
Poi Meloni ha rilasciato un’intervista a Simone Canettieri e Camilla Mozzetti del Messaggero per reiterare nei confronti del MoVimento 5 Stelle le stesse accuse che lo avevano portato sull’orlo delle dimissioni nel dicembre scorso e per le quali si era scusato con Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio indicato come “Coidicine” nel colloquio dell’epoca, ufficialmente “rubato” sempre dal Messaggero.
Meloni, perchè è arrabbiato?
«Ero inc… prima e lo sono tuttora perchè con la Festa della Befana, Coia ha regalato la manifestazione ai Tredicine e questo va contro Roma e il suo decoro».
Continua a non farsene una ragione,eh?
«No»
Eppure fino a cinque minuti fa lei e Coia eravate seduti insieme allo stesso tavolo con la sindaca Raggi. L’ultima volta che lo chiamò Coidicine scoppiò una bufera. Insiste?
«A me piace dare i soprannomi alle persone e quello per Coia mi sembrava il più appropriato considerata la situazione che si era creata».
Meno male, per lei, che dalla settimana prossima lascia il Campidoglio, altrimenti scoppierebbe l’ennesima lite.
«Da tempo avevo deciso di andare via. A luglio dello scorso anno ho preso la decisione, formalizzandola poi alla sindaca. A ottobre le ho inviato anche una lettera, scrivendole che volevo andar via in maniera soft».
Per la Befana ai Tredicine?
«Certo,dopo quello che era successo era inutile nascondersi».
Lei ha perso, hanno vinto i Tredicine grazie a Coia e dunque al M5S?
«Sono molto arrabbiato tutte le volte che ci penso, non mi nascondo dietro a un dito. Purtroppo non ce l’ho fatta».
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
LO STUDENTE 21ENNE DA’ UNA LEZIONE DI STILE A TRE POVERI DEMENTI RAZZISTI : “VITTIME DI UNA SOCIETA’ MALATA”
Prima lo hanno accerchiato mentre tornava a casa con la sua bici. Poi lo hanno scaraventato a terra e lo hanno tempestato di calci e pugni.
È successo a Cambridge, in Inghilterra, dove il 21enne studente di Pomezia Marco Fagioli è stato assalito da un branco di bulli di appena 16 anni.
Naso rotto, un occhio nero e ferite superficiali a testa e mani, senza alcun motivo che potesse giustificare una tale violenza.
Marzio però, che nel Regno Unito insegue il suo sogno di diventare regista e scrittore, non si è fatto spaventare. E in un post su Facebook ha voluto commentare l’accaduto:
Dove molti avrebbero trovato uno spunto per “gridare” contro la società britannica, lo studente romano ha voluto lanciare un messaggio ben più profondo:
“Voglio solo dire che non sono arrabbiato. Non ho risentimenti o rancori verso i 3 ragazzi che mi hanno fatto questo in faccia. Anzi, mi dispiace per loro. Mi dispiace per l’intera classe sociale e per la generazione che rappresentano. La rabbia e la violenza gratuita che ho subito lunedì sera sono solo un altro esempio della nostra società malata e di genitori diseducativi, che potrebbe essere stato presente anche nelle generazioni precedenti. Come in un ciclo, in cui pessimi genitori portano i figli a diventare essi stessi dei cattivi genitori e così via”
Marzio poi ha voluto rivolgersi direttamente ai tre responsabili dell’atto di bullismo:
“Volevo solo dirvi che mi dispiace. Mi dispiace davvero per la rabbia che avete represso dentro voi stessi vi abbia portato a fare questo. Voglio essere chiaro: non sono io l’unica vittima, anche voi lo siete. Spero che un giorno crescerete e diventerete più maturi, comprensivi e amorevoli. Questo è il motivo per cui il mio obiettivo principale è cercare di migliorare la società creare un ambiente migliore per i miei discendenti in cui vivere. Per favore cercate di capire, e mantenete la mente aperta riguardo a questo incidente e verso quegli adolescenti, perchè questo potrebbe essere il primo passo verso tutti noi che stiamo insieme per discutere come migliorare le cose”
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
LA DECISIONE IN SEGUITO ALLO SCANDALO CHE HA COINVOLTO ARNAULT, MARITO DI UNA GIURATA, ACCUSATO DI MOLESTIE DA 18 DONNE
Grandissima sorpresa. Nessuno se lo aspettava. Il Nobel 2018 non verrà assegnato. L’annuncio ufficiale è arrivato dall’Accademia svedese.
Un lancio primo breve di agenzia alle nove di mattina per dire che il prossimo premio Nobel per la letteratura sarà cancellato. Il premio verrà consegnato il prossimo anno insieme a quello del 2019: “L’Accademia svedese comunica oggi che il vincitore del premio Nobel 2018 sarà scelto e annunciato insieme al vincitore del premio del 2019”.
Non è la prima volta che il Nobel per la letteratura viene annullato e rimandato.
Da quando esiste il premio, dal 1901, era già successo 7 volte, in periodi difficili per la storia europea: nel 1914, 1918, 1935 e poi dal 1940 al 1943.
Mai, però, il premio era stato posticipato per un motivo come quello di quest’anno: uno scandalo partito da una storia di molestie sessuali che è in via di indagine.
La decisione è stata presa – specifica il comunicato ufficiale – per via di un’Accademia numericamente indebolita che aveva visto diminuita la fiducia nei suoi confronti nel mondo. Con un grave danno di immagine.
Gli accademici fanno sapere che i lavori in corso per il prossimo premio Nobel sono molto avanzati, ma è necessario che l’Accademia abbia il tempo di ritrovare forza, “impegnare un numero maggiore di membri” (il che vuol dire cha a breve ci saranno nuove nomine) e “ricreare la fiducia” perduta intorno alla sua attività prima di assegnare un nuovo premio.
“I membri attivi dell’Academia – continua il comunicato – , nel rispetto dell’eredità unica dell’istituzione, considerano necessario modificare il loro modo lavorare”. Questo significa che la decisione è in linea con la riforma dello Statuto voluta dal re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che ieri ha stabilito che gli accademici non sono più in carica a vita e possono rassegnare le dimissioni su richiesta. E se non sono stati attivi per almeno due anni possono essere allontanati dall’Accademia.
L’Accademia di Svezia dichiara di voler ‘modernizzare’ il proprio modo di lavorare.
Si dice anche che sarà modificata la comunicazione con l’esterno e verrà posta attenzione sui possibili conflitti d’interesse. I membri della reale istituzione si dicono consapevoli che il lavoro di ricostruzione esige tempo e energia e dicono che la posticipazione del premio è stata decisa nel rispetto “sia dei vincitori passati che di quelli futuri” e nel rispetto della Fondazione Nobel e del mondo intero.
È quanto ha dichiarato Anders Olsson, l’attuale segretario ad interim dell’Accademia, successo a Sara Danius dopo le sue dimissioni.
Per l’Accademia di Svezia che assegna il prestigioso riconoscimento è un modo di rispondere allo scandalo che l’aveva travolta, dopo che il marito di una giurata – Jean-Claude Arnault – era stato accusato di molestie sessuali nei confronti di 18 donne e di finanziamenti poco chiari da parte dell’Accademia al club culturale di sua proprietà , il Forum, un locale nel centro di Stoccolma, chiuso dopo le tristi vicende.
Nei giorni scorsi lo stesso Arnault era stato coinvolto in un nuovo scandalo: il fotografo avrebbe molestato la principessa Vittoria di Svezia.
(da agenzie)
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Maggio 4th, 2018 Riccardo Fucile
L’UOMO E’ STATO LIBERATO A CHIERI DAI CARABINIERI, DENUNCIA PER LA DONNA
L’idraulico non le aveva consegnato la ricevuta fiscale e così una donna di 75 anni ha deciso di sequestrarlo in casa fino a quando il professionista non avesse adempiuto ai propri obblighi fiscali.
È successo a Chieri ieri sera. La pensionata è stata denunciata dai carabinieri di Pino Torinese.
L’allarme è partito quando la sorella della donna ha chiamato il 112. “Mia sorella ha chiuso in casa sua l’idraulico. Dice che lo libererà solo dopo aver parlato con voi”.
E ha mantenuto la parola perchè, quando sono arrivati i militari, la donna ha liberato l’artigiano.
“Non ha fatto bene il lavoro e non mi ha fatto la ricevuta”, ha spiegato la donna convinta di aver trovato il modo di denunciare il professionista poco accurato.
E invece è finita nei guai con una denuncia per sequestro di persona ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
(da agenzie)
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