Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
LIFELINE SI AVVICINA A MALTA CHE NEGA DI AVER RICEVUTO INVITO AD ACCOGLIERLA DAL GOVERNO ITALIANO COME SOSTENUTO DA SALVINI
«La nave fuorilegge Lifeline è ora in acque di Malta, col suo carico di 239 immigrati. Per sicurezza di equipaggio e passeggeri abbiamo chiesto che Malta apra i porti. Chiaro che poi quella nave dovrà essere sequestrata, ed il suo equipaggio fermato. Mai più in mare a trafficare».
Con questo delirante tweet del ministro dell’Interno Matteo Salvini si riapre forte più che mai la polemica sui migranti innescata dal caso Aquarius.
Al centro del caso ora c’è la Lifeline, che da circa una settimana naviga a ridosso delle acque libiche, stata già protagonista nei giorni scorsi di alcuni polemici botta e risposta via twitter con Salvini, con accuse di «fascismo» rivolte al titolare del Viminale, che aveva ironizzato sull’aspetto di un membro dell’equipaggio.
Ieri, giovedì 21, il primo intervento vero e proprio al largo delle coste libiche: «in acque internazionali», sostiene l’organizzazione.
Dalla capitale libica si muove una motovedetta che arriva in zona, soccorre un altro gommone in difficoltà e chiede la consegna dei 224.
La Lifeline giustamente oppone un «nein» e sollecita l’intervento alla Guardia costiera italiana: «vogliamo un porto sicuro».
Che non può essere libico, secondo la ong, che nella notte ha fornito assistenza a un mercantile intervenuto in soccorso di un altro gommone in difficoltà .
«La nostra nave batte bandiera olandese»: lo ha ribadito Lifeline in un tweet, dopo che il governo italiano ha preannunciato il sequestro dell’imbarcazione per avviare un’inchiesta di bandiera volta ad accertare se sia effettivamente registrata in Olanda. Lifeline ha pubblicato anche la foto della conferma di registrazione della nave omonima, datata 19 settembre 2017 con scadenza il 19 settembre 2019, in cui si indica Amsterdam come porto «di casa».
«Nonostante la retorica di Salvini, il centro di coordinamento di Roma non ha fatto alcuna richiesta formale a Malta di accogliere la nave».
È quanto riferiscono fonti del governo maltese alla testata Malta Today.
Anche il giornale Times of Malta riporta una versione analoga, parlando di fonti secondo le quali, nonostante l’imbarcazione sia entrata nella zona di «search and rescue» di Malta, La Valletta non ha ricevuto alcuna richiesta di assistenza nè dal centro di coordinamento di Roma, nè dal capitano della nave.
«Nessuna richiesta di soccorso è stata fatta finora», scrive il Times of Malta.
(da “La Repubblica”)
argomento: denuncia | Commenta »
Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
ONG ATTIVA DAL 2015 CON SEDE A DRESDA SI FINANZIA CON TRASPARENZA CON PICCOLE DONAZIONI DI PRIVATI CITTADINI… LORO NON HANNO MAI RUBATO 58 MILIONI DEI CONTRIBUENTI
All’inizio, ottobre 2015, fu la rotta balcanica e gli aiuti portati con il convoglio Dresda-Balcani da un gruppo di giovani, il nocciolo duro a Dresda, che non volevano più stare a guardare.
Il mese dopo tre furgoni partirono per la Serbia, insieme a una squadra internazionale per assistere migliaia di rifugiati in attesa di registrazione.
A dicembre l’attività si spostò in Grecia, Idomeni, e di seguito a Chios.
Poi, con la chiusura della rotta balcanica e la ripresa delle traversate nel Mediterraneo, la decisione di passare ad agire in mare: ad aprile 2016 iniziò la ricerca di un’imbarcazione ad Amburgo, Sassnitz, Rotterdam. “Abbiamo perlustrato l’intero mercato navale europeo”, otto visite “senza successo”, fino a che “un’altra Ong ci ha offerto in vendita la sua nave di soccorso”, una nave “quasi completamente attrezzata” anche se qua e là da riparare.
Da settembre 2016 questa nave diventò l’imbarcazione di Lifeline, organizzazione fondata tre mesi prima, a maggio 2016, che iniziò a operare nel 2017.
La nave in questione, già Sea-Watch 2, ex Clupea, 32 metri di lunghezza, 8 di larghezza, bandiera olandese, fu completata nel 1968 nel cantiere navale Hall, Russell&Company ad Aberdeen.
In origine era un peschereccio utilizzato come nave da ricerca per l’industria della pesca britannica. Nel 2015 la acquistò la ong Sea-Watch e la trasferì ad Amburgo, dove nei cantieri navali di Pella Sieta fu convertita ufficialmente e registrata come scialuppa di salvataggio.
Ribattezzata Sea Watch 2 il 18 marzo 2016, fu poi trasferita a Malta per essere operativa del Mediterraneo.
Nel 2016 l’acquisto per 200.000 euro, stando alle informazioni reperibili online, da parte di Mission Lifeline, che la ribattezzò con suo nome. Mission Lifeline è una ong tedesca. “Salva le persone nel Mediterraneo con noi!” è l’invito che compare vicino ai dati bancari di un istituto di Dresda presso cui fare donazioni a favore dell’organizzazione, con l’indicazione che il versamento è deducibile dalle tasse.
Sul sito un contatore registra il livello dei versamenti: ora il target è 48mila euro e le donazioni hanno raggiunto circa 42mila euro.
Il motto che appare su Facebook è invece: “Stai calmo e salva vite”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
argomento: radici e valori | Commenta »
Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
SOLO DEGLI ANALFABETI RAZZISTI POSSONO PENSARE DI SEQUESTRARE UNA NAVE IN ACQUE INTERNAZIONALI… 239 ESSERI UMANI SALVATI A BORDO, SE UNO MUORE L’ACCUSA PER CHI NON LI HA SOCCORSI SARA’ OMICIDIO, SALVINI E TONINELLI PREPARINO GLI EFFETTI PERSONALI
“La nostra nave batte bandiera olandese“. La ong Mission Lifeline, proprietaria dell’omonima imbarcazione intervenuta al largo delle coste libiche per salvare migranti, vuole chiudere le polemiche col governo italiano e su Twitter pubblica anche un documento a dimostrazione della sua provenienza.
Dati che confermano quanto sostenuto da ilfattoquotidiano.it sulla base dei dati consultabili sul portale ufficiale dell’Imo, l’Organizzazione marittima internazionale. In un altro tweet ribadisce di essere intervenuta, “come in tutte le precedenti missioni, in acque internazionali“, a differenza di quanto dichiarato dal ministro Toninelli, che aveva parlato di un suo intervento in acque libiche.
A sollecitare l’intervento di Malta è il ministro Danilo Toninelli: ” Dovrebbe essere, notizie di queste ore, in acque maltesi, ma non abbiamo ancora la certezza. Nel momento in cui saranno in acque maltesi — continua il ministro pentastellato — la responsabilità dell’apertura di un porto per la messa in sicurezza sarà sicuramente a carico di Malta”.
La Ong smentisce quindi la rappresentanza dei Paesi Bassi presso l’Unione europea, che il 21 giugno aveva dichiarato che Lifeline e Seefuchs (una seconda nave in mare nel Mediterraneo) “non viaggiano con bandiera olandese, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos). Appartengono a Ong tedesche e non sono registrate in Olanda”.
Ma ora l’annuncio della Ong complica ulteriormente le cose, mentre a bordo dell’imbarcazione ci sono ancora 239 migranti che aspettano di approdare in un porto sicuro. Nella notte, intanto, la stessa Lifeline ha fornito assistenza a un mercantile che è intervenuto in soccorso di un altro gommone in difficoltà .
(da “Il Fatto Quotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »