Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
INSIEME A SEI AGENTI DI POLIZIA, ARRESTATA ANCHE SIMONA AMADIO, DIPENDENTE DELLA PROCURA DI ROMA E CANDIDATA ALLE AMMINISTRATIVE PER LA LEGA
Lui, un uomo legato al clan. Loro, poliziotti che gli fornivano indicazioni sui processi nei quali era
coivolto.
I carabinieri del nucleo investigativo di Roma e gli agenti della Squadra mobile hanno eseguito all’alba un’operazione che ha portato in manette sei agenti di polizia, l’impreditore pregiudicato Carlo D’Aguano e una dipendente della procura di Roma: sono accusati a vario titolo di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio. Un settimo poliziotto è stato raggiunto da una misura interdittiva.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino e dal sostituto Nadia Plastina, l’imprenditore Carlo D’Aguano, da tempo attenzionato dalla Direzione distrettuale antimafia per una serie di attività legate alle sale giochi e presunti contatti con la camorra.
Le altre sette persone, a cominciare da Amadio e il compagno, poliziotti addetto al servizio scorte, sono tutte accusate di aver fornito a D’Aguano una serie di utilità e informazioni sulle inchieste in cui era coinvolto in cambio di denaro e favori: in manette sono finiti oltre alla coppia, tre poliziotti del reparto volanti e due del Commissariato Fidene.
Tra gli arrestati c’è anche il poliziotto eroe Francesco Macaluso del reparto volanti. Macaluso è l’agente che martedì 17 aprile scorso riuscì ad afferrare per le gambe un giovane di 28 anni che tentava il suicidio dall’ultimo piano di un palazzo in via Lorenzo il Magnifico, a due passi da piazza Bologna. Per quel gesto Macaluso venne ricevuto anche dal capo della polizia, Gabrielli.
E’ stata candidata alle ultime elezioni amministrative del 2016 a Roma, nelle fila di ‘Noi con Salvini’, Simona Amadio, la funzionaria della procura finita in carcere.
In servizio nella segreteria di uno dei procuratori aggiunti, Amadio era compagna di Angelo Nalci (addetto all’ufficio scorte della Questura) anch’egli finito in carcere. Nell’ordinanza del gip Cinzia Parasporo viene citato un dialogo tra i due, in cui lei “ripercorre una conversazione avuta con D’Aguano che aveva necessità di qualcuno che gli potesse fornire informazioni circa l’esistenza di procedimenti penali sul suo conto”.
Amadio dice: “Io Carlo me lo voglio tenere, allora tu devi pensare amore, che come tutti ‘gli impiccioni’ lui ha amici poliziotti… la talpa in Procura…lui (D’Aguano ndr)…la prima cosa che mi ha chiesto è: ‘mi posso fidare?’…a lui gli serve un appoggio in Procura, cioè qualcuno che va ad aprire a va a vedere”.
Figura centrale dell’inchiesta, la cancelliera, grazie al suo ruolo, aveva accesso alle informazioni su tutti i fascicoli di indagine.
Tanto che, nel marzo scorso, intercettata dai carabinieri , dice al fidanzato: “Ma sta gente che pensa…che io veramente da 23 anni sto a pettinare le bambole dentro alla Procura, prima di Milano e poi quella di Roma… Cioe’ se io voglio arrivo dappertutto… e a me nessuno mi dice di no. Il collega che mi ha fatto il favore di fare i tabulati – ricorda la Amadio facendo riferimento a un vecchio episodio -, lo sa che io mi faccio tagliare la gola ma i tabulati non escono fuori… a me nessuno mi dice di no… ma non perche’ sono un Padre eterno…perche’ in questi anni, forse, tra le tante sventure che mi sono capitate nella vita ho dato qualcosa a chi mi stava di fronte…quindi come si muovono, si muovono male”.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
INCHIESTA DELL’OBSERVER SULL’AMERICA DI TRUMP: LE GRANDI PRIGIONI PRIVATE FINANZIANO TRUMP E HANNO UN GIRO D’AFFARI DI SETTE MILIARDI DI DOLLARI
Un’inchiesta dell’Observer mette in luce una realtà inquietante: un giro d’affari di sette miliardi di dollari per la costruzione dei centri per migranti
Le azioni di due delle più grandi compaglie di prigioni private al mondo, il gruppo Geo e CoreCivic, stanno avendo prestazioni migliori nel mercato a causa della crisi migratoria, sostiene l’Observer in un suo articolo.
Il gruppo GEO e CoreCivic hanno visto le loro azioni salire rispettivamente del 1.79% e del 3.18%. Entrambe le società lavorano insieme all’Ice, Immigration and Customs Enforcement, che gestisce i centri di detenzione dei migranti.
L’ascesa delle azioni ha seguito l’annuncio di un disegno di legge repubblicano sull’immigrazione che prefigura la creazione di centri per famiglie di immigrati per un giro d’affari di 7 miliardi di dollari.
Una conseguenza della politica di ‘tolleranza zero’ della Casa Bianca che ha portato numerose polemiche la scorsa settimana per la pratica inumana di separare i bambini dai genitori immigrati clandestini.
Il presidente Trump, in seguito alle polemiche della scorsa settimana, ha dichiarato che, fermo restando che “i confini saranno rafforzati” non sopporta la vista di famiglie separate.
Soluzione? Creare dei centri di detenzione a misura di famiglia, che secondo l’avvocato specializzato nella questione migranti R. Andrew Free, che per primo ha notato l’andamento dei mercati, “rappresenta per le compagnie che gestiscono i centri di detenzione una nuova, redditizia fonte di guadagno”.
E non può davvero stupire scoprire a questo punto che, guarda caso, sia la Geo che CoreCivic sono dei grandi sostenitori di Donald Trump: hanno donato per la sua campagna presidenziale rispettivamente 250mila e 225mila dollari.
(da “Globalist”)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
INVECE CHE RECUPERARE 120 MILIARDI DI EVASIONE FISCALE, IL GOVERNO RAZZIGRILLINO PENSA A FARE CONDONI
Le persone che vivono in povertà assoluta in Italia superano i 5 milioni nel 2017. 
È il valore più alto registrato dall’Istat dall’inizio delle serie storiche, nel 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in 1 milione e 778mila e vi vivono 5 milioni e 58 mila individui.
L’incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell’8,4% per gli individui (da 7,9%).
Entrambi i valori sono i più alti della serie storica.
L’aumento della povertà assoluta colpisce soprattutto il Mezzogiorno dove vive in questa condizione oltre uno su dieci. L’incidenza stimata dall’Istat, nel Sud Italia, sale da 8,5% nel 2016 a 10,3% nel 2017, per le famiglie, e da 9,8% a 11,4% per gli individui.
Il peggioramento riguarda soprattutto chi vive nelle città principali, i comuni centro di area metropolitana, (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni di minori dimensioni, fino a 50 mila abitanti (da 7,8% a 9,8%).
E pensare che basterebbe destinare un sesto delle tasse evase in Italia, ovvero 20 dei 120 miliardi, per garantire un reddito di sopravvivenza a milioni di italiani.
E invece fanno i condoni fiscali.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
SPACCATURA NEL M5S, SINDACA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: I DISSIDENTI SONO PASSATI A 5 A 10
«Sono la sindaca di tutti, Torino viene prima del Movimento»; «Se continuate così vi mando tutti a casa»: Chiara Appendino è sull’orlo di una crisi di nervi per le Olimpiadi e arriva a minacciare le dimissioni e la chiusura dell’esperienza del M5S alla guida della città .
Alla vigilia dell’appuntamento a Roma con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti per discutere della candidatura di Torino 2026 la prima cittadina deve affrontare la notte più lunga dall’inizio del suo mandato.
Una riunione iniziata alle sei del pomeriggio, ieri,e proseguita fino all’una e mezza del giorno dopo.
Il fronte No Olimpiadi del Movimento 5 Stelle, contrario sin dall’inizio alla candidatura torinese, nonostante le parole di appoggio di Beppe Grillo e, negli ultimi giorni,dei ministri Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli, si fa sempre più largo.
Da cinque i consiglieri dissidenti sono passati a dieci e si comincia a fare concreto il rischio che la sindaca si ritrovi senza maggioranza in Consiglio e senza nessuno a cui dare la colpa.
La Stampa racconta di una serata “drammatica, tra riunioni, urla, pianti va in scena lo psicodramma di quella che poco meno di un anno fa era la sindaca più amata d’Italia”. Il quotidiano racconta che la maggioranza è contraria alle Olimpiadi.
«Chiara, Torino non si deve candidare». Ma la sindaca non ci sta: ha deciso di tentare lo stesso e minaccia di mandare tutti a casa se la maggioranza dei consiglieri non si piega: «Bene, ce ne andiamo tutti a casa», le hanno risposto loro al culmine della rissa.
La notte dei consiglieri e della sindaca diventa sempre più lunga.
La Stampa pubblica una foto che ritrae alcuni dei consiglieri fuori dal balcone a Palazzo Civico mentre fumano sigarette e si staccano per un attimo dal vertice e dalle discussioni che andranno avanti altre tre ore. Ci sono anche altri temi sul tappeto che scaldano gli animi dei consiglieri: il bando per le mense vinto da un’azienda che ha offerto una spesa di meno di quattro euro a pasto, la sceneggiata del portavoce della sindaca Luca Pasquaretta sull’imbarazzante storia dell’incarico per GTT e la scelta di realizzare o no la linea 3 della metro.
Ma il clou della rissa si raggiunge quando la sindaca abbandona la seduta dei consiglieri per andarsene nel suo ufficio con il suo vice Guido Montanari e il capo di gabinetto Mauro Marinari. Intanto la capogruppo al Comune Valentina Sganga esce di nuovo sul balcone per una lunga telefonata. E arriva l’ultimatum: mollare il dossier Olimpiadi e lasciare perdere. Altrimenti si sfascia la maggioranza. Oppure un attimo prima ci penserà lei a togliere il disturbo.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
DOPO AVER COSTRETTO 234 DISPERATI A VAGARE PER IL MEDITERRANEO IMPEDENDO ALLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA DI SOCCORRERLI COME IMPONEVA LA LEGGE E AVER TENTATO DI RICONSEGNARLI AI CRIMINALI LIBICI, QUALCUNO SE LO E’ PRESO NEL CULO
“Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta“. Il
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia così la fine del braccio di ferro fra gli Stati europei per l’accoglienza i 234 migranti a bordo della Lifeline, la nave della ong tedesca bloccata da giovedì scorso al largo di Malta.
Una situazione sulla quale nelle ultime ore il presidente francese Emmanuel Macron, oggiin visita da Papa Francesco in Vaticano, ha fatto pressing affinchè aprisse i porti per la nave della ong.
L’ok della Valletta, come aveva specificato poco prima del via libera all’attracco dell’imbarcazione, è vincolato alla condivisione di responsabilità da parte anche di altri Paesi europei, che si impegnano ad accogliere i migranti a bordo. “
Conte ha precisato che “l’Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l’auspicio che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso come in parte già preannunciato” (potrebbe chiedere a Orban quanti ne accoglie).
Conte di fatto ha smentito la linea di Salvini che aveva spergiurato “mai più nessun migrante salvato da una Ong”: ora una parte arriverà anche in Italia, tanto valeva non violare le leggi internazionali e salvarli subito, invece di esporli a rischio per giorni.
Salvini poi mente anche oggi quando dichiara che la nave verra’ sequestrata, una balla stratosferica, in realtà il governo maltese ha semplicemente annunciato di aver aperto “un’inchiesta per verificare se il capitano della Lifeline ha ignorato le istruzioni delle autorità italiane”.
Dato che il soccorso è avvenuto in acque internazionali e LifeLine ha avvisato il centro di cordinamento italiano, questo è l’unico responsabile di violazione per non essere intervenuto in quanto i respingimenti verso la Libia sono vietati dalle norme internazionali.
L’odio razzista delle zecche padane ha avuto la sua risposta: di fronte alla prospettiva di sfilare davanti alla Corte di Giustizia europea, gli xenofobi se la sono fatta sotto e alla fine accolgono una parte dei profughi.
Conte ci mette la faccia, ma sputtanati sono Salvini e quel Toninelli che ancora in queste ore si preoccupa di fornire altre unità navali italiane ai criminali libici.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
IL REGALO DI SALVINI A CHI HA EVASO IL FISCO : PAGHI IL 6% DEL DOVUTO E LO METTI IN QUEL POSTO AGLI ONESTI CHE HANNO PAGATO FINO ALL’ULTIMO EURO
Il condono tombale si allarga alle liti fiscali.
Gli onesti al governo sono al lavoro su un’ipotesi di provvedimento che vada dalle cartelle esattoriali alle liti fiscali, toccando i contenziosi pendenti nelle commissioni tributarie provinciali (primo grado) e regionali (appello): sono 418 mila per un valore di 50,4 miliardi (10 miliardi nella sola Lombardia). Oltre ai 40-50 mila in Cassazione. Questo significa, spiega oggi Repubblica, che il governo guarda almeno a 100 miliardi totali di tasse non pagate o contestate davanti ai giudici dai contribuenti italiani: 50 miliardi nel “magazzino” di Equitalia e altrettanti nelle commissioni tributarie.
Da cancellare offrendo un “saldo e stralcio” al 25%: paga un quarto e «pace fatta», come ripete il vicepremier Salvini.
In alcuni casi di particolare difficoltà famigliare o aziendale l’aliquota potrà scendere anche al 6% o al 10%.
L’operazione ha le sue insidie. Se anche l’erario riuscisse ad incassare un quarto di quei 100 miliardi, l’introito di 25 miliardi sarebbe sufficiente a coprire — e per un solo anno — appena metà della flat tax che ne vale 50.
In ogni caso saremmo lontani dai 60 miliardi in due anni, il gettito inizialmente stimato per la “pace fiscale” da Armando Siri, ideologo della tassa piatta e ora sottosegretario ai Trasporti.
«Le Entrate hanno chiesto troppo, cercando di spremere limoni senza succo», ripeteva Siri. Come questo succo possa sgorgare ora non sembra ancora chiaro. Sarà forse per queste incertezze contabili che lo sguardo del governo si è posato sul contenzioso tributario.
Calato progressivamente negli anni — dell’11% tra 2017 e 2016, del 40% dal 2004 — anche per l’introduzione di strumenti deflattivi, come l’obbligo di conciliazione per le liti sotto i 50 mila euro.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
ORA SALVINI DIFENDERA’ ANCHE LORO?
Una rete di corruzione che coinvolge agenti di polizia è stata portata alla luce da un’indagine dei
carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e dalla Squadra mobile della Questura.
Otto persone sono finite in manette. Sei sono agenti di polizia, impiegati tra il commissariato Fidene-San Basilio e il reparto Volanti, poi ci sono un dipendente della Procura di Roma e un pregiudicato.
Un settimo poliziotto è stato raggiunto da una misura interdittiva. Le accuse sono pesanti: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio.
Le ordinanze sono state emesse dal Gip del tribunale di Roma, su richiesta della procura capitolina.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
I PROFUGHI VERREBBERO SBARCATI E POI IN AEREO ACCOLTI IN FRANCIA GRAZIE ALL’INTERVENTO DI MACRON… GOVERNO ITALIANO VERGOGNA DEL MONDO
La prima evacuazione medica è avvenuta intorno a mezzanotte. Uno dei 234 migranti a bordo della Lifeline è stato trasferito urgentemente in ospedale a Malta.
Ma le condizioni degli ospiti della nave della Ong tedesca che naviga a otto nodi a sud dell’isola cercando riparo in condizioni meteo molto difficili, con onde alte un metro e vento a 25 nodi, si fanno sempre più difficili.
Ma Malta non ha ancora preso la decisione di accogliere la nave Lifeline.
Lo riferisce un portavoce del governo de La Valletta a Malta Today che riferisce di colloqui in corso fra il presidente francese Emmanuel Macron (oggi in visita in Vaticano) e il premier maltese Joseph Muscat.
Ma una soluzione europea forse comincia a profilarsi, come ha dichiarato il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux e potrebbe essere lo sbarco veloce dei migranti a Malta e il loro immediato trasferimento in aereo nel paese o nei paesi europei che dovessero accettare di farsene carico.
Una soluzione che era stata prospettata anche dal responsabile della Ong tedesca Alex Steier che ha scritto una lettera al governo spagnolo, che già la scorsa settimana aveva aperto il porto di Valencia alla Aquarius, chiedendo di concedere un permesso ai 234 migranti a bordo.
In tal caso Malta accetterebbe di farli sbarcare con la garanzia che, immediatamente dopo, ripartano verso altra destinazione.
Il portavoce del governo francese ha precisato che il presidente Macron e il primo ministro di Malta Musquat da ieri stanno cercando una soluzione. ” La Francia – ha detto Grivaux – è pronta a mandare una squadra a Malta per esaminare le richieste d’asilo una per una”. Una procedura simile a quella adottata dopo l’approdo della Aquarius in Spagna.
Sottolineando che la crisi “è politica prima che migratoria “, il portavoce del governo francese ha rivolto un appello ” a reagire urgentemente ad una situazione di urgenza”.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
“OPERA IN AUTONOMIA TECNICO GIURIDICA, NON SONO IO CHE DEVO DIRE SE DEVONO RISPONDERE O MENO ALLE RICHIESTE DI SOCCORSO IN ACQUE LIBICHE”… A PARTE CHE NON SONO ACQUE LIBICHE MA INTERNAZIONALI OLTRE LE 30 MIGLIA DALLA COSTA, E’ PENOSO E DA VILI SCARICARE SU ALTRI LE PROPRIE RESPONSABILITA’
Il ministro delle Infrastrutture Toninelli è intervenuto sulle nuove modalità operative della Guardia
costiera che da qualche giorno ha lasciato totalmente nelle mani dei libici il coordinamento delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo.
“La Guardia Costiera opera in autonomia tecnico giuridica e non devo essere io a dire di rispondere oppure no, ma secondo noi, in continuità con il governo precedente che ha giustamente rafforzato la guardia costiera libica, se uno dei gommoni ci chiama ma è in zona libica rispondiamo che non possiamo intervenire perchè è in un’area a responsabilità giuridica non nostra”.
Dietro questo penoso comunicato è evidente la preoccupazione di Toninelli di ritrovarsi imputato davanti alla Corte di Giustizia europea per omesso soccorso e violazione delle convenzione di Amburgo e il tentativo di scaricare le responsabilità sui vertici della Guardia Costiera che sono incazzati più che mai.
Nelle acque territoriali libiche ha giurisdizione la Libia, quindi solo entro le 30 miglia dalla costa, infatti le Ong non varcano mai questo limite.
Tutti gli ultimi salvataggi sono avvenuti fuori dalle 30 miglia, tanto per capirci, in acque internazionali.
Dire che esiste una zona Sar libica oltre le 30 miglia è una menzogna perchè la Libia non ha una zona Sar non avendola mai richiesta agli organismi internazionali preposti. Un domanda generica l’aveva presentata e poi ritirata non avendo i mezzi navali per ottenerla.
Quindi fuori dalle 30 miglia è competente la Centrale operativa della Guardia Costiera italiana che deve organizzare i soccorsi su mandato internazionale, altrimenti rischia la denuncia.
Dare disposizione di non intervenire è un reato penale e ora Toninelli cerca di scapolare negando di averlo mai detto.
“Quando proponiamo un premio Nobel non è retorica o slogan: in pochi anni la Guardia costiera ha salvato un milione di vite umane nel Mediterraneo ha fatto qualcosa di eccezionale, lo ha fatto quasi da sola” dice Toninelli.
Tutto vero, con un solo piccolo dettaglio: questo è avvenuto prima che arrivasse lui come ministro.
(da agenzie)
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