Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
SOLO CHIACCHIERE, LA RUSPA DOVRA’ TENERLA IN GARAGE… IL PRECEDENTE DI MARONI CHE DOVETTE PURE RISARCIRE I DANNI
Dopo aver brillantemente risolto il problema dell’immigrazione e quello del riso cambogiano che invade le nostre tavole il ministro Salvini aveva del tempo libero e ha pensato di mettere mano ad una vecchia questione che da sempre lo affascina — in primo luogo “da papà ” ma anche in quanto Ruspa: gli “zingari”.
Il censimento su base etnica di Salvini è illegale
L’idea di Salvini è di rifare quello che all’epoca fu definito un censimento, un’anagrafe. Non una vera e propria schedatura su base etnica, ha precisato successivamente il Viminale che ha rassicurato che non saranno prese le impronte digitali di nessuno. Anche perchè nel frattempo il ministro del Lavoro Di Maio aveva detto che «qualsiasi ipotesi di schedatura e censimento degli immigrati è incostituzionale, non si può fare».
Salvini ha aggiunto che «i rom italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere in Italia perchè non li puoi espellere» lasciando intendere che tra le varie ipotesi c’è anche quella di provvedimenti di espulsione per i rom che non sono cittadini italiani (e qualcosa di simile sta cercando di fare il Comune di Roma con la proposta di rimpatrio assistito dei residenti del Camping River).
In verità anche i rom non italiani non possono essere espulsi, ad esempio quelli che sono cittadini comunitari (ad esempio che provengono da Romania o Bulgaria) non possono essere espulsi.
Ci sono poi quelli che sono originari della ex Jugoslavia (Bosnia, Serbia, Montenegro) arrivati in Italia scappando dalla guerra (quindi in teoria sarebbero anche stati rifugiati) e che in quanto apolidi non possono essere espulsi.
Purtroppo per Salvini il ministro dovrà tenere la ruspa in garage.
Quanti sono i rom in Italia che possono essere espulsi?
Come sempre da qualche tempo Salvini ha poi corretto il tiro ricordando di essere un papà e precisando che lui sta pensando ai bambini (così come pensava a quelli dell’Aquarius, anche quello nato a bordo della nave): «Non vogliamo schedare, tuteliamo i bambini».
È lo stile governativo di Salvini: promettere la linea dura contro una particolare categoria di persona facendo però sapere che lui “sta dalla parte dei bambini”; un po’ come Trump quando separa madri e figli al confine con il Messico.
Ma quali sono i veri numeri della popolazione di origine rom e sinti?
I dati in Italia oscilla tra le 120mila e le 180mila persone che si identificano come Rom, Sinti o Caminanti. Numeri molto simili a quelli dell’invasione dei migranti raccontata da Salvini in Senato (secondo Salvini 170mila persone).
Solo una minoranza della popolazione dei cosiddetti nomadi stimata in 26mila persone, vive in baraccopoli autorizzate o «tollerate».
In 148 baraccopoli «formali» vivono 16.400 persone, di cui il 43% è italiano. La città preferita dai rom e dai sinti è Roma con 17 campi autorizzati e 300 insediamenti.
Salvini, che è bravo ad agitare paure nei confronti delle minoranze (con l’aiuto dei mass media) ha deciso che dopo i migranti era il turno dei rom.
Il problema spinoso di cui dovrà occuparsi il ministro del governo del cambiamento sarà quello di seguire le orme del suo predecessore e compagno di partito Roberto Maroni, il quale ha fatto sapere che «Ho già seguito questa strada, non sui rom ma sui campi nomadi. Tra il 2008 e il 2009 avevamo avviato questo censimento per garantire la sicurezza di chi viveva in quei luoghi, con particolare riferimento ai bambini”-
Senza volerlo Maroni ha risposto anche al social media manager della Lega che oggi rilancia di quando il PD “faceva il censimento dei Rom” e se ne vantava pure.
Il punto è che il censimento fatto in Emilia Romagna era un censimento sulla popolazione residente dei campi e non — come ha proposto Salvini prima di correggere il tiro — un censimento sulla popolazione di etnia Rom, Sinti e Caminanti.
Quando la Lega e Maroni finanziavano i campi rom della Capitale
E fa bene Maroni a ribadire la differenza tra le due cose, perchè quella che l’ex ministro dell’Interno fece tra il 2009 e il 2011 fu una vera e propria schedatura su base etnica.
Una delle vittime di quel censimento, Elviz Salkanovic, fece causa allo Stato italiano perchè quel “censimento” violava l’articolo 43 del testo unico sull’immigrazione e l’articolo 2 comma 1 del decreto legislativo del 2003. Lo Stato fu costretto a risarcire Salkanovic. Il censimento invece non servi a nulla, perchè i campi rom continuano ad esistere.
Ma è importante che Salvini abbia deciso di mettere mano alla questione dei campi. Un po’ perchè così si scoprirà — nonostante quello che ha dichiarato ieri Alfonso Bonafede a Otto e Mezzo — che a Roma la strategia della sindaca sui campi è fallimentare.
E poi tornerà a galla la vicenda che ha visto come protagonista proprio il leghista Maroni.
Correva l’anno 2008, Gianni Alemanno era diventato sindaco di Roma, al Governo c’era Berlusconi e Maroni era al Viminale. Alemanno annuncia la sua “rivoluzione copernicana” per quanto riguarda la gestione dei campi nomadi e delle presenze dei rom nella Capitale: sgombero dei campi abusivi, “riduzione” della popolazione nomade residente da 7200 a 6000 persone.
Per risolvere il problema e dare una mano al sindaco il Governo emana il decreto “emergenza nomadi” che dà speciali poteri al prefetto della città di Roma. Ma questo non basta al sindaco: Alemanno infatti chiede ed ottiene da Maroni un finanziamento di 30 milioni di euro per poter affrontare “l’emergenza”.
Nel 2011 il governo stanziò altri 60 milioni di euro per fronteggiare “l’emergenza” in 5 regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto); di quei 60 milioni un terzo finirà in Lazio.
E proprio all’interno di quel Piano Nomadi venne avanzata la proposta del PD di censire i rom nei campi milanesi. Successivamente il Consiglio di Stato infatti avrebbe giudicato incostituzionale il ricorso alla legge 225 del 1992 per dichiarare lo stato d’emergenza per la “questione nomadi”.
Ma la parte più interessante è la fine che fecero quei soldi.
Perchè proprio nel 2014 il MoVimento 5 Stelle (proprio quello alleato con la Lega) ricordava come l’inchiesta su Mafia Capitale avesse portato a galla il business milionario sulla gestione dei campi Rom.
Business finanziato dai soldi elargiti dal ministro leghista al sindaco Alemanno. Alessandro Di Battista spiegava quattro anni fa a Bersaglio Mobile che la Lega vuole “lucrare sulla disperazione della gente, i rom, gli immigrati, gli italiani che non ce la fanno più”.
Oggi il M5S è felicemente al governo con la Lega e Salvini può proporre censimenti su base etnica.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
“IO MINACCIATO, IL GOVERNO MI ASCOLTI”… COME NO, SE ASPETTA L’INTERVENTO DI SALVINI, NOTO DIFENSORE DELLA LEGALITA’, FINISCE AI LAVORI FORZATI
“Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perchè pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze”.
Così Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza ha fatto riaprire l’inchiesta sul decesso di Stefano Cucchi, in un video postato su Fb. Casamassima si rivolge “ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino”.
“Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio – spiega – paure che si sono concretizzate perchè mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali. Sarò allontanato e demansionato e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. È scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato. Mi appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo. Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale. Se non mi verranno date delle spiegazioni – aggiunge – sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perchè il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere. Per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi ‘poco esemplare e inadeguato al senso della disciplina’”, conclude Casamassima.
Anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, interviene su Facebook sulla questione con un post durissimo: “Il Carabiniere Riccardo Casamassima ha testimoniato così come lo ha ha fatto la Carabiniera Maria Rosati, oggi sua compagna e madre dei suoi figli. Furono loro a dare il via a questo processo per l’uccisione di Stefano Cucchi. Sono stati sentiti dopo che alcuni loro colleghi dissero di aver visto mio fratello estremamente sofferente dopo quel feroce pestaggio subito alla caserma della Casilina durante il foto segnalamento. Sono stati sentiti dopo che alcuni loro colleghi avevano ammesso, davanti ai giudici, di essere stati convocati dai superiori, dopo la morte di mio fratello, per modificare le loro annotazioni. Casamassima oggi è stato trasferito alla scuola allievi con demansionamento umiliante e consistente decurtazione dello stipendio. L’ho sentito in lacrime, disperato. Cari Generali Nistri e Mariuccia, era proprio necessario tutto questo, dopo quanto è emerso durante il processo sino ad ora? La scuola allievi Carabinieri aveva proprio bisogno, oggi, di Riccardo Casamassima? Proprio oggi?”.
“Nella prossima udienza dell’11 luglio dovranno sfilare di fronte ai Giudici tanti colleghi del povero Casamassima – spiega – Saranno ben consci di quel che gli è successo oggi. Ma d’altronde la Scuola Allievi aveva bisogno improcrastinabile di lui. Da più parti, dopo quanto sta emergendo al processo, ci viene raccomandata cautela e prudenza. Ci viene letteralmente detto di stare attenti. Lei, Generale Nistri, ci ha detto che ‘tutti hanno scheletri nell’armadio’. Noi non li abbiamo, a meno che qualcuno non ce li metta. Ma questa è fantascienza”.
(da agenzie)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO COLPITO AL TORACE… SPERANZA DENUNCIA SALVINI PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE, CON 3 ANNI DI RITARDO
Immigrati aggrediti e feriti al grido di “Salvini Salvini”. Due ragazzi del Mali sono stati vittime di un episodio di violenza a Caserta, dove sono beneficiari del progetto Sprar.
Lo scorso lunedì, intorno alle 22, i richiedenti asilo Daby e Sekou sono stati avvicinati da una Fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa al grido “Salvini Salvini”.
Dopo aver colpito al torace uno di loro, ferendolo lievemente, gli uomini a bordo della Panda avrebbero sparato anche all’indirizzo dell’altro migrante, ma il colpo sarebbe andato a vuoto.
A denunciare l’episodio sono il centro sociale Ex canapificio, la Caritas diocesana di Caserta, il ComitatoCittà viva e il progetto Sprar di Caserta.
Accompagnati da un’operatrice legale e dall’avvocato difensore Francesco Pugliatti, i due hanno sporto formale denuncia-querela nei confronti di persone da identificare per l’aggressione. E’ stata anche richiesto il sequestro di una telecamera nella zona.
Daby e Sekou, sono arrivati in italia più di due anni fa dopo essere fuggiti dal Mali, uno dei paesi distrutti da guerre, povertà e siccità .
Daby, in particolare, dopo anni di attesa, è riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatogli dalla commissione territoriale per la protezione internazionale di caserta.
Oggi entrambi sono beneficiari del progetto sprar del comune di caserta, gestito dal centro sociale ex canapificio, dalla comunità rut delle suore orsoline e dalla caritas, sono stati vittime di un vergognoso episodio razzista.
“Siamo profondamente sconcertati e Indignati – commentano i responsabili del centro sociale ex canapificio dello sprar di caserta – per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt’ora spaventati. Questo è l’ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di san ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l’aggressione in un centro di accoglienza a sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell’Aquarius”.
Il centro invita il ministro dell’interno Matteo Salvini e il governo di Giuseppe Conte “a prendere spunto da questo episodio per interrogarsi sulle scelte da fare e propagandare, così come speriamo che i rappresentanti istituzionali eletti possano presentare interrogazioni parlamentari per chiarire ciò che è accaduto e che le forze dell’ordine agiscano adeguatamente. In questo clima difficile, bisogna essere consapevoli che non basterà bloccare una nave nè servirà moltiplicare i campi di detenzione in libia o in niger. Come cittadini crediamo che la politica del cambiamento debba puntare sull’inclusione sociale di tutti, sulle regolarizzazioni delle persone che vivono e lavorano onestamente nel nostro paese da decenni e non continuare in propagande xenofobe di programmi irrealizzabili”.
Sul caso interveiene anche sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Caro ministro Salvini quando semini molto odio corri il rischio di alimentare odio e rancore da cui allignano anche le pulsioni criminali più pericolose. Non scherziamo perchè questo Paese è complicato e per certi versi è una polveriera sociale”.
De Magistris invita il ministro dell’Interno “a smetterla di seminare odio e di considerare alcune persone il pericolo per il Paese. Semmai ritroviamo la coesione nazionale che manca valorizzando le autonomie e facendo la lotta alla corruzione e alle mafie”.
Luigi De Magistris afferma incisivo: “Se Salvini alza il tiro, noi pronti alle barricate”. E Roberto Speranza, leader di Leu, denuncia il ministro per istigazione all’odio razziale ai sensi della legge Mancino.
(da agenzie)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
A BORDO 523 PROFUGHI SALVATI DA NAVI MERCANTILI .. IL GIORNO CHE NE MUORE UNO L’ACCUSA DI OMICIDIO NON VE LA TOGLIE NESSUNO
Dopo due giorni di navigazione nel Mediterraneo senza meta, la nave Diciotti della Guardia Costiera italiana, con un carico di 523 migranti, attraccherà a Pozzallo in tarda serata, ma è possibile che lo sbarco a terra dei migranti venga fatto domani mattina, per avere una maggiore sicurezza nelle operazioni.
La nave, la stessa nave su cui la nave militare americana Trenton aveva trasbordato domenica 42 migranti salvati al largo della Libia durante un naufragio in cui sono morte 12 persone, prima di avere l’indicazione di un porto, è rimasta a lungo in acque internazionali.
Gli altri 481 migranti sono stati recuperati dall’unità della guardia costiera da diverse navi commerciali intervenute sempre al largo della Libia in operazioni di soccorso.
Ieri la Diciotti era a sud di Malta, ma dall’Italia non era ancora stata indicata una destinazione finale.
A nulla è servito l’appello dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, ai governi e alle autorità coinvolte di accelerare le procedure per lo sbarco delle 523 persone a bordo da diversi giorni.
Persone a cui devono essere fornite urgentemente cure adeguate e assistenza psicologica, a terra. «La sofferenza dei superstiti dei naufragi è enorme. Dopo un lungo e pericoloso viaggio dai loro paesi di origine, segnati dalle violenze e dagli abusi subiti lungo il percorso, hanno visto morire in mare compagni di viaggio, forse membri delle loro famiglie», ha commentato Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa.
(da agenzie)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
NON SONO COME NOI E QUANTOMENO ANDREBBERO CENSITI
Non sono come noi
Quasi sempre parlano un italiano stentato, incomprensibile, infarcito di borborigmi
Si lasciano fregare e buttano via un botto di soldi in investimenti sballati, in Africa
Con la bandiera italiana ci si puliscono le terga
Invocano la legge del taglione. La castrazione. I calci in culo
Non capiscono la democrazia, si lasciano abbindolare da politici corrotti, che fanno campagne elettorali folcloristiche
Non onorano i patti, tradiscono chi li ha svezzati, rubano loro il posto.
Ti stringono la mano e ti promettono alleanza eterna. Poi li perdi per strada
Si radunano a cielo aperto vestiti da deficienti.
Se hanno debiti con lo Stato, col cappero che li onorano
Cambiano una moglie, un’altra, un’altra. Fanno figli senza pensare
Hanno una concezione familistica dei rapporti, favoriscono la loro tribù.
Si fanno fotografare mezzi nudi, coperti solo da ridicoli drappi colorati.
Hanno tutti il telefonino di ultima generazione eppure sono ignoranti come capre.
Ma li paghiamo noi, 35 euro al giorno e forse anche di più.
Non sono come noi, mangiano piatti assurdi, interiora di animali, cervella, altre parti del corpo impronunciabili.
Non sono come noi. Spesso travolgono la gente in auto. E scappano.
Uccidono la madre, i vicini, le nipoti. E cercano di far ricadere le colpe sugli altri.
Però, questi italiani, dobbiamo tenerceli.
Ma quantomeno andrebbero censiti.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
CONTINUA IL DELIRIO RAZZISTA QUANDO BASTEREBBE UN MAGISTRATO CHE LO ACCOMPAGNASSE A SAN VITTORE, LA LEGGE MANCINO ESISTE PER TUTTI… L’EUROPA: “NON SI PUO’ ESPELLERE UN CITTADINO EUROPEO SU BASE ETNICA”
“Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza”. Lo scrive il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su Twitter.
È la risposta alle polemiche sulla sortita sui rom di ieri.
In merito interviene anche l’Europa. “Non si può espellere un cittadino europeo su base etnica”, afferma un portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, che aggiunge: “Non escludo che prenderemo contatto con le autorità italiane” sui piani per il censimento, sottolineando di non voler entrare nei dettagli perchè la “pratica costante” della Commissione è di “non commentare dichiarazioni di altri”.
E in mattinata ha fatto sentire la sua voce da Parigi, anche il commissario Pierre Moscovici: “Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell’altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze”, afferma.
Al tempo stesso, però, Moscovici avverte l’Italia: “La Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti”.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
LADRONI SOVRANISTI: LA TRUFFA DELL’ASSISTENTE PARLAMENTARE FANTASMA
Ai tempi della sua attività in Parlamento europeo Marine Le Pen si è avvalsa dell’aiuto di un assistente parlamentare fantasma.
La leader del Front National (oggi Rassemblement National) ha usato fondi comunitari per pagare una persona che non c’è, o di cui non ha saputo dimostrare l’esistenza.
Per questa figura, tra dicembre 2010 e febbraio 2016, l’Ue ha messo a disposizione quasi 300mila euro.
Soldi europei, che però sono stati usati in violazione delle regole. Motivo per cui il Tribunale dell’Ue ne esige la restituzione. O meglio, autorizza l’europarlamento a recuperare la somma, e dunque l’istituzione comunitaria si potrà rivalere sulla figura di spicco dell’extreme-droite francese.
Il Parlamento europeo mette a disposizione di tutti i parlamentari eletti risorse per lo svolgimento delle proprie funzioni, compresi compensi per gli assistenti, in numero variabile.
Così ha fatto anche con Marine Le Pen. Quest’ultima ha preso i soldi che pur le spettavano (298.497,87 euro), ma per usarli come non si può.
L’uso delle risorse comuni è condizionata a tutta una serie di regole. Le Pen le ha infrante, non avendo fornito la prova dell’esistenza di un’attività dell’assistente locale che fosse effettivamente, direttamente ed esclusivamente connessa al suo mandato.
La giustizia Ue conferma l’impianto dell’accusa. Le Pen ha usato in maniera irregolare le risorse comuni.
Marine Le Pen potrà fare ricorso alla Corte. L’esponente dell’estrema destra francese però dovrà pensarci bene, perchè i giudici di Lussemburgo nel pronunciamento di primo grado hanno dato torto a Le Pen su tutta la linea.
Innanzitutto si conferma che il segretario generale del Parlamento ha il potere di chiedere il recupero di somme «indebitamente versate» ai parlamentari, ma soprattutto si stabilisce che Le Pen «non è stata in grado di provare che la propria assistente ricopriva incarichi effettivi a suo favore».
Non solo. Nel riconoscere che Le Pen «non ha provato una qualsivoglia attività svolta dall’assistente parlamentare a titolo di assistenza parlamentare», il Tribunale ha ricordato che questa è una «circostanza che essa ha del resto riconosciuto in udienza». Vuol dire che Le Pen, a sentire i giudici, ha riconosciuto di aver prodotto elementi insufficienti.
Quindi per un eventuale ricorso serviranno più elementi.
Intanto la giustizia Ue condanna Le Pen.
(da agenzie)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
TIMORI SULLA CRESCITA, IL PIL STENTA… FLAT TAX O REDDITO CITTADINANZA DOVRANNO FARE I CONTI CON LA REALTA’
Nell’Italia gialloverde emergono due posizioni difficilmente conciliabili: c’è una maggioranza cicala e un ministro dell’Economia formica.
Le linee guida della risoluzione di maggioranza sul Def impegnano il Governo a un programma economico monstre che prevede una forzatura rispetto ai vincoli europei, con maglie più larghe sui saldi di bilancio, a cominciare dai parametri su deficit e debito pubblico: si chiede quindi all’esecutivo di ottenere più flessibilità dall’Europa, di rivedere i saldi 2019-2021, di evitare l’aumento dell’Iva e delle accise, di aumentare gli investimenti pubblici, di ridurre della pressione fiscale, di sostenere i redditi più bassi.
Quello che però segnala alla Camera Giovanni Tria, nel dirsi d’accordo sulle principali linee d’azione, riporta tutti sulla Terra: la crescita italiana non sta ripartendo, anzi flette rispetto alle previsioni, il livello del deficit può essere rinegoziato solo in sintonia con l’Europa, ma soprattutto non si può assolutamente aumentare il debito pubblico, pena una compromissione della fiducia nell’Italia e quindi della stabilità finanziaria e dei risparmi degli italiani.
Il messaggio è semplice: se si facesse tutto quello che si è promesso in campagna elettorale, senza un rigoroso occhio all’equilibrio di finanza pubblica, lo spread prenderebbe il largo. Dalle parole di Tria si evince che sui temi più battuti in campagna elettorale da M5S e Lega – come reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della legge Fornero – in primo luogo se ne parlerà in autunno, in sede di presentazione del Pnr (Piano nazionale di riforme) e in secondo luogo si valuterà la fattibilità nell’ambito della compatibilità di bilancio, affinchè il debito/Pil avvii la discesa. Questa flessione – definita una “condizione essenziale” da Tria – difficilmente verrebbe però raggiunta adottando riforme ad alto impatto di spesa come quelle promesse in campagna elettorale.
Le stime di crescita del 2018 sono tutte da raggiungere e sul debito non si scherza: deve scendere. I primi appuntamenti saranno dopo l’estate: sarà “predisposto il quadro programmatico e trasmesso al Parlamento a settembre, e poi a ottobre alle istituzioni europee”. Questi i primi messaggi di Tria al Parlamento:
IL PIL STENTA
Il quadro macroeconomico contenuto nel Def si basa su “informazioni che sembrano ormai obsolete”, afferma il ministro, evidenziando soprattutto il gravame delle “spinte protezionistiche” sulla crescita internazionale.
In Italia la crescita del Pil “è proseguita nel primo trimestre a un ritmo inferiore” alle attese e nel secondo trimestre “è in linea con i primi tre mesi”, per cui “il raggiungimento della crescita media proiettata nel Def nel 2018 richiede un’accelerazione del ciclo nella seconda metà dell’anno”.
Bisogna riprendere la marcia, dice in altre parole Tria: “i tassi di crescita sono ancora alla nostra portata, ma richiedono un’adeguata strategia di politica economica”. Una novità sarà la presentazione di “scenari programmatici relativi a un primo gruppo di indicatori di benessere equo e sostenibile. L’Italia è il primo paese che si darà obiettivi di equità , istruzione, salute, inclusione nel mercato del lavoro, ambiente, sicurezza ed efficacia della giustizia civile”. Secondo Tria si tratta di una “innovazione ambiziosa” perchè “cerca di stimolare una politica economica e sociale non incentrata esclusivamente sul Pil”.
TASK FORCE SUGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
Per Tria “gli investimenti pubblici dovranno essere la chiave per ottenere quel di più di crescita” che serve per mettere in atto il Contratto di Governo “con un quadro di finanza pubblica coerente con l’impegno di riduzione del debito/Pil”. Intenzione del governo è “invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall’inizio della crisi” nella consapevolezza che “i maggiori ostacoli non vengono dalla carenza di risorse”, ma dalla perdita di competenze a livello locale e dagli “effetti non voluti” del Codice degli appalti. Tria ha quindi annunciato che proprio a questo scopo “verrà costituita una task force all’interno del Governo”.
SUL DEFICIT SI DISCUTE IN SINTONIA CON L’UE
Lo scenario tendenziale del rapporto deficit-Pil “sarà oggetto di seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico”, ma in stretta collaborazione con l’Unione europea. Tria segnala che “nel rispetto degli impegni europei e della normativa italiana si individuerà il percorso più adatto”, avendo d’occhio l’andamento del debito.
IL DEBITO DEVE CALARE
Sul fronte del debito/Pil, nelle previsioni del Def “inizierebbe un chiaro percorso discendente. È un’evoluzione che è bene non mettere a repentaglio, è una condizione necessaria per mantenere e rafforzare la fiducia dei mercati finanziari, imprescindibile per la tutela della finanza pubblica, per la stabilità della crescita e per i risparmi degli italiani”.
Per Tria le buone azioni sul debito sono “condizione di forza per rivendicare per l’Italia e per l’Europa tutta come una svolta la decisione di considerare le spese per investimenti diversamente dalla spesa corrente, una scelta per cui i tempi sono ormai maturi”.
IN EUROPA RIFORMA PRO-CRESCITA
L’azione del governo italiano deve muoversi in Europa in direzione di una “profonda riforma delle istituzioni economiche che governano l’Eurozona”, dice ancora Tria, perchè ci sono “gravi inadeguatezze che caratterizzano l’attuale equilibrio europeo. Le regole di bilancio consentono persistenti squilibri di partite correnti e non favoriscono la spesa per investimenti pubblici”. È necessario che l’architettura dell’Unione europea sia “indirizzata alla crescita”.
NO ALL’ASSISTENZIALISMO
Un ruolo centrale avrà il reddito di cittadinanza, “volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite interventi non assistenziali, bensì tramite l’integrazione nel mercato del lavoro”.
Per Tria “assicurare un reddito dignitoso a chi è temporaneamente in stato di disoccupazione o che per vari motivi ha difficoltà a entrare o rientrare proficuamente in un impiego è condizione essenziale per consentire in un quadro di stabilità sociale i necessari processi di innovazione tecnologica e ristrutturazione produttiva dettati dalle sfide del processo scientifico e della salvaguardia ambientale”.
LA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA SUL DEF
La maggioranza parlamentare Lega-M5S impegna il governo “a riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio del triennio 2019-2021” ha detto in Aula alla Camera è il relatore M5S al Def, Federico D’Incà , illustrando i contenuti della risoluzione di maggioranza.
“Sarà d’obbligo – ha aggiunto – impostare in Europa un dialogo nuovo nelle sedi opportune così da ottenere regole di bilancio più flessibili e spazi maggiori per le spese produttive”. La maggioranza impegna poi il governo “ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia inerenti l’aumento dell’aliquota Iva e delle accise su benzina e gasolio” e “a individuare misure da adottare nel 2018 nel rispetto dei saldi di bilancio”.
L’esecutivo dovrà “realizzare nel tempo un cambio radicale del paradigma economico”, ha proseguito D’Incà , indicando come “prioritario il superamento della logica del fiscal compact, la cui integrazione all’interno dei trattati europei è da scongiurarsi assolutamente”.
D’Incà ha quindi elencato i temi che dovranno essere affrontati nella prossima legge di bilancio, dalla lotta alla povertà allo stimolo alle politiche attive, dal superamento della legge Fornero alla scuola.
Tra le misure da adottare il relatore ha indicato “un mix virtuoso di maggiori investimenti pubblici, riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi più bassi”.
Va semplificato, in particolare, il rapporto tra l’Agenzia delle entrate e il contribuente e vanno abolite “misure penalizzanti per i contribuenti onesti”. Restano inoltre “senz’altro necessari” provvedimenti per il reddito di cittadinanza, così come occorre “ampliare la portata” degli indicatori Bes.
La maggioranza, ha detto ancora, impegna l’esecutivo ad apprestare al “Consiglio europeo e alla Commissione europea il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforme formulato in armonia con l’indirizzo politico economico emerso dal programma di Governo presentato in Parlamento per la fiducia”
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 19th, 2018 Riccardo Fucile
BORGHEZIO, SCOTTA’, LANCINI E CIOCCA DELLA LEGA, FIORENZA, MALTESE E SPINELLI DELLA LISTA TSIPRAS, ZANNI DEL M5S
Il 14 giugno,nel giorno di inizio della Coppa del mondo di calcio FIFA in Russia, il Parlamento Europeo ha chiesto alla Russia di garantire il rispetto dei diritti umani, la libertà di espressione e di riunione.
I deputati hanno votato un documento che richiede alle autorità russe di liberare immediatamente e incondizionatamente il regista ucraino Oleg Sentsov e oltre 70 cittadini ucraini detenuti illegalmente in Russia e nella penisola della Crimea.
Gli eurodeputati hanno ricordato alla Russia che, in quanto potenza occupante, ha l’obbligo di proteggere i cittadini della Crimea da misure giudiziarie o amministrative arbitrarie e di garantire il rispetto dei loro diritti.
La risoluzione non vincolante è stata approvata con 485 voti favorevoli, 76 contrari e 66 astensioni.
Il regista ucraino Oleg Sentsov è al trentacinquesimo giorno di uno sciopero della fame che, secondo quanto riferito dal suo legale Dimitri Dinze, ha intenzione di continuare fino alla morte se le sue richieste non dovessero essere accolte.
Oleg Sentsov, che era stato coinvolto nelle proteste a sostegno di Euro Maidan a Kiev e si era opposto all’annessione della Crimea da parte della Russia, è stato arrestato dal Federal Security Service della Federazione Russa (FSB) nella sua casa di Simferopol il 10 maggio 2014 e portato a Mosca dove è stato detenuto in attesa di giudizio per oltre un anno.
Nonostante il testimone chiave avesse ritrattato la sua testimonianza in quanto estorta con la forza, il processo, basato sull’accusa a Oleg Sentsov di avere commesso “crimini di natura terroristica”, è andato avanti.
Nonostante siano state raccolte migliaia di firme in tutta Europa, a sostegno di una lettera indirizzata dall’EFA al Presidente e alle autorità russe in cui si chiedeva la libertà immediata per Oleg Sentsov, quest’ultimo è stato condannato a 20 anni di prigione.
Il manifesto per la richiesta di liberazione di Sentsov è stato firmato da moltissimi personaggi pubblici in tutto il mondo, ultimo sabato Stephen King.
Nonostante queste evidenze alcuni europarlmentari italiani si sono distinti votando contro senza addurre però alcuna giustificazione per il loro voto contrario.
Si tratta in parte per una sudditanza psicologica verso il “modello russo di Putin” in concomitanza con il vento autoritario che spira forte in Italia.
La voglia dell’uomo “forte” nella società civile italiana è tanta e come spesso accade in questi periodi storici c’è chi la cavalca per ovvi interessi di potere personali.
Si sarebbe portati a pensare che i deputati che hanno votato contro il documento europeo siano solo quelli dell’attuale maggioranza ed invece troviamo anche esponenti di spicco della cosiddetta “sinistra”.
Ma chi sono questi italiani ucrainofobi ?
Come si evince dalla lista spiccano diversi nomi della cosiddetta “sinistra comunista” italiana che vanno a braccetto con gli elementi più di destra della Lega, tra cui spicca il nome di Borghezio.
Se si esclude la Forenza, in quanto si conoscono le sue posizioni a favore delle truppe di occupazione del Donbas e le sue diverse missioni per portare aiuti in quella zona a favore delle truppe irregolari che occupano la regione, risaltano a sinistra i nomi di Curzio Maltese e di Barbara Spinelli.
Il primo per essere uno scrittore e giornalista di lunga data mentre la seconda per essere la figlia di Altiero Spinelli, un uomo che sicuramente si sarebbe battuto sino alla morte per la liberazione di Sentsov.
(da agenzie)
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