Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
SI VEDE CHE FARSI DI COCA E’ UNO DEI VALORI DELLA CULTURA SOVRANISTA CHE DOBBIAMO PROTEGGERE DALL’INVASIONE.. NON SIA MAI CHE GLI STRANIERI FACCIANO DIMINUIRE LA PERCENTUALI DI “FATTI”
C’è troppa cocaina nelle acque dei fiumi, soprattutto quelli vicino alle grandi città .
E a farne le spese sono i pesci, “drogati” dalla presenza della sostanza e a rischio sopravvivenza.
Le più esposte a questa minaccia, spiegano gli scienziati, sono le anguille, perchè già in pericolo di estinzione e dalle carni molto grasse, un fattore che favorisce l’accumulazione della droga.
Ad affermarlo è uno studio coordinato da Anna Capaldo dell’Università Federico II di Napoli, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment.
La prova è arrivata da un esperimento condotto dai ricercatori: alcuni esemplari di anguilla europea sono stati messi in delle vasche con una concentrazione di cocaina pari a quella trovata nei fiumi (come il Tamigi).
Dopo pochi giorni di esposizione, dalle analisi delle carni è risultato che la droga si è accumulata nel cervello, nei muscoli, nella pelle e in altri tessuti.
Un problema visibile anche dopo dieci giorni di “riabilitazione” delle anguille in vasche prive di cocaina.
“Questi animali affrontano migrazioni anche di 6mila chilometri, che richiedono riserve di energia e muscoli in perfetta salute per essere completate”,spiega all’Ansa Capasso. Ma la cocaina rischia di impedirlo, perchè dalle analisi i muscoli sono risultati danneggiati e con cambiamenti negli ormoni presenti. E l’anguilla non è l’unica specie ad essere esposta: anche “i pesci stanziali potrebbero avere conseguenze dalla presenza di cocaina nell’acqua a queste concentrazioni”, aggiunge la scienziata. “Inoltre bisogna pensare che sono presenti anche molte altre sostanze pericolose, da altri stupefacenti a farmaci a metalli e l’effetto combinato è da valutare, cosa che vorremmo fare in uno studio successivo“.
E l’uomo? Sulle possibili conseguenze delle tracce di cocaina nelle anguille — che finiscono sulle nostre tavole — per la salute umana la ricercatrice è cauta. “Abbiamo visto che c’è una certa bioaccumulazione nel muscolo, che è la parte che mangiamo. Non sappiamo però cosa succede quando l’animale muore, e l’effetto che ha la cottura. Anche qui servono altre ricerche”.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
KONATE FERITO ALL’ADDOME: “SALVINI FERMI LA SUA PROPAGANDA”… GLI ISTIGATORI ALL’ODIO A PIEDE LIBERO COME SEMPRE, O CI PENSA LA MAGISTRATURA O LA GENTE SI DIFENDERA’ DA SOLA
Aggressione razzista in pieno centro a Napoli. Vittima un giovane richiedente asilo del Mali, Konatè Bouyagui, di 22 anni. E’ stato ferito due notti fa da sconosciuti che, da un’auto in corsa, gli hanno esploso contro dei piombini con un fucile ad aria compressa. “Sparavano e ridevano”, ha raccontato agli inquirenti
Bouyagui è uno chef e socio del ristorante multietnico Kikana, gestito a Napoli insieme ad altri rifugiati e richiedenti asilo provenienti da diversi paesi dell’Africa.
È diventato un volto popolare, perchè come cuoco ha partecipato quest’anno a una puntata di Masterchef Italia, talent show culinario.
E’ anche il presidente della cooperativa Tobili, recentemente premiata da Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, nell’ambito del progetto Welcome
Il ferimento, secondo quanto denunciato dallo stesso Bouyagui, è avvenuto due giorni fa nel centro cittadino con colpi sparati da un fucile a pallini.
“Sparavano e ridevano – ha raccontato alla polizia – ho cominciato a tremare tutto. Erano in due, 30enni, in una macchina scura. Mi hanno sparato e si sono messi a ridere. Poi sono scappati via. Io ho continuato a camminare fino alla mia abitazione, poi ho chiamato un amico e sono andato in ospedale”.
Bouyagui è stato ferito all’addome. Medicato in ospedale è stato dimesso con 10 giorni di prognosi.
“Ho avuto paura di morire. Questo governo – ha detto lo chef del Mali – ce l’ha con le persone di colore come me, è razzismo. Ormai siamo preoccupati anche quando rientriamo a casa la sera. Purtroppo è tutta colpa di questo clima che si sta creando in Italia. Ci sono persone influenzate dal tormentone dei politici contro gli immigrati. Sono persone che pensano che siamo tutti clandestini, che rubiamo, che non siamo brava gente. La verità è che gli italiani purtroppo non sanno neanche la differenza tra un immigrato e un richiedente asilo. Io sono venuto dal Mali 5 anni fa. Nel mio Paese non c’era stabilità . E chiedere lo status di rifugiato è un diritto. Perchè significa provenire da luoghi dove c’è la guerra o dove si è perseguitati o discriminati ”
Cosa direbbe al ministro Salvini? “Che l’immigrazione – ha risposto Bouyagui – non ha colore. Non è solo quella dei neri. Gli chiedo di fermare la sua propaganda, altrimenti se andiamo avanti così scateniamo una guerra. Se noi continuiamo a essere bersaglio, se gli italiani ci sparano addosso, saremo costretti a difenderci. Io spero di no. Ma a quel punto chiedo al ministro: come andrà a finire? Il prossimo colpo contro di noi, potrebbe essere un proiettile vero”.
Dura anche la presa di posizione dell’Unhcr che chiede vengano espressamente stigmatizzati i crimini d’odio. “Si tratta dell’ennesima aggressione – ha detto Felipe Camargo, rappresentante dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati per il Sud Europa – ai danni di persone richiedenti asilo o titolari di protezione, persone che in Italia cercano sicurezza e diritti. In un clima sempre più caratterizzato da tensioni e intolleranza condanniamo questo episodio di violenza e ci auguriamo che i responsabili vengano individuati senza esitazioni”.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
VERGOGNOSO: CONCESSA LA LIBERTA’ PROVVISORIA AL BRANCO DI 5 VIOLENTATORI DI UNA SEDICENNE
Le proteste, le mobilitazioni di piazza, lo slogan ‘yo si te creo’ rilanciato in tutto il mondo: tutto questo non ha impedito a un tribunale della Navarra di concedere la libertà provvisoria ai cinque giovani della Manada, il branco che nel 2016 ha violentato una giovane di 16 anni a Pamplona, durante la festa di San Fermin.
In primo grado i giudici avevano sostenuto che non si trattava di ‘aggressione sessuale’ ma solo di ‘abuso’, ritenendo non dimostrabile la violenza.
La reazione delle piazze era stata immediata, come lo è stata all’annuncio della nuova, scandalosa provocazione dei giudici: molte organizzazioni femministe hanno avvertito che se la Manada dovesse uscire dal carcere, “occuperemo le piazze”.
Ma visti i precedenti, forse non basterà ancora a garantire giustizia alla vittima, che ora saprà che i cinque mostri che l’hanno violentata possono tornare liberi per strada.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
“I DATI CHE FANNO TESTO SONO QUELLI DEL PORTALE DELL’IMO DA CUI RISULTA CHE LA LIFELINE BATTE BANDIERA OLANDESE ED E’ REGISTRATA PER NAVE DI RICERCA E SALVATAGGIO”
“La nostra nave batte bandiera olandese“, ha fatto sapere la ong Mission Lifeline, proprietaria della nave che su Twitter ha pubblicato anche un documento a dimostrazione della sua provenienza.
Dati che confermano quanto verificato da ilfattoquotidiano.it sulla base dei dati consultabili sul portale ufficiale dell’Imo, l’Organizzazione marittima internazionale. “I dati riportati su quel portale — spiegano fonti della Guardia costiera — hanno priorità : sono tendenzialmente i più affidabili e su quelli si basano i controlli nei porti”.
I dati contenuti nella foto pubblicata dalla Ong per rafforzare la tesi della bandiera olandese corrispondono a quelli registrati sul portale www.gisis.imo.com,
Sul registro Imo, la Lifeline è registrata come Search&Rescue: “La tipologia di attività su Imo è prevalente”, ribadiscono fonti a Ilfattoquotidiano.it.
Da queste considerazioni emerge quanto sia pretestuosa la polemica sulla bandiera della nave che è olandese sembra ombra di dubbio.
Siginificativo il fatto che Toninelli e Salvini continuino a parlare di “nave pirata” dsa sequestrare quando persino la Guardia costiera italiana conferma che la nave è registrata legittimamente in Olanda per attività di ricerca e salvataggio.
Un altro capitolo indegno di questa tragica farsa.
Tutto per non accogliere 239 disperati solo perchè salvati da una Ong.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
MALTA INDEGNA QUANTO IL GOVERNO ITALIANO… PER TONINELLI “E’ LO SPECCHIO DELL’ATTEGGIAMENTO DELL’EUROPA”: BRAVO, DILLO A ORBAN E AI SUOI DEGNI COMPAGNI DI MERENDA
Malta rifiuta qualsiasi tipo di intervento in favore della Lifeline, la nave della Ong tedesca che da ieri naviga con 224 migranti a bordo soccorsi in zona Sar libica e rifiutati dall’Italia.
Il governo maltese ha risposto negativamente alla richiesta di concessione del porto avanzata ufficialmente dalla Capitaneria di porto italiana. Disponibilità solo per un “soccorso mirato a pochi casi di prima emergenza”
Un rifiuto prevedibile che fa dire al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “La disumanità di Malta è lo specchio dell’atteggiamento dell’Europa. La Lifeline è ferma nelle acque Sar dell’isola e in grande difficoltà , con un carico di oltre 230 migranti a fronte di una capacità di accoglienza in sicurezza di circa 50 persone. Nessun altro Paese sta coordinando le operazioni, dunque le responsabilità maltesi sono ancora maggiori”.
Nella nota di risposta di Malta al governo italiano quello della Lifeline è “un caso di post Sar”, visto che il soccorso è avvenuto in zona ricerca e soccorso di Tripoli e la nave non è in imminente pericolo.
“I maltesi – aggiunge Toninelli – non hanno alcuna giustificazione per il loro atteggiamento. Noi non ci stiamo. E’ l’Europa che deve intervenire per rimediare alla disumanità di Malta, per salvare ora i migranti di Lifeline”
Alla fine di una movimentata mattinata la capitaneria italiana aveva chiesto ufficialmente a Malta di far attraccare la Lifeline. E anche il ministero degli Esteri spagnolo è in contatto con Malta, Italia e Francia per trovare una soluzione all’attracco della Lifeline.
Che l’attegiamento di Malta sia vergognoso in questo caso è conclamato, ma è ridicolo accusare gli altri di essere “disumani” da parte di un governo che “disumano” lo è per primo, quando avrebbe potuto intervenire con la nostra Guardia costiera e prelevare i profughi, accogliendoli in un nostro porto.
Da che pulpito viene la predica: da un ministro che invece che soccorrere la nave ha pensato bene di diffondere falsità sulla sua bandiera, in sintonia con un razzista che invoca l’arresto persino dell’equipaggio per un reato inesistente.
La verità è che 239 esseri umani vengono lasciati in alto mare per una squallida operazione politica.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
UN MINISTRO CHE NON CONOSCE LE NORME INTERNAZIONALI: MA COSA VUOI SEQUESTRARE IN ACQUE INTERNAZIONALI O MALTESI? A CHI DAI ORDINI CHE NON HAI TITOLO PER FARLO? MA PENSA A SOCCORRERE I PROFUGHI COME TI IMPONE LA LEGGE E AD APRIRE I PORTI
La nave dell’ong tedesca Lifeline è al centro di un nuovo caso politico fra Italia e Europa, simile a quello che pochi giorni fa era capitato all’Aquarius.
Nel corso di alcune operazioni al largo della Libia la nave ha soccorso 229 migranti, ma il governo italiano non intende rendere disponibili i suoi porti — spiegando che l’Italia non può essere l’unico paese ad accogliere queste navi — e ha addirittura minacciato di sequestrarla, cosa che secondo il diritto internazionale non avrebbe titolo per fare.
Stando alle ultime notizie, la nave si trova nelle acque di Malta: il governo italiano e la capitaneria di porto avrebbero chiesto al governo maltese di accoglierla nei suoi porti e di arrestare il suo equipaggio.
Come se Toninelli avesse titolo per ordinare ad altri Paesi cosa fare.
Il governo italiano contesta a Lifeline — e alla nave Seefuchs di Sea Eye, un’altra ong tedesca che sta continuando a lavorare nei pressi della Libia — sostanzialmente due cose: che intenda portare i migranti che ha soccorso in Italia, e che batta bandiera olandese nonostante sia di un’associazione tedesca.
Partiamo dalla seconda cosa, ma prima facciamo un passo indietro.
Ogni stato concede la sua bandiera a una nave privata a patto che fra la stato e la nave esista un «legame sostanziale», come prevede l’articolo 91 della Convenzione ONU sui diritti del mare (PDF) entrata in vigore nel 1994.
In questo modo la nave e il suo equipaggio accettano la giurisdizione dello stato di cui battono bandiera.
Ma il diritto internazionale non contiene indicazioni su cosa sia esattamente un legame sostanziale, e ognuno si regola come crede.
Alcuni paesi, come i Paesi Bassi, offrono alle navi regimi fiscali e burocratici molto morbidi. Un paese abbassa volontariamente i suoi standard fiscali e legislativi per attirare più investitori (e quindi più soldi).
Le ong si registrano in posti del genere per questi motivi: pagare meno tasse e avere meno noie possibili dai paesi in cui operano, anche per ragioni di libertà di azione.
Come spiega uno studio di Caterina Montebello, che ha insegnato Diritto della navigazione all’Università di Palermo, il criterio del “legame sostanziale” è stato introdotto per incoraggiare gli stati a «un’attuazione più effettiva degli obblighi» dello stato stesso nei confronti della nave, e non per «stabilire criteri in base ai quali altri Stati possano contestare la validità di registrazione di una nave nello Stato di bandiera».
In altre parole: qualsiasi nave può fare richiesta per battere legittimamente bandiera di un certo Stato, per pagare meno tasse o mettersi al riparo da eventuali persecuzioni. Gli Stati sono liberi di decidere i criteri con cui concedere la loro bandiera, ma si impegnano a occuparsi effettivamente delle loro navi: quindi sanzionarle se violano le loro leggi e il diritto marittimo internazionale, oppure proteggerle da eventuali soprusi.
Nel caso della Lifeline e di Sea Eye, i Paesi Bassi hanno scelto una terza opzione fra sanzionarle e proteggerle: si sono tirati fuori sostenendo che le navi non risultano nei loro registri. La rappresentanza dei Paesi Bassi all’Unione Europea ha scritto su Twitter che la Lifeline e la Seefuchs non sono registrate nel paese, e che «non stanno navigando battendo bandiera olandese secondo la responsabilità statale prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare».
Tutte e due le ong, però, hanno diffuso documenti in lingua olandese che provano un legame coi Paesi Bassi.
Lifeline, contattata da Reuters, ha spiegato che la sua nave era troppo piccola per poter essere iscritta nel registro “ufficiale” olandese e che esiste un altro registro per imbarcazioni più piccole.
La certificazione prodotta prova che la nave ha diritto a battere bandiera olandese, quindi è falso che sia una “nave pirata” o “apolide” come quache imbecille ha sostenuto.
Ok, ma perchè allora portano i migranti in Italia?
La bandiera battuta da una certa nave non c’entra nulla con il porto dove sbarcare un gruppo di persone soccorse in mare, al contrario di quanto ha suggerito il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini.
Le ong che soccorrono i migranti seguono la cosiddetta convenzione di Amburgo del 1979 e altre norme sul soccorso marittimo, che prevedono che gli sbarchi di persone soccorse in mare debbano avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.
La Tunisia è un paese relativamente sicuro ma non è attrezzato per garantire i bisogni dei migranti, e a giudizio degli operatori delle ong non ha una legislazione completa sulla protezione internazionale.
Malta ha la metà degli abitanti di Genova e il quintultimo PIL dell’Unione Europea, e si occupa già dei migranti che riesce a gestire. Grecia, Francia e Spagna sono troppo lontane dalle coste libiche: per non parlare dei Paesi Bassi, a cui appartiene la bandiera che battono Lifeline e Seefuchs.
È per questo che le ong trasportano in Italia, e solo in Italia, tutte le persone che soccorrono nei pressi della Libia: i porti italiani sono semplicemente i più vicini e sicuri.
E veniamo a Toninelli.
Preso atto che ha dichiarato il falso quando ha parlato di nave pirata o apolide, in quanto i documenti prodotti dalla nave attestano il contrario, considerato che dovrebbe conoscere le regole olandesi sulle imbarcazioni di piccole dimensioni e la ufficialità delle certificazioni Imo, è riuscito a sostenere tesi palesemente contradditorie.
1) In acque internazionali o maltesi non può sequestrare una mazza.
2) In acque italiane (ovvero a 30 miglia dalla costa) è la magistratura e non lui che può procedere al sequestro.
3) Il sequestro esula dai compiti della Guardia Costiera essendo compito di navi della Marina Militare
4) Non ha titolo per “ordinare” a Malta di accogliere la nave, seemmai è Frontex a dover avanzare la richiesta
5) Il massimo dell’umorismo è infine aver chiesto al comandante della nave (dopo aver detto che andava arrestato) se per cortesia faceva anche lui richiesta a Malta per l’attracco.
6) Se si appurera’ che la Lifeline aveva chiesto aiuto al coordinamento italiano e questo l’ha negato su indicazione di Toninelli è passibile di denuncia per omissione di soccorso.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GELA I BALLISTI SALVINI E DI MAIO: “NEL 2018 SOLO INTERVENTI SENZA COSTI”
Per il 2018 “i giochi sono fatti”.
Da Lussemburgo, dove ha fatto il suo debutto all’Ecofin, è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a spegnere i sogni degli azionisti di governo, cioè Lega e 5 Stelle. Dalle parole di Tria, infatti, emerge un’indicazione chiara: non c’è spazio, quest’anno, nè per il reddito di cittadinanza, caro ai pentastellati, nè per la flat tax, cavallo di battaglia del Carroccio.
“Ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi ma sono importantissimi come far decollare gli investimenti pubblici”, ha spiegato il ministro rispondendo proprio a una domanda sull’entrata in vigore del reddito di cittadinanza nel 2018.
Parole chiare all’indomani dell’auspicio di Di Maio, che proprio da Lussemburgo, dove ha partecipato al Consiglio Ue dei ministri del Lavoro, aveva rilanciato l’impegno per inserire il reddito di cittadinanza nella legge di bilancio che vedrà la luce in autunno. Doccia fredda anche per Matteo Salvini, che negli scorsi giorni aveva affermato di volere la flat tax entro la fine dell’anno.
La prima di Tria in Europa, ieri al debutto all’Eurogruppo che ha dato il via alla discussione sulla riforma dell’eurozona, è stata segnata anche dall’avvio di fatto della discussione con Bruxelles sui conti pubblici.
“L’intenzione – ha sottolineato – è cercare di rispettare l’impegno dello 0,3%, si stanno facendo dei calcoli che una piccola deviazione dall’impegno, che la Commissione già si aspetta, deriverebbe dal fatto che lo 0,3% dipende da un quadro macroeconomico favorevole, naturalmente ora c’è un rallentamento in tutta la Ue, ci possono essere piccole deviazioni”, ma “nella sostanza delle linee economiche non cambiano”.
La correzione dello 0,3%, pari a circa 5 miliardi, potrebbe essere quindi inferiore rispetto a quanto ipotizzato negli scorsi mesi, ma gli sforzi che l’Italia è chiamata a mettere in campo sono comunque importanti perchè recentemente il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato che l’aggiustamento è ancora pari a zero.
La correzione era stata annunciata dall’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, con una lettera lo scorso 30 maggio 2017 e il governo Renzi l’aveva programmata con la legge di bilancio 2018, come si evince dalla Nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre.
Tria si è detto ottimista e ha parlato di clima “aperto” e di “collaborazione” con i commissari europei Pierre Moscovici e Dombrovskis.
Intanto ha lanciato un messaggio di distensione chiaro, che piace tanto a Bruxelles: l’Italia si impegna a ridurre il debito.
(da agenzie)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
PER SIBILIA LO SBARCO SULLA LUNA E’ ANCORA UN ARGOMENTO CONTROVERSO E POTREBBE ESSERE TUTTA UNA MESSINSCENA
Che il pentastellato Carlo Sibilia, sottosegretario al Ministero dell’Interno fresco di nomina, abbia delle idee bizzarre è cosa nota.
Sorprende però che, nonostante il ruolo di alto prestigio istituzionale che ricopre oggi, non faccia nulla per nasconderle. Non un briciolo di vergogna, di ripensamenti o anche solo di furbizia.
Sibilia è così: o lo si ama (e sono in molti a farlo) o si cerca di sondarne il mistero.
Qualcosa del genere ha provato a fare oggi Alessandra Arachi sul Corriere della Sera nella sua intervista al sottosegretario all’Interno.
Non poteva mancare la domanda su quella che è considerata una vera e propria gemma del pensiero di Sibilia: lo sbarco sulla Luna.
In un tweet del 2014, quando era un semplice cittadino portavoce d’opposizione, Sibilia scrisse che ad oltre quarant’anni dallo sbarco sulla Luna degli astronauti dell’Apollo 11 “nessuno se la sente di dire che era una farsa”.
Nessuno tranne lui e qualche migliaio di cospirazionisti che da decenni scrivono su Internet (ma anche in libri di “controinformazione”) che l’allunaggio non è mai avvenuto.
Sibilia quel coraggio ce l’ha ancora, tant’è che al Corriere ha risposto che lo sbarco sulla Luna «è un episodio controverso».
Il che ovviamente non vuol dire assolutamente nulla, anche perchè quando al sottosegretario viene chiesto di spiegare il motivo si rifugia nel più classico degli “e allora il PD” parlando del Monte dei Paschi di Siena
Dal momento che il sottosegretario all’Interno non vuole condividere con i suoi cittadini ed elettori le sue teorie ecco che ci tocca assumerci l’ingrato compito di raccontare la storia di quelli che negli Stati Uniti vengono chiamati “moon landing deniers” (che a volte hanno addirittura l’onore di prendersi un cazzotto in faccia da Buzz Aldrin).
Fortunatamente negli States per il momento quasi nessuno si è accorto di Sibilia, il che è senza dubbio un bene.
Qualche anno fa Sciencemag aveva dedicato un articolo all’ascesa dei movimenti populisti dove veniva menzionata anche la teoria del sottosegretario a 5 Stelle sullo sbarco di Aldrin e Neil Armstrong sulla Luna.
C’è chi ha iniziato a scherzare sul complottismo di Sibilia, chiedendo all’ESA (l’agenzia spaziale europea) e alla NASA di reclutare il nostro coraggioso sottosegretario per la prossima missione lunare.
Ma in che cosa crede veramente Sibilia? Al contrario di quanto disse qualche anno fa non serve un particolare coraggio per dire che l’allunaggio non è mai avvenuto; basta avere una connessione ad Internet.
Cosa dicono le teorie alle quali crede Carlo Sibilia?
Basta fare una rapida ricerca su Google (è tutto in Rete!1) per scoprire che la teoria del Moon Landing Hoax ha più di quarant’anni. Tutto inizia con il libro Non siamo mai andati sulla luna dell’americano auto-pubblicato da Bill Kaysing un ex ufficiale della US Navy che non aveva alcuna competenza tecnica o scientifica sul funzionamento dei razzi spaziali.
Eppure secondo Kaysing non siamo mai andati sulla Luna perchè la tecnologia dell’epoca non lo avrebbe consentito. Trivia: il primo personal computer progettato da Olivetti nel 1965 fu tra quelli utilizzato dal team dell’Apollo 11 per programmare lo sbarco lunare.
I cospirazionisti ritengono quindi che per poter dimostrare la sua superiorità sui sovietici la NASA abbia ingaggiato il regista Stanley Kubrick al fine di girare le iconiche sequenze dello sbarco dell’Apollo 11 (i primi immigrati illegali lunari).
Non solo: nemmeno tutti gli altri allunaggi (tra il 1969 e il 1972 ci sono stati sei sbarchi sulla Luna) sarebbero mai stati effettuati realmente.
Vale la pena far notare a Sibilia che la missione dell’Apollo 12 avvenne solo 4 mesi dopo dal precedente.
In tutto questo però i russi non sarebbero mai riusciti a dimostrare che gli americani, all’epoca c’era la Guerra Fredda e i rapporti tra i due paesi erano piuttosto “tesi”, non sono mai andati sulla Luna. Eppure se l’avessero fatto avrebbero sicuramente lasciato un segno indelebile nell’animo degli americani fiaccandone lo spirito.
Negli anni la NASA e altri scienziati e ricercatori indipendenti hanno prodotto numerose prove della veridicità dello sbarco. I siti degli allunaggi sono stati fotografati in diverse occasioni (anche con osservazioni dalla Terra).
I complottisti come Sibilia invece si limitano a dire che “è una farsa” oppure che è un “argomento controverso”.
Quando gli si chiede di spiegare in che senso invece che produrre prove invece preferiscono cambiare argomento e parlare di Gianna Nannini e musica metal. Ognuno ha diritto ad avere le sue opinioni, ci mancherebbe, ma cosa succederà quando i giornali stranieri inizieranno a prendere in giro Sibilia per le sue teorie? Verrà fuori che è tutto un complotto dei giornaloni per infangare il buon nome dell’Italia e del governo?
Forse è meglio ammettere, una volta per tutte, che sullo sbarco sulla Luna il nostro eroico sottosegretario, dopo anni di studi matti e disperatissimi non ci ha mai capito nulla.
Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere: vista la sua nota diffidenza nei confronti delle informazioni ufficiali magari è possibile che Carlo Sibilia si rifiuti di credere alla teoria — propugnata dal titolare del Viminale — secondo la quale è in atto un’invasione organizzata di immigrati al fine di sostituire la popolazione italiana.
Eh già , anche Salvini è un complottista.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 22nd, 2018 Riccardo Fucile
BURIONI REPLICA: “LEI HA DETTO IL FALSO, IO RIPORTO FATTI SCIENTIFICI”… L’UNICA COSA DI CUI SALVINI NON SI INTERESSA E’ DI RESTITUIRE 48 MILIONI CHE LA LEGA HA RUBATO AGLI ITALIANI
Sulla questione dei vaccini “garantisco l’impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i bimbi entrino in classe, vadano a scuola”, perchè “la priorità è che i bimbi non vengano espulsi dalle classi” anche se non vaccinati.
Lo ha affermato Matteo Salvini, ministro dell’Interno, intervenendo telefonicamente a RadioStudio54.
A proposito di una eventuale rimozione degli obblighi vaccinali, Salvini ha puntualizzato che al governo “siamo in due, c’è un’alleanza Lega-M5s, bisogna ragionare anche con gli alleati, al ministro Grillo ho iniziato a parlare di questi temi”, e dunque “continueremo, perchè ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi”, ha concluso il ministro, inviando un ringraziamento “per il loro coraggio” ai ricercatori Antonietta Gatti e Stefano Montanari.
Durissima la replica dell’immunolgo Roberto Burioni: “No, Ministro Salvini – scrive il prfessore sulla sua pagina Facebook – dieci vaccini non sono inutili e tantomeno dannosi. Sono gli stessi vaccini che vengono usati con identici tempi e identici modi in tutto il mondo. Sono i dieci vaccini che hanno salvato e salvano, in tutta sicurezza, milioni di vite”.
“Ministro Salvini – prosegue Burioni – lei ha detto una cosa non rispondente al vero, perchè quelli che riporto io sono fatti, suffragati da dati scientifici solidissimi. Quella che ha detto è una bugia, una bugia pericolosissima. E che a dirla – conlucde il medico – sia chi ha la responsabilità della sicurezza del mio paese è una cosa che mi preoccupa molto”.
(da agenzie)
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