Giugno 25th, 2018 Riccardo Fucile
CHI HA DATO ORDINE ALLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA DI VIOLARE LA CONVENZIONE DI AMBURGO NE RISPONDERA’
Nel Mediterraneo continua l’odissea dei 300 migranti bloccati sulla Lifeline e sul cargo Alexander Maersk.
Al quinto giorno di fermo in mare, con le condizioni meteo in peggioramento, la situazione a bordo della Lifeline comincia a farsi estremamente difficile.
Il rappresentante dell’Ong tedesca Lifeline, Axel Steier, ha detto stamattina ai media francesi di voler chiedere di sbarcare in Francia.
La nave bloccata potrebbe perciò ricominciare la navigazione verso Nord. Una richiesta di sbarco è stata mandata anche alla Spagna. “Ma – spiega Steier – nessuna risposta per ora”.
Il capitano Claus Peter Reisch fa il punto della situazione. A bordo, tra i 219 migranti, ci sono anche 44 donne e 4 bambini piccoli, due dei quali sotto i due anni, e 77 minori non accompagnati.
A bordo della piccola nave umanitaria, tarata per ospitare solo 50 persone, ogni spazio è occupato. Anche questa notte la maggior parte delle persone ha dormito all’aperto, addossati gli uni agli altri, seduti spalle a spalle dividendo le coperte termiche.
Non c’è modo neanche di preparare pasti caldi per tutti. La nave si trova a 25 miglia da Malta in attesa di una soluzione che non arriva.
Situazione di stallo anche a Pozzallo dove il cargo danese Alexander Maersk ha passato la sua terza notte in rada dopo essere stato indirizzato al porto siciliano dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma che 24 ore prima gli aveva ordinato di soccorrere 113 persone a bordo di un gommone alla deriva.
Le navi ong Aquarius e Open Arms, ieri escluse dalla Guardia costiera italiana dai soccorsi di sette gommoni alla deriva, continuano il pattugliamento. Da bordo della Aquarius è stata scattata la foto di una motovedetta della Guardia costiera libica stracarica di migranti riportati nei lager libici grazie a Salvini e Toninelli.
Ieri, dopo che la sala operativa di Roma si è sfilata dai soccorsi secondo le nuove direttive imposte dal governo, sono state 820 le persone intercettate dai libici e riportate indietro. “Il più grande respingimento della storia del Mediterraneo”, lo ha definito il fondatore della Proactiva Open Arms Oscar Camps.
Sul lavoro della Guardia Costiera interviene oggi con un post su Facebook il ministro delle Infrastrutture Toninelli: “Nessuno può permettersi di accusare un corpo valoroso come la Guardia Costiera di voltarsi dall’altra parte o di non voler salvare vite umane. I suoi uomini hanno messo in sicurezza circa 600mila persone soltanto negli ultimi quattro anni”.
Infatti nessuno accusa la Guardia Costiera (che peraltto ne risponderà ) accusa chi ha dato un ordine illecito, ovvero lui .
(da agenzie)
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Giugno 25th, 2018 Riccardo Fucile
CONTINUANO LE INDAGINI DELLA PROCURA DI GENOVA CHE RIGUARDANO ANCHE LE GESTIONI MARONI E SALVINI
Oggi Repubblica riepiloga in un articolo di Marco Lignana la storia dei milioni della Lega spariti nel nulla: una vicenda che comincia due mesi dopo le condanne a Bossi e Belsito nell’estate del 2017:
Il tribunale di Genova, su richiesta del pubblico ministero Paola Calleri, autorizza il sequestro dei 49 milioni. Ma i magistrati scoprono ben presto che il piatto piange. Nelle casse del Carroccio trovano soltanto 3 milioni e poco più. Bisogna scovarne altri 46. La procura cerca allora altre strade.
Dopo una serie di ricorsi e controricorsi, la Corte di Cassazione autorizza il sequestro dei soldi che entreranno in futuro sui conti leghisti, fino a raggiungere i 46 milioni mancanti.
Proprio in questi giorni sono attese le motivazioni della sentenza della Suprema Corte che fissano le linee guida a cui dovrà attenersi la procura. Nel frattempo, i magistrati compiono un’altra mossa.
Non trovando soldi nei conti del partito, li vanno a chiedere personalmente ai condannati Bossi, Belsito, Aldovisi, Sanavio e Turci.
Così è uno dei tre ex revisori, Stefano Aldovisi, a segnare la svolta nella vicenda. Lo scorso 28 dicembre presenta un esposto alla procura genovese in cui, in sostanza, dice: «Voi mi chiedete soldi che non ho, ma guardate questi documenti»
I fogli allegati partono da un articolo dell’Espresso del novembre 2015, che racconta una serie di iniziative finanziarie compiute dalla nuova Lega dopo il crollo dell’impero di Bossi, sia nel periodo di leadership di Maroni sia in quello di Salvini. Movimenti per spostare il denaro dai conti correnti una volta scoppiati i guai giudiziari del partito, che guardano anche all’estero.
Dall’esposto nasce a gennaio l’apertura di un’inchiesta per riciclaggio. Alcuni movimenti, secondo quanto trapela, sono stati ricostruiti:
Nel 2016 dieci milioni partono da un conto di “transito” della banca Sparkasse di Bolzano, uno degli istituti scelti dai vertici leghisti, in direzione del Lussemburgo per approdare sul conto di Pharus Management, fondo di investimento collettivo con sede nel granducato. Poco meno di due anni dopo, nel gennaio del 2018, tre di quei milioni compiono il percorso inverso per rientrare nei depositi della banca.
Secondo Gerhard Brandstaetter, presidente di Sparkasse, movimenti che con la Lega non c’entrano nulla. Di opposto parere la procura. Che mentre chiede una rogatoria al Lussemburgo, dieci giorni fa invia a Bolzano la Guardia di finanza di Genova: i militari vanno dritti nel palazzo di Sparkasse di via Cassa di Risparmio.
Altre perquisizioni scattano nella filiale di Milano dove, fino al 2014, la Lega era titolare di un conto, ma pure negli uffici e nelle case di alcuni dirigenti.
Il materiale sequestrato, sperano gli investigatori, potrà chiarire molto almeno su una parte dei 46 milioni che la Lega ha fatto sparire.
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 25th, 2018 Riccardo Fucile
I RISULTATI SONO MODESTI, TRA IL 4% E IL 7%… TROPPO POCO PER TENTARE L’IMPRESA ISOLATA
Matteo Renzi avrebbe commissionato un sondaggio segreto per sapere quanto peserebbe elettoralmente un suo partito nel caso in ci abbandonasse il Partito Democratico.
I risultati non sono stati esaltanti:
Solo che su questo progetto si è abbattuta una doccia fredda che lo ha per il momento gelato in culla: i numeri. Diverse settimane fa, mentre il Pd si attorcigliava nello scontro post-voto e l’Assemblea nazionale decideva di non decidere nulla per evitare rotture, Renzi ha fatto testare la sua idea da due istituti di sondaggi, Swg e Emg di Fabrizio Masia.
È andata «piuttosto male», come ha detto lo stesso Renzi ai suoi: una delle due analisi collocava il potenziale partito renzian-macroniano al 4%, appena sopra il quorum, l’altra dava qualche punto in più, ma poca roba.
Il problema, hanno spiegato gli analisti, è che un eventuale «partito di Renzi», in questa fase, sconta pesantemente la crisi di fiducia che investe l’ex premier sconfitto: nell’ultima rilevazione di Nando Pagnoncelli sui leader, pochi giorni fa, Matteo Renzi si colloca all’ottavo posto, con il 12,3% di voti positivi. Prima di lui c’è Silvio Berlusconi(14,8%) e persino Maurizio Martina (15,2%), mentre Paolo Gentiloni svetta in testa alla classifica Pd con il 34,8%.
Il marchio della sconfitta, che grava su Renzi dall’ormai lontano 4 dicembre 2017, quando i No travolsero nel referendum il progetto di innovazione costituzionale su cui aveva investito il proprio patrimonio politico, si ripercuoterebbe su una nuova impresa politica che venisse individuata come renziana.
Così, per ora, ogni progetto resta nel cassetto e Renzi è tornato ad occuparsi del Pd. Che per ora è sospeso nel limbo,senza un leader riconosciuto.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 25th, 2018 Riccardo Fucile
CON IL 52% DIVENTA SINDACO CONTRO TUTTO IL CENTRODESTRA
Cala l’affluenza ai ballottaggi in Liguria e a Imperia per la prima volta il modello Toti subisce una battuta d’arresto.
Nonostante l’artiglieria messa in campo a Imperia dal governatore della Liguria, l’ex ministro, già due volte sindaco, ha vinto il ballottaggio con il 52,05% dei voti, contro il 47,95% di Lanteri.
“Ho vinto da solo contro il resto del mondo – ha detto Scajola – da una parte c’ero io con il mio progetto civico basato sul concetto di comunità e sulla soluzione dei problemi della gente, dall’altra centrosinistra, centrodestra e i grillini”.
A 70 anni così l’ex ministro dell’Interno e delle Infrastrutture, uno dei padri di Forza Italia, si riprende Imperia. Era stato primo cittadino dal 1980 al 1982 e dal 1990 al 1995. Nella sfida tutta interna al centrodestra ha superato l’architetto Luca Lanteri, una volta suo delfino, l’uomo del Modello Toti. Scajola, che ha corso anche contro il nipote Marco, assessore regionale e sostenitore di Lanteri, ha portato avanti una candidatura fuori dai partiti ed ha vinto con il sostegno di quattro liste civiche. “Non c’è più il centrodestra _ ha detto _ esiste un governo Lega 5Stelle che non farà bene al Paese. Io ho unito il civismo di vari orientamenti. Imperia può essere esempio per il paese”.
In pesante calo l’affluenza: meno di un elettore su due si è recato alle urne a Imperia per decidere il “derby” del centrodestra. Nel capoluogo di provincia ligure l’affluenza al ballottaggio si è fermata al 48,31%. Al primo turno aveva votato il 62,79% degli aventi diritto.
(da agenzie)
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Giugno 25th, 2018 Riccardo Fucile
OTTO COMUNI AL CENTRODESTRA, QUATTRO AL CENTROSINISTRA E UNO AI CINQUESTELLE
La Toscana ha voltato le spalle al centrosinistra. Quelle che erano conosciute come le roccaforti rosse – Massa, Pisa, Siena – sono passate in blocco al centrodestra, che ha ribaltato il risultato del primo turno e si è imposto al ballottaggio delle amministrative. I Cinque Stelle strappano la rossa Imola e il feudo Dc di Avellino, ma perdono Ragusa
A Pisa il nuovo sindaco è Michele Conti candidato di Lega, FI e FdI, che ha battuto Andrea Serfogli. A Siena Luigi De Mossi, con il 50,8% batte di misura il sindaco uscente Bruno Valentini (Pd) fermo al 49,2%. A Massa Francesco Persiani è al 56,6% e batte senza problemi Alessandro Volpe, sindaco uscente, fermo al 43,4%
Ammette la sconfitta anche Maurizio Perinetti, candidato sindaco del centrosinistra a Ivrea: qui la sinistra amministrava ininterrottamente dal Dopoguerra.
Ad Ancona, unico capoluogo di Regione al voto, si riconferma la sindaca uscente, Valeria Mancinelli, di centrosinistra.
Ad Avellino si impone a sorpresa Vincenzo Ciampi candidato M5S che strappa la cittadina campana finora guidata dal centrosinistra.
Il M5S espugna anche Imola, governata per oltre 70 anni dal centrosinistra. Dopo 20 anni passa al centrodestra Terni – finora guidata dal Commissario straordinario – con Leonardo Latini esponente della Lega che al ballottaggio ha nettamente superato Thomas De Luca, candidato del Movimento 5 stelle.
Da Brindisi arriva una delle poche consolazioni per il centrosinistra: è vincitore Riccardo Rossi, ribaltando i risultati del primo turno che vedevano favorito Roberto Cavalera del centrodestra. Brindisi era uno dei comuni guidati dal Commissario straordinario.
A Imperia la lotta tutta interna al centrodestra, vede la vittoria dell’ex ministro Claudio Scajola, rappresentante di quattro liste civiche, che prevale sul candidato del centrodestra unito Luca Lanteri, ex delfino dello stesso Scajola e ora uomo sostenuto dal governatore Giovanni Toti.
Anche a Sondrio prevale il centrodestra con il candidato Marco Scaramellini che batte Nicola Giugni, sostenuto dal centrosinistra.
A Teramo Gianguido D’Alberto del centrosinistra ha avuto la meglio su Giandonato Morra del centrodestra (il comune era guidato da un commissario straordinario). A Viterbo, città finora guidata dal centrosinistra, il nuovo sindaco è Giovanni Arena del centrodestra con il 51,1 che ha battuto Chiara Frontini, a guida di una lista civica.
Sorprese dai ballottaggi in Sicilia. A Ragusa, guidata finora dai Cinque Stelle, il candidato sindaco del M5s Antonio Tringali è stato battuto dal rivale Giuseppe Cassì, sostenuto da liste civiche e FdI. A Messina, Cateno De Luca (Udc) si impone su Dino Bramanti, sostenuto dal centrodestra. E a Siracusa vince Francesco Italia (Cs) che batte Paolo Ezechia Reale, appoggiato dal centrodestra.
Al centrosinistra, infine, è andato il Terzo Municipio di Roma.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
LA SINDACA DI BARCELLONA ADA COLAO: “L’ITALIA STA VIOLANDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE E LE CONVENZIONI CHE HA FIRMATO”… A QUESTO PUNTO LA MAGISTRATURA DEVE INTERVENIRE
“In questo momento più di 1000 persone sono alla deriva su 7 barche, e l’Italia pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone. Barcellona si offre come porto sicuro”.
Lo scrive su Twitter la sindaca di Barcellona Ada Colao, lanciando un appello al governo di Pedro Sanchez ad aiutare l’ong spagnola Proactiva Open Arms, che si trova in zona, “a salvare vite”.
La Portavoce di Proactiva Open Arms, che si trova a terra, ma è in contatto con la nave Open Arms, ha riferito di avere ricevuto nelle ultime ore 8 richieste di aiuto “per un totale di mille persone”, da imbarcazioni al largo della Libia.
La nave Open Arms, quando si trovava a circa 60 miglia di disitanza, ha contattato la centrale operativa della guardia costiera di Roma, che avrebbe respinto l’offerta di aiuto.
“Ma – fa notare la portavoce Lanuza – se il coordinamento dei soccorsi passa alla guardia costiera libica tutte queste persone saranno rimandate immediatamente in Libia. La nostra nave prosegue la sua rotta verso la zona dei soccorsi perchè ha l’obbligo di portare aiuto a quelle persone”.
La portavoce della Ong ha anche denunciato le azioni intraprese dall’ Italia contro le organizzazioni non governative, ricordando che la magistratura italiana aveva messo a marzo la nave Open Arms sotto sequestro, accusata di incoraggiare l’immigrazione clandestina, per poi annullare il sequestro a metà aprile.
” Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma passa tutti i casi in acque internazionali alla ‘guardia costiera libica’. Si assisterà al più grande respingimento di massa della storia del Mediterraneo, fatto con la forza e contro la volontà . Troveranno altre vie di fuga via terra”.
Lo scrive su twitter Oscar Camps, fondatore della Ong Proactiva Open Arms attiva nel salvataggio di migranti, la cui nave si trova al largo della Libia. “Siamo a 65 miglia e abbiamo giornalisti”, ha scritto.
“Domanda per la guardiacostiera. La RCC Libia può dare un porto sicuro? Quale? Libia non è un porto sicuro, Malta non ha nemmeno ratificato la convenzione SAR del 2004, perciò solo l’Italia è responsabile (di fatto italia l’ha ratificato). Chi da’ l’avviso del salvataggio deve assegnare un porto sicuro di sbarco”, aggiunge Camps in un altro post su twitter.
“Altrimenti stanno violando il diritto internazionale, convenzioni e accordi firmati dall’Italia. Chiediamo fino a che punto l’MRCC deve sottostare agli ordini di un ministro. Qualsiasi ordine illegale deve essere ignorato, in conformità con l’articolo 51 del Codice Penale”, prosegue su twitter.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
AUMENTANO I MALUMORI CONTRO SALVINI: L’ALA VICINO A FICO SONDA IL PD, MA L’OSTACOLO E’ RENZI
Fantapolitica? Solo in parte. Perchè si ragiona intorno a uno scenario tutt’altro che impossibile: Salvini dopo aver galoppato nei consensi cavalcando la bolla razzista potrebbe staccare la spina al governo e invocare le elezioni per poi tornare a palazzo Chigi alla guida di un centro-destra molto più fascio-reazionario che liberale.
E i grillini diventerebbero marginali e destinati al declino.
Che fare? La cosiddetta sinistra grillina con in testa Roberto Fico già chi pensa al dopo Conte e pensa a una possibile alleanza con il Pd.
Forti sono infatti i malumori del Movimento 5 stelle nei confronti di un alleato ingombrante come Matteo Salvini, che fa di tutto per restare in evidenza – anche più del premier – sulla scena mediatica.
Secondo il Corriere della Sera, che ha svelato alcuni dietro le quinte, la paura è che il leader della Lega ne stia approfittando per acquisire ancora più consenso e che possa presto essere tentato dal tornare alle urne per cercare di prendere Palazzo Chigi da solo.
“Il leader della Lega si muove come se dovesse andare alle elezioni presto, come se volesse rompere a ottobre”, sarebbe la preoccupazione che serpeggia all’interno del M5S, che invece nei sondaggi vengono visti per la prima volta in difficoltà . Così ci sarebbe già a chi pensa a un piano B, rinfocolando l’altro “forno”, chiuso – ma mai spento del tutto – quando si è concretizzata la possibilità di un’alleanza con il Carroccio: quello con il Partito democratico.
A capeggiare l’ala che tiene buoni i rapporti coi dem ci sarebbe Roberto Fico, che infatti sarebbe intervenuto personalmente per evitare che la poltrona del Copasir finisse a Fratelli d’Italia e che manterrebbe ottimi rapporti con Ettore Rosato e Graziano Delrio.
Dal canto loro, i dem non sarebbero affatto entusiasti di tornare al governo grazie ai Cinque Stelle. “Lo devono fare sul mio cadavere”, avrebbe persino detto Matteo Renzi. Confermando però che il tema è tutt’altro che campato in aria.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
OPERAZIONE SPIAGGE SICURE: PIU’ BAGNINI NELLE SPIAGGE LIBERE? NO, ELIMINARE I POVERI CHE SI GUADAGNANO IL PANE
Un termine chiaramente dispregiativo, colpevolmente usato per molti anni anche dai media (prima che la sensibilità mutasse) ma adesso riciclato dallo xenofobo ministro di Polizia, che ha annunciato il suo piano contro la vera emergenza italiana,.
La mafia? L’abusivismo edilizio? Gli evasori fiscali? No. “Pacchia finita per i vu cumprà tra gli ombrelloni”.
Vu cumprà , proprio così. Nomignolo dispregiativo che ironizzava sulla scarsa conoscenza della lingua italiana di molti ambulanti.
Salvini ha illustrato il suo piano dal nome altisonante di ‘spiagge sicure’: “Multe a chi acquista dai venditori ambulanti capi falsi, ma anche chi paga per ottenere un massaggio o un tatuaggio praticati sulla spiaggia”.
Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità . Una possibilità per la verità tutta da verificare visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari alle forze dell’ordine. Ma il leghista è un esperto di palle, tanto c’e’ sempre qualcuno che gli crede.Tutto in linea con i dettami xenofobi. Dagli all’immigrato.
Per soddisfare la pancia degli italiani che così dimenticheranno i loro veri problemi.
(da Globalist)
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Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
“STIAMO PERDENDO DI VISTA I NOSTRI VALORI”
“Non voglio vivere in un paese che chiude i suoi porti”.
Così Claudio Amendola, ospite ieri sera dell’Arena organizzata dal “Piccolo Cinema America” presso il porto turistico di Roma a Ostia, ha commentato le politiche sull’immigrazione del nuovo governo giallo-verde e, in particolare, del neo ministro dell’interno, Matteo Salvini.
“Salvini sta dando voce a un sentimento che è più lontano da me di qualunque cosa voi possiate pensare, ma vedo che è un sentimento che purtroppo fa proseliti e che cresce in Italia. Ho intuito che Salvini cavalcava delle sensazioni che sono facili, sono naturali nell’uomo, sono semplici da portare avanti”, ha affermato l’attore.
“Io credo che stiamo perdendo di vista la nostra indole, che è quella di un Paese con quattromila chilometri coste, siamo ‘partenti’ e siamo ‘arrivanti’. Non possiamo nascondere questa nostra antichissima tradizione: siamo un popolo di mare – ha aggiunto -. Anche chi vive in Padania in qualche modo è un mezzo marinaio. Tutti noi dobbiamo avere un pochino di coscienza e un pochino di paura, di non lasciare andare questo meraviglioso paese in una deriva che non ci appartiene e non ci è mai appartenuta, credo sia il momento di risvegliare delle coscienze un po’ troppo sopite”.
Amendola ha poi insistito su alcuni nostri “difetti”: “Forse se siamo uno dei pochi Paesi europei a non aver mai fatto una vera rivoluzione è proprio perchè ogni tanto ci mettiamo seduti e lasciamo che le cose passino e forse questa cosa qua invece non deve passare. Non lo dico per ideologia, lo dico per umanità . Io non sono credente, ma lo dico per umanità cristiana: non voglio far parte di un Paese che chiude i porti e lo voglio dire da qua (dal porto di roma, ndr)”.
(da agenzie)
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